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L’ex consigliere comunale Francesco Spadafora scrive al Commissario Prefettizio

Francesco SpadaforaCOSENZA (CS) – L’ex consigliere comunale di Cosenza, Francesco Spadafora, ha inviato una nota al Commissario straordinario del Comune di Cosenza, Angelo Carbone, per sollecitare l’intervento relativo alla realizzazione di un tratto di rete fognaria in località Badessa a servizio di vecchi e nuovi insediamenti abitativi. Nella lettera, l’ex Consigliere bruzio, ha evidenziato che tale intervento si rende necessario al fine di assicurare la salvaguardia dell’ambiente e dell’igiene pubblica. Lo stesso, inoltre, ha fatto presente al Commissario Prefettizio che la mancata esecuzione della predetta deliberazione sta generando amarezza e delusione nei cittadini del posto, i quali, da anni, chiedono di essere serviti da una rete fognaria che possa risolvere i loro disagi legati ai pozzi neri e alla loro pulizia. Pertanto, poiché la situazione sopra esposta costituisce soprattutto per gli abitanti un gravissimo problema igienico-sanitario, l’ex Consigliere Francesco Spadafora, facendosi portavoce dei cittadini, ha chiesto al Commissario Prefettizio di sollecitare gli uffici compenti a dar seguito a quanto deliberato dalla Giunta Comunale nel mese di Gennaio, al fine di risolvere una volta per tutte l’annoso problema.

Presentata la XXXV edizione della Sagra dell’Uva e del Vino Donnici

Programma manifestazione sapori d'autunnoCOSENZA(CS)-Parla il linguaggio della tradizione, ma guarda decisamente al futuro la XXXV edizione della Sagra dell’Uva e del Vino di Donnici, in programma da venerdì 2 ottobre a domenica 4 ottobre nel borgo antico della frazione alle porte della città.Un programma modellato sul format dello scorso anno, con, accanto alle degustazioni delle eccellenze enogastronomiche, concerti, dislocati nelle piazzette e nei larghi del borgo antico, giochi popolari e delle contrade, primo tra tutti il Palio degli asini e, ancora, un’edizione speciale dell’iniziativa “Cinque sensi di marcia” che  culminerà in una visita guidata a due aziende vinicole del territorio.Inoltre, teatro di strada, attività di animazione, tour a bordo del bus Scopricosenza, con la presenza di un cantastorie e tutta una serie di inizative alla riscoperta delle antiche tradizioni come la produzione della mostarda e dei dolci tipici donnicesi.Il  programma della XXXV edizione è stato presentato questa mattina nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Donnici all’auditorium delle Vigne “Alessandro Bozzo”, presenti l’Assessore alla crescita economica urbana del Comune Loredana Pastore, l’Assessore al turismo, eventi e marketing territoriale Rosaria Succurro, il consiglieri comunale Francesco Spadafora, Pietro Tarasi della Camera di Commercio di Cosenza e Michele Presta, portavoce dell’Associazione “Vivi Donnici” cui il Comune ha affidato per il quarto anno consecutivo l’organizzazione della Sagra.“L’Amministrazione comunale – ha detto in apertura di conferenza l’Assessore Pastore – ha moltiplicato gli sforzi perché la Sagra diventi sempre più importante e faccia quel salto di qualità che la possa proiettare in contesti anche di respiro nazionale. La novità di quest’anno – ha aggiunto – è che siamo riusciti ad avere la partnership della Camera di Commercio. Questo dà una valenza maggiore a tutto l’evento”.Quello della Sagra dell’uva e del vino è stato definito “un percorso in crescita” anche dall’Assessore Rosaria Succurro. “La XXXV sagra – ha aggiunto – rientra a pieno titolo nei programmi di promozione del nostro territorio avviati dall’Amministrazione comunale, attraverso la valorizzazione del turismo enogastronomico”La Succurro ha poi parlato dell’edizione speciale di “Cinque sensi di marcia” concepita appositamente per la sagra. “I partecipanti – ha detto ancora – potranno conoscere meglio il territorio di Donnici a bordo del bus scoperto, alla scoperta del borgo antico, per poi entrare nello specifico delle sue peculiarità, visitando cantine e vigneti. Per il futuro occorre ampliare l’offerta turistica. La nostra volontà è che ci possa essere un interesse ancora più allargato, non solo della provincia, ma anche della regione. Donnici deve diventare volàno di promozione turistica”.Il consigliere Francesco Spadafora ha ripercorso le tappe che hanno condotto a questa XXXV edizione. “Nata nel 1979 per volontà di un gruppo di contadini e agricoltori per festeggiare la vendemmia – ha detto Spadafora – la Sagra, nel corso degli anni, grazie alle amministrazioni che si sono succedute e soprattutto grazie all’impegno e all’entusiasmo dell’associazionismo locale, è divenuta, ormai, un appuntamento imperdibile che caratterizza, come ogni anno, l’inizio dell’autunno.Tra le novità, Spadafora ha menzionato quella relativa alla vendita del vino, consentita esclusivamente alle cantine donnicesi regolarmente iscritte alla Camera di Commercio. “Una scelta – ha detto – a tutela del consumatore.La manifestazione deve essere ancora migliorata e l’obiettivo è quello di continuare a lavorare per valorizzare questo territorio già ricco di storia e tradizioni e promuovere le eccellenze enogastronomiche, elementi di traino per il rilancio dell’economia, del turismo e del commercio locali”.Al tavolo della conferenza anche Pietro Tarasi, presidente provinciale di Coldiretti e membro della giunta della Camera di Commercio di Cosenza.Anche per lui è importante che la manifestazione possa migliorare “per elevare la qualità dell’offerta turistica.Nel dettaglio del programma della Sagra è entrato il portavoce dell’Associazione “Vivi Donnici” Michele Presta. “E’una manifestazione che guarda sicuramente al futuro. Siamo invecchiati bene e adesso è il momento di decantarla e di farlo con la partecipazione importante della Camera di Commercio, ma anche con tutte quelle che sono le attività collaterali alle quali è affidata la promozione del territorio. E’ importante scoprire la grande tradizione della produzione – ha aggiunto Presta- . La visita in un antico vigneto donnicese sarà l’occasione per apprezzare l’intero percorso e riuscire a cogliere le giuste differenze tra produzione standardizzata, sia pur d’eccellenza, e quella che è la microproduzione.”Alle ore 18,00 di venerdì 2 ottobre il taglio del nastro in Piazza Mons.Bilotto.Confermate anche quest’anno le navette dell’Amaco, con la linea 53 prolungata (ultima corsa verso Cosenza all’una e quarantacinque notturne) ed altri bus con capolinea a Nord e a Sud del borgo, in direzione Piano Lago e Bivio Donnici.Al termine della conferenza stampa, che ha fatto registrare anche gli interventi dell’Assessore alla qualità della vita Massimo Bozzo e del consigliere comunale Marco Ambrogio, è stato assegnato a Domenico Spadafora, titolare dell’omonima azienda vinicola, un riconoscimento, consegnato dall’Assessore Loredana Pastore, per i cento anni di attività. Domani pomeriggio, in occasione del convegno, prologo della sagra, in programma alle 18,00 all’Auditorium delle Vigne sul tema “Donnici: storia e risorse locali tra passato e presente”, sarà consegnato al Presidente regionale di Coldiretti Pietro Molinari il premio “Grappolo d’Oro” 2015.Al convegno parteciperanno: il Sindaco Mario Occhiuto, l’Assessore alla crescita economica urbana Loredana Pastore e l’Assessore alla qualità della vita Massimo Bozzo. Altri interventi previsti, quelli di Giorgia Bozzo, dottoressa in scienze turistiche e della docente del dipartimento di scienze politiche dell’Università della Calabria Elisabetta Della Corte.

Il Consigliere Comunale Spadafora sulla nomina della Santelli come Coordinatore Regionale di Forza Italia

COSENZA – Il Consigliere Comunale di Cosenza – Gruppo F.I. Francesco Spadafora interviene sulla nomina dell’Onorevole Jole Santelli come Coordinatore Regionale della Calabria di Forza Italia.

“Desidero esprimere i miei personali auguri di buon lavoro all’Onorevole e amica Jole Santelli per il conferimento di questo prestigioso nuovo incarico di Coordinatore Regionale della Calabria di Forza Italia.

Una nomina voluta direttamente dal Presidente Silvio Berlusconi che premia senz’altro il suo lavoro e la sua esperienza maturata sin dal 1994 all’interno di Forza Italia e che sono sicuro saprà svolgere, come suo solito, nel migliore dei modi, facendo crescere, insieme a tutta la classe dirigente, il partito e la coalizione di Centro Destra a Cosenza e in tutta la Calabria”.

Quando l’électro viens du Sud. Intervista ai Fukada Tree; vincitori del Contest Change the Music

Fukada Tree

Cosenza – I giovani vengono spesso attaccati dalle istituzioni e definiti svogliati, disinteressati, choosy (schizzinosi); in realtà nessuno di questi epiteti è adeguato in quanto la maggior parte dei giovani lotta tenacemente per difendere i propri diritti e mettere in mostra le proprie capacità e, soprattutto, i propri sogni. È un periodo difficile e complesso per la società e ciò si ritorce quasi sempre sui giovani che studiano, lavorano, imparano ma ciò non basta mai; più che schizzinosi ci si sente demoralizzati perché sono più numerose le porte sbattute in faccia che le possibilità concesse.
C’è chi però, nonostante gli ostacoli e i pregiudizi, riesce a far prevalere il proprio talento e il gruppo musicale Fukada Tree ne è l’esempio tangibile. Tre giovani, tre calabresi doc dediti all’elettro-music sono riusciti a trasformare una propria passione in una prospettiva futura. Il gruppo, composto dal budmaster Stanislao Costabile (Spike), dalla cantante Marina Andrielli (Aram) e dal chitarrista Francesco Spadafora (TheLord), è riuscito a sfondare ricevendo riconoscimenti e soddisfazioni fino alla vittoria del Contest Change the Music promosso dall’Edison.

La parola ai Fukada che, nell’intervista, parlano della propria esperienza a dimostrazione che la Calabria non è solo la terra delle tarantelle; con i Fukada Tree si può finalmente dire che l’électro viens du Sud.

Fukada tree è il nome della vostra band nata nel 2009, a cosa è dovuta questa scelta?

Fukada Tree è un sistema di ripresa microfonica, il nome di una configurazione di ripresa per il surround. Lo abbiamo scelto perché il nostro lavoro di composizione e di elaborazione del suono è fatto di registrazioni, campionature, filtri, manipolazioni che richiedono strumentazioni analogiche e/o digitali. Fukada Tree è tutto questo … un lavoro di studio, di sperimentazione, di manipolazione che caratterizza l’electro – music. E’ vero che “in nome nomen”: Fukada Tree è un nome che sa di analagico, di legno che assorbe il suono, di lavoro manuale con gli strumenti.
Se nei live l’impressione è quella di avere davanti un trio la cui musica poggia molto sulle campionature,  invece il tasto “play” sul computer serve a riprodurre i suoni creati e manipolati
in studio direttamente dalla band.

Nella vostra scheda di presentazione dite “La musica elettronica a farla bene, in Italia, sono in pochi. E poi, se non sei nato al centro-nord, è ancora più difficile perché dal sud al massimo uno si aspetta di sentir suonare le tarantelle”. Quanto è stato difficile per voi trovare l’appoggio del pubblico e, soprattutto, quanto è stata dura affermarvi nel campo dell’elettro-music?

Il nostro gruppo viene da realtà musicali differenti, questo ha portato a un mix che ha influenzato il nostro comune denominatore: il Dub. La musica elettronica a farla bene, in Italia, sono pochi, perché non basta avere un sintetizzatore o delle basi campionate per farla. Bisogna avere sicuramente  buone idee ma poi bisogna elaborarle, costruirle, trasformarle in suono e in musica.
I Fukada fanno proprio questo con il lavoro sul suono, che amplificato, registrato e manipolato diventa il carattere distintivo della nostra band. Dub, dubstep, trip-hop sono solo le coordinate principali del nostro gruppo, che nonostante è presente sulla scena musicale da circa tre anni è riuscito a crearsi un sound originale e, soprattutto, riconoscibile fin dalle prima note. L’electro – music in Italia non ha ancora il grande seguito che ha in altri paesi europei, quindi è sicuramente più difficile farsi apprezzare dal pubblico, ma la nostra sia pur piccola esperienza ci fa essere ottimisti. Anche in Italia proprio sull’onda del successo di questa musica a livello internazionale si stanno aprendo grandi possibilità.

Siete tre ragazzi cosentini, la vostra giovane età ha spesso creato pregiudizi oppure è stata il vostro punto di forza?

No l’età non ha affatto condizionato  l’apprezzamento che della nostra musica hanno fatto importanti esperti, com’è successo per l’Edison Contest. E’ vero che, forse, per d’ingresso nel mercato discografico italiano siamo ritenuti ancora “giovani”, ma siamo certi  che la nostra età non abbia creato dei pregiudizi, anzi.!

Nel 2010 avete vinto il M.E.I Tech di Faenza, nel 2011 siete rientrati, con il brano “Desire” , nella Top Ten dei migliori brani dello stesso M. E.I., nel 2012 siete riusciti a vincere il Contest Change the music promosso dall’Edison. Una vera e propria escalation di successi dunque. Com’è stato condividere il palco con 822 band?

Ci siamo accorti che eravamo in 822 a concorrere quando abbiamo saputo di essere tra i primi 20 selezionati. Non abbiamo partecipato al contest con la convinzione di vincere ma pensavamo che fosse importante partecipare per confrontarsi e verificarsi di fronte ad una commissione di esperti qualificati e ad un pubblico scelto. Il palco lo abbiamo condiviso con quei 20 gruppi di finalisti di cui anche noi facevamo parte. Non abbiamo mai sentito competitività, non se ne respirava nell’aria … eravamo tutti dei giovani artisti, ognuno con la propria proposta e con la propria speranza. Ciò non toglie che senza dubbio alcuno, sia il M.E.I  che l’  Edison Contest  siano stati una felicissima sorpresa ed una meritata soddisfazione.

La giuria del contest si è così espressa  “i Fukada Tree con le loro sonorità elettroniche sospese e ipnotiche, la sensuale vocalità femminile e la capacità di creare atmosfere sognanti e suggestive hanno conquistato i giurati con il loro stile ispirato ai suoni trip-hop della terra di Albione”.  Quanto tempo c’è voluto per trovare questa affinità musicale che vi rende estrosi, freschi, vitali, artisti a tutto tondo?

Ognuno di noi ha fatto i conti con le proprie esperienze pregresse, e sulla base di queste ha dato il proprio contributo e Fukada Tree ne è il risultato. C’è profondo rispetto verso le idee di ognuno di noi e cerchiamo di esprimere tutta la nostra capacità nell’elaborare un sound tutto nostro. L’affinità tra generi come l’affinità tra persone non nascono dal nulla, è vero che è necessario un certo feeling, ma c’è anche bisogno di coltivarla nel tempo, alimentandola e facendola evolvere. E’ questo che rende compatto il gruppo e che determina la nostra “vitalità” come la chiami tu.

Come premio per la vittoria del Contest Change the music riceverete la possibilità di aprire i concerti di un importante artista italiano o straniero. Potete darci qualche anticipazione a riguardo?!

Il team di ECTM sta iniziando a organizzare, innanzitutto, il concerto che vedrà riunite sullo stesso palco le 4 band vincitrici del contest, ma sui concerti a seguire ancora non abbiamo informazioni precise.

La voce e la “penna” del gruppo è Aram (Marina Andrielli); quali sono le tematiche che ti stanno più a cuore e quali sono quelle che vorresti trattare ma che ancora non hai avuto modo di mettere in musica?

Scrivo per un senso di liberazione, ma non mi prefiggo tematiche predeterminate. “Clementine”, per esempio, nasce dalla necessità di una denuncia sociale, “Sweet Devil” nasce da un ricordo, in “Temptation” si parla dell’Es, “Don’t ask” è un delirio. Ogni brano attinge da fonti diverse, alcune più consapevoli, altre più inconsce fino al momento in cui non vengono fissate sul foglio.

Il singolo “Clementine” ha avuto una grande successo; è la storia di una donna che fa il mestiere più antico del mondo, la prostituta, una donna che però ha deciso  di arrendersi alla sua “condizione umana”. Nel video del singolo avete deciso di inserire come titoli di coda i dati sulle donne vittime di violenza e quelli sulla prostituzione in Italia. È da poco trascorsa la giornata mondiale contro la violenza sulle donne quanto, secondo voi, le donne continuano a comportarsi come Clementine assumendosi colpe che, in realtà, non hanno? E quanto, secondo voi, la musica può aiutare a rompere i tabù che purtroppo ancora oggi persistono?

Il testo di Clementine nasce,come ho detto prima, da una necessità: dar voce ad una debolezza, che in questo caso è l’arrendevolezza, l’accondiscendenza passiva ad una condizione che Clementine non sente sua ed alla quale però preferisce dire di si, perché non crede in se stessa, alla sua bellezza, alla possibilità che esiste altro solo decidesse di vederlo. Ho voluto associare questo concetto ad una condizione di vita alla quale molte donne sono incatenate ma esistono altre forme di violenza, altrettanto gravi, forse più vicine a noi e più difficili da comprendere perché meno palesi. La violenza su una donna da parte del proprio uomo, quella su una giovane madre che non riceve debiti ausili ma che per contro viene licenziata, quella su ragazze che pur di non aver vergogna non raccontano la propria storia di violenza. Queste sono le donne che continuano ad assumersi colpe che non hanno, al pari di Clementine.
Come ho già detto altre volte, crediamo fermamente nel fatto che sia giusto, doveroso, legittimo ed opportuno dar voce a storie e numeri che mettono i brividi, e diffonderle perché non ci sia più omertosa ignoranza. Riporto una frase, un concetto in cui crediamo fermamente: “La musica non è un’arte fine a se stessa, ma un attivo strumento di comunicazione e rivoluzione.” Abbiamo fatto, facciamo e faremo la nostra parte.

Annabella Muraca