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Fusione Corigliano-Rossano, l’assessore Stellato chiede incontro urgente su verifica conti

CORIGLIANO (CS) – L’assessore al bilancio, Mauro Stellato, e il responsabile del Servizio finanziario, Giovanni Santo, su incarico del sindaco,  Giuseppe Geraci, hanno trasmesso questa mattina, in esecuzione della delibera consiliare del 12 agosto scorso, al Comune di Rossano la richiesta di un immediato incontro per effettuare le programmate verifiche dei rispettivi conti.

I due hanno preannunciato la consegna agli omologhi rossanesi, chiedendo ai medesimi di fare altrettanto all’atto dell’incontro del prospetto dei fondi comunque vincolati, della documentazione istruttoria delle procedure e delle motivazioni poste a supporto dell’attività svolta relativamente al riaccertamento straordinario dei residui, dei provvedimenti accertativi propedeutici all’inserimento del conto del bilancio dei residui attivi e passivi, riaccertati in via ordinaria, e infine del prospetto delle somme ricevute, a titolo di anticipazione di liquidità, con evidenziata la loro destinazione e l’appostazione in bilancio, secondo le indicazioni rese dalla Magistratura contabile.

Nella missiva, sono stati altresì chiesti chiarimenti relativi al rendiconto 2016 rossanese, da soddisfare nel corso del prossimo incontro, che gli stessi si sono dichiarati disponibili ad effettuare da subito (festivi compresi).

Fusione Rossano-Corigliano, Mascaro a Geraci: «Andiamo avanti»

ROSSANO (Cs) – «Caro Giuseppe, non possiamo non andare avanti verso il Referendum del 22 ottobre prossimo. Il processo della fusione, un’opportunità epocale non solo per le due comunità che siamo chiamati a rappresentare ma per l’intera Calabria, non può e non deve essere fermato. Il confronto democratico, ormai diffuso tra i nostri concittadini, sempre più convinti protagonisti di questa sfida culturale, deve continuare. Esso non è nella disponibilità della classe dirigente, ma è espressione della libertà delle popolazioni ed in specie delle future generazioni del nostro territorio, che pretendono di esprimersi con il voto libero e consapevole. Il processo democratico non può essere rallentato o addirittura arrestato e noi siamo chiamati ad assecondarlo e favorirlo per le responsabilità che ci competono». È l’incipit della lettera aperta che il sindaco di Rossano, Stefano Mascaro, ha indirizzato al primo cittadino di Corigliano Geraci.

«Questo non significa che non dobbiamo preoccuparci del contesto in cui esso si svolge, avendo cura di garantire il massimo della trasparenza da una parte e dell’efficienza dall’altra. Le perplessità sulla tenuta del quadro normativo di riferimento regionale sono legittime, specie nel caso di una fusione così importante come quella tra i nostri Comuni – prosegue la missiva – .Ma esse non devono essere esorcizzate con la fuga indietro, ma fugate e superate con il nostro impegno: abbiamo peso politico e competenze professionali sul nostro territorio per elaborare una piattaforma da confrontare con la Regione, dimostratasi amica ed attenta a recepire le nostre istanze con unanimi convergenze, come avvenuto anche con riferimento alla proposta legislativa del consigliere Giuseppe GRAZIANO, che sono sicuro essere attento e sensibile verso ogni esigenza e spinto solo dal perseguimento del bene delle nostre Comunità.

Teniamo l’orecchio attento all’ascolto delle Associazioni, dei Comitati che stanno nascendo per il Si o per il No, della gente qualunque; creiamo noi momenti di discussione e sintesi per poi insieme – e solo insieme – spingere in avanti un processo di fusione, che resta senza precedenti e senza termini di paragoni in Italia di due grandi città come Rossano e Corigliano. E che, come tale, suscita anche un po’ di invidia, da chi vuole emulare, ma anche da parte di qualche miope che vuole ostacolare.

Confrontiamoci quindi su tutto e con tutti, ma restiamo credibile interlocutore unico, delle nostre popolazioni e delle altre Istituzioni, in primis della Regione Calabria. Andiamo avanti, battendoci per tutto quello che c’è da migliorare, senza pregiudizio del processo democratico, anzi rafforzandolo.

Conoscendo la tua sensibilità umana ed il tuo consolidato senso delle istituzioni, sono certo che condividerai questi miei sentimenti e che saprai farti interprete della necessità di garantire che il convincimento popolare delle nostre due città possa esprimersi il 22 ottobre prossimo senza interferenze o ostruzionismi di qualsiasi tipo, persino giudiziale, contro cui non possiamo non batterci insieme. Abbiamo il dovere di dimostrare ancora una volta quella condivisione ed unità di azione e di prospettiva che ci chiede la Storia ed il futuro di questo territorio e della nostra gente».

Fusione Corigliano-Rossano, Graziano: «In democrazia decide chi partecipa»

CORIGLIANO/ROSSANO  – In merito al progetto di fusione dei comuni di Corigliano e Rossano il prossimo step, come ormai noto, sarà la consultazione referendaria di Domenica 22 Ottobre 2017 così per come stabilito nelle more la legge 13/1983. «In questa fase non possono esserci tentennamenti o dubbi su quelle che sono le procedure referendarie. Altrimenti si rischia di generare un’inutile e dannosa confusione nelle due comunità. Che ormai da tempo sono già pienamente coinvolte nell’elaborazione concettuale di questa proposta. Da che mondo è mondo decide chi partecipa. Chi resta indifferente delega la sua partecipazione. È il gioco perfetto della democrazia che non può essere sovvertito con sotterfugi o escamotage che rischiano di escludere il popolo dalle scelte». È quanto torna a ribadire il Segretario questore del Consiglio regionale, Giuseppe Graziano, promotore e firmatario della proposta di legge regionale sulla fusione dei due Comuni dell’Area urbana Corigliano-Rossano.

La creazione di un’unica entità municipale tra Corigliano e Rossano – dice Graziano – è un progetto di cui si parla da decenni nella Sibaritide. E in questi anni è diventato anche un argomento socio-culturale che si ripropone in quasi tutti i dibattiti e le manifestazioni pubbliche. Non abbiamo inventato noi politici dell’ultimo quinquennio l’idea di creare una grande Città! Ma sono stati i rossanesi ed i coriglianesi, insieme, soprattutto quelli delle ultime generazioni, a spingere, promuovere e perorare l’attuazione di questo processo istituzionale. Tant’è che finora nessuno ha interpellato i cittadini su quella che è la loro volontà – a mio avviso, positiva riguardo alla fusione. Viceversa – aggiunge – sono emerse solo posizioni prettamente personalistiche e individuali, soprattutto da chi riveste cariche istituzionali in questo territorio. L’unico modo per capire se i cittadini sono d’accordo o meno rispetto al progetto di un’unica municipalità è interpellarli ufficialmente, con il voto. A prescindere da quella che sarà l’affluenza alle urne.

«Imporre un quorum ad un referendum consultivo – chiarisce il Segretario questore – equivale a limitare il peso della democrazia. Piuttosto, invece di creare ostacoli e di inzuppare il corpo della legge regionale sulle consultazioni referendarie di ulteriori norme, codici, comma e singolari paletti, sarebbe opportuno da parte delle Istituzioni e del mondo politico, quantomeno in questa fase ormai avviata e con delle regole del gioco stabilite, scendere in piazza e tra le strade di Corigliano e Rossano per  parlare con la gente e sostenere la bontà o meno del progetto di fusione. Non si creerebbero così – conclude Graziano – inutili incomprensioni e, soprattutto, si darebbe onore al valore della partecipazione dal basso che spesso viene  disatteso e ostacolato dalla politica».

Orlandino Greco e Franco Sergio pensano a una riforma della fusione dei comuni

REGGIO CALABRIA – «Un sindaco, in carica o a riposo, non può tollerare in alcun modo la violazione della volontà collettiva rivendicata dai propri concittadini. La vicenda del Comune dei Casali del Manco con l’annessione del Comune di Spezzano Piccolo, rischia di rappresentare un esempio di violazione della democrazia rappresentativa e del principio di autodeterminazione delle comunità. Una vicenda offuscata da una vera e propria confusione legislativa, che mi esorta non solo di intervenire pubblicamente sul tema delle fusioni dei comuni ma altresì di elaborare immediatamente un disegno di legge regionale che metta al sicuro la Regione dalla perpetrazione di errori generatori di incidenti simili. E’ quanto sto facendo in questi giorni insieme al Presidente della prima Commissione regionale, Franco Sergio, con il quale depositerò nei prossimi giorni una proposta di legge sull’aggregazione dei comuni, convinti che occorra intervenire celermente». E’ quanto si legge in una nota di Orlandino Greco, capogruppo in consiglio regionale di Oliverio Presidente. «Condivido, in tal senso, le considerazioni espresse in diversi articoli apparsi sulla stampa che evidenziano la necessità della Regione Calabria di dotarsi al più presto di una legge chiara sulle fusioni che garantisca da una parte la stabilità economico-patrimoniale dei Comuni e dall’altra tenga in stretta considerazione la volontà dei cittadini coinvolti. Ogni violazione di tale principio è alterazione della Costituzione, della democrazia, della ragionevolezza che deve assistere, sempre e comunque, l’operato di chi rappresenta i cittadini, i calabresi, nelle istituzioni. È, dunque, importante capire come fare le fusioni – aggiunge il consigliere regionale – nel senso della determinazione dei presupposti e delle ragioni che la pretendono, e quali prove fornire alla pubblica opinione e poi alla Regione, che è tenuta a valutare la meritevolezza dell’iniziativa in relazione agli obiettivi da perseguire e ai risultati da raggiungere. Bisogna, insomma, dimostrare alla moltitudine sociale destinataria dei servizi pubblici, cui sarà tenuto il nuovo ente, quanto guadagnano in termini di offerta istituzionale e più precisamente di esigibilità dei diritti di cittadinanza, rispetto all’esistente. Diritti, questi ai quali ogni attivista politico e ogni rappresentante delle istituzioni deve rinviare tutte le proprie iniziative. Gli atti di arroganza sono i peggiori nemici della civiltà democratica che, nella nostra Regione, è poco visibile a causa di una politica abituata a lavorare in modo pressoché autoreferenziale. La nostra proposta di legge sulle fusioni dei comuni – conclude Orlandino Greco – contemplerà l’obbligo di studi di fattibilità curati e preventivi ad ogni fusione così come terrà nell’adeguata considerazione l’espressione della volontà popolare. Non tenere conto di questi elementi sarebbe un gravissimo errore. Offrirebbe la triste occasione di continuare a sbagliare dell’interesse di pochi e di passare alla storia per chi, avendone le qualità e l’occasione politica, ha contribuito alle rovine della Calabria che potrebbe invece vivere il suo momento di rinascita e di sviluppo certo».

Fusione dei comuni, Miceli: «Serve uno studio di fattibilità»

RENDE (CS) – Non si dovrà indire alcun referendum per la fusione dei comuni di Cosenza e Rende, se non dopo aver dato mandato ad una società terza, lontana dagli interessi della politica, di realizzare uno studio di fattibilità che indichi i pro e i contro per i cittadini. Soltanto dopo aver messo gli abitanti del territorio nelle condizione di conoscere tutte le informazioni necessarie a valutare serenamente e consapevolmente se sostenere o meno il processo di fusione, si potrà procedere alla consultazione. Lo sostiene Domenico Miceli, consigliere comunale di Rende del Movimento 5 Stelle. «È necessaria, innanzitutto, un’analisi dei bilanci dei comuni coinvolti, analisi che spaventa molto sia Occhiuto sia Manna, con il Comune di Cosenza alle prese con una mole di debiti non quantificati e quello di Rende in predissesto – scrive Miceli in una nota – Ma è importante sapere anche in che modo si uniranno le piante organiche delle città coinvolte e come si armonizzeranno i servizi. Non possiamo dimenticare – aggiunge l’esponente pentastellato – che i comuni hanno già gestito insieme un servizio come la raccolta dei rifiuti. Fu creata appositamente nel 2000 la Vallecrati Spa, poi dichiarata fallita nel 2010 a causa della disastrosa gestione partitico-politica che ha attirato anche l’attenzione della magistratura e mandato a casa molti lavoratori. E sulla depurazione delle acque, anch’essa gestita in comune, sia Occhiuto che Manna continuano a tacere vergognosamente su un presidente del Consorzio interdetto dai pubblici uffici. La fusione, per noi, è una possibilità da valutare attentamente, con un occhio rivolto ai vantaggi derivanti per i cittadini di quest’area urbana che nei fatti esiste già, pur nelle peculiarità storiche, culturali, sociali che contraddistinguono le due diverse realtà identitarie. Purtroppo – conclude Miceli – quello a cui stiamo assistendo in questi giorni è la solita messinscena propagandistica portata avanti da due sindaci che riescono a svilire tutti gli argomenti, anche quelli più importanti e delicati come può essere il discorso della fusione dei comuni».

Carmelo Salerno sostiene la fusione: «Giunta lungimirante nel proporre delibera»

COSENZA – «Una parte isolata del Pd ha iniziato ad utilizzare argomenti ottocenteschi per criticare l’azione della giunta comunale sulla fusione con Rende, dimenticando che questo tipo di politica, propria degli anni settanta e ottanta, ha prodotto gravi danni ai cittadini». Lo afferma il coordinatore e consigliere comunale di Forza Italia di Cosenza, Carmelo Salerno.

Il politico cosentino poggia in pieno la fusione tra Cosenza e Rende. L’unione tra le due città garantirebbe un processo di crescita importante per l’intero territorio. «Alcune voci isolate pensano ancora di interpretare la conurbazione come un meccanismo contorto, sulla base di quel temporeggiare eterno che ha diviso fortemente Cosenza e Rende per 50 anni. I cittadini non distinguono tra Piazza Loreto e Roges come entità a se stanti – prosegue Salerno – ma invocano processi unitari, certo condivisi». 

Le idee non mancano ma c’è bisogno di fare il punto della situazione seduti al tavolo delle trattative. «Non a caso il consiglio comunale dovrà valutare la lungimirante proposta della giunta ed il referendum consultivo dovrà far registrare la maggioranza delle adesioni anche nei singoli comuni, a dimostrazione di un grande rispetto per la democrazia partecipata. C’è chi si ostina a fermare il vento della bellezza e del consolidamento di una grande città, che potrebbe ambire realmente nel futuro a diventare città metropolitana. Si tratta di uno spaccato politico-culturale che è completamente difforme dai bisogni della cittadinanza – aggiunge Salerno – che registra, sia a Cosenza che a Rende, entusiasmo per la proposta del Sindaco Occhiuto, guardando alla sostanza di un futuro radioso».

Francesco Farina

Fusione Cosenza-Rende, Alternativa Popolare: «La decisione spetta ai cittadini»

RENDE – Il Gruppo Consiliare rendese di “Alternativa Popolare”, insieme al Coordinamento cittadino del partito, si esprime in maniera unanime sulla questione della città unica. Si ritiene, infatti, che ancora si tratti solo di aria fritta e che si sia corso troppo in avanti su una questione per la quale la prima azione da fare è quella di far decidere i cittadini di Rende, con tutte le sue categorie rappresentative, se vogliono, o no, iniziare un percorso che porti alla città unica. Successivamente, se la risposta è positiva, allora si può proseguire con i vari iter da intraprendere per la fusione tra comuni, il tutto sempre e solo attraverso percorsi condivisi con i cittadini e mediante referendum. La città unica non può essere, assolutamente, disegnata, in stanze chiuse di singoli amministratori, o peggio ancora, da qualche segretario comunale. La decisione di mettere da parte la proprio storia, le proprie tradizioni, il proprio patrimonio culturale, spetta solo alla volontà popolare. “Alternativa popolare” ritiene che investire tempo e risorse su un processo del genere, senza ascoltare la volontà popolare, non è certamente un esempio sano di democrazia. Per tal motivo, il partito non condivide il percorso del sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, che delibera senza che la parola passi alla cittadinanza, passaggio, invece, di fondamentale importanza e si spera che per Rende non si voglia seguire questo stesso metodo. Il Gruppo consiliare ed il Coordinamento cittadino lo ha già detto e lo tornano a ripetere che ci si opporrà con tutte le proprie forze, a difesa della propria storia e del proprio territorio, se prima non è la cittadinanza ad esprimersi su quale futuro si vuole per la propria città, e eventualmente, in caso di fusione, anche il nome.

Casali del Manco, Orlandino Greco, «La regione ne coordini il processo di fusione»

COSENZA – «Il responso del referendum consultivo sulla fusione dei comuni di Trenta, Spezzano Piccolo, Casole, Pedace e Serra Pedace rappresenta un momento di grande innovazione del contesto istituzionale calabrese, ma allo stesso tempo rende ancora più urgente una riforma strutturale sui processi associativi degli enti locali» Questo quanto riportato in una nota stampa del consigliere regionale Orlandino Greco, a seguito del referendum relativo all’unione dei comuni della Presila.  «Non ho partecipato – prosegue-  alla campagna elettorale per il voto referendario perché ritengo che le comunità debbano autodeterminarsi su temi di così stretto interesse territoriale. Di contro, ho sempre ribadito l’esigenza di una revisione della legge Delrio che, oltre ad indebolire il ruolo delle province, ha generato un vero e proprio caos istituzionale nei processi aggregativi dei Comuni. La normativa è infatti orientata da un freddo criterio demografico che non tiene in considerazione aspetti ben più rilevanti per le ipotesi di fusione tra più territori. Sarebbe infatti più opportuno considerare il criterio dei bacini omogenei, muovendo dall’idea che, per avviare un processo aggregativo tra più comunità, sia prima necessario mettere a confronto i fattori socio-economici, morfologici, geografici, culturali e verificarne la compatibilità». «E’ indispensabile poi una semplificazione dei processi di fusione tra comuni che, – si legge ancora nella nota – partendo da studi di fattibilità economico-sociale, consentano di realizzare delle nuove comunità istituzionali guidate da governance solide sul medio lungo termine.  La fusione dei comuni non può e non deve essere la semplice opportunità per comuni in difficoltà economica di intercettare dei finanziamenti governativi non strutturali e sistemare le criticità di bilancio. In questo quadro, la Regione è chiamata a svolgere un ruolo fondamentale di coordinamento e progettualità attraverso la realizzazione di una cartina geografica delle aggregazioni locali che coinvolga amministratori locali, esperti giuristi e tecnici, che sappia rispettare le esigenze, affrontare le problematiche, ma anche riconoscere le peculiarità di ogni territorio. I Casali del Manco rappresentano un punto di partenza importante per il futuro delle istituzioni calabresi, ma la regione deve necessariamente guidare i processi di fusione secondo un disegno complessivo che tenga conto dell’omogeneità dei bacini territoriali. Su questo tema la Regione è in forte ritardo. A questo proposito, è  indispensabile che il vicepresidente della giunta regionale Viscomi, delegato sulla materia, avvii una revisione complessiva dei processi aggregativi delle istituzioni locali calabresi e contestualmente, di concerto con le province, adotti le misure utili all’attuazione della legge Delrio. Un tema così rilevante nella programmazione regionale deve essere prioritaria nell’agenda governativa affinchè i processi di aggregazione spontanei siano affiancati e supportati da un disegno di riordino complessivo di tutti gli enti locali calabresi»

Presila, referendum: la vittoria del SI dà il via libera alla fusione dei comuni

COSENZA – A distanza di quasi cinquant’anni dalla fusione di Sambiase, Sant’Eufemia e Nicastro nell’attuale Lamezia Terme, anche in Presila si celebra la nascita di un nuovo municipio in cui saranno accorpati gli attuali comuni di Pedace, Trenta, Serra Pedace e Casole Bruzio. I cittadini, attraverso un referendum, si sono espressi a favore dell’unione in maniera abbastanza netta. Resta autonomo il solo comune di Spezzano Piccolo dove il NO ha prevalso soltanto per una manciata di voti: 481 a 471. Netta prevalenza del SI negli altri comuni. In particolare nelle tre sezioni di Trenta, 746 cittadini si sono espressi a favore del comune unico e 244 contro. Successo netto per il SI a Pedace con 702 voti. A favore del NO si sono espressi in 213. A Serra Pedace si sono registrati 321 SI e 128 NO. A Casole Bruzio successo di misura per il SI che ha ottenuto 652 preferenze. 642 i voti per il NO. Tutti i dati sono ufficiosi.

Casole Bruzio, incontro sulla fusione dei comuni della Presila

CASOLE BRUZIO (CS) – Il Movimento Presila Unita continua a indire incontri pubblici discutere con i cittadini. A tal proposito informiamo che venerdì 3 marzo, presso la sala convegni dell’Hotel Virginia, via Pier Paolo Pasolini in Casole Bruzio, dalle ore 18. Saranno presenti Giulio Citrioni, docente di Scienze Politiche dell’Università della Calabria, che esporrà argomenti sul tema dei “Governi locali, crisi, democrazia. Quali vie d’uscita?” e Mariano Mariotta, Dottorando di Ricerca dell’Università della Calabria, il quale presenterà una ricerca dal titolo “Fusioni di comuni. Quali vantaggi e quali prospettive?” Il convegno servirà ad approfondire il tema del futuro dei piccoli centri e le prospettive legate alla fusione e, come consuetudine dialogare con i cittadini.