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In 2000 al Gay Pride di Reggio Calabria

REGGIO CALABRIA – Oltre duemila persone hanno sfilato ieri sul lungomare di Reggio Calabria in un lungo corteo colorato, festoso e urlante, per il Pride organizzato dal Comitato Arcigay Due Maria e dall’Associazione genitori di figli omosessualità.

Molte le bandiere arcobaleno sventolanti nel corto, composto in massima parte da giovani e molte le associazioni che hanno aderito all’iniziativa, che celebra, come è stato fatto in altre città, i 50 anni dai moti di Stonewall, scaturiti dall’irruzione della polizia in un bar gay di Manhattan, a New York.

In prima fila i rappresentanti delle associazioni e dei movimenti che hanno organizzato il corteo. Con loro presente il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà e il presidente nazionale Arcigay Luciano Lopopolo. 

«Noi continuiamo a rappresentare un orizzonte di libertà, di orgoglio e di inclusione, perché sappiamo cosa vuol dire l’esclusione» ha dichiarato  Lopopolo. Raccoglie l’assist il sindaco: «Reggio città dei diritti, dei diritti di tutti, città che non esclude nessuno». (Foto di repertorio)

Gay Pride, Salerno: «La dichiarazione del sindaco interpretata dolosamente»

COSENZA – «Il Comune di Firenze, e quindi  Renzi, non ha dato il patrocinio al gay pride  e questo dovrebbe  chiudere  la bocca  al PD». Lo afferma Carmelo Salerno coordinatore cittadino di Forza Italia e consigliare comunale di Cosenza. «La cultura comunista,  in Italia e nel mondo, ha sempre perseguitato gli omosessuali: da Pierpaolo Pasolini espulso dal PCI,  ad Aldo Braibanti  in Italia sino alle angherie subite nei paesi totalitari. Questa subcultura che oggi si traveste di speculazioni politiche mal  interpreta  dolosamente la dichiarazione del sindaco di Cosenza, sperando così di nascondere le proprie falle sulle grandi questioni  afferenti la solidarietà e l’impegno sociale. Il sindaco ha riaffermato  l’idea di una città normale, tollerante, dove l’omosessualità non è qualcosa da proteggere come una riserva ma una parte di essa. Il gay pride si terrà regolarmente a Cosenza così come si  terrebbe  il family  day, ove mai decidessero di organizzarlo, senza il patrocinio del comune. Poiché è giusto  non assumere posizioni di  parte  su tematiche che,  invece,  vengono affrontate unitariamente dal comune. Dire no alla forma rivendicativa  del gay pride  è legittimo, pienamente, e non possono essere i figli di una cultura censoria ad aprire bocca per protestare».

Il comune di Cosenza non patrocina il gay pride

COSENZA – «Abbiamo sempre sostenuto nei fatti le battaglie contro le discriminazioni sull’orientamento sessuale. Promuovendo iniziative nelle scuole e attivando progetti mirati al rispetto dell’identità di genere e all’educazione sentimentale. Consegnando all’Arci Gay di Cosenza dei locali all’interno della Casa delle Culture perché ne facessero la loro sede d’incontro, di discussione e di partecipazione. Siamo sostenitori della cultura della tolleranza e della non discriminazione. Continuiamo a ritenere che il consolidamento di una cultura non-sessista passi attraverso il rispetto del vissuto di appartenenza ad un genere o all’altro, o ad entrambi. Non ci convince però la spettacolarizzazione della preferenza sessuale spesso ostentata attraverso modalità stereotipate e conformistiche. Il nostro gay pride ricorre 365 giorni all’anno. Per questi motivi e soprattutto per rispetto alle perplessità rappresentateci, in tal senso, da gran parte dei tanti amici gay che vivono con serenità la propria quotidianità sessuale in una città aperta e tollerante quale è Cosenza, preferiamo come Ente Locale non patrocinare l’iniziativa del gay pride. L’innovazione si misura attraverso la capacità di superare luoghi comuni e consuetudini. In questo il senso, il gay pride è paradossalmente figlio di una cultura paradigmatica e conservatrice. Cosenza è una città laboratorio di innovazione non di conservazione. Per noi e per la comunità cosentina è naturale concepire la coesistenza di persone che sono uguali in ogni loro sfaccettatura. È un passaggio fondamentale per comprendere come la parità di diritti e doveri sia scolpita nella cultura di una città che non va a sindacare negli orientamenti sessuali individuali. Diamo il benvenuto agli amici gay che parteciperanno alle diverse manifestazioni previste in città e restiamo disponibili per condividere e patrocinare altri eventi che promuovano i concetti di tolleranza e di lotta ad ogni discriminazione».

Gay Pride a Cosenza, festa dei diritti e della libertà

COSENZA – La senatrice Monica Cirinnà è pronta ad inaugurare ufficialmente il primo gay pride della storia della città di Cosenza. La parata finale si svolgerà il prossimo primo luglio. Intanto la Cirinà sarà all’Università della Calabria per un incontro sulla cultura dei diritti che proseguirà nel pomeriggio nel salone degli specchi della Provincia di Cosenza. «Sono orgogliosa che il primo luglio Cosenza ospiterà il gay pride, terza città calabrese dopo Reggio e Tropea. Sono inoltre felice che sarà la mia collega di partito Monica Cirinnà a far da madrina all’evento – afferma, in una dichiarazione, la deputata del Pd Enza Bruno Bossio – Voglio ringraziare l’Unical – aggiunge – per la giornata che ha voluto dedicare alla cultura dei diritti. Gli eventi programmati rappresentano il giusto riconoscimento all’importante vittoria ottenuta dalle associazioni che da anni si battono in città e nella regione per i diritti LGBT e che il primo luglio vedranno in parte riconosciuti i loro sforzi. E’ proprio a loro che va il plauso più grande. Parafrasando il nostro segretario, Matteo Renzi – dice ancora Enza Bruno Bossio – i diritti non si contano, così come non si conta il numero di persone i cui diritti sono stati finalmente riconosciuti. Diritti che oggi sono garantiti grazie alla legge sulle Unioni civili fortemente voluta dal Pd e che sono fiera di aver contribuito a sostenere con il mio voto. Leggendo i dati oggi a nostra disposizione, a un anno dall’approvazione della legge, il sud risulta essere la parte d’Italia dove si registrano meno unioni di persone dello stesso sesso e ciò è probabilmente dovuto al timore di ripercussioni sul lavoro e sulla vita sociale. Proprio per questo è importante la celebrazione del gay pride qui in Calabria e a Cosenza: è infatti necessario tenere sempre alta l’attenzione sulla rivendicazione dei diritti civili anche quando un traguardo sembra essere stato incontestabilmente raggiunto affinché entri nel vissuto quotidiano di tutti». Sull’argomento interviene anche il consigliere regionale del Partito Democratico Carlo Guccione: «Cosenza si conferma città dei diritti e delle libertà. Il gay pride ci ricorda che il cammino verso il riconoscimento dei diritti è ancora lungo e faticoso. Sarà un momento di riflessione, proposta, ma anche di festa. Io aderisco perché abbiamo l’obbligo di costruire una società migliore, pluralista, senza discriminazioni. Nel manifesto politico del Gay Pride – sostiene Carlo Guccione – si legge: “Rivendichiamo il diritto alla libertà non solo come posizione ideale ma come realtà sostanziale, attraverso la rimozione di tutte le forme di discriminazioni, per una società plurale scevra dal pregiudizio. Rivendichiamo la tutela da qualsiasi atto discriminatorio, violenza fisica o verbale contro persone senza distinzioni di età, stato di salute, sesso, razza,religione, grado d’istruzione, nazionalità, cultura, impiego, opinione politica o condizione sociale. Rifiutiamo ogni forma di razzismo, violenza, maschilismo, misoginia e neo fascismo che agiscano per imporre oppressione e svilimento della dignità di ciascuna persona”. Questo passaggio sintetizza perfettamente l’universalità del messaggio politico lanciato dal gay pride».

Arriva a Cosenza P.R.I.D.E.C.S, il primo “orgoglio gay” organizzato in città

COSENZA – Si terrà il prossimo 27 aprile, alle 11, presso la Sala Gullo della Casa delle Culture (Corso Telesio, 98- Cosenza) la conferenza stampa di presentazione del P.R.I.D.E.C.S. – il primo gay pride della città di Cosenza. Anche quest’anno tantissime città d’Italia celebreranno l’orgoglio Lgbtqi con dibattiti, eventi e parate e per la prima volta, all’Onda Pride, aderirà Cosenza con un programma ricco di appuntamenti culturali che avrà inizio l’8 maggio – con i saluti della senatrice Monica Cirinnà, impegnata nella lotta all’uguaglianza e firmataria della legge sulle unioni civili varata nel 2016 – e culminerà nella parata finale che avrà luogo il primo luglio. Durante la conferenza stampa sarà illustrato il documento politico del Pride ed il calendario degli eventi che precederanno la festa finale.
Alla presentazione sarà presente Eos Arcigay capitanato dalla presidentessa Lavinia Durantini, Federico Cerminara (militante queer e coautore del documento) e Gaetano Fazari (portavoce del gruppo comunicazione). Saranno inoltre presentati il logo (ideato da Achille Monteforte), la campagna comunicazione (a cura di Giovanni Barberio) ed il merchandising a cura di T-Squirt, partner di P.R.I.D.E.C.S..
 

Il concerto de Le Rivoltelle non s’ha da fare perchè… lesbiche

ROSSANO (CS) – Un episodio che ha dell’incredibile quello accaduto in una frazione di Rossano. protagonista una band tutta al femminile, Le Rivoltelle, quattro artiste che da ben undici anni calcano i palchi, non solo regionali ma anche nazionali. Ebbene, Le Rivoltelle avrebbero dovuto esibirsi nel corso di una festa patronale prevista in una non precisata frazione di Rossano, fino a quando l’evento è stato improvvisamente cancellato da una delle organizzatrici. Fin qui sembrerebbe normale amministrazione, se non fosse che la motivazione dell’accaduto parrebbe da ricercarsi nell’orientamento sessuale delle artiste, prescindendo la loro musica e la loro arte. Si legge, infatti, sulla pagina facebook personale di Elena, voce e violinista della band un messaggio che lascia trasparire amarezza e delusione: «E quando tutto sembrava superato ed il pensiero moderno sembrava essersi emancipato da arcaici pregiudizi di genere… quando le coscienze sembrava si fossero aperte ad accogliere l’altro da sé e ad accettare anche se timidamente il diverso… quando l’interesse verso i gusti e i desideri sessuali del singolo sembravano non essere più motivo di discriminazione.. arriva lei.
Lei che decide “questo concerto non s’ha da fare perché” e cito quasi testualmente: “le Rivoltelle sono lesbiche e questa è una festa religiosa e quindi potrebbero offendere la morale cattolica di ogni singolo cristiano facente parte di questa comunità”. Ora, a prescindere se il fatto sussista o meno, e cioè se alle Rivoltelle piaccia Raoul Bova o Belen Rodriguez. A prescindere se tutte le Rivoltelle, o solo la batterista, o la bassista principalmente ma… sicuramente anche le altre due… hai sentito la cantante che ha detto al concerto… a prescindere da tutto questo vociare che sento continuamente dietro di me, mi chiedo come sia possibile che ancora girino a piede libero e soprattutto esprimano liberamente ed impunite il loro pensiero persone di tanta ignoranza. Mi chiedo come sia possibile ancora giudicare un uomo o una donna in base ad una preferenza sessuale. Mi chiedo come sia possibile offendere e denigrare e soprattutto impedire ad una band di donne di esibirsi solo perché non si presentano come quattro sgallettate e prive di pensiero autonomo».

La vicenda, per quanto amara possa essere, ha avuto un certo risvolto mediatico e molti sono stati i messaggi di sostegno e incoraggiamento rivolti alle quattro artiste. Il messaggio si conclude con un monito, rivolto alla presunta organizzatrice della festa, affinchè «queste parole arrivino anche a chi ha lo stesso pensiero della gentile signora in questione: fino a quando la Calabria sarà abitata da persone come lei sarà ancora più forte e feroce e stimolante la nostra rivoluzione. Quindi grazie!»

Primo Gay Pride in Calabria “Piccano,non peccano”

Reggio Calabria – Si e’ svolta presso il Palazzo della Provincia di Reggio Calabria la conferenza stampa di presentazione del primo gay pride calabrese “Calabria Pride 2014 – piccano, non peccano”.  Presenti i presidenti dei tre circoli provinciali di Cosenza (Eos Cosenza), Catanzaro (Kaleidos) e Reggio Calabria (I due mari).Un evento unico nel suo genere, come ha sottolineato Mariarosaria Petrasso tesoriere di Eos Cosenza, che tenta con un logo provocatorio – una Calabria trasformata in tacco – di sdoganare lo stereotipo del gay più vicino alla donna che all’uomo e ricorda i primi moti di Stonewall. Una provocazione appunto, rafforzata dallo slogan “Piccano, non peccano” proprio per non cadere nel moralismo che vorrebbe un pride sobrio. Ed è proprio su questo che la presidentessa di Eos Cosenza, Lavinia Durantini, ha basato il suo intervento sulla libertà della “passiata” che si terrà il 19 luglio, dove non ci sarà nessuna limitazione e spegne subito i tentativi di alcuni di voler indirizzare il primo “orgoglio” calabrese in una manifestazione “normalizzata”.Un pride pieno di novità sia dal punto di vista ideologico perché non si rivolge solo alla comunità LGBT* ma a tutti i cittadini, perché diventi una battaglia per l’ottenimento dei diritti e del rispetto che ad alcune categorie come donne, omosessuali e transessuali vengono spesso negati. Una novità anche per i patrocini che, come sottolineava Lucio Dattola, presidente del comitato di Reggio Calabria, non solo continuano ad arrivare dalle realtà associative di tutta la regione ma hanno trovato favore anche nelle istituzioni come il Consiglio Regionale, la Provincia di Reggio Calabria e il Comune di Reggio Calabria. Altri patrocini dalle altre città sono stati richiesti dai rispettivi comitati territoriali e sono in attesa di approvazione.Il documento Pride è inoltre arricchito da note di adesione dalle diverse associazioni che hanno voluto patrocinare l’evento, a cui il Comitato non ha posto nessun veto, seguendo la politica di libertà e piena espressione di tutte idee che contraddistinguerà questo pride.

A Luglio il primo Gay Pride in Calabria

Reggio Calabria – Sarà presentato il 5 giugno alle ore 10.00 presso la sala Biblioteca del Palazzo della Provincia di Reggio Calabria (piazza Italia, Reggio Calabria) il primo gay pride calabrese che si terrà il prossimo 19 luglio.Si tratta di un evento regionale unico nel suo genere, che segna un traguardo importante per l’uguaglianza di tutti i cittadini, il riconoscimento dei diritti e la lotta contro ogni forma di discriminazione.