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A Domenico Lucano verrà conferita la laurea Honoris Causa in Utopia

SEZANO (VR) Una laurea Honoris Causa in Utopia sarà conferita al sindaco di Riace, Domenico Lucano, dall'”Università del Bene Comune” di Sezano, iniziativa nata nel luglio 2009 in un monastero per la promozione della convivenza umana, con la Comunità religiosa degli Stimmatini. Assieme a Lucano, la laurea è stata conferita alla filosofa Donatella Di Cesare. «La scelta per questa decima edizione – affermano i promotori – è caduta su due testimoni della resistenza politica, civile e intellettuale in nome dei diritti di tutti gli esseri umani e di un mondo fraterno di comunità umane in pace fra loro e in armonia con la natura, un mondo libero dalla xenofobia e dal razzismo che sembrano pervadere l’intera Europa». La cerimonia si terrà sabato 27 ottobre a Sezano; Lucano non potrà essere presente. «La sedia riservatagli resterà vuota – annuncia la nota – ma il conferimento gli sarà riconosciuto con più forte rispetto e convinzione». (Fonte ANSA).

 

Unical, ancora una laurea honoris causa in Brasile al professor Nuccio Ordine

COSENZA – L’Universidade de Caxias do Sul conferirà una laurea honoris causa a Nuccio Ordine, professore ordinario di Letteratura italiana nell’Università della Calabria, in occasione dei festeggiamenti per il cinquantesimo anniversario della fondazione dell’ateneo sudamericano. Questo importante riconoscimento si aggiunge alla laurea honoris causa conferitagli nel 2011 dall’Universidade Federal do Rio Grande do Sul (Porto Alegre) e al titolo di Membro d’Onore dell’Istituto di Filosofia dell’Accademia Russa delle Scienze ricevuto a Mosca nel 2010.

La solenne cerimonia avrà luogo a Caxias do Sul, nel sud del Brasile, il prossimo 5 settembre. Il Rettore Evaldo Antonio Kuiava, nella lettera ufficiale indirizzata al noto docente calabrese, evidenzia che la laurea honoris causa viene concessa «a coloro che hanno contribuito, in modo eminente, al progresso delle scienze, delle lettere e delle arti o che hanno offerto rilevanti contributi all’Università nel campo delle attività culturali». Per queste ragioni, specifica il Rettore, «è nostro desiderio riconoscere i suoi meriti accademici e il suo inestimabile contributo nel campo degli studi umanistici e, in particolare, per le sue importanti riflessioni sul ruolo delle istituzioni universitarie a difesa della cultura e dello sviluppo sociale».

La casa editrice dell’università di Caxias do Sul aveva pubblicato nel 2008 la versione portoghese-brasiliana del primo libro di Nuccio Ordine, intitolato La cabala dell’asino. Asinità e conoscenza in Giordano Bruno (una nuova edizione, accresciuta e aggiornata, è annunciata in Italia entro la fine del 2017 dalla casa editrice La Nave di Teseo), tradotto dal prof. Luiz Carlos Bombassaro. Con l’illustre professore brasiliano, Ordine dirige l’edizione delle opere italiane di Giordano Bruno (tre testi, dei sette previsti, sono stati già pubblicati sempre dall’editrice di Caxias do Sul).

Il prestigioso riconoscimento riflette anche il successo che il saggio «L’utilità dell’inutile» – tradotto in portoghese-brasiliano sempre dal prof. Bombassaro e pubblicato l’anno scorso dalla casa editrice Zahar – sta ottenendo in Brasile: alla calorosa reazione della stampa (pagine intere sono apparse sui più importanti quotidiani) è seguita anche una straordinaria risposta del pubblico (nel marzo del 2016, in occasione della presentazione del volume nell’Università di Rio Grande do Sul a Porto Alegre, hanno partecipato oltre 1500 persone all’evento, mentre centinaia di studenti e professori sono rimasti in fila fuori dall’aula magna strapiena). Non a caso il prof. Nuccio Ordine figura tra gli invitati d’onore alla XVIII Biennale del Libro di Rio de Janeiro, dove il prossimo 3 settembre (alle ore 15) è in programma un dialogo sul futuro dell’università e dell’insegnamento delle discipline umanistiche tra il docente calabrese e Rodrigo Lacerda (curatore dell’importante manifestazione culturale carioca).

Tra gli altri riconoscimenti, il prof. Ordine ha ricevuto dal Presidente della Repubblica francese la Legione d’onore nel 2012 e dal Primo ministro francese i titoli di Cavaliere (2009) e di Commendatore (2014) nell’Ordine delle Palme Accademiche, i due ordini più antichi e prestigiosi fondati da Napoleone Bonaparte. Il Presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, lo ha nominato nel 2010 Commendatore nell’Ordine al Merito della Repubblica italiana.

Intanto “L’utilità dell’inutile” – tradotto in 19 lingue, 26 Paesi – continua a mietere successi: 17 edizioni in Italia, 16 in Spagna, 8 in Francia, 6 in Grecia. In settembre – dopo le recenti traduzioni negli Stati Uniti, in Corea, in Cina, in Portogallo, in Lettonia, in Olanda – è annunciata a Istanbul la pubblicazione della traduzione turca.

Luigi Lombardi Satriani tra antropologia e politica

Luigi Maria Lombardi SatrianiRENDE(CS)-Antropologo e senatore.Una vita dedicata alla ricerca e alla politica coronata dal conferimento della laurea honoris causa in filologia moderna. Prima della cerimonia di conferimento della laurea, il Professore Luigi Lombardi Satriani ci ha concesso un’intervista che traccia alcuni aspetti salienti della  sua carriera di antropologo ed esponente del mondo politico.

D- Antropologo ed esponente del mondo politico. Esiste un filo che lega le due attività?

R- Sì, esiste una connessione perché già la riflessione sulla cultura, sull’uomo, sulla cultura dell’uomo nella sua diversa concretazione, nelle diverse dislocazioni, è una riflessione di ordine politico ed è una riflessione particolarmente utile in un periodo in cui l’intolleranza, la visione dell’altro come nemico sta portando devastazione e morte:pensiamo agli attentati di Parigi e anche alla reazione aggressiva nei confronti di tutto il mondo islamico unificato, come se un mondo così variegato fosse riducibile ad alcuni fenomeni esecrabili di terrorismo. Esiste questa connessione di fatto, ma è anche vero che la politica non può fare a meno dell’antropologia perché ne ha bisogno per l’agire.

D- Il suo percorso scientifico si è spesso soffermato sull’analisi del sacro. Quale significato attribuisce al culto dei santi e alla santità nella società contemporanea?

R- La santità è un discorso che attiene ad una scelta confessionale precisa, altro è la sacralità. La santità è un fenomeno che riguarda i cattolici in quanto cattolici  ed è un discorso relativo a questi ma ,la sacralità investe tutta la dimensione dell’uomo . L’uomo pensa e ricarica le sue azioni  di significati ulteriori.C’è una sacralità nell’amore, una sacralità  nel dolore, una sacralizzazione della famiglia, molte volte abbiamo persino una sacralizzazione della violenza, si pensa che la violenza sia necessaria perché un qualche Dio vorrebbe questo , ed è una visione negativa e degenerata della sacralità. Sacralità è una maniera di guardare il mondo e di investire il mondo di significato ulteriore, sacralità è anche l’ invito di Papa  Francesco a guardare con compassione, con misericordia l’altro. Il rapporto Io-altro è fondamentale per ‘antropologo, per la vita di ciascuno.  L’Io ha bisogno di confrontarsi con l’altro senza temerlo come nemico ma rapportandosi all’altro come diverso sa sé che però arricchisce  chi guarda, come l’altro viene arricchito dall’esperienza dell’osservante, dell’Io, quindi recuperare  questa diversa dialettica identità-alterità, ritrovare le ragioni di un comune dialogo, superare la frammentazione dell’Io rapportandosi con amorevolezza al Tu in modo da essere trascesi Io e Tu nel Noi , questo è il compito dell’antropologia critica che non rinuncia ad essere scienza che contemporaneamente assume l’etica come suo orizzonte imprescindibile.

D- In veste di senatore ha fatto parte della commissione sull’organizzazione mafiosa. Nella mafia di oggi, quanto è rimasto di “cultura mafiosa” e quanto invece è legato all’interesse economico?

R-È l’uno e l’altro, non si può fare un discorso di proporzione. Certo la mafia prospera anche perché si traduce in una mentalità, un atteggiamento, un insieme di valori e questo molte volte educa le giovani generazioni ad un sentire mafioso, ad una reattività   di tipo mafioso che darà poi i suoi frutti perversi successivamente. È anche vero che questo però non può prescindere nella mafia e in nessun altro fenomeno dalle situazioni economiche e storico-sociali nelle quali si trova a svilupparsi e quindi certo l’economia,le condizioni di marginalità, la volontà di emergere in uno spazio in cui scarseggiano le possibilità di emergere, ha contribuito al sorgere della mafia :pensiamo alla condizione degli emigrati per esempio a New York e al fatto che il banditismo di New York deve molte volte la sua origine proprio agli emigrati calabresi, questo non per giustificare- perché poi l’uomo è sempre responsabile delle sue azioni- ma perché noi dobbiamo comprendere che anche l’economia condiziona il sorgere della mafia e d’altro canto la mafia prospera utilizzando il concetto di affari e l’accumulo enorme di ricchezza in maniera illegale. quindi,sono fenomeni strettamente intrecciati che vanno indagati  con pazienza, non si possono fare analisi antropologiche frettolose, so che oggi la velocità sembra essere un valore assoluto, ma l’analisi scientifica ha bisogno anche dei tempi dell’osservazione, del reperimento dei dati, della riflessione. Tutto questo è un processo lungo e non si può velocizzare in nome del ricatto della  moda culturale attuale e bisogna recuperare la pazienza dell’ascolto e della ricerca.

D- Le verrà conferita la laurea honoris causa in filologia moderna. Cosa rappresenta per lei ricevere questo riconoscimento?

R- Mi sembra una manifestazione di stima, di affetto che mi onora e che, ricevendola in una facoltà nella quale ho insegnato per diversi anni, in cui ho avuto e continuo ad avere molti amici , persone con cui ho condiviso o condivido orizzonti di ricerca, tutto questo rende questa cerimonia di oggi particolarmente significativa  e per me motivo di grandissima soddisfazione.

Rita Pellicori      

Continua il sodalizio tra l’Unical e l’Amministrazione Manna

RENDE (CS) – “L’Unical è centrale nel sistema universitario calabrese. Un Ateneo in cui il sistema della ricerca viaggia di pari passo con un’ottima didattica che sforna talenti ogni anno. Rende e tutta l’area urbana hanno sempre più bisogno di contenuti, idee e processi pensati, veicolati e diffusi dall’Unical, vero polmone intellettuale dell’intera regione. Il grande lavoro che sta svolgendo il Magnifico rettore, Gino Mirocle Crisci,  ci fa ben sperare per il futuro dell’Ateneo e anche per quello della nostra città”. Questo è Marcello Mannaquanto affermato dal Sindaco di Rende, Marcello Manna che, anche attraverso queste parole, intende rilanciare maggiormente il rapporto di collaborazione con l’Ateneo calabrese, “anche nel settore della governance e della gestione di processi complessi sia economici che urbanistici e sociali”.

Manna non ha mancato di commentare l’evento che si svolgerà all’Unical il prossimo mercoledì 16 gennaio alle ore 16,30, vale a dire il conferimento della laurea honoris causa all’antropologo e professore ordinario ed ex preside della facoltà di Lettere e Filosofia dell’Unical, Luigi Maria Lombardi Satriani, uno “studioso che ha lasciato il segno nelle materie antropologiche con l’occhio attento dell’analista empirico in grado di comprendere e raccontare il meccanismo delle culture subalterne del nostro Sud”. Una laurea honoris causa che va ad inserirsi “nel solco dello spessore intellettuale del nostro ateneo, nella fattispecie nella fucina degli studi umanistici di cui è direttore di dipartimento il professor Raffaele Perrelli”.

Nel frattempo, a far da collante tra l’Ateneo di Arcavacata e il Comune di Rende, anche l’imminente Sasus, il progetto del Servizio Associato per lo Sviluppo Urbano Sostenibile che, come ha spiegato Vincenzo Pezzi, assessore delegato ai Rapporti con l’Università, condivide il lavoro dell’Unical nel campo dell’innovazione e della tecnologia “attraverso l’impiego di Risorse comunitarie per lo sviluppo del territorio”.  Il Sasus, quindi, sosterrà “lo sviluppo di aziende locali e l’intercettazione di importanti fondi per la realizzazione di progetti di sviluppo sostenibile a favore dei giovani e delle numerose aziende locali”.

Del resto, l’Amministrazione Manna collabora con Roberto Musmanno, assessore regionale alle Infrastrutture e docente della stessa Unical per il “miglioramento del sistema dei servizi a favore di tutti i cittadini dell’area urbana e dei numerosi studenti soprattutto nel campo della mobilità e dei trasporti sostenibili”. Pezzi ha aggiunto che è in corso di elaborazione una “nuova architettura dei trasporti che possa dare risposte alle nuove esigenze di mobilità”.

Unical.Laurea hanoris causa a Karl Otto Apel

Locandina_1-page-001RENDE(CS)-Lunedì, 19 ottobre, alle ore 10:00, nell’Aula Magna dell’Università degli Studi della Calabria, il Dipartimento di Studi Umanistici conferirà la laurea magistrale honoris causa in Scienze della Formazione Primaria al filosofo tedesco Karl-Otto Apel, una figura centrale della filosofia contemporanea a livello mondiale. Congiuntamente a Jürgen Habermas ha elaborato l’etica del discorso (o della comunicazione), un approccio nuovo in filosofia,che Apel configura come terzo paradigma della filosofia prima,passando dalla filosofia dell’essere (Aristotele) e dalla filosofia del soggetto (Kant) alla filosofia intersoggettiva o dell’argomentazione.In completa controtendenza rispetto alle filosofie del postmoderno,da Foucault a Derrida e Rorty, insiste sulla possibilità di un’etica universalmente condivisibile. Quel che Apel cerca sono le condizioni di un’etica minima universalizzabile che sappia rispondere alle sfide di un mondo globalizzato e in dipendenza dalla tecnica. Come rispondere ai rischi  di un mondo globalmente tecnicizzato senza un’etica comune,condivisa o condivisibile? Per Apel, la risposta a questa domanda può avvenire solo spostando la filosofia tradizionale sul piano della comunicazione e dell’argomentazione, perché è la comunità comunicativa, nella sua forma intersoggettiva e argomentativa, che apre alle condizioni di un’etica condivisibile universalmente e vincolante per tutti nel mondo. E di un’etica del genere abbiamo bisogno, soprattutto oggi in un’epoca in cui regna sovrana la tecno-scienza con tutti i suoi vantaggi ma anche con tutti i suoi incommensurabili svantaggi.La società del rischio esige un’etica della responsabilità, minima, universalizzabile, nell’interesse non solo delpresente ma anche del futuro dell’umanità. Come giungere ad un’etica che possa essere condivisa globalmente? Apel, nella sua teoria dell’etica del discorso, dimostra che i presupposti di un’etica valida universalmente non sono da cercare in nuove filosofie o in rinvio alle tante filosofie del passato. I presupposti dell’etica sono già sempre costituiti nel discorso filosofico stesso. Nel momento in cui ci rimettiamo seriamente al discorso, siamo già all’interno di alcune pretese universali di validità che abbiamo, già sempre, riconosciuto:1) la pretesa di senso ; 2) la pretesa oggettiva di verità; 3) La pretesa soggettiva di franchezza; 4) La pretesa intersoggettiva morale di giustezza .Per Apel, se queste pretese vengono soddisfatte siamo nella situazione discorsiva ideale, cioè all’interno di un modello di società giusta che coincide con la comunità comunicativa democratica di uomini uguali e liberi che dialogano sui problemi e cercano di risolverli razionalmente. Queste pretese rendono il discorso strutturalmente etico. Se, come propone Apel, ci rimettiamo a quest’etica, abbiamo un orizzonte comune,normativo, intersoggettivo, valido non solo per cogliere le sfide del mondo globalizzato, ma per trovare, nella ricerca comune, anche le giuste risposte.

 

Muti: Laurea honoris causa a Reggio

REGGIO CALABRIA – Il direttore d’orchestra Riccardo Muti, maestro invidiatoci in tutto il mondo, ha ricevuto la laurea honoris causa ieri all’università per stranieri Dante Alighieri di Reggio Calabria. Le sue prime parole sono state rivolte all’importanza di custodire ed incentivare il talento dei giovani musicisti del sud. Parlando poi del rapporto con l’estero, il maestro si è detto critico rispetto all’atteggiamento degli italiani verso i propri stessi concittadini, dichiarando che “Se ho avuto delle difficoltà durante la mia carriera, sono state create da persone del nostro Paese”.

Vandana Shiva: elogio della biodiversità

COSENZA – In vista del conferimento della laurea honoris causa a Vandana Shiva – che si terrà domattina all’università della Calabria – Ateneo Controverso ha voluto anticipare l’atteso evento con un incontro propedeutico. Globalizzazione, sovranità alimentare ed ecologia sociale i temi scelti.

L’aula 16c sembra quasi impreparata a questo appuntamento. Molti gli studenti che sono presenti perché incuriositi dalla presenza dell’attivista indiana, ma il pubblico si colora presto anche di volti estranei all’ambiente universitario.

Si parte con la proiezione di un video. “La dea ferita” – di Werner Weick e Marilia Albanese – è un documentario prodotto quasi 20 anni fa, che presenta ancora oggi l’attualità di un sistema economico globale poco sostenibile e poco democratico. In un’ora di filmato si concentra buona parte del pensiero e delle battaglie di Vandana Shiva, premiata nel 1993 con il Right Livelihood Award, il Nobel per la Pace alternativo. Partendo dalla figura della Dea Madre, Durga, così cara alla cultura e alla spiritualità indiana, si dipana la storia della lotta continua tra bene e male, che si concretizza nella lotta tra vita e morte, tra naturale e artificiale. La divinità ha le sembianze femminili perché rappresenta la natura e la forza generatrice. Ma è anche espressione di tutte le donne che assumono il ruolo di custodi e testimoni della vita. Vita che nasce dalla terra. Una terra troppo spesso martoriata e dilaniata da interventi umani invasivi. È il caso delle multinazionali che incidono pesantemente sulle scelte agricole dei diversi paesi, creando monocolture che distruggono la diversità ambientale e la stessa sopravvivenza dei popoli. Un ciclo vizioso che porta povertà e malattie, mascherate da ricchezza e successo. L’uso massiccio di monocolture o di organismi geneticamente modificati, ad esempio, se da un lato garantisce rese agricole elevate, dall’altro altera gli equilibri del territorio e costringe ad usare pesticidi che sono nocivi per la salute dell’uomo e degli animali.

Il documentario descrive nei dettagli le conseguenze degli interventi delle multinazionali sulla vita economica e sociale dell’India, introducendo i temi della biodiversità, dei beni comuni, della salvaguardia della natura e dell’agricoltura legata ad essa, dell’importanza del ruolo delle donne, di una sana alimentazione.

Parole e immagini di popoli e luoghi lontani che sembrano comunque molto vicini alle nostre realtà. Situazioni che, nelle pur evidenti diversità di contesto, ben si possono adattare ai nostri territori. La soia che soppianta le coltivazioni autoctone dell’India può fare pari con l’abbandono delle nostre terre e l’estinzione di alcune antiche varietà di frutti.

Quando arriva il turno di Vandana Shiva l’attesa è cresciuta ormai a dismisura. Il tempo a disposizione con lei è poco, ma si concede ugualmente all’interesse e alla sete di sapere dei presenti. C’è chi chiede delucidazioni sulle opportunità offerte dalle nuove tecnologie. «Non necessariamente le nuove tecnologie devono essere positive, lo si vede bene nel caso degli ogm o dell’energia nucleare: non si può usare la nuova tecnologia come stratagemma di bullismo verso i popoli», risponde con precisione.

C’è chi si sofferma sul conferimento della laurea ad honorem da una terra come la Calabria ai margini della globalizzazione e dello sviluppo. «Il margine di ieri è il centro del futuro», esordisce con voce sicura e pacata, proseguendo con l’idea della necessità di riappropriarsi delle peculiarità di ogni luogo sfruttandone potenzialità e caratteristiche proprie, dando centralità alla conoscenza.

C’è chi ancora pone l’accento sulle nuove forme di patriarcato che, a detta di Vandana Shiva «si può combattere e sconfiggere solo praticando il rispetto per ogni forma di essere vivente». E di certo non può mancare il riferimento al caso Novartis e alla vittoria dei diritti sulle logiche di mercato.

Nel dibattito serrato e incalzante rientrano anche tematiche come quella della green economy, della dignità del lavoro, della conoscenza, della sovranità alimentare, dell’immigrazione come «conseguenza di economie non sostenibili», ma sopratutto un riferimento costante viene fatto al potere della democrazia e della partecipazione civica.

L’incontro è giunto alla fine. Vandana Shiva lascia la platea su note di speranze per una possibilità di cambiamento, per la costruzione di un’economia che punti al benessere delle persone più che allo sviluppo ad ogni costo. Ma l’appuntamento prosegue domattina in Aula Magna.

 

 Mariacristiana Guglielmelli

 

Laurea Magistrale H.C. in Scienza della Nutrizione a Vandana Shiva

Cosenza – Martedì 9 aprile, alle 09,30, l’Aula Magna ospiterà la cerimonia, organizzata dal Dipartimento di Farmacia e Scienze della Salute e della Nutrizione, per il conferimento della Laurea Magistrale Honoris Causa in Scienza della Nutrizione all’attivista politica e ambientalista indiana Vandana Shiva.

Le prenotazioni per partecipare all’evento, dovranno essere inviate entro il prossimo 3 aprile all’indirizzo di posta elettronica centrocongressi@unical.it e saranno considerate, fino alla capienza della struttura e in rapporto alle prioritarie esigenze del cerimoniale, secondo l’ordine di arrivo.

 Il 7 aprile, sul sito dell’Università della Calabria, sarà pubblicato l’elenco con i nominativi delle persone che, in base al posizionamento utile, potranno accedere nell’Aula Magna.

 L’evento sarà, comunque, trasmesso in streaming.

 Vandana Shiva è nota per le sue battaglie umanitarie a tutela dell’agricoltura naturale, espressiva della biodiversità, come fonte di nutrizione soprattutto nei Paesi terzi.

A riguardo, la battaglia che si è voluta intestare, il movimento Navdanya (in Hindi significa nove semi), è soprattutto rivolta alla non brevettabilità delle sementi, un paradosso della nostra contemporaneità che cerca, attraverso la biotecnologia e l’agrochimica, di espropriare un patrimonio di conoscenze e di saperi consolidati su cui poggia proprio l’agricoltura di “sussistenza” delle aree più povere del nostro pianeta.

Da ciò la necessità di rivolgere la ricerca innovativa, basata sulle moderne biotecnologie, verso il mantenimento della biodiversità degli eco-sistemi, marginalizzando il più possibile le monoculture estensive, di interesse speculativo.

La Shiva si è laureata in Fisica nel 1978 alla University of Western Ontario, Canada, con una tesi di dottorato su “Variabili nascoste e località nella teoria quantistica”. Successivamente si è occupata di ricerca interdisciplinare (scienza, tecnologia e politica ambientale) all’Indian Institute of Science e all’Indian Institute of Management di Bangalore. Nel 1982 hafondato il Research Foundation for Science, Technology and Natural Resource Policy, istituto di ricerca da lei diretto.

Nel 1993 ha ricevuto il Right Livelihood Award. Vandana Shiva è tra i principali leader dell’International Forum on Globalization.

Tra le battaglie che l’hanno resa famosa anche in Europa, c’è sicuramente quella contro gli OGM e la loro introduzione in India.

 Attualmente è la vicepresidente di Slow Food e collabora con la rivista di Legambiente La Nuova Ecologia. È anche membro del Comitato consultivo ad interim dell’Organizzazione per una società partecipativa (IOPS).

Laurea Honoris Causa a Mario Martone

COSENZA –  Mercoledì 24 Ottobre, all’Universita’ della Calabria, verrà  conferita la laurea magistrale honoris causa in linguaggi dello spettacolo del Cinema e dei Media a Mario Martone, Direttore del Teatro Stabile di Torino. Dopo i saluti del Rettore Giovanni Latorre e del Preside di Lettere Raffaele Perrelli ci saranno le laudatio di Roberto De Gaetano e Bruno Roberti e la lectio magistralis del regista napoletano. Sara’ proiettato il film La salita (1997).

UniCal: laurea honoris causa al regista Mario Martone

ARCAVACATA DI RENDE – Il prossimo 24 ottobre, alle 15,30 presso il Teatro Auditorium la Facoltà di Lettere e Filosofia conferirà la laurea magistrale honoris causa in “Linguaggi dello spettacolo del cinema e dei media” al regista e sceneggiatore napoletano Mario Martone.
La cerimonia del 24 ottobre si inserisce in un più corposo omaggio che la Facoltà di Lettere e filosofia ha deciso di tributare al regista napoletano attraverso un’approfondita analisi del suo impegno artistico e culturale e di alcuni tra i suoi più importanti lavori cinematografici e teatrali.
In particolare, la seconda parte della rassegna “CampusCinema100. Visioni italiane in 100 film” si ripartirà il prossimo il 16 ottobre, dedicherà una specifica sessione al regista napoletano intitolata: “MARIO MARTONE: UN COMUNE SENTIRE. Retrospettiva in occasione della laurea ad honorem”.