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Catanzaro, il presidente Noto scrive ai tifosi: «Stiamo uniti e amiamo la maglia»

CATANZARO – Di seguito riportiamo integralmente la lettera aperta del presidente del Catanzaro, Floriano Noto, ai tifosi giallorossi: 

«Nella consapevolezza di quanto la diffusa e intensa passione per i colori giallorossi sia uno dei tratti distintivi e identitari della Città di Catanzaro, nonché nella certezza assoluta dell’atto d’amore compiuto nell’accettare una sfida tanto ardua e complessa, mi vedo costretto mio malgrado, anche a nome dell’intero Gruppo che fa capo alla famiglia Noto, a rivolgermi direttamente a tutti i tifosi e concittadini, per esprimere alcuni pensieri e per sottolineare alcuni capisaldi del nostro modo di agire.

Amore e Memoria, valori profondi che condividiamo fino al punto da aver investito tantissimo prima di tutto sul piano dell’impegno personale, della risorsa tempo e in termini finanziari: durante questi anni ho trascurato le nostre aziende e cosa che più mi rammarica la mia famiglia, mio figlio in particolare e la mia salute.

Ma Amore e Memoria non devono impedirci di essere razionali e lucidi, ed anche giusti e corretti nelle valutazioni. Siamo abituati, così come abbiamo dimostrato in tanti anni di vita aziendale, a costruire progetti solidi, rispettosi delle leggi ed anche eticamente sostenibili. Non è nostro stile giudicare gli altri, ma per quello che ci riguarda gli aspetti economico-finanziari, sono sempre secondari a fronte del rigoroso rispetto di princìpi etici e morali cui non intendiamo in alcun caso rinunciare.

Del resto, proprio la storia degli ultimi decenni del Catanzaro Calcio, che ha fatto seguito a un’epoca d’oro che non è più replicabile nei termini in cui si è svolta considerati i profondi mutamenti intervenuti a ogni livello, è la prova, nonostante anche qualche generoso approccio personale, che improvvisazione, leggerezza, mancanza talora irresponsabile di progettualità d’impresa, e salti nel buio sono forieri solo di confusione, disastri, naufragi e sconfitte dolorose.

Sia chiaro a tutti, anche a coloro i quali fanno finta di non sapere e di non vedere, che la famiglia Noto non ha rilevato la Juventus o il Barcellona, ma un’esperienza calcistica tecnicamente esaurita, spenta, degradata, al punto di non poter più partecipare ai Campionati professionistici.

Senza il nostro intervento, concreto e fattivo, e non certo a chiacchiere che lasciamo ai soliti imbonitori di periferia, la gloriosa vicenda dei Giallorossi si sarebbe estinta, riuscendo finanche a cancellare le gioie del passato.

Nel far questo, e nell’assumerci responsabilità che hanno prima di tutto tenuto conto della necessità di ricostruire un ordine societario rispettoso delle norme vigenti e dei regolamenti federali, oltre che dignitoso e vivibile, non abbiamo certo dovuto sgomitare tra orde d’imprenditori pronti a metterci la faccia.

Tante parole cui troppo spesso non sono seguiti i fatti.

Se la voglia di rispettare i canoni rigidi di uno stile che ci contraddistingue da sempre non ci frenasse, dovremmo snocciolare in dettaglio i numeri relativi al rapporto tra promesse di sostegno e versamenti concreti, tra impegni gridati alla folla plaudente e reale capacità di staccare assegni dotati di necessaria copertura. Ci fermiamo, per carità di patria, a un dato complessivo: dei 600-650 mila euro all’anno per tre anni, garantiti quale contributo alla difficilissima sfida dagli imprenditori catanzaresi coinvolti dal Sindaco Abramo e che quindi oggi dovrebbero ammontare a un totale di quasi 2 milioni di euro, se ne sono visti a malapena 500 mila in totale (mancano all’appello un milione e cinquecento mila euro, belle somme, non noccioline!).

Ci hanno pensato la famiglia Noto e solo alcuni dei Soci (non tutti) a tradurre in impegni seri e reali le pompose dichiarazioni di fedeltà alla causa giallorossa, gettate in pasto a una tifoseria realmente innamorata ma di fatto tradita.

Non è di soldi, però, che vogliamo parlare (prima però di essere costretti a ricordare che il nostro sforzo generale, misurato a oggi, comincia a guardare la cifra dei 10 milioni di euro, dimostrabile dalla lettura dei bilanci e non a chiacchiere), perché non è questo il terreno sul quale occorre ragionare.

La famiglia Noto, resuscitando letteralmente una memoria giallorossa finita nel fango, ha investito passione e tempo, in una fase di grande crisi economica e generale che insiste ormai da molti anni a questa parte e che richiede sforzi immani per condurre aziende sempre a testa alta.

Passione, tempo, serietà di approccio sempre basato sulla legalità, tanto da conseguire, in appena due anni, il risultato di essere giudicati, a livello nazionale, come una Società Calcistica sana, da proporre a tutti come modello di gestione, da difendere e tutelare in quanto patrimonio collettivo.

Una Società che non considera i contratti firmati alla stregua di carta straccia, che non sopravvive di espedienti contabili, che non è costretta ad aggirare le leggi e le normative, che non è nata con l’intento di lucrare qualche centinaio di migliaia di euro con tecniche truffaldine.

La porzione migliore e più pulita della Città, che rappresenta la stragrande maggioranza dei concittadini appassionati di calcio, ha colto nel suo significato più profondo questo nostro sforzo e ci è vicina.

Non lasciamo che qualche straccione di turno, qualche malalingua scartata dal progetto per inaffidabilità acclarata, qualche parassita che aveva immaginato di poter continuare a sguazzare nel torbido, qualche bavoso sconfitto nella bassa politica o nell’economia inquinata, in cerca di vacua e momentanea notorietà, sporchi la nobiltà d’animo che è il perno della nostra collettività, che è l’orgoglio delle famiglie catanzaresi, che è il cemento che ci ha unito e ci unisce e che ha consentito a Catanzaro di essere considerata una Città Civile.

Il Calcio non va vissuto, al giorno d’oggi, con l’idea di produrre miracoli che poggino su piedi d’argilla, ma piuttosto come esempio di lungimiranza, di correttezza, di solidità prima di tutto etica e poi finanziaria e sportiva. La passione per una maglia non si può e deve manifestare solo a seguito di successi e primati che hanno bisogno del tempo giusto per maturare.

Le fiammate di altri non devono farci deflettere da progetti di lunga durata che necessitano di serenità, saggezza, tolleranza, rispetto del lavoro altrui, capacità di non disperdere mai il senso della misura.

Abbiamo perso qualche partita? Poco importa se pensiamo che solo un paio d’anni fa non esistevano neanche più le condizioni oggettive per assistere a una competizione di calcio professionistico.

Stiamo vivendo un momento di naturale e sempre possibile fase calante? Un motivo in più per stare uniti, per amare la maglia, per offrire suggerimenti pacati, per dimostrare generosità, per organizzarsi e rilanciare, sapendo sempre che il muro è solido e che non è stato costruito su una palude nauseabonda.

I risultati a oggi non sono in linea con quanto ci si aspettava? I primi rammaricati siamo noi che abbiamo lavorato tanto con amore, passione e dedicato tempo nonchè ingenti risorse.

I veri tifosi riflettano. Spesso, proprio nei contesti più sani e corretti, ci sono tentativi di infiltrazione da parte di soggetti poco raccomandabili, o apparentemente credibili ma con qualche scheletro nell’armadio.

Ogni nostra scelta è sempre adeguatamente ponderata, peraltro nella consapevolezza di camminare su un terreno carico di insidie, ma anche aperto e libero, nel quale si incontrano spesso avversari capaci e forti, da affrontare con rispetto e con la voglia di migliorarsi.

Ma si può fare di più se non vengono meno serenità e lealtà.

Anche eventuali errori possono essere corretti se si è in buona fede e, soprattutto, se accanto alle facili parole si può dimostrare l’autorevolezza necessaria.

Calandoci sul piano tecnico, e senza voler in alcun modo approfondire scelte che comunque rientrano nelle autonome valutazioni della Società, un accenno merita il cambio dell’allenatore, avvenuto anche per motivi extracalcistici.

Mettiamoci un punto e guardiamo avanti.

Esistono tutte le condizioni per ripartire in cerca di equilibri più solidi e avanzati.

Su questo tema molti sono chiamati a riflettere, con senso della misura ma anche evitando facili strumentalizzazioni o inutili semplificazioni.

Abbiamo sentito alcuni commenti in cui si fa riferimento al nostro impegno nel calcio a Catanzaro dipeso da fantomatici accordi politici tra il nostro gruppo e il Sindaco Abramo. Tutto falso !

Nessuna ragione di bassa politica o di mera speculazione imprenditoriale ci ha indotti a rifondare il calcio a Catanzaro. La famiglia Noto non ha interessi che prevedano appalti pubblici in qualunque settore (sanità, servizi primari, gestione rifiuti, etc.). Non abbiamo nessun “ritorno” imprenditoriale da quest’avventura calcistica.

Siamo liberi di decidere, sempre! E questo ci rende più forti come società.

Non intendiamo spendere tempo prezioso nell’inseguire i post degli sciagurati di turno, né di replicare alle folate di odio ispirate da qualche soggetto arrabbiato per motivi meramente personali. Auspichiamo il rapido ripristino di un clima limpido, trasparente, sgombro da terzi fini meschini che comunque sono adeguatamente monitorati. Chiediamo alla stragrande maggioranza sana della Città di ergere una diga contro speculazioni di basso profilo, e di emarginare quanti hanno interesse a seminare zizzania e a sguazzare nella melma.

Non siamo disponibili ad attacchi personali che nulla hanno a che vedere con il calcio; offese ai familiari, ai collaboratori, a noi stessi ad alcuni soci.

Minacce e aggressioni post partita al Direttore sportivo e ad alcuni soci, non ci appartengono, non è questo il calcio che vogliamo.

In ogni caso, e lo dico con assoluta sincerità, qualora le performance della nostra generosa scesa in campo non fossero giudicate adeguate a fronte delle aspettative, siamo pronti a cedere il passo ad altri volenterosi, senza pretendere nulla.

L’amore, per quanto immenso, non può accecare.

L’etica di fondo che ci guida in ogni nostra azione non potrà mai ispirarsi a modelli che non ci sentiamo nostri e che lasciamo ai pirati di turno. Continueremo, nel caso, a essere tifosi giallorossi con il cuore, e garantendo anche uno sponsor adeguato al ruolo che svolgiamo nella comunità catanzarese.

Chiudo queste considerazioni dicendovi che ci sono momenti della vita in cui occorre fermarsi e guardarsi negli occhi, dicendosi le cose con estrema franchezza. Il Gruppo Noto ha deciso di farlo nell’assoluta certezza di aver agito sempre e comunque in buona fede e di aver messo su un progetto societario e calcistico serio e ambizioso. Se c’è qualcuno in grado di fare meglio si faccia avanti, non saremo certo noi l’ostacolo!

Il futuro della Reggina, lettera aperta del club amaranto ai suoi tifosi

REGGIO CALABRIA – Lettera aperta del Club reggino ai propri tifosi in vista dei prossimi impegni di campionato, sulla necessità di chiudere bene una stagione esaltante e sui prossimi impegni futuri.

Riceviamo e pubblichiamo nota stampa della società amaranto guidata da presidente

«Cari tifosi, ritengo doveroso, quale massimo rappresentante della Reggina, informarvi personalmente circa il futuro prossimo del club. Ben consapevoli della gloriosa storia che le maglie amaranto portano in sé e delle legittime ambizioni della straordinaria tifoseria, da un lato siamo protesi verso l’ultimo sforzo necessario per chiudere bene la stagione e dall’altro proiettati verso il domani. Stiamo delineando paletti e contesti relativi alla struttura organizzativa per la prossima stagione  nell’ottica del  percorso di crescita del Club che passi da un marcato riavvicinamento tra Reggina e tifoseria e da una sempre maggiore chiave identitaria che leghi la maglia e i suoi interpreti al territorio attraverso chi – nel tempo – ne ha incarnato i valori migliori. Fare innamorare la gente della sua Reggina, far sì che si possa esserne orgogliosi anche al di là della contingenza domenicale, sarà il nostro principale obiettivo e ciò che noi riteniamo indispensabile anche sul piano sociale in un momento così delicato a 360 gradi per la nostra città metropolitana».

La Reggina e la sua gente

«In questo senso le nostre strategie e linee guida sono già state tracciate, le prime scelte già effettuate e siamo certi che possa essere alle porte una stagione segnata da uno splendido abbraccio tra la Reggina e la sua gente che vada anche oltre le alchimie aritmetiche della classifica che, anzi, siamo certi troveranno spinta proprio da questa simbiosi in nome di un popolo, in nome della sua storia.Considerato che nutro un rispetto sacrale per la trasparenza della comunicazione verso voi tifosi, vi informo anche che (come già abbondantemente appreso a mezzo stampa, e questo è un pessimo viatico…) nelle prossime ore riceveremo emissari di un non meglio specificato gruppo di soggetti che hanno richiesto informazioni sul Club. Approcceremo all’incontro con la medesima serenità di numerosi altri già effettuati in passato, chiederemo per prima cosa di conoscere l’identità dei soggetti interessati e dopo di che chiederemo loro – visto che appaiono interessati alla Reggina – di dimostrarci, carte alla mano, che tipo di investimenti siano in condizione e vogliano realizzare. Ovviamente, visto che la prossima stagione è alle porte, il Club non può permettersi alcun rallentamento rispetto agli impegni da assumere per la stagione prossima e, dunque, in questo senso, cari tifosi, posso garantirvi che il progetto per come sopra esposto andrà avanti nei tempi prefissati (e ormai strettissimi), attraverso accordi e sinergie. Vi informo, altresì, che, per la serenità dell’ambiente, non consentirò fasi di stallo o di valutazione di un’eventuale trattativa che superino il volgere di poche ore. Il futuro per la Reggina è già cominciato e noi non intendiamo subirlo, ma vogliamo determinarlo. Assieme a voi.»

Lettera con minacce di morte a sindaco in Calabria

BOTTICELLE (CZ) – Una lettera contenente minacce di morte è stata recapitata al sindaco di Botricello Tommaso Laporta. Il primo cittadino, eletto due anni fa con una lista civica, ha subito presentato denuncia ai carabinieri. La missiva, secondo quanto si è appreso, è firmata da un sedicente “Tribunale del popolo” e contiene esplicite minacce e un avvertimento: «è inutile che giri con il maresciallo». La scorsa notte, inoltre, ignoti hanno squarciato le ruote di un mezzo utilizzato per la raccolta dei rifiuti. Nei giorni scorsi, infine, una lettera minatoria era stata recapitata a un tecnico del Comune. Le indagini dei carabinieri cercheranno di verificare possibili collegamenti tra i tre episodi.

Elezioni Cosenza, troppi candidati. Lettera-appello dell’editore Guzzardi

COSENZA – Riceviamo e pubblichiamo dall’editore cosentino Demetrio Guzzardi una lettera appello ai candidati sindaco di Cosenza:

AIUTO!!! Siete ancora in tempo a fermare queste vostre liste. Come faremo a scegliere il meglio se candidate oltre 1.200 nostri concittadini. Fermatevi. Fate una tregua. Firmate un protocollo che ognuno di voi presenterà solo una lista… con il MEGLIO dei vostri supporters. Così aiuterete la democrazia, e noi “poveri” elettori potremo scegliere chi saranno i nostri consiglieri… Se è vero che ci sono 1.200 candidati sarà davvero impossibile la scelta. Vi prego. AIUTATECI a scegliere.

Palmi, una lettera per mister Salerno: “Quando vorrai io per te ci sarò sempre”

PALMI (RC) – Dopo un anno e mezzo insieme si è interrotta ieri l’avventura del tecnico Rosario Salerno sulla panchina della Palmese. il nuovo tecnico è Mario Dal Torrione, già allenatore dei neroverdi in passato. Ma a Palmi, in attesa che l’ambiente si scaldi anche intorno al nuovo allenatore, c’è ancora tanta malinconia per la fine di un sodalizio che sembrava forte. All’ormai ex tecnico ha infatti indirizzato una commovente lettera il giornalista Sigfrido Parrello che riceviamo e pubblichiamo:

“Dopo diciotto mesi (era il 22 Luglio del 2014) finisce l’esperienza di Rosario Salerno sulla panchina della Palmese. Una conclusione della vicenda, quindi, abbastanza scontata: a goderne Mario Dal Torrione che è ufficialmente il nuovo “proprietario” della panchina neroverde. Ma come negli striscioni della maggioranza dei tifosi neroverdi apparsi nelle ultime settimane, a firma del tifo organizzato (“Salerno uno Di noi”, recitava uno), il passaggio di consegne oltre a sollevare mille dubbi e altrettante polemiche, ha ugualmente consegnato a Salerno il ruolo di vincitore. Tra polemiche e attestati di stima verso il tecnico di Rocca di Neto, c’è anche la mia lettera, tifoso della U. S. Palmese 1912.
“Ciao Mister, dall’estate del 2014 di tempo ne è passato. All’inizio non ci siamo subito amati, in fondo tu arrivavi dal Sambiase e vederti venire da quelle parti per noi era una cosa strana! Hai avuto però la bravura e la tenacia, ma soprattutto l’umiltà, necessarie per arrivare a toccare le corde del cuore di ogni parmisano. Già perché se abbiamo battuto ogni record nazionale lo dobbiamo anche a te che ci hai riportati in Serie D dopo ben 27 anni. Come potremmo mai scordare la tua capacità grandissima professionalità ed il grande rispetto verso i nostri colori? Come potremo mai dimenticare tutti i tuoi saluti sotto la gradinata del leggendario “Lopresti” ad ogni vittoria? Come potremmo scordare la tua semplicità ed onestà? Nessuno potrà mai scordare il mister dei record della Palmese e di Palmi con tante magiche domeniche. Mister, molti di noi ti hanno amato davvero, hanno strappato lacrime di malinconia alla notizia che tu la Palmese non l’avresti più allenata. Oggi per chi ti vuole bene è un giorno triste. Te ne vai in punta di piedi lasciando una rosa incompleta per la Serie D ma nonostante ciò hai cercato di fare del tuo meglio, ci hai messo il cuore e noi questo lo abbiamo sempre apprezzato, ti abbiamo sempre sostenuto, mentre la Società del Presidente Pino Carbone (alla presentazione di Rosario Salerno, era sabato 26 Luglio 2014, il patron neroverde disse: “Finalmente un gran lavoratore e professionista serio) ti voltavano le spalle per nascondere le proprie colpe e le continue promesse. Ti hanno scaricato trattandoti in una maniera indegna, andando a cercare i sostituti prima di comunicarti le loro scelte. Smantellandoti la squadra. Con mister Salerno abbiamo visto una Palmese che onorava le sue partite. Con mister Salerno abbiamo visto una Palmese degna del nome che porta nonostante qualcuno, gentaglia della dirigenza (ma non tutti perché c’è gente all’interno della Società che per la Palmese ci sta mettendo la faccia ed il denaro) cercava di denigrarlo, ma solo per nascondere il marcio che c’è dietro. Loro avranno fatto così, ma per me tu non cambierai mai, resterai sempre, quello che urlava come un ossesso dopo ogni goal e che alla tifoseria neroverde ha sempre riconosciuto la sua importanza. Non finirà di certo con oggi il rispetto e il sentimento nei tuoi confronti, perché io non sono fatto così, io non dimentico cosa sei per me, cosa hai fatto per la mia Palmese. Quando vorrai io per te ci sarò sempre. Mister Salerno ora prenditi un pò di tempo. Goditi la famiglia e fai ordine tra le tue priorità. E se un giorno vorrai ritornare a Palmi, stai pur sicuro che io sarà pronto a gridare… Salerno uno di noi” magari sul prato verde del leggendario “Lopresti”. Grazie di tutto mister Salerno”.
Salutando mister Salerno e ringraziandolo per gli anni splendidi che mi ha regalato, do il benvenuto al nuovo allenatore, Mario Dal Torrione, augurandogli di essere la persona giusta arrivata nel momento giusto al posto giusto. Il mio messaggio lo voglio anche mandare alla meravigliosa tifoseria neroverde della ultracentenaria Palmese: a voi gente che avete la fortuna di tifare ed amare la Uesse, quella gloriosa maglia neroverde, quella matricola che, nonostante tutto, sin dal 1912, vi coinvolge appassionatamente nelle vittorie e nelle sconfitte. Se sapeste voi (ma so che lo sapete, perché siete anche voi della Palmese) cosa significa per me la maglia neroverde…
AI CALCIATORI – “Se solo aveste provato a sentire scorrere nelle vostre vene quello che sento io quando vedo i colori neroverdi… Beh, vi assicuro che lottereste su ogni pallone (sono certo che lo state già facendo, nonostante tutto!) mordendo le caviglie agli avversari, onorando con rabbia e sudore la gloriosa e storica maglia che indossate”.
ALLA MIA PALMESE – “Sono straconvinto: ci salveremo”.

Più succo d’arance nelle bibite: soddisfazione del num. 1 di Coldiretti Calabria Molinaro: “Una rivincita per Rosarno e la Calabria”

CATANIA – Nel corso della mobilitazione della Coldiretti nella città siciliana, è stata resa nota una lettera del Ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina e indirizzata al Ministro alle Attività Produttive Federica Guidi. Scopo della missiva è sollecitare dei passi in avanti per aumentare il contenuto in termini di succo d’arancia nelle bibite fino al 20%.

Si legge nella lettera: “La legge 30 ottobre 2014, n.161 (legge europea 2013-bis) stabilisce, all’articolo 17, comma 1, che le bevande prodotte in Italia e vendute con il nome dell’arancia a succo, o recanti denominazioni che a tale agrume si richiamino, devono avere un contenuto di succo di arancia non inferiore a 20g. per 100cc o dell’equivalente quantità di succo di arancia concentrato o disidratato in polvere. Lo stesso articolo al comma 3 stabilisce che tale obbligo entri in vigore a decorrere dal dodicesimo mese successivo al perfezionamento, con esito positivo, della procedura di notifica della Commissione Europea ai sensi della Direttiva 98/34/CE, di cui dare notizia mediante pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.  In proposito ricordo  che la norma tecnica è stata notificata alla Commissione Europea, tramite l’ufficio centrale di notifica del Ministero dello sviluppo economico, e il periodo di stand still (blocco/fermo n.d.r.)  risulta essere terminato lo scorso 5 gennaio 2015, senza alcuna reazione da parte della Commissione. Poiché la richiamata direttiva europea non prevede necessariamente l’emanazione di un provvedimento esplicito da parte della Commissione, è da ritenersi che, decorsi utilmente i termini, sia possibile dare attuazione alla norma tecnica di cui al citato articolo 17 della legge 161/2014. Ti chiedo pertanto di valutare l’opportunità di adottare le iniziative finalizzate a confermare la piena efficacia delle citate disposizioni della legge europea 2013-bis“.

Soddisfazione per il contenuto della lettera è stata espressa da Pietro Molinaro, Presidente di Coldiretti Calabria, poichè, ha dichiarato che “questa disposizione che modifica una legge di 55 anni fa è nata in Calabria con l’iniziativa “Non lasciamo sola Rosarno…..coltiviamo gli stessi interessi” e riguarda tutti gli agrumicoltori del sud e tutti i cittadini – consumatori”. L’auspicio, a questo punto, è che i produttori di bibite non frappongano ostacoli di tipo burocratico e adeguino la percentuale di succo nelle aranciate con arance al 100% italiane. Questo, ha concluso Molinaro, sarebbe “un bel segnale nei confronti di un vasto territorio che ha nell’agrumicoltura una reale possibilità di sviluppo e reddito e un contributo fondamentale a coniugare giustizia economica e sociale”.

Assenza di Università di qualità al Sud, Crisci scrive al direttore del Corriere della Sera

RENDE (CS) – Ha destato perplessità l’articolo di fondo del prof. Ernesto Galli della Loggia dedicato al Mezzogiorno e alla sostanziale cancellazione di questo tema dall’agenda del Governo, pubblicato ieri sul corriere della Sera. Galli ha sostanzialmente sostenuto anche che al Sud non esistono università di qualità. A questo proposito, non si è fatta attendere la risposta del rettore, Gino Mirocle Crisci, che ha inviato al direttore del Corsera una lettera, di seguito pubblicata integralmente,  con la quale invita l’opinionista del quotidiano milanese all’Unical perché si renda conto di come l’Unical, non solo presenti un profilo scientifico di tutto rispetto, ma svolga un ruolo molto importante nella Regione: Crisci

Gentile Direttore, 

ho letto questa mattina l’intervento del prof. Ernesto Galli della Loggia intitolato “Il Governo e il Sud che non c’è” e condivido gran parte delle analisi che ha sviluppato nel suo pezzo.

Non sono assolutamente d’accordo, invece, sull’affermazione che nel Mezzogiorno mancherebbero università di qualità. Sono sicuro che i rettori degli atenei chiamati in causa, insieme al mio, prenderanno posizione sul pensiero di Galli della Loggia.

Per quanto mi riguarda, posso dire – senza tema di smentita – che l’Università della Calabria ha molte ragioni, ed è in grado di esibire risultati scientifici di tale portata (dalla Fisica all’Ingegneria alle Scienze Umanistiche alla Conservazione e Restauro all’Area Medica all’Informatica, fino alle attività di trasferimento tecnologico, giusto per fare qualche esempio), da poter essere considerata certamente una sede accademica di qualità. Tutto questo, nonostante il contesto molto problematico in cui l’Ateneo è costretto ad operare.  

Il prof. Ernesto Galli della Loggia, perciò, dovrebbe acquisire maggiori e più precise informazioni, prima di scrivere. Per questo lo invito all’Università della Calabria, per valutare ciò che essa rappresenta realmente nel panorama scientifico, non solo nazionale, e l’importante ruolo che svolge nella regione. Sono sicuro che cambierà idea.

La ringrazio per l’attenzione e Le invio distinti saluti.

Lettera di Mario Oliverio all’Università Magna Grecia

CATANZARO (CZ) Il Presidente della Regione Mario Oliverio ha scritto al Magnifico Rettore dell’Università “Magna Grecia” di Catanzaro Aldo Quattrone, relativamente al protocollo d’intesa “che è scaduto da molti anni e non è stato ancora rinnovato”, tra Università e Regione, per quanto riguarda, in modo particolare, l’apporto “delle Università alle funzioni assistenziali del Servizio sanitario regionale ed il contributo che la Regione può dare alle funzioni di ricerca e didattica proprie dell’Università”. Oliverio – informa una nota dell’Ufficio stampa della Giunta – sottolinea che “questo ritardo non possa protrarsi ulteriormente dal momento che entrambe le Istituzioni che rappresentiamo devono, nell’interesse precipuo dei nostri cittadini, rinnovare quel patto di collaborazione senza il quale mancheranno le sinergie che invece si possono, e si devono, ottenere”.

REGIONE CALABRIA

Secondo Oliverio, nel Protocollo dovranno essere definite “le modalità generali di collaborazione dell’Università alla programmazione sanitaria regionale, di utilizzazione delle strutture del SSR per la formazione degli studenti e per le proprie attività di ricerca, nonché di sostegno alla formazione continua dei dipendenti del SSR”.  Nell’ambito di questo protocollo potrà trovare utile soluzione – scrive Oliverio a Quattrone – anche la problematica della costituzione di una nuova Azienda integrata tra Regione ed Università, per la quale è indispensabile una legge regionale, e della individuazione delle unità operative a direzione universitaria e/o ospedaliera.

E’ infatti necessario condividere – scrive ancora Oliverio – una cornice organica che definisca gli apporti delle diverse Istituzioni alla nuova Azienda in una logica di pari dignità e di rispetto delle professionalità che le strutture operanti possono esprimere, ma soprattutto condividere le più efficaci modalità di tutela delle esigenze di salute dei cittadini di Catanzaro e dell’intera Regione”. Nel concludere, il Presidente ha chiesto al Rettore di concordare una data per un primo incontro al fine di raggiungere l’obiettivo “di una rapida sottoscrizione dell’intesa”.

Salvatore Magarò scrive a Klaus Davi

Targa affissa a Longobucco (Cs)COSENZA(CS)«Da qualche settimana sto seguendo con vivo interesse lo svolgimento della campagna “100 comuni contro le mafie” avviata a Trezzano sul Naviglio in Lombardia insieme all’ANCI, pronta per essere esportata anche in Calabria.Probabilmente resterà sorpreso nell’apprendere che, in realtà, già da qualche anno sulla porta di ingresso della maggior parte dei comuni calabresi, è affissa una targa recante la dicitura Qui la ‘ndrangheta non entra».Così Salvatore Magarò si rivolge a Klaus Davi, in una lettera aperta che l’ex consigliere regionale della Calabria ha indirizzato al noto massmediologo. «Ho ideato e promosso questa campagna di sensibilizzazione a partire dal 2010 nella mia qualità di presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta del consiglio regionale, riscuotendo apprezzamenti a livello istituzionale, ma anche nel mondo cattolico, dalle associazioni e in alcuni settori della società civile.Non cerco primogeniture, mi creda. Al contrario. Il fatto che anche Klaus Davi si sia reso protagonista di una iniziativa analoga a quella condotta dalla mia più modesta persona, è una piccola rivincita nei confronti di alcuni settori della stampa locale e nazionale che non hanno mancato di criticare aspramente la mia attività.Si figuri: sull’argomento c’è chi ha scritto addirittura l’intero capitolo di un libro, inciampando in una serie di errori dettati dalla fretta e dalla disinformazione.Del resto, il tempo è galantuomo. La ‘ndrangheta si nutre anche di simboli, di simboli del potere ai quali ho cercato di contrapporre alcuni semplici oggetti di consumo quotidiano in cui racchiudere un pensiero, un breve ragionamento, anche dal tono di voce umoristico e spesso utilizzando il dialetto.Tra questi – spiega Magarò – anche una pillola, la pasticca antindrina: una scatolina dal packaging molto simile a quello dell’aspirina con all’interno una bustina di dischi di cioccolato ed un particolare bugiardino farmaceutico contenente alcuni appunti di tipo sociologico rivolti agli studenti calabresi. Un modo per ricordare che la ‘ndrangheta si propaga alla stregua di un virus e che le manette e le sentenze non sono sufficienti a debellare il morbo. Bisogna scuotere le coscienze, in particolare dei nostri giovani.Un altro prodotto bistrattato a queste latitudini e riabilitato dalla misericordina del Papa.Giocando sul significato metaforico della parola, abbiamo prodotto anche un particolare tipo di pasta: il pacchero alla ‘ndrangheta, che poi si è trasformato in un premio, il “pacchero d’argento” di cui tra pochi giorni, il 18 settembre, celebreremo la sesta edizione.Certamente una targa non sconfigge la ‘ndrangheta, qualsiasi sia il messaggio che contiene.Ma ogni cerimonia di affissione ha coinvolto nei vari comuni le istituzioni, le scuole, la parte sana della società civile. Ed è servita per ribadire da quale parte deve stare lo Stato: dalla parte dei giusti, degli onesti, delle persone perbene.C’è poi anche il rovescio della medaglia, come la vicenda di un sindaco che quella targa se l’è tenuta per oltre un anno in un cassetto, finché non l’hanno arrestato proprio per i suoi rapporti con la ‘ndrangheta.Tutto questo per dirle che sottoscrivo in pieno l’iniziativa che sta portando avanti con l’ANCI. Continuo a battere il terreno della legalità attraverso l’associazione Più di Cento – Tana per la legalità.Non mi reputo – conclude Magarò – un professionista dell’antimafia e forse gli otto colpi di pistola che qualche buontempone ha fatto esplodere contro il portone della mia segreteria, dovrebbe dissuadermi.Ma lo devo alle persone che mi hanno sostenuto ed ai miei collaboratori, coloro che hanno partorito buona parte delle idee che hanno contraddistinto il mio percorso, a cominciare proprio dalla targa contro la ‘ndrangheta. Persone che, probabilmente, e lo dico con una punta di amarezza, se avessero avuto la fortuna di nascere e vivere a Milano forse oggi sarebbero validi collaboratori del suo staff invece di andare ad ingrossare le fila dei disoccupati in Calabria».

Insegnanti calabresi scrivono una lettere ai Capogruppo del Consiglio Regionale

Roma, manifestazione contro la riforma della "Buona scuola" 155951-420x236COSENZA – Di seguito è riportato un comunicato “Insegnanti calabresi” in cui si informa dell’invio di una lettera ai capigruppo del Consiglio regionale:

“Gli insegnanti calabresi e i comitati provinciali hanno inoltrato a tutti i capigruppo del Consiglio regionale una lettera informativa sulla mozione presentata al Consiglio regionale, giorno 15 agosto 2015, riguardante la legge 107 del 13 luglio 2015, denominata Buona scuola, della quale sono stati messi in rilievo i suoi forti elementi di incostituzionalità e di evidente ingerenza sulle competenze regionali. Nella stessa lettera si informano i capigruppo della conferenza stampa che si terrà giorno 25 agosto 2015 alle ore 11,00 presso la Casa delle Culture, Corso Telesio a Cosenza, in cui verranno spiegati i contenuti della mozione e le motivazioni ad essa sottese. Inoltre, si chiede agli stessi capigruppo di esprimere la loro dichiarazione di intenti riguardo i contenuti della mozione, con la certezza che verrà da essi sostenuta nella prossima Assemblea regionale calendarizzata per il 31 agosto c.m. Alla lettera sono stati allegati il testo della mozione presentata e la missiva del giudice Imposimato, che da mesi sostiene la nostra lotta, in difesa della scuola pubblica e della democrazia.”