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Ospitati 40 migranti in due comuni

VIBO VALENTIA – I comuni di Arena e Spadola stanno ospitando 40 migranti in attesa dell’iter burocratico per lo status di rifugiati politici. Il gruppo, sbarcato nei giorni scorsi nei pressi di Siracusa, è giunto a bordo di un autobus scortato dalla Polizia. I migranti, tra i 18 ed i 30 anni alcuni dei quali orfani, provengono dall’Africa e dalla Palestina. E’ giunto in paese Federico Riccio, responsabile dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati in Calabria.

Soccorso barcone di migranti

REGGIO CALABRIA – Il 6 dicembre alcune unità della Marina Militare hanno soccorso un barcone con a bordo 120 migranti, in difficoltà a circa 150 miglia al largo di Capo Spartivento. Gli immigrati sono tutti siriani, e tra di loro vi sono anche 5 donne e 25 bambini. Nave Grecale, a cui è stato assegnato il compito di dirigere le operazioni di soccorso in mare, e Nave Sfinge hanno raggiunto il barcone dopo aver ricevuto la richiesta di soccorso lanciata dalla barca.

Conclusa operazione soccorso, migranti in salvo

CROTONE  – Nonostante il mare agitato, è avvenuto questa mattina il trasferimento su unità della Guardia Costiera dei 121 migranti che erano a bordo del barcone alla deriva da ieri a largo di Crotone. Militari della Guardia Costiera hanno trasferito su due motovedette prima donne e bambini, poi gli uomini. In precedenza la Fregata Grecale, della Marina Militare, e la Guardia Costiera avevano fatto avere ai migranti salvagente e viveri.

Tensione al Cara di Crotone

CROTONE – Momenti di tensione si sono registrati nel centro richiedenti asilo (Cara) di Crotone.

Un cittadino afghano, Buz Hazar, di 27 anni, ha ferito con un bastone un connazionale, Sardar Waly, di 38 anni. Tra i due sarebbe scaturita una lite, per motivi ancora da accertare.

Entrambi sono stati ricoverati all’ospedale di Crotone: Waly in prognosi riservata, mentre Hazar è piantonato per lievi ferite.

 

 

Fermiamo le stragi nel Mediterraneo: manifestazione in tutta Italia

COSENZA – Anche l’Amministrazione comunale di Cosenza aderisce alla manifestazione “Fermiamo le stragi nel Mediterraneo”, organizzata in tutta Italia da Cgil Cisl e Uil per domani 11 ottobre, in segno di cordoglio e solidarietà verso i familiari delle oltre 300 vittime del naufragio di Lampedusa.

“Una giornata – si legge in una nota sindacale unitaria – volta a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità ed urgenza di una diversa politica in materia di immigrazione ed asilo. Bisogna dare risposte concrete al dramma dei rifugiati, attraverso corridoi umanitari ed un efficace sistema di accoglienza, anche attraverso il sostegno dell’Unione europea. Bisogna inoltre riformare la legislazione su immigrazione ed asilo e, nel contempo, contrastare con ogni mezzo la tratta degli esseri umani.”

Altre 70 città hanno già aderito all’appello di mobilitazione, con sit-in, fiaccolate e volantinaggi nei territori. Tra esse: Roma, Napoli, Milano, Torino, Alessandria, Venezia, Padova, Vicenza, Genova, Savona, Imperia, La Spezia, Brescia, Monza, Verbania, Lecco, Como, Cremona, Pavia, Sondrio, Valcamonica, Mantova, Varese, Novara, Trento, Bolzano, Trieste, Parma, Rimini, Ravenna, Faenza, Lugo, Cervia, Prato, Perugia, Terni, Ancona, L’Aquila, Lanciano, Ascoli Piceno, Fermo, Macerata, Pesaro, Arezzo, Firenze, Livorno, Siena, Pistoia, Grosseto, Pisa, Massa, Lucca, Bari, Foggia, Taranto, Brindisi, Lecce, Salerno, Avellino, Castel Volturno, Benevento, Riace, Matera, Pescara, Palermo, Ragusa, Catania, Messina, Caltanissetta, Siracusa, Caltagirone, Agrigento, Enna, Trapani, Cagliari, Martinsicuro.

Nave da crociere in soccorso di migranti in mare

ROMA – “Costa Pacifica”, nave della Costa crociere in navigazione da Atene a Civitavecchia, ha soccorso un barcone in difficoltà con circa 140 migranti 60 miglia a sud est delle coste calabresi.

A raccogliere l’sos è stata la sala operativa delle Capitanerie di Porto, alle prese in queste ultime ore con una serie di arrivi: l’invito a collaborare, rivolto anche alle navi commerciali, è stato raccolto in questo caso da “Pacifica” che ha individuato il barcone, ne ha fornito la posizione esatta, si è avvicinata e preso a bordo 37 migranti, assistendoli e rifocillandoli. Gli altri sono stati caricati e portati a Roccella Jonica da una motovedetta della Guardia costiera, tornata poi a prendere anche i compagni di viaggio.

Lasciano la Calabria 265 migranti

GIOIA TAURO (RC) – Hanno lasciato la Calabria 265 dei 285 migranti di varia nazionalità sbarcati ieri a Gioia Tauro dopo essere stati intercettati nel Canale di Sicilia in acque internazionali. La gran parte ha abbandonato volontariamente il centro, dopo avere ricevuto assistenza in un centro d’accoglienza a San Ferdinando, e si è allontanata, motivando la decisione con la volontà di ricongiungersi con i parenti che già si trovano all’estero.

 

Nuovo sbarco di migranti

Roccella Jonica (Reggio Calabria)  – Un nuovo sbarco di migranti al Porto delle Grazie di Roccella Jonica. Sono in tutto 171 migranti siriani,  44 donne, 63 uomini, 64 bambini di cui 34 maschietti e 30 femminucce e due donne in stato di gravidanza. Il loro viaggio in mare, per le pessime contidizioni metereologiche, è durato circa dieci giorni con il cambio di tre natanti. Pare che per affrontare il viaggio gli stessi abbiano dovuto sborsare circa tre-quattro mila dollari a persona.

Soccorso barcone con a bordo 31 migranti.

ROCCELLA JONICA (REGGIO CALABRIA)  – Un barcone con 32 migranti a bordo è stato soccorso dalla Guardia costiera a 100 miglia dalla costa di Roccella Jonica. A bordo del natante, con motore in avaria e ormai invaso dall’acqua, 29 adulti e tre minori, tutti maschi di nazionalità pakistana a cingalese. Le motovedette hanno raggiunto il barcone senza gasolio e hanno trasbordato i migranti che sono stati condotti in porto a Roccella Jonica per le operazioni di identificazione.

Speranza e sopravvivenza in terra straniera: la storia di Hamidi

REGGIO CALABRIA – Le coste calabresi in questi giorni d’agosto continuano ad essere teatro di approdi rocamboleschi da parte di imbarcazioni cariche di migranti e di speranze. I riflettori sono accesi sulle morti tragiche di chi non riesce ad arrivare a riva o di chi viene soccorso in condizioni sanitarie disperate. Occhi puntati e commenti contrapposti di solidarietà o di fastidio che durano il tempo di un caffé.

Su quelle stesse spiagge, forse solo poco più in là, in questi medesimi giorni d’estate si può assistere ad un altro fenomeno strettamente connesso all’immigrazione. Sono i venditori ambulanti che si destreggiano tra i bagnanti distesi al sole. Quelli che sono sbarcati magari qualche anno fa in simili precarie condizioni e che ora cercano di raccogliere qualcosa per vivere proprio in quei luoghi che li hanno strappati alla morte in mare. Vagano tra ombrelloni e teli, con il carico della loro mercanzia, come una risacca lenta e ritmata. Provengono da molti paesi, offrono prodotti diversi, ciascuno ha una propria storia e una famiglia da ricordare.

Come Hamidi, etiope, 28 anni, passo deciso, sguardo sincero, sorriso delicato. Si avvicina con garbo, rallenta passandoti accanto per darti il tempo di decidere se fermarlo o meno, se ti interessa qualcosa o meno. È in Italia già qualche anno e lo si intuisce dal modo chiaro e attento di parlare. Anche se – confessa – conosceva l’italiano già prima di arrivare nel nostro paese. Ha deciso di venire qui per studiare, approfondire i suoi studi d’informatica. “È un settore sempre in crescita che può garantire un lavoro onesto e dignitoso. Magari potrò anche tornare nel mio paese e contribuire a migliorare qualcosa lì. Abbiamo ancora tanta strada da fare”. Intanto deve darsi da fare con lavoretti stagionali e occasionali. “Con la crisi sono diminuiti i turisti e la voglia di spendere anche pochi spiccioli, ma per me è un modo onesto per mettere da parte qualcosa”. Vuole fare le cose per bene. Non nasconde una punta di soddisfazione mentre ammette di essere ora con i documenti a posto: “per iscrivermi all’università era necessario avere tutti i documenti in regola”. Ma all’inizio è stata dura.

Anche lui è uno dei tanti arrivati dopo un lungo viaggio della speranza lungo la rotta del sogno europeo: il deserto della Libia, la partenza furtiva dalla spiaggia, la pericolosa traversata del Mediterraneo su un motoscafo, la fame e la sete delle persone accalcate sul mezzo precario, il rischio di essere rintracciati, l’approdo rocambolesco, la permanenza nel centro d’accoglienza. Hamidi non trova le parole per raccontare quella disumana avventura. Non le conosce nella nostra lingua. E forse neanche nella sua. Perde per qualche attimo il suo sorriso pensando ai compagni di viaggio che non ce l’hanno fatta. Un viaggio costellato di paure, di solitudine, di mancanza di diritti basilari, sempre in bilico tra la vita e la morte. “Si perde la consapevolezza di essere umano”, ci confida scoraggiato e incredulo.

Proviamo ad allontanare la tristezza dalla mente chiedendogli del suo paese e della sua famiglia. E l’espressione del suo viso si trasforma completamente. In Etiopia ha lasciato i genitori, tre sorelle ed un fratellino. Si scambiano notizie e foto più spesso che possono, ma Hamidi non vede l’ora di tornare, per riabbracciarli ma soprattutto per mostrare loro quello che è riuscito a fare in questo tempo lontano da casa. “Mi piacerebbe essere un esempio positivo per i miei fratelli e i loro amici”; uno che ce l’ha fatta costruendo la propria strada con perseveranza e onestà, senza scorciatoie.

La storia di Hamidi può essere quella di tanti altri, uomini e donne in cerca di futuro. Come la sua tante vite in fuga da conflitti e povertà manovrati da intrecci più grandi di loro. Situazioni che non capiscono e non posso cambiare. Se non con la speranza di recuperare altrove la propria dignità perduta.

 

 

Mariacristiana Guglielmelli