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Tim Burton Show, successo per l’omaggio gotico della Spleen Orchestra al Tau

Otto musicisti, luci soffuse, note tetre, quasi malinconiche, e risate grottesche. La Spleen Orchestra ha accolto così il suo pubblico nella sua unica data calabrese al TAU.

Ieri sera si è svolto, presso il Teatro Auditorium Unical, lo spettacolo Tim Burton Show, portato in scena dai talentuosi The Spleen Orchestra, progetto musical-teatrale nato nel 2009 allo scopo di omaggiare il genio del regista Tim Burton.

“… Amore fu il nostro, oltre la morte.”

Lo spettacolo ha aperto il sipario sul suo mondo gotico alle 21, con un bellissimo richiamo al “Mistero di Sleepy Hollow” e di lì, in fila, tutti i successi Burtoniani, da Big Fish con monologo inedito ispirato al film, ad Alice in Wonderland, fino a concludere con l’atteso Nightmare Before Christmas, intrappolando il pubblico in una fitta trama di ricordi ed entusiasmo. I cambi d’abiti e trucco e le musiche martellanti hanno tolto il fiato minuto per minuto, lasciando solo il tempo di immergersi dentro la propria pellicola preferita e strappare un sorriso di nostalgia all’ascolto. Gli abiti originali hanno impreziosito le esibizioni, in particolar modo l’inquietante richiamo all’albero di Sleepy Hollow, un abito lungo che celava sotto la gonna una fitta trama di volti urlanti.

Le musiche sono state eseguite con bravura di riarrangiamenti e grande feeling, arricchite dai tre cantanti che animavano la scena al centro di un palco fuori dalla nostra realtà: quelle voci hanno inquietato e deliziato lo spettatore. Un evento magico e originale, un talento zelante che ha portato un brivido gradito ad un pubblico che ha sospirato, applaudito, cantato e ballato. Sì, perché il bis finale ha scrollato gli astanti dalle strette poltroncine, per ballare a ritmo di The Banana Boat Song da Beetlejuice. Ogni esibizione è stata accompagnata da spezzoni dei film proiettati alle spalle degli artisti.

L’evento, organizzato da Be-Alternative Eventi e MkLive, all’interno della rassegna Festivart2017 – MeridianoSUD, ha raccolto il suo meritato successo.

Restiamo in attesa di altri eventi che portino a Cosenza altre gradite sorprese. 

Miriam Caruso
ph. Daniele Ferullo

 

[#Anime] Nuovo video promo per Card Captor Sakura: Clear Card Arc

Il sito ufficiale di Card Captor: Clear Card Arc ha pubblicato un nuovo promo in occasione della sua messa in onda il 7 gennaio 2018 sulla rete NHK BS Premium.

In contemporanea, Crunchyroll ha pubblicato il video sottotitolato in inglese, dando conferma che sarà proprio lui a portarlo in simulcast, anche se i paesi in cui trasmetterà non sono ancora noti.

La serie riprenderà dal punto in cui si fermò la serie classica, con l’inizio delle scuole medie da parte di Sakura e il ritorno di Shaoran. Tutto sembra scorrere normalmente, ma Sakura fa uno strano sogno in cui appare una figura misteriosa e le carte diventano improvvisamente trasparenti.

Maaya Sakamoto, famosa interprete nella prima serie di Card Captor Sakura, farà il suo ritorno cantando la sigla di apertura, Clear. Anche Sakura Tange farà il suo grande ritorno doppiando la stessa Sakura.

Insomma, sperando che l’Italia rientri tra i paesi che vedranno in simulcast la serie, attendiamo l’anno nuovo per goderci questa nuova grande avventura!

Vittoria Aiello

https://youtu.be/FrF5qt_LBlc

[#NerdCuriosity] Stilista giapponese disegna abiti e accessori ispirati a Ranma ½

Il famoso rivenditore online Super Groupies, famoso per la sua linea di accessori ispirati ad anime e manga, ha scelto Ranma ½, famosissimo manga di Rumiko Takahashi, come sua nuova linea di abiti e accessori in collaborazione con la modella Ren Koseki.

La Koseki ha annunciato di essere una gran fan dell’opera e ha disegnato lei stessa i modelli, che comprendono cappelli, zaini, vestiti ispirati a Ranma e Shampoo.

Gli zaini hanno un prezzo di circa 11.000 yen (circa 100 euro), mentre i cappelli avranno un costo di circa 7,344 yen (60 euro).

Il pre-ordine si è chiuso il 3 dicembre, mentre gli ordini verranno spediti la prossima primavera.

Se l’offerta vi attira e non riuscite a resistere, avete ancora qualche giorno per accaparrarvi il vostro accessorio a tema preferito. Cosa aspettate?

 

Vittoria Aiello

 

[#JapanTime] La leggenda del Maneki Neko, il gatto della fortuna

Sarà capitato a tutti di entrare in un negozio orientale e notare la statua di un gatto con un braccio alzato, oppure vedere la stessa figura in un anime. Molti sanno che questo oggetto è denominato Maneki Neko (“gatto che ti chiama” o “gatto della fortuna”), ma la maggior parte non sa che dietro questo gattone si nasconde molta tradizione nipponica.

In questo nuovo Japan Time scopriremo le origini e le funzioni del Makeki Neko.

LA LEGGENDA

Narra la leggenda che nell’antica Tokyo ci fosse un tempio malandato e trascurato, il Tempio di Gotoku. Il salone principale era vecchio e l’altare era un semplice pezzo di legno. Questo tempio era abitato da un monaco che ogni giorno pregava verso l’altare, con la testa poggiata sul pavimento, chiedendo che quel luogo potesse tornare al suo antico splendore e sperando di poter trovare i fondi necessari per rimetterlo in sesto.
Una sera, mentre cucinava, il monaco vide un gatto seduto all’ingresso. Intenerito dall’animale, decise di dividere la sua cena con lui. Alla fine del pasto, il gattino miagolò e iniziò a fare le fusa. Da quella sera il monaco a il gatto iniziarono a mangiare ogni sera insieme.
Qualche tempo dopo il monaco, particolarmente abbattuto, disse al felino “ah se solo fossi un uomo e non un gatto, forse potresti essermi più di aiuto” e il gatto, strofinando la testa, rispose con un semplice “miao”. Poco dopo si abbatté sulla zona un potente temporale e nelle vicinanze stavano cercando riparo un feudatario con i suoi samurai. Nel bel mezzo della tempesta, Naotaka, il forestiero, vide il gattino che alzava una zampa come per salutarlo. Stupito dalla scena, l’uomo si avvicinò al micio, ma questo si allontanò leggermente, come per suggerire di seguirlo. Il feudatario e i suoi uomini arrivarono al tempio di Gotoku, dove trovarono grande ospitalità da parte del monaco. Naotaka, colpito dalla gentilezza e dall’ospitalità dell’uomo, decise di restaurare il tempio e farne il luogo di culto della sua famiglia. Da quel giorno quel posto vide solo prosperità.
Pochi anni dopo il gattino morì e il monaco eresse una statua nel giardino del tempio in suo onore che lo raffigurava con la zampa alzata in segno di saluto.

CARATTERISTICHE E STATUE

Caratteristica principale e più conosciuta del Maneki Neko è proprio la zampa sollevata: si dice che se è quella sinistra a essere alzata, allora il gatto porterà denaro e fortuna, mentre se a essere alzata è quella destra, porterà fortuna e salute. Si crede anche che più la zampa è sollevata, maggiore sarà la buona sorte.
E’ facile notare anche che il Maneki è decorato con vari accessori, tra cui un collarino, un bavaglino o un campanellino e inoltre, sotto la zampa non sollevata, viene rappresentata una moneta d’oro, il Koban (circa 1000 dollari).

Oggi i Maneki Neko si trovano di vari colori. Mentre una volta questi erano solo decorativi, oggi a ogni colore si associa un significato:

Bianco, è il Neko standard;

Nero, porta fortuna e tiene lontane le forze negative;

Rosso, è un colore vivace e tiene lontani gli spiriti maligni;

Oro, è associato al benessere economico;

Rosa, non è un colore facente parte della tradizione ma oggi è associato a sentimenti e amore;

Verde, di buon augurio nel conseguimento di obiettivi importanti;

Viola, di buon augurio per la realizzazione dei propri sogni;

Azzurro, aiuta nella crescita interiore e personale.

Natale si avvicina, e regalare un bel Maneki Neko può essere un pensiero molto carino visti gli importanti significati che si nascondono dietro questa semplice statuetta.  

                                                                                                                              Paolo Gabriele De Luca

[#NerdEvents] Le Strade del Paesaggio, il 16 dicembre la prima sezione Off al Museo del Fumetto

Prosegue l’XI edizione del Festival del Fumetto “Le Strade del Paesaggio” con una sezione off ricca di appuntamenti.

Sabato 16 dicembre, dalle 10 alle 20, all’interno del Museo del Fumetto di Cosenza, ci saranno residenze d’artista, incontri, e performance che prevedono connessioni tra le diverse arti, dal fumetto alla moda fino alla musica.

A partire dalle ore 10 le sale espositive dell’ex convento di Santa Chiara ospiteranno diverse mostre: Marathon, tratta dall’omonimo fumetto disegnato da Massimiliano Veltri; il vento e le maree di Ilaria Anselmo, raccolta di disegni e illustrazioni realizzati dalla giovane artista cosentina scomparsa nel 2016; i disegni minimali e potenti di Gianluca Gallo i cui due protagonisti, coppia vulnerabile e altamente emozionabile, compongono un racconto d’amore contemporaneo dal titolo Finché regge il cuore pubblicato da Bur Rizzoli; Storia della musica leggera Italiana di Vincenzo Giordano, con i disegni originali realizzati per il volume edito da Nicola Pesce e la mostra Tratti e ritratti di Tanino Liberatore, uno dei più grandi artisti del fumetto internazionale, definito, da Frank Zappa,il “Michelangelo del Fumetto.”

La mostra, curata da COMICON, è un’esposizione riepilogativa dell’opera di Liberatore, che parte dall’imprescindibile Ranxerox, personaggio creato dalla fantasia del compianto Stefano Tamburini, oramai 40 anni fa, e sarà arricchita da varie sezioni che comporranno la personale dell’artista. Dai meravigliosi acquerelli con soggetti erotici, a studi e sketchboard, alle tavole di alcune storie brevi successivamente uscite su Frigidaire e sul mercato francese, paese di residenza dell’autore ormai da oltre 30 anni. Un’importante sezione sarà dedicata a Lucy, fumetto disegnato da Liberatore e scritto da Patrick Norbert nel 2007, mai pubblicato finora fuori dalla Francia, lacuna colmata ora da COMICON edizioni.

Un lavoro quasi interamente digitale quest’ultimo, che lascia però intatte le meraviglie del tratto del “Michelangelo del Fumetto”.

Una giornata ricca di contaminazioni quella del 16 dicembre dove, gli artisti, dalle 10 alle 20, lavoreranno all’interno del Museo, realizzando opere dal vivo e incontrando il pubblico.

Insieme a loro musicisti come Dario Della Rossa e il cantautore Al The Coordinator, disegneranno le colonne sonore della giornata.

Per tutta la giornata sarà attiva anche l’officina Cosplay Plaza che, per l’occasione sta preparando un omaggio all’arte di Tanino Liberatore.

Durante il pomeriggio, nella sala centrale del Museo sarà allestito infine uno spazio multimediale dove gli artisti parleranno del loro lavoro, continueranno a disegnare dal vivo intervallati dalla musica, mentre Tanino Liberatore, ospite speciale di questa giornata, si cimenterà in una performance di disegno dal vivo ispirato dalla modelle di Moda Movie e dell’accademia New Style.

Per tutta la giornata sarà attivo il Bar Comics.                             

Le mostre   resteranno aperte fino al 23 dicembre  con I seguenti orari d’apertura: dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 19.30. Ingresso unico Euro 3,00.

Anche noi di Nerd30 saremo presenti al Museo del Fumetto come Media partner dell’evento. Seguiteci!

[#NerdNews] Ranma ½, i 30 anni della serie festeggiati con 3 cafè a tema

In occasione del 30mo anniversario dell’amatissima serie di Rumiko Takahashi, Ranma ½, la catena giapponese THE GUEST ha pensato bene di inaugurare tre cafè con menù a tema.

Numerosi saranno quindi i piatti ispirati al manga e i clienti che ordineranno ramen potranno avere (pagando pochi yen in più) un cucchiaio con sopra raffigurati i proprio protagonisti preferiti. Inoltre sarà messo a disposizione un servizio VR in cui è possibile vedere Shampoo che serve ai tavoli.

Nel menù saranno presenti piatti salati come zuppe, okonomiyaki e il già citato ramen, ma anche gustosissimi piatti dolci, come parfait, zucchero filato e pancake. Non mancheranno le bevande a tema, come smoothies, cappuccini, e drinks speciali.

I prezzi varieranno a seconda dell’ordine, ma si parte da circa 600 yen (4,40 euro) fino ad arrivare a 1590 yen (12 euro). I clienti che ordineranno da mangiare avranno in omaggio una tovaglietta, mentre chi ordina da bere avrà in regalo un sottobicchiere con tanto di illustrazione dei personaggi. Ovviamente saranno disponibili anche gadget ad edizione limitata, quali borse e accessori vari, il tutto per rendere l’esperienza ancora più indimenticabile.

I locali apriranno ad Osaka dal 9 al 19 dicembre, a Tokyo da inizio gennaio e a Nagoya dal 22 novembre al 25 dicembre.

Insomma, una grande occasione per gli appassionati o chi si trova in vacanza in Giappone proprio in questo periodo dell’anno di celebrare questo grandissimo traguardo!

Vittoria Aiello

[#Nerd30Consiglia] Freedom

Rieccoci con la rubrica dei consigli, questa volta con una serie OAV in 7 episodi prodotta da studio Sunrise, diretta da Shuhei Morita, con character design del grande Katsuhiro Otomo (Akira), distribuito in Italia da Dynit.

Stiamo parlando di Freedom, anime di genere fantascientifico realizzato quasi interamente in computer grafica.

LA TRAMA

L’anime Freedom narra l’avventura di Takeru, un ragazzo che vive su Eden, una colonia lunare. Un giorno, Takeru viene a conoscenza di un grande segreto che potrebbe cambiare le sorti dell’umanità. Sulla Terra, infatti, la civiltà è ormai estinta a causa del cambiamento anomalo del clima.

La storia inizia 160 anni dopo la scomparsa della vita sulla Terra. Takeru, come altri ragazzi, decide di prender parte ad una gara di Beacle, moto da corsa particolari della Luna. Durante una gara, la sua Beacle prende fuoco e viene completamente distrutta. Per questo, Takeru è condannato a 10 ore di lavoro “volontario” al di fuori della cupola lunare. Durante questo giro lunare, Takeru rinviene i resti di una capsula schiantatasi sul suolo lunare. Il giovane scopre, grazie a delle fotografie, che la capsula proveniva dalla Terra, più precisamente dalla Florida. (fonte Wikipedia)

IL COMMENTO

Per il sottoscritto, Freedom è veramente una piccola perla del genere fantascientifico. L’anime si ricollega ad eventi realmente accaduti, in particolare il lancio delle missioni Apollo, ma le utilizza come mezzo per raccontare una grande avventura. Nonostante i pochi episodi, abbiamo una serie veramente ben strutturata, che riesce a concentrarsi prevalentemente sui personaggi, senza ostentare eccessivamente sul viaggio spaziale. Questa è un’opera che funzionerebbe anche se invece di viaggio spaziale si parlasse di navigazione via mare, perché l’uomo resta tale in qualsiasi contesto, con i suoi obbiettivi e la sua voglia di conoscenza, che lo spinge a non smettere mai di cercare qualcosa per cui valga la pena vivere. L’anime contiene inoltre varie critiche, come quella alla “monotonia”, a cui le alte leve abituano i propri cittadini, perché in un certo senso i cambiamenti radicali necessitano di tempi dilatati e di grandi risorse, proprio come i viaggi spaziali, quindi dilaga sempre di più il concetto di:

“stiamo bene come stiamo”

CARATTERIZZAZIONE PERSONAGGI

Le caratterizzazioni dei personaggi sono tutte ottime, forse alcune non eccessivamente approfondite, ma è un risultato quasi miracoloso considerando che si tratta di una serie di soli 7 episodi. In particolare il protagonista Takeru è un personaggio veramente interessante, che in parte incarna lo spirito umano, fatto di scelte a volte assurde, ma che portano a risultati incredibili. In un certo senso l’anime è sintetizzabile in un concetto molto semplice: chi prova a fare qualcosa non avrà nulla da rimpiangere, perché aspettare che sia la Luna a scendere sulla Terra non porta a nulla, siamo noi a doverla raggiungere. Basta cambiare la Luna con qualsiasi altra cosa e viene fuori un grande insegnamento da questo anime.

COMPARTO TECNICO

Per quanto riguarda la tecnica, si tratta di un anime di buon livello. La computer grafica (cel shading) è abbastanza legnosa e a volte i personaggi risultano scomposti nei movimenti, ma la regia riesce a farti abituare facilmente al tutto, oltre ovviamente al design di Otomo. Musiche veramente ottime e ben contestualizzate. Di altissimo livello il doppiaggio italiano. C’è da dire che questo è un anime che punta molto sul lato narrativo, non avrà un lato visivo sbalorditivo, ma è tutto perfettamente al servizio della narrazione.

IN CONCLUSIONE

Freedom è vera fantascienza, non quella che tenta di intrattenere per ore fallendo miseramente, ma quella che lascia qualcosa al cervello da metabolizzare anche dopo la visione.

Un vero gioiellino.

 

Antonio Vaccaro

 

[#Top8Books] Quando il nemico da combattere è il mondo, la fantascienza post apocalittica

Il genere della fantascienza apocalittica è uno dei più seguiti al mondo e anche uno dei più rappresentati al cinema. Basti pensare al grande successo di The Walking Dead.

Stare comodamente seduti in poltrona sgranocchiando popcorn e vedere gente che fa fatica a sopravvivere, sotto sotto piace un po’ a tutti. Forse perché ci fa sentire più tranquilli, perché ci ricorda, a livello del tutto inconscio, che noi invece siamo al sicuro, al caldo in inverno e al fresco d’estate, con cibo e acqua per sfamare un mondo intero. Eppure il messaggio che questo genere si porta dietro è piuttosto importante e decisamente allarmante: la natura prima o poi si ribella e ci porta via tutto con gli interessi.

L’uomo, sempre preso dalla smania di arraffare e di avere più dell’altro, alla fine si autodistrugge.

Naturalmente, ancora prima dell’arrivo dei fumetti, del cinema e delle serie tv, la fantascienza apocalittica veniva affrontata nei libri: a chi scrive, piacciono soprattutto i romanzi redatti tra la fine dell’800 fino a più o meno gli anni’50 del ‘900, quando ancora poco o nulla si sapeva dello spazio, degli alieni o di virus distruttivi. Gli autori dell’epoca mostrano una capacità straordinaria di lungimiranza, trattando temi e situazioni di un’attualità sconcertante.

 Vediamo insieme quali sono i migliori romanzi (almeno per noi), concentrandoci solo su quelli che sono considerati come i precursori del genere: i più ferrati in materia li conosceranno tutti mentre per altri alcuni sono poco o per nulla noti. Insomma c’è un mondo da scoprire!

 

1. L’ultimo uomo – 1826

Sicuramente tutti conoscono Mary Shelley per il suo capolavoro, Frankestein, ma forse pochi sanno che è anche considerata come l’antesignana della moderna fantascienza con il suo romanzo L’ultimo uomo, pubblicato nel 1826.

La storia, divisa in 3 volumi, è ambientata nell’Inghilterra del XXI secolo. Protagonista è Lionel Verney, un ragazzo di Cumberland, che in prima persona ci racconta la solitudine della sua condizione di last man on earth, dopo che una terribile epidemia di peste ha spazzato via l’intero genere umano.

 

2. La guerra dei mondi – 1897

Tornato alla ribalta grazie alla trasposizione cinematografica di Steven Spielberg del 2005, La guerra dei mondi è stato scritto da Herbert George Wells ed è apparso per la prima volta in 9 puntate sul Pearson’s Magazine di Londra, nel 1897. Celebre fu l’adattamento che ne fece Orson Welles nel 1938, durante un programma radiofonico: l’attore statunitense fu così abile nel leggere la storia come fosse un fatto di cronaca, che il popolo degli ascoltatori pensò realmente che si stesse verificando un’invasione aliena.

Il romanzo, infatti, è incentrato proprio sull’arrivo di un popolo extra terrestre che non ha alcuna intenzione pacifica ma anzi cerca solo di distruggere il genere umano.

 

3. La nube purpurea – 1901

Pubblicato in Italia solo nel 1924, La nube purpurea è un romanzo del 1901 di Matthew Philipps Shiel.

Nella Londra dei primi anni del ‘900, un giovane dottore inglese, Adam Jeffs, decide di imbarcarsi in un’avventura esaltante e quanto mai pericolosa: raggiungere il Polo Nord. Nel corso dell’attraversata, però, Adam e compagni si imbattono in una particolare nube dal colore purpureo, che riesce ad uccidere tutto ciò che incontra. Il dottore è l’unico a sopravvivere e durante il faticoso e solitario viaggio di ritorno, si rende conto che l’umanità non esiste più.

 

4. La peste scarlatta – 1912

Anche conosciuto nella variante Il morbo scarlatto, La peste scarlatta è un romanzo breve di Jack London, pubblicato nel 1912 sul The London Magazine e arrivato in Italia circa 15 anni dopo.

Siamo nel 2013 e un terribile morbo chiamato “la morte rossa” ha praticamente falciato l’umanità. Circa sessant’anni dopo, i pochi che sono riusciti a sopravvivere si sono organizzati in villaggi, ma hanno assunto comportamenti assimilabili all’uomo nell’età della pietra. È  in questo contesto che si inserisce il nostro protagonista, James Howard Smith, il quale, intorno a un fuoco, racconta ai nipoti le vicende che hanno preceduto e scatenato la diffusione della pestilenza.

 

5. Io sono leggenda – 1954

Utilizzato molto spesso come fonte di ispirazione nel cinema (scordatevi l’omonimo film del 2007, poiché ne ha preso in prestito praticamente solo il nome e la condizione solitaria del protagonista), Io sono leggenda è un romanzo di Richard Matheson ed è stato pubblicato per la prima volta nel 1954.

In questo (bellissimo) romanzo, l’umanità non è stata del tutto sterminata ma, piuttosto, trasformata: un misterioso batterio ha reso le persone simili ai vampiri che cercano sangue di notte e riposo di giorno. Robert Neville è apparentemente l’unico uomo a essere immune e passa le sue giornate alla ricerca di informazioni e materiali per comprendere la causa e l’eventuale cura per questa assurda e letale infezione.

6. I trasfigurati – 1955

Opera dello scrittore inglese John Wyndham, I trasfigurati è un romanzo pubblicato nel Regno Unito nel 1955.

In un mondo distrutto dalle guerre nucleari, Wyndham ci racconta la storia del giovane David Strorm, appartenente a Waknuk, una delle poche comunità di sopravvissuti. Il villaggio è amministrato secondo rigide leggi religiose, è uno dei pochi a godere di una certa prosperità e basa tutte le proprie credenze sul concetto di purezza, proponendo ai suoi abitanti continui ammonimenti sulla pericolosità dei Mutanti, creature che hanno subito modificazioni dovute alle radiazioni. Per David la vita scorre normalmente, finché scopre di essere lui stesso un mutante e di avere il dono di comunicare a distanza.

7. La morte dell’erba –  1956

Arrivato in Italia nel 1958 con il titolo La peste verde, La Morte dell’erba è un romanzo di John Cristopher (pseudonimo di Sam Youd) ed è stato pubblicato per la prima volta nel Regno Unito nel 1956.

A mettere in ginocchio l’uomo è di nuovo un virus che, questa volta, lo colpisce indirettamente: il Chung-Li, infatti, è una malattia che in un primo momento attacca le piante di riso in Cina e poi si diffonde in tutto il mondo, evolvendo in una forma molto più potente che colpisce tutti i tipi di “erba”, compresi graminacee e tutti i suoi derivati. La conclusione è facile da immaginare: in assenza di cibo, l’uomo apre una lotta senza mezzi termini contro i propri simili. Nel caos generale, John Custance cerca di portare in salvo la famiglia, raggiungendo il fratello nelle campagne londinesi.

 

8. L’ultima spiaggia – 1957

Capolavoro del genere, L’ultima spiaggia è un romanzo del 1957 dello scrittore anglo-australiano Nevil Shute. Ambientata nello stesso anno in cui è stato scritta, la storia racconta un mondo devastato dalla terza guerra mondiale. Il conflitto è stato generato da due potenze atomiche, Albania ed Egitto, che con loro azioni hanno scatenato le reazioni del resto delle superpotenze mondiali. La guerra nucleare non ha risparmiato nessuno, le nubi radioattive si spostano lentamente da uno stato all’altro, spazzando via tutto quello che incontrano. Solo pochi stati non sono stati ancora raggiunti dalle radiazioni e il romanzo ripercorre proprio l’angoscia di coloro che sanno di dover morire. 

Non resta che augurarvi buono shopping in libreria!

Noemi Antonini

 

[#CamperandoilTribush] Camperata di Novembre

SALUTE EVOCATORI!

Questo mese mamma Riot ci ha dato tante GATTE da pelare, ma gli eroi che hanno combattuto nella stagione 7 sono stati premiati e ora siamo “finalmente” nella pre-stagione.

è praticamente cambiato TUTTO

PATCH 7.22

La patch 7.22 è sicuramente la più grossa dell’anno, tutti i campioni hanno subito dei piccoli ritocchi per quanto riguarda le statistiche base, per cui vi consigliamo di leggervi almeno le nuove statistiche dei personaggi che giocate più di frequente, ma la modifica sostanziale di questa patch è l’introduzione delle “rune riforgiate”.

Le vecchie maestrie e rune sono state totalmente sostituite da un nuovo sistema che prevede 4 rami:

Determinazione, ramo essenziale per chiunque giochi tank in quanto fornisce salute e resistenze;

Dominazione, si concentra su danni veloci, ottimo quindi per assassini;

Precisione, si basa sugli attacchi base, da preferire su adc e personaggi che infliggano danni sostenuti;

Stregoneria, fornisce bonus sulle abilità, ottima per i caster;

Ispirazione, è un po’ il jolly delle rune e fornisce bonus su oggetti e incantesimi dell’evocatore.

Nulla vi vieta di giocare ad esempio un ADC con le rune di stregoneria, tutto dipende dall’uso che volete fare di quel campione.

DI CONSEGUENZA ANCHE GLI OGGETTI SI SONO ADATTATI

Gli oggetti da supporto, da letalità e da penetrazione magica sono stati modificati in modo da renderli viabili in seguito ai cambiamenti dei campioni, l’unico oggetto da segnalare è il “cronografo”:

oggetto monouso (ma non è un consumabile) che fornisce l’effetto della Clessidra di Zhonya e con cui è possibile compare anche l’ “angelo custode” e la “lastrapietra del gargoyle”.

VERSO L’INFINITO E OLTRE

Il vecchio sistema dei livelli è stato abolito, ora non ci sta un limite al livello massimo dell’account ed è molto più facile raggiungere il 30, ma man mano che si avanza sarà sempre più difficile avanzare.

INSIEME AL TETTO DEI LIVELLI SPARISCONO ANCHE I PI

I PI sono stati sostituiti dall’essenza blu, che sarà la ricompensa per l’avanzamento di livello, e chi negli anni passati aveva investito nelle rune ha ricevuto un bonus di essenze proporzionale ai PI spesi.

PATCH 7.23

La patch 7.23 invece è veramente leggerissima e punta ad assestare i cambiamenti della patch scorsa.

ALTRE PICCOLE MODIFICHE AI CAMPIONI

Sono poche e veramente insignificanti e alcune erano già state attuate a metà della patch scorsa, è inutile elencarle, ma sappiate solo che ci sono.

LA STORIA SI RIPETE

Come già successo, con l’introduzione delle vecchie maestrie, anche in questa stagione alcune rune risultavano più efficaci di altre (si thunderlord, stiamo parlando di te), per cui:

Aery” viene nerfata, riducendone i danni minimi e massimi (si, era veramente spammatissima) e “Predatore” invece viene buffata riducendone il tempo di ricarica a tutti i livelli (finora non ho mai incontrato nessuno con questa runa, magari ora abbiamo capito il perché).

LE TORRI DEVONO CADERE, MA CON MODERAZIONE

Il gioco col passare del tempo è sempre più diventato un “raggruppiamoci e distruggiamo quella torre” (in genere quella della corsia inferiore), ma ora la RIOT fa un piccolo passo indietro:

le torri hanno più salute e subiscono meno danni dai minion, non sappiamo se questo basterà a scoraggiare la strategia del raggruppamento, ma di sicuro ora le partite dureranno di più, anche perché in molti hanno notato il brusco calo delle durate di una partita.

Anche per questo mese è tutto, speriamo di non ritrovarci altri grossi stravolgimenti nel futuro prossimo, nel frattempo continuate a sperimentare nuove rune per trovare il vostro stile di gioco!

Giulio Ciambrone

[#NerdComics] Incipit, storie interrotte

Chi ben inizia è a metà dell’opera.

Nel panorama fumettistico italiano ci sono moltissime espressioni artistiche originali. Storie che si possono leggere in tre modi diversi, graphic novel trascendentali, fumetti che stravolgono la nostra infanzia… Incipit ha questa originalità e la racchiude in poche tavole.

Questo volume, edito e prodotto dal collettivo Masnada, è un’antologia di 22 storie racchiuse in meno di 80 pagine. Immaginate quindi di racchiudere il nucleo di ventidue pianeti all’interno di una cantina a cui potrete accedere solo attraverso chiavi differenti (che troverete all’inizio di ogni storia). La potenza creativa e la diversità tra le stesse “storie” rende questo volume unico nel suo genere e lo esprime attraverso poche tavole per racconto lasciando al lettore la possibilità di proseguire o meno la storia attraverso la propria immaginazione. Scendiamo nei dettagli.

Incipit: Storie Interrotte, nasce come un’antologia che racchiude in sé i soli inizi di ogni racconto. A volte, come vediamo nel racconto “Lupus ≠ Lupus” di Air Ragues, c’è perfino solo una tavola a trasmettere un intero universo immaginifico e lo fa con un preciso stile e lettering. A briglia sciolta, tutti gli autori hanno potuto variare in generi, strutture e design restando collegati tra loro attraverso un lungo nastro rosso che è la parola (in tutti i suoi significati) “Inizio”.

C’è da dire che non tutte le storie riescono a stupire, ma credo sia anche giusto che dopo una storia come “il vuoto a forma di Dio” di Peteliko o “ninna nanna” di Alex Agni, con un forte impatto metaforico, segua un racconto più leggero e fruibile per prendere respiro. Parlavo di “briglia sciolta” e non era un eufemismo. Lo stile grafico dei racconti s’inverte e muta di autore in autore e perfino di storia in storia degli stessi autori. Troviamo tavole a colori, tavole in bianco e nero, in seppia, quella di “Iä Iä Land” di Cristiano Brignola e Sara Briotti è in tricromia con bianco, nero e rosso, senza parlare della storia di Giovanni Di PietroArt.SF1S3V2” di quale non vi dirò nulla per lasciarvi la sorpresa.

Ogni stile accompagna la storia in maniera efficace e si dimostra veicolo della struttura narrativa slegandosi dai canoni tradizionali e destrutturando le solite gabbie per dare spazio al “tempo breve”. Il ritmo infatti si mantiene sinuoso tra le storie passando dall’azione alla contemplazione in maniera dinamica. Possiamo trovare un esempio nella storia “fool moon” di Bjorn Giordano ed il successivo “Debiti di Marco Orlando e Zio P che mostrano due violenze completamente differenti aumentando prima e rallentando poi il battito cardiaco della fruizione emotiva.

In ultima analisi, l’opera esprime appieno il concetto per cui è nata: contrastare la frase di Niel Gaiman “Finite ciò che state scrivendo, qualunque cosa abbiate da fare, finitelo, finitelo!”. Dimostra che una storia non deve per forza avere una conclusione per poter trasmettere un significato ma che anzi, attraverso il potere dell’apertura e dell’indeterminazione, risveglia i neuroni del lettore facendogli porre una domanda spaventosa:

“Come continuerei questa storia?”

 

Miriam Caruso