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[#5Picks] 5 Titoli in cui l’arte sposa il videogame

Nelle ultime settimane chiunque sia in contatto con l’ambiente videoludico non ha potuto fare a meno di leggere qualcosa sull’opera dei fratelli Moldenhauer: CupHead.

Il titolo, fin da quando è stato mostrato per la prima volta nel 2014 durante l’e3, ha catturato l’attenzione di un pubblico vastissimo grazie alle sue coraggiose scelte stilistiche; le avventure dei fratelli tazza, infatti, ricalcano in tutto e per tutto le prime pellicole animate degli anni 30, emulando il tipico stile dei cartoni prodotti dai Fleischer Studios, acerrimi rivali dei Disney Studios. Ciò che rende degno di nota il gargantuesco lavoro dei ragazzi di MDHR Entertainment, lo studio responsabile dello sviluppo e della pubblicazione del gioco, è l’aver realizzato il comparto artistico di Cuphead con le stesse tecniche utilizzate negli anni ’30: ne sono un chiaro esempio gli sfondi interamente colorati mediante tinte ad acquarello.

 

Tuttavia, le avventure del sfortunato duo, non sono il primo prodotto che mescola intimamente arte visiva e videogiochi ad arrivare sugli scaffali.

Il sottostante quintetto riporta 5 fortunate declinazioni artistiche del mondo videoludico  

 

BENDY AND THE INK MACHINE

Il primo titolo che sposa il concetto di “Videogioco Artistico” sulla lista è il survival-horror Bendy and The Ink Machine. Proprio come nel sopracitato Cuphead, anche nell’opera dei ragazzi di TheMeatly Games cartoon i tempi andati la fanno da padrone, sebbene sia totale l’assenza delle tinte allegre tipiche delle isole Inkwell. Per sottolineare l’importanza che l’inchiostro ha nella trama del gioco e per meglio sposarsi con il mood horrorifico della serie, ogni capitolo versa in una bicromia giallo-nero, con scarsissime eccezioni. Attualmente lo studio ha rilasciato i primi tre episodi dei sei previsti ed è disponibile per PC, Mac e Linux.    

 

TERRAWAY UNFOLDED

In campo artistico, la carta ha sempre ricoperto il ruolo di supporto principale, permettendo all’artista di esprimere su quella superficie porosa la propria visione delle cose. In Terraway Unfolded, remake per Ps4 del fortunato Terraway per PsVita, la carta spodesta finalmente i colori dal trono di miglior metodo d’espressione: ogni cosa presente nel mondo di gioco altro non è che un coloratissimo origami. Accompagnando il piccolo protagonista e la sua lettera, tra una sessione di platforming ed una di raccolta collezionabili, non è raro che l’occhio si perda ad osservare sfondi realizzati tramite quilling o qualche fantasiosa piegatura.   

OKAMI

Narra la leggenda che un tempo l’umanità fosse minacciata da una grande oscurità. Solo l’intervento della divinità shintoista Amaterasu, discesa sul suolo terrestre sotto le spoglie di un lupo bianco, fermò l’avanzata dell’inarrestabile minaccia: questa è la breve sinossi di Okami, gioco realizzato da Clover Studio ed originariamente pubblicato da Capcom per Ps2 e Ps3 e che entra a pieno titolo in questa “rassegna artistica”. I motivi sono presto detti: la grafica cel-shaded, che accompagna il lupo dal pelo candido, rievoca in maniera suggestiva e caratteristica lo stile pittorico sumi-e, tipico del giappone antico. Notevole estro artistico è riscontrabile nel gameplay, basato sull’utilizzo di un “pennello Celestiale” e di conseguenza sul modo in cui la divinità opera i suoi miracoli.    

DRAGON’S LIAR

I titoli precedenti dimostrano come la corretta miscela tra un buon gameplay ed art asset caratterizzanti possano fare la differenza tra un titolo di successo ed uno destinato alla mediocrità. Ma cosa accade quando si sacrifica una delle due componenti in favore dell’altra? Grazie alla celebre serie Stranger Things, ci viene fornito un chiaro esempio di questa casistica: nel primo episodio, infatti, i giovani protagonisti danno fondo ai loro risparmi per affrontare l’epica cerca di Dragon’s Lair. Questo famoso cabinato presentava un limitatissimo gameplay, ridotto alla pressione di un tasto al momento giusto, ma d’altro canto, grazie ad un innovativo supporto video chiamato laserdisc, poteva vantare una presenza scenica pari ad un film d’animazione. Come rendere il tutto più accattivante? Tutte le cutscene di Dragon’s Lair portano la firma di Don Bluth, storico disegnatore Disney.

HYPER LIGHT DRIFTER 

L’ultimo titolo che a parer di chi scrive merita una menzione è Hyper Light Drifter.

Il fiore all’occhiello di Alex Preston, sviluppatore principale del titolo, “mostra”( poiché non si può parlare di reale narrazione data la totale assenza di dialoghi ) la storia di un singolare personaggio soprannominato Drifter, possessore di una tecnologia ormai dimenticata in una landa straziata da un morbo incurabile. Ogni tinta, particella o elemento scenico è mostrato a video tramite un’ispiratissima pixel art, che risulta gradevole persino agli occhi di chi, come il sottoscritto, non venera il retrogame. Senza una timeline da seguire, il giocatore si trova immerso in un mondo popolato da nativi ostili e paesaggi reclamati indietro dalla natura, testimoni assieme al Drifter stesso ed alla sua malattia che qualcosa di disastroso è accaduto, ma che non ci è dato scoprire.

Con Hyper Light Drifter terminiamo qui la nostra rassegna di giochi artistici. Fateci sapere se avete provato uno o più titoli elencati e aggiungete nei commenti la vostra Top 5!

 

Daniele “Icelo” Pezzolla

[#NerdEvents] Lucca Comics and Games 2017, una 51esima edizione da Eroi

Sono passati pochi giorni dalla fine del Lucca Comics and Games 2017, un’edizione da eroi che ci ha visti totalmente immersi nella fiera più grande d’Europa.

Giunta alla 51° edizione, la fiera del fumetto toscana ha raccolto anche quest’anno un grande successo, nonostante la pioggia abbia cercato di ostacolare i tantissimi visitatori giunti da ogni parte d’Italia e non, con 240 mila ticket venduti, infiniti altri visitatori in giro per la città, 700 espositori, 90 location e ospiti di altissimo livello.

Tra le presenze più attese Robert Kirkman creatore della saga a fumetti di “The Walking Dead”, Raina TelgemeierTaiyo Matsumoto, Gabriele Salvatores e i protagonisti delle acclamate serie “Stranger Things” e “Star Trek: Discovery”, poi ancora Salvatore Esposito di Gomorra, Ghali, John Howe, Timothy Zahn, gli italiani Zerocalcare, Leo Ortolani, Sio, Lorenza Di Sepio, Biggio, Dick and Cock, i fratelli Rincione e tantissimi altri.

Assenza imprevista quella di Tite Kubo, autore di Bleach, che per motivi di salute non è riuscito a presenziare la fiera. Nonostante tutto i fan si sono riuniti ugualmente a Japan Town, celebrando l’opera del mangaka giapponese.

Sono stati tantissimi i raduni che hanno impreziosito la fiera, da quello dedicato a The Witcher, Steampunk Italia, Walking Dead, League of Legends fino a Dark Souls.

Tra gli stand, tantissime novità e nuove uscite, con chicche dedicate ai collezionisti e variant da urlo, come quella del nuovo Dylan Dog, con l’urlo del campanello della casa dell’indagatore dell’incubo incastonato in copertina, il nuovo ciclo di Morgan Lost, con un albo dalla copertina in 3d e il Grouchonomicon, le nuove uscite Panini con Topolino, la variant in bianco di Secret Empire di casa Marvel e le innumerevoli uscite indipendenti che hanno atteso Lucca per mostrarsi al pubblico. Tra queste anche il nuovo libro di Alessandra Zanetti, Furibionda di Orgoglionerd, “Mi parli del Tutto“.

Molto particolare lo stand di Stranger Things, che ha raccolto file interminabili di fan davanti le porte del capannone, la Self Area, allestita in una chiesa molto suggestiva, e ovviamente Japan Town, con i suoi piccoli angoli di Sol Levante che hanno riscaldato i cuori di tantissimi appassionati del Giappone, tra riti propiziatori, tè matcha e bellissimi yukata.

L’area games, posta all’esterno delle mura, ha raccolto un’altra importante fetta di pubblico, con i giochi da tavolo più conosciuti e nuove uscite da collezione, come Vudulhu, che a colpi di incantesimi e maledizioni ci catapulta nel mondo di Lovecraft, o il Cluedo di Game Of Thrones. Dadi coloratissimi, di tutte le manifatture, e cofanetti intarsiati per contenerli. L’elenco potrebbe continuare all’infinito, ma passiamo avanti.

Spazio importante è stato dato ai cosplayers, che sono il vero cuore del Lucca Comics and Games, con costumi a tratti geniali e spettacolari tanto da far girare la testa a ogni passo.

La sera la fiera ha continuato a vivere nel cuore della città, con sessioni di larp organizzati dalle associazioni presenti, come Camarilla Italia, concerti in area palco e spettacoli itineranti. Tra questi abbiamo incontrato i Takarabune, un gruppo di ballerini Giapponesi che eseguono a suon di tamburi la danza Awa Odori, ballo giapponese tradizionale tipico dell’Obon Festival, che sono riusciti a smuovere gli astanti con un ritmo incalzante e sempre più adrenalinico. 

Il sabato sera è stato il momento del concertone di punta del Lucca Comics, quello di Cristina D’Avena assieme ai Gem Boy. Sfortunatamente quest’anno l’area ha potuto accogliere solo 3000 spettatori per motivi di sicurezza, ma i fan non si sono scoraggiati e hanno seguito la loro beniamina anche oltre i cancelli dell’area palco. Durante il concerto sono stati rivisitati i pezzi più famosi delle sigle dei cartoni animati, da Sailor Moon a Dragon Ball, da Occhi di Gatto a One Piece, riarrangiando con gusto ogni singolo brano. Un’atmosfera da brividi che ha fatto cantare i presenti, un pubblico prettamente adulto, accompagnando a squarciagola Cristina e Carlo per circa due ore di musica e intrattenimento.

Purtroppo in un articolo non si può racchiudere realmente l’esperienza Lucca Comics, un mondo da respirare, percorrere e vivere di persona. Quindi speriamo di incontrarci ancora, il prossimo anno, per la 52° edizione, che si svolgerà dal 31 ottobre al 4 novembre.

Continuate a seguirci per tutte le novità annunciate in fiera e via col countdown per la prossima edizione!

Miriam Caruso
ph. Daniele Ferullo

Wallace House, Crowdfunding per realizzare il sogno della casa editrice Green Moon Artists

Il web che aiuta le idee a diventare realtà. E’ questo il sogno della casa editrice Green Moon per la realizzazione della sua prima opera, Wallace House, in kickstarer dallo scorso 26 ottobre.

La Green Moon Artists è una giovane realtà editoriale nata dalla volontà di creare e diffondere fumetti, graphic novel e piccoli racconti con lo scopo di promuovere e lanciare giovani talenti emergenti nel panorama nazionale.
Per far conoscere e divulgare le sue produzioni, la Green Moon Artists utilizza il metodo Crowdfunding, così facendo può avvalersi delle piattaforme più rinomate del panorama mondiale, garantendo credibilità, trasparenza finanziaria ed esclusività delle opere.

La prima opera della neonata casa editrice è Wallace House, una storia in tre volumi in cui si intrecciano tanti elementi della tradizione classica, a base di super eroi e di cultura nerd. Una storia originale creata con disegni il cui stile è volutamente caratterizzato dall’incrocio dei tratti delle matite di David Petrangeli e Gabriee Scarafia che si alternano nella trama per conferire all’opera uno spirito divertente, riflessivo e decisamente sopra le righe.
La sceneggiatura è di Davide Mirabello così come il soggetto, nato dalla collaborazione con Gaspare Belmonte, Antonio Galluccio ed Antonio Migliuri.
Wallace House sarà disponibile in Italiano grazie al lettering di Pietro Rotelli ed in Inglese tramite la collaborazione con il noto letterista Mike Montalvo. Inoltre, potrà essere acquistata con una Variant Cover acquerellata dell’illustratore Piero Nudo.

Per il momento la raccolta fondi procede spedita avendo raggiunto, a 19 giorni dallo scadere del crowdfunding, quasi il 50% del budget previsto per arrivare agli €8.500 del “goal” per Wallace House.

Dare una mano, anche con una piccola donazione, può far diventare concreta una grande idea proveniente da talenti in costante crescita.

Media link
Official site: http://greenmoonartists.com/
Facebook page: https://www.facebook.com/GreenMoonArtists/
Kickstarter campagin: https://www.kickstarter.com/projects/greenmoonartist/wallace-house

[#LuccaComics] Manga e Anime, tutte le maggiori uscite italiane del 2018

Da un paio di giorni, la fiera nerd più attesa d’Italia (e non solo) si è conclusa sotto una scrosciante pioggia.

Anche quest’anno le case editrici più importanti hanno lasciato noi gli attesissimi annunci delle pubblicazioni previste per tutto l’anno 2018: stiamo parlando ovviamente di Planet Manga (Panini Comics), Star Comics, Jpop, Dynit, e Yamato video.

Facendo un’enorme riassuntone delle varie conferenze, possiamo dire che abbiamo avuto momenti un po’ “sottotono”, che però sono riusciti a risollevarsi grazie a titoli attesissimi dal pubblico italiano, alcuni addirittura da anni.

Ma bando alle ciance e partiamo subito!

Yamato Video (1 Novembre)

La conferenza Yamato Video ha visto come protagonista l’attesissimo Dragon Ball Super, rilasciato sia in Blu-ray che DVD, in cofanetti da 12 episodi. Sarà proposto ovviamente senza censure video e con sottotitoli il più fedele possibile all’originale. Prossime uscite Home Video saranno quelle di Dragon Ball The Movie & TV Special Collections 1986-1997, ovvero tutti i film e gli special TV usciti nel corso degli anni in un cofanetto da collezione esclusivo.

Acquisite le versioni BD e DVD di Lupin III: La donna chiamata Fujiko Mine, Lupin III: L’avventura italiana e Judo Boy.

Annunciati anche per la prima volta in Blu-ray i film di Card Captor Sakura, Ninja Scroll, Black Jack: La sindrome di Moira, Hurricane Polymar Holy Blood, Kyashan il mito, Tecno Ninja Gatchaman e Time Bokan – le macchine del tempo, Lady Oscar, Nadia il mistero della Pietra Azzurra, Lupin III La prima serie REMASTERED e la serie storica di Yattaman. Nuova edizione per i Jin-Roh, uomini e lupi e la serie completa Mazinkaiser.

Per l’edicola sono previste le serie General Daimos e molto probabilmente Ryu il ragazzo delle caverne.

Man-ga invece proporrà per la stagione invernale le serie   Yattaman (serie classica) dal 16 novembre, Rainbow Days dal 29 novembre, Danganronpa The Animation dal 30 novembre.

Per Yamato Animation sono state acquisite le novità Danganronpa 3, Servamp e Regalia.

Inoltre arriveranno molte serie su TimVision, tra cui Devil Lady, Highschool of the Dead e Tecno Ninja Gatchaman.

Dynit (4 Novembre)

Più tranquilla invece è la conferenza Dynit, che annuncia le prime edizioni in Home Video per Eureka Seven Hi-Evolution, Stablazers 2199: Odyssey of the Celestial Ark (che approderà anche su VVVID), Polymar, Tekkaman e Kyashan. Saranno presenti inoltre La grande avventura del Piccolo principe Valiant (DVD e BD), 20.000 leghe sotto i mari (DVD), Alì Baba e i 40 ladroni (DVD), Gli Allegri Pirati dell’isola del tesoro (DVD), Il gatto con gli stivali (DVD), Continuavano a chiamarlo il Gatto con gli Stivali (DVD), Il gatto con gli stivali in giro per il mondo (DVD), La leggenda del Serpente Bianco (DVD e doppiaggio in italiano), Le meravigliose avventure di Simbad (DVD), Il piccolo Remì e il fedele cane Capi (DVD), tutti sbloccati dopo anni di diritti bloccati. Ancora vediamo In Questo Angolo di Mondo (Gennaio 2018) e La Forma della Voce (Febbraio 2018).

Per quanto riguarda le nuove acquisizioni, vediamo Shingeki No Kyojin: Kakusei no Hoko in uscita in Home Video, Gundam Thunderbolt: Bandit Flower, Tokyo Ghoul The Movie (Live) e lo speciale cofanetto dedicato a Akira 30° Anniversary, che vedrà anche un ridoppiaggio e il lancio al cinema. Vediamo inoltre Fate/stay Night Heaven’s Feel: Presage Flower, Mirai (di Mamoru Hosoda), Kill la Kill.

Sono molto interessati alla seconda stagione di FLCL, ma per la riedizione della prima stagione ci sono problemi di diritti. Ma grande entusiasmo per la terza stagione di Tokyo Ghoul, che sono intenzionati ad accaparrarsi.

JPOP (1 Novembre)

Tra le conferenze più apprezzate c’è sicuramente quella di Jpop, casa editrice che ha avuto molte difficoltà negli ultimi anni a pubblicare con regolarità le sue serie, che però sembra essersi ripresa alla grande con i titoli che è riuscita a strappare ad altri importanti colossi dell’editoria manga.

Da citare subito il ritorno di un “grande interrotto” come Dance in the Vampire Bund, titolo che una decina di anni fa fece il botto e diventando così un piccolo cult del genere. Jpop farà un’edizione in sette volumi, completando così il manga anche da noi.

Tra le interessanti acquisizioni abbiamo Devilman Saga, Killing Stalking Seconda Stagione, Your Name Another Side (novel del fortunatissimo film animato), Armed Girl’s Machiavellism, Blood Bank (web comic coreano), Yatamomo, Kakukaku Shikajika, I Sette Figli del Drago, Le Pomme Prisonnière (entrambi volumi unici), Shimanami Tasogare, Horimiya, Monster Girl, Pokemon Cookbook.

Tutti annunci di un certo spessore, ma sicuramente due sono quelli che hanno determinato la “vittoria” sulle case editrici rivali: Made in Abyss, il cui anime ha sbancato negli ultimi mesi facendosi apprezzare e conoscere al grande pubblico, e The Promised Neverland, primo e vero shounen di punta direttamente da Weekly Shonen Jump, che vende moltissimo a solo un anno dal suo esordio sull’amata rivista.

Per quanto riguarda le serie GP rimaste in sospeso, stanno cercando di chiudere tutte quelle che hanno, ma ovviamente ci vorrà un po’ di tempo.

 

Star Comics (4 Novembre)

E si parte finalmente con gli annunci della Star Comics, uno dei “big” nella pubblicazione di manga nel nostro belpaese.

Annunciato l’attesissimo seguito di Tsubasa Reservoir Chronicles, Tsubasa: WoRLD CHRoNiCLE – Nirai-Kanai, che probabilmente sbloccherà la strada per la pubblicazione delle nuove opere CLAMP, ma ancora è tutto da vedere. Atteso altrettanto è One Piece Gold: Il Film – Anime Comics, Fairy Tail S – Short Stories.

Tra le novità troviamo Cells at Work! – Lavori in corpo (Hataraku saibo), Vita da slime (Tensei shitara slime datta ken) e Comic? – Atsushi Kaneko Extra Works.

Se amate lo stile horror di Junji Ito, siete fortunati, perché finalmente verrà pubblicato un gran numero di opere di questo particolare autore come Uzumaki – Spirale, Fragment of Horror (Ma no kakera), Gyo – Odore di morte.

Annuncio che ha fatto letteralmente saltare i fan dalle sedie è Yona la principessa scarlatta (Akatsuki no Yona), enormemente richiesto e che finalmente calcherà il suolo italiano.

Resa nota anche la nuova edizione di Detective Conan in allegato alla Gazzetta dello Sport o Il Corriere della Sera in edizione RCS.

Altre informazioni sono date per quanto riguarda la Eternal Edition di Sailor Moon: questa pregiata versione del manga sta ritardando a causa della maniacale ricercatezza dei materiali e degli inchiostri di stampa, che l’autrice vuole il più fedeli possibili all’originale.

 

Planet Manga (3 Novembre)

Concludiamo la carrellata di annunci con la Planet Manga, che non ha avuto un’edizione fortunata della fiera a causa di alcuni disguidi con Tite Kubo, ma che non si è abbattuta e ha portato titoli di tutto rispetto.

Particolare è la scelta di alcune riedizioni: Blazer Drive, manga di Seishi Kishimoto, fratello del più famoso Masashi, e Sankarea, entrambi manga editi da GP Publishing in passato.

Le novità sono rappresentate da Assassination Classroom: Meibou no Jikan, Assassination Classroom:Sotsugyou Album no Jikan, Devil’s Line, One-Punch Man: Hero Taizen, Dolly Kill Kill, Funohan: Impossibility Defense, Youjo Senki: The Saga of Tanya The Evil.

Non mancano i classici, come Anna dai Capelli Rossi, Anne no Seishun e Anne no Aijou, saga completa del manga ispirato al famoso romanzo di Lucy Maud Montgomery adattati dall’autrice di Candy Candy e Georgie.

Riprendono anche i romanzi dedicati all’universo di Naruto: Naruto True Stories: Itachi’s Story Daylight, Naruto True Stories: Itachi’s Story Midnight, Naruto True Stories: Sasuke’s Story Sunrise, Naruto Original Novels: Tales of a Chaste Ninja-Dojunjo Ninden, Naruto Original Novels: Konoha’s New Story-Steam Ninja Scrolls.

Inoltre è stato reso noto che le novel di manga che non hanno molto successo è difficile che vengano pubblicate, come il caso di Fullmetal Panic, ma possibilità ci sono per Berserk. Una nuova edizione del manga è improbabile perché poiché in patria non è ancora concluso, mentre per 20th Century Boys stanno valutando se portare in Italia l’edizione Deluxe, che in Francia sta andando molto bene.

Insomma, anche quest’anno il Lucca Comics non ci ha lasciato a bocca asciutta, mentre sicuramente il nostro portafoglio lo sarà eccome… Attendiamo quindi il prossimo anno per godere di queste fantastiche novità!

Vittoria Aiello

Il mondo nerd sbarca a Cerisano con “Riflessi di… storie e realtà”

Domenica 12 dalle ore 15, presso il bar Las Vegas, si terrà il primo evento dedicato al mondo del cosplay e dei fumetti di Cerisano: “Riflessi di…storie e realtà”.

Il progetto nasce da un’idea di Eugenio Colonna e Marco Serravalle, artisti che presenteranno il progetto “The Mirror” e l’omonima rivista edita da “Edizioni Erranti”, e Rosario Belmonte, membro dell’associazione Tradizioni&Futuro.

Insomma, un evento che viene da nomi ben affermati: molti si ricorderanno dei The Mirror a “Le Strade del Paesaggio” o al Cosenza Comics&Games per le loro sessioni di disegno e infatti, Marco ed Eugenio avranno manforte anche da Agostino Filice e Vincenzo “Vigior” Giordano. Un’occasione per imparare qualcosa sulla creazione di fumetti e vedere grandi e talentuosi autori all’opera che, in sessioni di disegno live, daranno spazio a tante altre realtà. Sarà infatti possibile ascoltare i sceneggiatori Giovanni Canadè e Giulia Biondino; imparare qualcosa su maschere grazie a Stefano Luchetta, membro del Nucleo Kubla Khan; portare il cosplay in posti nuovi e scoprire cos’è lo steampunk, ne parlerà infatti Matteo Filicetti, membro anche lui del Nucleo Kubla Khan, aiutato dalla modella Midori Ame; ed infine capire cos’è il magico mondo del LARP, cosa porta esponenti di tutte le generazioni da oltre un ventennio ad avventurarsi in mondi sconosciuti con un esperto del settore che, assieme al modello Arkady Hell Tsepesh, farà una dimostrazione di combattimento larp assieme uno spaccato di gioco come invito a provare l’ebbrezza di diventare un eroe per un giorno.

Ma non è tutto, perché come spesso accade in eventi del genere è l’arte la vera protagonista: musica dal vivo con Alessandro Greco, chitarra dei Black Hole, cover band cosentina dei Pink Floyd il quale accompagnerà una sessione di sketch live. E ancora libri, l’oggettistica del “laboratorio di Sakura&Ophelia”, foto professionali del quartetto “4 another vision”.

Il programma è davvero pieno e promette bene, come per altro aspettarsi da un team come quello messo in piedi.

 

Alfredo Fred Arturi

 

[#JapanTime] Halloween nella cultura Nipponica

Anche quest’anno è arrivato Halloween. Nata come ricorrenza anglosassone, ormai la festività più ”paurosa” dell’anno è stata esportata in quasi tutto il mondo. In questo nuovo Japan Time esploreremo le tendenze più paurose ambientate nel Sol Levante.

In Italia è ancora poco riconosciuto e ci sono anche molte controversie di carattere religioso, ma nonostante questo Halloween sta diventando sempre più presente nel nostro Paese, specialmente dal punto di vista commerciale.
In Giappone la situazione non è molto diversa dalla nostra, anzi, questa particolare festività è ancora più sconosciuta; nei piccoli centri, infatti, molti degli abitanti non conoscono nemmeno l’esistenza di tale ricorrenza. Nelle grandi città nipponiche, contrariamente, Halloween è l’occasione perfetta per addobbare i negozi a tema, per organizzare feste in tantissimi locali e per mettere in mostra grandi parate e sfilate, tipiche della cultura giapponese.

Tra i bambini, però, l’usanza del “trick or treat” (dolcetto o scherzetto) è perlopiù sconosciuta

Nei dintorni di Tokyo si tengono varie sfilate in costume a tema Halloween, che si svolgono uno o due giorni prima del 31. Vediamole nel dettaglio:

La Hello Halloween Pumpkin Parade ad Harajuku, lungo la strada di Omotesando

E’ la più antica parata a tema e vi possono partecipare adulti e bambini. Alla fine della manifestazione seguirà il classico “dolcetto o scherzetto” per i negozi della zona.

La Roppongi Hills Halloween Parade, a Roppongi, che dedica tutto il mese di Ottobre ad Halloween 

Si possono assaporare deliziosi menù a base di zucca in molti ristoranti, tutto il quartiere viene addobbato a tema,  tante persone mascherate invadono le strade della città e, infine, nella Roppongi Hills, si tiene una parata a cui partecipano circa duecento persone tra adulti che bambini.

La Kawasaki Halloween Parade, la sfilata più grande e più famosa a tema Halloween del Giappone

A Kawasaki circa diecimila persone assistono a una parata composta da tremila manifestanti che sfilano per le strade della città, sulla musica di vari DJ. Dopo la manifestazione, la festa continua sulle note degli stessi DJ che hanno animato la parata fino alla fine della serata.

Molti eventi a tema vengono organizzati nei parchi divertimento americani presenti in Giappone. Il Tokyo Disneyland viene addobbato ogni anno, per tutto il mese, da zucche, scheletri e vari elementi a tema. Gli Universal Studios a Osaka, poi, subiscono più o meno la stessa trasformazione horror.
La festa di Halloween in Giappone è quindi molto simile a quella italiana, non una vera e propria ricorrenza attesa e festeggiata come negli Stati Uniti, ma giusto un modo per passare una giornata diversa, magari travestendosi da personaggi dell’orrore.


Ovviamente, come abbiamo visto, i giapponesi inseriscono in qualsiasi celebrazione anche la loro cultura, non lasciandosi mai contaminare del tutto.

                                                                                                                        Paolo Gabriele De Luca

[#Anime] La Forma Della Voce (A Silent Voice), la Recensione

Bullismo, redenzione, comunicazione. Tanti sono i temi affrontati da La Forma Della Voce, film anime prodotto da Kyoto Animation, con regia di Naoko Yamada.

Il film è l’adattamento dell’apprezzatissimo manga in 7 volumi di Yoshitoki Ōima, che in Italia è stato distribuito con il titolo di A Silent Voice. Il film è stato proiettato nelle sale italiane grazie a Dynit e Nexo Digital, che non finiremo mai di ringraziare per il grandissimo contributo alla diffusione dell’animazione nipponica nella nostra penisola.

LA TRAMA

Shoya Ishida è un bambino come gli altri: va alle scuole elementari, ha amici e una famiglia. Un giorno nella sua classe arriva una nuova compagna: Shoko Nishimiya, una bambina sorda che comunica solamente scrivendo su di un quaderno. Inizialmente Shoko sembra venire accettata dai compagni, ma giorno dopo giorno comincia a essere vittima di maltrattamenti, soprattutto da parte di Shoya, che le rompe ripetutamente i costosi apparecchi acustici. Anche gli altri compagni non saranno da meno, rimanendo nell’indifferenza della classe.

Shoko soffre, pur non ribellandosi. Ma alla fine sarà sua madre, scoprendo gli atti di bullismo cui sua figlia è stata sottoposta, a generare la reazione che le farà cambiare scuola. Shoya viene indicato dai compagni come l’unico responsabile di questa scelta, allontanato dal branco che prima era compatto nel bullizzare Shoko. Da quel momento la vita di Shoya cambia: inizia a essere isolato e maltrattato a sua volta da quelli che erano i suoi amici ed essere preso di mira lo porta a chiudersi in se stesso. Questa sua mala fama lo accompagnerà fino alle superiori, spingendolo quasi al suicidio. Profondamente pentito di quel che fece a Shoko, decide finalmente di andare a trovarla nella sua scuola superiore per chiederle perdono, con la volontà di iniziare il suo percorso di redenzione per gli errori del passato. (fonte Wikipedia)

IL COMMENTO

La Forma Della Voce è da considerarsi un film riuscitissimo.

Partendo dalla tematica del bullismo, che alla fine risulta essere quasi un “macguffin”, si dipana una storia di redenzione veramente interessante, che riesce a far presa anche grazie ad una gestione emotiva veramente raffinata. Nelle battute iniziali il nostro Shoya viene mostrato come il classico ragazzino delle elementari, che agisce senza pensare alle conseguenze, prendendo di mira la povera Shoko quasi per gioco. Il passo più importante per il cambiamento del personaggio avviene grazie a sua madre, costretta a privarsi dei propri risparmi e a strapparsi gli orecchini per rimborsare la madre di Shoko degli apparecchi acustici andati persi. La Yamada riesce, grazie alle sole immagini, a farci intuire che è il ragazzo a provare la sofferenza maggiore:

quella di aver costretto la persona più importante a farsi del male per rimediare ad un proprio errore.

Un piccolo gesto che ha una grande conseguenza. Il film è pieno di piccoli gesti, ma sono proprio quelli che alla fine risultano essere i più importanti per la crescita dei personaggi. In questo caso notiamo anche la forza del personaggio della madre di Shoya, che riesce ad educare il proprio figlio con un semplice sguardo amorevole, forse lo sguardo più importante della vita del protagonista, in cui la madre pronuncia semplicemente “farai il bravo bambino da domani, vero?”. Il film parla anche dei problemi di comunicazione di Shoya e Shoko, il primo a causa del suo isolamento dal mondo, la seconda a causa di un problema fisico. Sarà proprio questo problema comune a fortificare l’intesa tra i due, che in un certo senso affronteranno questo percorso insieme. Nella pellicola la parola “insieme” ha un significato fondamentale, perché nessuno può vivere senza avere qualcuno con cui stare insieme, che sia esso un amico o qualcuno di ancora più importante. Il film insegna a cercare quel qualcuno senza chiudersi in se stessi, perché ci sarà sempre una persona pronta ad accoglierci. L’evoluzione del personaggio di Shoya si concretizza anche grazie ai suoi amici, che prima non erano altro che delle persone con una “X” sul volto, ma che in un modo o nell’altro gli faranno alzare lo sguardo, scoprendo quanto potessero essere reali i loro occhi.

 

Il film scorre che è una meraviglia, emozionando in diverse occasioni.

Parlando dei difetti, a volte abbiamo delle reazioni umane forse troppo esagerate e dei dialoghi poco ispirati, ma stiamo comunque osservando un gruppo di ragazzi delle superiori. Quante volte ci sarà capitato di pensare a quanto siano stati stupidi dei comportamenti che abbiamo avuto in passato? Forse è anche giusto che ci siano questi difetti, che probabilmente danno ancora più valore al film.

COMPARTO TECNICO

Quando si parla di Kyoto Animation c’è veramente poco da recriminare sulla tecnica. La regia della Yamada ha un taglio fortemente cinematografico, grazie all’utilizzo di filtri che simulano la profondità di campo, sempre molto stretta sui personaggi, riuscendo a valorizzare ogni singolo sguardo. I fondali risultano essere curatissimi quando vengono mostrati in campo lungo, mentre sono volutamente sfocati quando abbiamo i personaggi in campo, a volte con un effetto “bokeh” veramente impressionante per un film d’animazione.

Una regia veramente di gran classe, degna di quei registi che fanno della messa in scena il loro punto di forza, invece di concentrarsi principalmente su effetti strabilianti ma poco funzionali. Animazioni molto buone, anche se si notano dei cali di qualità in alcuni cut, ma niente di insopportabile. Musiche fantastiche ed evocative, in particolare l’ost “Lit”, vera colonna sonora del film. Come sempre un sontuoso lavoro in fase di doppiaggio e adattamento, come ci si aspetterebbe da una distribuzione Dynit, sempre pronta ad offrirci una versione italiana dignitosa almeno quanto quella originale.

IN CONCLUSIONE

La Forma Della Voce è un film veramente eccezionale, sicuramente non un capolavoro, ma è la classica pellicola che riesce ad accontentare tutti, dal ragazzino di 10 anni alla persona anziana.

Antonio Vaccaro

https://youtu.be/uC_n1oElUiQ

[#Anime] Made In Abyss, la Recensione

Con la fine della stagione estiva termina anche uno dei migliori anime dell’anno, che purtroppo non ha avuto il seguito che meritava, probabilmente per il fuorviante design bambinesco dei personaggi, ma che ha ben poco da spartire con il tono generale dell’opera.

Stiamo ovviamente parlando di Made In Abyss, anime in 13 episodi prodotto da studio Kinema Citrus (famoso per aver co-prodotto insieme a Bones quella perla di Tokyo Magnitude 8.0, di cui parliamo qui), adattamento dell’omonimo manga di Akihito Tsukushi, trasmesso sulla piattaforma di streaming legale VVVVID in giapponese con sottotitoli in italiano.

LA TRAMA

L’Abisso rimane l’ultimo luogo inesplorato del mondo. Si tratta di un enorme sistema di caverne, dalla profondità mai determinata, popolato da reliquie e straordinarie creature. Generazioni di esploratori si sono calati nelle viscere dell’Abisso, ma solo i più coraggiosi hanno preso il nome di “Cave Raiders”. Sul limitare dell’Abisso, sorge il villaggio di Oosu. Qui è cresciuta una piccola orfana di nome Rico, il cui sogno è diventare una grandiosa esploratrice come la mamma scomparsa. Mentre è in una delle sue perlustrazioni, incontra un bambino non del tutto umano.. (Fonte VVVVID)

IL COMMENTO

Made In Abyss è una storia di avventura ed esplorazione degna di un romanzo di Jules Verne. La visione del primo episodio riesce subito a catturare l’attenzione sulla vicenda, con l’interessantissimo incipit e una struttura a livelli che riesce a far presa con facilità sullo spettatore, che si trova di fronte una storia semplice e lineare ma con colpi di scena ben assestati e situazioni al cardiopalma. L’anime è fortemente basato sul concetto dell’ignoto, di cui l’uomo è spaventato ma allo stesso tempo incuriosito, ed è proprio questa curiosità che ha portato gli esseri umani ad esplorare il mondo e lo spazio, perché la paura non può fermare la sete di conoscenza. Come già anticipato, nonostante il design bambinesco dei personaggi, non ci troviamo mai di fronte a situazioni edulcorate, ma abbiamo dei momenti veramente terrificanti, in particolare per gli effetti di risalita tra i vari livelli dell’Abisso, che prendono probabilmente spunto dalle patologie di decompressione delle immersioni subacquee. L’anime riesce inoltre a commuovere in alcune situazioni, ma anche a stemperare la tensione con delle gag leggere e mai fuori luogo. L’autore dimostra inoltre una grande fantasia nella costruzione scenografica e con le varie creature che popolano l’Abisso, alcune veramente interessanti e ben studiate.

 

 

I due personaggi principali sono caratterizzati alla perfezione e nel loro viaggio incontreranno dei comprimari veramente affascinanti, ognuno con un background ben articolato. Inoltre l’Abisso non sembra essere l’unico nemico presente, anche se avremo maggiori informazioni in una eventuale seconda stagione.

COMPARTO TECNICO

Sulla tecnica c’è veramente poco da discutere. Ottima regia, che riesce a dare grande enfasi in alcune scene, in particolare nei momenti in cui Reg utilizza il “cannone crematorio”, che hanno una fase di preparazione che rende esaltante l’esplosione di energia scagliata dal ragazzino.

Oltretutto lo studio delle inquadrature riesce a farci entrare perfettamente nella situazione e a farci immergere nei fatti narrati. Le animazioni sono veramente di ottimo livello, complice la semplicità del character design, che ha consentito agli animatori di fare un ottimo lavoro sia sui movimenti che sul character acting, dove i personaggi dimostrano un’espressività pazzesca nonostante le poche linee. Bellissime le musiche e tutto il comparto sonoro.

IN CONCLUSIONE

Made In Abyss rientra senza alcun dubbio tra i migliori anime dell’anno. Attendiamo con impazienza una seconda stagione, per vivere ancora le avventure di Riko e Reg.

Antonio Vaccaro

[#CiNerd] IT, la recensione

Atteso da milioni di fan, l’adattamento cinematografico di uno dei romanzi più famosi al mondo è già campione di incassi e 1° in classifica al Box Office in Italia.

C’era da aspettarselo, in tanti erano e sono curiosi di vedere se Andy Muschietti è riuscito a vincere la sfida con una delle storie più complesse di Stephen King, in cui amicizia, amore e paura si fondono in una spirale perfetta.

 

“ANCHE VOI GALLEGGERETE”

IT – LA TRAMA

Siamo nel Maine e precisamente nella contea di Derry nell’Anno del Signore 1988. Il piccolo Georgie, nell’ormai famoso impermeabile giallo, esce di casa in una giornata di pioggia torrenziale per giocare con una barchetta di carta appena fabbricata dal fratello Billy, costretto a letto da un’influenza. Georgie lascia che la sua preziosa barchetta segua i piccoli torrenti creati dalla pioggia finché non finisce in un tombino. Georgie prova a prenderla e…il resto è storia, tutti noi sappiamo che la vicenda non finisce nel migliore dei modi e da quell’episodio sembra che qualcosa sia “tornato” a Derry per sterminare bambini e ragazzi. È il mostruoso pagliaccio Pennywise (Bill Skarsgård), il Male per eccellenza, in grado di trasformarsi nella paura di chi gli è di fronte. E il Male torna ogni 27 anni nella cittadina di Derry, quasi cadesse in un lungo letargo per poi svegliarsi più spietato e affamato di prima. Ma questa volta le cose andranno in modo diverso, a contrastare il pagliaccio assassino ci sarà il Club dei Perdenti, una banda di sgangherati ragazzini perseguitati dai bulli, ma uniti da un profondo senso di amicizia destinato a consolidarsi sempre di più.

IL COMMENTO

Iniziamo subito col dire che girare un film tratto da un libro è molto difficile, è molto complesso rendere tutto quello che la carta stampata offre alla mente di chi legge.

Nel caso di IT la sfida è a dir poco impossibile: un film, anche se diviso in due parti di 2 ore, non sarà mai in grado di restituire al pubblico una versione totalmente dignitosa delle oltre 1000 pagine del romanzo (nota: perché non trarne una serie tv?). Ma tant’è, Andy Muschietti ci ha provato, non ha completamente fallito, ma nemmeno centrato appieno l’obiettivo.

 

La versione “moderna” di IT, come quella storica del 1990, è ambientata negli anni ’80 e non nei favolosi ’50, epoca dell’infanzia dello stesso Stephen King. Scelta dettata dallo scopo di offrire agli spettatori dei personaggi più vicini al loro vissuto, oltre che alla loro epoca, ma forse anche spinta dall’ondata di nostalgia per gli anni’80 che più o meno ritroviamo un po’ ovunque, come nel fenomeno Stranger Things. E in effetti il lavoro di Muschietti a livello di fotografia non si discosta troppo dall’acclamata serie targata Netflix, complice anche la presenza di Finn Wolfhard nei panni dell’eccentrico e irriverente Richie Tozier, personaggio azzeccato, forse anche troppo, tanto da mettere in secondo piano il vero protagonista della vicenda, cioè Billy. Jaeden Lieberher ha fatto un ottimo lavoro ma, comunque, rimane un po’ in disparte, schiacciato anche da Sophia Lillis, fantastica interprete di Beverly Marsh e, a sorpresa, da Jeremy Ray, il goffo e tenero Ben. Un po’ messi all’angolo anche Stan, Eddie e Mike, interpretati rispettivamente da Wyatt Olef , Jack Dylan Grazer e Chosen Jacobs, dei quali però abbiamo avuto modo di vedere alcuni aspetti interessanti, come il rapporto di Eddie con la madre.

 

A proposito di caratterizzazione, quello che manca a questo “nuovo” IT, è proprio un reale approfondimento dei personaggi e del loro vissuto. Non che in due ore ci si potesse aspettare di meglio, però il romanzo di King gira tutto intorno alle paure dei Perdenti e non aver descritto, o peggio l’averne inventato (!), alcune delle fobie è stata veramente un’occasione persa: in questo modo il film non ha trasmesso appieno quel senso di ansia, di terrore o meglio quel senso di “non so cosa sia ma so che c’è” che è proprio l’essenza di tutta la storia. Non ha trasmesso neanche l’idea di fondo che a Derry siano tutti un più inclini alla cattiveria, proprio a causa della presenza di IT: ne è un esempio il personaggio di Patrick Hocksetter che, da psicopatico (se non avete letto il libro, fatelo e vi renderete conto), viene ridotto a “semplice” bulletto di quartiere con il vizio di usare una bomboletta spray e un accendino per provocare delle fiammate.

Non aver caratterizzato fino in fondo i personaggi ha lasciato all’angolo anche un altro aspetto fondamentale: l’amicizia tra i protagonisti.
Un po’ come la diga dei Barren, che i Perdenti costruiscono insieme giorno per giorno, anche il loro legame è qualcosa che va in crescendo a mano mano che si prosegue con la storia e piano piano prende forma e si fortifica.

 

Ovviamente non tutto è perduto e la pellicola si salva sia perché regala comunque quei momenti di sana adrenalina.

Soprattutto per la presenza del bravissimo Bill Skarsgård che, seppur pressato dal confronto con l’indimenticato Pennywise di Tim Curry, è stato in grado di calarsi nei panni del pagliaccio ballerino, destreggiandosi in modo ottimo tra espressioni e sguardi (lui stesso ha dichiarato di non aver dormito per molte notti durante le riprese del film a causa di un’immersione nel personaggio fin troppo profonda). Certo, a tratti il pagliaccio scade più nella comicità che non nell’orrore, ma d’altronde che c’è di più pauroso  di una cosa spaventosamente ridicola che attira con l’inganno dell’ironia e ti divora con la spietatezza della follia?

Piccola nota sulla versione italiana: a mio avviso il doppiaggio è veramente pessimo, soprattutto per quanto riguardo il Club dei Perdenti!

Insomma, attendiamo con ansia la seconda parte, in uscita fra 2 anni nel 2019, che riguarderà i Perdenti ormai cresciuti, 27 anni dopo, nuovamente alle prese con IT. Seppure con le sue mancanze e le sue omissioni, il lavoro di Muschietti vale la pena di essere visto perché in parte è riuscito a restituire in modo dignitoso uno dei capolavori di Stephen King.

Noemi Antonini

 

[#NerdInterview] Intervista a Lorenza Di Sepio (Simple&Madama) [VIDEO]

Durante le Strade del Paesaggio abbiamo incontrato una nostra cara conoscenza: Lorenza Di Sepio, disegnatrice dei dolcissimi Simple&Madama.

Ci ha raccontato dei suoi progetti in arrivo e del suo ultimo albo, Febbre da Matrimonio.

Chi sono Simple&Madama e come nascono?

Simple&Madama è un progetto nato sul web, sono pillole di quotidianità. I personaggi rappresentati sono fidanzatini, li uso per parlare delle situazione che possono accadere tutti i giorni oltre al contesto della semplice relazione tra i personaggi. Pillole che sono diventate libri illustrati. Dal web sono passata in libreria, seguendo un percorso che procede bene.

Parliamo del tuo ultimo albo, Febbre da Matrimonio. Un lavoro più maturo che va a rispondere a delle domande che solitamente si pone una coppia nel mondo adulto. 

Non voglio spoilerare perché se entro troppo nel dettaglio potrei svelare i colpi di scena presenti nel libro. E’ una pubblicazione che ho voluto fare a tema matrimonio perché so che ci sono molti ragazzi della mia fanbase che si stanno sposando, ho avuto anche molte richieste di realizzare partecipazioni o inviti a matrimoni. Mi sembrava carino fare un regalo a chi mi segue e nello stesso tempo chiudere il cerchio nella storia dei miei personaggi. Il primo libro trattava del primo appuntamento, il secondo trattava l’evoluzione del rapporto, nel terzo la vacanza insieme e nel quarto appunto il matrimonio, non visto come la fine del divertimento nella coppia. Questo libro non parla solo di matrimonio, ma quest’ultimo costituirà un pretesto per raccontare altre storie. Ho cercato di ricreare una situazione imbarazzante, in questo caso una cena di classe, situazione che io stessa associo a una sensazione di disagio, e da lì scatenare una serie di equivoci più o meno voluti.

Questo albo può rappresentare un mezzo per esorcizzare le pressioni sociali che subisce una coppia?

Si, assolutamente. Va a scherzare su questa cosa dei parenti o amici che ti chiedono quando ti sposerai o avrai un figlio. Il messaggio finale va a sdoganare le richieste che la società ti pone, in tono molto scherzoso.

Hai realizzato anche un gioco da tavola. Com’è stato illustrare un gioco? 

E’ stato divertentissimo anche perché è stato un lavoro minuscolo rispetto alla portata di un libro. Io di solito per un libro mi chiudo per due o tre mesi. Quando mi hanno detto che dovevo illustrare diciassette carte per me è stata una passeggiata, le ho create in meno di una settimana. Il lavoro più duro è stato mettermi d’accordo con Marco Mingozzi, autore del gioco, che aveva una visione più “piccante” delle domande, infatti quando mi ha posto la lista di domande e risposte mi sono un po’ vergognata. Ci siamo così messi a tavolino e abbiamo sistemato insieme domande e risposte, rendendole più leggere, lasciando uno scenario aperto a chi vuole fare un gioco più piccante e divertente con la versione a domande aperte. In fiera abbiamo fatto sessioni di gioco con i fan divertentissime perché, anche tra persone che non si conoscevano, uscivano fuori certe affinità. E’ stato molto divertente sia lavorarci che testarlo in fiera.

Hai in programma collaborazioni con disegnatori italiani? 

Al momento non ho in corso collaborazioni con altri disegnatori, ma tanti progetti in corso come quello col Museo del Fumetto e Poste Italiane sul cyber bullismo e cyber security. Tanti progetti ma non con autori e altri artisti del settore. Una cosa che mi incuriosirebbe sarebbe trovare una persona che mi scrivesse una bella storia. Vorrei fare un fumetto un po’ diverso. Sto anche lavorando per creare un fumetto più serio, sia nello stile che nel disegno, però mi piacerebbe sperimentare un po’ le collaborazioni. Continuerò sempre con Simple&Madama, ma voglio dimostrare anche di saper disegnare altro. Mi cimenterò in un volume che si discosterà molto dai miei lavori abituali.

Intervista a cura di Miriam “My” Caruso
Video e Montaggio a cura di Daniele “Ink” Ferullo