Archivi tag: Platì

Sciolti per mafia i comuni di Limbadi e Platì

ROMA –  Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’Interno, Marco Minniti, ha sciolto per infiltrazioni mafiose i Consigli comunali di Limbadi e Platì.

A Limbadi lo scoppio di una bomba che ha ucciso Matteo Vinci

Limbadi era stato al centro dell’attenzione nelle settimane scorse dopo che il 4 aprile era morto un uomo di 42 anni, Matteo Vinci, ed era rimasto gravemente ferito il padre Francesco, di 70, a causa dello scoppio di una bomba collocata sotto l’automobile sulla quale viaggiavano i due. Mentre il Comune di Platì é stato sciolto più volte per mafia in passato, per Limbadi è la prima volta. L’unico precedente risale al 1983, quando il Consiglio comunale appena eletto non si potéinsediare per l’annullamento della elezioni comunali per la presenza tra gli eletti di persone ritenute legate alla ‘ndrangheta.

Il sindaco di Limbadi, «un atto ingiusto»

L’attuale sindaco di Limbadi, Pino Morello, ha contestato fortemente la decisione del Consiglio dei Ministri. «Noi la ‘ndrangheta – ha detto – l’abbiamo sempre combattuta con i fatti e non con le parole. Faremo subito ricorso al Tar e vinceremo».

Foto (http://www.lametino.it/Cronaca/disposto-accesso-antimafia-al-comune-di-limbadi.html)

Detenevano armi e droga, arrestati

PLATÌ (REGGIO CALABRIA) – Due persone, Domenico Perre, 54 anni, e Giuseppe Maviglia (39 anni), con residenza a Novara, sono stati arrestati dai carabinieri di Locri con l’accusa di detenzione e traffico di droga oltre alla detenzione illegale di armi clandestine: i due sono rispettivamente zio e nipote. Perre si è reso latitante nel periodo che va dal 1991 al 1994. L’indagine è iniziata dopo che l’11 maggio dello scorso anno i carabinieri di Platì ritrovarono otto fucili di vario calibro con matricola punzonata, un fucile Winchester, una pistola calibro 22, un cannocchiale ed un puntatore laser per armi, un rilevatore satellitare Gps, con 500 cartucce di vario calibro, 2,7 chili di eroina, 2,5 chili di canapa indiana e 700 grammi di cocaina. Armi e droga furono scoperte essere in una zona demaniale limitrofa all’abitazione di Perre. Le indagini, come affermato dagli stessi investigatori, hanno portato alla luce indizi indirizzati verso Perre e il nipote. (foto di repertorio)

Platì, funerali a porte chiuse per presunto affiliato di ‘ndrangheta

Si sono svolti stamattina nel cimitero di Platì, in forma strettamente privata e senza corteo funebre, i funerali di Giuseppe Barbaro, di 54 anni, presunto affiliato all’omonima cosca della ‘ndrangheta, padre di quattro figli, morto giovedì scorso, a causa di un male incurabile, nel carcere di Vibo Valentia. A disporre i funerali privati per Barbaro è stato il questore di Reggio Calabria, Raffaele Grassi, motivando la decisione con «i trascorsi giudiziari e lo spessore criminale del defunto ed a garanzia dell’ordine e della sicurezza pubblica». Ai funerali, in base alle disposizioni del questore Grassi, hanno potuto partecipare soltanto i più stretti familiari di Barbaro. «Il divieto – è detto in un comunicato della Questura reggina – è stato emesso a conferma della linea già adottata in circostanze analoghe».

L’Antimafia ascolterà i sindaci dei comuni sciolti. Si comincia da Platì

ROMA – La commissione parlamentare Antimafia presieduta da Rosy Bindi ascolterà tutti i sindaci eletti nei Comuni sciolti per infiltrazioni mafiose. Si comincerà martedì 21 giugno, a partire dalle ore 14, con il comune di Platì: verranno ascoltati il prefetto Anna Palombi, ex commissario straordinario, il viceprefetto Luca Rotondi e l’attuale sindaco, eletto il 5 giugno, Rosario Sergi. Le audizioni serviranno ad approfondire le criticità da affrontare – spiega la commissione – e gli impegni che le nuove amministrazioni intendono assumere sul versante della legalità e del contrasto ai condizionamenti criminali.

Platì, continua la bagarre sindaco-minoranza

PLATÌ (RC)- Non c’è pace per il piccolo comune di Platì. Dopo 13 anni di commissariamento, finalmente è stata eletta una giunta, con Rosario Sergi che ha vinto le elezioni. Però i 4 consiglieri di opposizione, capitanati dalla candidata sconfitta Ilaria Mittiga, sono già pronti a dimettersi: «è un diritto che ci concede la democrazia – ha dichiarato la Mittiga – e soprattutto a livello personale seguo alcuni principi e alcuni valori che nulla hanno a che vedere con il sindaco eletto». Pronta la risposta di Sergi: «La mia avversaria sarebbe entrata in Consiglio solo se avesse vinto le elezioni. È una cosa antidemocratica: se così fosse non esisterebbe un Parlamento con maggioranza e opposizione». Insomma, la democrazia, a Platì, continua ad essere “sospesa” come troppo a lungo negli ultimi tempi.

Elezioni, a Platì eletto Rosario Sergi sindaco. Il primo dopo dieci anni

PLATI’ (RC) – Platì, centro della Locride considerato ad alta densità mafiosa, torna ad avere un sindaco democraticamente eletto dopo dieci anni di gestione commissariale. Il nuovo primo cittadino è Rosario Sergi, che ha ottenuto 1.275 voti, con una percentuale del 63,4%. Sergi ha sconfitto Ilaria Mittiga, figlia dell’ex sindaco Francesco la cui amministrazione fu sciolta nel 2003 per infiltrazioni mafiose. Nel 2015 a Platì non si era potuto votare perché non erano state presentate liste.  Il centro della Locride, comunque, resta sotto osservazione da parte della Commissione parlamentare antimafia, che ha rilevato anomalie in alcune candidature tra cui quella dello stesso Sergi. Nelle settimane scorse si era ritirata dalla competizione elettorale Annarita Leonardi, la cui candidatura a sindaco era stata presentata alla Leopolda dal premier Matteo Renzi. Leonardi aveva deciso insieme ai vertici del Pd di non partecipare «per la venuta meno delle condizioni politiche». Dato da registrare, l’affluenza record alle urne: oltre 2000 i votanti su 3.800 abitanti.

Platì, Leonardi: «Dopo la Leopolda boicottata da Pd calabrese»

ROMA – «Dopo la Leopolda alcuni esponenti del mio partito in Calabria si disperavano pubblicamente dicendo che la mia candidatura a sindaco era un’operazione di marketing che danneggiava l’affrontare i veri problemi del territorio». E’ la denuncia ribadita, durante Omnibus su La7, da Anna Rita Leonardi la candidata al comune di Platì lanciata da Matteo Renzi durante l’ultima Leopolda che negli ultimi giorni si è ritirata dalla competizione elettorale. «Non solo non sono stata sostenuta da esponenti del mio partito» ma «addirittura boicottata» e questo «in un territorio complesso come Platì ha complicato ancora di più le cose». E’ mai stata minacciata o, come hanno sostenuto alcuni, ha cercato voti dove non doveva? «Questo no, assolutamente no» ha concluso.

Platì, si ritira la candidata Pd presentata alla Leopolda da Renzi

PLATI’ (RC) – Anna Rita Leonardi, la cui candidatura a sindaco di Platì, centro della Locride ad alta densità mafiosa, era stata presentata alla Leopolda dal premier Matteo Renzi, ha deciso di ritirarsi dalla competizione elettorale. Ad annunciarlo è stata lei stessa con un post sul suo profilo facebook. «A poche ore dalla presentazione delle liste, con i documenti ritirati e tutto pronto per la consegna – scrive Anna Rita Leonardi – sono profondamente rammaricata di dover comunicare che non concorrerò alle elezioni a sindaco di Plati. Questo annuncio, inaspettato e improvviso, arriva dopo un anno di lavoro passato sul territorio e dopo un investimento reale e concreto da parte del Partito Democratico, a partire da quello del nostro segretario nazionale. Giorni fa, a seguito di alcuni elementi emersi, sono stata convocata ad una riunione a Roma ed insieme ai vertici del partito abbiamo dovuto constatare che non c’erano più le condizioni politiche e di agibilità per svolgere serenamente la campagna elettorale. La decisione di ritirarmi – scrive ancora Anna Rita Leonardi nel suo post su facebook – nasce anche a seguito di alcune vicende che, da un anno e per un anno, continuano a perdurare sul territorio di Platì. Vicende che rendono queste elezioni, ancora oggi, non un alto momento politico, ma una farsa degna del peggiore sceneggiatore. Anche alla luce di questa consapevolezza, ascoltati cittadini e candidati, ho ritenuto doveroso fare un passo indietro. Prendo questa decisione – aggiunge l’ex candidata sindaco – con piena consapevolezza, anche in virtù di quanto abbiamo costruito in questo anno di lavoro. Un lavoro che non solo non andrà perso, ma che intendo proseguire concretamente, seppure in altre forme, per il rilancio del territorio e di tutti i cittadini perbene di Plati. La nostra battaglia non è mai stata quella di vincere o perdere, come abbiamo sempre cercato di spiegare. La nostra battaglia era quella di provare a riparlare di una politica sana, di riportare la democrazia in un luogo in cui sembra impossibile liberarsi dai condizionamenti e dalla devastante presenza della ‘ndrangheta. La nostra battaglia era ed è quella di lottare per tutte le persone oneste di Plati. Con enorme sofferenza decidiamo di fermarci, perché l’interesse ed il bene dei cittadini vengono prima di qualsiasi percorso personale. E per questo motivo comunico che non esiterò a denunciare, a sorvegliare ed a contrastare ogni forma di interferenza e condizionamento illecito che possa riguardare il nostro territorio. Ringrazio tutti quelli che in questo anno mi sono stati accanto, da Nord a Sud. Ringrazio la mia famiglia, che con me ha subito gioie e dolori di un anno perennemente sotto i riflettori. Ringrazio tutti i cittadini perbene di Plati che dal primo momento mi hanno accompagnata in questo viaggio, ed anche a quelli che sono arrivati a metà percorso. Questa scelta – conclude Leonardi – è principalmente per la serietà del nostro progetto politico. Con maggiore lucidità, nei prossimi giorni, tornerò con ancora più chiarezza sui motivi che mi impongono di farmi da parte».

‘Ndrangheta: trovato un bunker

Carabinieri-blocco-notte-2PLATI’ (REGGIO CALABRIA) – Un bunker è stato scoperto in una abitazione a Platì nel corso di una operazione dei carabinieri della Locride, con il supporto dello Squadrone Cacciatori di Vibo Valentia, per il contrasto alla ‘ndrangheta e alla ricerca di latitanti.
Nel corso dell’operazione i carabinieri hanno eseguito controlli e perquisizioni nei confronti di pregiudicati inseriti nelle locali cosche di ‘ndrangheta di Platì. Nell’abitazione di un uomo di 59 anni è stato scoperto un bunker utilizzato per nascondere i latitanti.
La struttura era stata realizzata nella cantina ubicata al piano terra dell’abitazione del cinquantanovenne. Al bunker si poteva accedere mediante lo scorrimento sui binari in ferro di un blocco di cemento, azionabile a mano. Il proprietario dell’immobile è stato denunciato per abusivismo edilizio.