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Gioia Tauro, traffico internazionale di eroina. Quattro arresti

REGGIO CALABRIA – Operazione del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria e del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza, con il coordinamento della Dda reggina, per l’esecuzione, nelle province di Roma, Reggio Calabria e Sassari, che ha portato all’arresto di quattro esponenti di un gruppo criminale finalizzato al traffico internazionale di eroina, per conto della cosca Bellocco di Rosarno, nel porto di Gioia Tauro con l’apporto di squadre di portuali infedeli. In carcere sono finiti Emanuele Umberto Oliveri, di 32 anni, Domenico Pepé (64), Alessandro Galanti (38), Antonio Ponziani (34) e Alessandro Larosa (41).

 L’organizzazione, secondo quanto emerso, si occupava di reperire ed acquistare all’estero, soprattutto in Sudamerica, e di importare in Italia, attraverso navi in arrivo al porto di Gioia Tauro ed in altri porti nazionali e di commercializzare, ingenti quantitativi di cocaina.

Fonte e foto Ansa

Porto di Gioia Tauro, Toninelli annuncia la messa in mora di Mtc

GIOIA TAURO (RC) – Il Ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli ha annunciato la messa in mora di Mtc, l’azienda che gestisce il terminal container del porto di Gioia Tauro. La decisione del ministro è stata assunta a seguito dell’incontro che lo stesso ha avuto con i lavoratori dell’azienda nella sede portuale. 

Una decisione che si è resa necessaria, a detta di Toninelli, a causa del mancato rispetto degli impegni assunti in precedenza nel corso di un incontro in prefettura e al Ministero.

Mtc ha infatti annunciato 540 esuberi in aggiunta al licenziamento di alcuni portuali successivamente reintegrati dalla magistratura.

Il ministro Toninelli aveva paventato la possibilità di una revoca della concessione della gestione dello scalo di Gioia Tauro, intanto sta preparando la lettera di messa in mora nei confronti della società

 

 

Sì a nuovi licenziamenti, portuali di Gioia Tauro si fermano

GIOIA TAURO (RC) – I lavoratori portuali di Gioia Tauro hanno sospeso le attività di carico e scarico dei container.

La decisione di fermare il lavoro con decorrenza immediata è stata presa dopo che Medcenter Container Terminal, in occasione di un incontro in Prefettura a Reggio Calabria, ha confermato di voler effettuare nuovi licenziamenti.

In particolare, in due distinte riunioni il prefetto di Reggio Calabria Michele di Bari aveva chiesto a Medcenter di sospendere i licenziamenti in vista di un tavolo al Ministero delle Infrastrutture da lui richiesto per tentare di affrontare e risolvere i problemi che hanno fatto nascere il conflitto interno alla società tra i due soci, Contship Italia da una parte e Msc dall’altra. Il tentativo del prefetto, che ha chiesto all’azienda di differire i licenziamenti all’esito del tavolo ministeriale, aveva lo scopo di individuare possibili soluzioni anche con l’intervento del Governo. I portuali hanno però deciso di fermarsi dopo aver appreso della posizione dell’azienda.

Maxi sequestro di cocaina nel porto di Gioia Tauro

GIOIA TAURO (RC) – Un carico di 115,61 chili di cocaina pura è stato intercettato dai finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria e da personale dell’Agenzia delle dogane, nel porto di Gioia Tauro. La sostanza, divisa in 100 panetti, era in tre borsoni all’interno di un container che trasportava bobine di carta proveniente da San Antonio (Cile) e che, dopo aver effettuato uno scalo a Rodman (Panama), era diretto a Livorno.

La droga, una volta giunta a destinazione, e tagliata anche fino a 4 volte prima di essere immessa sul mercato ad un prezzo che oscilla dai 50 ai 100 euro al grammo, secondo la Guardia di finanza avrebbero fruttato 23 milioni di euro alle organizzazioni criminali di stampo ‘ndranghetistico che operano nel settore.
L’operazione è stata condotta sotto il coordinamento della Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria.

Fonte e foto Ansa

Jole Santelli: «Sto con i lavoratori del Porto di Gioia Tauro»

COSENZA – «Inconcepibile il comportamento dell’Agenzia di Reggio Calabria, che tiene i lavoratori del Porto di Gioia Tauro in cassa integrazione per poi affidare servizi a cooperative di Napoli». Così Jole Santelli, coordinatrice regionale di Forza Italia, commenta la denuncia di Filt Cgil e Filt Calabria, che hanno proclamato lo stato di agitazione e chiesto un incontro urgente alle autorità competenti.

«Il declino del Porto prosegue nell’indifferenza generale – prosegue Santelli -. Nel 2017 abbiamo perso il primato della movimentazione dei container in Italia, e questo è il frutto di una politica nazionale irresponsabile, che ha penalizzato Gioia Tauro favorendo altri scali, ma anche di una gestione del porto a dir poco discutibile».

«Non credo sia necessario fare venire delle persone da Napoli per gestire le operazioni di sbarco ed imbarco delle auto a Gioia Tauro – osserva la parlamentare azzurra – I lavoratori calabresi in cassa integrazione sarebbero stati altrettanto capaci». «Eppure del Porto di Gioia Tauro, un tempo fiore all’occhiello della nostra economia, non sembra interessarsi più nessuno – accusa ancora Santelli – e i lavoratori sopportano in silenzio una condizione di grande disagio, costretti a convivere con cassa integrazione e spettro del licenziamento definitivo».

«Il Porto di Gioia Tauro – dice ancora la coordinatrice regionale azzurra – ha bisogno dell’alta velocità ferroviaria, che è nel programma di Forza Italia, per entrare definitivamente nei principali corridoi commerciali internazionali, ma anche di un impegno diverso da parte di Contship e Agenzia. I lavoratori hanno già dimostrato di valere il primo posto a livello nazionale – conclude Santelli – se ognuno fa la sua parte il Porto di Gioia Tauro può tornare ad essere un’eccellenza e fare da traino per il rilancio dell’economia calabrese».

Nico D’Ascola: «Porto di Gioia Tauro priorità delle politiche meridionaliste di sviluppo»

REGGIO CALABRIA – «Il porto di Gioia Tauro costituisce una priorità nel contesto delle politiche meridionaliste di sviluppo. L’affermazione nasce dalla constatata posizione strategica nel Mediterraneo di questa importante infrastruttura, dalla osservazione secondo la quale i traffici commerciali dall’Oriente avrebbero in Gioia Tauro il naturale epilogo se il porto divenisse una realtà commerciale cessando di essere un mero porto di trasbordo soprattutto dopo l’allargamento del canale di Suez, dal vantaggio economico che tutti gli attori ne trarrebbero per effetto della riduzione di ben 11 giorni dei tempi di navigazione nel caso in cui Gioia Tauro si sostituisse anche parzialmente ai porti di Rotterdam e di Amburgo. Insomma, Gioia Tauro possiede tutte le caratteristiche, compresa anche l’ ampiezza del retroporto per diventare una realtà commerciale importante, in grado di trainare buona parte dell’economia del Mezzogiorno». È quanto ha dichiarato il presidente della Commissione Giustizia del Senato Nico D’Ascola. «Tuttavia è chiaro che la soluzione del problema tarda per la sua complessità, ma anche per il fatto che il porto di Gioia Tauro concorre con le realtà commerciali dei sopracitati porti di Rotterdam e di Amburgo che dallo sviluppo di Gioia Tauro subirebbero un evidente decremento dei loro traffici. I tanti problemi del porto di Gioia Tauro, quindi,  in gran parte si pongono anche al di fuori dei confini nazionali e sono connessi ai difficili rapporti Italia- Germania interni alla Unione Europea. E’ per tanto chiaro – prosegue D’Ascola – che una soluzione regionale è impensabile, potendo essere la questione risolta soltanto a livello sovranazionale, sempre che di essa stessa si facciano adeguatamente carico gli enti territoriali rappresentativi degli interessi che fanno capo ai territori interessati, ponendo la questione al governo nei termini di una questione politica ed economica prioritaria per il nostro sviluppo. A prescindere dal complesso contesto di interessi che ho appena tracciato vanno ciononostante individuate talune cose che possono essere trattate mediante l’uso di strumenti normativi e di decisioni soltanto interne. Per semplicità mi limito ad indicarne soltanto due. In primo luogo l’avvenuta introduzione di ammortizzatori sociali per i lavoratori del porto di Gioia Tauro, mediante l’art. 4 bis del dl 29 dicembre 2016 n. 243. Bisogna essere chiari – continua il presidente -nel dire che simili soluzioni non risolvono certamente il problema, ma rendono più accettabili le conseguenze che si generano sul delicatissimo terreno della disoccupazione in attesa di un auspicabile futuro migliore per l’intera infrastruttura. In secondo luogo bisognerebbe procedere con urgenza alla nomina del presidente dell’ Autorità portuale di Gioia Tauro. Il ritardo sul punto è privo di ogni ragionevole giustificazione. Solo se un presidente verrà finalmente nominato – conclude D’Ascola- il porto potrà essere efficacemente amministrato, ma soprattutto potrà essere messa a punto una linea politico-imprenditoriale volta a delineare il futuro di una infrastruttura fino ad oggi gravemente sottoutilizzata, priva di seri risvolti commerciali e per tanto incapace di generare quel circuito virtuoso  del quale l’economia calabrese ma anche quella meridionale hanno urgente bisogno».

Treni prodotti in Calabria ma spediti da Salerno. Pignataro: «Pagina triste»

Ferrovie della calabria trenoGIOIA TAURO (RC)- «È come se il porto di Gioia Tauro non esistesse.Un paradosso – così lo definisce  Fernando Pignataro- se pensiamo che i treni della nuova metropolitana di Lima, capitale del Perù, sono stati prodotti dalla Hitachi Rail Italy di Reggio Calabria, ma spediti da Salerno. Oggi il via alle operazioni di carico del primo treno composto da sei carrozze. La commessa – della durata di quattro anni – consentirà al Porto di Salerno di imbarcare 42 nuovi treni destinati alla seconda linea della metropolitana di Lima. Si tratta dell’ennesima pagina triste per la nostra economia regionale e soprattutto per i lavoratori del porto di Gioia Tauro che da tempo stanno vivendo una situazione occupazionale drammatica. E mentre in Campania i giornali evidenziano l’ottima notizia per l’economia locale in Calabria tutto tace. Su questa grave mancanza che evidenzia con quanta trascuratezza si gestiscono importanti vicende dell’economia della nostra Regione crediamo che la Giunta Regionale e il Governo debbano fornire valide spiegazioni ai cittadini calabresi».

Porto di Gioia Tauro: il Presidente Oliverio incontra le organizzazioni sindacali

CATANZARO – Il Presidente Mario Oliverio ha incontrato, presso la sede della Regione, insieme all’Assessore al sistema della logistica, sistema portuale regionale e sistema Gioia Tauro Francesco Russo le organizzazioni sindacali. L’incontro – informa una nota – è stato occasione per approfondire il ruolo dell’infrastruttura e dell’impegno della Regione per il suo sviluppo. Nel corso della riunione l’Assessore Russo ha presentato le più recenti azioni che, in merito al rilancio del porto, la Regione stessa ha portando avanti, sia nell’ambito delle competenze regionali che nel confronto e nell’interlocuzione con gli organi competenti del governo. Il Piano regionale dei Trasporti dedica un’ampia parte al porto di Gioia Tauro e costituisce una proposta preliminare che disegna azioni da svolgere nell’immediato e da programmare per il futuro in un quadro unitario. Il Patto per la Calabria, tra gli altri interventi, mette in campo risorse nuove per il porto che la Regione destina subito al bacino di carenaggio. Questo costituisce un primo e importante elemento della diversificazione del porto pur mantenendo salda la filiera del trasporto merci con i container.

I rappresentanti sindacali hanno rilevato le differenti gravi situazioni attuali e la necessità di ricercare prospettive al fine di risollevare le difficoltà non solo economiche delle maestranze impegnate nell’area portuale, segnalando la forte tensione tra i lavoratori. Sono state discusse differenti proposte operative, ed è stata sottolineata la necessità di promuovere l’intera area portuale. Il Presidente Oliverio ha condiviso la preoccupazione dei lavoratori e ha evidenziato che proprio per questo motivo nel Patto sono state inserite specifiche risorse economiche per il porto, mentre le risorse per le altre infrastrutture stradali e ferroviarie sono in corso di interlocuzione con il governo. “Il punto – ha affermato Oliverio – è quindi costruire un’alleanza tra istituzioni locali e forze del lavoro dando una bussola allo sviluppo del porto, considerando il contesto internazionale profondamente mutato”.

 

Sciopero di 24 ore al Porto di Gioia Tauro

Porto di Gioia Tauro (Reggio Calabria)GIOIA TAURO (REGGIO CALABRIA) – Sono centinaia i portuali di Gioia Tauro che hanno aderito allo sciopero di 24 ore proclamato per oggi dal coordinamento del Sindacato unitario lavoratori (Sul). Lo sciopero è stato organizzato per chiedere il rilancio della struttura. Nello scalo di Gioia Tauro attualmente tutte le gru sono alzate, a dimostrazione che la movimentazione dei container è ferma. Alle iniziative promosse dal sindacato hanno aderito anche i sindaci del territorio.

In riferimento al Piano strategico della portualità e della logistica: le riserve del Sindaco di Gioia Tauro

th (3)In riferimento al piano strategico della portualità e della logistica, approvato in via preliminare lo scorso 3 luglio in Consiglio dei Ministri su proposta del ministro Delrio, il sindaco di Gioia Tauro esprime fortissime riserve e perplessità. L’impianto della riforma in oggetto appare ictu oculi permeato da una filosofia che mette al centro i concetti di “competitività” e “razionalizzazione”, linee guide già tristemente perseguite con pessimi risultati su un piano più strettamente macroeconomico. Il sindaco di Gioia Tauro ritiene perciò utile chiedere un completo cambio di paradigma, destinato a privilegiare le singole specificità locali con interventi precisi e mirati. I problemi che attanagliano il Porto di Gioia Tauro, opera decisiva che esprime un potenziale nettamente al di sotto delle aspettative, non sono sovrapponibili a quelli che gravano sui Porti siciliani, come tra l’altro correttamente evidenziato dai più sensibili esponenti della  classe politica  isolana con i quali manteniamo un continuo e proficuo rapporto di collaborazione. Gioia Tauro, più che di accorpamenti, avrebbe bisogno di vedersi riconosciuta la Zes, in virtù anche delle promesse passate di un governo centrale pronto a garantire un giusta compensazione in favore di un territorio che si era sobbarcato, nel nome di un solidarietà vera e non pelosa, l’onore di smaltire i veleni chimici siriani per aiutare e facilitare la risoluzione di un problema geopolitico che aveva assunto dimensioni globali. Riservandoci quindi di inviare a breve all’attenzione del ministro competente una relazione contenente le nostre specifiche osservazioni sui singoli punti del progetto di riforma in argomento, chiediamo nuovamente e con forza al governo centrale di rimettere al centro del dibattito italiano ed europeo il riconoscimento per Gioia Tauro della Zone Economica Speciale.