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Tgr Calabria senza caporedattore, giornalisti pronti allo sciopero

COSENZA – «La Redazione della Tgr della Calabria della Rai, senza caporedattore dallo scorso mese di novembre, annuncia di aver dato mandato al Cdr di avviare le procedure per la proclamazione di cinque giornate di sciopero». E’ quanto si afferma in un comunicato dell’assemblea di redazione della Tgr della Calabria. «Tale determinazione, già assunta al termine della precedente assemblea, tenutasi l’8 marzo scorso – si aggiunge – era stata sospesa, con grande senso di responsabilità, dopo l’impegno assunto dall’azienda di nominare il nuovo caporedattore tra la fine di aprile e i primi giorni di maggio. Constatata, ancora una volta, l’assenza di risposte, l’assemblea conferma lo stato di agitazione, riservandosi di comunicare il calendario delle giornate di astensione dal lavoro. La prolungata assenza di una guida – conclude la nota – rischia, infatti, di avere ripercussioni sull’attività redazionale».

Auguri scomodi, un successo per Le Rivoltelle

COSENZA – “Auguri scomodi” è un pezzo che porta al centro della narrativa il dibattito sull’umanità. Una canzone graffiante e profonda, il cui testo si sofferma su un concetto molto caro alla band: l’emergenza migranti. Nato da un’idea dell’autore Fabio Di Credico, il brano è stato ispirato da uno scritto di don Tonino Bello, “Vescovo degli Ultimi”, che recita: «Non obbedirei al mio dovere di vescovo se vi dicessi “Buon Natale” senza darvi disturbo».

Anteprima video su Tgcom24

http://www.tgcom24.mediaset.it/spettacolo/le-rivoltelle-dopo-le-polemiche-ecco-i-loro-auguri-scomodi-_3051866-201702a.shtml

«Il brano si cala perfettamente in questo tempo, contrassegnato dal disincanto, da individualismi e atteggiamenti nichilisti» raccontano Le Rivoltelle. «È una critica appassionata ai falsi miti e al consumismo, che induce a riflettere sui concetti di solidarietà e compassione».

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Le Rivoltelle “Auguri scomodi” è stato realizzato in collaborazione con Michele Marmo. Per festeggiare un sodalizio artistico lungo dieci anni inoltre, Le Rivoltelle lanciano l’album “Play&Replay” contenente 5 brani originali che si alternano a 10 migliori successi tratti dallo sconfinato repertorio ‘live’ delle quattro rockers.

Le Rivoltelle sono una band tutta al femminile dalla solida formazione musicale; Elena, Alessandra, Paola ed Angela sono abili musiciste che si raccontano in chiave rock, particolarmente apprezzate per le loro spettacolari performance ‘live’. Hanno all’attivo due album e due singoli, tra brani inediti di spessore sociale e cover ri-arrangiate secondo il loro originalissimo stile, su tutte “La notte”, il successo internazionale del cantautore italo-francese Salvatore Adamo. Hanno partecipato come ospiti ad importanti rassegne nazionali ed internazionali, come il MusiCultura Festival, il Festival Anime Salve, il MEI SuperSound, il RadioNorba Battiti Live, il Fiat Music Tour, il PopKomm di Berlino e la Festa delle Nazioni in Belgio.

Vantano importanti partecipazioni televisive (Rai 1, Rai International, Rai Gulp, La7, La7D) e radiofoniche (Rai Radio 1 e Radio 2), ospiti di Vincenzo Mollica, Maurizio Costanzo, Piero Chiambretti e Red Ronnie. Il loro impegno sociale le ha ripetutamente portate all’attenzione della stampa nazionale (Corriere della Sera, la Repubblica, Il Fatto Quotidiano, La Stampa) grazie ad inediti come “Taglia 38”, che tratta il tema dell’anoressia e della bulimia fino all’ultimo “Io non mi inchino”, singolo anti-mafia ispirato e dedicato alla figura del Procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri.

Proprio durante il tour di “Io non mi inchino” Le Rivoltelle sono state vittime di un episodio discriminatorio che le ha impedito di esibirsi durante una festa religiosa, sulla base di un loro presunto orientamento omosessuale. La nota di denuncia pubblicata dalla band sui social (sui quali sono seguite da decine di migliaia di fan) è diventata immediatamente virale: è stata ripresa sulle home page delle più importanti testate online, da Vincenzo Mollica sul TG1 e dal programma “L’Aria che tira” su La7, che le ha invitate in studio per raccogliere la loro testimonianza diretta.

Contatti & social:

Sito web ufficiale: www.lerivoltelle.it

Pagina Facebook: http://bit.ly/1YD8HwD

Canale YouTube: http://bit.ly/23H463r

Account Twitter: http://bit.ly/22HVzYg

 

L’IIS “Pitagora-Calvosa” di Castrovillari al programma RAI “Quante storie”

CASTROVILLARI (CS) – Anche quest’anno l’Istituto tecnico Commerciale e per Geometri di Castrovillari parteciperà alla trasmissione culturale “Quante storie” in onda tutti i giorni alle 12:45 su RaiTre.

Gli studenti selezionati, accompagnati dal Dirigente Scolastico Bruno Barreca e da alcuni docenti di lettere, saranno in onda martedì 22 e venerdì 25 novembre e incontreranno Corrado Augias e Michela Murgia. Gli argomenti che affronteranno appaiono molto stimolanti. Si tratterà un tema politico, quale la vicenda ideologica dell’Italia della prima e della seconda Repubblica, attraverso l’incontro con lo storico e giornalista Ernesto Galli della Loggia, e uno squisitamente artistico letterario: l’immaginario di Ludovico Ariosto, analizzato in una mostra allestita a Palazzo dei Diamanti a Ferrara per il Cinquecentenario dell’Orlando Furioso, con i curatori Guido Beltramini e Giulio Ferroni.

 

Scontro Occhiuto-Rai sul tesoro di Alarico. La replica della Tgr

COSENZA – «Il comitato di redazione della Tgr Calabria esprime sdegno e forte condanna rispetto alle esternazioni del sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto rilasciate agli organi di informazione. Il sindaco dice testualmente: “La direzione di Alfonso Samengo è stata una delle più vergognose pagine della storia del nostro Tg3 regionale, piegato al volere dei potentati locali e strumentale agli interessi dei partiti. Servizi e paparazzate in ogni edizione del Tg per i loro amici, e attacchi di ogni genere a me”. Il cdr della Calabria esprime la più totale solidarietà al caporedattore Alfonso Samengo e rigetta in toto le accuse lanciate dal primo cittadino di Cosenza». E’ quanto si legge in una nota del comitato di redazione della Tgr regionale. «Si tratta di affermazioni false nei contenuti e volgari nella formulazione. Mai questo Tg è stato asservito a potentati. Mai ha realizzato paparazzate.Il sindaco di Cosenza impari a rispettare il lavoro altrui ed a confrontarsi senza offendere. Riguardo poi all’ultimo episodio, quello relativo agli scavi di Alarico, da cui scaturiscono le calunniose affermazioni di Mario Occhiuto, il cdr ribadisce di aver risposto in diretta al sindaco nella puntata di Buongiorno Regione del 18 ottobre 2016. Ricorda inoltre che il sindaco Occhiuto, invitato in trasmissione a replicare, ha preferito affidare le velenose e false dichiarazioni ad un comunicato stampa. Ci si sarebbe aspettata – conclude la nota – una reazione diversa di fronte allo spirito critico ed anche all’ironia intelligente che circonda la vicenda di Alarico che, a tutt’oggi, resta, comunque, un’affascinante leggenda».

Dorina Bianchi: “La Fiction targata Rai su Impastato è un ottimo esempio”

ROMA – “La fiction su Felicia Impastato della Rai è un bellissimo esempio di televisione che svolge davvero un ruolo di informazione ma anche di educazione alla legalità e al rispetto delle istituzioni e dello Stato. È questo quello che ci aspettiamo da un servizio pubblico che si definisca tale. Per questo rivolgo il mio plauso alla dirigenza Rai per questa scelta opportuna e significativa”. Sono queste le dichiarazioni di Dorina Bianchi, sottosegretario al Ministero dei Beni Culturali e del Turismo.

“La storia di Felicia Impastato – aggiunge – è soprattutto la storia di una donna e di una madre che si ribella contro un sistema che per tradizione è dominato da figure maschili. È la storia di chi dà la vita contro chi della vita non ha rispetto. Sono le donne la speranza di una società migliore perché si occupano della prima educazione dei propri figli. Non dobbiamo mai dimenticare tutti quegli italiani che da veri e propri eroi hanno combattuto contro la malavita organizzata. Sono da esempio e da incoraggiamento a tutti quei cittadini e imprenditori onesti che ogni giorno portano avanti la loro battaglia quotidiana con le mafie”.

Rai denuncia a Polizia postale false mail per pagamento canone

COSENZA – Numerose sedi regionali della Rai (tra le quali Cosenza, Firenze, Perugia, Roma e Trieste) hanno segnalato la notizia del recapito di mail, apparentemente provenienti dalla stessa Rai, per il pagamento del canone ordinario e speciale. Il contenuto delle mail, che hanno inoltre in allegato virus dannosi per i pc, è totalmente falso. La Rai raccomanda di non dare alcun seguito a quanto richiesto, di non aprire l’allegato e di contattare eventualmente in caso di dubbio i propri uffici territoriali che sono a disposizione per ogni ulteriore chiarimento. L’azienda ha inoltre provveduto a denunciare i fatti alla Polizia Postale che ha contestualmente dato il via ad accertamenti.

Tutela e valorizzazione delle minorità linguistiche, la richiesta alla Rai

RaiCOSENZA – Chiesta alla Rai la stipula di una convenzione con il Ministero dello Sviluppo Economico sulla tutela e valortizzazione delle minoranze linguistiche presenti in Calabria – Il Comitato per la tutela dei diritti delle minoranze linguistiche, comprendente quattro fondazioni promotrici (“Antonio Guarasci” di Cosenza, presidente Giuseppe Trebisacce; “Francesco Solano” dell’Unical, presidente Francesco Altimari; “Calabria – Mezzogiorno – Mediterraneo, presidente Mario Brunetti; “Vincenzo Padula” di Acri, presidente Giuseppe Cristofaro) e numerose altre aderenti (in rappresentanza delle minoranze linguistiche presenti in Calabria, arbreshe, grecanica e occitana) ha indirizzato una nota al presidente e al direttore generale della Rai e al direttore della sede regionale Rai per la Calabria perché l’emittente pubblica “si attivi affinché, al più presto, venga stipulata la convenzione con il ministero dello Sviluppo economico/Comunicazioni sulle minoranze linguistiche presenti in Calabria”.

L’iniziativa è stata assunta a conclusione di una riunione del Comitato che ha lamentato come il servizio pubblico radiotelevisivo, in materia di minoranze linguistiche, palesi gravi inadempienze e inerzie “tanto da determinare, per di più, del tutto evidenti disparità di trattamento tra le diverse minoranze presenti sul territorio nazionale e – come si legge nel testo della missiva – da originare, di conseguenza, viete e del tutto inaccettabili discriminazioni, per di più in violazione di una statuizione costituzionale”. Occorre evitare ingiuste valutazioni su minoranze di serie A, come quelle del nord del Paese, e su minoranze di serie B, come quelle del sud. “La Calabria – sottolinea il Comitato – è l’unica regione d’Italia ad avere sul proprio territorio tre diverse minoranze linguistiche, tutte di grande rilevanza storico-culturale, qualcuna per di più distinta da specifica confessione religiosa”.

Il testo del documento fa espresso riferimento alla legislazione vigente in materia, che discende da uno dei principi fondamentali della Costituzione, articolo 6, diretto a riconoscere e a tutelare i diritti delle minoranze linguistiche. Richiamati tutti i principali dettati normativi attuativi della prescrizione costituzionale, il Comitato si sofferma sugli obblighi assegnati in capo alla Rai, in quanto società concessionaria in esclusiva del servizio pubblico radiotelevisivo, in materia di tutela delle minoranze linguistiche, dalla legge 482/1999 alle direttive e agli indirizzi europei, e fatti propri dalle convenzioni e dai contratti di servizio Rai – Ministero dello Sviluppo economico pregressi e vigenti.

Il testo della istanza recepisce ed espone l’ordine del giorno Nizzi – Occhiuto approvato dalla Camera il 19 dicembre 2015, che impegna il Governo “a promuovere iniziative volte alla concreta attuazione della legislazione vigente in materia di tutela delle minoranze linguistiche, nell’ambito della programmazione e dell’organizzazione della Rai, così come previsto dalla legge n. 482 del 1999, in particolar modo per quel che riguarda la lingua sarda e quelle proprie delle comunità albanesi, grecaniche e occitane in Calabria”.

Il fronte a sostegno dei diritti delle minoranze linguistiche si dice determinato a muovere passi presso la presidente della Repubblica, la presidenza dei due rami del parlamento e la Commissione parlamentare di Vigilanza, la presidenza del Consiglio dei ministri, la Regione Calabria, l’Agcom e le competenti sedi di giustizia europea, per centrare il semplice obiettivo della tutela dei diritti di minoranze, sin qui misconosciute dal sistema della comunicazione pubblica.

Barbanti, a Cosenza logiche staliniste e naziste tra i Cinque Stelle

di SALVATORE BRUNO

 

COSENZA – Dialoga con Magorno perché l’interlocuzione con il governo regionale passa necessariamente dal Partito Democratico e sulle vicende amministrative di Cosenza annuncia un progetto comune con il senatore Molinari e l’Associazione Calabria Terra Libera. E sui travagli vissuti all’ombra di Palazzo dei Bruzi dal Movimento Cinque Stelle, lascia in cantina il fioretto, sferzando i suoi ex compagni a colpi di sciabola.

Sebastiano Barbanti, deputato cosentino, attualmente nel Gruppo Misto, sta lavorando sotto traccia, ma non troppo, per offrire il proprio contributo alla risoluzione delle tante emergenze che attanagliano la Calabria, mettendo sul tavolo questioni e soluzioni, sottoposte al segretario regionale del Pd. I due sono colleghi tra i banchi di Montecitorio. «Ma la Camera è chiusa dall’ultima decade di dicembre. In pratica erano più di venti giorni che non vedevo Magorno. Ho approfittato della nostra contemporanea presenza a Lamezia Terme per incontrarlo. Il motivo? Da tempo lavoro su temi che stanno a cuore a me ed ai cittadini della nostra regione. La sanità, la Sorical, la questione relativa alla Fondazione Terina. Si tratta di tematiche che riguardano il governo regionale. Il mio interlocutore dunque non può che essere Mario Oliverio ed il suo partito, ovvero i rappresentanti politici ed istituzionali deputati ad affrontare e risolvere le problematiche. Inutile attardarsi a denunciare quello che non va. La diagnosi non è sufficiente. Bisogna trovare le cure e proporle agli organismi che hanno il potere e gli strumenti per operare e cambiare le cose». Una sorta di collaborazione dall’esterno? «In realtà ritengo che le cose si cambiano da dentro, perché dall’esterno si possono esercitare soltanto pressioni limitate, destinate a rimanere lettera morta».

Questa collaborazione con il Pd potrebbe essere riproposta anche a Cosenza, in vista delle amministrative? «Su Cosenza, insieme al senatore Molinari e con l’Associazione Calabria Terra Libera, stiamo predisponendo una lista aperta al contributo dei cittadini. Non abbiamo preclusioni di carattere ideologico. Noi lavoriamo e lavoreremo sui temi, sui fatti concreti e sulla progettualità. Ovviamente i nostri candidati dovranno essere persone specchiate. Quindi la nostra lista sarà off limits per condannati e persone con carichi pendenti». Presenterete un vostro candidato a sindaco? «E’ un aspetto che valuteremo in seguito. I tempi non sono ancora maturi. In questa fase siamo impegnati a chiudere la lista dei candidati al consiglio comunale. Potremo avere un candidato sindaco di Calabria Terra Libera oppure entrare a far parte di uno schieramento più ampio. Sotto questo aspetto la palla adesso è nel campo dei partiti tradizionali. Noi non siamo per alzare steccati ideologici ed anacronistici che non portano a nulla se non ad essere destinati a rimanere ai margini della vita amministrativa. Se dovessero chiederci di sostenere un candidato a sindaco a noi gradito e con le carte in regola, saremo della partita». Da osservatore esterno il deputato Barbanti commenta anche la polemica tra il sindaco Occhiuto ed il senatore Morra, sul caso luminarie e sul famigerato servizio del Tg1. «Per la verità non ho seguito la vicenda, se non in maniera superficiale. E però Occhiuto non è abituato a parlare a vanvera. Se si è esposto in maniera così netta, qualcosa sotto ci sarà. Peraltro gli elementi ci sono tutti, visto che il presidente della Commissione di vigilanza Rai è un rappresentante del Movimento Cinque Stelle. Su questo mi consenta un inciso: non ho visto né sentito dichiarazioni da parte grillina sul caos generato dalla trasmissione di Capodanno. Se a presiedere la vigilanza Rai ci fosse stato l’esponente di un altro partito, sono certo che avrebbero sollevato un polverone, chiedendone le dimissioni». La sensazione è che il divorzio dal Movimento è stato tutt’altro che indolore. Peraltro anche a Cosenza i Cinque Stelle stanno vivendo un periodo non semplice. Il caso di Mario Corbelli ne è un esempio. «Corbelli da persona intelligente, ha capito la logica stalinista, anzi nazista che vige all’interno del Movimento Cinque Stelle a Cosenza, esercitata da esponenti che non esitano a mettere sul patibolo una persona che ha avuto la sola colpa di mettere in discussione una regola che potrebbe anche essere anche cambiata. Sa cosa penso? Che con questi chiari di luna, chissà se riusciranno a mettere insieme il numero minino di candidati per formare una lista».

 

“Tra Giornalismo e Letteratura” giornalista Rai ospite del Caffè Letterario di Bovalino

bovalinoBOVALINO (RC) – Non conosce soste l’attività culturale del Caffè Letterario “Mario La Cava” di Bovalino Marina (RC) che ha organizzato per la serata di ieri 5 dicembre 2015 con inizio alle ore 17.30, nei locali della propria sede, un appuntamento culturale di notevole interesse che ha richiamato l’attenzione non solo degli assidui frequentatori del prestigioso salotto, ma anche di tanto pubblico che ha riempito in ogni ordine di posti l’intera sala. Al centro dell’incontro, dal titolo “Tra giornalismo e letteratura”, vi è stata la nota giornalista Rai Annarosa Macrì, professionista calabrese di grande spessore che ha firmato nel corso della sua lunga carriera numerosi documentari, servizi ed inchieste che le hanno permesso oltre che di girare il mondo, anche di collaborare con firme di alto rango comee” e “Alì voleva volare”. L’incontro è stato moderato dalla scrittrice e giornalista dell’emittente televisiva locale “Fimmina TV” Rossella Scherl. Dopo i saluti di rito del Presidente del Caffè Letterario “Mario La Cava” Domenico Calabria, la parola è passata alle due ospiti che, dialogando come se si trovassero davanti ad un focolare domestico, hanno snocciolato episodi, racconti ed aneddoti il Direttore Enzo Biagi. La collaborazione con Biagi ha avuto luogo all’inizio degli anni novanta a Rai Uno con i programmi de: “I dieci comandamenti all’italiana”, “Una storia”, ed “Il fatto”, di cui ha curato l’ultima edizione con Loris Manzetti. La giornalista ha pubblicato inoltre un romanzo dal titolo “A Berlino un bounganville”, un libro inchiesta “I ragazzi di Locri”, un omaggio al suo maestro, “L’ultima lezione di Enzo Biagi”, una raccolta “Il mercante di storie”, un romanzo “Da che parte sta il mar di vita professionale vissuta che hanno appassionato non poco tutti i presenti. Particolarmente toccante è stato il ricordo commosso di un documentario della durata di circa 30 minuti che la Macrì ha dedicato ad inizio carriera a Mario La Cava; erano i primi anni della nascita del canale RAI-3 e per poterlo vedere, ci si doveva sobbarcare l’onere di giungere fino a Reggio Calabria in quanto, essendo allora le sedi Rai decentrate, non riuscivano a coprire visivamente l’intera regione. Poi è stata la volta della classica domanda che ognuno vorrebbe porre trovandosi di fronte ad un giornalista: “ma giornalista si nasce o si diventa ?”, la risposta della Macrì è stata chiara: <>. Dall’esercizio della professione all’uso dei mezzi di comunicazione il passo è stato breve, oggi -ha detto la Macrì- c’è un modo diverso di trattare la notizia e c’è anche un modo del tutto particolare di interpretare il giornalismo stesso, il cambiamento è dovuto senz’altro all’influenza di internet e dei social network che rendono immediatamente fruibile la notizia stessa, mentre in passato c’era una rigida osservanza delle regole e soprattutto dei valori che caratterizzavano la professione (ci si affidava quasi totalmente alle agenzie di stampa ed al loro prezioso lavoro di divulgazione anche se più lento rispetto ad oggi). La serata è proseguita poi con una breve discussione sul libro autobiografico scritto dalla giornalista Annarosa Macrì dal titolo “Da che parte sta il mare”, vincitore del premio Moncalieri 2014, libro che racconta la sua esperienza di bambina (aveva 8 anni e correva l’anno 1956) quando dalla Calabria, insieme alla famiglia si trasferisce a Roma perché il padre, inseguendo la sua passione per la scrittura lascia il posto fisso per diventare giornalista. Una passione che ha contagiato poi anche la piccola Annarosa che nel contempo, a causa di notevoli difficoltà economiche della famiglia e di tanti sacrifici sostenuti, non riesce a vivere con la dovuta spensieratezza gli anni più belli della sua fanciullezza, in tutto questo il mare è l’unico punto fermo, una bussola che sa orientare quando ci sembra di essere sul punto di perdere la rotta. Numerosi gli interventi del pubblico presente che hanno reso ancora più brillante e piacevole l’incontro. Per il Caffè Letterario si è trattato di un ennesimo successo che è riuscito ancora una volta a far accostare quanta più gente possibile alla letteratura, all’arte ed alla musica. Gli incontri a tema, divenuti ormai una costante, sono diventati appuntamenti irrinunciabili non solo per la comunità bovalinese ma per la gente dell’intera provincia reggina e calabrese in genere.

La minoranza arbereshe è fuori dalla riforma della Rai

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www.arbitalia.it

Rende(Cs)Siamo alle solite: le minoranze linguistiche per lo Stato italiano non sono tutte uguali! Continua nel nostro Paese la politica di discriminazione verso la minoranza arbëreshe, ma anche verso altre minoranze come i grecanici, gli occitani,  i sardi, i friulani, i catalani, i croati e i franco-provenzali. Nella riforma della Rai, approvata in questi giorni, il Parlamento ha detto sì ai programmi in tedesco, francese, ladino e sloveno  e no a programmi nelle altre lingue minoritarie.Nonostante  ci sia a monte un articolo specifico della Costituzione – l’articolo 6: “La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche” –  e nonostante ci sia una legge ad hoc, la n. 482 del 12.12.1999, che indica chiaramente quali siano le minoranze linguistiche riconosciute dallo Stato italiano e da tutelare, si continua nel nostro Paese in questo assurdo e discriminante trattamento “differenziato”. Lo si è già visto nella rappresentanza prevista dalla legge elettorale per le elezioni europee – anche in quel caso alle stesse minoranze ora privilegiate per i programmi Rai sono stati assicurati dei seggi sicuri a Strasburgo  e alle altre nulla, ma per fortuna alcuni Tribunali della Repubblica come quello di Cagliari hanno accolto il ricorso dell’avv. Felice Besostri – già primo firmatario al Senato della legge 482/1999 – che abbiamo sottoscritto e hanno chiesto che questa legge ingiusta venga ora riesaminata dalla Consulta – e la storia ora continua con i programmi radiotelevisivi che la Rai come servizio pubblico deve garantire a tutti i cittadini e a tutte le minoranze linguistiche e non solo a quelle blindate da leggi e accordi “speciali”. Chiediamo con forza al Presidente  della Regione Calabria, Mario Oliverio, e ai Presidenti delle altre Regioni che comprendono le minoranze discriminate dalla Riforma Rai, di associarsi alla dura protesta messa in atto dal Presidente della Regione Sardegna,  Francesco Pigliaru, che ritiene inaccettabile questo diverso trattamento tra le minoranze linguistiche  e che per assicurare il diritto alla tutela della lingua e della cultura  della sua regione, preannuncia l’apertura di “tutte le interlocuzioni possibili con i parlamentari e il Governo per ottenere una  correzione profonda della norma”.Tornano d’attualità le parole dette in una recente intervista ad un quotidiano dal costituzionalista Michele Ainis, docente all’Università di Roma Tre e anche editorialista del Corriere della Sera e dell’Espresso, che nel prendere atto dell’esistenza in Italia tra le minoranze linguistiche di figli e figliastri, portava l’ esempio della ipertutela garantita alla minoranza altoatesina perché più ricca e potente e si chiedeva alla fine, e certo non retoricamente: ”Chi tutela la minoranza albanese che vive in Calabria?»Alla luce della grave discriminazione attuata ora con la riforma Rai dal Parlamento e dal Governo, giriamo la domanda del prof. Ainis al Presidente Oliverio. E confidiamo in una immediata ed efficace azione di concertazione tra le istituzioni interessate e tra le Regioni ‘discriminate’ per intervenire sul Governo e sul Presidente della Repubblica per ridare finalmente dignità alle nostre minoranze linguistiche, ‘differenziate’ come la raccolta dei rifiuti, che, per il servizio pubblico radiotelevisivo continuano purtroppo ad essere quelle con le ‘lingue tagliate’ . In altre parole, per le minoranze linguistiche della Calabria non si profila una “Buona RAI” ma solo una “Mala RAI”! Alla faccia della Costituzione della Repubblica italiana e della legge n.482/1999 di tutela delle minoranze linguistiche storiche!