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“Tanto tiampu fa”, l’album che Raffaella Caruso ha dedicato alla sua Calabria

COSENZA – L’artista calabrese RAFFAELLA CARUSO, omaggia la sua terra con il suo nuovo album “Tanto Tiampu fa” (Carren Production\IDM), che da venerdì 18 dicembre sarà disponibile in digital download e sulle piattaforme streaming. L’album è una dedica dell’artista alla canzone popolare calabrese e alle tradizioni che le sono state tramandate fin dall’infanzia.

Prodotto da Renato Caruso e Domenico Scordamaglia presso il CabStudio Recording di Petilia Policastro in provincia di Crotone, “Tanto tiampu fa” è un album di dieci brani, dei quali sei sono inediti scritti da Raffaella Caruso e composti da Renato Caruso, uno è un brano strumentale composto da Renato Caruso, e tre sono cover di brani celebri della tradizione musicale calabrese.

«Ho sempre amato la musica popolare e cantare in dialetto. – racconta Raffaella Caruso -. Questo album è una rinascita per me, una dimostrazione che una passione può portarti a realizzare dei progetti che ti fanno stare bene e che ti danno l’opportunità di conoscere tante persone. Grazie al mio album ho lavorato al fianco di grandi musicisti e artisti che hanno arrangiato vari pezzi del mio album, in primis mio cugino Renato. “Tanto tiampu fa” è un cammino dentro il mondo della poesia, dove il tema del l’amore è al primo posto. Nell’album sono presenti tre cover che ho scelto di inserire in quanto a me care e che sono state riarrangiate in un maniera del tutto diversa da quella tradizionale».

Questa la tracklist del disco: 

“A musica”; “Calabrisella”; “Cu trenta carrini “; “Furtuna”; “Iddra nun sa” “Na Sirata i primavera”; “Ninna e dorme”; “Tanto tiampu fa”; “Tarantellina di Caruso”; “Tata ca muaru”; “Vita amara”.

“Cu trenta Carrini” e “Furtuna” sono due cover rispettivamente di Otello Profazio e di Elio Curtu, mentre “Tata Ca muaru” è un famoso brano della canzone popolare calabrese.

L’artista

Raffaella Caruso canta fin dalla giovane età di 10 anni, quando prende parte alle prime manifestazioni canore. Vanta un’esperienza decennale in gruppi e contesti di musica folkloristica calabrese. Dentista di professione, e mamma di quattro figli, non ha mai smesso di coltivare la propria passione per la musica. Lo scorso luglio, Raffaella ha rilasciato “Na Sirata I Primavera”, brano estratto dall’album in uscita.

Da Brunori a Mannarino, “La leva cantautorale degli anni Zero” compie 10 anni

COSENZA – Era la fotografia del meglio della nuova canzone d’autore di inizio millennio. Si intitolava “La leva cantautorale degli anni Zero” e nasceva esattamente dieci anni fa, nel novembre 2010, per valorizzare una scena musicale che stava muovendo i primi passi, una nuova generazione di artisti che andava da Mannarino a Brunori Sas, da Erica Mou a Dente e a molti altri. Trentasei in tutto.

Un progetto che comprendeva un doppio album con loro canzoni inedite pubblicato da Ala Bianca, un tour di una quindicina di date in importanti luoghi e rassegne, un sito dedicato ( www.rockol.it/la-leva-cantautorale) e varie altre iniziative promozionali e artistiche proseguite sino all’ottobre 2011.

Metteva insieme trentasei artisti molto diversi uno dall’altro: Amor Fou, Andhira, Beatrice Antolini, Banda Elastica Pellizza, Bastian Contrario, Giovanni Block, Brunori Sas, Roberta Carrieri, Matteo Castellano, Cordepazze, Giorgia Del Mese, Denise, Dente, Roberta Di Lorenzo, Farabrutto, Giancarlo Frigieri, Dino Fumaretto, Giua, Ettore Giuradei, Granturismo, Alessandro Orlando Graziano, Simona Gretchen, Jang Senato, Samuel Katarro, Patrizia Laquidara, Alessio Lega, Maler, Mannarino, Mariposa, Erica Mou, Nobraino, Petrina, Piji, Giuseppe Righini, Paolo Simoni, Zibba.

La leva cantautorale degli anni Zero” era stata ideata e curata da Enrico Deregibus con la direzione artistica di Enrico de Angelis per il Club Tenco e Giordano Sangiorgi per il Mei, la produzione di Toni Verona per Ala Bianca, i media-partner Rockol e Radio 2 Rai.

Un’iniziativa che ha avuto riscontri notevoli, che è diventata un modo di dire, che ha solcato l’Italia per un anno ed ha lasciato tracce in quelli successivi.

«Era stata una gran bella esperienza, un anno di lavoro credo fruttuoso in cui avevo coinvolto festival, aziende, radio, testate giornalistiche, enti ed associazioni di vario tipo. Vorrei ricordare in particolare Gerardo Panno, che con Radio2 diede una bella spinta al progetto e che ora non c’è più. Sarebbe bello che gli artisti allora coinvolti volessero ricordare quell’iniziativa in qualche modo. Come? Non so, lancio l’idea, vediamo che succede», ricorda Enrico Deregibus.

La Leva aveva fatto tappa l’11 e 12 novembre a Sanremo al Premio Tenco, il 28 novembre a Faenza al Mei, il 13 dicembre a Milano nell’ambito di Rockfiles, la trasmissione di Ezio Guaitamacchi su Radiolifegate, il 6 gennaio a Milano alla Casa 139, il 19 gennaio a Roma al The Place, il 21 gennaio a Roma per una serata dal vivo su Radio2 dalla Sala A di Via Asiago, il 29 gennaio a Torino al FolkClub di Torino, il 12 febbraio a Santa Margherita Ligure per il Premio Bindi edizione “Winter”, il 18 febbraio a Milano all’Auditorium di Radio Popolare, il 30 aprile a Loano (Sv), il 16 maggio a Torino al Salone del libro, il 3 agosto a Rapallo (Ge) nell’ambito del Premio Via del Campo, il 12 agosto a Breno (Bs) nell’ambito del festival “Dallo sciamano allo showman”, il 15 settembre ad Aversa (CE) all’Auditorium Bianca d’Aponte, il 24 settembre a Faenza nell’ambito di “Il Mei presenta Supersound”.

Nasce Glicine, trimestrale culturale digitale

PIANOPOLI (CZ) – «Alla ricerca della purezza perduta – si legge nella nota – nasce “Glicine“, il trimestrale digitale dell’omonima associazione di promozione sociale».

Tra le pagine del primo numero le bellezze di Fiumefreddo Bruzio e cosa lega il borgo calabrese al pittore Salvatore Fiume. Ma anche un’occhiata alle serie tv più interessanti dell’autunno, un viaggio nella piccola e media editoria alla scoperta di Tuga Edizioni e ancora alcuni consigli letterari per “curare” la vanità.

E poi tanto spazio ai libri con le recensioni di “Nel silenzio delle nostre parole” (DeA Planeta) di Simona Sparaco, “La risata del barbaro” (Voland) di Sema Kaygusuz e “Il grande me” (Fazi) di Anna Giurickovic Dato. E ancora un salto indietro alla tradizione ottocentesca del feuilleton con “La morte di Ivan Il’ič” di Lev Tolstoj e l’intervista esclusiva allo scrittore Domenico Dara incentrata su “Malinverno” (Feltrinelli), la sua ultima fatica letteraria.

La copertina, infine, è dedicata ad Amedeo Modigliani, a cento anni dalla scomparsa, e alla sua musa Lunia Czechowska.

“Glicine”, il cui costo è di 1 €, è scaricabile sul sito glicineassociazione.com  

 

Obesità: rischi e soluzioni. Come combatterla con sport, dieta e integratori

Nell’ultimo trentennio la percentuale di popolazione in sovrappeso a livello nazionale è raddoppiata. È un problema che colpisce sia donne che uomini pressoché in uguale misura. A livello geografico, il Meridione sembra leggermente più colpito rispetto al Nord del nostro paese. La situazione è molto preoccupante anche a livello europeo e le proiezioni future mostrano che nei prossimi quarant’anni, se non si interviene prontamente, la percentuale di persone obese raddoppierà ulteriormente e con essa aumenteranno i casi di diabete abbassando l’aspettativa di vita di 3 anni.

L’obesità è una malattia cronica che deve essere riconosciuta, trattata e sradicata non solo dagli apparati sanitari ma anche prevenuta attraverso l’educazione, per cui è necessario parlarne nelle scuole a partire dalle scuole elementari. Inoltre l’obesità dovrebbe essere trattata anche come un problema sociale per cui i piani di cura e prevenzione andrebbero gestiti dagli amministratori locali e dai servizi sociali in maniera strutturata e con i giusti finanziamenti. Prevenzione e cura non devono essere viste soltanto nell’interesse della salute pubblica ma vanne inserite in un contesto di spesa pubblica in quanto l’obesità grava su di essa e questo potrebbe accentuarsi in futuro se le necessarie misure correttive e iniziative mirate di sensibilizzazione, prevenzione, e cura non vengono realizzate tempestivamente.

L’obesità favorisce lo sviluppo di altre malattie comunemente ad essa associate che interessano l’apparato cardio-circolatorio e il metabolismo, e nei casi più gravi rappresenta un fattore importante di rischio per cancro, diabete ed ictus. Come se questo non bastasse essa contribuisce all’insorgere di complicazioni nei casi dell’infezione da Covid-19 e, per tutti coloro che hanno più di 30 anni, rappresenta la seconda concausa di morte legata al virus in quanto contribuisce a ridurre le risposte del sistema immunitario.

L’adozione di uno stile di vita differente è certamente un buon punto di partenza. Andrebbero evitate diete squilibrate e sregolate per quanto difficile in un contesto in cui vi è sovrabbondanza – e spesso spreco – di cibo. Bisognerebbe poi non trascurare l’attività fisica, come lo sport, da integrare con la giusta dieta e i giusti integratori alimentari facilmente reperibili presso la propria farmacia online di fiducia. Anche qualora si volesse praticare sport da casa o semplicemente dedicarsi più spesso ad attività motorie anche non sportive, come passeggiate all’aria aperta, questi integratori aiuteranno a soddisfare il fabbisogno nutritivo dell’organismo.

Quando si parla di obesità e sovrappeso non si tratta di pregiudizi o di canoni estetici, si tratta di un vero e proprio problema con ripercussioni importanti sulla salute pubblica scientificamente e statisticamente dimostrate. Ignorando questo problema o non apprezzarne la gravità, si mette a rischio la salute e l’equilibrio delicato del nostro sistema sanitario con spese eccessive. Informazione, prevenzione e cura si riveleranno fondamentali per migliorare la salute pubblica sradicando abitudini e stili di vita che favoriscono l’obesità e che sono dannosi per la nostra salute generale e il nostro benessere psico-fisico.

Quantum Intelligence, uscito il libro che anticipa la rivoluzione tecnologica

RENDE (CS) – “Quantum intelligence. Le nuove frontiere dell’informazione per Stati, aziende e persone” è l’innovativo libro pubblicato da Rubbettino e scritto da Mario Caligiuri, presidente della Società Italiana di Intelligence, e da Luigi Rucco, consulente sulla Research Intelligence per una nota azienda nel settore della ricerca scientifica. Si tratta di un saggio di intelligence che, sostengono gli autori, prova ad anticipare quanto presto avremo sotto gli occhi per effetto di quella che viene definita come la “seconda rivoluzione quantistica”. “La Quantum information science – ricordano Caligiuri e Rucco – è un fenomeno di grande importanza, che inciderà in maniera significativa sulle nostre vite. Rappresenta l’utilizzo dei principi della meccanica quantistica per la realizzazione di elaboratori con nuove e potentissime capacità di calcolo, nonché meccanismi di crittografia teoricamente inviolabili”. Secondo gli autori “si verificherà una radicale trasformazione che riguarderà la sicurezza delle informazioni e l’intelligenza artificiale progredirà a ritmi ancora più elevati. Gli algoritmi quantistici determineranno notevoli avanzamenti in diversi settori strategici, come la farmaceutica e la finanza, la logistica e l’energia, la difesa e l’ICT. Se l’impatto di queste tecnologie sarà positivo o negativo, molto dipenderà dalle decisioni che verranno assunte dalle istituzioni politiche, a loro volta influenzate dalle analisi di intelligence che incideranno sia nel settore pubblico che in quello privato, e quindi per ogni singola persona”. In questo quadro, concludono “emerge pienamente il ruolo fondamentale dell’intelligence per affrontare la grande trasformazione già in atto ma della quale ancora non abbiamo percezione”. Il volume è il diciottesimo titolo della Collana del Laboratorio sull’Intelligence dell’Università della Calabria.

Michele Caccamo racconta le “Lamentazioni prima dell’amore”

TAURIANOVA (Rc) – È stato appena pubblicato il libro “Lamentazioni prima dell’amore” di Michele Caccamo per la casa editrice Elliot che sarà presentato a Taurianova in Piazza Italia, sabato 19 settembre alle ore 18.30. 

Un libro che racchiude in sé la sofferenza e il dolore della società per pensiero e voce di un solo uomo.

L’autore porta la denuncia umana a una sorta di confessione quotidiana. Piccole o grandi riflessioni su ciò che siamo diventati, su ciò che potremmo essere. L’opera si snoda su due binari, il primo rivolto alla realtà imposta e subita l’altro a una immaginaria vita fatta di amore e sentimento. Una forma di lotta sentimentale dove non sempre l’amore riesce a sconfiggere il male. 

«Le lamentazioni sono i soliloqui di un uomo esiliato dalla propria vita, bruciato dalla rabbia verso un’umanità brutale e farisea, violato nell’innocenza dell’amore. Espressioni di un dolore sacro e iconoclasta – afferma Michele Caccamo – questi vortici della mente si trasformano, attraverso un gioco introspettivo, in pensieri d’amore, ribaltando continuamente il punto di vista per dare un nuovo senso alla vita».

La scrittura pittorica di Caccamo costruisce immagini che sfidano la percezione del reale per trasformare la banalità del quotidiano in indizi di verità. 

È un lavoro di denuncia sociale, un richiamo forte alle nostre responsabilità. 

Organizzata dalla Consulta delle Associazioni di Taurianova nel rispetto delle norme di sicurezza vigenti, la presentazione sarà l’occasione per ripercorrere con l’autore in dialogo con Filippo Andreacchio, Presidente della Consulta, il suo lavoro sottile, distinto tra fasi di collera e di elevazione spirituale. Una scrittura poetica ma anche e soprattutto rabbiosa.

Premio Sila ’49, si parte con il libro del sociologo Paolo Jedlowski

COSENZA – Sarà il sociologo di fama internazionale e calabrese d’adozione, Paolo Jedlowski, ad aprire con il suo romanzo “Intanto” la serie di dieci presentazioni dei libri finalisti della nona edizione del Premio Sila ’49.

«Ancora una volta scegliamo il centro storico di Cosenza e l’incantevole Piazza dei Follari – dice Gemma Cestari, direttrice del Premio – per questo che per noi è davvero un evento. Perché segna l’inizio dell’edizione 2020 e perché ci riporta nella nostra dimensione ideale, dopo mesi di incertezze: la cultura per la gente, la letteratura a portata delle persone, della città. Sempre nel rispetto del distanziamento e con le giuste cautele, abbiamo pensato un evento partecipato, vivo, coinvolgente».

Protagonista dell’incontro, oltre all’autore, un altro accademico Ercole Giap Parini, professore associato di Sociologia Generale all’Unical che dialogherà con Jedlowski e raccoglierà gli spunti dalla platea dei presenti.

La presentazione avrà luogo giovedì 3 settembre alle 18, in piazza dei Follari.

“Noi calabresi che…”, il successo del gruppo diventato fenomeno Facebook raccontato da Mario Lo Gullo

COSENZA – «Non sempre mi è stato facile il dialogo con generazioni diverse dalla mia. Eppure qualche volta mi è capitato di constatare che proprio tra persone diverse per età, storia personale, esperienze vissute, scatta quell’empatia che ti fa comprendere immediatamente lo stato d’animo dell’altro e cosa si aspetta da te». Questa le prime parole che mi disse Salvatore Baronelli, ideatore insieme alla moglie Francesca Bellini Charme del gruppo Facebook “Noi calabresi che… “-, circa un anno fa quando conobbi mediaticamente questo giovane con il quale, a parte il salto generazionale, sono entrato immediatamente in sintonia forse perché si tratta di un sociologo che è anche laureato in Scienze della comunicazione, il che ne fa, logicamente, un interlocutore capace di agevolare qualunque rapporto di relazione interpersonale.

L’ho conosciuto perché mi ero iscritto al suo gruppo Facebook “Noi calabresi che…” attratto dalle caratteristiche di questa iniziativa: un gruppo, che non si limita solo a mostrare ciò che di bello offre la nostra Regione, ma che cerca anche di far interagire nel concreto più persone tra loro.
Poi mi informai e seppi dal Dott. Baronelli, con il quale nel frattempo mi ero messo in contatto, che lo scopo principale del gruppo, nato il 13 giugno 2019, era quello di favorire la nascita di “un diario personale allargato.
«Questa fu la grande novità che ci spronò ad andare avanti: lo scambio interpersonale – mi racconta Salvatore Baronelli oggi che siamo diventati amici – tra più utenti, realizzato tramite foto e video amatoriali e dirette Facebook che ci raccontassero quel qualcosa in più che cercavamo da tempo su altri gruppi, cioè delle autentiche storie di vita quotidiana che pur appartenendo a ciascuno di noi, potessero essere raccontate per farne partecipi anche gli altri iscritti con i quali poter condividere, in serenità, il proprio vissuto». «Quindi non i soliti link presi da Facebook o le foto postate, così tanto per… essere ammirate – continua Baronelli -; non cercavamo “lo scatto perfetto”, ma volevamo conoscere ciò che c’era dietro a ogni foto, a ogni video, a ogni diretta, o per meglio dire, chi c’era dietro e che sentimenti provava in quel determinato momento quella persona che aveva immortalato un tramonto o un bellissimo scorcio di uno dei tanti magici luoghi della Calabria».

Racconta ancora Baro nello: «Il gruppo con queste impostazioni ed in men che non si dica, superò ogni più rosea aspettativa ed in soli tre mesi raggiunse i 10.000 iscritti. Seguì a settembre 2019 il primo raduno del gruppo, che si tenne a Diamante in occasione del Peperoncino Festival dello scorso anno, al quale parteciparono tantissime persone che vennero dalle più disparate aree della Calabria.
Oggi il gruppo conta più di 30.000 iscritti (in genere ci vogliono anni per arrivare a questi numeri), 30.000 persone che si ritrovano qui e si considerano tra loro “amici” che giornalmente si raccontano chi sono, cosa vogliono e cosa si aspettano dal gruppo. Purtroppo il Covid ci impedisce di celebrare un secondo raduno, ma ci saranno altre occasioni di rivedersi tra amici, tra “Noi calabresi che…”».
«Per rafforzare ancora di più il legame che ci lega – conclude Baronelli – stiamo lavorando affinché ben presto (speriamo entro la fine dell’anno), il nostro gruppo diventi pagina Facebook, ed abbia anche un sito web.”
Complimenti quindi a Salvatore,a tutto ciò che sta costruendo,un chiaro esempio di come i social network possano essere strumento di socialità positivo e costruttivo. E l’augurio di buon lavoro e un grande in bocca al lupo dal sottoscritto e da tutti noi che facciamo parte di questo gruppo».

 

di Mario Lo Gullo

In edicola “Mare della Calabria”, la guida di Repubblica sulle coste calabresi

CATANZARO – Storia, arte, cultura, benessere, tradizioni, enogastronomia, bellezza e il mare che si snoda per 800 km di costa. Questo è tanto altro della Calabria in versione post-covid viene raccontato nella guida di Repubblica in edicola da circa una settimana.

Alla scoperta di una delle coste più belle d’Italia 

«Il nostro intento – sottolinea infatti il presidente Santelli nella sua introduzione alla Guida – è anche quello di favorire un turismo regionale di prossimità, per giovani e famiglie, proporre un turismo esperienziale per far sì che in questa ripartenza i calabresi possano riscoprire quello scrigno di bellezze ancora in parte sconosciuto che è la Calabria».

Una Guida innovativa dedicata al mare e ai luoghi piu suggestivi della Calabria per accompagnare i viaggiatori durante le vacanze di questa estate complicata.

«Abbiamo costruito una Guida di Repubblica nuova – spiega il direttore delle Guide, Giuseppe Cerasa – che costeggia tutto il perimetro di una regione quasi interamente circondata dal mare e con un entroterra di riferimento ricchissimo di tradizione, arte, odori, colori e storie».

La Regione Calabria detiene il 10% dell’intero patrimonio costiero d’Italia e presenta la più grande ed esclusiva varietà di spiagge formate da rocce e sabbie con il susseguirsi di baie, promontori, bianche spiagge e mare cristallino.

La nuova Guida di Repubblica segue le coste della Calabria per scoprire ristoranti, botteghe del gusto, dimore di charme, ma anche itinerari da non perdere, lidi, borghi, attività sportive e punti panoramici. Trovano inoltre spazio anche le storie di produttori e di artigiani del gusto, oltre ai percorsi da non perdere verso l’entroterra e le ricette di mare degli chef.

Ospita anche uno speciale e personale percorso lungo la costa scritto dal giornalista Giuseppe Smorto, che parte dall’estremo nord tirrenico di Praia fino all’estremo nord ionico con Rocca Imperiale. «Con la fantasia, in auto, a piedi ma soprattutto in treno: perchè spesso la costa irrompe dal finestrino, una cartolina movimento della spiaggia, il bambino che saluta, lo squarcio abbagliante dopo la galleria, il vagone che quasi tocca agavi e fichi d’India».

La Guida, già in edicola da mercoledì 29 luglio (10,90 euro + il quotidiano), è in vendita anche in libreria e online, su Amazon, Ibs.it e sullo store digitale (www.ilmioabbonamento.gedi.it).

Che vuole dire “in stile casinò” nel 2020?

Lo stile da casinò è andato evolvendosi nel tempo. Siamo passati dall’odiarlo fino all’amarlo e cercare di imitarlo o portarlo nella nostra quotidianità. Dire oggi stile casinò vuole dire avere uno stile classico, lontano da quello che è stato il tempo ed il suo influenzare le cose. Per questo motivo, questo stile, è molto ricercato e imitato da locali, lounge e hotel. 

Questo stile, in posti come gli Stati Uniti, verrebbe anche chiamato in stile clandestino, in quanto, il gioco, è stato a lungo bannato e trattato come un vero e proprio nemico delle persone e dello stato. La proibizione, durata anni, dove nelle bische si ricreavano stili clandestini di gioco, ha segnato un vero e proprio fenomeno stilistico e di pensiero, ancora oggi molto seguito da stilisti e arredatori.

Ma perché piace tanto questo stile e la gente cerca di imitarlo?

Impronta di stile unica

La sua impronta di stile è sicuramente unica se comparata a quelle del passato o del presente. Ci sono state moltissime mode che hanno mantenuto una impronta classica, ma nessuna ha saputo farlo come questo stile del tutto particolare.

Il fascino del tavolo verde, la figura del croupier, le luci colorate dei giochi come Book of Ra Magic e la bellezza dei corridoi del casinò. Tutto fatto in maniera brillante e simbolo di uno stile di vita lussuoso e al di sopra delle proprie possibilità.

Forse è anche questo quello che le persone amano in questo stile, ovvero quello che rappresenta.

Ostentare in nome dello stile

Questo stile vuole dire proprio questo dopotutto, ostentare in nome dello stile. Questo tipo di moda, tende proprio a fare questo – gonfiare tutto, renderlo più luminoso, bello e colorato, in modo che la gente possa vivere emozioni differenti.

In numerose città in Europa sono stati creati una sorta di locali privati, i quali adottano proprio l’impronta del casino come chiave principale. Luci soffuse, musica di sottofondo e colori che sembrano invitare al gioco.

Questi locali sono generalmente molto ricercati e la gente li raggiunge da ogni angolo per spenderci una serata con amici o bere qualcosa.

Insomma, in questo caso – come in nessun’altro – lo stile che riprende le sale da gioco è servito per fare leva sulla gente ed attirarla a partecipare ad un concetto di locale totalmente nuovo.        

Ma dove altro possiamo rivedere questa corrente, che sia un locale o qualcos’altro? Andiamo subito a vederlo.

La moda di ieri e oggi

La moda ha risentito molto di questo fenomeno, diventando sempre più vintage. Completi, capello leccato allo stile Robert De Niro e sigaro, sono spesso dei simboli di eleganza appartenenti a quest’epoca. 

Anche i grandi stilisti fanno sempre più abiti che si riferiscono a questo periodo e cercano di venire incontro alla crescente domanda di un abbigliamento che segua questa tendenza. Sopravviverà questa moda alla prossima estate?

Noi pensiamo di si, essendo uno stile presente da anni e che molto difficilmente potrà soffrire del passare delle stagioni e degli anni. Resteremo a vedere quanto, questa moda, andrà avanti e resterà tra noi.

 

(Pubbliredazionale – Foto: www.depositphotos.com)