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Inaugurazione stagione Eventi del Sistema Bibliotecario Lametino

Francesco Scaramuzzino in concertoLAMEZIA TERME (CZ) – Da questa sera si inaugura la grande stagione di eventi che il Sistema Bibliotecario Lametino sta organizzando per la città e il comprensorio.

L’appuntamento è alle 22.00 con “Peperoncino Jazz Festival”

Nella suggestiva cornice del cortile di Palazzo Nicotera il maestro Francesco Scaramuzzino, accompagnato da Gabriele Evangelista e Bernardo Guerra, proporrà uno spettacolo nel quale il jazz sarà il vero protagonista.

Una serata all’insegna di note e stelle che coinvolgerà gli appassionati del genere e non solo.

Al via #tourpendolare: prima fermata Lamezia Terme

La poesia è il più bel viaggio che un uomo possa intraprendere. Con la poesia e sulla poesia si aprono possibilità infinite di scoperte parallele, si dischiudono i cancelli della fantasia e finalmente si ha libero 1433549969_11357022_1445068769129424_3069992785117731579_oaccesso a una dimensione percettiva infinitamente superiore a quella che viviamo nella nostra quotidiana e frammentata, oltreché frenetica, realtà. In questo viaggio allestito in versi capita di scendere da un treno per prenderne subito un altro, si susseguono sguardi fugaci tra viaggiatori distratti, si alternano brusche frenate e biglietti andati perduti. Un viaggio da pendolari, insomma, durante il quale ciò che conta non è la meta, spesso sempre uguale giorno dopo giorno, ma il viaggio stesso. Un viaggio che è diventato poesia, plasmato dagli arguti versi del poeta lametino Domenico D’Agostino, giovane sensibile e attento alle molteplici e differenti sfumature della realtà.
Questa ‘Poesia per pendolari’, un libro ma anche una scelta di vita, sarà presentata il prossimo venerdì 26 giugno alle ore 18.00 nel cortile di Palazzo Nicotera a Lamezia Terme. L’evento, che s’inserisce in qualità di prima tappa nel programma del #tourpendolare, è stato organizzato grazie all’intensa collaborazione col Sistema Bibliotecario Lametino, con il il patrocinio del Comune di Lamezia Terme.
Nel presentare la propria opera, che tra l’altro proprio in questi giorni ha ottenuto una menzione speciale dalla giuria del concorso nazionale ‘Francesco Graziano’, il giovane poeta lametino proporrà ai suoi ospiti un proprio monologo dal titolo ‘Norveggia’. “Fin da quando è nata l’idea del libro ho immaginato di non presentare mai Poesia per pendolari nella forma classica di presentazione. Questo per vari motivi. Il primo è senza dubbio quello ideologico: la poesia non va spiegata, o narrata. Nella mia visione, e ovviamente nel mio piccolo, privo di chissà quali ambizioni, è più giusto che la poesia, nascendo come fatto intimo, venga subito ‘messa in mostra’ e provi a reggersi in piedi da sola, per perseguire l’obiettivo di toccare qualche corda all’interno di qualcuno. Un secondo motivo è invece formale: in un’estenuante ricerca di autenticità, che è stata anche la causa di numerosi dubbi circa revisioni, stili e altro, e ammettendo che per sua “natura” l’ars poetica è sempre un artificio, ecco che la soluzione migliore per discutere riguardo il libro diventa quella di un monologo. ‘Norveggia’ è un semplice monologo di circa venti minuti, attraverso il quale, grazie anche al dialetto, racconto come e perché è nato Poesia per pendolari. In ‘Norveggia’ il protagonista è un giovane contadino, soddisfatto forse solo in apparenza o forse con grossi rimpianti. Il più grande è quello di non esser mai riuscito ad andare in Norvegia, paese che fin dall’infanzia lo ha colpito in maniera forte. Ricordando i tempi dell’università, si concentra soprattutto sui quotidiani viaggi da pendolare, che nel corso di cinque anni lo trasformano insieme alla sua percezione, in un processo graduale che culmina nella “riscoperta” dei luoghi e dei paesaggi visti dal finestrino dell’autobus e soprattutto nel quasi meccanico bisogno di scrivere… scrivere poesie. L’euforia diventa così grande da sentirsi quasi, per davvero, in Norvegia. Ecco che ‘a Norveggia’ diviene il simbolo della volontà di percezione, di osservazione del circostante, o forse anche – più semplicemente – della meraviglia che è possibile trovare anche nelle piccole cose”, ha affermato D’Agostino.
Questa tappa del singolare tour sarà inoltre caratterizzata dall’installazione del progetto fotografico di Aldo Tomaino, programma concettualmente affine e profondamente legato al #tourpendolarDSC_7720 copiae. “Appena affidatomi il compito di accompagnare il libro con delle fotografie, ho subito pensato di impostare il lavoro su un progetto seriale (per dare ulteriore forza all’intero “viaggio”) che raccogliesse fotografie raffiguranti i paesaggi mirati e ammirati quotidianamente da Domenico, e che lo hanno ispirato. Così è stato: ho ripercorso più volte varie tratte, universitarie e non solo, con treni e autobus… con la voglia di impersonarmi in un pendolare e cercando di racchiudere tutto dentro/dietro un finestrino… a volte sporco o bagnato. Con l’intento anche di raccontare, far riflettere, porre l’attenzione sulle ‘cose’, della natura e non solo, che passano sotto i nostri occhi, in un autobus che va veloce e quasi non ci permette di osservare con la dovuta attenzione. Nel pieno spirito della poetica del pendolare di Domenico, che è una poetica d’osservazione istantanea, come – a volte – in una fotografia”, ha dichiarato con entusiastica convinzione l’artista.
Il #tourpendolare di D’Agostino sarà inoltre accompagnato del sottofondo musicale di Giorgio Caporale. “Quando suono in duo… quello che adoro è trasmettere tra di noi una serie di pulsazioni sonore indipendentemente da quello che si suona, che nella maggior parte dei casi si tratta di totale improvvisazione sensazioni del momento. Il mio stile è sempre stato un miscuglio di fattori diversi; jazz, blues, rock, country, sperimentale. Passo molto tempo a studiare musica nella ricerca. Mi interessa molto capire da dove provengono le cose e seguirle all’indietro”, sonos tate le parole del munisicista.
La prima tappa del #tourpendolare sarà inoltre momento di intensa tensione poetica grazie al fatto che non si parlerà solo dell’opera in oggetto quanto anche di espressioni artistiche affini, tant’è che verrà illustrata una versione completamente inedita le poesie illustrate da Simona Ponzù Donato.

 

L’evento è curato dal collettivo Manifest. del quale D’Agostino è membro. I blogger offriranno un rinfresco al termine della manifestazione

#ioleggoperché. Lamezia Terme, città di letture

Anche questa volta Lamezia Terme ce l’ha fatta a uscire dal bozzo index3diventando farfalla. Mille colori di ali e parole hanno animato la città dalla mattina al pomeriggio, fino alla sera, coinvolgendo giovani e meno giovani in quel turbinio di passioni e di letture.

 
#ioleggoperché, l’iniziativa AIE che ha aperto le porte alla lettura su tuttoindex2 il territorio nazionale, è stata declinata in maniera del tutto originale nella città della Piana, dove i diversi soggetti coinvolti hanno aggiunto ciascuno un pizzico della propria identità dando vita a una Giornata lametina del libro ricca di eventi e di momenti di crescita individuale e collettiva.

 
Questo 23 aprile rimarrà nel ricordo cittadino come il giorno in cui i soggetti culturali lametini si sono dati la mano e hanno deciso di far fronte comune contro l’aridità di un mondo senza letture. Dalle librerie Gulliver, Sagiolibri e Tavella si sono mossi fin dalla mattina i ‘messaggeri’ che, ciascuno a modo proprio, hanno distribuito i volumi messi a disposizione dell’AIE creando scompiglio, meraviglia, diffidenza e accoglienza tra i passanti che, quando non hanno tirato dritto, hanno accolto il dono con il sorriso della 11049442_1573430632905866_3671658474247232373_nsorpresa. Nel pomeriggio si sono susseguiti i diversi reading che, come nel caso dell’iniziativa del collettivo Manifest., hanno brillato di originalità. I giovani blogger del gruppo hanno infatti ‘invaso’ un bus della tratta Nicastro-Sambiase-S. Eufemia coinvolgendo i passeggeri nella lettura in versi dell’opera “Poesia per pendolari”. Se non si è trattato dell’autobus più pazzo del mondo, è stato sicuramente quello più poetico! E la stanchezza accumulata nel pomeriggio non ha affievolito le energie dei giovani di Manifest. che, armati di coraggio e di buone letture, hanno snocciolato Márquez, Sofocle, Pasolini, Bulgakov, Shakespeare, IMG_20150423_195149Masters, Morante, Fante e tanti altri al ‘Peppino Impastato’ nel corso del reading organizzato a conclusione delle attività pomeridiane. Quelle proposte dai ragazzi del collettivo sono state letture intense caratterizzate da un approccio ingenuo, letture cucite insieme dalla musica che, come un robusto filo tematico, ha accompagnato le interpretazioni dei giovani blogger.

 
Nel pomeriggio il parco ha accolto la ‘Caccia al libro’, organizzata dal Sistema Bibliotecario Lametino, che ha visto come protagonisti IMG_20150423_192646indiscussi i bambini e i ragazzi ai quali è stata altresì destinata la ‘Biblioteca diffusa’, impiantata proprio nel parco ‘Peppino Impastato’. Sul punto è intervenuto il direttore del sistema bibliotecario lametino, Giacinto Gaetano, illustrando il progetto e motivando le ragioni che hanno spinto gli organizzatori a inserirlo nelle attività del 23 aprile. “Oggi le librerie, le biblioteche e le associazioni di volontari di tutta Italia hanno dato una mano per promuovere la diffusione del libro. Qui a Lamezia abbiamo inaugurato al parco ‘Peppino Impastato’ il punto di Biblioteca diffusa del sistema bibliotecario lametino. Si tratta di un luogo in cui la biblioteca pubblica porta i libri da dare in prestito ai ragazzi e ai bambini che vivono in questo quartiere. Si facilita la fruizione del libro portando la biblioteca tra la gente. IMG_20150423_192706Chiunque, avendo la tessera del sistema bibliotecario, può prendere i libri in prestito e potrà farlo tutti i giorni perché vi saranno i volontari del servizio civile a garantire le attività. Anche per questa biblioteca funziona il sistema interbibliotecario, nel senso che i libri che rimarranno qui sono per ragazzi, ma anche gli adulti potranno prenotare il libro che desiderano ricevendolo nel giro di un paio di giorni. Sono inoltre previste attività di lettura coi bambini come la ‘Caccia al libro’ di oggi, attività che si ripeterà periodicamente per avvicinare i bambini alla lettura e al libro”, ha spiegato Gaetano.

 
La serata è stata poi allietata dall’aperitivo letterario presso la 11178278_1606984786182664_4757674551742673682_nlibreria Tavella e dal reading con aperitivo presso la Sagiolibri. Proprio quest’ultima libreria ha fatto da scenario alla lettura di brani tratti dall’opera di Domenico Dara ‘Breve trattato sulle coincidenze’, vincitore dell’ultima edizione del Premio ‘Corrado Alvaro’ e ospite della serata.

 
Una giornata densa, quindi, che ha fatto da banco di prova per diverse altre esperienze culturali in merito alle quali Lamezia Terme ha dimostrato d’esser pronta.

 

 

Daniela Lucia

Manifest. legge Cesare Perri e il suo ‘Le acrobazie del baco”

LAMEZIA TERME – Il suggestivo incontro che si è tenuto venerdì sera presso Palazzo Nicotera, a Lamezia Terme, ha avuto tutto il sapore della scoperta, 10408724_1539010506339849_3455561395260681464_ndi quel desiderio di conoscere con mano il mondo e le sue molteplici espressioni che hanno i bambini e che poi purtroppo la crescita e la maturità lavorano insieme per assopire. Ma il collettivo Manifest., che di fatto nasce dall’unione di due parole latine, manus e fest, e significa etimologicamente ‘toccare con mano’, lavora in maniera costante per tentare di riportare a galla tale innata pulsione alla conoscenza e l’evento di ieri sera s’inserisce proprio in questo cammino di consapevolezza. In collaborazione con il Sistema Bibliotecario Lametino, il 11150424_1568833186698944_5504132575441720743_ncollettivo ha allestito con meticolosa attenzione la presentazione del volume ‘Le acrobazie del baco’, nuovo romanzo di Cesare Perri, psichiatra e psicoterapeuta della città della Piana. Attraverso un reading e un interludio musicale, i giovani blogger di Manifest. hanno dato voce alla densa storia allestita dall’autore.

 
Seguendo la propria mission di sedurre l’intelletto sorprendendolo, i ragazzi di Manifest. si sono lasciati accompagnare da Cesare Perri giusto il tempo di introdurre il romanzo, per prendere poi possesso 1013870_1568833370032259_6265743201801407610_npieno dello spazio e del tempo, catalizzando l’attenzione dei convenuti su ciascuna singola esperienza di lettura e di interpretazione. L’opera dello psicoterapeuta è quindi divenuta una materia prima da plasmare e dalla quale farsi plasmare, oltreché una delle innumerevoli bussole da utilizzare per ‘cogliere sul fatto’ e per disvelare tutti gli aspetti della cultura, nelle loro forme molteplici. I giovani blogger hanno pertanto toccato con mano l’intenso lavoro di Perri e lo hanno riproposto alla stregua di un frutto fresco da condividere. In questo modo, il collettivo ha altresì dimostrato come l’opera d’arte non rimanga fissa e fine a sé stessa, ma possa e debba in realtà rigenerarsi tra le mani di chi ne fruisce. E l’autore medesimo, come un padre attento e coraggioso, ha dunque il compito di ‘donarla’, di trasmettere agli ‘altri’ la creazione del proprio intelletto. Per questa ragione, dopo aver brevemente introdotto l’opera, Cesare Perri ha spianato la strada ai giovani del collettivo. Anzi, al fine di spiegare questa esigenza di cedere la scena, di affidare il lavoro in mani diverse da quelle che l’hanno generato, l’autore ha chiarito che il romanzo stesso non pretendeva 11150513_1568832920032304_6340609518253698218_nd’esser presentato seguendo i canoni classici, non ne aveva l’esigenza. Perri intendeva creare un’atmosfera dinamica ed evidentemente ha raggiunto questo obiettivo, stando alla risposta di un pubblico attento e commosso che ha partecipato con empatia al reading fino alla conclusione dell’evento.

 
La vita ha due estremi, la nascita e la morte, ma è nel mezzo che essa scorre, che si ribella e che può generare a sua volta altra vita. Proprio in questo atto di generazione interna all’esistenza che CesarePerri2-300x223scorre, s’inserisce la vicenda narrata da Cesare Perri, una storia parallela di due ragazzi, due bachi che con acrobatica tenacia lottano per ottenere il loro pezzo di libertà. Sono quindi due le vite tracciate dall’autore: quella di Palma, sedicenne che tenta il suicidio e si ribella, attraverso un duro dialogo con la madre, alla sua stessa famiglia mafiosa; e quella di Giancarlo, un ventisettenne zoppo, disabile, che passa da un sarcasmo rancido e una routine da hacker dietro un pc alla stanchezza crescente dovuta proprio alla disabilità. Due linee parallele che, sottraendosi alle regole geometriche, finiscono per incrociarsi.

 
Per chi abitualmente varca all’alba il confine del proprio guscio – villa, stamberga o roulotte che sia – i propri sensi la sfiorano appena, soccombendo all’imperio delle azioni. Di essa te ne accorgi solo se sei un occasionale transfugo della notte. Allora ti accoglie con i suoi esclusivi colori, odori, suoni, voci e t’impone una transumanza affettiva tra le coltri appena abbandonate e le temperature del mondo.
Una corporeità che appartiene all’alba di un determinato panorama e di un preciso giorno e non a quelli di prima o a quelli che verranno, come quando si nasce o si muore.
Luminescenze e opacità che si alternano, si distaccano e si affiancano per trasformarsi in ricordi che vivranno di un’aura propria, di un tempo proprio, altalenante tra ieri e domani, tra la gioventù e la vecchiaia, irrispettosi dei vincoli anagrafici e sottoposti solo ai richiami emotivi. Per divenire essenze della vita”.

 

Con queste parole si è avviato il reading e su queste stesse parole è iniziato il cammino di condivisione del sapere al quale venerdì sera Manifest. ha aggiunto un nuovo tassello.

 

Daniela Lucia

Noi e la ‘ndrangheta. Perché la speranza non è una terra straniera

copj170.aspCos’è la speranza per una terra vessata su più fronti dall’opprimente mano della ‘ndrangheta? Come si può ancora sperare, se anche i più piccoli lumi vengono spinti verso l’oscurità? Quesiti semplici, ai quali però spesso risulta complicato riuscire a dare una risposta.
Grondante di problemi che bramano da decenni una soluzione, la Calabria si è ormai accasciata nella morsa di belve feroci che, se da un lato limitano la libertà dei singoli, dall’altro ramificano potere e tentacoli anche nei luoghi della Pubblica amministrazione, ormai presidi di una legalità instabile.
In questo scenario dove davvero la speranza appare come una debole fiammella lontana, il cui cammino per raggiungerla è arduo, s’inserisce l’ultimo lavoro di Francesca Viscone, che viene da anni di studi e indagini sui risvolti sociali della capillare presenza della ‘ndragheta in Calabria. “La speranza non è una terra straniera. Storie di sindaci e amministratori minacciati dalla ‘ndrangheta“, edito da Città del Sole, con la prefazione firmata da Renate Siebert, si presenta al pubblico alla stregua di un campanello d’allarme, con la volontà di insinuarsi nel tessuto sociale trasformandosi in consapevolezza di un fenomeno tristemente diffuso. Un fenomeno complesso e complessivo, composto da casi singoli che pretendono però di essere analizzati nel loro insieme.
La questione diventerà oggetto di confronto e dibattito il prossimo 11042978_10152897857486997_582871337843483778_nsabato 14 marzo a Carlopoli, in provincia di Catanzaro, occasione in cui l’autrice ne discuterà insieme a Simona Dalla Chiesa, figlia del Generale Dalla Chiesa, a Mario Talarico, sindaco della cittadina del Reventino, e a Giuseppe Aleta, ex sindaco di Cetraro e attualmente consigliere regionale. L’evento, organizzato da Avviso pubblico di concerto con il Sistema Bibliotecario Lametino, sarà monitorato dalla coordinatrice regionale di Avviso Pubblico, nonché assessore del comune di Carlopoli, Maria Antonietta Sacco.
La speranza è – o non è – una terra straniera? Ovvero, la speranza diventa un lusso incalcolabile quando la terra che ci appariva familiare assume via via le sembianze di un continente estraneo, irriconoscibile? Una terra di bellezza struggente, deturpata da una volgarità criminale distruttiva e grossolana. Eppure, i mafiosi rappresentano una minoranza. È l’area opaca del consenso col malfattore che consente loro di spadroneggiare”, con queste parole la sociologa Renate Siebert ci introduce alla lettura di un saggio che è molto più di un libro: è riflessione, presa di coscienza… Finestra aperta su una realtà possibile.

 

 

 

Daniela Lucia

Carmine Torchia live@Lamezia Terme con lo spettacolo “Bene.”

 

LAMEZIA TERME (CZ) – Andrà in scena il prossimo 6 Febbraio alle ore 19 presso lo storico Palazzo Nicotera, lo spettacolo “BENE.” di Carmine Torchia, organizzato dal blog Manifest in collaborazione con il Sistema Bibliotecario Lametino.

Uno spettacolo che parla di canzoni; evoca amori improbabili e amori definitivi; parla di sogni di eversione; tratteggia i veri protagonisti: i musicisti che si riscoprono amici inseparabili e compagni di baldorie. Sullo sfondo una città del nord, apparentemente fredda, diversa dalla realtà del sud per dinamiche sociali, ma che, alla fine, sa mostrarsi vulnerabile e forse persino familiare. Tutto quello che c’è (o non c’è) dietro ai brani che compongono un disco. Un flashback che immortala episodi precisi, incontri fondamentali, aneddoti intorno a cui ruota l’evoluzione di un lavoro musicale. Lo spettacolo è tratto da “BENE.”, l’omonimo album pubblicato nel 2013 da Rurale/Audioglobe. Le canzoni sono legate da monologhi, sketch e discorsi di Carmine Torchia, uno che scrive canzoni e aforismi, uno che vuole bene ai poeti, ai cantautori, ai bambini, ai musicisti, ai cani. La sua musica ha in sé poesia, elettricità, chanson, psichedelia, elettronica.

Con BENE. –dicono i ragazzi di Manifest – accogliamo a Lamezia Terme un bravissimo artista. Abbiamo conosciuto e apprezzato Carmine Torchia lo scorso anno e siamo rimasti colpiti in particolare per il suo amore per la poesia e per l’arte, il tutto confezionato dalla semplicità del suo carattere, umile e disponibile.  Abbiamo a cuore la sua sensibilità per la poetica di alcuni autori come il poeta Franco Costabile a cui ci sentiamo molto vicini.”

Il suo primo disco, “Mi pagano per guardare il cielo”, è uscito nel 2008 per Castorone. Ha girato, ha cantato e suonato per strada e nei locali in un viaggio chiamato Piazze d’Italia (sulle tracce di de Chirico), un tour durato quattro mesi, per un totale di circa 9000 km percorsi, 130 ore di viaggio, e numerose copie vendute. L’incredibile esperienza di Piazze d’Italia diventa anche un libro (edito da Prospettiva editrice), un cortometraggio e uno spettacolo teatrale. Nella sua incessante attività live ha incontrato – e aperto i concerti di – Stefano Rosso, Peppe Voltarelli, Niccolò Fabi, Eugenio Bennato, Moltheni, Tonino Carotone, il Parto delle nuvole pesanti e Andrea Chimenti. Pubblica per Evento Area il cofanetto cd-dvd Alterazioni – processi sintatticamente simili, un lavoro sul concetto di opera aperta, assieme agli artisti Walter Carnì e Gianfranco Scafidi. Per Sfera – musica|teatro intorno a Lorenzo Calogero, lavoro di Arianna Lamanna e Franco Còrapi sul poeta calabrese, muta sette poesie in canzoni. Con Ermelinda Bonifacio porta in giro Tavole imbandite, uno spettacolo sulle arti culinarie attraverso canti e racconti d’autore dalle forti reminiscenze popolari. A Musicultura con Quest’amore riceve il Premio SIAE alla miglior musica, il Premio AFI al miglior progetto discografico. Nel 2013 produce assieme a Peppe Fortugno Bene.(per l’etichetta Rurale/Audioglobe).

Roberto Tarzia