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La voce di Fiorenza Cedolins apre la 53esima stagione lirica del Rendano

COSENZA – Nel suo percorso artistico ha incontrato i numeri uno della direzione d’orchestra, da Riccardo Muti a Zubin Metha, da Daniel Oren a Lorin Maazel ed ha anche avuto il privilegio di cantare accanto a Luciano Pavarotti. Fiorenza Cedolins è una delle voci più rappresentative del panorama lirico nazionale, molto apprezzata e richiesta all’estero, come testimonia l’Aida di Giuseppe Verdi nella quale canterà da qui a poco in Brasile, al Teatro Municipal di Rio De Janeiro.

Il suo amore per la lirica è equamente distribuito tra Puccini e Verdi, tanto che il soprano si definisce, non senza ironia, una “bigama musicale”, innamorata persa dei due maestri.

Ed è questo amore viscerale per Verdi che la porterà sabato e domenica prossimi al “Rendano” di Cosenza per l’apertura della 53esima stagione lirica, curata dal direttore artistico Isabel Russinova, che ha in programma, come primo titolo in cartellone, proprio un omaggio al compositore di Busseto, in coincidenza con il bicentenario della nascita.

Sabato 2 marzo, alle ore 20,30, la “prima”, domenica 3 marzo, alle ore 17,00, la replica.

“L’Omaggio a Verdi – la vita, le lettere, l’amore” – questo il titolo – è un condensato di prosa, teatro, lirica e sinfonica, in cui il ricordo di Verdi incrocia le sue eroine, soprattutto Giuseppina Strepponi, prima compagna e poi seconda moglie del compositore, con cui Verdi intrattenne un fitto carteggio.

A Cosenza Fiorenza Cedolins, protagonista assoluta dell’omaggio verdiano del teatro di tradizione cosentino, arriverà direttamente da Lugano dove ha avviato, in collaborazione con il Conservatorio della Svizzera Italiana e in collaborazione con l’Associazione “Lugano lirica”, una serie di corsi di alto perfezionamento squisitamente dedicati al repertorio italiano. “Una bella sfida – la definisce la cantante – con la quale ci siamo proposti di far rinascere l’opera lirica anche a Lugano valorizzando il lavoro attento e minuzioso che si sta portando avanti sui giovani talenti. In questo bicentenario verdiano – prosegue – mi sto gratificando enormemente nel riportare in scena i personaggi che questo grandissimo compositore e tra i più grandi geni della storia ci ha dato. Quindi per me è un particolare piacere, ma anche una responsabilità non da poco, cantare a Cosenza, dove peraltro non sono mai stata, in una serata interamente dedicata a Verdi. Tra l’altro, in questa specialissima occasione, ho scelto per la prima volta di debuttare sulle scene una grandissima pagina della scrittura verdiana che è Macbeth, portando sul palcoscenico del “Rendano” una delle pagine più impervie di tutta la letteratura del compositore. Ci sarà questa esclusiva per Cosenza, nessun altro l’ha ancora ascoltata. L’idea di fare una serata che presenti sì la musica, ma anche un commento recitato che in qualche modo possa delineare anche l’uomo Verdi è un’idea che ho proposto a Isabel Russinova già quattro o cinque mesi fa, all’epoca del nostro primo contatto. E’ bello intonare tutte le romanze, ma perché, mi sono chiesta, data la coincidenza con il bicentenario, non raccontare al pubblico anche aspetti della vita e del carattere del compositore che non tutti conoscono?”

Dai grandi direttori d’orchestra che ha incontrato, Fiorenza Cedolins confessa di aver mutuato molte cose. “Sono stata abbastanza “opportunista” da prendere tutto quello che potevo da tutti. Ho iniziato a cantare professionalmente a ventuno anni. Ho imparato dai colleghi meno in vista, ma anche dai massimi nomi della direzione d’orchestra e della regia. In primis dal maestro Roberto Benaglio, per due anni mio maestro di spartito e con il quale ho messo a punto l’accento verdiano”.

E poi due grandi direttori: Zubin Metha e Daniele Gatti.

E Verdi sarà protagonista anche nel futuro di Fiorenza Cedolins: sarà diretta infatti ancora da Daniele Gatti per la Messa da Requiem al Regio di Parma. La prossima estate poi, il 10 agosto, sarà all’Arena di Verona, ancora con “Aida”, sul podio Daniel Oren, per la regia di Gianfranco De Bosio. Un evento speciale, per il bicentenario della nascita e per il centenario della prima rappresentazione di “Aida” nel tempio della lirica veronese, che risale al 1913.

 

Giangurgolo si “traveste” da Amleto

Cosenza – Il Carnevale è ormai alle porte, tra le strade della città si intravedono numerose mascherine, i carri sono in allestimento e i coriandoli e le stelle filanti vibrano nell’aria per poi ricadere al suolo ed impreziosirlo; Carnevale sta per bussare e, per l’occasione, anche il Teatro A.Rendano, ieri sera, ha deciso di vestirsi a festa indossando la maschera di Giangurgolo.

Il regista Max Mazzotta e la compagnia Libero Teatro, da lui diretta, hanno messo in scena, sulle “tavole” del Teatro cosentino, lo spettacolo “Giangurgolo, principe di Danimarca” riportando così alla luce la maschera calabrese che, sfortunatamente, non ha mai goduto di notorietà teatrale o letteraria.

Giangurgolo parte dal lontano ’700 per approdare ai giorni nostri, abbandona le affollate piazze di paesi e città e si catapulta in un teatro altrettanto affollato; il suo nome è tutto un programma e designa con accurata minuzia i suoi tratti distintivi che vanno dalla spacconeria all’ingordigia, dalla verboritas alla vigliaccheria.

Nel corso degli anni il ricordo di questa maschera si è affievolito; poche sono le informazioni a noi pervenute e scarne le conoscenze da noi possedute sulla tradizione carnevalesca calabrese; per tali motivi Max Mazzotta si è immerso in un lavoro ricostruttivo che lo ha aiutato a riportare in scena la maschera calabrese; è infatti da questa ricerca che nasce la lungimirante idea di immettere Giangurgolo in un contesto a lui nuovo e sconosciuto come la tragedia shakespeariana avvicinandolo, non solo, ad Amleto, considerato uno dei personaggi più nobili e tragici di tutta la tradizione, ma costringendolo anche a vestirne i panni.

Un esperimento sicuramente riuscito che ha portato in scena un Giangurgolo dalla cadenza strettamente cosentina, dalla presenza scenica prorompente data dal continuo ed eccessivo gesticolare, e dalla camminata rigorosamente a papera marchio del cosentino doc; una maschera capace di passare, in pochi attimi, dalla tragicità alla comicità, dall’irrisorio coraggio alla paura bestiale che non fa più respirare, una maschera che riesce a portare la comicità agli estremi; una comicità che ritorna indietro come un boomerang e colpisce il suo stesso produttore.

Giangurgolo, interpretato dalla talentuosa Francesca Gariano, è dunque una maschera grottesca, paradossale, tragicomica che si impegna a lottare per rivendicare il padre defunto ma che, alla fine, rimane preda dei suoi stessi imbrogli e delle sue macchinose strategie che avrebbero dovuto smascherare l’omicida del suo genitore mentre, nella realtà, hanno solo rappresentato un attentato alla sua stessa vita.

Uno spettacolo goliardico quello prodotto dal regista Max Mazzotta, uno spettacolo che si è servito delle maschere, del canto, della musica dal vivo, della pantomima fino a distruggere quella linea invisibile di demarcazione tra attore e spettatore. Un Giangurgolo tutto da gustare, da assaporare e da ridere; una risata fragorosa e liberatoria quella del pubblico composto per lo più da giovani che, con acclamazioni e applausi quasi interminabili, hanno osannato il regista e gli stessi interpeti.

Annabella Muraca

Giangurgolo, principe di Danimarca al teatro Rendano

MERCOLEDI’ 6 FEBBRAIO ore 21.00 al TEATRO A. RENDANO verrà messo in scena  GIANGURGOLO, principe di Danimarca, tratto dall’AMLETO di W. Shakespeare con la regia e l’adattamento di Max Mazzotta.

Il personaggio di Giangurgolo, come la quasi totalità delle maschere della commedia dell’arte, veniva rappresentato spesso e principalmente in strada, sulla base di canovacci appena accennati che lasciavano grande spazio alla capacità di improvvisazione dell’attore, provocando il riso e il divertimento del pubblico attraverso la comicità dei lazzi e l’irrisione dei notabili e dei potenti che Giangurgolo incarnava.
Non essendo a noi pervenuta traccia di canovacci e trame classiche che prevedano la presenza del nostro, due sono le strade per riportare sulla scena Giangurgolo ai giorni nostri: scrivere un canovaccio ex-novo, misurandosi con il cambiamento del gusto nel pubblico in cinque secoli di evoluzione del teatro; oppure, immaginare il personaggio di Giangurgolo immerso in un contesto a lui completamente estraneo, e proprio per questo estremamente stimolante dal punto di vista creativo.
E cosa può essere più estraneo alla personalità di Giangurgolo, alla sua cialtroneria e intrinseca non-nobiltà, se non la più nobile delle espressioni teatrali, la tragedia? E quale tragedia è più nobile di quella di William Shakespeare? Può Giangurgolo vestire i panni del più tragico e nobile degli eroi shakespeariani, Amleto?

Ticket:  Intero 8 €, Ridotto 5 €

Prevendita :
Dalle ore 16:00 di Sabato 02  fino a Mercoledì 06 Febbraio sarà possibile acquistare i biglietti in prevendita direttamente al teatro Rendano.

Info:
0984.493698 – 392 3946821 –  333 9555376  – FAX 0984.493937
info@liberoteatro.org – www.facebook.com/liberoteatro.CS

Michelle Hunziker arriva al Rendano con “Mi scappa da ridere”

COSENZA – Se esistesse una favola di Michelle Hunziker, comincerebbe certamente con una risata. Una risata così cristallina da scatenare un uragano, capace di trasportare lo spettatore in un mondo inatteso di aneddoti sorprendenti, dove nessuno – soprattutto lei – si prende mai sul serio.

E’ da qui che nasce “Mi scappa da ridere”, lo spettacolo prodotto da Bibi Ballandi per la “Ballandi Entertainment” , portato in scena dalla showgirl svizzera e giunto alla sua terza edizione, dopo il travolgente successo delle prime due.

“Mi scappa da ridere” approda sabato prossimo 2 febbraio (ore 21,00) al Teatro “Rendano” di Cosenza per la sezione “Celebrity” della stagione firmata da Isabel Russinova. La prevendita dei biglietti sta andando a gonfie vele e sono rimasti poco meno di 100 tagliandi, secondo quanto riferito dalla “Bonanno Entertainment” di Giovanni Bonanno e Simona Chilelli che sta minuziosamente curando l’organizzazione e la distribuzione dello spettacolo in Calabria.

Il supporto di mezzi tecnologici e visuali usati in modo narrativo ed interattivo, farà sì che la showgirl svizzera sia accompagnata, ora dal vivo, ora in maniera creativo-virtuale, dal corpo di ballo, dall’orchestra, ma soprattutto da un intrigante personaggio critico e dissacratore, il Mago Forest, Grillo Parlante virtuale della Hunziker.

Con una scenografia ricca di ledwall ed ologrammi, la regia dell’one woman show è di Giampiero Solari che ha scritto a più mani lo spettacolo, insieme a Riccardo Cassini, Francesco Freyrie, Piero Guerrera, e, ovviamente, alla stessa protagonista Michelle Hunziker.

Le coreografie sono di Bill Goodson, le musiche di Leonardo De Amicis.

I costumi sono di Grazia Materia; l’impianto scenico e le luci di Marcello Jazzetti, la regia video di Cristina Redini, gli abiti di scena di Michelle Hunziker sono di Elisabetta Franchi e di Celyn B.

Gli ultimi biglietti ancora rimasti sono in vendita sia al botteghino del “Rendano” che all’agenzia Inprimafila di viale degli Alimena.

 

Arriva Shrek e sono grasse risate

Cosenza – Alle 20,30 di ieri sera un cospicuo numero di bambini, accompagnati dai propri genitori e dall’ultimo squillo di campanella, prende ordinatamente posto nella platea e nei palchetti del teatro A. Rendano per assistere allo spettacolo “Shrek, il musical” firmato dai registi Ned Grujic e Claudio Insegno. L’effimera compostezza e l’innaturale silenzio durano poco; ben presto la frenesia, la curiosità e l’iperattività proprie dei bambini prendono il sopravvento e si trasformano in schiamazzi, applausi e richiami perché, si sa, ai bimbi non piace attendere.

Finalmente si apre il sipario e, da dietro le quinte, ecco spuntare un orco verde, panciuto e cicciottello che ha un’aria alquanto familiare; ma certo è Shrek l’orco buono più amato dai bambini che appare dolce anche quando si stizzisce, che genera tenerezza anche quando cerca di essere burbero, che professa il suo desiderio di vivere da “eremita” nella sua palude ma, in realtà, ama la vera compagnia.

Ecco che l’orco della saga firmata DreamsWorks sbarca dallo schermo al teatro insieme ai suoi magnifici amici per rendere tutti, adulti inclusi, partecipi delle sue meravigliose e celestiali avventure. Il suo è un mondo fantastico tutto da scoprire, i suoi compagni di viaggio sono i personaggi principali delle tradizionali fiabe e tutti, nessuno escluso, si comportano in maniera bizzarra, divertente, buffa e stravagante.

Tra balletti, canzoni ritmate cantate dagli attori ed eseguite dal vivo da una band di 10 elementi, gare di rutti e puzzette e giochi schiocchi del pittoresco Ciukino le avventure del giovane orco hanno continuato ad appassionare i bimbi e i loro accompagnatori fino a tarda serata facendo completamente dimenticare la sveglia che l’indomani sarebbe suonata per riportare tutti a scuola e dunque alla realtà. I bimbi attenti, elettrici, energici hanno seguito con grande interesse ed entusiasmo le gesta, a volte anche grottesche ed eccessive, del proprio beniamino che, dopo varie peripezie, riesce a sottrarre la principessa Fiona dal drago feroce e dai subdoli corteggiamenti di Lord Farquaad, un uomo insignificante e di bassa statura desideroso di sposare la principessa solo per conquistare il trono e diventare re.  Sboccia così l’amore tra la principessa e l’insolito principe-orco verde e si decide che “il matrimonio sà da fare” per poter così avere il tradizionale happy ending.

Shrek ha così allietato la frenesia quotidiana e ha garantito un puro divertimento; la serata è infatti trascorsa tra applausi e risate spensierate di bambini sognanti, risate grasse, di gusto, quelle risate così potenti che fanno scorrere le lacrime e cagionano il mal di pancia.

Annabella Muraca

L’anima del Gospel

Cosenza – Anche quest’anno, al teatro A. Rendano, si è deciso di dire addio all’anno vecchio in musica; ieri pomeriggio, infatti, si è tenuto uno splendido concerto Gospel con cui si è dato il benvenuto all’anno nuovo. Ci si lascia dunque alle spalle un anno difficile fatto di precariato, licenziamenti, scioperi e si spera nell’avvio di un’annata migliore con la speranza che il 2013 porti con sé lavoro e stabilità.

Fiducia, aspettative, buona volontà, capacità di continuare a lottare per i propri diritti è questo ciò che è stato trasmesso con l’ausilio delle note musicali; il Gospel, il canto sacro, la parola di Dio ha riportato in auge quei valori e quei diritti che questo periodo di crisi ha stravolto, usurpato e, molto spesso, bandito.

Voci sconvolgenti quelle degli Amazing Grace Gospel Choir che, ieri pomeriggio, hanno travolto e ammaliato gli spettatori con la tradizionale musica religiosa; Amazing Grace è, infatti, il titolo di uno dei canti gospel più antichi e popolari della tradizione afro-americana; un canto che è sempre stato considerato come un omaggio a Dio, un sentito ringraziamento a colui che ha concesso la libertà agli uomini.

Il palco del Teatro A. Rendano è stato invaso da un coro con un organico imponente, trenta elementi, provenienti da diverse parti del mondo, si sono esibiti portando in scena un repertorio Gospel che è riuscito a coniugare insieme modernità e tradizione; voci diverse ma un unico cuore, voci potenti ma un’unica anima, trenta individui diversi che hanno cavalcato all’unisono la stessa musica; quella che vive fin dal XVII secolo quando i neri schiavizzati cercavano, attraverso il canto, di alleviare le fatiche del lavoro nei campi.

Il coro è stato diretto da Timothy Martin tenore afro-americano conosciuto sia a livello nazionale che internazionale, un veterano della scena musicale gospel dedito, tra l’altro, da molto tempo all’insegnamento e alla diffusione di questa cultura musicale in Italia e all’estero.

È dunque così che si è deciso di augurare a tutti un buon 2013 e un nuovo “scoppiettante” inizio, un inizio che non deve cancellare ciò che è stato ma semplicemente permettere di rendere migliore e meno faticoso ciò che verrà.

 

Annabella Muraca

Dal 3 gennaio in vendita gli abbonamenti per la Stagione lirica 2013

Cosenza – Al via il 3 gennaio prossimo la campagna abbonamenti per la Stagione lirica 2013 del Teatro Rendano di Cosenza che avrà come protagonisti tre grandi della musica: Verdi, Mascagni, Vivaldi.

Le prime giornate di vendita, dal 3 al 5 gennaio, sono riservate ai vecchi abbonati che usufruiscono di prelazione nella scelta dei posti.

Successivamente, dal 6 all’8 gennaio, la biglietteria del Rendano accoglierà anche i nuovi abbonati.

Dal 10 gennaio in poi saranno disponibili i biglietti per le singole rappresentazioni che, diversamente dagli  abbonamenti,  potranno essere acquistati in prevendita anche presso l’Agenzia “Inprimafila” di viale Alimena.

La Stagione lirica 2013 si struttura in tre progetti: la celebrazione di Pietro Mascagni nel 150° dalla nascita; l’omaggio a Verdi ed agli straordinari ritratti di donna che sono le protagoniste delle sue opere, affidate all’interpretazione del soprano Fiorenza Cedolins; il “Vivaldi ritrovato” che si traduce nella riscoperta e restauro dell’opera “Skanderbeg” del compositore veneziano che, co-prodotta con il teatro di Tirana, calca il palcoscenico del Rendano in prima nazionale.

Orari della biglietteria del Rendano: da martedì a domenica, dalle ore 10,00 alle ore 13,00 e dalle ore 16,00 alle ore 19,00 (lunedì riposo).

Per informazioni: 0984/813227, da lunedì a sabato dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19.

Premio Sonora: sculture del maestro orafo crotonese Affidato

COSENZA – Un bassorilievo in argento raffigurante una pellicola cinematografica ed una chiave di violino in foglia d’oro e’ il premio realizzato dal maestro orafo crotonese Michele Affidato per la quarta edizione del premio ‘Sonora – una musica per il cinema’ che si e’ tenuto al teatro Rendano di Cosenza, condotto dalla giornalista del Tg1 Barbara Capponi con la direzione artistica di Giuseppe Papasso.

A ricevere le bellissime creazioni realizzate dal maestro orafo Michele Affidato sono stati Lech Majewskiper per ‘I colori della Passione’, Flemming Nordkrogper per ”Tutti i nostri desideri”. E’ stato lo stesso Michele Affidato a premiare Flemming Nordkrog. Tra i premiati anche Pasquale Catalano per ”Magnifica presenza”, Umberto ed Alessia Scipione per ”Benvenuti al Nord”, Fabio Liberatori per ”Posti in piedi in Paradiso”, Paolo Vivaldi per ”L’Olimpiade nascosta”, Emanuele Bossi per ”Benvenuti a Tavola”, i Mokadelic per ”Abacab” e Maurizio Dupuis per il saggio ”Jerry Goldsmith e la musica nel cinema americano”.

Un premio speciale e’ andato ad Annamaria Terremoto, caporedattore del Tgr Calabria. Presidente di giuria era il maestro Stelvio Cipriani, compositore noto per lo score di ”Anonimo Veneziano”, che ha suonato in esclusiva le note della fiction Rai ”Trilussa”. Testimonial del premio Sonora e’ stato l’attore Lando Buzzanca che ha esordito sul palcoscenico con una poesia dedicata alle donne. Applauditissimi Beppe Barra ed Enzo Avitabile che hanno duettato in satira napoletana. La serata e’ stata infine arricchita da una video intervista ad Andrea Camilleri sul suo rapporto con le colonne sonore ed il cinema.

 

Carmine Abate ospite del teatro Rendano

COSENZA – Sabato 22 dicembre, alle ore 17.30, nella sala “Maurizio Quintieri” del Teatro Rendano, lo scrittore calabrese Carmine Abate, vincitore del prestigiosissimo Premio Campiello 2012, sarà ospite del teatro di tradizione cosentino, in occasione dell’incontro promosso dall’Amministrazione Comunale e dalla Libreria Mondadori sul tema “I paesaggi di Carmine Abate”.

Attraverso le suggestioni del suo percorso creativo, partendo dalle storie riedite nella raccolta “Le stagioni di Hora” (Mondadori) e fino all’intensità del suo “La collina del vento” (Mondadori – Premio Campiello 2012), lo scrittore calabrese imbastirà un dialogo con il pubblico presente.

L’incontro sarà introdotto da Pino Sassano, responsabile della Libreria Mondadori di Cosenza e vedrà la partecipazione dell’Assessore alla formazione della coscienza civica e alla scuola Marina Machì.

Nell’annunciare l’arrivo a Cosenza di Carmine Abate l’Assessore Machì ha affermato: “non sono calabrese. La Calabria è per me un punto d’arrivo e non un punto di partenza. Ma quando ho messo piede qui per la prima volta ho avuto la sensazione di essere tornata a casa. E, come l’inglese perseguitato dai fascisti che trova rifugio nella casa della famiglia Arcuri – famiglia protagonista de “La collina del vento” – ho imparato a riconoscere e ad amare i colori, i suoni e i profumi di questa terra. E’ questa sinestesia che attraversa i romanzi di Carmine Abate: un paesaggio che, interiorizzandosi, allo stesso tempo diventa universale”.

Lo scrittore Carmine Abate riceverà nel corso della serata il Premio “Telesio d’argento”, offerto dalla gioielleria “Scintille” di Cosenza.