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Successo di critica e pubblico per Yard Cantiere Creativo

DiariodiProvincia-CarolinaBalucani_REGGIO CALABRIA (RC) – Un percorso che ha lasciato un feedback positivo e incoraggiante. Così Teresa Timpano, direttrice artistica, ha definito l’esperienza Yard Cantiere Creativo, la Residenza teatrale realizzata a Reggio Calabria che ha ospitato artisti nazionali e internazionali. Un successo di pubblico e di critica che ha richiamato la stampa nazionale e che ha intrapreso anche un percorso di formazione molto importante per tutto il territorio calabrese: «La formazione dei giovani con il corso propedeutico realizzato in collaborazione con l’Accademia d’Arte Drammatica Nico Pepe di Udine ci ha aiutato anche ad abbassare il target di età che abitualmente frequenta il teatro – ha dichiarato la Timpano – e mi ha convinto di essere sulla strada giusta anche la formula di convivialità che questa rassegna ha proposto con l’aperitivo che ha intervallato gli spettacoli». Anche lo sponsor Bermè si è dimostrato entusiasta dell’esperienza: «Per noi essere presenti col nostro prodotto a teatro vuol dire sia sostenere la cultura che allargare il nostro target d’interesse. Crediamo molto che uno sponsor privato possa raggiungere obiettivi d’eccellenza assieme a proposte culturali». Gli spettacoli di Yard proposti nella rassegna “To be? Or may-be?”, oltre a proporre incontri su Shakespeare che hanno richiamato l’attenzione del Corriere della Sera, si sono snodati attorno al tema dell’identità: «Abbiamo voluto dare un’impronta artistica multidisciplinare miscelando gli spettacoli di innovazione con i classici del teatro» aggiunge la Timpano. Il tema dell’identità viene introdotto  dall’impronta di una violenza che fatica a essere grattata via dall’esistenza: “Un vecchio gioco” di Tommaso Urselli per la regia di Filippo Gessi non risparmia suggestioni allo spettatore che partecipa a una sequenza di tormenti contrassegnati dal delirio e dalla tensione. La continua inquietudine è resa sulla scena da Teresa Timpano, Luca Fiorino e lo stesso Filippo Gessi che la restituiscono sistematicamente dentro un gioco che gira su se stesso. Pirandello per voce di Maurizio Marchetti sale in scena con “L’uomo dal fiore in bocca” e la mescolanza della realtà con la suggestione avvolge il pubblico di multisfaccettature che  stentano a trovare una sola identità per immergere il teatro Zanotti-Bianco in un incerto Pirandelliano. La prima serata si conclude con Oscar De Summa agile affabulatore che riesce a creare una empatia travolgente e di stampo decisamente ironico col pubblico per poi  accompagnarlo repentinamente dentro un abisso cupo e disperato nel suo  “Diario di provincia”. Una rappresentazione inconsueta e originale che gli è valsa la prestigiosa menzione UBU 2015. La seconda serata si è aperta con le danze di “To Pray” per la coreografia di Afshin Varjavandi di INC InProgress Collective: la significanza della preghiera in un caleidoscopio di gesti oltre il tempo vissuto. I giovani ballerini saranno in grado di impastare stili tribali a gesti urbani, senza soluzione di continuità. Sarà Carolina Balucani a far rientrare il pubblico dentro la dimensione di un tempo immobile: “L’America dentro” è un monologo che paralizza gesti, parole e intenzioni, il suo personaggio tratteggia con precisione l’angoscia di un’identità inchiodata dentro la stanza da una giovane donna che si è fermata nel suo rifugio di bambina. La conclusione della carrellata è affidata a un grande classico: “Amleto?” sviscera l’esperienza di Shakespeare per una coppia di attori all’interno di un percorso di identità non del tutto fluido e mai scontato. Maura Pettorrusso e Stefano Pietro Detassis di Macelleria Ettore proiettano sullo spettatore le instabilità di due identità che si sommano a quelle dei personaggi interpretati, concludendo con un percorso introspettivo l’indagine che Scena Nuda, la compagnia teatrale organizzatrice della rassegna tramite la residenza artistica Yard Cantiere Creativo si è prefissa.

Festival dei Miti Contemporanei a Scilla

scillaSCILLA(RC)-Una tappa importante per il festival Miti Contemporanei 2015 sarà giovedì 5 novembre a Scilla. «Questo festival – ha detto il sindaco Pasqualino Ciccone- punta sull’intreccio con i territori all’interno dei quali mira a esaltare tutto ciò che c’è di bello, non poteva esserci quindi luogo migliore di Scilla che è un tutt’uno con il mito ed è quindi una location ideale». Concetto ribadito anche da Teresa Timpano: «Scilla è una tappa fondamentale. Assieme a Roberta Smeriglio, che è la direttrice organizzativa, abbiamo deciso di portare qui il nostro progetto perché è un fiore all’occhiello della provincia cui siamo legati in modo affettivo». Gli eventi di Miti Contemporanei si svolgeranno al Castello Ruffo giovedì 5 novembre: «Inizieremo alle 20.30 con una visita guidata – ha spiegato la Timpano – con l’esperto storico Rocco Panuccio, promossa da LoveCalabria, che è un nostro partner importante. Alle 21.00 ci sarà l’aperitivo “Aperiarte”, un momento conviviale prima dello spettacolo. Quindi, alle 21.30, inizierà “L’Âge mûr nié, lettere di Camille Claudel”, una prima regionale di ScenAperta di Legnano, una compagnia che ha ormai una storia importante nel teatro italiano». Lo spettacolo è da uno studio sul mito di Medusa di Paolo Bignamini e vede in scena Federica d’Angelo. «Un progetto delicatissimo interpretato da un’artista molto interessante che ha vinto ultimamente un premio nazionale. Il mito è sviluppato dal punto di vista drammaturgico e scenico e reso contemporaneo sulla storia di Camille Claudel, una scultrice molto importante, portatrice di idee che anticipavano l’emancipazione femminile del nostro tempo. Era sorella di Paul Claudel e compagna dello scultore Rodin con cui ha vissuto una travagliata storia d’amore». Qui il punto focale: estrapolare dal mito una storia d’amore del nostro tempo. «Come si specchierà il pubblico di Scilla di fronte a questa figura attuale, viva e giovane della società di oggi?», si chiede la Timpano che conclude: «Alla fine dello spettacolo il pubblico potrà incontrare gli artisti e insieme creare un dibattito come facciamo sempre per sviluppare un percorso di coinvolgimento dello spettatore».Ha preso quindi la parola l’assessore alla cultura, Marinella Gattuso: «Siamo felici di aver inserito a Scilla una tappa del vostro festival. Siamo molto aperti alle iniziative di cultura e “Miti contemporanei” si sta affermando come una realtà importante. È uno degli eventi storicizzati, quindi non improvvisato, ben pensato e organizzato e con artisti importanti come Monica Guerritore e tanti altri. Siamo felici che la gente e il nostro territorio abbiano questa occasione», ha detto entrando nel vivo dello spettacolo in programma: «Il  festival parte dai miti per studiare i problemi di oggi. Qui si parte dal mito di Medusa, che per Scilla è un connubio naturale, per arrivare a Camille Claudel la cui storia parla di tutto: dell’esistenza e dei problemi delle donne di oggi». Anche il sindaco Pasqualino Ciccone ha ribadito l’ospitalità e la disponibilità a collaborazioni future: «Ringrazio per avere scelto Scilla per una tappa del vostro che è un festival importante per cui spero che si raggiunga più gente possibile. Se si pensa che siamo nei cinque luoghi che avete scelto con Reggio, Palmi, Bova e Locri vuol dire che quando si tratta di iniziative culturali e di valenza si pensa subito a Scilla e in particolare al Castello, ecco perché questo resterà sempre di utilità pubblica per poter ospitare iniziative come questa. Pensiamo a uno sviluppo turistico strettamente collocato nel mondo della cultura e questa iniziativa arriva in un periodo difficile per noi che è quello invernale per cui ci può fare solo bene. È un inizio di collaborazione che noi pensiamo possa andare avanti».Il progetto culturale teatrale denominato Festival Teatrale Itinerante “Miti Contemporanei è nato nel 2012 grazie al contributo dell’Ente Provincia di Reggio Calabria e si è ampliato nel 2015 grazie al cofinanziamento della Regione Calabria – linea di intervento 5.2.3.1 del POR Calabria FESR 2007/2013 – attraverso l’avviso pubblico “Eventi culturali storicizzati” e alla condivisione d’intenti e il Patrocinio del Comune di Reggio Calabria. Il festival, giunto alla sua quarta edizione, si è sviluppato nel territorio della provincia in collaborazione con il MIBAC e le istituzioni locali, in diversi siti archeologici e borghi suggestivi che testimoniano la grande storia di una terra dalla millenaria civiltà.

Globo Teatro Festival: intervista a Teresa Timpano nei panni di “Pasifae”

Teresa TimpanoREGGIO CALABRIA – È un atto estremo quello di “Pasifae”, moglie di Minosse re di Creta, che si intensifica ancora di più nello spettacolo in programma venerdì 13 marzo alle 20.30 nell’ambito del Globo Teatro Festival. Sarà la brava Teresa Timpano a portare in scena una storia mitologica lontana eppure drammaticamente attuale che vede una donna lottare contro i pregiudizi e la morale comune, andando incontro alla propria passione. Un reading coinvolgente, prodotto dalla compagnia Scena Nuda in una nuova scrittura di Filippo Gessi che col suo scritto trascende l’eroina umanizzandola, ripulendola da ogni contaminazione di sortilegio e lasciandola sola con la propria carnalità. Ce lo racconta proprio Teresa Timpano, attrice calabrese che vanta preziose collaborazioni con numerosi maestri del panorama teatrale internazionale.

Quanto è importante, oggi, prendere le parti di questi personaggi femminili  per difendere la loro storie diventate simbolo, anche estreme,  della lotta al pregiudizio?

È una scelta chiara, la mia, quella di schierarmi dalla loro parte.  Una scelta che ho fatto diversi anni fa lavorando molto sulle differenze, sui temi dell’emarginazione, sulla diversità. In questi ambiti già delicati i personaggi femminili conquistano, purtroppo, una parte considerevole: la maggior parte di loro non gode di una vera libertà nel giustificare i propri atti, proprio perché di sesso femminile. Molte volte mi stupisco ancora a rivedere gli antichi miti, le antiche eroine, perché mi accorgo quanto sia cambiato poco nei millenni. Quasi nulla, soprattutto nell’agire in libertà in assenza di giudizio. Nell’Europa del nord è sicuramente più semplice vivere senza sovrastrutture ed è inutile nasconderlo: il nostro Paese in quanto a parità è pericolosamente indietro. Pasifae è fatta di tutte quelle donne che oggi lottano contro i pregiudizi.

Pasifae è “colei che splende per tutti” e la sua è spesso una storia percepita come scomoda. Ma spogliandola della sua parte mitica resta una donna che non accetta il rifiuto della propria comunità…
Infatti noi abbiamo lavorato molto sul concetto di “normalità” all’interno delle comunità.  E siamo giunti alle conclusioni che se fossimo tutti uguali, omologati a un concetto principe e predominante di “normale”  saremmo drogati, nel senso più ampio del termine. Il  significato sociale della normalità risulta, di conseguenza, escludente. Anche  la parte umana di Pasifae dentro la stessa comunità ci ha interessato molto: Filippo Gessi ha tenuto relativamente conto del sortilegio per il quale la dea Afrodite per vendetta aveva infuso a tutti i figli di Elios, tra cui proprio Pasifae, degli amori riprovevoli. Anche il toro, da cui lei avrà il figlio Minotauro, era presentato come una punizione del dio Poseidone. Ma così si rischiava, nella drammaturgia, che il sortilegio potesse sminuire la sua lotta di donna che rappresenta, oggi come allora, nuove forme di coraggio, di trasformazione ed emancipazione.

Nel terzo millennio, quindi, ha ancora senso lavorare sul mito al femminile? Può aiutare il nostro mondo contemporaneo e la visione della lotta per le proprie passioni? Affrontare questi temi, oggi, è come aprire il Vaso di Pandora del fallimento dell’indipendenza delle donne…
Esattamente. Attraverso questo racconto vogliamo sottolineare quanto l’uomo perda il suo capro espiatorio di gran lunga più preferito nella storia. E proprio la storia ce lo dimostra in tutte quante le epoche: per una donna che sceglie di fare arte, per esempio, è importante raggiungere uno stato libero, interiore ma anche fattivo e l’arte è passione, anche carnale. Questa inibizione si protrae inibendo ogni aspetto del proprio carattere, di conseguenza è molto più semplice, per la società, vedere la donna come un essere condizionato.

Come nasce l’idea di Pasifae a cura di Scena Nuda? Ci racconti come è maturata la scelta?
È una mia idea. Mi sono ritrovata a visionare e approfondire un testo su Fedra, la figlia. Allora ho sentito l’esigenza di avvicinarmi, volevo parlare di una donna che le fosse prossima, ma che non fosse lei. Leggendo, approfondendo, mi sono resa conto della forza di questa donna, conosciuta per lo più come la madre del Minotauro, non tanto come Pasifae. Mi ha subito affascinato quindi, questa figura che rappresenta l’emancipazione per eccellenza: sposata con tanti figli ma che insegue una storia di fuoco e passione.

Ci anticipi l’approccio che la tua Pasifae avrà con il pubblico?
Sarà un intenso racconto di emozioni. Pasifae le riporterà al pubblico rivivendole nel senso più emotivo. La nostra compagnia, Scena Nuda, conta molto su questo personaggio.

Pasifae Italia 50′, Reading.

Con Teresa Timpano. Drammaturgia di Filippo Gessi. A cura di  Filippo Gessi e Teresa Timpano, produzione Scena Nuda.

Globo Teatro Festival – venerdì 13 Marzo ore 20.30 – Galleria Palazzo San Giorgio, Reggio Calabria