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Braccianti sfruttati per 1 euro all’ora. Operazione delle fiamme gialle nella sibaritide

guardia di finanza  genericaCASTROVILLARI (CS) – Le fiamme gialle cosentine hanno concluso un’attività di contrasto all’illecito fenomeno del caporalato e all’impiego di mano d’opera irregolare, con la denuncia di 6 persone. Approfittando dello stato di necessità e bisogno di persone in cerca di occupazione, i caporali sfruttavano la forza lavoro di braccianti agricoli, italiani ed extracomunitari illusi dalla speranza di una paga adeguata e decorosa, per impiegarli nei campi della Sibarite. L’operazione, condotta nel corso delle ultime settimane in diverse località della Sibarite, si è svolta attraverso il controllo di automezzi, sopralluoghi, appostamenti, pedinamenti e riscontri cinefotografici. L’organizzazione individuata forniva ai lavoratori sfruttati un posto letto in fatiscenti abitazioni costituite da container non areati, maleodoranti e in pessime condizioni igieniche. Il tutto per 100 euro al mese. Diversi lavoratori venivano continuativamente impiegati per 10 ore di lavoro al giorno, senza alcuna pausa e senza alimenti, ricevendo una retribuzione di 1 euro ogni ora di lavoro. A conclusione delle attività sono state segnalate alla Procura della Repubblica di Castrovillari 6 persone, quattro italiani, un bulgaro ed un pakistano, per aver organizzato e reclutato manodopera agricola, fornendo intermediazione ad aziende, mediante sfruttamento dei lavoratori attuato con violenza e minacce. Il pachistano è stato denunciato anche per porto abusivo d’armi. I controlli della Guardia di Finanza a contrasto del fenomeno del caporalato si intensificheranno per tutto il periodo della campagna agrumaria.

Appropriazione indebita, indagato avvocato di Cosenza

tribunale cosenzaCOSENZA – Il pubblico ministero di Cosenza Donatella Donato ha chiuso le indagini nei confronti di un avvocato che esercita nel capoluogo bruzio, accusato di essersi appropriato indebitamente di una consistente parte del risarcimento ottenuto in favore di un cittadino extracomunitario da lui rappresentato in un giudizio civile contro l’Azienda ospedaliera di Cosenza. La transazione avrebbe stabilito un risarcimento di 220 mila euro ma l’avvocato ne avrebbe girato solo 50 mila a favore del suo cliente, trattenendone 170 mila euro in modo indebito invece di darli al legittimo beneficiario.

Presunto abuso su minore. Il 18 gennaio l’incidente probatorio

Immagine utilizzata per prete pedofiloCOSENZA – Sarà ascoltato dal giudice del Tribunale il prossimo 18 gennaio il minore che avrebbe subito abusi sessuali da un sacerdote. Il gip ha accolto la richiesta del pm Antonio Bruno Tridico. Il religioso, insegnante di religione in una scuola media del centro città, avrebbe molestato un suo alunno di 11 anni. Il sacerdote è accusato di violenza sessuale ai danni di un minore. L’incidente probatorio si svolgerà lunedì prossimo: il ragazzino sarà ascoltato in audizione protetta in presenza di psicologi. E anche in presenza del prete, che ascolterà però in un’altra stanza, e che potrà intervenire tramite il suo legale. Intanto, proseguono le indagini sul sacerdote, difeso dall’avvocato Rossana Cribari. E da alcune indiscrezioni trapelate sembrerebbe che, fino a questo momento, le indagini sul pc sequestrato al prelato non avrebbero portato ad alcun risultato rilevante. Sui dispositivi informatici in uso al sacerdote non sarebbe stato trovato alcun tipo di materiale compromettente. La vicenda ha preso il via lo scorso mese di novembre quando gli agenti della Mobile, guidati dal dirigente Giuseppe Zanfini, perquisirono la casa del sacerdote e sequestrarono materiale informatico e altri documenti. Un accertamento seguito dopo un esposto presentato in Procura dai familiari del piccolo che vive in una casa famiglia. Secondo quanto emerso, il ragazzino avrebbe riferito a un assistente sociale e poi ai suoi parenti di alcuni palpeggiamenti e attenzioni particolari subite dal sacerdote, suo professore di religione, durante le pause delle lezioni. Ma sarebbero state le suore della casa famiglia a convincere familiari a presentare denuncia.

Processo Tesi, il 21 gennaio la sentenza

tribunale cosenzaCOSENZA – E’ attesa per il prossimo 21 gennaio la sentenza del collegio giudicante del tribunale di Cosenza, presieduto dal giudice Angela Lucia Marletta, in merito alla posizione degli imputati nel processo Tesi. L’inchiesta riguarda i rapporti tra la società operante nel settore dell’informatica e Fincalabra, la finanziaria della Regione Calabria. Negli anni scorsi il filone dell’indagine era stato stralciato dall’inchiesta Why Not e inviato al tribunale di Cosenza perché competente per territorio. Lo scorso 19 novemnre il pubblico ministero ha chiesto la condanna per Salvatore Perugini, ex sindaco di Cosenza (2 anni di carcere); Filomeno Pometti (3 anni), Luciano Vigna, attuale vicesindaco di Cosenza (2 anni), Michelangelo Spataro, attuale consigliere comunale di Cosenza (3 anni), Francesco Capocasale (2 anni), Michele Montagnese (3 anni), Gianluca Bilotta (2 anni), Luigi Vacca (2 anni), Nicola Costantino (3 anni), Renato Pastore (2 anni), Saverio Fascì (2 anni), Francesca Gaudenzi (2 anni), Antonio Gargano (3 anni e 9 mesi), Pietro Macrì (3 anni e 9 mesi), Antonio Viapiana (3 anni e 3 mesi). E ha chiesto, invece, l’assoluzione per Pasquale Citrigno (amministratore della società) per non aver commesso il fatto. Gli imputati devono rispondere, tra gli altri, del reato di bancarotta. Accuse fortemente respinte dalle difese che hanno chiesto l’assoluzione degli imputati. Come detto, è stata già fissata la data della prossima udienza, il 21 gennaio, quando dovrebbe essere emessa la sentenza.

L’allarme dei magistrati della Dda: siamo rimasti in sei con mille udienze da presenziare

Bombardieri e lubertoCATANZARO – Dopo aver illustrato i particolari dell’operazione che ha consentito alla Direzione Distrettuale di Catanzaro di procedere alla confisca dei beni riconducibili alla cosca Tripodi, il procuratore aggiunto della Dda Vincenzo Luberto si è lasci uno sfogo davanti ai cronisti, denunciando in maniera determinata la carenza di organico dell’importante ufficio giudiziario. “La Dda di Catanzaro ha a disposizione solamente sei magistrati per far fronte a mille udienze cui i singoli pm devono presenziare. Si tratta di un numero esiguo di uomini che fronteggia in ogni modo possibile la criminalità organizzata ottenendo un successo insperato, se si considera la carenza di organico. Voglio ricordare che abbiamo competenza su due terzi del territorio regionale. Parliamo di zone come Lamezia, gestita con sacrificio inenarrabile vista la presenza radicata di cosche come quella dei Giampà e dei Torcasio che comunque siamo riusciti ad arginare con numerose operazioni come “Medusa” e “Perseo”, e non ultima “Dirty Soccer”, ma se analizziamo tutto il territorio di nostra competenza non sfugge che Vibo Valentia ha in ogni frazione piccole cosche che gestiscono le attività criminali che fanno capo a quelle più note. Anche lì – ha sottolineato Luberto – la nostra attività è stata determinante e parliamo sempre di un uomo solo a gestire tutto. La situazione non cambia a Cosenza e Crotone, dove ci si divide tra Paola e Castrovillari con il clan Rango-Zingari e dove siamo riusciti con la nostra attività a svelare le ramificazioni nazionali del clan Grande-Aracri, attività che ha portato all’operazione Aemilia. Infine c’è Catanzaro, che non è un’isola felice come tutti vogliono far credere o come si potrebbe pensare. Anche qui la ‘ndrangheta è permeata notevolmente. Se la ‘ndrangheta, quindi – ha concluso il procuratore aggiunto – è il nemico numero uno, come dicono, non è così che si combatte. Le forze sono insufficienti perché si finisce per trascurare alcune situazioni che possono essere importantissime. Lo sforzo della Procura è notevole, ma potrebbe alla lunga non bastare. Per questo ribadiamo che serve un incremento di organico”.

Reggio Calabria, arrestato pedopornografo

bambini maltrattatiREGGIO CALABRIA Un uomo di 32 anni è stato arrestato a Reggio Calabria dagli agenti della Polizia Postale e delle Comunicazioni della Calabria per detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico. L’uomo era in possesso di oltre diecimila file, tra video e foto, con immagini pedopornografiche. Al trentaduenne è stata notificata una ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice del Tribunale di Reggio Calabria che ha accolto la richiesta della Procura della Repubblica. Il trentaduenne, attraverso un apposito software, avrebbe inserito in rete le foto ed i video pedopornografici, consentendone la condivisione da parte di altri utenti del web. Nell’abitazione dell’indagato era infatti già stato rinvenuto e sequestrato materiale informatico che, analizzato dagli investigatori, aveva consentito di acquisire elementi di riscontro sull’acquisizione e successiva divulgazione di video con preadolescenti vittime di abusi sessuali, accertando, altresì, l’esistenza di apposite cartelle, create dall’arrestato, per classificare le diverse tipologie di immagini e video conservati.

Castrovillari, indagati medici ed infermieri per la morte di Salvatore Pittari

tribunale castrovillariCASTROVILLARI – Tredici tra medici ed infermieri dell’ospedale di Castrovillari sarebbero indagati per la morte di Salvatore Pittari, il motociclista di 24 anni morto nel nosocomio dove era stato ricoverato per le ferite riportate in un incidente stradale. Lo riferisce l’Ansa citando fonti vicine all’inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica di Castrovillari che ha disposto l’autopsia sul corpo della vittima. “Il quadro potrebbe essere più’ complicato di quanto appare” ha detto uno dei legali della famiglia della vittima. Il procuratore capo di Castrovillari Eugenio Facciola e il pm Maria Grazia Anastasia, nell’immediatezza del decesso di Pittari, avevano posto sotto sequestro la salma e la cartella clinica del giovane. I familiari di Salvatore, dal canto loro, avevano presentato una denuncia, nominando due avvocati, Antonio Bonifati e Vincenzo Malomo. Sull’esito dell’autopsia nessuno dei consulenti ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione.

Locri, arrestato un custode giudiziario

Tribunale di LocriLOCRI – Un custode giudiziario di 53 anni è stato arrestato da personale della squadra mobile di Reggio Calabria e del Commissariato di Bovalino. Al termine delle indagini, coordinate dalla Procura di Locri, sarebbero state riscontrate reiterate richieste di denaro da parte dell’uomo nei confronti di un privato cittadino al fine di agevolare la trattazione di un procedimento.

Graziano prossimo alla decadenza, ma l’esponente di Forza Italia ha pronto il piano B: candidarsi a sindaco di Rossano

Rossano una vedutaCATANZARO – Volge al termine l’esperienza di Giuseppe Graziano tra i banchi di Palazzo Campanella. A breve infatti, la Corte d’Appello di Catanzaro pronuncerà la propria sentenza in merito al ricorso presentato da Gianluca Gallo, primo dei non eletti della lista Casa delle Libertà per la circoscrizione di Cosenza. A meno di clamorosi stravolgimenti, i giudici dovrebbero confermare il dispositivo di primo grado: Graziano non ha rispettato i termini e i tempi per mettersi in aspettativa dalle sue funzioni esercitate nel Corpo Forestale dello Stato e per questo, era ineleggibile. E mentre Gallo scalda i motori per tornare ad occupare l’ambito scranno in Consiglio Regionale, Graziano ha già pronto un piano B. Non è un mistero che dietro la decadenza del sindaco di Rossano Giuseppe Antoniotti, ci sia la longa manus proprio di Graziano; il coordinatore provinciale di Forza Italia avrebbe convinto alcuni consiglieri comunali della città bizantina, fino a ieri strenui sostenitori del primo cittadino in carica, a sottoscrivere le dimissioni insieme ai membri dell’opposizione. L’obiettivo: sottrarre ad Antoniotti, che coltivava ambizioni di ricandidatura, la macchina amministrativa negli ultimi mesi di un mandato che era comunque destinato a terminare con le elezioni della prossima primavera. L’addio di Antoniotti ha il sapore di un passaggio di consegne per quanto concerne la leadership azzurra a Rossano e, più in generale, lungo la fascia jonica cosentina. Dal predominio di Giuseppe Caputo, che aveva anche piazzato il figlio Guglielmo nell’esecutivo guidato da Antoniotti, si passa all’asse Graziano-Rapani. Ernesto Rapani è infatti il candidato a sindaco in pectore del centrodestra, anche se la prossima decadenza di Giuseppe Graziano da consigliere regionale, potrebbe modificare i programmi.

Giuseppe Graziano
Giuseppe Graziano

Non è escluso infatti che l’ex comandante regionale del Corpo Forestale dello Stato decida di tornare subito in pista e di candidarsi in prima persona alla carica di sindaco di Rossano. Intanto Antoniotti, dopo che questa mattina le dimissioni di 13 consiglieri su 24 sono state formalizzate davanti ad un notaio, ha rilasciato una dichiarazione al vetriolo attraverso il suo profilo facebook, che qui riportiamo integralmente.

“Care amiche e cari amici, come sempre vi scrivo con il cuore e senza peli sulla lingua. Ho letto le centinaia di attestati di stima, di vicinanza e sincero affetto che in queste ore mi avete espresso, sia in privato che pubblicamente. Ed è proprio vero, come diceva qualcuno, che probabilmente il 17 Novembre 2015 passerà alla storia della Città come la giornata dell’infamia. Nella quale 13 cittadini, rappresentanti del popolo, hanno sottoscritto un patto notarile per sfiduciare il Sindaco. Un atto, questo, che non può non prestarsi a riflessioni e

Giuseppe Antoniotti
Giuseppe Antoniotti

considerazioni. Innanzitutto, per chiarire i perché di questa scelta, di questa decisione. Perché sfiduciare un Sindaco dal notaio rinunciando al confronto politico pubblico, in Consiglio comunale, durante il quale si sarebbero potute dare a tutti i rossanesi ampie e motivate giustificazioni del gesto? Perché, ancora, sfiduciare un Sindaco a pochi mesi dalle elezioni e per di più all’indomani che lo stesso aveva annunciato la sua intenzione di volersi ricandidare? Questo dopo 4 anni e mezzo di governo della Città e dei problemi del territorio ampiamente condiviso con la maggioranza e la squadra amministrativa, durante i quali, nel limite democratico dei ruoli e delle linee di mandato, ognuno è stato libero di promuovere le proprie idee. Ognuno, nessuno escluso. E tutti sono stati co-protagonisti dei risultati, sia di quelli raggiunti sia di quelli che ancora dobbiamo raggiungere. E non mi riferisco a tutti quei problemi di fronte ai quali un Sindaco o un qualsiasi amministratore locale non avrebbe potuto far nulla se non trasmettere e far capire la sua indignazione. Lo ripeto con vanto: abbiamo governato con il cuore questa Città ed oggi questa sfiducia rimane incomprensibile, prima di tutto all’opinione pubblica. Ma non mi intimorisce. Anzi, mi da ancora più coraggio e “fiducia” di andare avanti e percorrere la strada intrapresa nel 2011. Sono consapevole dell’impegno che ho messo a disposizione della mia Città e sicuramente non mi tiro indietro. La mia forza sono i cittadini rossanesi, che conoscono la mia storia politica e personale. Andrò avanti, con il supporto della mia gente. Torno a casa a testa alta sicuro di aver servito la Città di Rossano, la Città del Codex, con tutto me stesso e senza mai risparmiarmi”. Adesso a Rossano arriverà un commissario prefettizio, probabilmente sarà nelle condizioni di insediarsi già lunedì prossimo.

Cosenza, ha un nome e un volto il sacerdote indagato per abuso su minore

tribunale cosenzaCOSENZA – In città non si parla d’altro, nel passeggio centrale del sabato sera e nei bar della domenica mattina. Ma nessuno si interroga più sul nome del sacerdote indagato dalla procura di Cosenza per abusi su minore. Semplicemente perché è diventato di dominio pubblico. E’ un nome che circola ormai da diverse ore di bocca in bocca, alimentando commenti, reazioni e discussioni. In redazione ci siamo a lungo interrogati sull’opportunità di pubblicare questa notizia, ma abbiamo deciso che non saremo noi di ottoetrenta.it a puntare il dito su un prete che merita la presunzione di innocenza, almeno finché non si farà chiarezza sul quadro indiziario. Secondo alcune indiscrezioni il sacerdote sarebbe stato chiacchierato già alcuni anni fa, quando venne trasferito ad altro ruolo per una presunta cattiva gestione patrimoniale della parrocchia di cui era responsabile. Ed anche adesso che insegna religione, non è passata inosservata la sua abitudine di chiedere ai ragazzi di sedersi alla cattedra, vicino a lui. Smentita invece la notizia secondo la quale sarebbe stato in procinto di ricevere una promozione. Pesante l’accusa: avrebbe palpeggiato un 12enne in aula. I genitori della vittima hanno sporto denuncia in procura. Le indagini sono condotte dal Pm Antonio Tridico.