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Coronavirus, bollettino Regione: +24 nuovi casi. Dimessi i due pazienti di Bergamo ricoverati a Catanzaro

CATANZARO – Il bollettino odierno della Regione Calabria, diramato come ogni giorno alle ore 17, riferisce che ad oggi sono stati effettuati 22.234 tamponi. Le persone risultate positive al Coronavirus sono 1.035 (+24 rispetto a ieri), quelle negative sono 21.199.

Territorialmente, i casi positivi sono così distribuiti:

  • Catanzaro: 206 (58 in reparto; 1 in rianimazione; 85 in isolamento domiciliare; 36 guariti; 26 deceduti. Nei guariti risultano anche i due pazienti di Bergamo che sono stati dimessi);
  • Cosenza: 405 (35 in reparto; 3 in rianimazione; 311 in isolamento domiciliare;33 guariti; 23 deceduti);
  • Reggio Calabria: 241 (33 in reparto; 2 in rianimazione; 163 in isolamento domiciliare; 28 guariti; 15 deceduti);
  • Vibo Valentia: 71 (3 in reparto; 53 in isolamento domiciliare; 10 guariti; 5 deceduti);
  • Crotone: 112 (13 in reparto; 84 in isolamento domiciliare; 9 guariti; 6 deceduti);

Villa Torano

Attualmente i contagiati risultano complessivamente 78. Ne sono stati notificati 22 il giorno 14 aprile, 36 il 16 aprile, 9 il 17 aprile, 11 il 18 aprile. Poiché sono ancora in corso screening e verifiche, i dati potranno essere ulteriormente aggiornati.

 

I soggetti in quarantena volontaria sono 7.468, così distribuiti:
– Cosenza: 1.799
– Crotone: 1.587
– Catanzaro: 1.711
– Vibo Valentia: 443
– Reggio Calabria: 1.928

Le persone giunte in Calabria che ad oggi si sono registrate al sito della Regione Calabria sono 15.419.

In centinaia a funerale Lamezia, indaga la Polizia

LAMEZIA TERME (CZ) – Alcune centinaia di persone di etnia rom hanno partecipato, probabilmente ieri, ad un funerale svoltosi all’interno della “Ciampa di cavallo”, quartiere di edilizia popolare di Lamezia Terme.

La circostanza è emersa dopo che un video ripreso con un telefonino ha iniziato a circolare su alcune chat e social.

Secondo quanto si apprende, la polizia ha avviato accertamenti per chiarire quanto accaduto. Inoltre gli investigatori dovranno appurare come la bara sia giunta in uno dei palazzi del quartiere. Nel video, infatti, si vede il feretro uscire dall’edificio portato a spalla da familiari ed amici ed accolta da applausi scroscianti e pianti da persone, quasi tutte senza mascherina e guanti, che sono in attesa nel cortile. Giunta all’esterno, la bara, su cui appare il manifesto con la foto del deceduto, viene fatta girare a mo’ di saluto verso i quattro lati del quartiere prima di essere posizionata a terra mentre vengono liberati in cielo palloncini bianchi.

La stagione in bianco del settore matrimonio. Appello degli imprenditori

COSENZA – Per molte coppiE questo 2020 sarà l’anno del matrimonio rinviato. E chi spera di poterlo ancora celebrare negli ultimi mesi dell’anno sa che dovrà fare i conti con molte restrizioni e con rituali tradizionali da riadattare alle nuove circostanze imposte dall’emergenza Coronavirus.

Oltre ai sogni ed alle emozioni dei futuri sposi, c’è poi inoltre un altro aspetto specifico da considerare. Il settore dei matrimoni in Italia fattura cifre strabilianti che permettono a migliaia di famiglia di lavorare onestamente. Un indotto che coinvolge tante figure professionali, ora interessate da un fatturato che prevede numeri ad una sola cifra, praticamente lo zero.  Questo comporterà inevitabilmente la chiusura di svariate attività con la conseguente perdita del lavoro di migliaia di persone.
Nello specifico, come fa presente l’associazione “Noi Si” – che rappresenta i negozi di abiti da sposa/sposo e cerimonia – il 90% dei matrimoni è stato rinviato al 2021: «questo comporterà un mancato guadagno delle attività che non potranno saldare la merce acquistata, la rimanenza di svariati capi da cerimonia, in pratica un tracollo economico che solo in periodo di guerra sarebbe immaginabile. In fondo anche questa è una guerra e per questo lo Stato non può far finta di niente e non aiutare quei soggetti che fino ad oggi sono stati fra le colonne portanti dell’economia, pagando le tasse e dando lavoro, quel lavoro che oggi l’Italia non riesce a garantire».
Per questo motivo un nutrito gruppo di imprenditori italiani dell’industria del matrimonio ha indirizzato una lettera, di cui di seguito riportiamo un lungo  estratto, al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ed al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, affinché le istituzioni centrali si interessino della questione.
 
«Ci rivolgiamo a voi perché, mai come adesso, la gestione delle nostre vite lavorative dipende dalle misure che avete messo e metterete in campo e che, in questo momento, sembrano non essere prese in dovuta considerazione. Il nostro settore è, a tutti gli effetti, un segmento dell’economia italiana, un tessuto produttivo importante.La nostra è una voce corale, quella di tanti uomini e donne che ogni giorno, con il proprio lavoro, rendono magica la vita dei loro clienti.
Noi siamo coloro che trasformano idee in progetti, sogni in realtà. Noi che disegnamo, cuciamo, trucchiamo, acconciamo, allestiamo, noleggiamo, cuciniamo, suoniamo e accogliamo. Noi che con i nostri fiori vestiamo a festa le chiese, le ville, i giardini. Noi che diamo lavoro a 900 mila
persone. Noi che siamo i professionisti del Wedding italiano.
Rappresentiamo quei settori merceologici attorno a cui ruotano decine di miliardi di fatturato. E di cui ancora nessuno parla. Di cui non c’è traccia nei decreti, nelle bozze delle fasi di ripresa.
Siamo, a tutti gli effetti, un pilastro dell’economia italiana, un volano per l’economia dell’Italia che affonda le proprie radici nelle tradizioni e nella cultura; e che negli eventi ha il suo cuore pulsante.Abbiamo smesso di lavorare come ci avete chiesto. Lo abbiamo fatto con diligenza e rispetto, tenendo a cuore le sorti del nostro Paese e della sua gente. Lo abbiamo fatto in questi mesi che per noi sono quelli più importanti dell’anno, quelli in cui generiamo gran parte del nostro fatturato: le chiusure di marzo ed aprile hanno abbattuto il nostro fatturato di almeno il 50%. In alcuni casi, addirittura del 100%.
Il nostro è un lavoro di programmazione, dove tutto si organizza con largo anticipo ma in cui gli incassi si riducono ai soli mesi primaverili ed estivi. Quei mesi che adesso stanno passando, che lavorativamente non stiamo vivendo e che, anzi, ci vedono assistere ad uno slittamento di molti eventi al 2021. E se si allontanano gli eventi, si allontanano anche i nostri incassi.
Noi, però, non possiamo permetterci di affrontare un anno “sabbatico” visti tutti gli impegni economici che abbiamo già preso con i nostri fornitori, gli impiegati a cui dobbiamo garantire uno stipendio dignitoso e tutte le tasse che dobbiamo pagare. Senza contare chi ha magazzini stracolmi di merce invenduta, inutilizzata e ancora da saldare.
Ora, però, abbiamo bisogno del vostro aiuto. Fateci capire quando e come potremo ricominciare a lavorare. E se non potremo tornare a festeggiare perché gli assembramenti dovranno essere evitati, allora sosteneteci.
Sosteneteci non con dei nuovi prestiti, che andrebbero a cumularsi con quelli che abbiamo già, ma con soldi veri. Con misure che ci possano aiutare ad andare avanti, che non ci facciano sentire abbandonati, che non ci costringano ad abbassare le saracinesche delle nostre aziende.
Noi non vogliamo chiudere, noi vogliamo rinascere con il nostro Paese.
Visto che lo scopo di questa lettera aperta è anche di offrire suggerimenti e spunti di riflessione, ecco quello che vi chiediamo, ciò che può salvarci dal baratro del fallimento: finanziamenti a fondo perduto, sulla base della perdita di fatturato rispetto allo scorso anno; sospensione per un anno dei contributi sugli stipendi dei dipendenti che, finita la cassa integrazione, dovranno tornare a lavoro; misure a protezione dei titoli che nei mesi di chiusura non sono stati e non saranno pagati e per quelli a scadere nei 30 giorni successivi alla riapertura delle nostre attivita’; la sospensione di ogni tipo di tassazione per un anno poiche’, senza fatturato, non saremo in grado di pagare tributi; misure a sostegno degli affitti che le aziende non sono state in grado di pagare in questi mesi di chiusura».
 

Coronavirus, bollettino Regione: +20 casi rispetto a ieri. A Torano confermati 78

CATANZARO – Il bollettino odierno della Regione Calabria, diramato come ogni giorno alle ore 17, riferisce che ad oggi sono stati effettuati 21.268 tamponi.

Le persone risultate positive al Coronavirus sono 1.011 (+20 rispetto a ieri), quelle negative sono 20.257.

Territorialmente, i casi positivi sono così distribuiti:

  • Catanzaro: 206 (60 in reparto; 2 in rianimazione; 85 in isolamento domiciliare; 33 guariti; 26 deceduti. Nel conteggio sono compresi anche i due pazienti di Bergamo trasferiti a Catanzaro);
  • Cosenza: 383 (40 in reparto; 3 in rianimazione; 290 in isolamento domiciliare; 29 guariti; 21 deceduti);
  • Reggio Calabria: 240 (33 in reparto; 2 in rianimazione; 162 in isolamento domiciliare; 28 guariti; 15 deceduti);
  • Vibo Valentia: 70 (5 in reparto; 52 in isolamento domiciliare; 8 guariti; 5 deceduti);
  • Crotone: 112 (14 in reparto; 84 in isolamento domiciliare; 8 guariti; 6 deceduti);

Rsa Villa Torano

Nella struttura attualmente i contagiati risultano complessivamente 78.
Ne erano stati notificati 22 il 14 aprile, 36 il 16 aprile, 9 il 17 aprile, 11 il 18 aprile. Poiché sono ancora in corso screening e verifiche, i dati potranno essere ulteriormente aggiornati.

I soggetti in quarantena volontaria sono 7.505, così distribuiti:

– Cosenza: 1.779
– Crotone: 1.587
– Catanzaro: 1.716
– Vibo Valentia: 495
– Reggio Calabria: 1.928

Le persone giunte in Calabria che ad oggi si sono registrate al sito della Regione Calabria sono 15.306.

 

Regione, via libera ad allestimento lidi e cura orti e bestiame

CATANZARO – Il presidente della Regione Calabria, Jole Santelli, ha firmato un’ordinanza che introduce alcune novità nelle misure fino a questo momento adottate per il contenimento del Covid-19.

Semaforo verde per attività agricole e di conduzione di piccoli allevamenti di animali

La prima novità riguarda gli spostamenti all’interno del proprio Comune di residenza o verso altri Comuni limitrofi per motivi legati allo svolgimento di attività agricole e di conduzione di piccoli allevamenti di animali. Un provvedimento condiviso dal presidente Santelli con l’assessore all’agricoltura, Gianluca Gallo, resosi necessario alla luce del numero considerevole di agricoltori e allevatori amatoriali che compongono il tessuto produttivo della nostra regione.

Via libera a manutenzione e pulizia lidi e parchi acquatici

Altra novità, introdotta dall’ordinanza e frutto del confronto dell’assessore al turismo Fausto Orsomarso con le realtà del settore, riguarda i parchi acquatici, gli stabilimenti balneari e le concessioni demaniali marittime. A partire da domani, previa richiesta al Prefetto, sarà possibile recarsi nelle aree interessate per svolgere interventi di manutenzione, sistemazione, pulizia, installazione e allestimenti delle spiagge, senza esecuzione di modifiche o nuove opere.

LABORATORI DI PASTICCERIA APERTI ANCHE DOMENICA

Terzo e ultimo punto dell’ordinanza firmata in data odierna dal presidente Santelli, riguarda le attività di trasformazione di prodotti dolciari che rientrano nelle attività industriali e non commerciali. Pertanto le attività non saranno inibite nei giorni festivi, purché avvengano in locali non aperti, né accessibili al pubblico. La consegna dei prodotti dovrà avvenire solo “a domicilio”, nel rispetto dei requisiti igienico-sanitari, sia per il confezionamento che per il trasporto.

Coronavirus, bollettino Regione: in Calabria il totale è di 991 casi

CATANZARO – Il bollettino odierno della Regione Calabria, diramato come ogni giorno alle ore 17, riferisce che ad oggi sono stati effettuati 20.131 tamponi.

Le persone risultate positive al Coronavirus sono 991 (+16 rispetto a ieri), quelle negative sono 19.140.

Territorialmente, i casi positivi sono così distribuiti:

Catanzaro: 204* (60 in reparto; 1 in rianimazione; 86 in isolamento domiciliare; 31 guariti; 26 deceduti. Nel conteggio sono compresi anche i due pazienti di Bergamo trasferiti a Catanzaro);

Cosenza: 365 (43 in reparto; 3 in rianimazione; 274 in isolamento domiciliare; 24 guariti; 21 deceduti);

Reggio Calabria: 240** (32 in reparto; 3 in rianimazione; 162 in isolamento domiciliare; 28 guariti; 15 deceduti);

Vibo Valentia: 70 (5 in reparto; 52 in isolamento domiciliare; 8 guariti; 5 deceduti);

Crotone: 112 (14 in reparto; 84 in isolamento domiciliare; 8 guariti; 6 deceduti);

 

Caso Villa Torano

Dei 46 positivi rilevati in data 16 aprile 36 appartengono al focolaio di Torano e si aggiungono ai 22 notificati il giorno 14 aprile. I dati che riguardano il focolaio di Torano potranno subire modifiche essendo in corso screening e verifiche effettuati in tre laboratori diversi.

Riguardo Reggio Calabria e Catanzaro

*Il totale dei casi di Catanzaro comprende soggetti provenienti da altre strutture e province che nel tempo sono stati dimessi.

**Dalla verifica in corso è risultato che i positivi “di controllo” sono stati comunicati come “primi positivi” a Reggio Calabria, pertanto in data odierna si rettifica il dato.

I soggetti in quarantena volontaria sono 7211, così distribuiti:

– Cosenza: 1496

– Crotone: 1497

– Catanzaro: 1701

– Vibo Valentia: 470

– Reggio Calabria: 2047

Le persone giunte in Calabria che ad oggi si sono registrate al sito della Regione Calabria sono 15.145.

 

Coronavirus, dimessi sei pazienti guariti a Cosenza e due a Rogliano

COSENZA – Ancora buone notizie dalla Direzione dell’Azienda ospedaliera di Cosenza che ha comunicato che otto pazienti guariti dall’infezione COVID-19, tra ieri e oggi, hanno fatto ritorno a casa.

In particolare hanno lasciato il reparto di Malattie Infettive e Tropicali delll’Annunziata, diretto dal dr Antonio Mastroianni, cinque pazienti: si tratta di tre uomini (due classe 1944, di cui uno residente a Corigliano Calabro, e uno del 1965, proveniente da San Lucido), e di due donne (un’anziana del 1939 ricoverata, e una del 1972, proveniente dall’area Corigliano-Rossano). Dimesso dal reparto di Pneumologia, diretta dal dr Albino Petrone, anche P. L., ricoverato allo scorso 24 marzo.

Infine, dall’ospedale Santa Barbara di Rogliano, attualmente diretto dal dr Mario Balsano, sono tornati a casa altri due pazienti: una donna ddi 46 anni, A.A., proveniente dall’area Corigliano-Rossano, e un uomo, F.S., del 1962 di Rogliano.

 

Esce “Appunti di un sogno sospeso”, Antonio Modafferi ricorda Italia ‘90

COSENZA – “Appunti di un sogno spezzato. Il mio ricordo di Italia ’90”: è questo il titolo del lavoro, formato ebook che sarà scaricabile gratuitamente sui principali store online, dello scrittore calabrese Antonio Modaffari.
«È il mio terzo lavoro che vede la luce in questi giorni in cui siamo costretti a stare a casa. Ho deciso di scrivere questo ebook gratuito –  racconta Modaffari – perché credo sia un piccolo modo per realizzare un minuscolo gesto di solidarietà e vicinanza offrendo un qualcosa di me. Sono passati 30 anni dalle notti magiche dell’estate del 1990 e se da un lato, a distanza di tanti anni, resta il rammarico per non essere riusciti a vincere un Mondiale che meritavamo, dall’altro è ancora viva in me e, credo, in ogni italiano la sensazione unica provata in quei giorni di giugno e luglio».
Il lancio del libro è fissato per il prossimo 23 aprile in occasione della Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d’Autore.

Occhiuto: «Ripresa possibile dopo la pandemia solo ripensando gli scenari dei lavori pubblici e dell’edilizia privata»

COSENZA – “La cifra distruttiva della pandemia ci costringe, plasticamente, al ripensamento degli scenari del dopo”. E’ quanto ha affermato il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, in qualità di delegato nazionale dell’ANCI per i lavori pubblici e l’urbanistica, in una sua riflessione ripresa questa mattina dal quotidiano economico Italia Oggi. “La storia delle ricostruzioni, sia nel dopoguerra italiano che, più recentemente, nei paesi dell’Est dopo il crollo del Muro di Berlino – sottolinea Occhiuto – ha sempre inseguito un grande disegno di sviluppo e di adeguamento delle infrastrutture pubbliche e dell’edilizia abitativa come principale possibilità per la ripresa economica. Oggi lo è anche di più a causa del blocco di altre attività d’impresa, soprattutto quelle commerciali e del food, che saranno ostacolate nella ripresa dalla necessità del distanziamento sociale. Non sfugge a tale sforzo, quindi, una riflessione sulla configurazione del settore dei lavori pubblici e del complessivo comparto dell’edilizia post pandemia COVID-19, come unica possibilità per immettere nel tessuto produttivo del paese liquidità e ricchezza necessarie per arginare la crisi in atto. Gli investimenti, inoltre, se indirizzati bene, attraverso progetti di qualità architettonica e di sostenibilità ambientale, ritorneranno utili in futuro perché consentiranno un risparmio in termini di costi sociali e sanitari grazie alla riduzione dell’inquinamento atmosferico e restituiranno un patrimonio immobiliare pubblico e privato rinnovato e più contemporaneo, implementando nuovi scenari di crescita turistico-commerciale. Si potrebbe così effettivamente – sostiene Mario Occhiuto – dare l’avvio ad una concreta stagione della rigenerazione urbana trasformando tutti i quartieri delle città oggi degradati e abbandonati come alcuni centri storici delle città italiane oppure marginalizzati da cattive operazioni di edilizia sociale collettiva senza identità. E dare esecuzione ad una massiccia opera di manutenzione straordinaria della viabilità interna ed esterna ai centri urbani, con particolare attenzione all’adeguamento dei viadotti. C’è da riflettere inoltre sul fatto che la globalizzazione, insieme a politiche di ipersfruttamento delle risorse naturali, che vigono tuttora in paesi a minore democrazia diffusa, potrebbero generare in futuro altri fenomeni pandemici. Sarebbe opportuno, quindi, tenerne conto nell’ambito di una riqualificazione generale di strutture sanitarie, RSA, scuole, uffici pubblici, infrastrutture e spazi pubblici, strutture produttive di beni essenziali, reti di telecomunicazioni. La programmazione e la progettazione dovrebbero far tesoro dell’esperienza del Covid 19. Ma anche ogni azione di promozione e di incentivazione. Esattamente come per i fenomeni sismici. Ritenere possibile una ripartenza dei modelli normativi e di governance dei due settori, esattamente dallo status pre-pandemico, appare però davvero irrazionale e immotivabile. “Il niente sarà più come prima” non è solo un efficace slogan del periodo che viviamo ma è, piuttosto, la razionale rappresentazione di una necessaria modificazione del comportamento sociale ed economico dell’uomo rispetto alla natura e all’ambiente, e nello stesso tempo della necessità di delegificazione del quadro di riferimento normativo. L’ipotesi di ripresa deve riguardare quindi il ripensamento degli scenari di futura immediata operatività che i lavori pubblici e l’edilizia privata possono percorrere nella prospettiva temporale post-pandemica. Nel caso del comparto lavori pubblici, il problema non è finanziario o di assenza di risorse; è esclusivamente burocratico e procedurale come, purtroppo, ha dimostrato la falsa partenza della recentissima normativa sblocca-cantieri. Gli ultimi decenni sono stati caratterizzati dalla introduzioni di norme e di apparati autoreferenziali rivolte esclusivamente alla esasperazione di controlli che, diventando eccessivi, hanno paralizzato di fatto i decisori pubblici dinanzi al rischio delle violazioni di legge e delle responsabilità erariali”. Al termine della sua riflessione il Sindaco Mario Occhiuto ha formulato una serie di proposte riprese questa mattina dal quotidiano economico “Italia Oggi”. Tra le proposte del Sindaco di Cosenza, l’eventuale affidamento ai sindaci, in attesa di una radicale e complessiva delegificazione e in deroga alle norme, dell’avvio, della realizzazione e della gestione delle opere pubbliche come commissari straordinari, sul modello di quanto accaduto a Genova. Occhiuto propone, inoltre, modifiche all’attuale testo del codice dei contratti, al fine di includere uno snellimento e una semplificazione delle procedure autorizzative dei progetti, che il Sindaco di Cosenza non esita a definire “vero collo di bottiglia del settore”.