Calabria: nel settore agricoltura 1 lavoratore su 7 è straniero

CATANZARO – Sulla base di un’analisi sul Dossier statistico immigrazione Caritas – Migrantes e su dati Inps, la Coldiretti dichiara che “piu’ di un lavoratore su sette che lavora nelle imprese agricole ed agroalimentari calabresi e’ straniero”. Dai numeri emerge anche che la lingua piu’ parlata nelle nostre campagne, dopo l’italiano, e’ il rumeno. A questa nazionalita’ appartiene, infatti, quasi circa la meta’ dei lavoratori (10980) a seguire i paesi piu’ rappresentati sono la Bulgaria (4840), il Marocco (997) e l’India (915). A seguire troviamo polacchi, albanesi, tunisini e persino slovacchi. La provincia di Cosenza con il suo distretto produttivo agroalimentare e’ l’ottava provincia italiana dove vi e’ il maggior numero di stranieri che lavora in agricoltura con 10.145 presenze, il 3,23 a livello nazionale e il 47,1% in ambito regionale. I lavoratori immigrati impegnati in agricoltura hanno una eta’ media di 37 anni. Gli stranieri, sottolinea Coldiretti Calabria, sono impegnati nelle varie tipologie d’impresa agricola ed agroalimentare riconducibili a coltivatori diretti, ditte in economia, e a societa’ cooperative di diversa natura. ”I lavoratori stranieri in Calabria – afferma Pietro Molinaro, presidente Coldiretti Calabria – contribuiscono in modo strutturale e determinante all’economia agricola della regione e rappresentano una componente indispensabile per garantire i primati del Made in Calabria nel mondo alimentare. L’impegno e’ di garantire sul territorio la legalita’ e l’accoglienza per combattere inquietanti fenomeni per spezzare la catena di sfruttamento che umilia gli uomini e il proprio lavoro e getta una ombra su un settore che ha scelto con decisione la strada dell’attenzione alla sicurezza alimentare e ambientale, al servizio del bene comune”.

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