COSENZA – «La sanità calabrese non finisce mai di stupirci. La telenovela dell’approvazione del Piano attuativo dell’assistenza territoriale dell’Asp di Cosenza è emblematica: deliberato e redatto una prima volta nel 2016 è stato restituito all’Asp dal Dipartimento Salute della Regione Calabria per alcuni rilievi da parte dell’ufficio del Commissario per l’attuazione del Piano di rientro. Nel febbraio del 2018- dice il consigliere regionale Carlo Guccione-è stato poi ripresentato ma a tutt’oggi ancora non risulta essere approvato dal Dipartimento Salute e dall’ufficio del Commissario. A pagarne le conseguenze sono soprattutto i pazienti della provincia di Cosenza che da oltre tre anni non riescono ad avere i servizi territoriali adeguati al fabbisogno dei cittadini e viene preclusa anche la possibilità di avere nuovi posti di lavoro sia nella sanità pubblica che in quella privata. Ad esempio i servizi territoriali per lo spettro autistico e per disturbi del comportamento alimentare, i servizi semi o residenziali, le case protette non possono essere attivati perché ancora manca l’approvazione del Piano. Così come non può essere aperta la Rsa di Caloveto che aspetta da diversi anni di attivare i 60 posti letto previsti, che andrebbero a snellire le lunghe liste d’attesa per gli anziani che hanno bisogno di assistenza. Senza dimenticare poi le due Rsa di Spezzano Albanese e Mottafollone, balzate alle cronache nazionali dopo la nostra denuncia ripresa anche da Rai Uno e Servizio Pubblico di Santoro, costruite alla fine degli anni Novanta, completamente arredate e costate oltre due milioni di euro ciascuna. Le due strutture, con oltre 60 posti letto ciascuna, grazie al libro bianco delle incompiute sulle strutture sanitarie costruite con l’ex art 20 della legge 67/1988, oggi sono state aperte ma solo autorizzate all’esercizio, per la prima volta dopo 18 anni. Non possono però essere accreditate a servizio regionale perché il Piano attuativo dell’assistenza territoriale dell’Asp non è ancora stato approvato.Così anche per quanto riguarda le tre postazioni del 118, deliberate dall’Asp di Cosenza nel 2015, di Oriolo, Spezzano Albanese, Scalea: sono in attesa di essere rese operative appena sarà approvato il Piano. È mai possibile che la sanità in provincia di Cosenza venga tenuta in queste condizioni ormai da anni senza che nessuno si adoperi per cambiare lo stato delle cose. Eppure l’Asp di Cosenza con un bilancio di oltre un miliardo di euro è una tra le più grandi d’Italia e a pagarne non possono essere i cittadini penalizzati dalla politica sanitaria che non permette di attivare la nuova rete dei servizi territoriali fondamentale a garantire la salute e a impedire che l’unica via di accesso sanitaria sia considerata quella dell’ospedale. La sanità territoriale ha un ruolo centrale e lo strumento del Piano attuativo dell’assistenza territoriale dell’Asp di Cosenza se non approvato rischia di far implodere la già precaria situazione della nostra provincia. È strano che le altre Asp della Calabria abbiano approvato il Piano ormai da qualche anno. Si faccia chiarezza su questo colpevole ritardo e sui silenzi in merito a questa mancata approvazione. La Regione spieghi ai cosentini il perché ancora la nostra sanità territoriale è tenuta in questa situazione che reca un grave danno sia economico che sanitario e metta in atto tutte le iniziative necessarie al fine di approvare definitivamente il Piano che darebbe la possibilità di potenziare e istituire nuovi servizi territoriali insieme alla buona occupazione».