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Riunione Anci sulle iniziative Smart City

COSENZA (CS) Mentre il programma di aiuti comunitari 2007/2013 è agli sgoccioli e già si progetta sulla tornata di risorse 2014/2020, Cosenza si propone nel ruolo di polo di dibattito per individuare le migliori opportunità per le città del Mezzogiorno, per correggere la rotta ed evitare di non spendere o spendere male, per fare rete fra territori e preparasi adeguatamente ad intercettare fondi attraverso progetti di grande respiro.  L’Europa deve ripartire dai territori e soprattutto dai comuni, questo il messaggio base dell’iniziativa cosentina dedicata alle strategie da adottare, anche nell’ottica del progetto smart city.

Promotore delle due giornate al Castello svevo, in collaborazione con  il Laboratorio urbano  Smart City ed il team del progetto Res Novae, Anci ed Ifel (Fondazione Anci),  il Sindaco e Presidente della Provincia di Cosenza Mario Occhiuto.
Il primo giorno di incontri ha visto la partecipazione di un pubblico prevalentemente di amministratori, professionisti e docenti dell’Unical. Occhiuto si è dichiarato soddisfatto su quello che considera un passo significativo in direzione di una maggiore assunzione di responsabilità da parte del Sud.
Le riflessioni in Commissione hanno portato alla luce un documento di proposta che dovrà essere consegnato al Presidente dell’Anci Nazionale Piero Fassino affinché sia recepito e portato all’attenzione del Governo.

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Le proposte – spiega Mario Occhiuto- riguardano il miglior utilizzo delle risorse strutturali, nell’ottica di una politica che tenga maggiormente in considerazione il Sud, dove la percentuale di risorse stanziate è indubbiamente inferiore rispetto al Nord. “Bisogna puntare ad una riqualificazione che parta dai nostri punti di forza, legati alla filiera agricoltura, ambiente, turismo”.
Le proposte della Commissione riguardano: riordino della fiscalità e superamento del Patto di stabilità interno; integrazione di tutti gli strumenti finanziari a disposizione per lo sviluppo e la coesione sociale; misure di contrasto alla povertà e miglioramento dei servizi alla popolazione; rapido completamento dei piani di recupero ed efficientamento energetico di scuole ed edifici pubblici; adozione di un piano per le infrastrutture materiali ed immateriali con particolare attenzione alla messa in sicurezza del territorio, tutela del patrimonio culturale e paesaggistico, copertura con banda larga anche delle aree interne; sostegno al sistema industriale meridionale; ammodernamento della PA; miglior utilizzo dei fondi strutturali comunitari con assorbimento di tutte le risorse del ciclo 2007/2013 ed immediato avvio della politica di coesione 2014/20 con una partecipazione privilegiata per Comuni ed Anci; valorizzazione del ruolo Anci soprattutto per PON Metro, del PON governance e sostegno delle aree interne; rifinanziamento delle Zone Franche Urbane.
gli interventi di Francesco Monaco per l’ANCI; Mario Battello per TECLA Europa; Alessandra De Angelis del Ministero Supporto Economico; dell’ospite cinese Yi Zhang che ha parlato della Commissione Europa-Cina Cultura ed Economia; Paolo Praticò, Autorità di Gestione del POR Regione Calabria; Luigino Filice, Pro Rettore Unical; Alessandro Bianchi per la Svimez; Giuseppe Guerrini dell’Agenzia della coesione territoriale.
Ha moderato i lavori il giornalista Francesco Sisci, del Sole 24 Ore. A Mario Occhiuto è toccato introdurre e chiudere la prima giornata di lavori.
Dal dibattito è emerso, in particolare,  che, se finora si è pensato in termini soprattutto di infrastrutture, con il nuovo programma 2014/20 si cambierà passo per rivolgere più attenzione all’innovazione ed ai servizi, non a caso temi centrali del dibattito della seconda giornata.

Salvatore Magarò scrive a Klaus Davi

Targa affissa a Longobucco (Cs)COSENZA(CS)«Da qualche settimana sto seguendo con vivo interesse lo svolgimento della campagna “100 comuni contro le mafie” avviata a Trezzano sul Naviglio in Lombardia insieme all’ANCI, pronta per essere esportata anche in Calabria.Probabilmente resterà sorpreso nell’apprendere che, in realtà, già da qualche anno sulla porta di ingresso della maggior parte dei comuni calabresi, è affissa una targa recante la dicitura Qui la ‘ndrangheta non entra».Così Salvatore Magarò si rivolge a Klaus Davi, in una lettera aperta che l’ex consigliere regionale della Calabria ha indirizzato al noto massmediologo. «Ho ideato e promosso questa campagna di sensibilizzazione a partire dal 2010 nella mia qualità di presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta del consiglio regionale, riscuotendo apprezzamenti a livello istituzionale, ma anche nel mondo cattolico, dalle associazioni e in alcuni settori della società civile.Non cerco primogeniture, mi creda. Al contrario. Il fatto che anche Klaus Davi si sia reso protagonista di una iniziativa analoga a quella condotta dalla mia più modesta persona, è una piccola rivincita nei confronti di alcuni settori della stampa locale e nazionale che non hanno mancato di criticare aspramente la mia attività.Si figuri: sull’argomento c’è chi ha scritto addirittura l’intero capitolo di un libro, inciampando in una serie di errori dettati dalla fretta e dalla disinformazione.Del resto, il tempo è galantuomo. La ‘ndrangheta si nutre anche di simboli, di simboli del potere ai quali ho cercato di contrapporre alcuni semplici oggetti di consumo quotidiano in cui racchiudere un pensiero, un breve ragionamento, anche dal tono di voce umoristico e spesso utilizzando il dialetto.Tra questi – spiega Magarò – anche una pillola, la pasticca antindrina: una scatolina dal packaging molto simile a quello dell’aspirina con all’interno una bustina di dischi di cioccolato ed un particolare bugiardino farmaceutico contenente alcuni appunti di tipo sociologico rivolti agli studenti calabresi. Un modo per ricordare che la ‘ndrangheta si propaga alla stregua di un virus e che le manette e le sentenze non sono sufficienti a debellare il morbo. Bisogna scuotere le coscienze, in particolare dei nostri giovani.Un altro prodotto bistrattato a queste latitudini e riabilitato dalla misericordina del Papa.Giocando sul significato metaforico della parola, abbiamo prodotto anche un particolare tipo di pasta: il pacchero alla ‘ndrangheta, che poi si è trasformato in un premio, il “pacchero d’argento” di cui tra pochi giorni, il 18 settembre, celebreremo la sesta edizione.Certamente una targa non sconfigge la ‘ndrangheta, qualsiasi sia il messaggio che contiene.Ma ogni cerimonia di affissione ha coinvolto nei vari comuni le istituzioni, le scuole, la parte sana della società civile. Ed è servita per ribadire da quale parte deve stare lo Stato: dalla parte dei giusti, degli onesti, delle persone perbene.C’è poi anche il rovescio della medaglia, come la vicenda di un sindaco che quella targa se l’è tenuta per oltre un anno in un cassetto, finché non l’hanno arrestato proprio per i suoi rapporti con la ‘ndrangheta.Tutto questo per dirle che sottoscrivo in pieno l’iniziativa che sta portando avanti con l’ANCI. Continuo a battere il terreno della legalità attraverso l’associazione Più di Cento – Tana per la legalità.Non mi reputo – conclude Magarò – un professionista dell’antimafia e forse gli otto colpi di pistola che qualche buontempone ha fatto esplodere contro il portone della mia segreteria, dovrebbe dissuadermi.Ma lo devo alle persone che mi hanno sostenuto ed ai miei collaboratori, coloro che hanno partorito buona parte delle idee che hanno contraddistinto il mio percorso, a cominciare proprio dalla targa contro la ‘ndrangheta. Persone che, probabilmente, e lo dico con una punta di amarezza, se avessero avuto la fortuna di nascere e vivere a Milano forse oggi sarebbero validi collaboratori del suo staff invece di andare ad ingrossare le fila dei disoccupati in Calabria».

Anci Calabria, Vallone richiede proroga del termine per l’approvazione dei bilanci

anciCROTONE – In una nota Peppino Vallone, presidente di Anci Calabria, ha fatto presente al presidente Nazionale Anci, Piero Fassino, l’estrema difficoltà che la quasi totalità dei comuni  e degli enti locali calabresi riscontrerebbe nel definire i bilanci preventivi entro la data del 30 luglio, a causa delle numerose modifiche normative introdotte nel corso dell’anno. Oggetto della nota è la richiesta al Governo della dilazione del termine al 30 settembre, pur consapevoli che l’eventuale proroga non rappresenti certo la soluzione ai problemi di finanza locale, ma darebbe comunque un po’ di respiro ai comuni per affrontare, con maggiore riflessione, le non poche innovazioni introdotte per la prima volta nel corrente anno.
Il presidente Vallone sottolinea come ai comuni sia inibita, già da diversi anni, la possibilità di programmare la propria azione amministrativa in autonomia proprio in considerazione dell’eccessivo proliferare legislativo in materia. Ha, poi, auspicato un intervento del presidente Fassino in questa direzione.
“Ci auguriamo – dichiara il Primo cittadino crotonese – che la proroga possa essere concessa per dare modo ai comuni di districarsi nella ingarbugliata matassa normativa che crea ripercussioni anche dal punto di vista sociale, oltre che finanziario – amministrativo. Nel frattempo invito i sindaci calabresi ad approvare comunque entro il 30 luglio lo schema di Bilancio di Previsione in Giunta e in Consiglio Comunale le aliquote, tariffe, tributi, anche separatamente dal bilancio, proprio per evitare di superare tale termine e dover applicare, gioco forza, quelle vigenti nel 2014, circostanza che avrebbe riflessi negativi sulla programmazione 2015.”

Firma Accordo di Programma tra Provincia di Cosenza e Conai

occhiuto-provincia-Il 26 giugno 2015, ore 11:30 Piazza XV Marzo – Palazzo della Provincia L’Accordo di Programma tra Provincia di Cosenza e CONAI (Consorzio Nazionale Imballaggi) nasce per favorire una corretta ed efficace raccolta e avvio a riciclo dei rifiuti di imballaggio – acciaio, alluminio, carta, legno, plastica, vetro, – sul territorio provinciale. In particolare, CONAI fornirà il supporto tecnico necessario alla definizione di un nuovo piano industriale per lo sviluppo della raccolta differenziata e del recupero dei materiali da imballaggio, garantendo il ritiro dei materiali conferiti e riconoscendo ai Comuni i relativi corrispettivi economici definiti dall’Accordo Quadro ANCI-CONAI. L’Accordo sarà presentato da: • Mario Occhiuto, Presidente della Provincia di Cosenza • Roberto De Santis, Presidente CONAI

Arriva a Cosenza CircOLIamo

 th (27)Venerdì 22 maggio, alle 11.30, conferenza stampa in piazza dei Bruzi  arriva a Cosenza CircOLIamo, la campagna educativa itinerante del Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati. Oli lubrificanti usati, rischi per l’ambiente e opportunità per l’economia nazionale e locale sono i temi principali, all’interno del villaggio CircOLIamo, alla presenza dell’Assessore all’Ambiente Carmine Vizza e di Elena Susini, responsabile Comunicazione del Coou. L’evento rappresenta la quarta tappa calabrese della campagna educativa itinerante organizzata dal Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e di Anci, che nell’arco di due anni toccherà tutti i capoluoghi di provincia italiani allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica e le amministrazioni locali sul corretto smaltimento dei lubrificanti usati e ottimizzarne la raccolta. Dalle 9 alle 11.30, all’interno del villaggio CircOLIamo, è previsto l’incontro con i ragazzi delle scuole, che parteciperanno agli educational loro dedicati; i ragazzi si fermeranno al villaggio allestito dal Consorzio e giocheranno a “Green League”, il primo social game finalizzato all’educazione ambientale. Nel corso dell’incontro con la stampa verranno resi noti i dati di raccolta degli oli lubrificanti usati in Calabria e in particolare nella Provincia di Cosenza. Il Consorzio proporrà, insieme ai relatori, le soluzioni ad eventuali difficoltà o inadempienze. L’olio lubrificante usato è un rifiuto pericoloso che deve essere smaltito correttamente. Se utilizzato in modo improprio può essere estremamente dannoso per l’ambiente e per la salute umana: basti pensare che 4 kg circa di olio – il cambio di un’auto – se versati in mare posso coprire una superficie grande quanto un campo di calcio.

 

Locri aderisce alla campagna “100 Comuni contro le mafie”

th (20)Il Sindaco Calabrese comunica che l’amministrazione comunale ha condiviso l’importante iniziativa “100 Comuni contro le mafie”, inviando l’adesione del Comune di Locri al delegato ANCI per la sicurezza, il Sindaco di Napoli De Magistris, per prendere parte al forum che si svolgerà il prossimo 22 maggio a Milano. La criminalità organizzata sta perseguendo una strategia di espansione nel Centro – Nord del nostro Paese, attuando dinamiche simili a quelle già utilizzate nelle altre Regioni, ed in particolar modo nei nostri territori. Già nel 2010, con l’adozione della Carta di Lamezia, l’ANCI ha lanciato l’allarme sulla necessità di far fronte ad un fenomeno di legalità debole che si presenta ormai in forma diffusa sull’intero territorio nazionale, dando il via ad un percorso di promozione della legalità e della sicurezza e prestando la dovuta attenzione alle specificità dei luoghi. Gli amministratori locali toccano con mano ogni giorno la difficoltà nel contrastare i meccanismi di infiltrazione e nel sostenere la diffusione di un’economia sana. Per il Sindaco Calabrese occorre fare fronte comune tra le amministrazioni comunali per arginare lo strapotere della criminalità organizzata che cerca di inserirsi nell’azione amministrativa locale. Ben vengano tale iniziative che servono a fare rete tra gli amministratori locali soprattutto di aree geografiche diverse vista la tendenza attuale della criminalità ad espandersi nella realtà del Nord Italia. In tale ottica urge apportare novità alle normative attualmente in vigore. Appare ormai evidente a tutti che lo strumento dello “scioglimento dei consigli comunali per infiltrazione mafiosa” è da considerarsi superato, considerato che non impedisce in nessun modo l’infiltrazione mafiosa stessa, non tocca in nessun modo l’apparato burocratico di un Ente e, soprattutto, in molti casi, non sortisce gli effetti auspicati considerato che molti Enti sono stati sciolti più volte negli ultimi quindici anni (vedi Platì, San Luca, Taurianova). Gli amministratori del Sud e Nord Italia non possono essere lascati soli e con armi spuntate a contrastare gli appetiti del  potere criminale.  Sono necessarie nuove regole e nuove forme preventive di controllo nel sistema degli appalti, delle concessioni urbanistiche e  nel settore dei rifiuti che tanto interessano i potenti clan. Appare quindi necessario dare un segnale di vicinanza concreta agli amministratori locali e, soprattutto, proseguendo nel percorso già avviato, individuare proposte concrete per i territori, perché l’elemento chiave è l’adozione di misure non solo di contrasto ma di prevenzione. Fondamentale è dare vita ad un “Patto strategico tra Istituzioni e con i cittadini”, con l’obiettivo di investire sull’etica della responsabilità e sulla cultura delle regole e della trasparenza, come presupposti chiave per costruire un nuovo modello di sviluppo sostenibile del Paese, economico, sociale e culturale.

La valle del Trionto: Scelto il logo per Expo 2015

ANCI2Giovanni Simeri è il designer del progetto selezionato dalla Commissione. Il sole che fa capolino da dietro a una montagna ben delineata, dalla quale sorge un fiume raffigurato in un morbido tratto azzurro vivo. Una goccia verde oro al cui centro è raffigurato un ulivo dal fusto sinuoso con nove ramificazioni. E alla base un sottile nastro tricolore, che aggiunge valore e rende ancora più emblematico e simbolico il disegno. Sono queste caratteristiche che hanno fatto sì che la scelta del logo che rappresenterà la Valle del Trionto all’esposizione universale Milano 2015, ricadesse sul progetto presentato dal giovane grafico Giovanni Simeri, titolare dello studio “Quattro Punto Sei design”. La commissione, composta dagli amministratori dei nove Comuni coinvolti nel progetto, insieme al comitato organizzativo, ha selezionato tra i vari lavori pervenuti, tutti ben pensati e perfettamente elaborati, quello che incarna al meglio l’identità e le caratteristiche del territorio. Il logo selezionato, infatti, è risultato essere il più completo, rispondendo perfettamente alle richieste contenute nel bando di partecipazione: un’identificazione immediata del territorio della Valle del Trionto, delle sue bellezze paesaggistiche e della sua vocazione olivicola, con al suo interno le diciture “La Via dell’Olio della Valle del Trionto” e “Expo 2015”. Il logo, da oggi, sarà presente su tutti i documenti ufficiali, sul materiale informativo, sui social e sul sito internet.

Obiettivi di rilancio economico e rigenerazione sociale delle aree urbane del Mezzogiorno

ROMA – Il rifinanziamento delle Zone Franche, finalizzato a rafforzare la crescita imprenditoriale e occupazionale delle imprese del territorio, è stato al centro di un incontro tenutosi nella sede romana dell’Anci, l’Associazione nazionale dei Comuni d’Italia, tra sindaci e ministero dello Sviluppo economico rappresentato dal direttore generale Carlo Sappino.

Presente il sindaco e presidente della Provincia di Cosenza Mario Occhiuto, in veste di presidente della Commissione Mezzogiorno e politiche per la coesione territoriale, Francesco Monaco, responsabile per l’ANCI dell’area Mezzogiorno e Politiche di coesione territoriale e numerosi sindaci, consulenti d’impresa e imprenditori dell’area centro meridionale.

I comuni interessati, i tecnici dell’ANCI e il Ministero sono pervenuti ad una “preventiva condivisione con i sindaci delle modalità operative da inserire nel decreto attuativo e nei bandi”. Nel pomeriggio si è svolto un secondo incontro con le città del centro nord che, per la prima volta, avranno accesso a tale beneficio. .

La Zfu prevede un beneficio fiscale (a valere su Irpef, Irap, Imu e contributi sociali) per le Pmi che operano nei quartieri ad alto indice di disagio economico e sociale.  Le risorse finanziarie previste, secondo quanto comunicato dal dirigente ministeriale, saranno in totale di 140 milioni di euro, dei quali 40 previsti per il 2015 e 100 per il 2016, con un notevole taglio rispetto a quanto previsto prima dell’approvazione della Legge di stabilità.

Nel corso del lungo incontro, è stato presentato un report sullo stato attuale di fruizione di questi fondi, (dal monitoraggio effettuato risulta che ad oggi, con la prima tornata di agevolazioni, sono state finanziate circa 24 mila imprese per un totale di 600 milioni di euro circa) che al momento è fermo a quota 20%, anche se le imprese potranno decidere di usufruirne anche nei prossimi anni. E’ stata affidata all’assemblea, alla luce di diversi spunti e di suggerimenti migliorativi, la possibilità di un riflessione sull’opportunità di apporre alcune modifiche al Decreto, operazione che, però, comporterebbe uno slittamento dei tempi attuativi molto lungo.

Nella sua qualità di presidente della Commissione Mezzogiorno e coesione territoriale, Mario Occhiuto ha preso la parola e ha sottolineato come le risorse stanziate siano insufficienti per la reali necessità delle Zfu e ha quindi chiesto al Governo di cercare gli strumenti opportuni per aumentarle.

“Le Zone Franche – ha detto Occhiuto – stanno apportando delle ricadute vitali sui territori che ne usufruiscono, contribuendo a riqualificare zone svantaggiate, creando un circuito virtuoso che, attraverso la defiscalizzazione delle attività commerciali, porta gli imprenditori a investire in questi luoghi che tornano ad essere frequentati e quindi rivitalizzati. Questo strumento, dunque, va potenziato perché consente di agire in quei tessuti maggiormente penalizzati riuscendo, in alcuni casi, a ribaltare la loro sorte. L’obiettivo è proprio quello di arrivare ad una rigenerazione sociale. Per questo, serve lo sforzo massimo da parte del Governo per reperire nuove risorse, piuttosto che tagliarle, come ha invece fatto approvando la recente Legge di stabilità”.

“Ritengo inoltre inopportuno – ha detto ancora Occhiuto – procrastinare il decreto, ma al contrario è necessario accelerare l’approvazione definitiva, perché è importante che le risorse siano disponibili nel più breve tempo possibile. Questo per dare impulso forte e urgente ad un’economia locale che, specie in queste zone, soffre già da troppo tempo il disagio della crisi. Non bisogna perdere tempo, per poter avere risultati concreti sul territorio”.

I lavori sono stati aggiornati e nel giro di qualche settimana saranno riconvocati per definire i dettagli e sancire i contenuti del nuovo bando.

Il tema sarà infine ripreso durante la riunione di insediamento della Commissione che si terrà giorno 5 marzo a Roma

ANCI e D.i.Re insieme contro la violenza di genere

ROMA – “Prevenzione e sensibilizzazione sono le due parole chiave del protocollo tra ANCI e D.i.Re che, se correttamente applicato, si dimostrerà utile per il contrasto della violenza nei confronti delle donne”. Così la delegata ANCI alle Pari Opportunità, Alessia De Paulis, sottolineando la sempre più stretta collaborazione tra Enti locali e associazioni per sviluppare azioni e progetti di prevenzione e lotta alla violenza di genere.

“ Il fenomeno della violenza maschile contro le donne è un crimine – ha sottolineato la delegata ANCI – e rappresenta una violazione fondamentale dei diritti umani” . In questo scenario positivo è stato l’ accordo siglato con D.i.Re perché “ si pone l’ obiettivo di svolgere una funzione di prevenzione e contrasto della violenza contro le donne attraverso iniziative concrete come l’ inserimento dei centri antiviolenza nei piani di zona, la formazione della polizia municipale e degli operatori dei servizi sociali e l’ adozione di un sistema che prevede la raccolta di dati certi sul fenomeno della violenza. La novità, infatti – ha concluso De Paulis – è proprio quella di intervenire in un settore purtroppo deficitario nel nostro Paese, che riguarda appunto i centri antiviolenza, e di poter quindi disporre di dati aggiornati che consentano di monitorare i casi di violenza” .

“ Il protocollo di intesa è un ottimo punto di partenza per realizzare a livello territoriale tutte le azioni necessarie affinché l’ Italia si uniformi alle direttive internazionali antiviolenza – ha detto Titti Carrano, presidente D.i.Re – sia per quanto riguarda il numero dei Centri antiviolenza che dei posti letto nelle case rifugio. Tutto questo è possibile solo con finanziamenti adeguati permanenti. Ma non basta: i centri antiviolenza devono essere riconosciuti come luoghi di elaborazione politica, di esperienza e competenza. I centri non sono un servizio, ma luoghi di progettualità e di valorizzazione delle donne che hanno avuto il merito di portare alla coscienza collettiva la questione della violenza contro le donne e del femminicidio. Ci appelliamo a tutti i comuni italiani affinché aderiscano al protocollo e si preoccupino che nei loro territori ci siano risposte adeguate per le donne discriminate e maltrattate” .

I Comuni e D.i.Re. si sono anche impegnati a favorire la creazione di tavoli tecnici interistituzionali per coinvolgere tutti gli attori interessati a sostenere le donne vittime di violenze di genere e i loro figli. ANCI e la Rete D.i.Re. stanno collaborando anche per la realizzazione di un vademecum destinato agli operatori e alle operatrici dei servizi sociali che si trovino a supportare donne vittime di maltrattamento, e che una volta realizzato, sarà il primo strumento di questo tipo a livello nazionale.

Anci, il sindaco Mario Occhiuto nominato presidente della commissione Affari istituzionali e riforme

Il presidente dell’Anci, Piero Fassino, ha nominato quattro nuovi presidenti delle commissioni dell’Associazione nazionale dei Comuni italiani. Fra questi (ovvero i Sindaci di Pescara, Lecco e Novara), anche il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, chiamato alla presidenza della commissione Affari istituzionali e riforme. “E’ un incarico che mi gratifica molto e pertanto ringrazio il collega Fassino per la fiducia accordatami – afferma Occhiuto – Il lavoro dei primi cittadini in seno agli organismi dell’Anci è l’espressione dell’impegno istituzionale-amministrativo di chi conosce bene i territori e può dunque fornire contributi concreti per la ripresa e lo sviluppo del Paese”.