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[#JapanTime] Le decorazioni di capodanno, Kadomatsu e Shimekazari

Un anno scorre sempre molto velocemente, anche troppo. Il 2017 sembrava appena iniziato, invece è già volto al termine.

In questi ultimi giorni si è soliti fare una somma di ciò che è stato l’ultimo anno e se ne traggono le conclusioni, magari davanti a una bella tavola imbandita, come da tradizione italiana, e non solo.
Dall’altra parte del mondo, in Giappone specificatamente, sappiamo già molto di quello che succede grazie al Japan Time sul capodanno giapponese dello scorso anno, ma non sappiamo ancora tutto. Le usanze e le tradizioni del Paese del Sol Levante sono tantissime ed è difficile conoscerle fino in fondo. In questo ultimo Japan Time del 2017 scopriremo le decorazioni che i giapponesi usano nel periodo finale dell’anno.
Subito dopo il 25 Dicembre, in Giappone vengono tolte le consuete luci di Natale per fare spazio alle decorazioni di capodanno, celebrazione molto sentita. Ovviamente queste, nonostante la loro semplicità, hanno significato spirituale:

KADOMATSU

Il Kadomatsu (cancello di pino) è una decorazione che viene esposta all’entrata delle case e dei luoghi di lavoro dal 28 Dicembre fino al 15 Gennaio. Questi ornamenti possono essere formati da pini, rappresentanti la longevità, bambù, simboleggianti la prosperità, o albero ume, che rappresenta la costanza. I germogli sono fissati a diverse distanze e, in base all’altezza, rappresentano il cielo, l’umanità e la terra, con il cielo ovviamente più alto e la terra più in basso. La funzione del Kadomatsu è quella di raccogliere gli spiriti ancestrali in modo che possano vegliare sul raccolto. Può essere considerato come il nostro albero di Natale, solo che rappresenta lo spirito del capodanno.

SHIMEKAZARI 

Altra decorazione tipica del periodo è lo Shimekazari, addobbo che si appende sull’uscio delle abitazioni. È realizzato con le Shide, cannucce di riso e strisce di riso artigianali a zig zag. La funzione di tale decorazione è quella di allontanare gli spiriti maligni e dare il benvenuto ai kami shintoisti in modo che possano entrare in casa e benedirla per il nuovo anno. Lo Shimekazari viene decorato con degli oggetti portafortuna:

Le Daidai, un tipo di arancio che viene considerato portafortuna per il particolare kanji del nome che, scritto con un ideogramma diverso, significa “di generazione in generazione”.

– L’aragosta, vista come portafortuna perché la sua posizione ricorda il corpo di un uomo anziano.

I ramoscelli di pino, simboli di longevità perché restano sempre verdi.

– Le foglie di felce, che rappresentano la speranza di avere una famiglia felice e prosperosa.

Ecco, quindi, delle caratteristiche alternative per chi è stufo dei soliti alberi di Natale e presepi. Addobbare alla giapponese le proprie festività può essere un bel modo per cambiare un po’ aria e anche per dare un nuovo significato alla celebrazione.
Da tutta la redazione di Nerd30, un buon 2018!

                                                                                                                        Paolo Gabriele De Luca

[#JapanTime] Capodanno in Giappone

Anche questo 2016 è arrivato alla sua conclusione.

Ormai è tutto pronto per festeggiare l’arrivo del 2017: ritrovi in famiglia e con gli amici, feste, piazze affollate e concerti per passare in allegria l’ultimo giorno dell’anno. Il Capodanno, dunque, è una delle festività più importanti e più attese da tutti.

E in Giappone?

In questo speciale appuntamento di fine 2016 di Japan Time, vedremo come i cittadini nipponici trascorrono l’ultimo giorno dell’anno.

drago-giapponese

Per i giapponesi, il Capodanno è un giorno altrettanto atteso e amato come lo è per l’Occidente. Il nuovo anno prende il nome di Shogatsu e viene festeggiato dal primo Gennaio dal 1873, anno in cui anche in Giappone entrò in vigore il calendario gregoriano al posto di quello cinese.
Famoso il detto “anno nuovo, vita nuova”, come se si prospettasse una rinascita non solo interiore, ma che riguarda l’aspetto concreto dell’esistenza individuale. In Giappone questo concetto è espresso nel Bonenkai, ovvero il nostro cenone di Capodanno, ma si sa, essendo luogo di grande cultura e tradizione, i cittadini della Terra del Sol Levante sono soliti dare a questa ricorrenza un significato simbolico: il Bonekai è un vero e proprio addio alla sofferenza dell’anno appena passato, da trascorrere nella gioia e nel divertimento, come augurio per un futuro prospero, insieme ad amici o colleghi in mezzo a fiumi di sakè.

bonenkai

Diversamente dall’Occidente, in cui il 2 Gennaio si riprendono le normali attività, in Giappone i festeggiamenti continuano fino al terzo giorno del mese, tutta la Nazione si ferma per dare a tutti la possibilità di “ripulirsi” internamente. Questa purificazione avviene in vari modi, tra questi ricordiamo la Sanganichi, ovvero le pulizie domestiche di Capodanno: il primo Gennaio deve essere tutto pulito e perfettamente in ordine, rito di buon augurio che simboleggia l’inizio di una nuova vita senza le macchie di quella appena passata. Oltre a essere pulite, le case vengono anche decorate con ornamenti particolari adatti all’occasione, il cui scopo è quello di invitare le divinità shintoiste a entrare in casa: il Kodomatsu, composizione di bambù e pino; il Shimenawa, decorazione shintoista composta da un cordone di paglia intrecciata.

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Altro rito di purificazione è il semplice relax, infatti ogni giapponese è attento a trascorrere il primo dell’anno in totale assenza di stress, come buon auspicio a un anno sereno.


Elemento caratteristico di qualunque festività è, ovviamente, il cibo!

Nella Terra del Sol Levante troviamo varie tradizioni culinarie di Capodanno: l’Osechi è una composizione di pietanze che racchiudono vari significati, fra cui prosperità, longevità e buona fortuna; altro cibo caratteristico è la toshikoshi soba, che rappresenta una vita lunga e resistente alle avversità; fra le bevande tipiche troviamo il toso, un sakè molto speziato e dalle proprietà medicinali.

osechi

Rituale fondamentale per il Capodanno giapponese è la tradizionale visita al tempio Hatsumode. Tutti si radunano per ascoltare la joyanokane, cioè il primo rintocco delle campane buddiste, le quali suonano centootto volte, numero che, secondo la tradizione buddista, rappresenta i peccati capitali dell’uomo.
I festeggiamenti, tuttavia, non si concludono qui. Ciò che, infatti, rende speciale il Capodanno giapponese è l’attesa della prima alba del nuovo anno, rappresentazione della luce che ci accompagnerà per i prossimi trecentosessantacinque giorni. Questo avvenimento viene vissuto solitamente con famiglia e amici, riuniti in luoghi in cui il sole appare più spettacolare.

oshogatsu

Ancora una volta, dunque, il Giappone si conferma Paese dalla grande impronta filosofica, religiosa e simbolica. Non solo festeggiamenti, ma anche tradizioni e cultura caratterizzano il Capodanno di questa particolare terra, sempre impregnata di profondo carattere profetico in ogni suo aspetto.


Buon anno e felice 2017 da tutti la redazione di Nerd30!

Paolo Gabriele De Luca