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L’associazione degli industriali delle bibite torna alla carica minacciando licenziamenti e delocalizzazione della produzione all’estero

Non contenta per non esserci riuscita, nonostante i tentativi verso il Governo e il Parlamento Italiano, ASSOBIBE, l’associazione degli industriali delle bibite ritorna alla carica contestando il provvedimento che porta al 20 per cento la quantità minima di succo nelle bibite analcoliche. In un articolo apparso sul quotidiano nazionale “la Repubblica” di domenica 11 novembre u.s. dal titolo “la formula che cambierà il gusto dell’aranciata” si parla di norma passata in sordina all’interno del Decreto Salute del Ministro Balduzzi, dimenticando che le lobby delle aranciate hanno esercitato una pressione incredibile sui decisori politici. “Basta leggere gli atti ufficiali parlamentari per avere una idea, nonché le testimonianze dirette di chi ha creduto in questo atto di civiltà – precisa Pietro Molinaro presidente di Coldiretti Calabria – ed ancora il tentativo riuscito ma sventato, dopo l’approvazione del Decreto Legge da parte del Governo, di non indicare la data di entrata in vigore del provvedimento”. Ci vuole poi spregiudicatezza nell’affermare che i consumatori non gradiranno bibite con più frutta. Quel che lascia poi sconcertati – prosegue – è la minaccia di licenziamenti che fa il paio con quella di lasciare l’Italia. La Coca Cola, fa sponda sul fatto che in Italia ha 3200 dipendenti lasciando immaginare le conseguenze che ci potrebbero essere. Ai dipendenti, va la nostra solidarietà- sottolinea Molinaro – ma ricordo che la filiera agrumicola, solo in Calabria, ha avuto una emorragia occupazionale di circa  4000 posti di lavoro tra diretta e indotto, per non dire della catena di sfruttamento, ripresa anche a livello internazionale,  che ha causato tensioni sociali e una non equa remunerazione all’interno della filiera, alimentando una catena dello sfruttamento con guasti sociali economici ed ambientali. Il tentativo e le pressioni delle lobby rappresentate da ASSOBIBE, adesso, d’altronde lo dicono chiaramente, si sposta verso l’Unione Europea auspicando, che blocchi tutto. Non pensiamo che l’UE, possa bloccare tutto – aggiunge Molinaro – noi siamo conivinti che più Europa significa trasparenza, legalità ed equità e non burocrazia e tecnicismi, i Parlamentari Europei, ne siamo certi, si sapranno far valere come hanno fatto i loro colleghi italiani, smascherando ogni ipotesi al ribasso che va anche a danno dei cittadini consumatori e della loro salute. Ancora una volta, ci viene da pensare,  che la pubblicità di qualche tempo fa della Coca-Cola, prontamente stigmatizzata da Coldiretti Calabria, che parlava di “cuore italiano” era l’estremo tentativo di sfuggire alle proprie responsabilità dimenticando che chi opera in uno stato è obbligato al rispetto delle norme e non tentare di  aggirarle. La nostra battaglia di civiltà  -conclude Molinaro – continueremo insieme ai cittadini –consumatori, alle amministrazioni comunali e istituzioni  a combatterla colpo su colpo.

Coldiretti Calabria: la legge che eleva al 20% il succo nelle bibite è una realtà

La Legge che eleva al 20% la percentuale di succo nelle bibite analcoliche ormai è una realtà. Il provvedimento contenuto nel Decreto sanità proposto dal ministro Balduzzi, estende l’obbligo di aumento della percentuale di succo dal 12% al 20% nelle bibite analcoliche. Il Parlamento ha fatto fino in fondo il proprio dovere –commenta Pietro Molinaro Presidente di Coldiretti Calabria – incidendo concretamente nella qualità dell’alimentazione e nella prevenzione sanitaria e dicendo basta alle aranciate senza arance che causa perdite economiche ed occupazionali all’intera filiera agrumicola. Ma è evidente – continua – che la nostra assidua azione sarà indirizzata  nell’avere i regolamenti attuativi sull’indicazione di origine del succo in  etichetta. Tale indispensabile indicazione in etichetta, trova conferma in una preoccupante intervista rilasciata ad “Ambiente Italia” nota trasmissione del Tg3, da Padre Angelo Panza un missionario saveriano che opera in Brasile. Una “pellaccia” come lo chiamano tutti, che non teme di fare forti denunce e che si batte contro la distruzione della foresta amazzonica e dell’identità degli esseri umani che la abitano. Con parole molto chiare, ha affermato che i latifondisti, per avere terreno a disposizione distruggono la foresta amazzonica con pesticidi anche defoglianti in particolare con “l’agente arancio”, un erbicida utilizzato nella guerra del vietnam. In tal modo, don Angelo, richiamando l’attenzione dell’Europa, afferma che terreno ed acqua vengono contaminati “questo è tremendo e tragico con ripercussioni su tutta l’umanità”. Una catena che ci riguarda da vicino – prosegue – e pertanto don Angelo consiglia di bloccare le importazioni di prodotti in modo assoluto. Su questa denuncia il missionario ha avuto il sostegno della comunità scientifica indipendente. Un ultimo monito di don Angelo è drammatico “non si può lasciare una situazione simile si diventerebbe conniventi con i criminali”.

Affermazioni – commenta Molinaro – forti, decise e che lasciano senza fiato. Occorre quindi che facciamo la nostra parte, sia per aiutare le popolazioni amazzoniche a non vedere distrutto il proprio futuro rinunciando al loro modello di sviluppo sostenibile sia a tutela della  salute dei cittadini. Occorrono adesso senza indugio   -chiede con fermezza Molinaro – controlli accurati e serrati, sulle importazioni nel nostro paese ed in particolare al porto di Gioia Tauro, dove come abbiamo riscontrato, arrivano container con succo di arance proveniente dal Brasile. La regione Calabria con la piena operatività dell’Istituto fitopatologico regionale e  le forze dell’ordine, a fronte dell’allarme lanciato,  devono dare certezze ai cittadini.

Coldiretti: assemblee rinnovo cariche Sezioni della Federazione Interprovinciale CZ-KR-VV

Continuano sul territorio interprovinciale Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, le assemblee sezionali Coldiretti per il rinnovo delle cariche sociali. Occasioni importanti per il riaffermarsi dello spirito democratico di Coldiretti e della scelta partecipativa e responsabile a cui lo Statuto richiama tutti i soci, occasioni anche di incontro e di dibattito. Dopola sezione di Cropani, che ha confermato il presidente Masino de Fazio, la Sezione Intercomunale del Reventino che ha eletto presidente Franco Fazio, è’ stato il turno della sezione Coldiretti Valli Cupe, dell’omonimo comprensorio naturalistico dei comuni di Sersale, Zagarise e Sellia. L’ assemblea molto partecipata e ricca di contenuti ha provveduto ad eleggere il presidente Francesco Perri di Zagarise, imprenditore agricolo con azienda cerealicola- zootecnica per l’allevamento di bovini da carne e il consiglio direttivo sezionale per il prossimo quadriennio, costituito dagli allevatori
Zangari Vincenzo e Perri Carmine, dall’ apicoltore Celi Francesco, dal produttore olivicolo, nonché delegato movimento Giovani Impresa Niutta Antonio, dall’agrumicolo, Carfa Fioravante, dal produttore ortofrutticolo Manfredi Emilio, da Berlingò Tommaso allevatore con esercizio di vendita diretta delle carni nello spaccio aziendale e dal delegato federpensionati De Fazio Pasquale. Finora il rinnovo delle sezioni ha puntato sulla valorizzazione di dirigenti giovani tutti imprenditori per la costituzione di una classe dirigente altrettanto giovane, in linea con le politiche di rigenerazione di coldiretti. Già programmate per i prossimi giorni altri appuntamenti assembleari per il rinnovo delle cariche sociali. Presenti il direttore, Pietro Bozzo ed il vice direttore Pietro Sirianni, che hanno discusso sulle specifiche problematiche legate al territorio e illustrato, la progettualità della Coldiretti, in particolare nella vendita diretta con il progetto della filiera tutta agricola.

Secco no dell’amministrazione di Stalettì alla realizzazione sul territorio comunale di generatori eolici

Catanzaro – Mentre le cronache giudiziarie traboccano di vicende relative alle pale eoliche, il Comune di Staletti (CZ) mette alla porta i “palazzinari dell’energia”.

L’amministrazione comunale del comune ionico, con una deliberazione del Consiglio Comunale, ha detto no alla realizzazione sul territorio di generatori eolici di potenza superiore a cento kilovattore. «E’ una deliberazione storica da prendere ad esempio, poiché in modo netto si dice no alla devastazione ambientale, alla speculazione economica e, di conseguenza, ai “palazzinari” che stanno consumando vaste aree», commenta la Coldiretti Calabria.

Questa presa di posizione deve e può, a giudizio di Coldiretti Calabria, costituire un esempio positivo per altri comuni, che devono guardare al futuro impedendo le speculazioni sul territorio e custodendo quello ricevuto dalle generazioni precedenti, per consegnarlo a quelle future. Coniugare una visione locale contadina del retroterra e quella marina in una inscindibile visione, significa avere chiaro il modello di sviluppo e la qualità della vita.

Plauso di Coldiretti Calabria alla legge regionale per la tutela dell’olivo

La Legge Regionale “Tutela e valorizzazione del Patrimonio Olivicolo in Calabria” approvata dal Consiglio Regionale è frutto di una ottima sintesi tra la proposta dell’on. Giovanni Nucera che l’aveva recepita in occasione del Forum di dicembre 2011 organizzato dalla Coldiretti Calabria e quella di iniziativa della Giunta Regionale – commenta Pietro Molinaro presidente di Coldiretti Calabria. Questa legge, è sicuramente da annoverarsi tra quelle che tutelando l’agricoltura, hanno un impatto notevole nel mantenimento del paesaggio. Oltre 20milioni di piante di ulivo costituiscono il nostro patrimonio ed esse rappresentano  -prosegue  – un segno di identità ma anche di speranza per una Calabria migliore. La legge regionale, fortemente voluta da Coldiretti, proposta da Nucera e condivisa dall’assessore Trematerra  è coerente con i principi ispiratori e segno anche di riscatto per tutelare i nostri “beni pubblici” ed evitare illeciti gestioni. Si tratta di norme chiare che permettono altresì la possibilità di estirpazione con l’obbligo di reimpianto proprio per consentire dinamismo imprenditoriale che deve guardare sempre con interesse alla innovazione. Adesso, è essenziale, intensificare i controlli in particolare da parte del Corpo Forestale dello Stato, con una azione concertata sul territorio con le amministrazioni comunali. Non vorremmo che, continuino a scorazzare sulle autostrade mezzi che in bella vista trasportano i nostri storici ulivi che, sradicati, vanno impudentemente a fare da ornamento a dimore, ville e parchi privati. L’atto legislativo  – conclude Molinaro – deve essere applicato con il massimo impegno senza fare sconti a nessuno colpendo faccendieri e predatori della nostra identità.

 

 

La Coldiretti critica l’attuale gestione dei bacini silani

CROTONE – La Coldiretti Calabria, stigmatizza il comportamento ritenuto inaccettabile da parte dell’A2A, la società che gestisce i bacini silani. La società, infatti, non avrebbe permesso i rilasci di acqua, nelle quantità dovute, agli impianti gestiti dal Consorzio di Bonifica che sono al servizio degli agricoltori e delle utenze extragricole tra le quali i comuni di Isola Capo Rizzuto e Cutro.

La Coldiretti giudica inaccettabile il comportamento dell’A2A che non ha tenuto conto dell’intenso periodo di siccità, che dura ormai da molti mesi e che sta mettendo in ginocchio l’economia agricola del territorio, che possiede colture di pregio ed ha programmato i propri lavori.

Molti imprenditori agricoli hanno colture in corso o sono in procinto di metterle a dimora, per questo hanno effettuato notevoli investimenti. La Coldiretti chiede alla Regione Calabria, proprietario degli impianti idrici silani, di convocare un apposito tavolo affinchè possa essere rinnovata e aggiornata la convenzione in vigore che è datata oltre 40anni fa.

Coldiretti Calabria: nel progetto riordino enti regionali del sottosegretario Sarra troppa indeterminatezza

L’accattivante titolo “Riordino enti,aziende regionali, fondazioni, agenzie regionali, società e consorzi comunquedenominati, con esclusione della sanità” è quello della Proposta di Legge che il sottosegretario Alberto Sarra ha presentato e consegnato recentemente ai componenti la V Commissione Consiliare  Riforme e Decentramento. La Coldiretti Calabria in una lettera inviata allo stesso sottosegretario al Presidente Magno. ai componenti la Commissione Consiliare a Scopelliti e a Trematerra  scrive “che pur se il titolo fa ben sperare in realtà per impianto complessivo più che una risposta si qualifica solo per una serie di enunciati.”. La Coldiretti preoccupata poi va più nel profondo. La Proposta Sarra, – scrive nella lettera a firma del presidente regionale Molinaro – si caratterizza per una idea di accorpamento di alcuni enti sub-regionali, forse sull’onda di tagli ai costi della politica ma lascia in realtà innumerevoli margini di discrezionalità e indeterminatezza. La preoccupazione, è solo di ridurre alcuni Consigli di Amministrazione, che di per se è una buona cosa, ma mancano i riscontri oggettivi, in grado di prevedere risparmi sul bilancio regionale ed una efficace realizzazione degli obiettivi. In questi due anni e mezzo, viste le importanti deleghe in capo al Sottosegretario ci si aspettava che si  ponesse mano alla semplificazione e sburocratizzazione della macchina amministrativa regionale, in modo da porre fine all’interminabile sequela di passaggi burocratici, che vanno, per esempio, dalla richiesta di finanziamento al pagamento alle imprese: ne abbiamo contati e documentati ben 32!

La Coldiretti definisce emblematico FINCALABRA SpA, che nelle intenzioni del legislatore e attese delle imprese, doveva essere determinante per il credito. La Riforma Sarra la trasforma in una holding-carrozzone, che già si è caricata sulle spalle Sviluppo Italia, e adesso, dovrebbe rilevare alcune partecipazioni azionarie di strutture fallimentari in capo alla Regione con un progressivo e definitivo snaturamento di quello che è il suo “core business”. I  Consorzi di Bonifica, sono Enti vigilati dalla Regione, impropriamente vengono tirati in ballo facendo di tutta l’erba un fascio. Questi Enti di autogoverno degli agricoltori,  sono stati recentemente oggetto di una “vera riforma condivisa”. Tra fine 2009 e fine 2011, attraverso libere elezioni, con una alta partecipazione al voto, hanno eletto i propri organi. Essi, sono Enti Pubblici Economici a struttura associativa, non gravano sul bilancio regionale e non sono un costo della politica.  Ancor di più, le già poche risorse regionali hanno subito una decurtazione del 60%. Tra l’altro la Proposta, contiene a tal proposito inesattezze. Ad oggi, non molti, ma solo un Consorzio su 11 è commissariato e questo già è sufficiente. La PdL,  propone semplificazioni e accorpamenti, senza nessuna scelta di priorità,  ma rinvia ad atti regolamentari che deve predisporre la Giunta Regionale. Il contenuto, visti gli insuccessi del passato, riferiti agli esiti della L.R. 9/2007, che aveva messo in liquidazione A.Fo.R, e ARSSA, ridotto e accorpato ASL, senza  ad oggi, alcun beneficio e tempi certi. L’iniziativa, insomma già dall’inizio, è logora e rischia di ripetere una sequenza di errori e  insuccessi. Mancano insomma, scelte incisive che assicurano l’efficacia dei tagli. Perché tagliare senza riorganizzare, equivale a non tagliare.

In questo momento poi si incrociano le esigenze  di due riforme:  una riguarda ARSSA e AFOR, l’altra, quella Sarra. Non è difficile pronosticare che questo può causare problemi derivanti dagli effetti combinati,  con il rischio  di far proliferare una regolazione molto minuta, difficile da verificare, che vuole tendere a migliorare il sistema ma allo stesso modo ne mostra tutti i limiti. Riteniamo che chi è preposto a farle, dovrebbe sentire la necessità di garantirsi un flusso di informazioni attendibili e immediatamente disponibili da parte delle forze sociali. Il tempo per rimediare comunque ci può essere, la volontà da parte nostra anche, ma- conclude Molinaro – occorre che questo si incroci con la volontà del proponente, perchè riformare, non significa cambiare l’acronimo di un Ente, o sommare più soggetti spesso decotti, bensì razionalizzare con metodo ed avere benefici e risorse per la collettività.

La Camera dei Deputati approva provvedimento sull’indicazione di origine per le bibite

La levata di scudi, da parte della Camera dei Deputati, per cancellare una pagina assurda ripristinando la data certa di entrata in vigore del provvedimento e prevedere l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza del succo, come fortemente denunciato dalla coldiretti, che aveva parlato di  una vera e propria beffa per i cittadini ed il sistema delle imprese agricole ed agroalimentari e delle industrie di spremitura, che gravitano nella filiera agrumicola, c’è stata. Positivamente, Molinaro presidente della Coldiretti Calabria,  prende atto che nella  conversione in Legge del DL n° 158 del 13 settembre 2012 “Disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un più alto livello di tutela della salute “ battezzato come Decreto Balduzzi, si fa giustizia di uno scippo del Governo che aveva fatto sparire la data di entrata in vigore della Legge che elevava al 20% la percentuale di succo nelle bibite analcoliche. Coldiretti Calabria , come si ricorderà, aveva parlato di un sopruso delle lobby delle aranciate che avevano avuto in mano dal Governo “la penna” per riscrivere la norma.  Grazie all’impegno dei parlamentari  adesso invece in sede di conversione del Decreto legge, superando pastoie burocratiche, ci sarà l’aumento del contenuto di succo nelle bibite che concorre anche a migliorare concretamente la qualità dell’alimentazione, perché consumare più frutta significa ridurre le malattie collegate direttamente all’obesità. Un’altra buona notizia, che fa il paio con quella sopra commentata e che rientrava nel pacchetto delle proposte avanzate da Coldiretti, è che nel corso della discussione del provvedimento, la Camera dei Deputati ha approvato con il parere favorevole del Governo, un ordine del giorno a firma degli on.li Franco Laratta e Nicodemo Oliverio,  affinchè le bevande analcoliche a base di frutta interamente realizzate sul territorio nazionale con l’uso esclusivo di frutta di origine e provenienza nazionale siano contrassegnate da un apposito logo. Visto questa attenzione concreta del Parlamento Italiano, -conclude Molinaro -chiediamo che gli europarlamentari si impegnino a velocizzare in modo positivo la procedura di notifica da parte dell’Unione Europea.