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Rifiuti, Castrolibero e Casole Bruzio comuni più “ricicloni”

COSENZA – Sono Castrolibero, per i comuni con popolazione al di sopra dei 10 mila abitanti, e Casole Bruzio, per quelli con meno di 10 mila abitanti, gli enti calabresi primi nella classifica “Comuni ricicloni 2016” di Legambiente. Castrolibero, new entry della classifica, ha totalizzato un procapite secco residuo di 65,9 kg ad abitante ed una percentuale di raccolta differenziata del 78,7% mentre per Casole Bruzio si tratta di una conferma con un procapite secco residuo di 30,2 kg ad abitante ed una raccolta differenziata dell’89,2%. Seguono, nella classifica regionale i comuni cosentini di San Benedetto Ullano, Pietrafitta, Trenta, Carolei, San Vincenzo La Costa, Marano Marchesato, Pedace e Morano. «Anche quest’anno – afferma il direttore di Legambiente Calabria, Luigi Sabatini – solo 10 comuni sui 409 calabresi sono entrati nella classifica dei comuni che hanno superato il 65% di differenziata. Un risultato che non soddisfa e che deve spingere a replicare le buone pratiche di questi comuni cosentini».

Legambiente aderisce alla “Marcia nazionale degli amministratori sotto tiro”

LEGAMBIENTEPOLISTENA (RC) – Legambiente aderisce alla prima “Marcia nazionale degli amministratori sotto tiro” che l’Associazione “Avviso Pubblico” ha organizzato per il prossimo 24 giugno a Polistena  per chiedere al governo di attivare una serie di provvedimenti che garantiscano loro sicurezza e protezione. «Mi rammarica non poter prendere parte personalmente alla Marcia – afferma Rossella Muroni, presidente nazionale Legambiente Onlus -, ma i tanti circoli calabresi di Legambiente non faranno mancare il sentito appoggio alla manifestazione per sollecitare il legislatore ad approvare norme che tutelino i tanti amministratori coraggiosi, spesso giovani, e dimostrare che la parte sana è la maggioranza del Paese e che è ancora possibile potere amministrare la cosa pubblica in modo onesto e nell’interesse esclusivo dei cittadini». «I dati del primo trimestre del 2016, che saranno ripresi nel prossimo Rapporto “Amministratori sotto tiro” realizzato dall’Associazione “Avviso Pubblico” – dichiara Francesco Falcone, presidente regionale Legambiente -, mostrano un Paese di amministratori sani che hanno deciso di metterci la faccia e che sfidano le logiche del malaffare e dei compromessi, promuovendo attività di lotta alle mafie e mettendo a rischio la vita ogni giorno per servire le proprie comunità. Aderiamo alla Marcia con il nostro cigno verde sulle bandiere gialle di Legambiente, per difendere gli abusi perpetuati ai danni del territorio e la cattiva amministrazione delle realtà urbane». La Marcia si svolgerà a Polistena (Rc) a partire dalle ore 11,30. Nel pomeriggio, invece, dalle ore 16,30, la manifestazione proseguirà nell’Auditorium del Comune di Gioiosa Jonica.

Rapporto Ecomafia 2016: la Calabria al secondo posto per l’illegalità nel ciclo dei rifiuti

LAMEZIA TERME (CZ) – La Calabria è al secondo posto nella classifica nazionale dell’illegalità nel ciclo dei rifiuti nel 2015 con 487 infrazioni accertate,trame festival 505 denunce e 177 sequestri e nessun arresto. È questo il primo dato calabrese del Rapporto Ecomafia 2016 che il direttore nazionale di Legambiente Stefano Ciafani ha fornito in anteprima, questo pomeriggio, nel corso del suo intervento a “Trame Festival”, a Lamezia Terme, per discutere degli effetti della nuova norma sugli ecoreati e dell’approvazione, in questi giorni, della legge sulle agenzie ambientali. Il nuovo Rapporto Ecomafia sarà presentato a Roma il prossimo 5 luglio con tutti i dati dei reati ambientali che riguardano, oltre al ciclo rifiuti, anche l’abusivismo edilizio, i delitti contro gli animali e la fauna selvatica, le archeomafie, gli incendi, le agromafie e reati nel settore delle energie rinnovabili. I numeri del prossimo Rapporto forniranno una fotografia più ampia delle illegalità ambientali nel nostro Paese «ma i dati degli ecoreati accertati nei primi otto mesi dall’entrata in vigore della legge 68 del 19 maggio 2015, che ha introdotto nel nostro Codice penale il Titolo VI-bis dedicato ai delitti ambientali, stanno dimostrando tutta l’efficacia del nuovo sistema sanzionatorio – afferma Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente -. Per rendere ancora più efficace il contrasto agli ecocriminali è ora fondamentale attivare una grande opera di formazione per tutti gli attori della repressione dei reati ambientali, a partire dai magistrati e dalle forze dell’ordine, procedere rapidamente alla costituzione di una grande polizia ambientale partendo dalle migliori esperienze maturate dall’Arma dei carabinieri e dal Corpo forestale dello Stato, e approvare una norma per snellire le procedure per abbattere le costruzioni abusive che deturpano le splendide coste e le località dell’entroterra calabresi». Nel bilancio che Legambiente ha realizzato dal 19 maggio 2015 al 31 gennaio 2016, infatti, la Calabria era al secondo posto per maggior numero di beni sequestrati (25) e al tredicesimo posto tra le regioni in cui si è concentrato il più alto numero di contestazioni della legge 68 con 23 infrazioni accertate e 29 denunce per illeciti.

Dopo la legge sugli ecoreati e il collegato ambientale, ieri il Parlamento italiano ha approvato la legge sulle agenzie ambientali. «Grazie a questa norma – ha spiegato Ciafani – si avranno controlli ambientali più omogenei, trasparenti ed efficaci su tutto il territorio nazionale e si potrà contrastare in maniera efficace l’inquinamento rafforzando allo stesso tempo l’applicazione della legge sugli ecoreati. Ora punteremo all’approvazione di altre riforme come, ad esempio, la legge sul consumo di suolo, quella sulle agromafie e i delitti contro gli animali, la norma per semplificare l’abbattimento degli ecomostri. Infine, il rapido recepimento del pacchetto sull’economia circolare in discussione al parlamento europeo che sarà approvato nei prossimi mesi».

 

 

 

 

 

Incendio auto elettriche a Gerace, ferma condanna di politici e Legambiente

GERACE (RC) – «Ribadisco la piena vicinanza al sindaco di Gerace Pino Varacalli per l’incendio delle golf car destinate ai turisti. Da parte mia c’è tutta la disponibilità a cercare di ripristinare il parco auto. Quella messa in campo dal sindaco è una operazione virtuosa e un modello da esportare che coniuga insieme una intelligente strategia di valorizzazione del territorio e un oculato uso dei fondi comunitari». È quanto detto da Dorina Bianchi, sottosegretario al MiBACT con delega al Turismo e deputato calabrese del Nuovo Centrodestra, che poi ha aggiunto: «La creazione di un itinerario sostenibile volto a far conoscere le bellezze del territorio di Gerace ricca di giacimenti culturali e artistici va esattamente nella direzione auspicata dal Governo per il rilancio del nostro turismo. Per questo progetti come quello di Gerace hanno tutto il nostro sostegno. Il turismo in Calabria deve diventare la principale attività anche su indirizzo delle amministrazioni locali che devono incentivare i giovani a investire nel settore. Non è solo valorizzazione del territorio, dei paesaggi e dei beni culturali, ma anche delle infrastrutture, degli aeroporti, dei prodotti enogastronomici e in generale della qualità della vita».

Anche Legambiente esprime sdegno e condanna per il vile atto intimidatorio compiuto ai danni dei beni appartenenti all’amministrazione comunale di Gerace, un gesto che colpisce un’intera comunità. Le vetture erano state acquistate per agevolare i turisti negli spostamenti per la stagione estiva, un’operazione di marketing che avrebbe potuto incentivare il turismo.

«Questo atto criminale, vigliacco e indegno – dichiara il presidente nazionale di Legambiente Rossella Muroni – offende tutti coloro che hanno a cuore il futuro di Gerace. L’acquisto di mezzi elettrici rappresentava un investimento moderno e lungimirante sul futuro di un borgo che ha saputo scommettere sulla sostenibilità. Questo episodio si aggiunge ad ulteriori atti di intimidazione, aggressioni e minacce ai danni di amministratori coraggiosi che lavorano nel sud del nostro paese. La verità è che finiscono nel mirino perché rappresentano presidi di resistenza e discontinuità in una realtà, il nostro meridione, abbandonato spesso a fenomeni di marginalità ed illegalità».

«Quanto accaduto ancora una volta nella Locride – afferma il presidente regionale Francesco Falcone – deve spingere l’intera comunità civile a reagire contro le logiche criminali. Domenica prossima i cittadini sono chiamati al voto per eleggere il nuovo sindaco qui come in altre realtà calabresi: una scelta senza condizionamenti sarà la migliore risposta a chi non esita, per i propri ignobili interessi, a creare devastazione e paura in uno dei borghi più suggestivi della provincia ed in altrettante belle realtà di questa meravigliosa terra».

Legambiente, nell’esprimere solidarietà e vicinanza all’amministrazione comunale e a tutti i cittadini, chiede alle autorità competenti di adoperarsi per individuare in tempi rapidi, i responsabili di questo gravissimo gesto contro una comunità che, nonostante il clima di tensione che si è voluto creare, non si piegherà a soprusi e compromessi.

Allo stesso modo, l’Associazione del Cigno Verde, auspica che si faccia chiarezza anche sulle cause del rogo che ha interessato due mezzi della raccolta differenziata del comune di Girifalco.

 

 

 

Legambiente, due spiagge calabresi nella lista delle spiagge monitorate per inquinamento

Un tappeto multicolore verde, bianco, azzurro e rosa di rifiuti. È quello che si trova su molte spiagge italiane, dove al posto delle conchiglie a farla da padrone sono rifiuti spiaggiati, o gettati consapevolmente, di ogni forma, genere, dimensione e colore come bottiglie, mozziconi di sigarette, calcinacci, stoviglie usa e getta, e poi tante bastoncini di plastica colorata, ciò che rimane dei cotton fioc passati dal water per arrivare in mare e sulla spiaggia. È quanto emerge dall’indagine “Beach litter” realizzata e curata per il terzo anno da Legambiente che ha monitorato nel mese di maggio 47 spiagge italiane: un’area di 106.245 mq, pari a 800 campi di beach volley, dove sono stati trovati 33.540 rifiuti spiaggiati. In media 714 rifiuti ogni 100 metri lineari di spiaggia. Anche quest’anno regina indiscussa rimane la plastica: il 76,3% degli oggetti trovati è infatti di plastica, seguita da mozziconi di sigarette (7,9%), rifiuti di carta (5,5%), metallo (3,6%), vetro/ceramica (3,4%), legno (1,3%), rifiuti tessili (1,2%) e gomma (0,8%).

A guidare, invece, la top ten dei rifiuti spiaggiati più trovati sono tre piccoli ma pericolosi oggetti: al primo posto ci sono i pezzi di plastica e polistirolo (22,3%), di dimensioni inferiori ai 50 cm, che costituiscono quasi un quarto dei rifiuti trovati. Secondo posto per i cotton fioc (13,2%) per un totale di 4412 pezzi, diretta conseguenza della scorretta abitudine di “smaltire” questi rifiuti gettandoli nel wc e dell’inefficacia degli impianti di depurazione. Terzo posto in classifica per i mozziconi di sigaretta (7,9%): in particolare l’indagine di Legambiente ne ha contati 2642, una quantità pari al contenuto di 132 di pacchetti, il 3% in più rispetto all’indagine del 2015. Seguono nella top ten: tappi e coperchi (plastica e metallo) 7,8%, bottiglie di plastica per bevande (7,5%), reti da pesca e acquacoltura (3,7%), stoviglie usa e getta di plastica (3,5%), materiale da costruzione (2,3%), bottiglie di vetro e pezzi (1,9%) e bottiglie e contenitori di detergenti (1,8%). Rifiuti che fanno male all’ambiente, alla fauna, all’economia e al turismo. Tartarughe marine, uccelli e mammiferi marini possono restare intrappolati nelle reti da pesca e negli attrezzi di cattura professionale oppure morire per soffocamento dovuto all’ingestione accidentale di rifiuti (in particolare buste di plastica) scambiati per cibo.

L’indagine “Beach litter”, che rientra nell’ambito della campagna “Spiagge e Fondali puliti – Clean-up the Med 2016” realizzata anche grazie al contributo di Cial, Novamont e Virosac, è stata eseguita dai volontari di Legambiente nel mese di maggio 2016.

Su 47 campionate a livello nazionale, due sono calabresi: la spiaggia presso il lungomare Italo Falcomatà a Reggio Calabria e la spiaggia di Steccato di Cutro in provincia di Crotone

«Il problema dei rifiuti spiaggiati e di quelli in mare – dichiara Rossella Muroni, presidente nazionale di Legambiente – rappresenta la punta dell’iceberg di un problema molto più complesso che deve essere affrontato al più presto. Circa il 70% dei rifiuti che entra a contatto con l’ecosistema marino affonda e solo il 15% resta in superficie. Per questo è urgente mettere in programma azioni per la progressiva riduzione dei rifiuti in mare e nella fascia costiera, come previsto dalla Direttiva Europea Marine Strategy, che in Italia non sono ancora state messe in campo.»

Nell’indagine Beach litter i principali indicatori presi in considerazione sono: la composizione del rifiuto e la sua quantità e grandezza (maggiore o minore di 25 cm). Le aree di indagine sono state scelte in modo da effettuare il campionamento su transetti di 100 metri di lunghezza di spiagge libere e non ancora pulite in vista della stagione balneare. Ogni singolo campionamento ha tenuto conto di uno specifico protocollo di monitoraggio scientifico redatto da Legambiente, sulla base di quello elaborato dal Ministero dell’Ambiente e da ISPRA nel 2014.

Per quanto riguarda la tipologia dei rifiuti monitorati, dall’indagine di Legambiente che ben il 30% è costituito da packaging, di cui il 26% da imballaggi e involucri alimentari (ad es. bottiglie, contenitori, stoviglie) e il 4% da packaging non alimentare (es scatole e teli). Il 71% del packaging alimentare consiste di imballaggi usa e getta di plastica. Al secondo posto troviamo i rifiuti da mancata depurazione, quasi 5000, e al terzo i rifiuti derivanti dal fumo. Più di 2000 i rifiuti legati al settore pesca (in particolare reti e «calze» da mitili) con il 6% e con il 3% troviamo la categoria degli inerti e materiali da costruzione abbandonati in loco.

Il problema del beach litter e della marine litter è anche un problema economico perché ingenti sono le risorse che servono per la pulizia delle spiagge. Secondo uno studio commissionato dall’Unione Europea e realizzato da Arcadis, il marine litter costa all’Ue ben 476,8 milioni di euro l’anno. Questa cifra prende in considerazione solo i settori di turismo e pesca, dal momento che non è possibile quantificare l’impatto su tutti i settori economici. In particolare il costo totale stimato per la pulizia di tutte le spiagge dell’Unione Europea pari a 411,75 milioni di Euro e l’impatto sul settore pesca è stimato intorno ai 61,7 milioni di euro all’anno.

Eppure se si mettessero in campo delle politiche di prevenzione ad hoc, oltre a ridurre i rifiuti in mare, si avrebbero risultati non indifferenti. Ad esempio con l’adozione degli obiettivi Ue, l’adozione di un unico standard di valutazione, l’aumento del riciclaggio dei rifiuti e del packaging, la riduzione e l’eliminazione delle discariche, si avrebbe la massima riduzione del marine litter (meno 35,45%) e un ricavo sui costi di 168,45 milioni di euro l’anno. In particolare se si aumentasse nei comuni il riciclaggio dei rifiuti, ci sarebbe una riduzione dei rifiuti marini del 7,4% e un ricavo sui costi di 35,16 milioni di euro l’anno. L’aumento del riciclaggio del packaging (tra l’80% e il 90%) permetterebbe di diminuire il marine litter del 18,41% e il ricavo costi aumenterebbe a 87,48 milioni di euro l’anno.

Lo strumento e tutti i risultati del progetto sono disponibili sul sito http://life-smile.eu/

La mappa interattiva dei rifiuti, foto e infografiche spiaggia per spiaggia e il dossier su:

http://www.legambiente.it/contenuti/dossier/beach-litter-2016

Piano di caratterizzazione terreni Marlane, Legambiente auspica bonifica al più presto

PRAIA A MARE (CS)- “Probabilmente il Gruppo Marzotto si assumerà le proprie responsabilità!” Lo afferma in una nota il presidente di Legambiente Calabria Francesco Falcone. “Abbiamo appreso che la società vicentina – dice Falcone – ha proposto un Piano di Caratterizzazione dei terreni dell’ex stabilimento tessile al Comune di Praia a Mare e che, a fine mese, è in programma una conferenza dei servizi sul tema. Attraverso tale Piano dovrebbero essere individuate in modo inconfutabile tutte le caratteristiche ambientali del sito in questione, al fine di definire lo stato di contaminazione del suolo, delle acque sotterranee e superficiali, nonché l’esposizione al rischio per la salute degli abitanti nell’area contaminata”.

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Un passo importante e necessario che Legambiente auspica da tempo per il grande valore turistico-ambientale dei luoghi. L’ex stabilimento, infatti, si affaccia sul mare cristallino dell’isola di Dino, una delle cartoline più suggestive della regione. “Ci auguriamo – conclude – che il lavoro venga svolto con serietà e responsabilità al fine di rimuovere le sostanze tossiche dai terreni della Marlane e che si arrivi al più presto alla bonifica di un sito compromesso”

Legambiente e la situazione Legnochimica

RENDE (CS)- Legambiente Calabria non perde di vista la problematica dei siti da bonificare. Nel particolare negli ultimi periodi ad interessare Legambiente Calabria è la situazione dell’ex stabilimento Legnochimica di Rende. Non potrebbe essere diversamente in quanto l’associazione del Cigno ha seguito la vicenda da quando si sono verificati i primi episodi di autocombustione e continua a interessarsene.

LEGAMBIENTE

La situazione calabrese e le diverse illegalità deve essere aggredita con costanza e determinazione di azione politica, che su questo tema non può avere tentennamenti, la legge sugli ecoreati e i nuovi provvedimenti in via di approvazione possono aprire una nuova stagione di legalità per la riconversione ecologica del Paese. La Regione deve recuperare da subito i gravi ritardi registrati sugli interventi da compiere, risolvendo anche il nodo delle risorse necessarie. Serve un piano sulle bonifiche aggiornato e condiviso oltre che perseguire gli ecocriminali.

Nella nostra Regione, come nel resto del Paese, si agisce come se fosse sempre un’emergenza senza mai una buona programmazione. Non c’è solo la necessità di bonificare il sito in località Lecco a Rende, ma è importante anche tutelare la salute e l’incolumità dei cittadini e questo è compito delle amministrazioni comunali, del Sindaco e del Comune di Rende in particolare. Vi è la necessità ed il bisogno di effettuare e rendere pubblici i dati dei controlli sul sito contaminato, è importante che i cittadini abbiano le informazioni riguardo ai controlli che vengono effettuati in materia ambientale. Ricordiamo che il Sindaco – quale ufficiale del Governo – adotta, con atto motivato e previa comunicazione al Prefetto, provvedimenti contingibili e urgenti nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento, al fine di prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana, pertanto il Sindaco di Rende ha il dovere di far verificare le condizioni ambientali limitrofe alla Legnochimica e che possono provocare danni alla salute dei cittadini.

Legambiente Calabria si esprime sul POR Calabria 2014-2020

CATANZARO- Il capitolo del Por Calabria 2014-2020 sui rifiuti è, secondo Legambiente Calabria, uno dei temi più delicati, strategici e decisivi per la regione. Nella nuova programmazione invece, il Governatore Oliverio e i suoi tecnici, parlano di rifiuti in maniera astratta e superficiale liquidando il tema con una dicitura vecchia e superata: “Gestione dei rifiuti urbani secondo la gerarchia comunitaria”, il che può voler dire tutto ma anche il contrario di tutto.

LEGAMBIENTEI rifiuti fanno ancora parte delle 19 deleghe in mano al governatore nonostante gli annunci, le arrabbiature e i pugni sul tavolo durante la conferenza stampa contro la burocrazia regionale colpevole, secondo Oliverio, di questo stato di cose. Oltre al permanere di questa situazione, vengono proposte anche soluzioni datate. In Calabria, la classe politica regionale deve avere il coraggio di interrompere quel circolo vizioso che ha portato al perenne ricorso alle discariche ed avviarsi verso una economia green e circolare.

Si tratta di osservazioni che Legambiente Calabria ha più volte sostenuto ed evidenziato in diverse occasioni ed in particolare, nei mesi scorsi, per la presentazione del nuovo Piano regionale sui rifiuti che risulta inadeguato, anacronistico se non addirittura in controtendenza.

Nel testo del nuovo Por 14-20, è presente inoltre uno strano inserimento nell’OT 6 e non nell’OT 4, richiamando appunto la cosiddetta “gerarchia comunitaria”, ormai appartenente al secolo scorso in quanto prevista e imposta dalle direttive 91/156/CEE sui rifiuti, 91/689/CEE sui rifiuti pericolosi e 94/62/CE sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio recepite in Italia con il Decreto Legislativo 5 febbraio 1997 n. 22. (Decreto Ronchi). Un programma che sembra ignorare le nuove linee strategiche dell’Unione europea in materia di rifiuti oggi, tutte rivolte ed improntate verso una economia circolare.

La Commissione europea, infatti, ha avanzato una serie di proposte volte ad accelerare la transizione dell’Europa verso questo processo. Grazie ad una maggiore efficienza delle risorse e alla trasformazione dei rifiuti in risorse, questo nuovo modello va a tutto vantaggio della competitività, della crescita, dell’occupazione e dell’ambiente.

La chiave sta nel passaggio dalle nostre economie fondate sulla linearità del processo «prendi, produci, usa e getta» a un modello più circolare incentrato sull’approccio «riutilizza, ripara, rigenera e ricicla». Le proposte avanzate dalla Commissione per portare a termine questa transizione sono di ampio respiro e includono nuovi obiettivi in materia di rifiuti, indicatori per monitorare l’efficienza delle risorse, politiche mirate a incoraggiare il riciclaggio e a rendere più sostenibili i cicli di vita dei prodotti e iniziative utili a creare posti di lavoro verdi e ad agevolare gli ecoimprenditori. L’economia circolare in Europa ed in Calabria, infatti, dovrà poter contare su una manodopera qualificata, competente e pronta a occupare posti di lavoro sempre più ecocompatibili.

La Regione si attivi per approvare una legge regionale sui rifiuti e sulla green economy sul modello di quella approvata nel settembre 2015 in Emilia Romagna.

Si tratta di una legge, nata come proposta di iniziativa popolare e poi recepita da Consiglio e Giunta regionale, che grazie a obiettivi molto avanzati (al 2020 25% di riduzione, 73% di raccolta differenziata, 70% di riciclaggio, massimo 150 Kg procapite non riciclati) pone le basi per un nuovo modello di gestione dei rifiuti, basato sull’economia circolare e su un meccanismo economico che premia i comuni virtuosi ed aiuta gli altri ad organizzare sistemi di riutilizzo e di raccolta adeguati, con l’obiettivo di arrivare alla tariffazione puntuale su tutti i comuni della regione entro il 2020.

Infrastrutture per il turismo. Legambiente:”Mario Oliverio prenda le distanze”

loricaSAN GIOVANNI IN FIORE (CS) – Domani a Lorica, secondo quanto appreso, verranno proposte al Presidente della Regione Mario Oliverio nuove ipotesi di infrastrutture per il turismo, tra le quali il collegamento tra gli impianti sciistici di Lorica e Camigliatello ed il piano di sviluppo del lago Arvo. Legambiente Calabria ritiene che si tratti di proposte anacronistiche, superate dalla storia socio-economica del nostro Paese e contro la natura. Sono proposte di falsi miti di sviluppo che interessano solo una vecchia classe di “imprenditori-prenditori” interessati a ricevere nuovi finanziamenti pubblici e per nulla attenti alle nuove tendenze turistiche che anche in Sila si stanno affermando e vanno nella direzione contraria di quanto si vorrebbe proporre domani.Il Parco nazionale è anche riserva MAB Unesco, interessato da tutele derivanti da direttive comunitarie, ma questo non sembra un problema tale da arrestate le folli intenzioni di coloro i quali ignorano anche la mancanza di innevamento naturale, le interferenze del cambio climatico rispetto alla possibilità di un utilizzo sostenibile degli impianti. Probabilmente, i promotori sono interessati solo a prendere appalti senza alcun interesse per lo sviluppo turistico. Si tratta di cementificatori che dopo aver devastato e consumato suolo nelle aree costiere e urbane pensano di poter replicare gli scempi anche a Lorica. Legambiente invita il Presidente Oliverio a prendere le distanze da queste proposte e a stroncare sul nascere ogni discussione che va in contraddizione con l’esistenza stessa del Parco nazionale. Ricordiamo che la nostra Regione è interessata da una E-Pilot della Commissione Europea e che rischia di imbattersi nell’ennesima procedura di infrazione per l’inadeguata gestione dei Siti Natura 2000.Le ipotesi di sviluppo turistico devono andare nella direzione della sostenibilità e non del consumo di risorse naturali. Non produce sviluppo la realizzazione di altre inutili infrastrutture turistiche per gli sport invernali di cui la Sila è disseminata.

CorriReggio, Officine Miramare premiate da Legambiente

Reggio Calabria ( Rc) – Officine Miramare, riceve da Legambiente il premio della 34.a edizione di CorriReggio con una motivazione, ”per avere ridato pregio a un prezioso gioiello della città e averlo fatto diventare in poco tempo, con intelligente lavoro volontario, una calamita di eventi culturali e sociali d’eccellenza”, che la rende orgogliosa e che chiede all’Associazione di proseguire nel suo operato.Richiesta a cui ad oggi Officine Miramare non sa se potrà dare seguito; si è infatti in attesa della decisione del Tar di Reggio Calabria che dovrà pronunciarsi sulla legittimità della intimazione al rilascio dei locali in assenza di una risposta del Comune all’istanza di proroga trimestrale, formulata dalla Associazione, del rapporto di concessione secondo quanto previsto dall’originario avviso di gara.Con atti formali del mese di aprile il Comune ha negato di voler procedere (come inizialmente stabilito e dichiarato nel mese di marzo) allo scorrimento della graduatoria, che vedeva classificati, dietro la ATS Ulysses – Technè, altre 3 associazioni non aggiudicatarie ribadendo di voler procedere ad un ulteriore avviso. Officine Miramare auspica che questa scelta venga assunta in ogni caso dopo la decisione del Tar e nel rispetto della motivazione che il Giudice amministrativo fornirà. Se – dopo la sentenza del Tar che aspettiamo – le attività di Officine Miramare dovranno cessare, l’Amministrazione, prima di restituire al Miramare l’originaria destinazione alberghiera (che richiede ingenti lavori e risorse pubbliche) dovrà indire un nuovo avviso al quale Officine parteciperà, con l’auspicio di  proseguire il percorso culturale avviato. Un auspicio che cede il passo a quello, d’interesse superiore, che un bene vincolato e di prestigio come il Miramare che conferisce prestigio ed orgoglio alla Città ed alla collettività non venga nuovamente dimenticato ed abbandonato.Questi, comunque, i fatti che offriamo alla riflessione della cittadinanza: oltre al riconoscimento odierno di Legambiente e ad attestati che sono venuti da tutti coloro che hanno svolto eventi al Miramare, ecco alcuni dati sui primi tre mesi “sperimentali” dal 13 dicembre al 13 marzo:- oltre 60 le Associazioni che hanno aderito al progetto o hanno svolto attività convegnistiche e manifestazioni da loro stessi organizzate. La Mostra principale  e 5 mostre d’arte collettive, 2 di design, 2 di immagini storiche della città, presentazione di 8 libri, di 3 lavori discografici originali, di 3 film d’inchiesta, ospitati 4 corsi di formazione di cui quello del WWF in calendario tutti i sabati fino a luglio, 5 laboratori teatrali  e 3 di lettura per bambini ed un concerto per i piccoli con artisti di fama nazionale, oltre a 4 giornate di prestito di libri, oltre 1000 studenti di scuole reggine e calabresi in visita guidata, 5 pomeriggi di reading letterari, 18 concerti di musica classica, cori e musica jazz, 15 seminari e 20 convegni di studio, 6 eventi programmati da vari Assessorati dell’Amministrazione civica, 4 conversazioni sulla storia della città, presentati 4 progetti solidali,varie conferenze stampa nella buvette, 1 lezione di Dottorato internazionale, oltre 10.000 visitatori. Dal 25 aprile al 25 maggio in programma a Officine Miramare per gli Stati Generali della Cultura 3 concerti Jazz e chitarra classica, 2 mostre d’arte, 2 convegni sulla legalità, una proiezione di cineclub. I numeri a volte parlano più di tutto. Quando poi i numeri sono persone, anziani, bambini, cittadini calabresi con tanta voglia di riscatto e di sapere, noi lasciamo giudicare  loro. Una vera e propria fucina di progetti culturali realizzati con grande successo di pubblico e per lo più ad ingresso libero o con piccoli contributi per le spese di gestione: la mostra di Arte contemporanea internazionale dal titolo provocatorio “Questa casa non è un albergo”, curata da Giuseppe Capparelli con l’ausilio della The Format Gallery,oltre 40 artisti di valore nazionale e internazionale, evento di portata mai prima realizzato in città, ha avuto anche l’apprezzamento e la presenza di rappresentanti ministeriali del settore sia a livello centrale che periferico. E poi le varie sezioni attive per la cura e il rispetto dell’ambiente in collaborazione con le principali associazioni ambientaliste quali il WWF (con corsi tuttora attivi di formazione per il volontariato naturalista e ambientalista) e Legambiente, della persona con lo spazio “Benessere” curato da associazioni e privati, lo spazio/laboratorio dedicato ai bambini con la lettura curata anche da La biblioteca dei ragazzi, e con animazione teatrale e spettacoli musicali specificamente dedicati ai più piccoli,lo spazio dedicato al Cinema in collaborazione con il Circolo del cinema Zavattini, la valorizzazione e la conoscenza della storia della città attraverso conversazioni con docenti universitari e studiosi, gli spazi dedicati alla scuola con progetti di Alternanza scuola lavoro, ma soprattutto con decine di visite guidate programmate con le scuole della città e della regione,in collaborazione con l’Associazione MiranturRhegium, previste anche per i prossimi mesi. Sono stati realizzati concerti di musica classica, di jazz con la produzione di un festival, Play Music festival, che ha interagito con performance artistiche e momenti di solidarietà sull’accoglienza dei migranti, mostre fotografiche,serate con jazzisti di caratura internazionale come il Trio Da Paz e i Periscope Quintet o BabaSisoko. Un grande successo! E la riapertura del Caffè delle Arti, nella buvette dell’ex albergo che è divenuto sede di conferenze stampa e momenti di incontro conviviale. Questo e molto altro ha trovato ampio riscontro sulla stampa, locale e non, e sui social network, sostituendo l’immagine negativa che del Miramare si era creata in precedenza.