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10 giorni per la bellezza: i mosaici dei cittadini abbelliscono il Lungofiume

mosaici_cittadini_lungofiume_cava_catanzaro_10CATANZARO – Due ragazzi rompono 1 e 100 piastrelle: le frantumano in piccole tessere. Il giorno dopo persone tra loro sconosciute si dispongono lungo un tratto del Torrente Castaci (via Saul Greco, quartiere Cava). Sedute o in piedi, incollano quelle tessere secondo sfumature di colore e contorni tracciati sui muretti del Lungofiume. Parlano, fanno una pausa, i bambini attendono con impazienza di partecipare al “gioco”. Le tessere sono ricomposte nei mosaici ispirati a Gaudì. Così, in 10 giorni distribuiti nell’arco di 2 mesi, i cittadini hanno abbellito quasi 150 metri di muretti del Lungofiume. Mancano gli ultimi 15-20 metri che saranno completati nei prossimi fine settimana, tempo permettendo.

Il progetto di Arredo Urbano è stato pensato e diretto da Paola Strada. «Mi sono spesso chiesta cosa mi abbia ispirata, cosa mi abbia motivata a incominciare questo progetto – ci racconta l’architetto – mi piacerebbe vivere e soprattutto far sì che le nuove generazioni vivano in un luogo curato, senza dover andare altrove per vedere un ciglio stradale pulito o un’aiuola verde appena rasata, che profumi d’erba fresca… bisogna ritornare a concetti semplici, all’essenziale».

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Paola Strada

L’idea è nata circa 10 mesi fa. Paola Strada ha cominciato a recuperare materiali di scarto, accumulare in giardino piccole tessere divise per colore, comprare le tessere dei colori mancanti, fare calcoli per riportare i disegni dai bozzetti sui muretti. Tutto gratuitamente. «Per la professione che faccio da 25 anni, riesco a vedere attraverso il cemento, riesco a scoprire la potenzialità di ciascun luogo – ci spiega – lavorare sui cantieri mi ha permesso di conoscere i costi dei materiali e della manodopera, e ho compreso che spesso si possono abbellire i luoghi pur non spendendo molto: basta avere idee creative».

mosaici_cittadini_lungofiume_cava_catanzaro_5Ma le idee creative devono fare i conti con la burocrazia. In questi mesi l’architetto ha dovuto richiedere le autorizzazioni a Regione, Provincia e Sovrintendenza (per il Nulla Osta Paesaggistico), presentare al Comune una CILA e pagare l’occupazione del suolo pubblico. Ma ha perseverato, «forse perché a un certo punto scatta una molla, per fare qualcosa per gli altri», e negli uffici ha incontrato «persone cordiali e incuriosite».

Quindi i lavori sono cominciati. L’architetto ha inviato decine di sms a parenti e amici. Si è innescato il passaparola: i partecipanti sono aumentati ogni giorno di più e il progetto è diventato collettivo. «Paola, ti dispiace se qui uso un’altra sfumatura di giallo?», chiede una signora.

Per Paola Strada i partecipanti si sono «appropriati di questa iniziativa, di questo muretto». Nei fine settimana «si sono affacciati sul posto veri e propri talenti nascosti, con la pazienza infinita di rifinire ogni dettaglio fino alla perfezione. Nonostante la pioggerellina  ogni tanto tornasse a infastidirci e si lavorasse in condizioni di disagio, tutti erano felici di proseguire il proprio lavoro».

 

Rita Paonessa

(Foto di Paola Strada)