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Corigliano, sequestrata cava abusiva. Sigilli anche ad area destinata a stabilimento balneare

COSENZA – Due distinte attività di controllo hanno portato ad altrettanti sequestri da parte dei militari della Stazione Carabinieri Forestale di Corigliano nel territorio comunale.

Durante un primo controllo in C.da Castello si è accertata la presenza di una cava abusiva.

L’area interessata, posta sotto sequestro, era adibita abusivamente a coltivazione d’inerti, senza le previste autorizzazioni. Inoltre nell’area era presente  un impianto in piena attività atto alla cernita, vagliatura, frantumazione e lavaggio degli inerti estratti, privo di autorizzazione allo scarico dei reflui industriali prodotti e privo di autorizzazione alle emissioni di polveri in atmosfera. Una parte di questi reflui di lavaggio si disperdevano sul suolo nudo privo di impermeabilizzazione con un inevitabile pericolo d’inquinamento per le falde acquifere. Si è pertanto proceduto al sequestro della cava d’inerti, dell’impianto di lavorazione inerti e di una pala meccanica adoperata per il prelievo degli stessi e denunciato il proprietario dell’impianto.

Un altro controllo è stato effettuato in C.da La Foggia, all’interno della zona a speciale conservazione denominata “Foce del Fiume Crati”, dove i militari hanno constatato sull’arenile recenti lavori di livellamento delle dune esistenti caratterizzate da habitat prioritari con specie di flora.

L’area, circa 1000 metri quadri, delimitata tramite una recinzione con paletti, era interessata a dei lavori preliminari finalizzati alla realizzazione di uno stabilimento balneare con regolare concessione demaniale marittima, che ha però comportato un’alterazione permanente al territorio oltre che una distruzione di habitat protetto. I lavori sono effettuati senza la preventiva acquisizione del parere paesaggistico ambientale. Anche in questo caso si è proceduto al sequestro del sito e alla denuncia del proprietario.

I carabinieri forestali sequestrano cava a Spezzano Albanese

CASTROVILLARI (CS) – I carabinieri forestali di Castrovillari e Corigliano, durante un’attività di controllo coordinata dalla Procura di Castrovillari, hanno proceduto al sequestro di un’area utilizzata per la coltivazione e l’esercizio di una cava di circa 2000 metri quadri nel Comune di Spezzano Albanese. In particolare, i militari, giunti in una proprietà privata in località Stragolia Piccola hanno individuato la cava al cui interno era in corso un prelievo di inerti con un escavatore e un autocarro. Bloccato il prelievo, i carabinieri hanno riscontrato che i lavori erano abusivi, in quanto effettuati senza alcuna autorizzazione. Tre le persone denunciate: il proprietario del fondo e quelli dei due mezzi usati per il prelievo illecito del materiale, che dovranno rispondere di attività estrattiva non autorizzata.

Cava sequestrata a Borgo Partenope, deferiti due imprenditori (VIDEO)

COSENZA – I militari della stazione carabinieri forestale di Cosenza con il supporto del personale di Montalto Uffugo, hanno eseguito il sequestro preventivo di una cava per l’estrazione di materiale inerte in località Costiera della frazione Borgo Partenope di Cosenza. La cava oggetto del sequestro è stata realizzata su terreni sottoposti a vincolo paesaggistico ambientale in quanto area formata da bosco misto di Roverella con presenza di Corbezzolo, Orniello ed Erica Arborea e area ricadente nella fascia di rispetto del sottostante Fiume Ispica. Le indagini, condotte dal pm Giuseppe Cozzolino e coordinate dall’aggiunto Marisa Manzini e dal procuratore Mario Spagnolo, hanno portato al deferimento di due imprenditori per il reato di coltivazione di cava in area vincolata in assenza di nulla osta paesaggistico ambientale. Secondo l’accusa, l’estrazione del materiale inerte per un quantitativo stimato in circa 250 mila metri cubi, ha causato una modifica rilevante dello stato originario dei luoghi, soggetti tra l’altro ad attività di disboscamento di una vasta area posta sul versante destro del tratto finale del fiume Ispica, interamente composta dai tipici soprassuoli boscati rinvenibili sulle colline a sud di Cosenza.

Rocca di Neto, sequestrata cava abusiva

ROCCA DI NETO (KR) – I carabinieri forestali del Gruppo di Crotone, nel corso un servizio di controllo del territorio, hanno individuato e sequestrato una cava abusiva ai margini della statale 107, nel territorio del comune di Rocca di Neto. Il terreno sul quale era stata realizzata la cava si trova in prossimità del greto del fiume Neto e rientra nella Zona di protezione speciale “Alto Marchesato e fiume Neto”. L’area è stata sequestrata per impedire il proseguimento ulteriore dell’attività. Il presunto responsabile dell’attività illecita è stato identificato e denunciato in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Crotone. Si tratta di un imprenditore di Rocca di Neto già denunciato in passato, secondo quanto riferito dagli investigatori, per reati analoghi.

(immagine di repertorio)

10 giorni per la bellezza: i mosaici dei cittadini abbelliscono il Lungofiume

mosaici_cittadini_lungofiume_cava_catanzaro_10CATANZARO – Due ragazzi rompono 1 e 100 piastrelle: le frantumano in piccole tessere. Il giorno dopo persone tra loro sconosciute si dispongono lungo un tratto del Torrente Castaci (via Saul Greco, quartiere Cava). Sedute o in piedi, incollano quelle tessere secondo sfumature di colore e contorni tracciati sui muretti del Lungofiume. Parlano, fanno una pausa, i bambini attendono con impazienza di partecipare al “gioco”. Le tessere sono ricomposte nei mosaici ispirati a Gaudì. Così, in 10 giorni distribuiti nell’arco di 2 mesi, i cittadini hanno abbellito quasi 150 metri di muretti del Lungofiume. Mancano gli ultimi 15-20 metri che saranno completati nei prossimi fine settimana, tempo permettendo.

Il progetto di Arredo Urbano è stato pensato e diretto da Paola Strada. «Mi sono spesso chiesta cosa mi abbia ispirata, cosa mi abbia motivata a incominciare questo progetto – ci racconta l’architetto – mi piacerebbe vivere e soprattutto far sì che le nuove generazioni vivano in un luogo curato, senza dover andare altrove per vedere un ciglio stradale pulito o un’aiuola verde appena rasata, che profumi d’erba fresca… bisogna ritornare a concetti semplici, all’essenziale».

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Paola Strada

L’idea è nata circa 10 mesi fa. Paola Strada ha cominciato a recuperare materiali di scarto, accumulare in giardino piccole tessere divise per colore, comprare le tessere dei colori mancanti, fare calcoli per riportare i disegni dai bozzetti sui muretti. Tutto gratuitamente. «Per la professione che faccio da 25 anni, riesco a vedere attraverso il cemento, riesco a scoprire la potenzialità di ciascun luogo – ci spiega – lavorare sui cantieri mi ha permesso di conoscere i costi dei materiali e della manodopera, e ho compreso che spesso si possono abbellire i luoghi pur non spendendo molto: basta avere idee creative».

mosaici_cittadini_lungofiume_cava_catanzaro_5Ma le idee creative devono fare i conti con la burocrazia. In questi mesi l’architetto ha dovuto richiedere le autorizzazioni a Regione, Provincia e Sovrintendenza (per il Nulla Osta Paesaggistico), presentare al Comune una CILA e pagare l’occupazione del suolo pubblico. Ma ha perseverato, «forse perché a un certo punto scatta una molla, per fare qualcosa per gli altri», e negli uffici ha incontrato «persone cordiali e incuriosite».

Quindi i lavori sono cominciati. L’architetto ha inviato decine di sms a parenti e amici. Si è innescato il passaparola: i partecipanti sono aumentati ogni giorno di più e il progetto è diventato collettivo. «Paola, ti dispiace se qui uso un’altra sfumatura di giallo?», chiede una signora.

Per Paola Strada i partecipanti si sono «appropriati di questa iniziativa, di questo muretto». Nei fine settimana «si sono affacciati sul posto veri e propri talenti nascosti, con la pazienza infinita di rifinire ogni dettaglio fino alla perfezione. Nonostante la pioggerellina  ogni tanto tornasse a infastidirci e si lavorasse in condizioni di disagio, tutti erano felici di proseguire il proprio lavoro».

 

Rita Paonessa

(Foto di Paola Strada)

 

Luzzi, il Corpo Forestale trova uno sbancamento abusivo finalizzato a costruire una cava

COSENZA –  Durante un’operazione di controllo del territorio, gli uomini del Corpo Forestale dello Stato di San Pietro in Guarano hanno posto sotto sequestro in località  “Gidora”nel comune di Luzzi (cs) una area di circa 2500 metri quadri nella quale è stato realizzato uno sbancamento.

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I lavori sono risultati, da ciò che è emerso dagli investigatori, eseguiti senza alcuna autorizzazione e finalizzati alla coltivazione di una cava. Durante il controllo è emerso anche che tale attività, realizzata in area soggetta a vincolo idrogeologico e paesaggistico-ambientale, era stata eseguita senza alcun nullaosta previsto dagli organi competenti. Lo sbancamento del terreno  ha interessato anche lo sradicamento di varie ceppaie di cespugli ed essenze forestali, la realizzazione di cinque gradoni ed un piazzale di 500 metri quadri ed una pista di circa 90 metri di lunghezza è stato  realizzato su un’area adiacente, e quindi inferiore ai 150 metri dai corsi d’acqua, al torrente Gidora iscritto nel registro delle acque pubbliche. Lo sbancamento iniziale è stato realizzato ai margini di una strada interpoderale che costeggia l’argine del torrente e si estende all’interno di un fondo privato. I lavori finalizzati all’apertura e alla coltivazione di una cava ex novo, rientrano tra quelle attività che comportano una trasformazione urbanistica del territorio e quindi soggetta al rilascio del permesso di costruire.  Per tali lavori sono stati deferiti all’autorità giudiziaria un uomo di Luzzi, proprietario del fondo e un uomo di Rose esecutore materiale dei lavori effettuati con l’ausilio di mezzi meccanici.

 

Bomba a Vibo Valentia: tempestivo l’intervento degli artificieri

VIBO VALENTIA – E’ stato rinvenuto ieri nella città calabrese un pericoloso ordigno la cui neutralizzazione ha richiesto l’intervento del personale qualificato nella bonifica degli ordigni inesplosi, organo militare che effettua in media 3000 interventi l’anno. Il team, guidato dal Primo Maresciallo Giuri e coudiavato dall’assistenza sanitaria vibonese, ha rimosso la bomba inesplosa, facendola poi brillare in una cava dismessa nelle prossimità della stessa base militare.