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Al Maca di Acri la mostra collettiva “Segni di Fede in Calabria”

ACRI (CS) -L’Associazione Diogene Fotoamatori Acri (CS) in collaborazione con i circoli: Associazione Art Photo Luzzi (CS), Associazione Fotografica Florense S Giovanni in Fiore (CS), Leonardo da Vinci on line (RC) e Fata Morgana D.L.F. (RC), presenta la mostra fotografica collettiva itinerante “SEGNI DI FEDE IN CALABRIA”.

Oggetto delle opere esposte è la rappresentazione delle manifestazioni religiose pubbliche o private nelle loro multiformi e variegate espressioni. La mostra segni di fede vuole essere una testimonianza per immagini dei segni e dei simboli della fede presenti nella nostra regione. Tale iniziativa regionale raccoglie 68 opere di 34 fotoamatori calabresi iscritti UIF e avrà come ospite Giovanni Sarrocco, sia nella qualità di miglior fotoamatore UIF 2018 sia come rappresentante del Club Maiapeligna di Sulmona.

Tale invito è finalizzato ad esportare la mostra collettiva “Segni di fede in Calabria” oltre ai confini regionali. Il prossimo anno, infatti, l’evento si terrà in Abruzzo come concordato con l’associazione Maiapeligna, che ospiterà la mostra calabrese. Al fine di coinvolgere nell’iniziativa tutte le regioni italiane, ogni anno la mostra si arricchirà con una nuova regione, con l’intento di creare una rete tra i vari circoli UIF nazionali.

Tale iniziativa, oltre ad essere uno scambio e un arricchimento culturale, mira a consolidare i rapporti tra i circoli UIF al fine di trovare nuove forme di collaborazione e di confronto. Infine, un ulteriore stimolo e motivo d’orgoglio è dato dal fatto che tale progetto nasce da un’idea del segretario provinciale di Cosenza, Avv. Francesco Cariati, e mira a portare la Calabria nella sua interezza ad essere sempre più protagonista nell’universo della fotografia nazionale.

OPENING della mostra 13 aprile 2019 ore 17.00

Orari apertura

da martedì a sabato

09:00 – 13:00 — 15:00 – 19:00

domenica

10:00 – 13:00 — 16:00 – 19:00

Alla Biblioteca Nazionale la mostra di Eugenia Stella, “Le vibrazioni dell’arte. La musica dei colori”

COSENZA – Vernissage, giovedì 7 marzo, alle ore 17,00, nella Sala Giacomantonio della Biblioteca Nazionale, della mostra di Eugenia Stella, “Le vibrazioni dell’arte. La musica dei colori”.

L’esposizione, che si inquadra nell’ambito dell’iniziativa “Arte in biblioteca”, resterà aperta fino al 16 marzo e potrà essere visitata dalle 9,00 alle 19,00. Il vernissage, presente l’artista, sarà arricchito dalle musiche del trio “Nuevo Tango”, formato da Paolo Luciani al pianoforte, Daniele Luzzi al clarinetto e Giovanni Reale al contrabbasso.

Docente di latino e greco nei licei classici, al “Telesio” durante la sperimentazione ministeriale dell’europeo, e al “Gioacchino da Fiore” di Rende (oltre ad una importante parentesi a Roma, al Ministero della pubblica istruzione) Eugenia Stella, Nuccia per gli amici, ha coltivato ed assecondato, sin dagli anni ottanta, la sua passione per la pittura nel suo studio-atelier di via Calabria, una sorta di buen retiro, dove ancora oggi ama ritirarsi nei momenti in cui il sacro fuoco creativo ha bisogno di uscire allo scoperto.

Cercare e trovare una linea di sviluppo unitario all’interno della produzione artistica di Eugenia Stella non è facile se si pensa che il suo svagare, apparentemente distratto, tra il ritratto formalizzato e l’approccio metafisico con il reale, nasconde, e forse anche rivela, una salda circolarità di intentio auctoris che guida la mano e l’anima dell’artista nel suo cammino creativo.

Eugenia Stella – non ha mancato di sottolineare la critica – vive una misteriosa storia interiore che la policromia sempre passionale dei suoi manufatti artistici comunica a chi voglia leggerla e si mostri disponibile ad una accettazione serena del tragico e realissimo impasto di male e di bene del quale la vicenda dell’umanità si sostanzia. In questa storia interiore si alternano capitoli nei quali il gioco creativo del pennello e dei colori sembra assumere il senso di una fuga dal reale, verso cieli e mari, sogni e illusioni che esistono nelle terre sconfinate e inesplorate del fantasticare solitario e affollato che riempie il tempo mentale dei sognatori, con altri capitoli nei quali i palpiti creativi dellartista cosentina virano, invece, verso una concretezza esistenziale. L’opera di Eugenia (Nuccia) Stella sfugge ad ogni tentativo di sistemazione cronologica, vivendo l’artista una cronologia esperienziale non riconducibile a date o periodi, seguendo piuttosto il ritmo di un’interiorità non sempre accettata e, spesso, addirittura combattuta che la porta a ritorni e ripensamenti, a rifiuti e condizionamenti, che, tutti insieme, concorrono a fare l’unità del suo discorso poetico, prima ancora che pittorico”.

Estremamente calzante la definizione che di lei ha dato, diversi anni fa, chi l’ha conosciuta bene approfondendo l’humus della sua pittura e della sua personalità: «Forse Nuccia Stella è l’acrobata con le gambe da bambina, cui trine e merletti non riescono a dare malizia, che si libra non spinta dal basso, ma attratta dall’alto, mentre il ventaglio di un coloratissimo origami ne accompagna le movenze nel cielo di una fiabesca città». 

Tra naif e surrealismo, vernissage di Alberto Acquesta a Rende

RENDE (CS) – Si inaugura presso il  Museo del Presente di Rende sabato 23 febbraio alle ore 17.30 la mostra tributo Alberto Acquesta tra Surrealismo e Naif a cura di Melissa Acquesta. La mostra rientra nella programmazione dell’assessorato alla cultura diretto dalla Prof.ssa Marta Petrusewicz,  e resterà aperta al pubblico fino al 9 marzo dal martedì al sabato dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e dalle ore 16.00 alle ore 20.00.

Alberto Acquesta, classe 1946, inizia a disegnare e dipingere giovanissimo; a 20 anni tiene, al Centro Sociale “Torralta” di Cosenza, la sua prima personale, nel 1966, patrocinata e finanziata dalla Cassa di Risparmio di Calabria e Lucania. Recensito come talento cosentino emergente inizia la propria carriera artistica partecipando a numerosi premi e collettive calabresi nonché esposizioni nazionali a Roma, Napoli, Bologna ed internazionali a Philadelphia, Sarajevo e Clermont-Ferrand.

Conclusi gli studi da ragioniere e conseguito anche il diploma al Liceo Artistico (CZ), qualifica grazie alla quale esercita per molti anni la professione di insegnate di Educazione Artistica alle scuole medie, vince il concorso pubblico ed entra in Prefettura, a Cosenza, ricoprendo sempre ruoli di responsabilità; il forte senso del dovere e di appartenenza allo Stato gli valgono la nomina, nel 1997, dal Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, di Cavaliere del Lavoro.

Scomparso prematuramente nel 2013 lascia una fortissima eredità umana ed artistica.

Nel corso della sua carriera esplora moltissime tecniche, privilegiando l’acquerello e la xilografia da affiancare all’acrilico e all’olio; lo studio, in Via degli Stadi, è fino agli anni 90’ il centro della sua attività di pittore e musicista, suona infatti il flauto, la chitarra classica, il liuto, il mandolino ed il pianoforte.

Proprio la struggente e totalitaria passione per la musica segnerà un rallentamento dell’esperienza pittorica alla quale continuerà a dedicarsi solo in maniera saltuaria, il sopraggiunto amore per la chitarra flamenca, infatti, richiederà imprescindibile studio ed esercizio quotidiano costante necessario alla sua attività concertistica da solista ed in collaborazione cameristica con altri musicisti.

Alla fine degli anni ’70 si avvicina alla pittura Naïf guardando alla “scuola jugoslava di Hlebine”, un villaggio croato a nord-est di Zagabria, verso l’Ungheria, che riunisce, agli inizi degli anni trenta, alcuni pittori autodidatti: Ivan Generalić (1914-1992), Franjo Mraz (1910-1981), Mirko Virius (1889-1943) e Janko Brašić (1906-1994) per primo in Serbia.

L’artista naïf nasce in origine autodidatta, privo di specifica formazione artistica, di livello culturale ed estrazione sociale modesti; le opere, generalmente dipinti, sono caratterizzate da una notevole semplificazione concettuale e da una certa modestia tecnica ed esecutiva, sia nel disegno che nella stesura del colore e nell’impianto prospettico e compositivo d’insieme. Il tema predominante è la rappresentazione della realtà sociale più umile e quotidiana, contadina, generalmente in chiave favolistica, poetica o magica.

In Calabria Acquesta si cimenta con estremo successo nella tecnica dipingendo bellissime marine, contadini al campo, allevatori al pascolo ma nella maggior parte della sua produzione esegue, utilizzando la stessa pennellata e mantenendo la tavolozza, rielaborazioni personalissime, temi, simbolismi, ispirandosi alla grande arte di Brueghel e Bosh e, in genere ai pittori fiamminghi del Rinascimento: l’artista è quindi portavoce di una nuova visione metafisica e surreale della realtà resa con la tecnica naïf e questo rende la sua opera unica nel suo genere nel panorama artistico italiano.

 

 

Il pittore della natura: la mostra di Giovanni Chiarella a Catanzaro

CATANZARO – Chi ha frequentato la Sila e la Presila, ritrova i riflessi dei raggi solari sul sottobosco e la quiete della neve nelle opere di Giovanni Chiarella. Sono, infatti, i paesaggi una delle suggestioni principali del “pittore della natura”. La sua mostra è stata inaugurata questa sera presso la sala ‘EX STAC’ di Piazza Matteotti.

Alla presentazione iniziale, moderata dalla figlia Laura, sono intervenuti Ivan Cardamone, vicesindaco del Comune di Catanzaro, e Vincenzo Ursini, presidente dell’Accademia dei Bronzi, che ha tracciato un profilo del pittore e ha fatto notare la sua capacità di soffermarsi sui particolari.

«La mia pittura si ispira alla natura, al bello della natura – ci racconta Chiarella – infatti ci sono pochi quadri che non rappresentano la natura in se stessa».

In effetti, nelle opere esposte, i paesaggi silani e presilani ricorrono, dipinti in diversi momenti dell’anno: che ci si addentri nel bosco o ci si immerga nel silenzio del paesaggio innevato, ciò che sembra ritornare è un chiarore soffuso, lo stesso che si ritrova spesso nelle nature morte, nei fiori, nei pochi paesaggi urbani, in qualche nudo di donna dalle forme sinuose. Come se i tocchi di luce facessero da controcanto all’incanto e alla quiete che si provano di fronte alla natura delle nostre località, soprattutto nei quadri che mostrano le montagne e il lago ricoperti di neve.

Ma come è nata la passione per la pittura? Il motivo si può rintracciare nella monografia di Giovanni Chiarella: oltre 40 anni fai, a quella che sarebbe diventata sua moglie, aveva detto di essere un pittore, perciò, per mantenere fede alla sua dichiarazione, comprò i materiali e si mise dipingere.

Da allora, non si è fermato, con la formazione artistica al seguito di Andrea Cefaly ed Eugenio Galiano.

Il percorso di Giovanni Chiarella si snoda ora nella mostra all’Ex Stac. La personale è stata allestita con il patrocinio di Comune di Catanzaro – Assessorato alla Cultura, Accademia dei Bronzi, Associazione turistica Pro Loco Pentone, UnipolSai di Veraldi e Granato, Comitato di Quartiere Sant’Elia, associazione Teura.

 

Giovanni Chiarella
Il pittore della natura
Sala ‘EX STAC’ di Piazza Matteotti – Catanzaro.
Dal 2 al 15 febbraio, tutti i giorni domeniche escluse
Dalle ore 10.00 alle ore 12.30 e dalle 17.30 alle 20.00
Ingresso libero

 

Rita Paonessa

 

Nelle foto, alcuni momenti dell’inaugurazione e alcune opere di Giovanni Chiarella

 

Al Museo Civicodi Taverna la mostra di Vinicio Momoli

TAVERNA (CZ) – Il Museo Civico di Taverna della Provincia di Catanzaro, ritenuta una delle sedi museali più importanti della Regione, fondata nel 1989, punto di riferimento per gli studiosi del pittore Mattia Preti, ospiterà dall8 al 28 Febbraio 2019 la mostra “Espansioni materiche” dell’artista Vinicio Momoli, riconosciuto ed apprezzato dal pubblico e dalla critica a livello internazionale.

La mostra, curata da Luigi Polillo e da Giuseppe Valentino,Direttore dell’ente museale, propone un importante gruppo di opere, di medio formato, che testimoniano l’assidua ricerca di Vinicio MomoliMostra Vinicio Momoli

Levento diviene itinerante, difatti, dopo l’esposizione al Museo civico di Praia a mare (Cs) e l’Ateneo culturale di Leon in Spagna rientra nuovamente in Calabria. Tale manifestazione assume unrilevante interesse artistico e culturale per l’intero territorio con lo scopo di favorire sempre più la comunicazione oltre confine tra arte e società.

Vinicio Momoli, Padova 1942, fin da giovane attraversa il mondo dell’arte e della cultura, si mette in contatto con le avanguardie parigine e newyorkesi dando inizio alla sua originale ricerca artistica, riconducibile al pensiero minimalista. L’artista parte dagli anni ‘60 con la produzione di opere caratterizzate da un’attenzione riflessiva e meditata attorno al senso della forma, della materia e del colore; vanta più di duecento mostre nazionali e internazionali in musei e gallerie private.

«Vinicio Momoli – scrive il curatore Luigi Polillo nasce e si forma su un pensiero minimalista, nelle attuali opere si evince la consapevolezza del concetto incentrato sul rapporto “oggetto-spazio-fruitore” caratteristico della ricerca minimalista. L’artista genera delle opere estetiche del nostro tempo e coinvolge, in un energico gioco di piani volumetrici e di una concreta materialità, lo spettatore, si assiste ad un ritorno all’elemento e alla manualità; la sua arte si impianta nella collettività con una pregnante e significativa presenza. (…) Momoli lavora su supporti di legno di piccolo/medio formato, utilizzando la gomma, un materiale proveniente da polimeri naturali e sintetici, la utilizza per la sua duttilità, l’assembla e la manipola per i suoi scopi sino alla genesi dell’opera; il colore diventa un elemento vivace e armonicamente in contrasto, ma nello specifico travalica il suo ruolo e con una decisa manualità si tramuta in una sostanza creativa. Il rigore geometrico perde quindi la sua rigidità, ampliando le sue possibili variazioni nella forma, divenendo di conseguenza più morbida e concretamente attiva. L‘uso della gomma porta alla creazione di opere scultoree, generando un gioco di volumi, compattezza e sensibilità, rappresenta sostanzialmente una realtà immaginaria misteriosa. L’artista genera senza nessuna premeditazione nelle forme, un’arte che enfatizza il contenuto vitale dell’individuo e comunica un messaggio positivo».

Ogni opera è un’esperienza sensoriale e tattile per chi la concepisce e per chi la contempla.

La mostra sarà inaugurata venerdì 8 Febbraio alle ore 17,00 alla presenza del sindaco Sebastiano Tarantino e dell’assessore alla cultura Dott.ssa Clemetina Amelio.

Il genio di Rembrandt in mostra a Palazzo Arnone

COSENZA – Dal 25 Gennaio al 24 Marzo 2019, nella splendida cornice di Palazzo Arnone a Cosenza, per la prima volta in Calabria, una mostra intende omaggiare la grande figura di Rembrandt, protagonista assoluto del ‘600, attraverso l’esposizione delle sue più significative e rappresentative incisioni.

Un tributo sincero e profondamente rispettoso, a 350 anni dalla sua morte, alle sue idee complesse e convulse, figlie dell’epoca e degli umori di quel particolare momento storico. Un’arte tollerante e poliedrica, dove uomini con turbanti e panneggi orientali fanno da contrappunto alle grandi narrazioni della Bibbia, dove trovano posto sia borghesi e ricchi mercanti che mendicanti. Per Rembrandt l’incisione non è un’arte minore rispetto alla pittura ma un campo parallelo di sperimentazioni stilistiche. Determinato ad entrare nelle case del nuovo ceto emergente si dà (corpo, mente e anima) a creare le sue preziosissime acqueforti che, essendo riproducibili in più copie, rappresentano il mezzo più efficace affinché il suo nome e la sua arte arrivino ovunque.

La mostra, organizzata dall’Associazione N.9 in collaborazione con il Polo Museale della Calabria e patrocinata dall’Ambasciata dei Paesi Bassi, sarà curata da Alessandro Mario e Marco Toscano ed offrirà ai visitatori oltre 30 incisioni originali provenienti da collezioni private, tra le quali la Collezione Ceribelli. Accompagneranno l’esposizione varie attività laboratoriali per le scuole.

L’Associazione N.9 è reduce per l’annualità 2018 dal grande successo ottenuto con la mostra monografica su Antonio Ligabue, organizzata al Museo del Presente di Rende, che ha registrato oltre 4.500 visitatori in un mese.

Cosenza, bonsai e suiseki in mostra al Chiostro di San Domenico

COSENZA – La millenaria arte del bonsai, nata da un’antica pratica cinese e successivamente influenzata dal buddismo zen giapponese, sarà al centro della quarta edizione della mostra nazionale in programma a Cosenza sabato 20 e domenica 21 ottobre nel Chiostro di S.Domenico.

La mostra di bonsai e suiseki è organizzata dal “Club Bonsai Limpha Nigra” di Cosenza, in collaborazione con il Collegio Nazionale degli Istruttori del bonsai e del suiseki ed è patrocinata dal Comune di Cosenza.

L’inaugurazione della mostra è prevista per le ore 10,00 di sabato 20 ottobre. L’ingresso è gratuito.Nel corso della due giorni, i visitatori avranno la possibilità non solo di ammirare moltissimi bonsai, quanto di interagire con gli esperti maestri presenti alla manifestazione.

Ospiti della manifestazione, tra gli altri, saranno i maestri Salvatore Liporace, Carlo Maria Galli e Luca Bragazzi. Artista bonsai professionista, Salvatore Liporace ha fondato, nel 1986, a Milano, lo Studio Botanico, primo spazio in Europa interamente dedicato alla lavorazione e all’insegnamento del Bonsai. Grazie ai suoi numerosi viaggi studio in Giappone, presso il maestro Masahiko Kimura, la sua scuola è diventata imprenscindibile punto di riferimento. Ventennale l’esperienza nell’arte del suiseki che ha maturato Carlo Maria Galli, tra i fondatori, nel 1997, dell’Associazione Italiana Amatori Suseiki. Specializzato in tecniche agronomiche applicate alle coltivazioni bonsai, è, invece, Luca Bragazzi che considera il bonsai uno stile di vita ed un valido strumento di unione e serena aggregazione.

Evento patrocinato dal Comune di Cosenza

«Dopo il successo delle scorse edizioni – ha sottolineato l’Assessore alla comunicazione, turismo e marketing territoriale Rosaria Succurro – torna nel Chiostro di San Domenico nel prossimo fine settimana la mostra nazionale del bonsai e del suiseki. La passione per quest’arte ricca di storia – ha aggiunto Succurro – sta crescendo anche dalle nostre parti e può contare su un consistente numero di appassionati. Ecco perché anche quest’anno l’Amministrazione comunale ha ritenuto di dover accogliere nuovamente la proposta del Club Limpha Nigra che è riuscito ad intercettare alcuni dei maestri dell’arte bonsai tra i più quotati d’Italia e questo non può che essere considerato un vero e proprio valore aggiunto».

Nel corso della mostra, inoltre, si svolgerà la seconda edizione del “Talento bruzio”, un vero e proprio concorso durante il quale i partecipanti si cimenteranno nella lavorazione di un bonsai, estratto a sorte tra 10 piante disponibili di juniperus chinensis. Sarà il maestro Liporace ad assegnare il premio alla migliore lavorazione.
Prevista anche l’assegnazione di un premio del pubblico.

 

 

La Grande Guerra in mostra nella biblioteca nazionale di Cosenza

COSENZA. La Biblioteca nazionale di Cosenza partecipa alle celebrazioni per il centenario dalla fine della Prima guerra mondiale con la mostra bibliografica dal titolo La Grande Guerra: 1914-1918. Realizzata in collaborazione con l’Istituto nazionale per la Guardia d’onore alle reali tombe del Pantheon, la Cineteca Calabria e la Croce rossa italiana, l’esposizione prende il via sabato 20 ottobre alle 10 nella sede della Biblioteca a piazzetta Toscano. In occasione dell’apertura è prevista l’esibizione musicale del maestro Paolo Luciani e del tenore Giuseppe Morrone.

Il percorso didattico

Insieme al materiale bibliografico ed archivistico sulla Prima guerra mondiale, arricchito dalla presenza di testi rari e documenti originali – come giornali del tempo, lettere dal fronte, fotografie storiche, carte geografiche – dal 20 ottobre vengono esposti in Biblioteca cimeli di varia tipologia (uniformi e oggettistica militaresca, onorificenze, medaglie ed altro ancora), messi a disposizione della manifestazione dagli enti partner e da archivi privati. Il percorso della mostra La Grande Guerra: 1914-1918 offre con finalità didattica la presenza di pannelli espositivi che ricostruiscono le vicende della Grande guerra attraverso copertine e illustrazioni della Domenica del Corriere. Altri pannelli proporranno, invece, riproduzioni levigate e accurate di immagini tratte dai fotogrammi della filmografia sul tema.

 Il giorno di chiusura della mostra è fissato per l’11 novembre 2018.

Durante i giorni dell’esposizione, che si rivolge alle scuole di ogni ordine e grado, in programma un calendario con tanti eventi che è consultabile sul portale della Biblioteca Nazionale di Cosenza. Proiezioni di film, conferenze, concerti e presentazione di libri. La Biblioteca si apre al territorio per consolidare la memoria e trasmettere alle giovani generazioni il significato dell’evento bellico, anche nell’ottica della costruzione di una rinnovata identità europea.

Catanzaro celebra l’arte di Mimmo Rotella

CATANZARO – S’intitola “Mimmo Rotella in città” la mostra allestita a Catanzaro per celebrare il centenario della nascita dell’artista (1918-2006) e che sarà inaugurata domenica 7 ottobre nella Casa della Memoria, la casa natale del padre del “decollage”, divenuta museo, restaurata e aperta dall’artista nel 2005. La rassegna, aperta fino al 31 gennaio del 2019, è promossa dalla Fondazione Mimmo Rotella, istituita dall’artista nel 2000, e dall’associazione Mimmo Rotella Institute, creata da Inna e Aghnessa Rotella, con il supporto della Regione Calabria. L’allestimento, studiato per adattarsi agli spazi della Casa della Memoria, mostrerà in modo chiaro il rapporto tra Rotella e le città nelle quali ha vissuto e che ha attraversato nei numerosi viaggi. Luoghi che hanno contribuito ad arricchire la sua esperienza umana e artistica. Lungo le vie della città natale dell’artista sarà inoltre apposta una speciale segnaletica per indicare gli angoli urbani che conservano la memoria dell’artista.

(Foto e fonte Ansa)

 

A Roccella Jonica apre la mostra “Remoto immanente”

ROCCELLA IONICA (RC) – “Remoto immanente” non è da intendersi come il passato che ritorna per dar prova dei suoi fasti o di un primato, viceversa come un tempo assoluto dove si annullano gerarchie e spiegazioni e quello che emerge è una entità pura. Questo il filo conduttore che attraversa le opere di Marò D’Agostino, Enrico Meo e Maria Teresa Oliva, tre artisti di origine o residenza calabrese, differenti per formazione, percorsi e linguaggi ma sorprendentemente vicini nella mostra dal titolo “Remoto immanente – Dialoghi in arte al Castello”, organizzata dalla Pro Loco “Roccella Sviluppo”, con il patrocinio dell’amministrazione comunale, e curata da Roberta Filardi, che sarà inaugurata domenica 12 agosto alle 19.00 nelle sale del Palazzo Carafa.

Un dialogo tra installazione e fotografia, pittura e scultura e tra singolarità artistiche contemporanee che si connettono, a conferma che l’arte non è mai copia della realtà ma percorso verso una comprensione sempre più profonda ed estesa.

Le loro stesse vite di artisti rimodellano senza sosta le forme delle rispettive esperienze col costante   rinnovamento dell’estetica in nessun caso assoggettata a parametri di opportunismo e consumo.
La poliedrica e trasversale Marò esprime un universo creativo originale, nutrito di una profonda sensibilità e cultura; una produzione poetica, la sua, defilata dalle mode e proiettata verso ricerche sperimentali. La scultrice Maria Teresa Oliva ha maturato nel tempo una profonda cultura figurativa aggiornata ai repertori del contemporaneo e arricchita da una naturale attitudine nel lavorare i materiali più disparati. Le opere di Enrico Meo spaziano in vasti repertori figurativi rivelatori di una poetica tesa alla speculazione e alla ricerca mistica sui temi esistenziali dell’uomo, rivelati attraverso forme archetipe e composizioni di sapore surrealista.

Nella magnifica cornice paesaggistica di cui godono i saloni espositivi, il pubblico potrà visitare la mostra dal 12 al 30 agosto e, con preavviso, incontrare gli artisti nei giorni di apertura dalle 18.00 alle 22.00.

Il vernissage si aprirà con una breve conferenza di presentazione nella ex chiesa Matrice annessa al Palazzo. Interverranno il sindaco di Roccella Giuseppe Certomà, l’archeologa Marilisa Morrone e la curatrice della mostra Roberta Filardi.