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Porto di Corigliano, precita con l’auto in mare: muore 40enne

CORIGLIANO ROSSANO – Squadre dei vigili del fuoco del Comando di Cosenza, su segnalazione effattuata dalla guardia costiera, sono intervenute per il recupero di persona a bordo di una autovettura precipitata in mare dalla banchina del porto di Corigliano.

La vettura situata ad una profondita’ di circa 4 metri e mezzo. Sul posto oltre alle squadre di terra si provvedeva alla richiesta del nucleo sommozzatori dei vigili del fuoco che giungevano dai comandi di Bari e Taranto con ausilio di elicottero Drago VF68.

Gli stessi sommozzatori raggiungevano la vettura inabissata, una Fiat Uno, recuperando il corpo senza vita del conducente (classe 1982). Sul posto carabinieri, guardia costiera e personale Suem118.

Al momento i vigili del fuoco con il supporto dei sommozzatori e della autogru giunta dalla sede centrale di Cosenza si stanno adoperando per l’eventuale recupero della vettura.

Simulato un attentato terroristico al porto di Corigliano

CORIGLIANO CALABRO (CS) – Un’esercitazione complessa di “port security” si è svolta all’interno del porto di Corigliano Calabro, organizzata dalla Capitaneria di Porto e condotta sulla banchina numero uno. E’ stato simulato un attentato di matrice terroristica con il posizionamento di un ordigno esplosivo sotto una delle lavatrici del locale lavanderia della motonave “Sider Marleen”, ormeggiata per svolgere operazioni commerciali. L’esercitazione, che è stata preceduta da una riunione organizzata, ha fatto risaltare la complessa attività di addestramento e sono stati verificati la corretta implementazione delle misure di sicurezza contenute nei piani di security, i tempi d’intervento delle varie componenti coinvolte e dei soggetti istituzionali interessati alla gestione dell’emergenza nonché l’efficacia delle comunicazioni.

Il delegato regionale Vocaturi al presidente Oliverio: “Il porto di Corigliano fra le priorità regionali”

Cristian Vocaturi (3)CORIGLIANO CALABRO (CS) – La Fapi Calabria riporta all’attenzione del Governo regionale e del Presidente Mario Oliverio il progetto sul quale lo stesso governatore si era speso quando era presidente della provincia di Cosenza, e cioè la realizzazione di una piattaforma logistica agroalimentare da costruirsi nell’aera adiacente al porto di Corigliano a supporto dell’economia agricola del territorio, che verte sulla Piana di Sibari.  “Per il porto di Corigliano, una struttura tra le più grandi e moderne del sud Italia, potrebbe iniziare una nuova era – spiega Cristian Vocaturi, delegato regionale della federazione agricoltori piccole imprese.” “Non dimentichiamo, infatti, che La Piana di Sibari è sede del Distretto agroalimentare di qualità che comprende 32 comuni, (tra cui Rossano, Corigliano e Cassano allo Ionio) e opera su una superficie di 184 mila ettari di terreno con un centinaio di imprese consorziate. Un’area che si candida naturalmente a essere volano per lo sviluppo socio-economico regionale – continua Vocaturi – e il nostro compito è quello di mettere queste aziende nelle condizioni di migliorare e vendere i loro prodotti”. “Ci attendiamo, pertanto, che il Governatore, Mario Oliverio e il neo assessore regionale al sistema portuale Francesco Russo, inseriscano fra le priorità regionali anche il Porto di Corigliano che, nel contesto della portualità calabrese, riteniamo possa avere un ruolo e una funzione, a servizio del Territorio, della Provincia e dell’intera Regione. Tanto più opereremo in questo senso tanto più crescerà la possibilità di creare nuovo sviluppo e nuova occupazione”.

Barbanti (M5S), ripartire da Corigliano

CORIGLIANO CALABRO (CS) – Sebastiano Barbanti  M5S  parla del porto di Corigliano e propone il rilancio dell’economia e del turismo della costa ionica. L’Italia sta diventando un paese dove si attende la tragedia e poi si interviene perché, evidentemente, a qualcuno conviene lavorare in emergenza. E la Calabria, purtroppo, non è da meno: il porto di Corigliano che doveva essere la porta d’accesso verso l’Oriente rappresenta l’esempio più concreto e tangibile. Si è dovuto aspettare, infatti, che l’ennesima imbarcazione attraccata in banchina affondasse per far salire a galla le innumerevoli carenze della struttura, immagine e testimonianza delle promesse non mantenute da parte delle istituzioni competenti.

La struttura di Corigliano vive uno stato di eterno abbandono. Una struttura che per dimensioni e posizionamento dovrebbe portare solo degli utili e invece offre esclusivamente perdite, disagi e malfunzionamenti. In lista d’attesa ci sono progetti di rilancio sia commerciale che turistico – chi si ricorda delle “autostrade del mare”? ovvero i collegamenti con la Sicilia – o i tanti annunciati traghetti da crociera di cui nessuno ha più notizia. Tutte idee di rilancio che però restano attraccate a un molo che cade a pezzi e vengono portate via dal vento come le parole dei vari politicanti.

Ma come si può pensare di pianificare progetti di sviluppo se al porto di Corigliano mancano i servizi essenziali utili allo svolgimento delle attività di base? L’esempio più clamoroso sono proprio i numerosi locali vuoti presenti all’interno del porto predisposti da tempo ad ospitare il distaccamento dei vigili del fuoco che però tarda ad arrivare. Ci piacerebbe anche sapere il perché.

Anche per Francesco Sapia, capogruppo consiliare M5S di Corigliano Calabro “lo scalo di Corigliano è abbandonato a se stesso invece di essere nodo di scambio integrato nel sistema portuale del Mediterraneo, dove accessibilità e connessione costituiscono una condizione di base per intraprendere innovativi processi di sviluppo locale. Bisognerebbe utilizzare il Porto come luogo di commercio (mercato portuale), di svago (manifestazioni di massa) e approdo culturale (museo del Mare), per poi integrarlo nel tempo in un progetto più ampio che comprenda altre località marittime collegate da una ‘Metropolitana del mare’, come già avviene sulle coste turistiche di tutto il mondo”. Ad oggi sono troppe le carenze strutturali e quel che è peggio troppo alto è il disinteressamento delle istituzioni che non fanno altro che piangersi addosso. Non è la prima volta infatti che all’interno del porto di Corigliano accadono fatti simili a quello di due giorni fa. E quel che è peggio è che molto probabilmente non saranno gli ultimi. 
 Solo davanti a episodi come questi ilsindaco e le imprese portuali si riuniscono per fare il punto della situazione. Peccato per ò che questo non è che un copione gi à visto. Ci auguriamo per ò che questa volta le istituzioni coinvolte prendano coscienza della gravità della situazione e intervengano una volta per tutte per cambiare il finale di questa storia già sentita. Non sta a noi sottolineare l’importanza strategica del porto di Corigliano. A noi preme rimarcare con forza che non accettiamo più ennesimi rinvii. La rinascita della Calabria deve partire dai suoi punti di forza e lo scalo di Corigliano deve essere uno di questi.