Archivi tag: terrorismo

“Il pericolo viene dal mare”, Caligiuri ospite a “Voci dal mondo”

ROMA – Il Direttore del Master in Intelligence Mario Caligiuri domani alle ore 7.30 verrà interverrà su Radio Uno della Rai nella trasmissione “Voci dal mondo” condotta da Alba Arcuri. Caligiuri parlerà del suo libro scritto insieme ad Andrea Sberze “Il pericolo viene dal mare. Intelligence e portualità” edito da Rubbettino con la prefazione di Lucio Caracciolo. L’intervista verrà curata da Giuseppe Carrisi.

Terrorismo, condanna a 4 anni per il foreign fighter arrestato a Luzzi

COSENZA – Continua la lotta al terrorismo: il foreign fighter fermato a Luzzi lo scorso anno è stato condannato a 4 anni e 6 mesi con rito abbreviato. La sentenza a carico di Mehdi Hamil, marocchino di 25 anni, ritenuto aspirante combattente straniero pronto ad arruolarsi nelle flle fila dello Stato islamico per combattere la Jihad, è arrivata questa mattina dal gip di Catanzaro. L’uomo era giunto in Italia nel 2005 per ricongiungersi ai genitori, residenti a Luzzi, dove svolgono il mestiere di venditori ambulanti, era stato arrestato dalla Digos di Cosenza lo scorso 25 gennaio 2016. Secondo l’accusa, dalle indagini era emersa la propensione di Hamil a sposare la causa dell’Isis attraverso l’utilizzo di piattaforme di comunicazione diverse da quelle abituali; l’accanito interesse per immagini, filmati e contenuti propagandistici riferiti all’organizzazione linkati quotidianamente tramite diversi siti telematici d’area i cui contenuti rimandano a forme di addestramento e combattimento tra soggetti incappucciati, tutti contrassegnati dal simbolo dell’Isis e la volontà di raggiungere la Turchia e successivamente il progetto di trasferirsi in Belgio. Oggi, infine, la condanna.

«Agli infedeli va tagliata la gola». Arrestato a Crotone un iracheno per terrorismo

CATANZARO – Un lupo solitario che avrebbe potuto agire in qualsiasi momento ed in ogni luogo perché non c’è bisogno di andare in Iraq o in Siria per fare il jihad: si può anche rimanere in Italia, «per redimere gli infedeli», ai quali va «tagliata la gola». E’ questo l’identikit di Hussien Abss Hamyar, il 29enne iracheno arrestato oggi dalla Digos di Crotone per apologia del terrorismo internazionale e istigazione a delinquere. «Siamo dovuti intervenire strappando l’indagine – ha spiegato il procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri – perché abbiamo ritenuto concreto il rischio di una fuga. Temevamo, come è già successo, che il soggetto lasciasse la Calabria per compiere un attacco terroristico». A far alzare il livello di allarme, un viaggio che il 29enne ha compiuto a Roma. Obiettivo della trasferta sarebbe stato verificare il grado di allarme che era capace di scatenare. Per questo ha volutamente provato a saggiare la reazione delle forze dell’ordine andando in giro con un sacchetto bianco. Un altro dato inquietante gli investigatori lo hanno trovato nella memoria del suo smartphone. Conservava fotografie della Questura di Crotone e di alcuni funzionari della polizia. Un «pericoloso dossieraggio», lo ha definito il questore di Crotone Claudio Sanfilippo, una cui immagine è stata rinvenuta nel cellulare di Hussein. Non ancora maggiorenne il giovane iracheno avrebbe fatto parte di Hezbollah, poi nel 2008 il suo primo viaggio in Europa. Prima Norvegia, poi Finlandia, Germania e Danimarca, dove avrebbe anche passato un periodo in carcere. Nel 2012 è stato fermato appena sbarcato dalla Grecia sulle coste pugliesi. Dopo aver richiesto lo status di rifugiato, Hussein è stato trasferito in un centro Sprar a San Nicola dell’Alto, poco distante da Crotone. E’ qui che avrebbe iniziato la sua opera di proselitismo in favore dell’Isis mantenendo un atteggiamento di aperta intransigenza a volte anche di minaccia nei confronti degli altri ospiti dello Sprar che avevano, a suo parere, una condotta di vita non rispettosa dei più integralisti precetti. A loro il 29enne mostrava i video di propaganda diffusi dal Califfato. Ma non solo, Hussien Abss Hamyar era riuscito a ritagliarsi un ruolo anche all’interno della moschea di Crotone. E’ lui stesso a riferire, intercettato, di aver «parlato bene» dello Stato islamico davanti all’imam e a un gruppo di fedeli. «…Qui ho il controllo di una moschea, parlo davanti ad altre persone..». Alla sorella riferisce che nonostante qualcuno gli abbia chiesto di rientrare nel suo paese d’origine per fare la guerra santa, è necessario che egli rimanga dove si trova in quanto la sua missione è quella di redimere gli infedeli: «…Sono cosi impuri che anche se leggi il Corano loro non hanno voglia di ascoltarti…». Soddisfazione per l’arresto è stata espressa dal ministro dell’Interno Marco Minniti. «La nostra polizia, coordinata dalla Dda di Catanzaro – ha detto – ha svolto un ottimo lavoro a conferma che il sistema di prevenzione e sicurezza sta funzionando. Si tratta di un successo investigativo molto importante, che fa seguito a un lungo lavoro di indagine condotto con grande professionalità».

Tunisia, Dorina Bianchi lotta per la riapertura dell’hotel Imperial

SOUSSE-  «La riapertura dell’albergo Imperial a Sousse, in Tunisia, è il simbolo della lotta al terrorismo e della nostra capacità di reagire».

«Non possiamo permettere che l’Isis ci privi del l’opportunità di viaggiare di sentirci liberi e di distruggere il ricco patrimonio culturale e paesaggistico che appartiene all’umanità. L’Italia, grazie al Mibact, con i Caschi blu della cultura è in prima linea nella difesa del patrimonio artistico mondiale nelle aree di crisi, minacciato dalla barbarie dei terroristi».  Così Dorina Bianchi, sottosegretario al Turismo, che ha preso parte al convegno internazionale organizzato dal Consiglio Nazionale Forense italiano e all’Ordine degli Avvocati tunisino per celebrare riapertura dell’hotel Imperial a Sousse in Tunisia, teatro dell’attacco terroristico perpetrato il 26 giugno 2015. Si tratta di un progetto sostenuto dal Presidente della Repubblica Tunisina dal governo e patrocinato dal Ministero del Turismo tunisino.

E aggiunge: «Tra Italia e Tunisia esiste un’amicizia sincera e profonda e una proficua collaborazione. Nel paese l’Istituto Italiano di Cultura svolge da sempre un ottimo lavoro per la diffusione e la conoscenza del nostro patrimonio. Proprio con la Tunisia abbiamo raggiunto importanti intese sul fronte della reciproca collaborazione culturale. Lo scorso ottobre è stato siglato da me un accordo con la ministra del turismo della Tunisia per un gemellaggio tra le città di Gaeta e Tunisi e lo scorso febbraio è stato siglato da me a Roma un memorandum d’intesa per la cooperazione in materia di turismo. Proprio il turismo è un elemento per la promozione della comprensione della pace e della cooperazione internazionale».

Simulato un attentato terroristico al porto di Corigliano

CORIGLIANO CALABRO (CS) – Un’esercitazione complessa di “port security” si è svolta all’interno del porto di Corigliano Calabro, organizzata dalla Capitaneria di Porto e condotta sulla banchina numero uno. E’ stato simulato un attentato di matrice terroristica con il posizionamento di un ordigno esplosivo sotto una delle lavatrici del locale lavanderia della motonave “Sider Marleen”, ormeggiata per svolgere operazioni commerciali. L’esercitazione, che è stata preceduta da una riunione organizzata, ha fatto risaltare la complessa attività di addestramento e sono stati verificati la corretta implementazione delle misure di sicurezza contenute nei piani di security, i tempi d’intervento delle varie componenti coinvolte e dei soggetti istituzionali interessati alla gestione dell’emergenza nonché l’efficacia delle comunicazioni.

Scafista siriano terrorista internazionale

CATANZARO – Doveva compiere presumibilmente un attentato Abo Robeih Tarif, il siriano di 23 anni già detenuto perché arrestato nel 2014 con l’accusa di essere uno scafista al quale la Guardia di finanza ha notificato un provvedimento di fermo per associazione per delinquere con finalità di terrorismo internazionale. Dal prosieguo delle indagini, è emerso lo scopo del viaggio del siriano in Europa: doveva compiere un attentato terroristico o, comunque, doveva filmarlo col suo telefono cellulare, sequestrato dalla Guardia di finanza dopo il suo arresto, «nel quale – ha riferito ancora Gratteri – abbiamo trovato foto con armi di ogni genere. Quel telefonino, per la sua importanza, può essere paragonato alla “copiata” per gli ‘ndranghetisti. E’ il suo dna di appartenenza. Gli serviva per dimostrare chi fosse e di quale organizzazione facesse parte».

Cosenza, espulso tunisino indagato per associazione con finalità terroristiche

questura-polizia-crotone-COSENZA – Nell’ambito dell’attività svolta per contrastare il terrorismo internazionale, il Prefetto di Cosenza Gianfranco Tomao, su proposta del Questore di Cosenza dr. Luigi Liguori, ha emesso provvedimento di espulsione dal territorio nazionale a carico di un cittadino extracomunitario, K.R.B.C. di anni 35, già indagato per il reato di associazione con finalità di terrorismo anche internazionale e scarcerato nella serata di ieri dal carcere di Rossano ove era detenuto per il detto reato.Nei confronti dello stesso cittadino extracomunitario è stato altresì adottato il conseguenziale provvedimento questorile di accompagnamento presso un Centro di Identificazione e Espulsione. Dopo le formalità di rito, curate dall’Ufficio Immigrazione ed il vaglio da parte degli operatori della DIGOS, il cittadino tunisino, pur assolto per il reato di cui sopra, è stato accompagnato da personale della Questura di Cosenza presso il CIE di Caltanissetta perché entrato nel territorio nazionale clandestinamente.

 

 

 

 

Sinergia tra la Prefettura e la Questura contro il terrorismo

prefettura cosenzaCOSENZA(CS)- L’attività di antiterrorismo è emblema della sincronia tra le fasi info-investigative e l’attività di gestione dei circa 13000 immigrati extracomunitari presenti nella provincia che vede impegnate la Prefettura e la Questura di Cosenza. I predetti Uffici hanno affrontato nel corso del 2015 l’arrivo dei migranti sbarcati sulle coste calabresi e siciliane. La fase gestionale degli sbarchi e dell’accoglienza dei migranti , il coordinamento delle forze dell’Ordine ai fini di prevenzione a cura della Prefettura, unitamente all’attività di regolarizzazione dei migranti, effettuata dalla Questura, sono state affiancate dalle attività di polizia finalizzate alla salvaguardia della sicurezza nazionale e alla tutela dell’ordine pubblico, con il costante monitoraggio e controllo nei confronti della popolazione extracomunitaria. Durante l’anno appena trascorso il Prefetto della provincia di Cosenza ha disposto l’espulsione di 60 cittadini extracomunitari; 10 provvedimenti di rimpatrio eseguiti nei confronti dei cittadini comunitari. Tali decreti sono stati resi esecutivi dal Questore con ‘emanazione di altrettanti “ordini di allontanamento” dal territorio nazionale o di “trattenimento” presso gli appositi centri. Dei cittadini extracomunitari interessati dai provvedimenti di espulsione, sei sono stati accompagnati dalla polizia alla Frontiera. Il Questore di Cosenza ha inoltre disposto il respingimento alla frontiera di 35 cittadini extracomunitari giunti in occasione degli sbarchi presso il porto di Corigliano. Costante è l’attività di monitoraggio e controllo che la Prefettura e la Questura svolgono presso i “Centri di accoglienza temporanea” presenti nella provincia.

Mehdi, proseguono le indagini per accertare i collegamenti con l’Isis

Conferenza stampa arresto hamil MahdiCOSENZA – Proseguono senza sosta le indagini della Digos di Cosenza e del Servizio Centrale Antiterrorismo per accertare se il marocchino Hamil Medhi, arrestato per auto-addestramento ai fini di terrorismo internazionale, avesse una rete di collegamenti che gli hanno fornito supporto nel suo processo di radicalizzazione. Gli inquirenti infatti, vogliono stabilire come ha fatto l’uomo ad entrare in contatto con gli ambienti del radicalismo internazionale. Il giorno in cui Hamil Medhi viene fermato nell’ aeroporto di Istanbul, sul suo telefono sono arrivate ben 18 chiamate da un’utenza che risulta a sua volta in contatto con quella Anas el Abboubi, il marocchino della provincia di Brescia che si troverebbe in Siria e arrestato nel 2013 con l’accusa di essere il fondatore della filiale italiana di “Sharia4”, il movimento ultraradicale dell’imam belga Omar Bakri messo al bando nel 2010. Hamil Medhi risulta in contatto anche con un’utenza belga che risulta a sua volta essere in contatto con quella utilizzata da Ayoub El Khazzani, l’attentatore del treno Parigi-Amsterdam. L’attenzione degli investigatori non è concentrata solamente sui contatti telefonici. Le indagini, infatti, mirano anche ad accertare i vari contatti che Hamil Medhi potrebbe aver avuto in Turchia da dove, secondo l’accusa, sarebbe poi ripartito alla volta della Siria per unirsi all’Isis. Nel tentativo di trovare elementi utili alle indagini è stato nominato un perito tecnico che dovrà compiere accertamenti sul computer ed i telefoni sequestrati al marocchino arrestato. Ad un interprete, inoltre, è stato affidato l’incarico di tradurre tutto il materiale scritto in arabo ed i numerosi video sequestrati.