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Sequestrati 1,5 mln di beni all’ex parroco Don Scordio e ai nipoti

CROTONE – La Guardia di Finanza, coordinata dalla Dda di Catanzaro, ha eseguito un decreto di sequestro, finalizzato all’applicazione della confisca prevista dal Codice Antimafia, del patrimonio, del valore di circa 1,5 milioni di euro, riconducibile all’ex parroco di Isola di Capo Rizzuto, don Edoardo Scordio, 75 anni, e a due suoi nipoti. Il sacerdote attualmente agli arresti domiciliari nel Centro internazionale di studi rosminiani di Stresa (Verbania), era stato arrestato nel 2017 nell’operazione “Jonny”, é stato condannato dal Tribunale di Crotone ad 8 anni di reclusione per associazione mafiosa, sentenza confermata in appello. Per l’accusa sarebbe stato il promotore di una truffa ai danni dello Stato in favore della cosca di ‘ndrangheta degli Arena attraverso la quale sarebbero state distratte consistenti somme di denaro che dovevano essere utilizzate per la gestione di un centro di accoglienza per migranti di Isola Capo Rizzuto.

In particolare sono stati sottopostia sequestro 3 fabbricati e una villa di pregio, un autoveicolo, la partecipazione totalitaria in una società, all’epoca dei fatti (inchiesta Jonny) attività del settore del turistico alberghiero e tutti i rapporti bancari intestati e/o riconducibili ai soggetti ed ai loro familiari.

Castrovillari, maxi frode all’Iva di diverse società. 6 arresti e 70mln sequestrati

CASTROVILLARI (CS) – I finanzieri del Comando Provinciale Cosenza hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali emessa dal Gip del Tribunale di Castrovillari a carico di 6 persone (per 2 è stato disposto il carcere e per 4 gli arresti domiciliari), indagate per reati tributari e fallimentari, nonché proceduto al sequestro di beni mobili ed immobili fino a concorrenza di 70 milioni di euro, ritenuto profitto del reato, nei confronti di 24 persone fisiche e giuridiche.

L’indagine ha permesso di svelare un ipotizzato meccanismo di frode all’I.V.A. che ha consentito agli indagati di evadere le imposte attraverso l’uso di fatture per operazioni inesistenti. L’operazione trae origine dalle risultanze emerse nel corso di una verifica fiscale condotta dai finanzieri a carico di diverse società di persone e di capitali riconducibili ad un medesimo gruppo familiare, operante nel settore della produzione e commercializzazione di calcestruzzo e nello smaltimento di rifiuti solidi urbani.

Gli accertamenti hanno evidenziato come queste società, attraverso l’emissione e l’utilizzo di fatture documentanti operazioni commerciali fittizie, avrebbero abbattuto la base imponibile IVA, compensando ulteriori debiti tributari con crediti d’imposta fittizi. Le stesse società, accumulati ingenti debiti tributari nei confronti dell’Erario, sarebbero state successivamente svuotate del complesso aziendale – costituito principalmente da impianti e macchinari – attraverso operazioni distrattive in favore di nuove società intestate a soggetti “prestanome”, per poi essere successivamente poste in liquidazione o portate al fallimento, come ritenuto indiziariamente essere avvenuto nel caso di una società appartenente al “gruppo societario”, dichiarata fallita dal Tribunale di Castrovillari nel maggio 2021.

Indagate 28 persone
Sono 28 gli indagati, tra persone fisiche e società, su richiesta della Procura della Repubblica di Castrovillari, il Gip, alla luce degli elementi probatori allo stato raccolti, ha disposto la misura cautelare a carico di 6 soggetti, ritenuti la mente ed i principali beneficiari della presunta frode, ferma restando la presunzione di innocenza fino a compiuto accertamento delle eventuali responsabilità penali. È stato, inoltre, disposto il sequestro, finalizzato alla confisca, nella forma diretta e per equivalente, di disponibilità finanziarie, di beni mobili ed immobili per circa 70 milioni di euro, a carico delle 24 persone fisiche e giuridiche che avrebbero beneficiato dell’ipotizzato meccanismo fraudolento posto in essere.

Cosenza, sequestrati oltre 600mila euro di beni a società di trasporto pubblico

COSENZA – La guardia di finanza di Cosenza ha eseguito un provvedimento di sequestro di beni del valore di 615mila euro nei confronti di una società operante nel trasporto pubblico locale e regionale con sede legale a Cosenza, per la commissione di reati di natura fiscale e fallimentare. In particolare i reati contestati sono di utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, omesso versamento di ritenute dovute o certificate e bancarotta concordataria. Il provvedimento, emesso dal Tribunale di Cosenza su richiesta della Procura, è stato disposto a seguito di mirate indagini nei confronti di due persone, amministratore di fatto e di diritto dell’impresa di trasporti. Analizzata la documentazione aziendale, le movimentazioni bancarie della società e degli indagati, sono stati ricostruiti gli asset finanziari e patrimoniali dell’impresa di trasporti.

 

Sotto il profilo fiscale, i finanzieri hanno accertato numerose irregolarità compiute dagli indagati i quali, al fine di evadere le imposte sui redditi ed I.V.A., attraverso la stipula di un contratto simulato per l’acquisto di un fabbricato commerciale (da adibire a ristorante) sito in provincia di Varese, hanno utilizzato false fatturazioni ed omesso il versamento delle somme trattenute sulle retribuzioni dei dipendenti aziendali per fini previdenziali ed assistenziali.

Le indagini ancora, hanno permesso di svelare l’esistenza di un consistente dissesto societario realizzato dagli imprenditori attraverso una ‘irragionevole e spregiudicata gestione societaria’. Gli indagati infatti, hanno dapprima distratto dal patrimonio della società rilevanti somme di denaro, fuoriuscite dai conti bancari in assenza di giustificazioni contabili, per poi proporre al Tribunale di Cosenza istanza di ammissione alla procedura del concordato preventivo, avvenuta nel 2020. Il provvedimento di sequestro preventivo, oltre a riguardare le disponibilità finanziarie dell’azienda e dei due responsabili delle condotte illecite, è stato esteso ad un’abitazione di pregio ubicata nel comune di Rende, intestata ad una terza società riconducibile ai due indagati.

Finanza e Soccorso Alpino insieme per le esercitazioni di soccorso in Sila

COSENZA – Nei giorni scorsi, Finanzieri specializzati del Soccorso Alpino (S.A.G.F.) e della Sezione Aerea di Lamezia Terme, unitamente a personale del Soccorso Alpino e Speleologico Calabria del C.N.S.A.S. hanno eseguito un’articolata attività di addestramento nel Comune di Spezzano della Sila (CS), in località Montescuro, situata a 1.500 metri s.l.m. Nel corso dell’esercitazione, alla quale hanno partecipato oltre a 50 soccorritori unitamente a diverse unità cinofile, in uso ai conduttori civili e militari, è stato simulato il recupero di un escursionista infortunato in ambiente montano impervio, mediante l’impiego di nr. 2 elicotteri “AW 109” delle Fiamme Gialle, a bordo del quale sono state imbarcate delle squadre di soccorso congiunte di personale specializzato del S.A.G.F. e del C.N.S.A.S., per raggiungere quanto prima possibile la zona ove dovevano essere prestati i soccorsi.

Oltre all’impiego di mezzi aerei della Guardia di Finanza, sul campo, erano presenti diversi automezzi attrezzati, tra cui anche il Centro Mobile di Coordinamento dell’Ente di Soccorso Civile, munito di avanzati sistemi tecnologici di GPS e cartografia annessa. Tale attività addestrativa, prima nel suo genere nel Sud Italia, rientra nel quadro del nuovo accordo nazionale sottoscritto lo scorso mese di marzo tra la Guardia di Finanza ed il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, che consentirà, nel rispetto delle reciproche competenze istituzionali, il potenziamento della cooperazione nell’ambito degli interventi di soccorso, in ambiente montano. All’esercitazione hanno presenziato, per la Guardia di Finanza, il Comandante Regionale Calabria, Gen. B. Guido Mario Geremia, ed il Comandante Provinciale Cosenza, Col. Danilo Nastasi; per il Soccorso Alpino Speleologico Calabria, il Presidente, Avv. Giacomo Zanfei, ed il Vice Presidente Vicario, Avv. Luca Cosimo Franzese

Furbetti del cartellino, a Gioia Tauro arrestati tre vigili urbani

GIOIA TAURO (Rc) – Ancora un episodio di assenteismo di dipendenti pubblici.

A Gioia Tauro tre vigili urbani  sono stati posti agli arresti domiciliari e ad altri 4 hanno ricevuto la misura del divieto di dimora – stesso provvedimento preso per 2 bibliotecari – nell’ambito di un’inchiesta contro l’assenteismo coordinata dalla Procura della Repubblica di Palmi e condotta dai finanzieri del Nucleo mobile della Compagnia di Palmi. I nove sono indagati per assenteismo e peculato d’uso. L’inchiesta, che ha riguardato il periodo settembre-dicembre 2019, ha preso il via da una denuncia presentata dall’allora comandante della Polizia locale Michele Bruzzese, che qualche mese dopo si è dimesso dall’incarico, in relazione a reiterate ipotesi di assenteismo da parte di alcuni suoi collaboratori. Tra gli indagati figura il nuovo comandante della Polizia locale, Santo Vardé, posto ai domiciliari insieme ai vigili Andrea Rotondo e Giuseppe Pilé. Dalle indagini, dirette dal procuratore di Palmi Ottavio Sferlazza e coordinate dal pm Davide Lucisano, sarebbe emerso che i vigili, pur attestando regolarmente la loro presenza in servizio, spesso si assentavano dal posto di lavoro in maniera del tutto ingiustificata, anche utilizzando impropriamente le auto di servizio, per dedicarsi alle più disparate esigenze di carattere personale e familiare.
In un caso i finanzieri hanno accertato che una vigilessa, oltre a recarsi senza motivo con l’auto del Corpo fuori dal territorio di competenza, aveva portato con sé l’arma di servizio in violazione della legge.

Analoghi comportamenti sono stati accertati anche nei confronti di due bibliotecari i quali, dopo aver attestato la presenza in servizio, lasciavano il posto di lavoro non consentendo la fruibilità della biblioteca alla collettività.

Corigliano, arrestati imprenditori per estorsione

CORIGLIANO ROSSANO (CS) – I finanzieri di Corigliano Calabro (CS), nelle prime ore del mattino, hanno posto agli arresti domiciliari due imprenditori coriglianesi, indagati per estorsione e turbata libertà degli incanti, in esecuzione di un’ordinanza emessa dal G.I.P. del Tribunale di Castrovillari, dott.ssa Carmen Ciarcia, su richiesta della Procura della Repubblica di Castrovillari (CS).

L’attività di polizia giudiziaria trae origine dalla denuncia presentata da un imprenditore il quale veniva avvicinato e minacciato da alcuni soggetti al fine di farlo desistere dal partecipare ad un’asta pubblica per la vendita di un capannone industriale.

Le attività di indagine immediatamente eseguite dai finanzieri, coordinati dal Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Castrovillari (CS), dott. Eugenio Facciolla e diretti dal Sostituto Procuratore della Repubblica dott. Luca Primicerio, confermavano quanto denunciato dall’imprenditore e consentivano di ricostruire l’esatto svolgimento dell’estorsione, delle relative minacce e del turbamento dell’asta pubblica.

Sono quindi state richieste immediate misure cautelari restrittive della libertà personale nei confronti di due imprenditori ritenuti responsabili dell’estorsione e del condizionamento dell’asta pubblica.

Il Giudice per le Indagini Preliminari ha disposto l’arresto domiciliare per i due imprenditori, per i delitti di turbata libertà degli incanti ed estorsione.

Truccavano gli appalti, maxi blitz della finanza: 40 misure cautelari nel cosentino

CASTROVILLARI (CS) – Si chiama Comune accordo l’operazione della guardia di finanza in corso sotto il coordinamento del procuratore capo di Castrovillari Eugenio Facciolla, per l’esecuzione di 40 misure cautelari nei confronti di altrettante persone ritenute responsabili di turbativa negli appalti e di altri reati contro la pubblica amministrazione. Sequestrate 11 attività, tra società ed imprese. I particolari dell’operazione saranno resi noti in una conferenza stampa convocata alle 11,30 al comando provinciale delle fiamme gialle di Cosenza. Parteciperanno anche il procuratore generale presso la Corte d’Appello di Catanzaro Otello Lupacchini, il comandante provinciale della guardia di finanza Marco Grazioli, il tenente colonnello Valerio Bovenga, comandante del gruppo delle fiamme gialle di Sibari, il capitano Francesco Coppola, comandante della compagnia di Rossano ed il luogotenente Domenico Allevato, comandante della tenenza di Corigliano Calabro.

Cosenza, operazione Terra Bruciata, 60 misure cautelari

COSENZA – Dalle prime luci dell’alba è in corso, nella provincia di Cosenza e di Vibo Valentia, una vasta operazione dei carabinieri del Comando provinciale di Cosenza e dei finanzieri del Comando provinciale della guardia di finanza di Cosenza, con il supporto per l’esecuzione dei militari del nucleo cinofili e del nucleo elicotteri di Vibo valentia e di Tito (Pz). Oltre 300 carabinieri e finanzieri stanno eseguendo una ordinanza di misura cautelare nei confronti di 60 soggetti, dei quali 57 attinti dalla misura coercitiva dell’obbligo di dimora nel comune di Cosenza mentre 3 da quella coercitiva del divieto di dimora nella città bruzia, emesse dal gip presso il tribunale di cosenza, su richiesta della Procura. Contestati i reati di spaccio di stupefacenti, usura ed estprsioni. Inoltre, la guardia di finanza sta procedendo contestualmente al sequestro per equivalente di beni mobili e immobili posseduti da alcuni degli indagati per la somma complessiva di euro 50.000, ritenuta provento dell’attività delittuosa.

‘ndrangheta, maxi confisca di beni a cosca Labate

REGGIO CALABRIA – I finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria e del Nucleo Speciale di polizia valutaria, con il coordinamento della Dda  hanno sequestrato beni per 33 milioni di euro, appartenenti a esponenti della cosca Labate, operativa nei quartieri Gebbione e Sbarre di Reggio Calabria.

I beni confiscati

Tra i beni confiscati figurano il patrimonio e quote sociali di 5 complessi aziendali, 62 tra fabbricati e terreni, 3 auto e rapporti finanziari/assicurativi e disponibilità finanziarie. Con la confisca di oggi, il valore dei beni sottratti alla ‘ndrangheta dalla Guardia di finanza di Reggio negli ultimi 18 mesi, sale ad oltre 630 milioni.

Tra i soggetti interessati al provvedimento c’è Michele Labate, di 62 anni, ritenuto esponente di vertice della cosca insieme al fratello Pietro e già condannato per associazione mafiosa.

Il sequestro è avvenuto in esecuzione di un provvedimento dell’Ufficio misure di prevenzione del tribunale su richiesta del procuratore aggiunto Calogero Gaetano Paci e del pm Stefano Musolino.

 

   

Appalti e corruzione, tre arresti sul Tirreno cosentino

PAOLA (CS) – E’ in corso vasta operazione per reati contro la Pubblica Amministrazione della Guardia di Finanza di Scalea coordinata dalla procura della Repubblica di Paola avente ad oggetto l’esecuzione di ordinanze di custodia cautelare personale in carcere e ai domiciliari emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Paola, Rosamaria Mesiti, su richiesta del Procuratore Capo della Repubblica, Pierpaolo Bruni e dei Sostituti Procuratori Antonio Lepre e Teresa Valeria Grieco, per reati di corruzione e turbamento di gare pubbliche, anche con riferimento a procedure riguardanti il settore della raccolta dei rifiuti, il servizio assistenza scolastica per persone diversamente abili, servizio supporto Ufficio Tributi, gestione mense scolastiche Sono inoltre in corso varie perquisizioni nella Provincia di Cosenza oltre che in comuni dell’alto tirreno cosentino nonché acquisizioni presso svariati Enti. I provvedimenti cautelari riguardano un pubblico amministratore e due imprenditori, a seguito delle indagini effettuate dalla Fiamme Gialle sotto la direzione del Procuratore Capo, Pierpaolo Bruni, aventi ad oggetto la gestione di diversi appalti pubblici nei Comuni di Buonvicino, Maierà e altri Comuni dell’Alto Tirreno Cosentino. Le turbative delle gare e dei procedimenti di scelta dei contraenti della Pubblica Amministrazione sono state accertate all’esito di articolate e complesse investigazioni sviluppate attraverso l’analisi di documentazione e lo svolgimento di indagini tecniche ed informatiche. Per ciascuna gara pubblica o procedimento di scelta dei contraenti sono stati ricostruite le condotte illecite tra soggetti pubblici e privati, in violazione delle norme in materia di appalti pubblici.