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Anoressia e bulimia, a Cosenza il 42% degli studenti delle medie è a rischio

COSENZA – Il  42% dei ragazzini delle scuole medie di Cosenza ha risposto positivamente almeno a due domande del questionario somministrato sui comportamenti a rischio per anoressia e bulimia e questo dato rileverebbe una probabile manifestazione di sintomi di disturbi alimentari (provare conati di vomito, perché insopportabilmente pieni, la preoccupazione per la perdita di controllo sulla quantità di cibo ingerita, la perdita di più di 6 chili di peso in circa 3 mesi, il ritenersi grassi anche quando gli altri li ritengono eccessivamente magri ed il riconoscere che il cibo domina la propria vita).

E’ quanto emerge dallo studio condotto dal centro Ippocampo, nutrizionista Achiropita Curti, psicologa Angelo Funaro, finanziato dall’amministrazione comunale di Cosenza ( settore educazione, dirigente Mario Campanella)  e presentato questa mattina nella sala Quintieri del Teatro Rendano. Lo studio è durato sette mesi ed è stato fortemente voluto dal sindaco Mario Occhiuto.

Cosenza, secondo i dati diffusi da Legambiente, è la diciassettesima città italiana, la prima del Sud, per servizi alle scuole. Il campione su cui si è  lavorato ha riguardato  285 studenti delle classi di terza media, di età compresa fra i 12 e i 14 anni.

Sono stati somministrati:

-una scheda anagrafica attraverso la quale sono state rilevate  le seguenti caratteristiche: peso e altezza, BMI, composizione del nucleo familiare, sport, cibi preferiti e bevande;

-una scheda riguardante i seguenti stili di vita: come e con chi i ragazzi trascorrono la maggior parte del loro tempo, le abitudini più frequenti (l’ora in cui vanno a letto e le abitudini relative al fumo e all’uso di sostanze alcoliche);

Sono stati inoltre somministrati i seguenti test come strumenti di screening:

ORTO 15. E’ un test a risposta multipla costituito da 15 item, che misura l’ossessione per il cibo sano.

EAT-26(EatingAttitude Test) (EAT-26) è il test più usato nel mondo per misurare i sintomi e le preoccupazioni caratteristiche dei disturbi dell’alimentazione.

SCOFF (Morgan et al., 1999).È uno strumento di screening semplice, agile e di pratica applicazione. Il questionario rivela una probabile manifestazione di sintomi di disturbi alimentari quando ci sono almeno due domande con risposta positiva.

BEDS-7 (Binge-Eating Disorder Screener – 7 item) è uno strumento di screening che permette di individuare i segni e i sintomi caratteristici del Disturbo da alimentazione incontrollata, indagando, in particolare, la presenza di episodi di abbuffata compulsiva.

Procedura

L’indagine è stata condotta tra ottobre 2017 e maggio 2018.La batteria descritta nella sezione precedente è stata somministrata agli studenti del campione nelle aule degli istituti. Il problema dell’obesità infantile sta diventando una sorta di emergenza sociale.  Addirittura in età prescolare, in bambini di circa 5 anni, si è  assistito ad un aumento del tasso di prevalenza di problematiche legate al peso che è passato dal 4.2% del 1990 al 6.7% nel 2010 (De Onis et al, 2010).

Questo incremento desta non poche preoccupazioni, dal momento che i bambini con obesità infantile hanno maggiori probabilità di diventare adulti obesi, con ricadute di tipo fisico, quali ad esempio malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 e cancro (Lloyd et al., 2012), e conseguenti basse aspettative di vita, e di tipo psicologico, quali maggiore ansia, depressione e problemi comportamentali (Eschenbeck et al, 2009; Reilly & Kelly, 2011).

Depressione e ansia

I risultati di numerose ricerche sul rapporto tra depressione e sovrappeso/obesità-hanno detto Achiropita Curti e Angela Funaro-  suggeriscono che l’aumento di peso durante l’adolescenza può essere correlato alla comparsa di depressione, stati d’animo negativi e scarsa autostima. Numerosi studi hanno confermato che i bambini sovrappeso/obesi manifestano un’autostima significativamente più bassa rispetto ai coetanei normopeso, che deriva non solo dall’insoddisfazione del proprio corpo, ma anche dal ritenersi meno capaci rispetto ai coetanei. Altri fattori da prendere in considerazione -hanno aggiunto le studiose-  sono il bullismo, le prese in giro, la stigmatizzazione dell’obesità in quanto rappresentano fattori di stress che influenzano negativamente i bambini sovrappeso/obesi portando alla manifestazione di disturbi psicologici/comportamentali.

È stato anche osservato come i bambini sovrappeso/obesi, vittime di bullismo e prese in giro, siano più inclini a manifestare problemi di condotta soprattutto a scuola, come ad esempio disobbedienza, comportamento aggressivo/distruttivo dirompente, abusi fisici e verbali e ciò comporta un rendimento scolastico peggiore rispetto ai bambini normopeso.

Risultati poco ottimistici riferiscono come i bambini S/O tra i 6 e i 13 anni siano molto più a rischio di essere vittime di bullismo rispetto ai loro coetanei normopesi. Commentando i risultati dello screening, il Sindaco Mario Occhiuto ha espresso “ preoccupazione per una modalità che necessita di un intervento correlato tra istituzioni, Scuola e Famiglia , al fine di arrivare a una prevenzione seria che porti a risultati confortanti. Questo studio- ha aggiunto Occhiuto- è un primo passo importante per capire la realtà preadolescenziale e affrontare precocemente i disturbi della nutrizione.”

Alla presentazione di questa mattina sono intervenuti anche l’Assessore alla scuola del Comune di Cosenza, Matilde Spadafora Lanzino, che ha evidenziato  il ruolo di comunità educante che ha assunto il Comune nel contesto urbano socio-pedagogico e la Presidente della Commissione consiliare Sanità, Maria Teresa De Marco, che, nel ringraziare tutti i componenti dell’organismo consiliare, ha sottolineato «come sia importante il ruolo del Comune attraverso il mondo della scuola e le famiglie per la prevenzione e l’azione concreta in favore degli adolescenti».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Amantea, l’assessore Pati interviene sulla questione scuole medie

AMANTEA (CS) – «La vicenda delle scuole medie è una ferita che potrà essere rimarginata soltanto quando il nuovo fabbricato sarà pronto ed inaugurato. Fino a quel momento dobbiamo dimostrare di essere una comunità che mette al primo posto la crescita dei nostri figli e che fa il possibile per porre rimedio ad una serie di criticità che, oggettivamente, nessuno di noi si aspettava». Lo ha dichiarato l’assessore all’istruzione del comune di Amantea, Emma Pati, sulla dislocazione degli alunni delle scuole medie, sgombrati dallo loro sede abituale nella scorsa primavera per la qualità troppo scadente del cemento con cui era costruito lo stabile. «Lo sgombero dell’edificio, avvenuto nella scorsa primavera, ha scosso tutti: l’uso del cemento troppo scadente che ha messo a repentaglio la vita di tanti innocenti è una circostanza che merita conoscenza e approfondimento da parte degli organi competenti. I ragazzi della scuola media “Goffredo Mameli”, ai q uali rivolgo il mio personale ringraziamento sin d’ora per l’impegno con il quale affronteranno questo importante passaggio, saranno dislocati in due diverse strutture di proprietà comunale: dieci classi saranno allocate nel plesso “Alessandro Manzoni” su via Garibaldi, altre quattro aule saranno posizionate all’interno della scuola “don Giulio Spada” nel quartiere Santa Maria. Il Campus “Francesco Tonnara” tornerà dunque a svolgere la funzione di laboratorio culturale e di incontro per il quale è stato costruito».

«Una soluzione – conclude la Pati – condivisa anche con la minoranza, i genitori, i professori e, come ovvio che sia, con la dirigente Antonella Bozzo che certamente saprà gestire al meglio questa suddivisione di uomini e mezzi. Adesso rivolgiamo il nostro impegno alla ristrutturazione dello stabile che accoglieva un tempo l’ufficio del giudice di pace e alla ricostruzione della nuova scuola media. Su entrambi i procedimenti saremo vigili e presenti come non mai. La burocrazia non deve ritardare un processo che già di per sé, si presenta articolato e irto di ostacoli. Lo dobbiamo alla città, alla società civile, ma anche a noi amministratori che sulla vicenda non ci siamo di certo risparmiati».

Amantea, le soluzioni per gli alunni delle scuole medie

AMANTEA  (CS) – In attesa della riunione definitiva che avrà luogo il prossimo 25 agosto, alla presenza del dirigente scolastico Antonella Bozzo, le forze politiche si confrontano sulle diverse soluzioni prospettate dal sindaco Mario Pizzino per garantire la continuità didattica degli allievi delle scuole medie. L’obiettivo ultimo è determinare una soluzione ponte che conduca alla ristrutturazione e all’adeguamento dello stabile che un tempo accoglieva gli uffici del giudice di pace e che possa consentire la ricostruzione del fabbricato che per oltre quarant’anni ha ospitato le scuole in questione.

«L’analisi delle diverse problematiche – evidenzia il sindaco – è stata complessa ma al tempo stesso ponderata. Ogni soluzione possibile presenta pro e contro. Si tratta dunque di individuare il miglior assetto possibile per attendere i pochi mesi che ci separano dalla sistemazione del palazzo del giudice di pace. La prima proposta riguarda il plesso “Giovanni Pascoli” di via Baldacchini. Esso, al momento, dispone di 14 aule che potrebbero ospitare in toto le scuole medie ed inoltre, considerata la vicinanza alla palestra, si eviterebbero i problemi legati alle discipline motorie. Le 10 classi della primaria potrebbero essere spostate nel plesso “Alessandro Manzoni”, mentre le 3 segreterie andrebbero al Campus. Infine le classi della scuola dell’infanzia potrebbero essere collocate nel plesso “don Giulio Spada” di Santa Maria. La seconda soluzione riguarda la “Manzoni” dove si potrebbero allocare 7 classi delle medie, mentre le altre 7 potrebbero restare sempre al Campus. La terza soluzione riguarda sempre la “Manzoni” dove si potrebbero sistemare 10 classi per le medie, a condizione che vengano spostate le 3 segreterie al Campus “Francesco Tonnara”, unitamente ad altre 4 classi. In questo caso, per garantire la disciplina dell’educazione fisica, si metterebbe a disposizione un pullman che accompagnerebbe gli alunni del “Manzoni” e del Campus unitamente ai loro insegnanti alla palestra del “Pascoli”. Quarta soluzione: trasferire il plesso Santa Maria in toto al “Manzoni”, mentre le scuole medie verrebbero sistemate nella scuola dedicata a don Giulio Spada. Quinta soluzione: 10 classi delle medie andrebbero alla “Manzoni”, mentre le restanti alla “don Giulio Spada” di Santa Maria. Le segreterie andrebbero a finire al Campus. Nel corso della mattinata si è inoltre tenuto un sopralluogo presso la “Manzoni”, alla presenza dell’assessore Emma Pati e dei consiglieri Tommaso Signorelli e Francesca Menichino per individuare la soluzione più idonea anche e soprattutto per gli alunni diversamente abili».