Tutti gli articoli di Emanuele Mongiardo

La Reggina presenta Guarna

REGGIO CALABRIA – Prosegue il processo di calabresizzazione della Reggina. Dopo Mimmo Toscano infatti, il nuovo volto in casa amaranto è il portiere Enrico Guarna, nativo di Catanzaro. Portiere d’esperienza, con alle spalle tanti anni di Serie B, andrà a sostituire Confente, nome ambito in Serie C.

«Finalmente ci siamo. Dopo tanti accostamenti e trattative sfumate all’ultimo sono un nuovo calciatore della Reggina. Mi presento, sono Enrico Guarna, portiere. Ci vediamo tutti al Granillo, numerosi». Queste le prime parole dell’ex portiere dell’Ascoli. Si innalza ulteriormente l’età media, segno che alla società interessano i risultati nell’immediato. Le fiches sul tavolo sono tante. Il potenziale si innalza e, contestualmente, si assottiglia il margine d’errore.

Reggina, è il giorno di Toscano

REGGIO CALABRIA – È arrivato il giorno della presentazione. Prima conferenza stampa per Mimmo Toscano da allenatore della Reggina. In un’estato in cui il calcio italiano è stato sconvolto dai cambi di panchina, con l’obiettivo di uscire dalla mediocrità, gli amaranto non fanno eccezione.

«Ritrovo tanta gente a cui sono rimasto legato. Rivivo emozioni che provavo da ragazzino, ritrovarmi su questa panchina mi rende felice. La lunghezza della trattativa? Ci sono situazioni facili e meno facili, e il secondo caso era il mio. Ringrazio i direttori e la società per avermi aspettato e per aver creduto in questa operazione. Dopo la stretta di mano sapevano che non avrei preso in considerazione altre proposte».

È stato davvero un ritorno agognato quello dell’ex tecnico del Cosenza; una scelta ambiziosa della società, a conferma della consistenza del progetto: «Ho passato delle notti avvolto nei pensieri. Ritornare in questa città e guidare la Reggina mi inorgoglisce. Il presidente Gallo mi trasmette motivazione e ambizione. Sarà un percorso duro, ripartiamo dal settimo posto. Dobbiamo essere bravi a scalare queste posizioni attraverso il lavoro. Bisogna invece avere le idee chiare. Le valutazioni tecniche dobbiamo ancora farle, sceglieremo prima gli uomini e poi i professionisti. Ci vogliono persone che hanno volontà di lasciare un segno a Reggio Calabria, indipendentemente da vittorie e sconfitte».

Il messaggio è chiaro, volto a unire la città sotto un’unica bandiera: «Dobbiamo ripartire da quel pubblico visto col Monopoli, e sta a noi confermarlo».

Mimmo Toscano nuovo allenatore della Reggina

REGGIO CALABRIA – È Mimmo Toscanno l’allenatore scelto dalla Reggina per la prossima stagione. Una nomina indicativa delle ambizioni del club amaranto, che si affida a un tecnico pluridecorato per la categoria, oltre che nativo di Reggio e cresciuto nelle giovanili del club. «Calcisticamente cresciuto nel settore giovanile amaranto, esordisce in prima squadra nella stagione 1991. Dopo le esperienze di Adelaide Nicastro, Treviso, Catanzaro e Potenza rientra a Reggio Calabria dove resta per quattro stagioni collezionando sessantasette presenze, conquistando la promozione in serie B nella stagione 1994/95. […]. Il neo tecnico amaranto sarà presentato martedì 25 giugno alle ore 11 presso la sala stampa dello stadio “Oreste Granillo” alla presenza del presidente Luca Gallo». Così recita il comunicato comparso sul sito della società». Le premesse per la prossima stagione sono davvero di alto livello.

Beffa per il Catanzaro: la Feralpisalò pareggia al photofinish

CATANZARO – FERALPISALÒ 2-2

CATANZARO (3-4-3): Furlan; Celiento, Figliomeni, Signorini (21”st Pambainchi); Statella, Maita, De Risio, Nicoletti (21’st Giannone); Bianchimano (40’pt D’Ursi), Kanoute (28’st Eklu), Fischnaller (28’st Ciccone).A disposizione: Elezaj, Iuliano, Nikolopoulos, Lame, Mittica Posocco, Casoli All. Auteri

FERALPISALÒ (4-3-2-1): De Lucia; Legati, Giani (29’pt Altare), P. Marchi, Contessa; Magnino (27’st Ferretti), Pesce, Scarsella; Vita, Maiorino Caracciolo (21’st Mattia Marchi)A disposizione: Livieri, Mordini, Dametto, Ambro, Canini, Libera H, Tantardini, Guidetti All. Zenoni

ARBITRO: Amabile di Vicenza

NOTE: Ammoniti: Contessa, D’Ursi Eklu e Celiento. Recupero: 2′ pt, 6′ st

MARCATORI: 31′ st Pesce, 7′ st De Risio, 23′ st Fischnaller, 43′ st Legati

 

CATANZARO – Non sono bastati i diecimila del Ceravolo né un secondo tempo coraggioso, almeno per tre quarti. Il Catanzaro esce con la Feralpisalò. Qualificazione meritata per i lombardi che, pur soffrendo gli attacchi giallorossi, hanno sempre tenuto la presa mentale sul match, consapevoli che il momento decisivo avrebbe potuto arrivare da un momento all’altro.

L’inizio della gara segue la falsariga dell’andata. I giallorossi sono padroni del campo ma gli ospiti serrano bene le linee. Col passare dei minuti però, Statella, De Risio e Kanouté prendono per mano la squadra e alzano il livello. La catena di destra inizia a produrre con costanza: arrivano cross e angoli, ma tiri in porta nessuno. La Feralpi prova a rispondere in contropiede, forte di una presenza in area come quella di Caracciolo in grado di ricavare il massimo anche dalle situazioni più sporche. Così, arriva il gol del vantaggio lombardo: un cross dalla destra particolarmente arcuato; Furlan potrebbe uscire, ma forse il vento e il sole lo ingannano. La palla arriva sulla destra, un contrasto aereo la manda fuori area sui piedi di Pesce che non ci pensa su due volte e calcia sul secondo palo: la sfera incoccia il legno e supera Furlan. Il Catanzaro va in confusione, Maita perde troppi palloni, a questo punto diventa più importante guadagnare lo spogliatoio ancora sotto di un gol.

Auteri è un grandissimo allenatore, sa come gestire queste situazioni: difatti il Catanzaro torna in campo con tutt’altro spirito: prima viene annullato un gol per fuorigioco a Fischnaller, imbeccato da un millimetrico lancio di Figliomeni, poi arriva il pari: De Risio si mette in proprio, salta l’uomo, porta la palla sul sinistro e la calcia all’angolino basso. Il pareggio infiamma il Ceravolo: le partite a eliminazione diretta vivono di momenti. Infatti la Feralpi, costretta a giocare controvento, non esce più dalla propria trequarti e il Catanzaro è arrembante sulla solita catena di destra. Da lì arriva il perfetto cross a rientrare che Fischnaller, fino a quel momento poco coinvolto, spinge in porta. È delirio, la maledizione dei playoff potrebbe cadere. Figliomeni non è al meglio ma resiste, la squadra si abbassa ma difende bene. Purtroppo però il calcio è uno sport a basso punteggio, in cui non sempre vince il migliore. Bastano i centrimetri, come insegnava Al Pacino in ogni maledetta domenica: quei centimetri per colpa dei quali Celiento non riesce a evitare il corner da cui nasce il gol di testa di Legati: anche qua forse Furlan avrebbe potuto uscire. In ogni caso è troppo tardi. Altra cocente delusione ai playoff, ma stavolta ai ragazzi di Auteri vanno fatti solo applausi. Il calcio sa essere crudele, ma dà la possibilità di rifarsi ogni anno. Nei prossimi mesi ci sarà tanta frustrazione. Starà al Mister trasformarla in energia positiva. Le basi ci sono e sono solidissime. Per una volta il futuro del Catanzaro sembra roseo: il Palermo e le altre concorrenti del prossimo anno saranno dure, ma Auteri e i suoi non devono avere paura di nessuno.

Sconfitta con la Feralpisalò per un Catanzaro insipido

FERALPISALÒ – CATANZARO 1-0

FERALPISALÒ (4-3-3): De Lucia; Legati, Giani, P. Marchi (44’st Altare), Contessa; Magnino, Pesce, Scarsella; Vita, P.Marchi (17’st Caracciolo), Maiorino (37’st Mordini). In panchina: Livieri, Dametto, Ambro, Ferretti, Canini, Hergheligiu, Tentardini. All.: Zenoni

CATANZARO (3-5-2) Furlan; Celiento, Signorini, Figliomeni; Favalli (41’st Nicoletti), Maita, De Risio, Iuliano (18’st Giannone); Statella, Bianchimano (32’st Ciccone), Fischnaller. In panchina: Elezaj, Ciccone, Pambianchi Nicoletti, D’Ursi, Riggio, Eklu, Kanoute, Mittica, Posocco. All.: Auteri

ARBITRO: D’Ascanio di Ancona

NOTE: Ammoniti: Signorini (C), Bianchimano (C). Recupero: 5′ pt, 5′ st

MARCATORI: 20′ pt Maiorino (F)

 

 

SALÒ – Iniziano male i playoff del Catanzaro. L’unico aspetto positivo della trasferta in Lombardia dopo una prestazione davvero grigia è il risultato: un 1-0 che, in vista del ritorno, non compromette nulla in maniera definitiva.

Auteri cambia qualcosa, rinuncia a un attaccante per inserire De Risio in mediana: si passa al 3-5-2, con Maita e Iuliano mezzali e Fischnaller vicino a Bianchimano davanti. L’attaccante ex Reggina ha subito l’occasione per partire bene, con un destro dai venti metri che saggia i riflessi di De Lucia. È un abbaglio, perché per i calabresi saranno novanta minuti mediocri. La Feralpisalò di Zenoni infatti non lascia nulla al caso e si dimostra davvero preparata in entrambe le fasi. In non possesso alterna momenti di pressione alta, così da costringere Furlan al rinvio lungo, a momenti di difesa ad altezza media, con una copertura attenta delle linee di passaggio. Quando c’è da attaccare poi, i lombardi sanno costruire palla a terra per guadagnare il fondo e in transizione sanno ribaltare il fronte con tocchi veloci e precisi. Il vantaggio è meritato, ma nasce da un paio di errori individuali dei giallorossi: su un contropiede Signorini, dopo aver gestito la pericolosa parità numerica e aver portato Vita sull’esterno, stende senza alcun motivo l’avversario. Punizione dal limite per i padroni di casa. La rincorsa di Maiorino non lascia spazio a dubbi: si mette in diagonale verso il secondo palo, dove sicuramente proverà a calciare col collo. Furlan però preferisce far coprire il primo palo alla barriera. Scelta sbagliata, perché Maiorino esegue senza problemi il tiro desiderato e porta in vantaggio i suoi.

Il Catanzaro fatica a costruire palla a terra. Non aiuta l’attitudine degli avversari a spezzettare il gioco. Si va negli spogliatoi con la necessità di cambiare qualcosa. Nella ripresa la precisione migliora, ma c’è fretta e abbondano le imprecisioni tecniche: il Catanzaro avrebbe bisogno di costruire con calma, con passaggi corti, invece spesso si cercano filtranti improbabili, costretti a passare tra selve di gambe di avversari, che ovviamente non faticano a riconquistare il possesso. I giallorossi non tirano mai in porta, neanche quando con Giannone al posto di Iuliano tornano al 3-4-3. È la Feralpisalò a sfiorare il due a zero, con Maiorino liberato per il tiro all’interno dell’area ma murato provvidenzialmente da Signorini. L’unico guizzo catanzarese è quello di Fischnaller, che si inventa un bel tiro dai venti metri che De Lucia mette in corner. Finisce 1-0, risultato giusto che lascia comunque speranza alle ambizioni dei ragazzi di Auteri. Le aquile sono sembrate in difficoltà, spesso dopo i contrasti finivano a terra e avevano bisogno dell’intervento dei medici in campo per rialzarsi. L’impatto fisico della Feralpisalò è stato notevole, ma i lombardi si sono distinti anche per la chiarezza di intenti palla al piede. L’avversario è davvero duro, ma il Catanzaro al Ceravolo sa trasformarsi.

Fine corsa per la Reggina: il Catania vince 4-1

CATANIA – REGGINA 4-1

CATANIA (4-3-1-2): Pisseri; Calapai, Aya, Silvestri, Marchese; Rizzo (41′ st Angiulli), Bucolo (28′ st Carriero), Biagianti; Sarno (28′ st Llama), Di Piazza (28′ st Curiale), Marotta (41′ st Manneh). In panchina: Bardini, Lovric, Liguori, Lodi, Brodic, Baraye, Valeau, Carriero. All.: Sottil

REGGINA (3-5-2): Confente; Conson, Gasparetto, Solini; Salandria, Zibert (17′ st Marino), De Falco, Strambelli (17′ st Ungaro), Procopio (1′ st Baclet); Bellomo (26′ st Tulissi), Doumbia (26′ st Martiniello). In panchina: Farroni, Vidovsek, Seminara, Sandomenico, Ciavattini, Pogliano, Redolfi. All.: Cevoli

 

ARBITRO: Ayroldi di Molfetta

NOTE: Ammoniti: Strambelli (R), De Falco (R), Sarno (C), Curiale (C). Recupero: 1′ pt, 4′ st

MARCATORI: 16′ Sarno (C), 18′ Salandria (R), 36′ aut.Gasparetto (C), 56′ Di Piazza (C), 80′ Marotta (C)

 

CATANIA – Finisce a Catania l’avventura della Reggina ai playoff. Si sperava che in partite secche il talento dei singoli avrebbe avuto un altro peso rispetto a un campionato in cui gli amaranto non hanno mai avuto continuità, soprattutto nella prestazione. Purtroppo però contro il primo vero avversario di livello gli uomini di Cevoli si sono sciolti.

La tensione è palpabile già dai primi minuti. Probabilmente vista la storia della stagione è il Catania la squadra che ha di più da perdere. Sarno lo percepisce e già dopo pochi secondi va muso a muso contro Strambelli: entrambi si beccano un giallo. Gli etnei prendono il comando delle operazioni e la Reggina abbassa il baricentro. Biagianti ci prova da fuori ma Confente blocca. Gli amaranto sono troppo imprecisi e non riescono mai a risalire il campo, così al 16′ il forcing offensivo dei padroni di casa dà i suoi frutti: Sarno parte in conduzione da centrocampo, salta tutta la retroguardia calabrese, entra in area e supera il portiere. Un vantaggio effimero, che dura un paio di minuti: dal nulla infatti Doumbia conquista il fondo e crossa sul secondo palo per Salandria, che alla prima sortita offensiva degli ospiti firma il pari. Anche stavolta, senza meritare particolarmente, la Reggina si rimette in carreggiata. Il Catania ovviamente schiuma di rabbia e ci prova anche di testa con Silvestri. Il vantaggio però giunge solo al 36′, quando il karma ripaga i precedenti sforzi offensivi: Marchese mette in mezzo per Di Piazza che allunga il pallone sul petto di Gasparetto. Il difensore involontariamente appoggia nella propria porta. Agli uomini di Cevoli non bastano gli spunti di Bellomo e Strambelli; il primo tempo si chiude sul 2-1.

Nel secondo tempo la Reggina passa al 4-3-1-2 e prova a rendersi più propositiva. Il Catania però non fatica a creare e al 53′ Marotta solo davanti a Confente spreca il match ball. Ancora una volta però ci penseranno i distratti difensori amaranto a propiziare il gol: De Falco regala palla agli etnei e Marotta e Di Piazza confezionano il 3-1. La partita virtualmente si chiude qua. La Reggina reclama per un mani di Sarno in area, ma l’arbitro resta impassibile. Così a dieci minuti dal termine arriva il definitivo 4-1: Curiale va via sulla fascia e mette in mezzo dove Marotta non sbaglia.

Termina così una partita in cui la Reggina, come in quasi tutto il campionato, non ha mai dato l’impressione di poter mettere in difficoltà l’avversario. Stavolta non è bastato neanche il talento dei singoli perché la squadra non ha dato a Strambelli e Bellomo la possibilità di brillare. Con un potenziale tecnico così elevato si deve necessariamente ripartire da idee più chiare in fase offensiva.

Alla Reggina basta un pari: 1-1 col Monopoli e passaggio del turno ai playoff

REGGINA – MONOPOLI 1-1

REGGINA (3-5-2): Confente; Conson, Gasparetto, Solini; Kirwan, De Falco, Zibert (25′ st Ungaro), Salandria; Bellomo (38′ st Pogliano), Strambelli (38′ st Marino); Doumbia (38′ st Martiniello). In panchina: Farroni, Seminara, Tulissi, Sandomenico, Ciavattini, Procopio, Redolfi. All.: Cevoli

MONOPOLI (3-5-2): Pissardo; De Franco, Ferrara, Gatti (38′ st Rota); Fabris, Paolucci, Scoppa, Zampa, Donnarumma; Mangni (26′ st Salvemini), Gerardi. In panchina: Crisanto, Guido, Mariano, Mercadante, Mangione, Bastrini, Berardi, Maimone, Montinaro. All.: Scienza

ARBITRO: Cipriani di Empoli

NOTE: Ammoniti: Ferrara (M), Zampa (M), Scoppa (M), Pissardo (M), Gerardi (M), Gasparetto (R), Conson (R), Kirwan (R). Recupero: 2′ pt, 6′ st

MARCATORI: 36′ pt Scoppa (M), 33′ st Ungaro (R)

 

REGGIO CALABRIA – Non ha potuto fare a meno di tenere il pubblico del Granillo col fiato sospeso la Reggina. Alla fine però un gol di Ungaro ha risolto il match col Monopoli, decretando un pareggio che lancia gli amaranto al secondo turno dei playoff.

Le aspettative sono alte visto l’ultimo periodo di forma. A settembre i pugliesi avevano sconfitto in trasferta gli uomini di Cevoli per 3-1. Certo, la Reggina ora è una squadra di tutt’altro calibro, ma dati i trascorsi non ci si poteva fidare. Si inizia con prudenza e al 13′ i padroni di casa riescono a confezionare un’occasione da gol, sventata con grande tempismo da Pissardo. Strambelli riceve in zona centrale e col suo sinistro pennella un lancio in profondità per Doumbia. La palla è lunga e il portiere ci si avventa prima che il francese possa arrivarci. Il Monopoli risponde un minuto dopo con un corner battuto basso verso il primo palo, dove la girata di Ferrara termina alta. I ritmi si alzano e Bellomo prova a imbeccare Doumbia con un cross a rientrare verso il secondo palo. L’attaccante spedisce alto di testa e reclama un rigore per una trattenuta su di lui. La fiducia degli amaranto però vacilla al 35′, quando Conson atterra Paolucci al limite dell’area. La barriera non è posizionata benissimo, il secondo palo è libero e Scoppa lo raggiunge facilmente, con Confente immobile al centro della porta. Vantaggio pugliese e Reggina che torna scossa negli spogliatoi, con Conson che negli ultimi secondi del primo tempo non riesce a farsi perdonare con un colpo di testa che termina alto.

Ovviamente la Reggina nella ripresa alza il baricentro e accetta il rischio di allungarsi. Gli amaranto continuano a creare da palla inattiva: punizione verso il secondo palo con Kirwan che rimette in mezzo per Gasparetto che da pochi metri manda alto. Al solito, le soluzioni offensive degli uomini di Cevoli sono troppo aride e legate a intuizioni individuali. Sembra di assistere alla solita sciatta partita di campionato, che un destro incrociato di Bellomo al 76′ non riesce a raddrizzare. Le speranze si assottigliano, c’è una punizione da metà campo. La difesa biancoverde respinge e la palla arriva a Ungaro sulla destra. Col mancino probabilmente il centrocampista prova a crossare, ma la traiettoria del pallone sorprende il portiere e termina precisa sotto l’incrocio del secondo palo. Un pareggio del tutto insperato, che infervora il Granillo e riporta la Reggina in vita; Ungaro impazzisce di gioia e percorre tutto il campo per esultare sotto la curva. Il Monopoli ci prova con qualche punizione calciata in area, ma il risultato non cambia. Passa la Reggina che così mercoledì affronterà il Catania, una squadra tecnicamente alla sua altezza e contro cui sarà necessario avere una proposta offensiva più credibile.

 

Il Catanzaro guadagna il terzo posto: Trapani sconfitto 6-3

CATANZARO (4-3-3): Furlan; Celiento, Riggio, Figliomeni (38’st Cristiano), Nicoletti (19’st Favalli); Maita, Iuliano (39’st Nikolodopoulos), De Risio; Bianchimano (24’st Pambianchi), Fischnaller, Giannone (24’st D’Ursi). In panchina: Elezaj, Mittica, Ciccone, Favalli, Signorini, Lame, Posacco. All.: Auteri

TRAPANI (4-3-3): Ferrara; Scrugli (2’st Garufo), Mulè, Ramos, Franco; Tolomello (10’st D’Angelo), Girasole, Toscano; Golfo, Evacuo (1’st Dambros), Fedato. In panchina: Dini Cavalli Da Silva, Scognamillo, Ferretti, Costa Ferreira, Corapi, Lomolino. All.: Italiano

ARBITRO: Paterna di Teramo

NOTE: Ammoniti: Riggio, Scrugli, Ramos

MARCATORI: 4′ pt Golfo (T), 6′ pt Fischnaller (C), 7′ pt Evacuo (T), 10′ pt Toscano (T), 37′ pt Iuliano (C), 38′ pt Maita (C), 41′ pt Bianchimano (C), 15′ st Celiento (C), 30’st D’Ursi (C)

 

CATANZARO – Missione compiuta! Il Catanzaro non sbaglia, sconfigge il Trapani con un roboante 6-3 e guadagna il terzo posto in classifica, grazie al quale inizierà a giocare i playoff solo a partire dalla fase nazionale, che inizierà il 19 maggio. Nel primo tempo sembrava dovesse consumarsi il più tragico degli psicodrammi, un cinque maggio in salsa giallorossa per celebrare il diciassettesimo anno della disfatta interista, con gli ospiti in vantaggio per 3-1. Il Catanzaro però ha retto la pressione e, spinto dal Ceravolo, ha saputo ribaltare l’incontro.

La questione diventa subito complicata, con Riggio che iniza la partita “alla Gresko” e legge male un lancio innocuo di Toscano alle sue spalle. Golfo prende possesso della sfera e tutto solo davanti a Furlan non sbaglia. Il Catanzaro non vuole aspettare troppo tempo, accelera e già dopo tre minuti agguanta il pareggio con Fischnaller, che approfitta di un lancio impreciso di Ferrara. Il peggio sembra alle spalle, ma il Trapani impiega davvero pochi secondi a tornare in vantaggio e poi a passare sul 3-1: prima i siciliani sfondano sulla sinistra e liberano Evacuo per un facile tap-in, poi al 10′ Toscano anticipa in area Nicoletti e batte Furlan. Sembra un pomeriggio da incubo, di quelli che entrano nella storia per il verso sbagliato, ma il Catanzaro riesce a rialzare la china e a onorare l’ottima stagione disputata fino ad ora. Succede tutto nel finale di tempo: al 37′ Iuliano riceve da Giannone e scarica un destro che viene deviato e diventa imparabile per Ferrara. Poi Maita, forse MVP della stagione dei giallorossi, si inventa una conclusione davvero incredibile da trentacinque metri, che il portiere non può intercettare. Non è solo il gol del pareggio, è un episodio quasi estemporaneo che inietta fiducia nel Catanzaro e cambia l’inerzia del match: la scossa che serviva dal giocatore più rappresentativo. Difatti due minuti dopo, al 41′, Bianchimano riceve da Iuliano, supera Mulé e col sinistro fulmina Ferrara. Tre gol in cinque minuti: se la prima metà era sembrata Lazio-Inter del cinque maggio 2002, adesso il match assume i contorni di Milan-Liverpool a Istanbul.

Nel secondo tempo, con la paura da parte del pubblico per tutte le paure subite, si teme il ritorno degli ospiti. Ma il Catanzaro gioca in maniera matura e non concede niente. Anzi, al 55′ segna il 5-3 grazie a Celiento sugli sviluppi di una punizione dalla destra: ennesimo gol da calcio piazzato, ancora una volta grazie alla testa del difensore napoletano, insieme a Maita il miglior giocatore del Catanzaro, un difensore davvero moderno per come gioca il pallone e per come riesce a difendere anche lontano dalla sua area. Nel frattempo subentra D’Ursi, nella speranza di sfruttare le transizioni, ma l’ex Bisceglie invece segna su un altro calcio d’angolo: la palla gli rimbalza sul destro e non lascia scampo a Ferrara. C’è anche il tempo per l’ingresso di Cristiano, attaccante classe 2002. Per Catanzaro è un giorno di gioia, l’orgoglio per una squadra sempre fedele ai propri principi e competitiva contro qualunque avversario. I playoff sono un momento particolare, partite a eliminazione diretta in cui un dettaglio può determinare il risultato. Giudicare la stagione dei giallorossi dal loro esito sarebbe sbagliato. Bisogna invece elogiare Auteri e il ds Lo Giudice per aver ridato ambizione alla piazza.

Il Catanzaro ci mette la testa: 2-0 alla Viterbese

CATANZARO – VITERBESE 2-0

CATANZARO (3-4-3): Furlan, Celiento, Figliomeni (39’st Nicoletti), Signorini, Statella, Iuliano, Maita, Favalli, Casoli (7’st Giannone), Fischnaller (39’st Pambianchi), Bianchimano (19’st Ciccone). In panchina: Elezaj, Mittica, D’Ursi, Riggio, Nikoloupolos, Lame, Posocco, Cristiano All.: Auteri

VITERBESE (3-5-2): Forte; Sperandeo, Franco (15’st Vari), Milillo; Del Prete (30’st M.Canestrelli) Ricci, Capparella (8’st Menghi), Artioli, Coppola (30’st M.Menghi); Ngissah, Molinaro. In panchina: Demba, Giannetti. All.:Villa

ARBITRO: Meleleo di Casarano

NOTE: Ammoniti: Fischnaller (C), Artioli (V)

MARCATORI: 31’pt Bianchimano (C), 4’st Signorini (C)

 

CATANZARO – Era vietato sbagliare e il Catanzaro non ha deluso. Vittoria fondamentale contro una Viterbese reduce da una settimana movimentata: esonerato l’allenatore Calabro, i laziali si sono presentati con una formazione ricca di elementi della primavera, probabilmente per poter preparare meglio la finale di Coppa Italia col Monza di Berlusconi e Galliani. Il Catanzaro dunque conquista il terzo posto, al termine di una gara con i soliti gol divorati e con un paio di rischi corsi in fase difensiva.

Ovviamente il Catanzaro si impossessa del campo e Signorini al 9′ fa intuire il leitmotiv della partita con un colpo di testa salvato in corner. La Viterbese però non è arrendevole: Bismarck imbecca Molinaro che chiama Furlan agli straordinari. Il tempo scorre e c’è la paura che una partita apparentemente facile possa diventare più cupa del previsto, proprio come il cielo di Catanzaro, con le nubi che incombono minacciose. Per fortuna arriva il colpo di testa di Bianchimano a portare il sereno: gran cross di Statella dalla destra, l’attaccante scuola Milan prende posizione e trafigge la Viterbese. Prima dell’intervallo c’è tempo per un paio di transizioni sprecate da Fischnaller, ma in generale stavolta i giallorossi sembrano in controllo, anche grazie ai recuperi palla aggressivi nella metà campo avversaria.

Nel secondo tempo bastano quattro minuti per il raddoppio: su calcio d’angolo svetta Signorini che insacca alla sinistra del portiere. Il Catanzaro fa girare bene il pallone ma anche stavolta rischia di riaprire un match chiuso: contropiede sulla destra della Viterbese condotto da Molinaro; Bismarck si insinua in area e tutto solo di testa spedisce incredibilmente a lato. Il Catanzaro restituisce il favore con un’incredibile palla gol sprecata da Bianchimano: l’ex attaccante della Reggina rientra sul sinistro in area e, solo davanti al portiere, alza la mira. Nel tiro tra l’altro il numero nove giallorosso si fa male ed è costretto ad uscire. Il finale non regala troppe emozioni, stavolta le coronarie del pubblico del Ceravolo vivono un pomeriggio tranquillo.

Ora bisogna assolutamente battere il Trapani per blindare il terzo posto.

Harakiri Catanzaro: il Siracusa vince 1-0

SIRACUSA – CATANZARO 1-0

SIRACUSA Crispino; Daffara, Turati, Bertolo, Bruno; Fricano, Palermo; Parisi (14’pt Soure), Catania (36’st Talamo), Russini (36’st Tiscione); Vazquez. In panchina: D’Alessandro, Boncaldo, Del Col, Di Sabatino, Cognigni, Mustacciolo, Tumineti, Lombardo. All.: Raciti

CATANZARO Furlan; Celiento, Riggio (6’st Casoli), Figliomeni; Statella (33’st Eklu), Iuliano (14’st Maita), De Risio, Favalli; D’Ursi (14’st Nicoletti), Ciccone (14’st Bianchimano), Fischnaller. In panchina. Elezaj, Pambianchi, Giannone, Signorini, Lame, Mittica, Cristiano. All.: Auteri.

 

ARBITRO: Acanfora di Castellammare di Stabia

NOTE: Espulso Daffara (S). Recupero: 1′ pt, 6′ st

MARCATORI: 45′ Vazquez (S)

 

SIRACUSA – Non riprende quota il Catanzaro. Forse per i giallorossi sarebbe meglio non avere più rigori a favore, dato che ad ogni penalty sbagliato, evento frequente quest’anno, c’è una brutta ricaduta sul morale della squadra. Il Catanzaro stavolta ha avuto ben due possibilità dal dischetto. La prima con Fischnaller, la seconda con Bianchimano. Entrambe neutralizzate da un prodigioso Crispino, in versione Toldo contro l’Olanda nel 2000. Da lì in poi il Catanzaro non ha più attaccato con ordine, nonostante la superiorità numerica. Qualche cross sballato, il giro palla lento e così il Siracusa ha portato meritatamente a casa i tre punti.

La partita, al solito, era iniziata con i calabresi in controllo, capaci di assestare il baricentro nell’ultimo terzo di campo avversario. Crispino però è in giornata, lo si intuisce già dalle prime battute, quando respinge il sinistro di Iuliano in corner. Nonostante il caldo la partita ha un buon ritmo, spesso accentuato nei contrasti. Il Siracusa accetta di difendere, forte di due giocatori potenzialmente letali in transizione come Souaré e Catania, fedelissimo di auteri nei gloriosi anni con la Nocerina. Il Catanzaro non riesce a sfondare, il flusso del match sul finale di tempo è più lento, le squadre sembra che aspettino solo di tornare negli spogliatoi. A quel punto però, Souaré pennella un perfetto cross dalla destra, Vazquez sorprende tutti sul primo palo e lascia Furlan di sale per l’1-0.

Brutta botta subire lo svantaggio in quel momento. Il Catanzaro ha l’obbligo di spingere per non lasciare sfuggire il Catania, per fortuna dei giallorossi raggiunta all’ultimo respiro dalla Cavese, per questo ha bisogno di imprimere una decisa accelerata alla partita. Gli spazi però si fanno ghiotti per il Siracusa, con Russini che in transizione rientra sul destro e costringe Furlan a una gran parata a terra. Poi nel giro di pochi minuti, tra il 64′ e il 68′, accade l’imponderabile. Il Catanzaro guadagna due rigori abbastanza netti, il primo sfondando sulla destra, il secondo con un lancio per Bianchimano che sorprende la difesa e costringe Daffara a spendere un fallo da rosso. Crispino, come detto, è superlativo, anche su un successivo tiro al volo di Fischnaller.

Sconfitta amarissima per il Catanzaro, mai vincente quando gioca in diretta TV. Scaramanzie a parte, sono troppi ormai i rigori sprecati. Le aquile a volte sembrano fragili psicologicamente: un’impressione che non può avere un riscontro oggettivo, ma che si riesce a percepire quando gli episodi voltano le spalle ai giallorossi. Ai playoff, negli scontri diretti, i singoli momenti faranno la differenza. Bisognerà interpretarli meglio.