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Corigliano, un pullman finisce in un canale. Muore una ragazza

CORIGLIANO CALABRO (CS) – Una ragazza di 20 anni morta e due feriti lievi: è il bilancio di un incidente sulla strada statale 106 in contrada Brillia di Corigliano, dove un pullman di linea è uscito fuori strada finendo in un canalone. La vittima si chiamava Valentina Bomparola, mentre sono rimasti feriti l’autista del mezzo e l’altro passeggero. Il mezzo, partito da Rossano, stava percorrendo la statale 106 diretto a Corigliano. Per cause in corso di accertamento da parte della polizia stradale di Rossano, il pullman è sbandato verso destra finendo in un canalone. Sul posto sono intervenute le forze dell’ordine ed i medici del 118 che, però, non hanno potuto fare altro che constatare il decesso della ragazza. In seguito all’incidente, il tratto di statale è stato chiuso temporaneamente dall’Anas per consentire i soccorsi ed i rilievi. non è escluso che la procura di Castrovillari possa aprire un fascicolo contro ignoti. Il guard rail che avrebbe dovuto contenere l’impatto, si è sbriciolato.

Terranova da Sibari, sequestrata cava dismessa

TERRANOVA DA SIBARI (CS) – Gli uomini del Corpo Forestale dello Stato, Comando Stazione di Castrovillari, hanno nei giorni scorsi posto sotto sequestro una cava nel comune di Terranova da Sibari dove è stato prelevato abusivamente materiale inerte costituito da rocce da scavo e sabbia. Dagli accertamenti eseguiti si è appurato che la cava è dismessa da diversi anni e che il prelievo è stato effettuato nei giorni scorsi alterando lo stato dei luoghi e cercando di occultare attraverso la copertura degli stessi le zone interessate al prelievo. Attualmente si sta indagando al fine di individuare gli autori del furto del materiale.

Paola, sanzioni salate per i cittadini incivili

PAOLA (CS) – Nei giorni scorsi si è svolta una operazione congiunta del personale del Corpo Forestale dello Stato di Paola e della Guardia Costiera di Paola dipendente dall’Ufficio Circondariale Marittimo di Cetraro volta alla repressione del fenomeno dell’abbandono di rifiuti. Il personale durante una attività di controllo ha rinvenuto lungo l’arenile di Paola nella zona Nord, in località “Pagnotta”, diversi cumuli di rifiuti abbandonati sul margine che divide la strada dall’arenile, costituiti da rifiuti urbani non pericolosi. Dagli accertamenti effettuati sono stati identificati diversi responsabili di tali abbandoni, verso i quali sono state irrogate sanzioni amministrative per migliaia di euro. In questa zona il fenomeno dell’abbandono è frequente, in particolare lungo i corsi d’acqua. Durante i fenomeni di piena il materiale abbandonato viene trasportato a valle fino ad arrivare sul litorale costiero. Gli accertamenti per individuare ulteriori responsabili sono ancora in corso.

Operazione antidroga, Fasano: «Legami con il clan Muto»

COSENZA – «Siamo soddisfatti per il lavoro svolto in pochissimo tempo e insieme alla dottoressa Fasano abbiamo raggiunto un buon risultato». Il comandante provinciale dei carabinieri di Cosenza Ottaviani si è detto soddisfatto dell’operazione condotta dai carabinieri di Scalea e coordinata dalla Procura di Paola, che ha portato al fermo di 25 persone per spaccio di droga nel Tirreno cosentino. Un’indagine che ha evidenziato il ruolo delle donne e anche di una ragazza minorenne. Sono emersi legami familiari con la cosca Muto di Cetraro ma su questo ci sono ancora indagini in corso. Anche il sostituto procuratore Fasano ha voluto rimarcare l’importanza del lavoro svolto. «Parliamo di un’indagine molto complessa e veloce. Lo spaccio riguardava soprattutto hashish e marijuana». L’indagine ha preso il via dall’arresto di una persona che ha portato poi a quattro mesi intensi di indagini. «Abbiamo riscontrato anche un reato di estorsione aggravata ai danni di uno degli indagati che è stata causata dai crediti derivanti dalla cessione dello stupefacente». E’ stato poi evidenziato nel corso della conferenza stampa «un ruolo molto attivo delle donne sia nei compiti di trasporto sia della cessione singola della droga». L’operazione ha infatti portato al fermo di ben sei le donne. Secondo quanto riferito dagli inquirenti, i canali di approvvigionamento erano principalmente il territorio di Cetraro e anche Rosarno ma anche su questo aspetto ci sono indagini in corso. «Il provvedimento di fermo – prosegue la Fasano – è stato necessario per una velocità delle indagini durante le quali è emersa anche la preparazione di un furto a un supermercato che è stato sventato. Ci sono volti noti della criminalità locale e anche nuove leve. E’ emerso l’utilizzo di una ragazza minorenne, di quindici anni, non solo come consumatrice ma utilizzata per trasportare la droga. Al momento il reato rimane traffico di droga. Nell’organizzazione il ruolo attivo delle donne si giustifica con rapporti di parentela tra gli indagati». Lo spaccio avveniva nei locali della movida dell’Alto Tirreno cosentino. Dovranno inoltre essere approfonditi i rapporti con la cosca Muto di Cetraro: «Quello che emerge – conclude la Fasano – sono legami e rapporti di contiguità familiare e il ruolo di Mandaliti che è il referente del clan sul territorio».

Il gip rigetta la richiesta di arresto per Orlandino Greco

COSENZA – Mancano i riscontri necessari alle dichiarazioni rese ai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia, da sei collaboratori di giustizia. Per questo il Gip distrettuale di Catanzaro Assunta Maiore ha respinto la richiesta di misura cautelare avanzata dalla Dda di Catanzaro nei confronti del consigliere regionale Orlandino Greco e di Aldo Figliuzzi. Le indagini si riferiscono al periodo compreso tra il 2003 ed il 2008 durante il quale Orlandino Greco amministrò il comune di Castrolibero con ampio consenso elettorale. Quei voti, secondo l’accusa, erano il frutto di un accordo con i clan locali. In particolare, secondo quanto avrebbero dichiarato i pentiti Adolfo Foggetti, Ernesto Foggetti, Roberto Calabrese Violetta, Edyta Kopaczynska, Marco Massaro e Daniele Lamanna, il clan “Bella Bella” il cui nome poi sarebbe mutuato in “Rango-Zingari”, si dava da fare per garantire sostegno elettorale offrendo denaro e minacciando ritorsioni nei confronti delle persone che si mostravano reticenti a piegarsi al volere della cosca. Orlandino Greco ed Aldo Figliuzzi quindi, rimangono indagati ma a piede libero. Accolta invece la richiesta di arresto nei confronti di Mario Esposito, 32 anni, ritenuto membro del clan.

Lamezia, proiettili e droga nell’abitazione di un giovane

LAMEZIA TERME (CZ) – Nell’ambito di attività di controllo economico e finanziario del territorio, il gruppo della Guardia di Finanza di Lamezia Terme ha eseguito una perquisizione a Nicastro presso l’abitazione di un giovane incensurato col supporto di un’unità cinofila antidroga del corpo. Nella casa sono stati rinvenuti e quindi immediatamente sequestrati sei proiettili per pistola calibro 357 Magnum, in buono stato di conservazione ed efficienti, e circa venti grammi di sostanza stupefacente del tipo cannabis indica. Tutto il materiale posto sotto sequestro era occultato in diversi nascondigli nell’appartamento. Oltre a tutto ciò, è stato rinvenuto anche un bilancino di precisione elettronico, recante ancora le tracce della droga appena pesata, e una piccola somma di denaro, presumibilmente proveniente dal reato di spaccio. Anche tale materiale è stato sequestrato. A indurre i militari alla perquisizione la segnalazione di un privato cittadino. Il giovane è stato quindi denunciato a piede libero alla locale Procura della Repubblica per i reati di spaccio di sostanze stupefacenti e detenzione abusiva di munizioni per arma comune da sparo.

Spaccio e legami con la cosca Muto. Sono 25 gli arrestati. Ecco i nomi. VIDEO

SCALEA – E’ in corso dalle prime luci dell’alba una vasta operazione antidroga condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza con il supporto di velivoli dell’ottavo nucleo elicotteri carabinieri e unità cinofile dei carabinieri del gruppo operativo Calabria di Vibo Valentia. Spaccio continuato di sostanze stupefacenti, estorsione e detenzione illegali di armi: questi i reati contestati a 25 perone, tra cui sei donne, destinatari di provvedimenti di fermo di indiziato di delitto, emessi dalla Procura della Repubblica di Paola.  Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica di Paola, Anna Chiara Fasano, e condotte dai carabinieri della Compagnia di Scalea, hanno portato alla luce un articolato contesto di spaccio di cocaina, hashish e marijuana, nelle più note località turistiche dell’alto Tirreno cosentino, in particolare nei comuni di Scalea, Cetraro, santa Maria del Cedro, Diamante, Belvedere Marittimo, Buonvicino e Sangineto. Sei le donne arrestate, quasi tutte legate sentimentalmente ai membri del gruppo criminale, nel quale erano riuscite  a ritagliarsi posizioni di rilievo. Molte di loro si occupava del trasporto delle sostanze stupefacenti, solitamente occultate nelle parti intime di una di loro. Una delle donne arrestate inoltre, aveva un ruolo di primo piano poiché gestiva la contabilità del traffiico di stupefacenti. Chi non pagava veniva minacciato e pestato. La pericolosità dei soggetti criminali coinvolti ha indotto la Procura ad intervenire in tempi rapidi e ad emettere tempestivamente i provvedimenti di fermo. Riscontrati numerosi legami di amicizia e parentela con esponenti del potente clan di ‘ndrangheta dei Muto di Cetraro.

Questi i nomi delle persone coinvolte a vario titolo nell’operazione: Salvatore Addino (25), Salvatore Amoroso (26), Ciriaco Casella (27), Mario Cianni (41), Adamo Di Falco (47), Annalisa Esposito (23), Francesco Fittipaldi (22), Stefania Gazzaneo (43); Gabriella Greco (38), Stefano Greco (37), Luca Grosso Ciponte (35), Fabrizio Iannelli (39), Ciro Impieri (25), Rosario Alessandro Impieri (36), Rossella Lombardi (34), Giuseppe Mandaliti (34), Pierluigi Oliverio (36), Salvatore Orto (26), Lorenzo Pastorelli (38), Ramona Piemontese (29), Alessio Presta (21), Carlo Ricca (37), Stefania Ricca (35), Andrea Valente (38), Ivan Vilardi (31).

Donne dell’est costrette a prostituirsi, due arresti

LOCRI (RC) – Dodici le ragazze, di nazionalità romena, moldava e bulgara, tra i 20 e i 35 anni, costretta prostituirsi nella Locride da una banda di sfruttatori sgominata dai Carabinieri del Gruppo di Locri nell’ambito dell’operazione “Stazioni a luci rosse” coordinata dalla locale Procura. Al momento sono due le persone arrestate: Francesco Oppedisano, di 35 anni, noto alle forze dell’ordine, e Giovanni Macrì, di 57 anni, quest’ultimo posto ai domiciliari. Gli altri due, un uomo e una donna di nazionalità romena, risultano irreperibili. Tutti sono ritenuti a vario titolo responsabili di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. Le ragazze dell’est dopo essere arrivate sul territorio nazionale con false promesse venivano costrette a prostituirsi nelle vie adiacenti le stazioni ferroviarie di Siderno, Locri e Bovalino. I due romeni avrebbero anche picchiato le donne e rivolto loro minacce di morte. La donna, inoltre, avrebbe costretto una sua connazionale a subire un aborto.

Slot machine truccate, un arresto

MELITO PORTO SALVO (RC) – Il titolare di un circolo ricreativo, S.M., di 57 anni, è stato denunciato in stato di libertà dai carabinieri della Compagnia di Melito. L’uomo aveva installato nove slot machine truccate. Le macchine sono risultate infatti prive di numero seriale, predisposte per l’inserimento di denaro contante, e dotate di doppia scheda di controllo per pilotare le vincite dei giocatori. Le apparecchiature e l’incasso delle macchinette sono stati sequestrati nell’ambito delle attività e dei controlli mirati alla prevenzione e repressione del gioco illegale, la sicurezza del gioco e la tutela dei minori attuate dai militari con l’ausilio del personale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato di Reggio Calabria.