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Verso la 12 edizione del Peperoncino Jazz Festival

CASTROVILLARI (CS) – “La 12 edizione del Peperoncino Jazz Festival, si terrà dal 19 al 24 luglio a Castrovillari, presso la location del Castello Aragonese”. Lo rende noto il Sindaco, Domenico Lo Polito, il quale ricorda che “l’iniziativa ideata da Sergio Gimigliano e Francesca Panebianco (quest’ultima presidente dell’Associazione Picanto), grazie alla loro dinamicità e forza per aver saputo creare un prodotto culturale-espressivo di particolare portata nazionale per contenuti, per saper mettere in rapporto con l’altre, per messaggi, ricadute d’immagine e per il vigore che la loro iniziativa infonde alle opportunità di promozione per i territori calabresi, quest’anno si muoverà dal Pollino per poi invadere piacevolmente la regione secondo una precisa tabella di marcia che coinvolge 3 Parchi nazionali, 5 province e 26 Comuni con oltre 50 eventi.”
A Castrovillari metterà le tende al Castello Aragonese il primo giorno per una serata di beneficenza del tutto speciale, nel corso della quale il quartetto del cantante Walter Ricci (M. Bublè, M. Biondi, S. Di Battista ed altri) con ospite di rilievo il sassofonista americano Andy Farber (accompagnato da W. Marsalis, S. Wonder , BB King , B. Dylan , R. Charles , J Cocker, G. Benson ed altri) riinterpreterà le pagine più belle della musica di Frank Sinatra in ricordo di quello che è stato, per tutti i castrovillaresi, “l’uomo dal sorriso dolce e rassicurante”: Franco Fortunato (Sindaco della città dal 1998 al 2002), dando inizio, di fatto, ad una intensa “cinque giorni” all’insegna del miglior jazz newyorkese, patrocinata dall’Ambasciata degli Stati Uniti d’America e dall’Amministrazione comunale di Castrovillari, e resa possibile anche grazie al sostegno di diverse aziende del territorio (come la Gas Pollino e la Pollino Gestione Impianti oltre alla disponibilità di diverse capacità di uomini donne del lavoro, da sempre appassionati, con le loro attività, alla crescita dell’esistente e ad offrire eccellenze).
Nei giorni successivi, sempre nel Castello Aragonese, si esibiranno le formazioni guidate da: Michael Blake (sabato 20 luglio), Eric Daniel (domenica 21) e Kurt Rosenwinkel (lunedì 22); martedì 23 sarà la volta, poi, dell’attesa esibizione di uno dei gruppi più importanti della storia della fusion (gli Spyro Gyra), mentre mercoledì 24 luglio i Blues Factory ed il Duo formato da Alex Kubotha e Kris Argentino condivideranno la serata in un doppio set a termine della prima parte del Peperoncino Jazz Festival a Castrovillari.
La 12° edizione del Peperoncino Jazz Festival ritornerà a Castrovillari altri due giorni a settembre: il 1° con la presentazione, in anteprima nazionale, del nuovo album di Daniele Scannapieco e, il 2, con l’esibizione di Mario Panebianco; a seguire con il Balkanica Quartet e con l’ospite Achille Succi. La seconda tappa nell’area del Pollino si muove nell’ambito di una settimana della solidarietà, per una raccolta fondi per le zone terremotate, voluta dal Presidente del Parco Nazionale del Pollino, onorevole Domenico Pappaterra, sponsorizzata dalla Picanto Records.

Sei lezioni per diventare fotografi digitali

COSENZA – A partire da oggi lunedì 15 luglio e per le prossime tre settimane, presso l’Officina delle arti, in Via Carducci 16 – Piazza Spirito Santo (centro storico), si svolgerà un corso di fotografia digitale tenuto dal fotografo professionista Federico Treggiari. Sei lezioni su due appuntamenti settimanali che si terranno il lunedì e il venerdì a partire dalle ore 19,00.

Festa del grano a San Vincenzo La Costa

Operazioni di mietitura

SAN VINCENZO LA COSTA (Cs) – La comunità di San Vincenzo La Costa si è ritrovata nei pressi del suo centro storico, in Via Prati, per celebrare in forma partecipata la festa del grano promossa dalla Commissione consiliare alla cultura in stretta collaborazione con la locale sezione della  Proloco.

La Festa, nella sua prima edizione, sostenuta dall’Amministrazione comunale di San Vincenzo La Costa, guidata dal Sindaco, Aristide Filippo, è stata pensata e realizzata nelle forme più tradizionali partendo dalla mietitura del grano ad opera di vecchi contadini e contadine del posto, allietati dalla presenza di giovani e ragazzi che non hanno fatto mancare la loro gioia e la partecipazione, condividendo canti e dialoghi del tempo sotto lo sguardo attento di un pubblico incuriosito ed interessato nell’assistere al legamento delle fasce di grano, le così dette “gregne”,  come al caricamento delle stesse sui carri trainati da coppie di buoi e trasportati sull’aia per essere accatastati nella forma della “timugna”, pronte per essere immesse nella trebbia ricavando da una parte i chicchi di grano e dall’altra le balle di paglia ben legate, lettiera futura per gli stessi animali e concime di crescita per le piante.

e di trebbiatura

Come, altrettanto, pieno di fascino si può dire sia stata la fase di vettovagliamento dei lavoratori contadini adibiti alla mietitura e trebbiatura del grano, ad opera delle donne, con il cosiddetto “mursieddru”, in cui ci si rifocilla insieme scambiando battute e momenti di socializzazione spensierata e gioiosa.

L’arrivo della trebbia sull’aia e la lavorazione delle fasce di grano ha costituito il momento di maggiore attrattività da parte del pubblico intervenuto per rinverdire ricordi del passato o conoscere una tradizione antica sconosciuta alle nuove generazioni, figli delle innovazioni tecnologiche, delle quali anche il mondo dell’agricoltura se n’è impregnato.

Argomenti  e valori  approfonditi nel corso di un dibattito svoltosi a lato dell’aia, moderato dal giornalista, Franco Bartucci, con la partecipazione del Sindaco di San Vincenzo La Costa, Aristide Filippo, del Presidente dell’Ordine Provinciale di Cosenza degli Agronomi e Forestali, Lina Pecora, dell’Assessore Provinciale AGL Caccia e Pesca,, Diana Biagio, del presidente dell’Associazione dottori in scienze agrarie e forestali, Mario Reda. Varie testimonianze e contributi di idee che hanno portato alla proposta di promuovere su quel territorio altre feste celebrative sul pane, sul vino e sull’olio per dare valore al settore agricolo dell’area che merita attenzione e sostegno a favore dei produttori, messi in crisi dalla situazione economica e sociale del nostro Paese, così della nostra Regione.

Nella circostanza sono stati restituiti al loro ambiente naturale alcuni rapaci curati presso il Centro Recupero animali selvatici di Rende. Si è trattato  di 3 allocchi e 2 civette.

La festa, organizzata dal sig. Giovanni Cariati e dalla signora Lucia  in ricordo di Franco e Anna Cariati, è poi proseguita e conclusa con degli intrattenimenti di musiche popolari e con stand gastronomici di prodotti tipici locali e relativa degustazione.

CINEMAINCAMPUS, Gli ultimi appuntamenti

Volge al termine il lungo programma di Cinema in Campus – Le notti di Fata Morgana, la rassegna che dall’1 e fino al 18 luglio sta animando piazza Vermicelli e il Campus di Arcavacata.

Gli ultimi giorni della rassegna prevedono, tra l’altro, la presentazione di due volumi editi da Pellegrini Editore: “Fata Morgana” n. 19, dedicato al tema del “Credito”, prevista lunedì 15 alle 20:30 e “Jean-Pierre e Luc Dardenne”, curato da Alessia Cervini e Luca Venzi, martedì 16 alle ore 20:30.

Nella serata finale del 18 luglio sarà decretato il vincitore del dj contest e sarà dato spazio a tre diversi prodotti che hanno in qualche modo a che fare col territorio. Sarà infatti presentato “In via Savona al 57”, documentario firmato da Massimiliano Vergani e Gregory Fusaro (giovane regista nato a Bisignano e operante a Milano da diversi anni), che sarà anticipato dall’incontro con Alberto La Ricca, autore della colonna sonora. Seguiranno due anteprime esclusive: la mini serie completa intitolata “Feng du Tales”, firmata da Andrea Belcastro, per la quale è previsto l’incontro con regista e attori; e l’anteprima assoluta mondiale del film “Byron Jones”, primo lungometraggio del regista Ashish Pant, che annovera tra le maestranze anche un giovane compositore e sound designer cosentino, Luigi Porto, che vive e lavora a New York City.

Tutti gli appuntamenti sono ad ingresso libero.

Burlesque, arte della seduzione

Cosenza – Una serata caliente quella trascorsa ieri sera al “Lungofiume Boulevard”, gente sparsa a macchia d’olio sul lungo percorso, sorrisi, baci al chiaro di luna, comitive ribelli e leggermente alticce, ragazze aitanti e un po’ scosciate e ragazzi annebbiati dal bel vedere messo in mostra. Un’atmosfera rovente, infuocata che ha persino surriscaldato quel venticello fresco e piacevole a cui i cosentini sono ormai assuefatti, un “clima” caldo che ha fatto addirittura dimenticare la fastidiosa umidità che ti entra nelle ossa e ti arriccia insistentemente i capelli.

Un tramonto spensierato, dunque, una nottata di eccessi non tanto per le birre bevute qua e là ma, più che altro, per lo show di Burlesque messo in piedi per far raggiungere temperature bollenti, scottanti. Il Burlesque, che oggi vede in Dita Von Teese la sua massima espressione, è l’arte del divertimento, dell’ironia incontaminata, della seduzione elegante, magnetica, passionale; ogni movimento è delicato e colmo di raffinato charme senza mai cadere nel volgare.

L’arte della seduzione per antonomasia sbarca così nella mondaiola città dei Bruzi e, come una potente calamita, attrae tutti a sé, indistintamente. Sul piccolo palchetto tre donne focose, tre anime, tre storie, tre corpi prorompenti, tre differenti modi di vivere e trasmettere la seduzione, tre diversi volti che prendono il nome di Vesper Julie, Cherry Bloom e Matmoiselle Selena.

Una serata bollente quella trascorsa lungo le sponde del fiume Crati; tutti ammucchiati, tutti vicini e tacitamente complici per assistere ad uno spettacolo erotico che non è lontanamente paragonabile al più lascivo spogliarello; il Burlesque è arte, un’arte che mette insieme la danza, la musica, la gestualità del corpo con un intento sarcastico, ironico e graffiante. Ore trascorse tra piume, tacchi vertiginosi, corpetti e autoreggenti sfilati con grazia ed eleganza; tre diverse sensualità, tre volti simili a quelli delle bambole di porcellana, tre donne con trucco da pin up, rossetto rigorosamente rosso fiammante e un sorriso fascinoso e divertito.

Il Burlesque è dunque l’arte del vedo-non vedo, del mostrare e del ritrarsi, del farsi desiderare senza mai concedere troppo, è l’arte che chiama in causa l’immaginazione poiché sedurre significa lasciare in sospeso l’intenzione, l’azione dello spogliarsi per soddisfare la libido e concedere all’osservatore la possibilità di desiderare ciò che avrebbe voluto vedere; ciò che nella realtà non si è mai manifestato.

Annabella Muraca

Andrea Belcastro ci racconta Feng Du Tales

COSENZA – Nove episodi, quattro talentuosi registi, incubi che si ripetono, oggetti misteriosi attorno ai quali vengono costruite più storie in bilico tra il tempo reale e il tempo onirico, sospese tra il tangibile e l’immaginario, storie che scorrono in un flusso audiovisivo in grado di offrire qualcosa di diverso del già visto, merito della cura riposta in ogni inquadratura, dell’eleganza figurativa , dei dettagli sui quali il ritmo rallenta. Questi sono solo alcuni degli elementi che compongono Feng Du Tales, una raccolta di cortometraggi ideata per la diffusione sul web, sui programmi di video sharing come Youtube o Vimeo, che verrà presentata per la prima volta nella sua interezza il 18 luglio in Piazza Vermicelli, all’interno dello spazio antistante il Teatro Auditorium Unical, durante il festival Cinema in Campus – Le notti di Fata Morgana. Per l’occasione abbiamo intervistato l’ideatore e curatore di questo progetto, Andrea Belcastro, per capire qualcosa in più sull’intreccio di queste microstorie a metà strada tra il fantastico e l’horror che lascia smarriti, confusi fino alla fine della serie, quando il tutto sembra assumere connotati più nitidi…forse.

Cos’è Feng Du Tales?

E’ innanzitutto un universo narrativo. L’idea sin dall’inizio era quella di creare un contenitore per delle storie che fossero insolite (soprattutto nel panorama audiovisivo italiano)  e permeate di un’atmosfera capace di stuzzicare l’immaginazione del pubblico. “Feng Du” è l’inferno nella cultura cinese, ma è anche il soprannome di uno dei protagonisti della serie. “Tales” ovviamente significa racconti. Il titolo della serie quindi unisce ed esplica il duplice significato della serie: da una parte la storia di questo Feng Du e dall’altra (o meglio parallelamente) alcune storie autonome che raccontano gli inferni personali di un gruppo di individui. Ovviamente, parlando di inferno, è lecito aspettarsi racconti al limite dell’esoterico, della fantascienza e dell’horror, anche se questi generi finiscono per mescolarsi continuamente all’interno di ogni episodio.

E’ stato difficile mettere insieme le idee di più registi?

III - 440Hz

In realtà no e questo per una duplice motivazione. Da una parte mi sono ritrovato a collaborare con artisti molto bravi ed aperti mentalmente e dall’altra, essi stessi hanno comunque seguito delle linee guide che avevo loro fornito prima della realizzazione di ogni episodio. Inoltre, quasi sempre ho scritto per intero o in parte le sceneggiature. Ovviamente, però, ogni regista ha impresso nella serie il proprio marchio visivo.

Qual è l’elemento che tiene unite le nove storie?

Quasi tutti gli episodi della serie possono essere considerati autoconclusivi. Potrete guardarli anche singolarmente senza aver bisogno di sapere altro. Quando però incomincerete a vedere alcuni personaggi, oggetti o location che ritorna in scena ampliando quanto detto (e visto) in precedenza, forse avrete anche voglia di guardare e ri-guardare l’intera serie con occhi diversi, anche solo per andare a caccia di alcuni particolari che renderanno più chiara la comprensione d’insieme.

Oltre ai quattro registi “ufficiali”, Graziano Misuraca, Fabio Rao, Mauro Nigro e ovviamente tu, quante altre persone hanno preso parte al progetto?

Oltre ad un’infinità di comparse ed attori (i quali ringrazio ancora infinitamente per la disponibilità e la pazienza) è d’obbligo nominare i direttori di fotografia senza i quali alcuni episodi non sarebbero mai stati realizzati o quantomeno non sarebbero stati gli stessi. Mi riferisco in particolare a Marco Caputo, Antonio Cuda, Egidio Amendola e Andrea Ras: artisti di immensa qualità e competenza. Inoltre sono molto orgoglioso e contento sia per il lavoro svolto dai Portland Souvenir, i quali hanno realizzato un brano appositamente per la serie, che dalla presenza di Mac Demarco (uno dei songwriter emergenti più importanti al mondo) che ha concesso i diritti di un suo brano (“Dreaming”) dopo essere rimasto favorevolmente impressionato in seguito alla visione di un episodio.

Da dove viene l’ispirazione per Feng Du Tales?

Viene fuori da tutti i film, i libri, e le serie tv che ho visto e da qualche esperienza di vita vissuta. Indubbiamente, però, sono palesi alcuni riferimenti ai romanzi di Stephen King, Richard Matheson, Michael Crichton, ai film di Steven Spielberg e Stanley Kubrick o a serie tv come X-Files, Lost, Ai confini della realtà. Inoltre, la struttura narrativa della serie nutre un forte debito nei confronti di fumetti d’autore come Stray Bullets e Planetary (oltre che, ovviamente, verso tutta la produzione di Alan Moore).

Ti aspetti qualcosa in particolare dallo spettatore?

Spero rimanga colpito in qualche modo e abbia la volontà di guardare con occhio clinico l’intera serie. Per rendere più gradevole il compito e tenendo ben presente il mezzo ultimo di distribuzione (internet), sin dal primo ciak la volontà è stata quella di realizzare episodi piuttosto brevi e densi di accadimenti. Insomma, vogliamo far divertire il pubblico.

Anteprima Graphic Novel

In futuro hai in mente altri tipi di progetti e di collaborazioni artistiche?

Al momento mi trovo nel bel mezzo della stesura di 3 romanzi e della sceneggiatura di un nuovo corto, i quali affrontano temi piuttosto distanti da quelli di cui abbiamo appena parlato. Feng Du Tales, però, non morirà: è prevista l’uscita di una raccolta di nove racconti ambientati nello stesso universo narrativo. Il primo di questa nuova serie è già uscito (a puntate) in esclusiva sul sito “Rubric.it”. Inoltre, sto concludendo la scrittura di una graphic novel che ha a che fare con la tragedia dell’11 Settembre e che verrà disegnata da un immenso artista come Fabio Gaudio. Un cosentino d’origine (vive e lavora a Roma) come quasi tutte le persone coinvolte in Feng Du Tales.

Gaia Santolla

Anteprima del “Tropea Festival”

TROPEA (VV) – E’ iniziato il conto alla rovescia per il “Tropea Festival”, vetrina di presentazione di uno dei sei grandi eventi che fanno parte del cartellone unico “Calabria Terra di Festival”.

L’anteprima si svolgerà domenica 28 luglio, alle ore 20, nell’Antico Sedile della cittadina tirrenica, e costituirà un frizzante prologo condotto da Pasqualino Pandullo, in cui sono previsti gli interventi di Mimmo Gangemi e Carmine Abate, firme illustri della letteratura contemporanea e recenti vincitori del Premio Letterario Tropea, il primo in Italia ad avere adottato il formato e-book.

Con loro ci saranno Gilberto Floriani, direttore Artistico del TropeaFestival Leggere&Scrivere, oltre che al vertice del Sistema Bibliotecario Vibonese, e Maria Faragò (direttore Artistico del TropeaFestival Leggere&Scrivere).

Saluti ed introduzione alla serata da parte del sindaco Gaetano Vallone e conclusioni a cura dell’assessore Mario Caligiuri.

Unical: “Fondo Goffredo Gambarara” alla Biblioteca di Area Umanistica “F. E. Fagiani”

Arcavacata (Cs) – Lunedì 15, ore 12, nella sala seminari Bau la cerimonia di donazione del “Fondo Goffredo Gambarara” alla Biblioteca di Area Umanistica “F. E. Fagiani”.

Il Fondo Goffredo Gambarara, donato dal figlio Daniele alla Biblioteca di Area Umanistica, si aggiunge al patrimonio librario della Biblioteca incrementandolo sul versante storico-artistico con opere di pregio e, spesso, di difficile reperibilità. Questa seconda donazione fa seguito ad un’altra recente e non meno importante iniziativa dello stesso professor Daniele Gambarara, che ha voluto destinare alla BAU la propria collezione di libri di e su Ferdinand de Saussure. La biblioteca costituita da Goffredo Gambarara appare aperta alle sollecitazioni di una cultura ‘umanistica’ nel senso più universale del termine. La sezione che viene ora donata alla BAU fa riferimento alla storia dell’arte (antica, moderna, contemporanea, con molte splendide edizioni di strenne bancarie) e alla storia contemporanea. Questa biblioteca è però anche il segno di un passaggio di testimone ai figli, il segnale-guida della via di accesso al sapere: l’amor di libro che si fa insegnamento ed eredità civile. La sua offerta alla biblioteca da parte del donatore testimonia – fra l’altro – una fede nella missione e nelle potenzialità della Biblioteca stessa, per la speranza di futuro che i libri sempre dischiudono. Ancora oggi l’amor di libro insegna che la cultura aperta e generosa vive della sua trasmissione e della sua partecipazione a tutti.

Rinviato al 26 luglio il concerto di Luca Barbarossa

Cosenza – Non delude i suoi fan calabresi Luca Barbarossa che, costretto ad annullare il concerto previsto per il 13 luglio sul LungoFiume Boulevard, fa sapere che recupererà la data venerdì 26 luglio. Si sa che il popolare cantautore romano svolge una intensa attività sportiva nella Nazionale Italiana Cantanti. E proprio in occasione della partita del 5 luglio ha subito una lesione al tendine d’Achille per la quale è stato già sottoposto ad intervento. Questo sabato sul Lungo Fiume (13 luglio, ore 22.00) trascorrerà con la musica del gruppo “Il pozzo di San Patrizio”, band italiana sulla scena dal 1996, che ha conquistato uno spazio importante all’estero. La prima esibizione, al F.I.M.U. (Belfort, Francia) ha riscosso un notevole successo e lo stesso in seguito, nel 2004, in occasione di “Altri Tempi European Tour” in Germania, Svizzera e Olanda, dove ha suonato in occasione della serata “Arriva Fiesta” con Roy Paci & Aretuska. Tra le numerose tournée all’estero, in particolare ricordiamo la partecipazione a due tra i più importanti festival folk internazionali quali il Folkwoods festival (Eindhoven, NL ) e Oerol festival (Terschelling, NL), con i Modena City Ramblers.
In Italia il Pozzo di San Patrizio è invitato nel 2010 e nel 2011 alla manifestazione “Irlanda in festa”, la più grande manifestazione di musica e cultura irlandese in Italia, al Palanord di Bologna. La band suona spesso in Italia con i gruppi di musica folk-rock più conosciuti, come Folkabbestia e Bandabardò. L’ultimo successo è la partecipazione al Negrofestival, manifestazione italiana con ospiti internazionali, come gruppo di apertura al concerto di Goran Bregovic. Dopo un primo avvicinamento alla musica folk irlandese, il gruppo ha sviluppato uno stile caratterizzato da influenze musicali diverse (non solo irish, ma anche klezmer, ritmi balcanici, reggae, il tutto in chiave rock) e tutto ciò si traduce in una performance live piena di energia sonora e dai ritmi incalzanti. L’attuale ricerca musicale è indirizzata verso un sound moderno, grazie all’uso di strumenti acustici combinati ad un’effettistica di tipo analogico; dunque, un pizzico di elettronica, folk, ritmi in levare, ma anche e sempre rock.