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Mario Caligiuri e l’insostenibile leggerezza delle élite meridionali

COSENZA – «Il Mezzogiorno è entrato nella storia d’Italia da sconfitto e da sconfitto è rimasto per oltre 150 anni. A causa, secondo me, principalmente delle sue classi dirigenti. Il problema della spesa storica, ben evidenziato da questo giornale, penalizza le regioni meridionali. Questo è stato possibile per le scelte del Parlamento. Ma la Camera, dal 1861, e il Senato, dal 1948, è stato, fino a oggi compreso, sempre a maggioranza centro-meridionale. Quindi risulta evidente come le classi politiche del Mezzogiorno non abbiano mai tutelato, se non a tratti e sporadicamente, sopratutto negli anni Sessanta, le ragioni degli elettori che rappresentano». Sono le riflessioni di Mario Caligiuri, docente di Pedagogia della comunicazione all’Università della Calabria e direttore del master in Intelligence, pubblicate oggi su Il Quotidiano del Sud.

«Il contesto storico peraltro ci dimostra, nella sua interezza – prosegue Caligiuri -, che la politica nazionale non solo ha contribuito a creare una questione meridionale che, come dimostrano gli studi di Paolo Malanima e Vittorio Daniele, era inesistente al momento dell’Unità ma che è stata capace di fare nascere anche una questione settentrionale, lasciando in ombra la vera questione nazionale: quella romana. Infatti, risolta nel 1929 la vicenda con la Santa Sede, oggi consiste nell’assorbimento di risorse sempre più ingenti, in cambio di servizi sempre più scadenti alla comunità nazionale. Non siamo al “Roma ladrona” o “Roma padrona” ma poco ci manca poiché la Capitale vive esclusivamente di rendita di posizione e soffre della malattia della centralità. Se analizziamo lo studio di Domenico De Masi su Roma 2030 vengono indicati i problemi ai quali la città andrà incontro nei prossimi anni: emigrazione intellettuale, conseguenze delle opere pubbliche progettate male, difficoltà di integrazione soprattutto nelle periferie e con i rom. In uno scenario del genere, rivendicare le ragioni del Sud significa perseguire l’interesse nazionale che può essere realizzato solo da classi dirigenti responsabili verso il domani. È possibile questo con deputati e senatori nominati su liste bloccate e destinatari di consensi emotivi, indicati con centinaia di like o con la benevolenza del ristretto consiglio delle ombre che compone le liste? Infatti, capacità e merito per ricevere  voti non sono requisiti necessari. Se poi notiamo che il corpo elettorale è composto da cittadini che al 75 per cento non comprendono una semplice frase in italiano oppure al 27 per cento risultano analfabeti funzionali, il quadro diventa più chiaro. In tale contesto, dimostrare con i numeri lo scippo del Sud, in definitiva non interessa a nessuno, a cominciare dalle élite meridionali, preoccupate solo della propria personale sopravvivenza, e neanche agli elettori del Sud, immersi nella disinformazione totale. C’è un modo per uscirne? I tempi lunghi della consapevolezza e dell’educazione configgono con l’immediatezza della comunicazione e dei social, dove si realizza l’effetto sciame: le ondate di indignazione come rapidamente si innalzano così rapidamente si attenuano. Con una capacità di incidenza sulla realtà prossima allo zero, dando peraltro l’illusione della partecipazione».

Questa la sua “ricetta”: «Per fare ripartire l’Italia occorre un progetto politico per il Sud, che non sia rappresentato da un Partito che agiti il vessillo del Mezzogiorno per raccogliere qualche deputato che una volta assiso sullo scranno tutto fa tranne che occuparsi di chi lo ha votato. Esattamente come fanno quasi tutti gli altri. Come parlare di Sud quando gli algoritmi indirizzano scelte e consumi in una frazione di secondo? Forse una possibilità sarebbe creare un’intelligenza artificiale a misura di Sud. Le Università meridionali sono chiamate a raccolta. Saremo capaci di percorrere questa strada? Intanto ragioniamoci subito».

L’intelligence nelle scuole. All’Istituto Nautico di Pizzo presentati due volumi del Laboratorio Unical

PIZZO CALABRO (VV) – Dal 7 gennaio 2015, data in cui si è verificato l’attentato alla redazione del giornale Charlie Hebdo a Parigi, la parola intelligence viene continuamente evocata dai media, trasformandola da un luogo dove avviene l’indicibile a elemento fondamentale per difendere la democrazia, essendo un metodo di trattazione delle informazioni. Metodo oggi più che mai fondamentale per selezionare le informazioni realmente rilevanti, che consentono alle persone di comprendere la realtà e agli Stati per garantire la sicurezza dei propri cittadini. Di ciò si è discusso, insieme a Mario Caligiuri, professore dell’Università della Calabria e Direttore del Master in Intelligence dello stesso Ateneo, durante la presentazione, presso l’auditorium dell’Istituto Nautico di Pizzo, dei volumi “Il pericolo viene dal mare. Intelligence e portualità” e “Studi di intelligence. Una visione per il futuro”.

Il dirigente dell’Istituto Francesco Vinci ha aperto i lavori, evidenziando come l’intelligence sia una materia di straordinaria e crescente attualità, rappresentando un punto di incontro di molteplici discipline. «Appunto per questo – ha sostenuto il dirigente – è essenziale  per il settore nautico, in quanto le vie marittime rappresentano i flussi commerciali prevalenti, per cui occorre  garantire la sicurezza delle infrastrutture portuali». Successivamente Vinci ha introdotto l’intervento del dottor Giuseppe Torchia, ricercatore del Laboratorio sull’Intelligence dell’Università della Calabria, che ha evidenziato come il saggio “Studi di intelligence. Una visione per il futuro”, di cui è uno degli autori, nasca da una scommessa scientifica e culturale che fa il punto sulle ricerche relative all’intelligence in Italia. Infatti, nel volume si affrontano temi di sicuro interesse per l’intelligence nazionale, quali il cyberspazio inteso come dominio di guerra, il fenomeno del radicalismo all’interno delle carceri, l’importanza della linguistica per salvaguardare la sicurezza nazionale dal rischio  del terrorismo, la guerra dell’informazione, i rapporti che intercorrono tra intelligence e sport ed intelligence e turismo, ed infine le relazioni tra intelligenza artificiale e sicurezza dello Stato. «Nell’era dei big data – ha osservato Torchia – l’intelligenza artificiale aumenterà notevolmente la capacità di estrarre verità dalle informazioni. La forza di una nazione sarà sempre più legata al vantaggio tecnologico che riuscirà ad esprimere, rendendo tanto più solide le istituzioni, quanto meglio riuscirà a discernere il vero dal falso».

«La vera natura dell’intelligence – ha detto il prof. Caligiuri intervenendo – è quella culturale, rappresentando la trasformazione del concetto di cultura che da conoscenza  del passato è diventata la capacità  di prevedere l’avvenire». «L’intelligence – ha proseguito – rappresenta uno  strumento essenziale per cittadini, imprese e Stati per comprendere la realtà e ricomporre l’unicità della conoscenza».  In questa produttiva, per Caligiuri l’intelligence si colloca ai bordi del caos, per cercare di comprendere la realtà, connettendo il passato, il presente e il futuro.

La conoscenza, quindi, diventa l’elemento centrale per la sopravvivenza di una Nazione. Caligiuri ha concluso ricordando che «un libro rappresenta uno strumento di legittima difesa perché leggere significa conoscere più parole, elaborare più idee, e di conseguenza avere una visione del mondo».

Francesco Farina

Elezioni Rettore Unical, Caligiuri: «Il problema di fondo è come si pagheranno i nostri stipendi tra dieci anni»

RENDE (CS) – È ormai conto alla rovescia all’Ateneo di Arcacavata dove si sono presentate le candidature per l’elezione a Rettore dell’Università della Calabria, una struttura strategica per il futuro della Regione.

A tal proposito abbiamo raccolto, e di seguito pubblichiamo, le considerazioni di Mario Caligiuri, professore ordinario di Pedagogia della comunicazione:

«Sono elezioni decisive perché i prossimi sei anni di mandato saranno il preludio di un rilancio o la deriva della decadenza. Le elezioni del Rettore devono essere un’occasione di profonda riflessione sul futuro dell’Ateneo e quindi della Calabria. Non serve schierare opposte – ed inutili – tifoserie, fare professioni di fede oppure proporre soluzioni di dettaglio a questioni gigantesche. Di fronte a problemi epocali non si può ricorrere a soluzioni burocratiche ma occorre misurarsi su una visione di ampio respiro, non perpetuando una sorta di “manutenzione del dolore” che parte dall’esistente. Va quindi coinvolta tutta la società regionale poiché l’Università è talmente importante da non poterla affidare solo agli addetti ai lavori.

 In 50 anni l’Università della Calabria ha svolto un insostituibile ruolo di promozione civile e sociale, consentendo per la prima volta a migliaia di figli di famiglie di medio e basso reddito di accedere ai più alti gradi degli studi, realizzando un principio costituzionale. Ancora oggi l’Università della Calabria, in base all’illuminata impostazione iniziale di Beniamino Andreatta, è il primo ateneo per residenzialità d’Italia, grazie anche all’idea del campus, che ci consente di essere la seconda università d’Italia tra i grandi atenei, dopo Perugia che è di origini medievali.

Il rettore uscente Gino Crisci ha, quindi, fatto un buon lavoro, in condizioni estremamente difficili, interne ed esterne. Secondo me, equilibrio e buon senso hanno caratterizzato il suo mandato. Come tutte le cose forse si poteva fare meglio, ma nel caso specifico era certamente molto più facile fare peggio.

Infatti, occorre confrontarsi con una serie di problemi. Tra questi, la riduzione degli studenti che è un problema nazionale. L’Università della Calabria ha perso negli ultimi anni 8.000 studenti, praticamente più di tutti gli iscritti messi assieme dell’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria (circa 6.000) e dell’Università “Dante Alighieri” di Reggio Calabria (meno di mille). Le previsioni demografiche effettuate da Giuseppe De Bartolo ci dicono che nel 2050 in Calabria saremo 1 milione e mezzo dagli attuali 2 milioni e che la riduzione più severa avverrà nell’area urbana Cosenza-Rende, quella più dinamica e quindi più veloce al cambiamento. Il dato più drammatico è che negli ultimi 15 anni hanno lasciato la Calabria in via definitiva 180 mila giovani: una desertificazione delle migliori energie. Va poi attentamente verificata la sfida crescente delle università telematiche che, a differenza di quelle tradizionali, aumentano gli iscritti. Inoltre, gran parte delle università sopratutto meridionali, compresa la nostra, attraggono, su base prevalentemente provinciale, i figli di famiglie di medio e basso reddito, allargando ancora di più le diseguaglianze.

Ma  il  rischio più grave è rappresentato dalla circostanza che il settore della conoscenza a livello globale è già colpito da uno tsunami. Con l’avvento dell’Intelligenza Artificiale scuole e università rischiano di formare professioni già morte, destinando alla disoccupazione perenne buona parte delle nuove generazioni. 

Un dato sul quale prestare la massima attenzione è quello della sicurezza, poiché in una regione come la nostra, il fattore criminalità va posto nella massima evidenza, essendo la nostra università, dopo la Regione, il primo centro di spesa della Calabria. Il recente e opportuno protocollo sottoscritto con il Ministero dell’Interno va appunto in questa direzione. Sarebbe molto utile peró ampliare drasticamente i controlli, previsti al momento solo per appalti superiori a 5 milioni di euro.

Per aumentare l’attrattività dell’Università della Calabria, secondo me occorre ragionare in termini di sistema e non in modo autoreferenziale. Da assessore alla Cultura della Regione Calabria avevo promosso nel 2012 una ricerca indipendente della Fondazione “Giovanni Agnelli” sul sistema universitario calabrese e le scelte dei diplomati. Era emerso che il 37 per cento dei diplomati sceglieva atenei fuori regione e addirittura l’11 per cento del totale si orientava verso l’Università di Messina. Si avanzavano alcune proposte per rafforzare il sistema: federare gli atenei della regione, valorizzare il fattore campus, attrarre studenti del bacino del Mediterraneo, sviluppare i dipartimenti di eccellenza creando un collegio interdisciplinare. Inoltre, venivano analizzati i bilanci degli atenei che presentavano, già allora, evidenti criticità, sopratutto in relazione all’eccessivo numero dei dipendenti.

Occorrerebbe, inoltre, attrarre nuovi studenti tra i diplomati calabresi. È un problema nazionale cercare di intercettare i 250.000 diplomati, su 500.000, che ogni anno non si iscrivono nelle università. E tra gli iscritti poi il 30 per cento abbandona dopo il primo anno. Occorre sviluppare efficaci politiche di Ateneo per attrarre iscritti e limitare gli abbandoni. 

Appunto per questo, occorre prestare la massima attenzione alle prossime elezioni per il Rettore dell’Università della Calabria. Il dato che, secondo me, condizionerà inevitabilmente l’esito delle elezioni è rappresentato dalla circostanza che su circa 750 docenti di ruolo che votano, circa 330 hanno già ottenuto l’idoneità per il passaggio alle categorie superiori. E altre due tornate di abilitazioni sono già in previsione. Constatando i dati, è praticamente impossibile esaudire tutte le richieste. Il problema è nazionale ed è frutto di un sistema ormai fuori controllo, che probabilmente contribuirà ad abbassare drammaticamente il livello dell’insegnamento universitario. 

Pertanto, con l’inevitabile diminuzione dei finanziamenti ministeriali legati alla progressiva crisi fiscale che sarà ancora più critica nei prossimi anni, con la limitazione dei fondi nella programmazione europea, con la conclamata riduzione del numero degli studenti, con le inevitabili pressioni per le progressioni di carriera degli abilitati, con la prevedibile espansione delle telematiche, tra 10 anni come si pagheranno i nostri stipendi? Questa, secondo me, è la domanda di fondo alla quale dovrebbero rispondere i programmi dei candidati a Rettore che chiedono il voto alla comunità accademica. E dalla risposta a questo quesito si vedrà qual è l’idea di università che si intende sviluppare nei prossimi anni».

Unical, gli studi di intelligence diventano un libro grazie agli ex studenti del master

RENDE (CS) – Dall’esperienza scientifica e culturale del master in Intelligence dell’Università della Calabria, diretto da Mario Caligiuri e giunto all’ottava edizione, è nato il testo “Studi di intelligence. Una visione per il futuro”, edito da Rubbettino, e presentato ieri nella Sala Stampa dell’Aula Magna “Beniamino Andreatta” dell’Università della Calabria. 

Il volume, che arricchisce la collana della Laboratorio di Intelligence, raccoglie le tesi della VI edizione del Master, discusse nell’anno accademico 2016-17 che, in una visione d’insieme rivolta al futuro, fanno il punto sugli studi di Intelligence in Italia.

Il testo contiene nove saggi che affrontano tematiche di strettissima attualità: dal cyberspazio all’intelligenza artificiale riferiti alla sicurezza dello Stato; dalla sociolinguistica alla guerra dell’informazione; da come internet delle cose stravolge la privacy al radicalismo che si osserva in carcere; dal rapporto tra terrorismo, turismo e intelligence a quello tra sport e intelligence. E ancora: tecnologie ed intelligenza artificiale; comunicazione personale e sociale; fenomeni di attualità quali la radicalizzazione, il turismo e lo sport, tutti affrontati in chiave di interpretazione e di previsione.

Gli autori Studi di intelligence

Alla presentazione del libro, introdotta dai saluti del Magnifico Rettore Gino Mirocle Crisci coordinata da Andreina Morrone, che ha collaborato alla stesura del testo, sono intervenuti il direttore del Mario Caligiuri e gli autori del volume Christian Costantino, Valentina Cuzzocrea, Antonio Sapio, Giuseppe Torchia e Andreina Morrone. In particolare Costantino si è occupato di radicalizzazione violenta e proselitismo in carcere, presentando delle proposte operative in merito all’impiego di esperti ex art. 80 nell’attività di intelligence penitenziaria e nel trattamento e impiego a fini strumentali di soggetti radicalizzati. Il saggio di Cuzzocrea è incentrato sul rapporto fra Intelligence e Sociolinguistica e indaga la parola sia come simbolo supremo di identità che come base non solo della comunicazione quanto della descrizione e interpretazione del mondo. Sapio ha invece parlato dell’’intelligence del III millennio: la Cyber Intelligence, e quindi della crescita incessante della «Cybersfera». Dell’interessante e stringente rapporto fra Intelligenza artificiale e sicurezza dello Stato si è invece occupato Torchia. Infine, Morrone ha illustrato l’importanza rilevante dello sport sul piano politico e quindi della sicurezza nazionale e dell’ordine internazionale: dallo sport come strumento diplomatico e di risoluzione dei conflitti alla sicurezza dell’evento sportivo, fino ai casi di spionaggio nello sport e all’evoluzione dell’analisi dei dati, analizzando come caso pratico l’esperienza del Rende calcio.

Luigi Barberio, Carmelo Idà, Giuseppe Naccarato e Alessandra Speranza sono gli autori dei restanti saggi.

 

Al Marca la presentazione del libro “Calabria Anima Mundi” di Mario Caligiuri

CATANZARO – Prosegue nella sala panoramica del Museo MARCA di Catanzaro, martedì 09 aprile alle ore 18,00, il ciclo di appuntamenti culturali, intitolato Dialoghi sulla bellezza, incentrati sul nuovo libro di Mario Caligiuri CALABRIA ANIMA MUNDI, pubblicato dalla Ferrari Editore.

Un volume, definito dagli addetti ai lavori «raffinato, inedito e necessario», che sfoggia in copertina un bozzetto di Gerardo Sacco; il lavoro di uno stimato intellettuale, saggista e docente universitario, impegnato per anni nelle istituzioni, considerato uno dei più autorevoli studiosi italiani di intelligence a livello accademico.

L’evento vedrà una riflessione sulla bellezza, intesa come strumento di conoscenza, che ispira e accompagna verso la giusta direzione, quella dell’informazione. La bellezza, argomento da sempre incredibilmente attuale, è, infatti, insieme alla Calabria, uno dei temi portanti del libro. L’autore dichiara: «La bellezza ha una dimensione universale. È l’anima e il respiro del mondo […]. È l’identità italiana per eccellenza».

 Vittorio Sgarbi gli fa eco scrivendo nella prefazione al libro: «Non è la bellezza che salverà il mondo […] ma il mondo degli uomini che dovrà farsi carico di salvare la bellezza».

Discutono con l’autore Maria Francesca Corigliano (assessore alla Cultura della Regione Calabria), Sergio Abramo (presidente della Provincia di Catanzaro), Giovambattista De Sarro (rettore Università Magna Graecia di Catanzaro), Rocco Guglielmo (direttore artistico Museo Marca) e Cesare Berlingeri (artista). L’evento è promosso dall’Amministrazione Provinciale di Catanzaro e dalla Fondazione Rocco Guglielmo

Alla Camera la presentazione del libro di Galli-Caligiuri “Come si comanda il mondo”

COSENZA – Arriva in libreria il volume di Giorgio Galli e Mario Caligiuri che svela i retroscena del potere mondiale “Come si comanda il mondo. Teorie, volti, intrecci”, edito da Rubbettino.

65 persone tengono in pugno le sorti del mondo

Sessantacinque persone. Un pugno di individui rispetto agli oltre sette miliardi che abitano il pianeta. Eppure sono questi che praticamente tengono in pugno le sorti del mondo. Non sono però i politici cui spesso vengono dirette le proteste degli “indignados” dei vari Paesi, ma i manager delle multinazionali che operano nel mercato globale. È questa la tesi di questo interessante libro del politologo Giorgio Galli e dello studioso di intelligence Mario Caligiuri “Come si comanda il mondo. Teorie volti e intrecci” che Rubbettino lancia in questi giorni in libreria.

Un libro acuto e documentato che non cede a facili visione qualunquiste o teorie del complotto ma che attraverso un’attenta analisi riesce a ricostruire nomi e facce, talvolta sconosciuti al grande pubblico, che giocano un ruolo determinante nello scacchiere internazionale. Quello che emerge è un intreccio molto forte tra politica, finanza e luoghi di formazione. Un intreccio che spinge a un supplemento di attenzione e che mette a rischio il libero gioco democratico. Il potere non è impersonale oppure determinato dalle selezioni di un algoritmo ma il nostro destino è deciso da nomi e volti ben individuabili: Il loro controllo è il problema decisivo della democrazia nel XXI secolo.

La presentazione alla Camera dei Deputati

Di questi temi si discuterà durante la prima presentazione del volume, in anteprima nazionale, che si terrà giovedì 23 novembre 2017, alla Camera dei Deputati (Palazzo Theodoli- Bianchelli, Sala Nilde Iotti) alle ore 10,00, con la possibilità di seguire l’evento anche via streaming sul sito della Camera. Insieme ai due autori, Giorgio Galli e Mario Caligiuri, interverranno il Sottosegretario di Stato alla Giustizia, Cosimo Ferri, il Direttore del Centro Studi Americani, Paolo Messa e l’Editore Florindo Rubbettino. L’incontro sarà introdotto da Stefano Dambruoso, questore della Camera.

La seconda presentazione venerdì 25 novembre, alle 17,00, a Palazzo Arese Litta “Sala Azzurra” – Corso Magenta, 24, a Milano.

Gli autori

Giorgio Galli è il decano dei politologi italiano. Noto a livello internazionale, ha scritto libri fondamentali come “Il bipartismo imperfetto” (1966) e “Hitler e il nazismo magico” (1989).

Mario Caligiuri è professore di prima fascia all’Università della Calabria, dove dirige il Master in Intelligence, promosso nel 2007 con Francesco Cossiga. È stato tra i primi a introdurre lo studio scientifico dell’intelligence negli atenei italiani. Tra i suoi ultimi volumi, “Intelligence e Scienze umane” e “Intelligence e magistratura” entrambi editi da Rubbettino. 

Intelligence, al via le iscrizioni per la settima edizione del Master diretto da Mario Caligiuri

ARCAVACATA DI RENDE (CS) – Al via le iscrizioni per la settima edizione del Master in Intelligence all’Università della Calabria, prima esperienza di questi studi in un ateneo pubblico italiano, avviato nel 2007 con il sostegno del Presidente Emerito della Repubblica Francesco Cossiga.A comunicare la pubblicazione del bando e l’apertura ufficiale delle candidature è il direttore del Master, il dottor Mario Caligiuri. La scadenza per la presentazione delle domande è fissata al prossimo 30 ottobre 2017; la compilazione è disponibile online sul sito http://www.unical.it/portale/concorsi/view_bando.cfm?Q_BAN_ID=5678&Q_COMM=.
L’inizio delle lezioni è previsto per il 25 novembre 2017 e tutte le attività termineranno entro il mese di dicembre 2018.Trattandosi di un Master di II livello, possono presentare la propria candidatura soltanto i laureati del vecchio ordinamento (corso di studi della durata di 4 anni) e coloro che sono in possesso di una laurea magistrale (5 anni). La quota di iscrizione è pari a 3.000 euro, suddivisibili in due rate, mentre per gli appartenenti alle forze di polizia è prevista una riduzione del 30%. Il Master si articolerà in 19 lezioni frontali in aula, che si svolgerano il sabato dalle 8.30 alle 17.30, con una pausa dalle 12.30 alle 13.30. Alla fine del ciclo di lezioni teoriche, sono previste attività laboratoriali che si terrano in dieci giornate consecutive di due settimane (da lunedì a venerdì). Il Master, che permette una quota di assenze massime del 20%, prevede infine 300 ore di stages in strutture convenzionate. Come in ogni edizione, i docenti saranno professori universitari ed esperti italiani del settore. Nelle edizioni precedenti sono intervenuti, tra gli altri, i ministri Marco Minniti, Paolo Savona e Giulio Tremonti; i Direttori dei Servizi Franco Gabrielli, Vittorio Stelo, Luigi Ramponi e Nicolò Pollari; i direttori delle scuole dei Servizi Paolo Scotto di Castelbianco, Maurizio Navarra e Mario Maccono; i professori Alberto De Toni, Giorgio Galli, Antonio Baldassarre, Umberto Gori, Roberto Baldoni e Antonio Teti; i prefetti Carlo Mosca e Marco Valentini; i generali Fabio Mini e Carlo Jean; i giornalisti Lucio Caracciolo, Paolo Messa, Massimo Franco e Andrea Cangini; i magistrati Nicola Gratteri, Rosario Priore, Giuseppe Pignatone e Mario Spagnuolo; gli ambasciatori Michele Valensise e Domenico Vecchioni; i funzionari dello Stato Alessandro Ferrara, Adriana Piancastelli e Giuseppe Scandone; i dirigenti della sicurezza di multinazionali Alfio Rapisarda e Alberto Accardi. Le attività di approfondimento in questa edizione riguarderanno la cyber intelligence, con lo svolgimento di seminari e laboratori, d’intesa con il Distretto della Cyber Security di Poste Italiane e, per gli studenti, sono altresì previste attività di stage che nelle precedenti edizioni si sono svolte presso istituzioni pubbliche e società private, tra le quali ENEL ed IRI. Per qualunque informazione si contatti il Direttore del Master ai recapiti 337 980189 oppure mario.caligiuri@unical.it.

Giuseppe Esposito e Angelo Tofalo inaugureranno l’Università d’estate

SOVERIA MANNELLI (CZ) – Saranno il Vice Presidente del Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica Giuseppe Esposito e il Componente dello stesso organismo Angelo Tofalo ad inaugurare la prima edizione dell’Università d’estate sull’Intelligence promossa dal Master in Intelligence dell’Università della Calabria e dalla Fondazione “Italia Domani” che si svolgerà a Soveria Mannelli dal 7 al 9 settembre 2017. Le lezioni si terranno alle ore 18 presso la Biblioteca “Michele Caligiuri” a Soveria Mannelli. Venerdì 8 settembre si affronterà il tema “Intelligence e globalizzazione: la nuova via della seta” con Antonio Selvatici, docente del Master in Intelligence all’Università Torvergata di Roma e Giuseppe Rao, Consigliere della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Le conclusioni sono previste per Sabato 9 settembre con la lezione sottosegretario di Stato alla Giustizia Cosimo Ferri su “Intelligence e magistratura: la collaborazione necessaria”. A concludere saranno svolte dal Rettore dell’Università della Calabria Gino Crisci e dal Direttore del Dipartimento di Lingue e Scienze dell’Educazione dell’ateneo calabrese Roberto Guarasci. Direttori dell’Università d’Estate sull’Intelligence sono Mario Caligiuri, Direttore del Master in Intelligence dell’Università della Calabria e Paolo Boccardelli, direttore delle Luiss Business School. Del comitato scientifico dell’Università d’estate fanno parte, tra gli altri, il Segretario Generale della CRUI e Rettore dell’Università di Udine Alberto De Toni, il Direttore di “Limes” Lucio Caracciolo, il Direttore del Centro Studi Americani Paolo Messa, il professore emerito dell’Università di Firenze Umberto Gori, il responsabile della sicurezza dell’ENI Alfio Rapisarda, il Direttore del Laboratorio del Mediterraneo Islamico dell’Università della Calabria Alberto Ventura e il Direttore del Laboratorio di Fonetica dell’Università della Calabria Luciano Romito.

La casa editrice Rubbettino collaborerà alla manifestazione. La segreteria organizzativa sarà svolta dal Centro Studi sull’Intelligence dell’Università della Calabria, con la collaborazione dell’associazione ” Fiore di Lino”. Le iscrizioni sono riservate a 100 studenti selezionati dalla Direzione dell’Università d’Estate sull’Intelligence. Le richieste vanno inoltrate a laboratoriointelligence@gmail.com.
Per ogni informazione rivolgersi al Direttore dell’Università d’Estate Mario Caligiuri (mario.caligiuri@unical.it).

Il nuovo libro di Mario Caligiuri approda all’Antico Caffè San Marco di Trieste

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TRIESTE – Il nuovo libro di Mario Caligiuri “Intelligence e Magistratura. Dalla diffidenza reciproca alla collaborazione necessaria” sarà presentato domani sabato 1 luglio 2017 alle 19 a Trieste presso l’Antico Caffè San Marco dal Segretario Generale della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane Alberto De Toni, Rettore dell’Ateneo di Udine. I lavori verranno coordinati dal Presidente del Centro Documentazione Sicurezza Urbana e Polizia Locale Sergio Bedessi. Il testo, pubblicato da Rubbettino, presenta la prefazione di Carlo Mosca e affronta un nodo cruciale nelle democrazie. Mario Caligiuri dirige il Master in Intelligence dell’Università della Calabria, dove ha introdotto lo studio di questa disciplina. Nell’aprile del 2016 su iniziativa di Alberto De Toni si è tenuto a Roma un seminario sulla proposta di una laurea triennale professionalizzante in intelligence, partendo appunto dall’esperienza maturata in Calabria fin dalla fine degli anni Novanta su iniziativa di Mario Caligiuri. Questa iniziativa ha poi aperto la strada per un protocollo d’intesa che è stato sottoscritto nel novembre del 2016 tra il Presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane Gaetano Manfredi e il Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza della Repubblica Alessandro Pansa.

Castrovillari, giovedì la presentazione del libro di Mario Caligiuri su intelligence e magistratura

CASTROVILLARI (CS) – Giovedì 30 marzo alle ore 18 nel salone del circolo cittadino, verrà presentato il volume di Mario Caligiuri “Intelligence e Magistratura. Dalla diffidenza reciproca alla collaborazione necessaria”. Interverranno: Caterina Chiaravalloti, presidente del tribunale di Castrovillari e l’avvocato Francesca Straticò. I saluti istituzionali saranno portati dal vice sindaco di Castrovillari, Francesca Dorato, da Angelo Giannoni ,presidente del circolo cittadino di Castrovillari, e da Roberto Laghi ,presidente dell’ ordine degli avvocati di Castrovillari. La presentazione è coordinata da Pasquale Pandolfi ,vice presidente dell’Accademia Pollineana di Castrovillari. Le letture saranno interpretata da Filomena Minella Bloise. Patrocinato dalla città di Castrovillari, dall’Accademia Pollineana e dal Circolo Cittadino di Castrovillari. Il libro riporta i ritratti  di  rapporti tra Intelligence e Magistratura hanno segnato profondamente le vicende della nostra Repubblica. Eppure si è ancora poco indagato su un tema così rilevante, che anima da anni il dibattito politico. Oggi più che mai c’è bisogno di una risposta forte delle élite pubbliche per fronteggiare il terrorismo e la criminalità che rendono sempre più incerta la vita dei cittadini. Pertanto, tra Intelligence e Magistratura, occorre passare dalla diffidenza reciproca alla collaborazione necessaria. In questo libro, con un taglio divulgativo ma rigoroso, si evidenzia un aspetto centrale per le democrazie del XXI secolo, dove sarà l’Intelligence a determinare chi vincerà o perderà la sfida del futuro.