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Moda e Sanremo: le pagelle di “stile” di ottoetrenta

Peggio di coloro che odiano San Valentino, nel mese di Febbraio, ci sono solo coloro  che criticano Sanremo ma lo guardano comunque. Viviamo in Italia, nel paese della cultura e della tradizione, degli errori che si ripetono e di quelli che non si risolveranno mai. L’Italia, come ha ben detto Siani, il paese numero uno per il cibo e il turismo. Che poi ci mandano a male mafia, corruzione e politica. Ma questa è un’altra storia. Tra le tante che Alessandro Siani, pluri contestato della kermessa Sanremese 2015 diretta da Carlo Conti, ha evitato di dire ce n’è una su tutte. L’Italia è il paese numero uno per il cibo, il turismo ma soprattutto per la Moda. La stessa che spinge le grandi vallette ogni anno a travestirsi da principesse (soprattutto quando tutto sono tranne che reginette di stile ed eleganza), avvolte dai magici veli che grandi designer predispongono per loro.

Quest’anno, alla classica scelta sulle starlette televisive, Carlo Conti ne ha anteposto una strategica, preferendo scegliere, come “colleghe”,due giovani cantanti, completamente diverse per stile e personalità, entrambe reduci dalla trasformazione del “Brutto Anatroccolo” di tanti anni fa. Sì, perché se a qualcuno fosse sfuggito l’esordio di Arisa, vorremo ricordare l’imbarazzante look di una ragazzina tutta timidezza e simpatia che, impacciata, si apprestava a cantare la sua “sincerità”. All’epoca sembrava uscita da un cartoon per bambini e i suoi outfit rispecchiavano al meglio quell’idea di amore “così semplice, con te che sei l’unico complice di questa storia magica”. Poi, come in tutte le migliori fiabe, ha iniziato a sbocciare come un fiore dando vita a look sempre più accattivanti e sensuali fino a sfoggiare veri e propri esempi di stile (il suo) nella prima serata di un Festival ancora tutto da scoprire. Per lei, Daniele Carlotta, stilista siciliano noto per la realizzazione del famoso abito da sposa di Belen Rodriguez, sceglie un abito rosso passione, in perfetto tema S. Valentino, dalle linee morbidissime e i tessuti scivolati, che desta un guizzo di attenzione, di fronte al mancato “balconcino” che tutti si aspetterebbero durante una kermesse così tradizionalista. L’abito cattura un 8. Lei (discesa a parte), sbocciata come un fiore a primavera, anche qualcosa in più.

E se il primo look di Arisa catalizza l’attenzione e fa ben sperare, quello di Emma che sceglie Francesco Scognamiglio, gioca al contrasto. Abituati a vederla nei panni un po’ rock e un po’ punk con quella camminata che rende il tutto ancora più “mascolino”, scorgere Emma Marrone, “amica” di Maria De Filippi, in un abito bianco, stile sposa casta all’altare, ha sicuramente ottenuto il suo effetto: far storcere il naso. Decisamente poco adatto a lei, ma in generale adeguato forse solo ad una in procinto di matrimonio, la prima uscita della scatenata cantante, ottiene una stentata sufficienza.

Situazione completamente capovolta nella seconda parte del Festival, quando è Arisa a vestire i panni di una moderna “gitana”, sfoggiando un red/black che non ottiene il nostro massimo gradimento. Il colletto bianco che ricorda i bei tempi, il tulle/chiffon nero al quale si sovrappone la gonna dal tessuto morbido, drappeggiata di pietre (?) che ricordano le migliori esibizioni di paso doble, non è all’altezza delle sartoriali proposte primavera/estate 2015 di Carlotta e fa rimpiangere i buon cari vecchi abiti di Versace e Armani. Se poi, al tutto, si unisce l’inesperienza e la timidezza di entrambe le “conduttrici”, l’outfit perde ancora più valore. Meglio della prima uscita quello di Emma Marrone, maggiormente in linea con il suo carattere e le sue abituali preferenze stilistiche. Certo Emma non desterà forse mai gli effetti nostalgici della “farfallina” di Belen, ma confidiamo in un miglioramento progressivo delle prossime puntate. Voto 7.

E Rocìo? Nota al grande pubblico per le sue apprezzatissime scelte sentimentali, lei è la classica valletta sanremese. Bel fisico, accento straniero che aiuta il gioco del “sono o non sono intelligente?”, ci saremmo aspettati abiti dalla bellezza invidiabile e imbarazzante, invece, fatta eccezione per l’uscita in rosso corallo, il tema ricorrente delle sue uscite è stato “la bomboniera”. Va bene che siamo vicini a Carnevale, ma era proprio così necessario ricordare l’abito di “Barbie Luci di Stelle” che ho indossato quasi vent’anni fa? Decisamente migliorabile. Voto 7.

Lia Giannini

White In Love: l’amore secondo Elisa De Bonis

Amore. Allo stato puro. E classe, eleganza, charme. Stiamo parlando di White In Love, il mini evento  che ieri, 7 febbraio, ha lasciato aperte le porte dell’atelier Elisa De Bonis, situato a C.so Mazzini in uno dei palazzi più rinomati e raffinati della città. Pochi intimi, un’accoglienza garbata ed affettuosa in linea con il sorriso emozionato e dolce della titolare, designer dalle idee romantiche e tradizionali, al cui tocco classico si unisce la passione per le sovrapposizioni, i pizzi, la sartorialità. In lei tutto rievoca un mix di sapori contrastanti. La sua figura esile e un po’ retrò si allinea ai suoi abiti, pezzi di anima, ai quali Elisa dichiara di riuscire a dare un volto ancora più preciso quando si trova a creare su misura.

La serata, occasione di incontro con le future coppie di sposi,è funta da palcoscenico alla collezione 2015 di Elisa De Bonis e ha coinvolto alcuni partner importanti della città di Cosenza: Orrico Style e Villa Fabiano. L’uno ha realizzato acconciature e make up delle modelle dell’agenzia Adv Fashion Agency, l’altro, oltre a solleticare i palati dei presenti con un gustoso aperitivo, ha messo in palio, per i più bravi a tradurre l’amore in parole, un delizioso percorso benessere dal nome “Romeo E Giulietta”, occasione per tutti gli innamorati, in prossimità del San Valentino, di godersi un regalo speciale. A concorrere al premio tutti coloro i quali abbiano voluto dedicare un pensiero d’amore al proprio amato, leggibile in questi giorni sulla pagina Fb della stilista. A decretarne la vittoria, il maggior numero di like da oggi alla mattina del 14 febbraio. 

E se la serata è risultata gradevole, un grazie particolare spetta all’accompagnamento musicale di Alessandro Skanderberg e Carlo Cimino nonché alla seducente voce di  Giada Grandinetti che ha recitato alcuni testi d’amore, fungendo da piacevole intervallo. Ultima ma non ultima Paola Orrico, madrina dell’evento, ha coadiuvato Elisa nell’organizzazione, presentandola serata. Al termine di quest’ultima, Elisa De Bonis, chiamata a ringraziare i presenti, ha ricordato quanto il suo sia un laboratorio interamente artigianale, all’interno del quale un folto gruppo di sarte contribuisce alla realizzazione di tessuti unici e irripetibili come la personalità e la fisicità (ingredienti fondamentali nella scelta dell’abito per ogni sposa) di ciascuna donna.Un modo per ricordare, a quanti ancora ne siano ignari, il valore incommensurabile dell’eccellenza sartoriale.

 

Lia Giannini

NexTv ospita Paolo Bonolis: storia di un “genio” della Tv Italiana

COSENZA – Dissacrante, spontaneo, diretto, disubbidiente. Chiunque avesse dubbi sulla naturale comicità di Paolo Bonolis, noto conduttore della Tv italiana, famoso al grande pubblico per il successo di trasmissioni come “Beato Tra le Donne”, “Ciao Darwin”, “Il senso della vita”, “Avanti un altro”, può anche dimenticarli. Dopo un incontro lungo tre ore, ieri al Teatro dell’Acquario, grazie al progetto gratuito messo in atto dall’ Associazione “Amo Cosenza” che si ripropone l’obiettivo di dare ai giovani, tra i 17 e i 30 anni, basi e consigli per un futuro da operatori televisivi, il sospetto è diventato certezza. Arriva( puntualissimo), accompagnato dal suo manager Lucio Presta, ascolta la lunga digressione dell’amico, ironizza sulla natura “ambigua” del loro rapporto “arrivato alle nozze d’argento”, fa qualche smorfia, si rilassa, ogni tanto prende la parola per una battuta che lascia la platea in preda a collassanti risate, scherza, gioca, rivela di sé ciò che non ci si aspetta. O forse sì.

“Il segreto per fare successo è raccontare la propria storia. Non quella inventata da altri o quella che altri vogliono che tu racconti, ma la propria. Non esiste storia, in tutto il mondo, che si ripeta da un essere umano all’altro. Se in ciò che fate, raccontate ciò che siete più  che mettere in mostra ciò che sapete fare, avrete automaticamente pochi margini di errore.” E’ questo il vero segreto di Paolo Bonolis. Raccontare sè stesso in ogni nuova sfida che si impone. Come pochi altri sanno fare, preoccupati dall’idea di perdere “i loro privilegi”. Raccontare “una delle infinite parti che sono racchiuse dentro di me”. E’ disarmante e ha lo stesso sguardo e lo stesso atteggiamento di uno che può davvero permettersi di fare tutto “perché quando qualcosa non mi sta bene, semplicemente me ne vado”. A lui nessuno sembra poter rimproverare qualcosa, nemmeno il suo manager/amico che “combatte da anni la sua disubbidienza”. Bonolis conserva il fascino geniale di chi è sicuro di sè stesso e pur credendo in ciò che fa, riesce a non darvi troppo peso. E’ l’unico che il giorno prima della conduzione di uno dei Festival di Sanremo più riusciti e seguiti di tutti i tempi “è andato a giocare a calcetto”. Per lui la vita è lì. Tra le cose semplici. In una partita con gli amici, due chiacchiere al bar con qualche sconosciuto, un’ allegra conversazione con giovani studenti dagli occhi estasiati. Paolo Bonolis è davvero uno di quelli a cui il mondo sembra aver regalato la chiave dell’ assoluto  e lo rammenta nelle mille, goliardiche risposte alle curiosità che i giovani studenti cosentini affannosamente gli rivolgono. Per lui, l’uomo più pigro del mondo (come si definisce), sottrarsi al pubblico è come ripetere una battuta dieci volte. Asfissiante. Per lui, il senso della vita, è nel rischio. “E’ molto meglio sacrificare un successo in nome della dignità che la dignità in nome di un successo” risponde rivolto a chi gli chiede a cosa serva, oggi, strumentalizzare il dolore. E così, tra una battuta sulla D’ Urso e un aforisma personale, Paolo fornisce sottili spiegazioni a quella fama, che sembra essergli piovuta così, per caso, durante un provino a cui aveva accompagnato un amico.

Chissà come mai, tutti i più grandi, sembrano aver iniziato la loro fortuna così. Da un caso. Bonolis voleva diventare “Ministro degli Esteri”, dice, “perchè sono un ragazzo timido e da piccolo ero anche molto balbuziente”.  E anche questo ha il sapore di una battuta su cui ha costruito anni interi di carriera.Si fa fatica a credergli visto la straordinaria abilità dialettica che lo accompagna e l’inconsueta velocità che fa di lui un grande oratore. “Leggo molto”, sottolinea, a chi gli fa i complimenti per questa innata caratteristica. Poi, come solo a lui sembra essere concesso, chiede “di accedersi una sigaretta”. E diventa geniale anche in quello. Nel suo naturale giocare, prendendo in giro Lucio Presta ma anche tutti coloro che, magari, di quel gesto non sono troppo felici. Sono molte le cose che Paolo racconta, in un modo del tutto naturale, spontaneo e simpatico, quasi come un amico che si conosce da sempre, prestandosi ad ogni battuta, ad ogni commento e persino a qualche provocazione. E’ genuino, goliardico ma soprattutto strafottente, come solo i grandi “geni” possono essere e la sua genialità viene fuori dalla naturale propensione al menefreghismo che lo rende immune a qualsiasi tipo di censura e che fa di lui un mattatore di estremo successo. La sua bravura consiste nell’esaltare la natura umana e nel lasciarla libera di essere sé stessa, senza inibirla, occultarla o mascherarla. Il più delle volte la enfatizza, estremizzandola, perché “è nella naturalezza e nella diversità delle persone che si nasconde la vera bellezza”. Non parla Paolo dei progetti a breve scadenza, “ancora in fase di trattativa” dice, e si rivela preoccupato, da padre, per la generazione “del tutto e subito” che non riesce più ad aspettare e che “affannosamente rincorre una cosa e  poi “Avanti un Altra”.

Conclude così il suo incontro. Tra una foto rubata, un sorriso mascalzone e una fuga repentina. Lascia buonumore ed entusiasmo tra i giovani accorsi a vederlo. Un talento, Paolo Bonolis, o, come direbbe lui, uno che ha saputo “scoprire la sua eccellenza facendo  davvero un grande “Bingo”.

Lia Giannini

White In Love: Elisa De Bonis celebra San Valentino

Un nuovo “San Valentino” è alle porte. Per tutti coloro che aspettano di sposarsi, però, arriva con una settimana di anticipo. Sabato 7 febbraio, ore 19, presso l’atelier di abiti da Sposa Elisa De Bonis, (Corso Mazzini) si terrà un nuovo evento dedicato ai futuri sposi, White In Love.

White in Love,  l’evento dedicato alla presentazione della nuova collezione Sposa 2015 della stilista, caratterizzata da abiti ricercati, sobri ed eleganti, che mescolnoa con armonia elementi tradizionali e motivi e tagli innovativi, viene descritto così dalla sua organizzatrice: “In un momento in cui la produzione e la distribuzione vengono globalizzate e perdono di personalità,noi abbiamo scelto di avere una produzione artigianale, realizzata nel nostro laboratorio interno,  che ci consente di seguire la realizzazione degli abiti e di accompagnare la sposa al coronamento del sogno. Ogni creazione viene concepita con un’attenta cura dei dettagli da un team di sarte specializzate. I nostri capi sono caratterizzati da alta qualità dei tessuti, creatività, stile, eleganza ed unicità del modello.”

La serata, oltre a vedere protagonisti gli abiti, celebrerà l’amore in poesia con la voce di Giada Grandinetti, le note jazz di Alessandro Skanderbeg (piano e voce) e Carlo Cimino (contrabbasso). I futuri coniugi potranno inoltre concorrere all’estrazione di un pacchetto Wellness Romeo e Giulietta di Villa Fabiano Palace Hotel. Basterà scrivere una frase d’amore per il proprio partner. Quella che riceverà più like, attraverso le pagine social, si aggiudicherà il premio.

 

“Sposiamoci” terza edizione: il Teatro Rendano ospita l’amore

A volte è di scena la ripetitività, a volte l’eleganza. Il matrimonio è un tema, si sa, caro soprattutto alle donne che in Calabria si lasciano attrarre facilmente, e neanche come si spererebbe, da eventi al riguardo. L’ultimo, in termini cronologici, risale allo scorso week end e riguarda l’agenzia Sim, nota, nel panorama cosentino, non solo per il garbo con cui riesce ad organizzare ed allestire eventi che, seppur noti al grande pubblico, riescono sempre a catturare l’attenzione, ma soprattutto per l’educazione e la precisione che nel tempo ne hanno contraddistinto la professionalità.

Sposiamoci, la mostra di scena al Teatro Rendano, per il terzo anno consecutivo, ha riscosso grandi consensi tra il pubblico presente e ottenuto l’approvazione al ripetersi. Anche quest’anno, come per le precedenti occasioni, gli organizzatori, guidati da Giada e Selene Falcone, hanno cercato di conferire massimo risalto ad una ristretta nicchia di partecipanti, con l’obiettivo di mettere in luce, ciascuna nelle proprie capacità, la professionalità delle aziende presenti, ognuna per proprio conto. Non una gara tra concorrenti, dunque, ma uno spazio riservato a tutti coloro che desiderano un matrimonio raffinato, curato in ogni dettaglio e basato sull’originalità.

Presenti, tra le aziende, le creazioni orafe di Giuseppe Liporace, Villa Fabiano, l’Isola dei Sogni, il ristorante “Le Clarisse”, lo studio fotografico Mazzei, Orrico Style, L’Obiettivo, Precenzano catering, Pretty Wedding & events, Davida Sposa.

Ciascuna di esse, oltre a prestare i propri consigli e la propria consulenza a tutte le coppie intervenute, è stato oggetto di vetrina in occasione dell’inaugurazione di sabato pomeriggio che ha visto ospite Dolcemora D’amico, modella dal fascino latino nota per la partecipazione a programmi come “Italia’s got talent”e “Le Iene”, e del momento moda di domenica pomeriggio, durante il quale hanno sfilato le originali creazioni di Davida Sposa e si sono esibiti, in un commovente quanto coinvolgente momento canoro, i bambini del coro  voci bianche diretto da Carmela Martire.

Un momento piacevole e sofisticato all’interno di un contesto mai eccessivo e mai fuori posto ulteriormente impreziosito dalla conduzione, altrettanto sobria, di Valentina Scrivano, direttamente da RLB.

Lia Giannini

“Sposiamoci” parte terza: esclusività ed eleganza al Teatro Rendano

Si appresta alla sua terza edizione, la mostra “Sposiamoci”, curata e organizzata dall’Agenzia SIM in collaborazione con l’Associazione “Le Pleiadi” e il patrocinio del Comune e della Provincia di Cosenza, che riaprirà le porte a tutte le giovani coppie in procinto di matrimonio, il 24 e il 25 gennaio.

Una mostra, e non una fiera, che vuole configurarsi, nel panorama cosentino, come un evento di nicchia e pertanto opta per una cornice elegante, riservata e raffinata come quella del teatro Rendano.

Ad attendere i futuri sposi, un programma ricco di eventi collaterali: prove di make up ed acconciature, defilè, scatti fotografici, musica dal vivo e tante sorprese. Una fra tutte, la collaborazione, rinnovata per l’occasione, con l’Associazione Europea di Wedding Planner e gli ospiti, come Dolcemora D’Amico, nota al grande pubblico per la sua partecipazione ai programmi televisivi “Italia’s got talent”  e “Le Iene”.

Bonus sconti per le coppie, la possibilità di vincere un viaggio per due, la dolce musica del coro polifonico “Mater Dei” che intonerà canti a tema, degustazioni e, immancabile, la musica dei Sing Swing.

L’ingresso, rigorosamente gratuito, resterà aperto al pubblico dalle 17.00 alle  20.00 nella giornata di sabato, e dalle 11.00 alle 20.00 domenica 25 gennaio 2015.

Lia Giannini

 

Tu Sposa 2015: Un “vero” successo?

Voleva essere un evento volto a distinguersi per i dettagli. E così sicuramente è stato. Soprattutto per quei dettagli che in una città ristretta e assolutamente estranea alla cultura degli “Eventi” in quanto tale, fanno la differenza visto l’assoluto dilagare di “cose” tutte uguali a tema monotono che accompagna il panorama culturale. Va di moda il matrimonio e tutti organizzano fiere sul matrimonio. Van di moda le sfilate e tutti parlano di sfilate. Va di moda il cibo e tutti pensano ad organizzare storie sul cibo. E la cosa potrebbe anche rappresentare un vantaggio per una popolazione che si accontenta di poco per gridare all’esaltazione e alla magnificenza se non fosse che, tra quei dettagli, ce n’è uno, che insegnano nelle scuole primarie, che certi EVENTI sembrano trascurare: l’educazione e il rispetto del lavoro altrui.

Ci sarebbe piaciuto parlare di TUSPOSA 2015 per i suoi lati positivi ma, al termine di una serie di “dettagli”, siamo arrivati a credere che, essendo considerati stampa di serie B, in fondo del parere di 8@30 non interessi molto agli organizzatori e di conseguenza ci  prendiamo la libertà di poter affermare l’amarezza e la delusione oltre che il fastidio per aver dato risalto GRATUITAMENTE a chi, oggi, si accontenta del gradimento di qualche politico di conoscenza e delle relative amicizie imprenditoriali e non, del territorio.

Della stampa, chissenefrega. Del resto, dato spazio all’unico giornale importante nel panorama calabrese, è irrilevante che si siano presi degli accordi, che a delle persone (che potevano benissimo seguire altro o farsi i fatti propri di domenica pomeriggio) sia stato impedito di portare a termine il proprio LAVORO, che siano state spintonate, offese e trattate come cretine all’assalto della STAR. Ebbene vorremmo dire che a noi, di Carla Gozzi, interessa tanto quanto. Non abbiamo più l’età infantile da appenderne i poster in camera, né tantomeno passiamo il tempo senza avere di meglio da fare durante le nostre domeniche. Abbiamo proposto, nel tentativo di portare avanti un’INTERVISTA ACCORDATA, più e più soluzioni per non tediare “l’Ospite” ma tali soluzioni (un paio di domande al volo o l’affiancamento al quotidiano nell’intervista)non ci sono state concesse e in malo modo. Senza dimenticare che ancor prima, della conclusione dell’evento, nessuno e sottolineiamo NESSUNO ha pensato a riservare quattro posti in croce a coloro che, ad oggi, rappresentano i più importanti organi di PUBBLICITA’.

Alla luce, ribadiamo,  del mancato rispetto del lavoro e della persona, consapevoli che sono gli organi di STAMPA a contribuire in modo importante ALLA FAMA e al successo delle future edizioni, ci congratuliamo per l’attenta cura di questi “dettagli” sicuri che nelle prossime edizioni farete ancora meglio o che, almeno, presterete maggiore attenzione ai vostri “ diligenti collaboratori”. Noi ci limiteremo a seguire solo quegli EVENTI davvero degni di nota, che si distinguano in città per l’ORIGINALITA’, la cortesia e la cultura. Quella che, in qualsiasi paese civile degno di definirsi CULTURALE, riconosce, a chi fa un mestiere del genere, uguale DIGNITA’.

 

REDAZIONE 8@30

“Se ti dicono non mollare tu non credergli”: Luca Abete incontra gli studenti

Se sei stanco di correre con le gambe, corri con il cuore” diceva Coelho e lo ripete la rappresentanza dell’ Unical, l’Università della Calabria che oggi, dalle 14.30, sta ospitando Luca Abete, simpaticissimo inviato di Striscia la Notizia.

E’ il monito del tour  #non ci ferma nessuno, da cui è reduce Luca che  invita a non tarpare le ali ai propri sogni, a quelli più difficili che, spesso, ci istigano a mollare ma che ovviamente,  proprio perché così pieni di ostacoli, sono degni di essere seguiti.

Inizia il racconto della sua vita, di come è arrivato a Striscia ma soprattutto di come lui, le sue gambe, non se le sia fatte “segare” dalla crisi e dal pessimismo che oggi accompagna i pensieri di studenti e non. Uno studente di architettura che, per mantenersi, inizia a fare l’ animatore per bambini e che, in questo lavoro, trova sé stesso e le sue attitudini. Luca racconta di come sia fondamentale , nella vita,  l’approccio, la capacità di attrarre stati positivi e di come, in qualsiasi settore, sia fondamentale cercare di non pensare troppo ai problemi e vivere più possibile di sorrisi.

Parole scontate, forse, ma che dette da lui, fanno brillare gli occhi lucidi di migliaia di studenti.

Invita a pensare al presente, a concentrarsi sugli obiettivi e a dare il massimo in tutto ciò che si fa. È ottimismo Luca, positività e solarità.  Il suo è  un inizio comune. Nasce studente, diventa clown,  fa il servizio civile, conduce un programma per bambini e infine arriva a Striscia, tramite un video, per nuovi inviati, in cui racconta le assurde costruzioni ecclesiastiche di una strada di Avellino, nella quale era stata costruita una chiesa per cui recarsi lì equivaleva ad andare a Lourdes, sperando di uscirne sani e salvi senza essere investiti.

I bivi, i rischi, le strade apparentemente perse in partenza. Luca è motivato e rischia tutto per ottenere il posto a Striscia così si ferma e  infila un’altra “perla”, su come sia necessario  per raggiungere le posizioni dei propri sogni, non  snobbarne altre ma, al contrario, nutrirsi di quelle per diventare migliori.

Non è un percorso in discesa. Abete lo sottolinea più volte. Non racconta favole, né sentimenti mai visti. Anzi. Racconta di come nessuno ti darà mai una mano, di come molti ti spingeranno a mollare convinti che tu, immerso da mille sacrifici, stia semplicemente perdendo tempo. Se sogni sei solo. E quando qualcuno continua a minimizzare il tuo sogno, frutto di un percorso lungo ma concreto, è perché è lui a non essere riuscito a realizzarlo.

“Insistete ragazzi, insistete”. Anche quando vi fregano le idee,  il posto sotto il naso, l’ entusiasmo. Quello non deve morire mai. Perché gli ostacoli si superano anche quando sembrano insormontabili,  se impariamo a non sottovalutare mai noi stessi.

 

Ph: Francesco Farina

 

Lia Giannini

Trunk Show con Claudio Di Mari: le sue spose da “Fiaba”

Classe ’87, aria spavalda, faccia simpatica, talento come se piovesse. Claudio Di Mari è uno stilista siciliano o, ad esser precisi, un designer di abiti da sposa. Perché solo spose? “Perché gli uomini non mi piacciono“, risponde sorridendo. Ci si aspetta di trovare una di quelle persone un po’ snob, dal piglio arrogante e la faccia contrita che, sapendo di valere,tendono a dare poca confidenza. L’incontro con lui, invece, è di tutt’altra pasta. Si chiacchiera, si scherza, ci si diverte. Ironizza sul freddo, sulle sue ambizioni, sulla sua età. E’ catanese d’origine e ha tutta l’intenzione di restare nella sua Sicilia, terra di moda e di tradizioni, dove il matrimonio è ancora uno di quegli eventi “per cui si è disposti a fare il mutuo” dice Claudio.

Un laurea prestigiosa, un sorriso “furbetto”. Con lui la sensazione è di chiacchierare con un amico, lui che ha iniziato sulla scia di una tradizione familiare e materna e che a soli 27 anni ha già all’attivo tanti successi e ben quattro collezioni. La sua sposa, tutt’altro che banale, riflette un po’ il suo modo di fare. E’ briosa, romantica, originale e anche un po’ sfacciata. La sua collezione 2015 “Fiaba”, che sembra essere contro tendenza rispetto al resto delle proposte Sposa che il mercato propone, è giovane, principesca ma allo stesso tempo fine e delicata, a tratti sensuale. 

E’ pronto a spiccare il volo, Claudio, a calcare passerelle internazionali “dopo anni di rodaggio, ora ci stiamo preparando a volare”. Milano, Roma, Barcellona e tanto altro ancora. Indossare un suo abito fa sentire bellissime e ansiose di sposarsi, indipendentemente dalle condizioni del “cuore”. Le sue proposte sono “diverse”, i suoi abiti si amano o si odiano, perché non tutti sono in grado di capirne la “differenza“.

Gli chiedo quanto tempo occorre per realizzare una collezione e mi rivela che ci vogliono circa 6 mesi e che per il 2016 devo aspettarmi un mood comunque romantico ma a tratti più sensuale. Non gli chiedo perché la Sicilia, anche se so perfettamente che è una domanda che si aspetta, ma la cui risposta per me è assai scontata. Essere “terroni” del Sud è un vanto che in pochi possono contare di avere. Talento ed umiltà si mischiano alla voglia di fare, alla determinazione e al coraggio che solo chi nasce in un Paese pieno di difficoltà può realmente capire.

Quello con Claudio è un incontro fortunato, in un ambiente piacevole, tranquillo, nuovo giovane e rilassante. Ci accoglie Anthea, la proprietaria dell’Atelier Eghò che oggi ospita Claudio Di Mari e anche lì sono sorprese. Lei dolcissima, sorridente e piena di belle speranze. Il suo atelier ha solo sei mesi  ma io sono sicura avrà vita lunga. I suoi occhi grandi riflettono la passione per il suo mestiere e anche lei è una di quelle che ci sa fare. Specializzata in abiti da cerimonia, oggi Anthea e l’Atelier Eghò puntano alla linea per Spose e si avvalgono della collaborazione di grandi designer come Claudio per offrire, alle loro clienti,abiti esclusivi, di Alta Moda, che difficilmente, in mezzo alla concorrenza, non si ricordano.

Oggi, la giornata è tutta per loro. Per le fortunate ragazze che diranno “sì” nel 2015 e che recandosi in boutique, potranno incontrare lo stilista e scoprirne segreti e magie. Per Adele, wedding planner da circa un anno, che vanta al suo interno un’esperienza pluriennale nell’abbellimento floreale e che oggi è pronta ad accogliere le future spose insieme alla titolare e al designer. E per tutti coloro che in una scelta così importante desiderano farsi assistere da professionisti che sanno, nel vero senso della parola, conquistare il cuore

PH: Francesco Farina

Lia Giannini

TIP TAP: Officina Trentatre sposa la vita umana nelle scuole

Il 18 dicembre scorso la città di Cosenza e il liceo Scientifico Fermi proclamavano il lutto cittadino  in onore di Daniela, la giovane che a soli 16 anni si è spenta a causa di un arresto cardiaco. Una morte improvvisa, di quelle che lasciano sgomento e dolore perché troppo precoci, a  tratti inspiegabili. Una ragazza giovane, allegra, saggia la cui scomparsa ha costretto a fare i conti con il dolore ma soprattutto con l’assurda domanda: ” Si sarebbe potuto evitare”?

Inutili dubbi destinati, almeno per lei, a rimanere senza risposta, che devono indurre alla riflessione ma soprattutto all’azione che non può rimanere isolata o peggio ancora ignorata, quando di mezzo c’è la salute delle persone. E’ quello che mira a fare Officina 33, da sempre attenta ai problemi umanitari e alle cause sociali che affliggono il territorio e oggi alle prese con la complicata ricerca di adesioni, rivolta agli Istituti Scolastici in primis, del nuovo progetto “TIP TAP“.

Si tratta di un’idea, nata da una collaborazione  e più mani tra  Officina Trentatre,  l’Associazione Ardes Mundi e Fidapa, e la partnership del Comune di Cosenza, del Consorzio Vallecrati e della società Ecologia Oggi Spa. Obiettivo: promuovere una campagna di sensibilizzazione delle coscienze dei più giovani e dei loro familiari, volta al rispetto dell’ambiente, alla sua conservazione e valorizzazione attraverso lavori di sviluppo che, se ben attuati, possono rivelarsi ottimali anche per la salvaguardia della vita umana.

Un progetto semplice che si rivolge a tutti gli studenti, dalle scuole d’infanzia sino a quelle superiori, e che prevede, fino allo scadere dell’anno scolastico (maggio 2015), la raccolta personale di semplici tappi PP e PE (bottiglie di plastica, detersivi, contenitori di rullini, pennarelli, colla vinavil, Nesquick, Nutella, deodoranti e contenitori per l’igiene personale, ecc) da racchiudere all’interno di appositi contenitori da consegnare periodicamente a scuola affrancati da nome, cognome e classe di riferimento, al fine di consentire,ai volontari delle Associazioni, una pesatura mensile al seguito della quale stipulare una vera e propria classifica tra Istituti.

Ad accompagnare la verifica, azioni di stoccaggio e riciclo ad opera del Consorzio Valle Crati completeranno il lavoro.Al termine del progetto, al quale oggi hanno aderito ancora pochi Istituti Scolastici, con il ricavato della vendita dei tappi in plastica, sarà possibile acquistare un defibrillatore cardiaco da donare alla Scuola vincente, alla quale, ovviamente verrà insegnato anche come utilizzarlo.

Un obiettivo importante che merita maggiore attenzione da quegli Istituti che giorno dopo giorno si trovano a gestire milioni di giovanissimi studenti ai quale ogni cosa può essere negata, tranne, in assoluto, la vita umana.

 

Lia Giannini