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Pnrr e Sud, le perplessità di Caterina Urso (Italia Viva)

«È sempre piu’ larga la forbice tra Nord e Sud Italia. Le finalità di riequilibrio territoriale necessarie per favorire la coesione economica, sociale e territoriale dell’Europa ,accolte nel PNRR, sono ancora ad oggi disattese. Basta analizzare il carrello della spesa dei consumatori per riscontrare che al Sud la popolazione si orienta all’acquisto dei beni di prima necessità. Si cerca sempre una giustificazione (covid 19, guerra Russia-Ucraina, inflazione ecc.., ma a mio avviso il problema e’ l’incapacita’ dei governatori delle regioni del sud, di ingegnare una direzione precisa di cambiamento». Così Caterina Urso, responsabile per il Mezzogiorno del coordinamento Italia Viva Calabria. 

«Eppure la Commissione Europea – prosegue l’avvocato e docente Urso – ha tracciato la vera strada della soluzione per il futuro attraverso la quale si deve partire proprio da Mezzogiorno: l’economia della transizione verde, moderna, competitiva, l’attuazione dell’European Green Deal entro il 2050.
Il Sud Italia e la Calabria dispongono di risorse naturali, energetiche, umane, climatiche, culturali in grado di rivoluzionare l’economia europea. Basta saper agire per sostenere il popolamento demografico con nuovi provvedimenti legislativi a sostegno della famiglia, puntare alla digitalizzazione partendo dalla formazione dei giovani nelle scuole, a un’industria competitiva e resiliente a livello mondiale.
Il sud, non industrializzato, ed a vocazione agri-turistica, disponendo anche di risorse culturali, che la politica sinora non ha saputo valorizzare, puo’ trainare il settore turistico e della biodiversità che inevitabilmente miglioreranno il mercato e la salute delle nuove generazioni, offrendo lavoro di qualità e cibi sani a prezzi accessibili. La Calabria può puntare alle fonti rinnovabili, alla silvicoltura ed alla produzione agricola di qualità, al settore ittico, potenziando i trasporti ferroviari e marittimi, 
Bisogna abbattere al sud, lo scempio ingegneristico di squadrette e squadrismo simboli di dittature e di sistema di potere colluso con le mafie, che hanno imposto ecomostri, deturpato cultura, ambiente, spiagge, sanati poi dalla politica dei condoni.
I giovani invocano economia ed edilizia etica al sud, e ciò è possibile perchè i nostri borghi sono libri viventi delle varie civilta’ che li hanno dominati, eco di memoria e vanno solo valorizzati con le ristrutturazioni idonee a promuovere negli edifici l’efficienza energetica e una coreografica vegetazione, cosi’ come previsto nella legge di bilancio appena approvata che proroga al 2024 l’Ecobonus.
Auspico quindi che nel 2023, la politica dei governatori delle regioni del Mezzogiorno e nel contempo i sindaci della Calabria, ridefiniscano l’orizzonte entro cui accogliere le sfide del futuro, attivandosi all’insegna della cooperazione etico sociale, presupposto necessario per abbattere le diseguaglianze e favorire il rispetto dei valori democratici e di sviluppo del mezzogiorno», conclude.

Centri per l’impiego e concorsi, Tavernise (M5S): «Assunzioni ferme da un anno. Occhiuto attenzioni le politiche attive del lavoro».

CORIGLIANO ROSSANO (Cs) – Fanno discutere le parole del presidente Occhiuto secondo cui il reddito di cittadinanza sarebbe stato un errore del M5S  – e sull’ex premier Conte –, alle quali arriva la risposta piccata del consigliere regionale Davide Tavernise.

«Il governo Conte I ha lavorato contemporaneamente su due fronti: lotta alla povertà e politiche attive del lavoro, attraverso il potenziamento dei centri per l’impiego. Se la lotta alla povertà era funzionale a restituire dignità a persone in precarie condizioni economiche, aggravate poi dalla pandemia, il potenziamento dei centri per l’impego era funzionale all’inserimento nel mondo del lavoro, per ritrovare la giusta indipendenza economica. Come ricordato dal presidente Occhiuto sono 240 mila i percettori di reddito in Calabria. E allo stesso modo va ricordato che il governo Conte I ha stanziato a favore dei centri per l’impiego 1 miliardo di euro, che le regioni competenti in questa materia, non hanno utilizzato, Calabria compresa. Per mere dietrologie politiche?», rimarca in una nota Tavernise, capogruppo M5S in consiglio regionale.

«Alle opinioni oltremodo discutibili si antepongono i fatti – prosegue Tavernise. E i fatti ci dicono che, relativamente ai centri per l’impiego in Calabria, il 31 dicembre scorso, nonostante le giuste risorse a disposizione, è stato indetto un concorso per l’assunzione di 487 unità di personale a tempo indeterminato e 81 unità di personale a tempo determinato. Nel mese di luglio, poi, la conferenza stampa per presentare le modalità di svolgimento delle prove. Le prime prove dal 2 al 4 agosto. A distanza di due mesi dalle prove nessuna graduatoria pubblicata e nessuna prova indetta per le altre figure previste. Così decido di intervenire pubblicamente. Ad oggi delle prove espletate ancora nessuna graduatoria risulta pubblicata. L’intervento pubblico ha comunque permesso nelle settimane scorse di avviare le prove per il profilo D. I fatti sono questi: a distanza di un anno dal concorso, e quattro mesi dalla conferenza stampa, le assunzioni nei centri per l’impiego in Calabria sono ferme al palo. Nessuna assunzione, nessun favoreggiamento per quell’attività che spetta alla regione e vorrebbe l’incrocio di domanda e offerta. Invito pertanto il presidente Occhiuto a concentrarsi sulle politiche attive del lavoro in Calabria, piuttosto che guardare fuori regione a chi lotta per restituire dignità a persone in difficoltà».

 

 

Reddito di Cittadinanza, Occhiuto: “Conte strumentalizza disperazione della gente”

CATANZARO – “Il reddito di cittadinanza è stato un errore dei Cinque Stelle, è stato sbagliato descriverlo come un beneficio a tempo indeterminato. Ma ad un errore si ripara con una soluzione efficace. In Italia i centri per l’impiego e i meccanismi necessari ad incrociare domanda e offerta di lavoro non funzionano”. Così Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, in un’intervista a “Libero”.

“Bisogna intervenire subito sul mercato del lavoro e sulla formazione. Altrimenti in una Regione come la mia, che ha 240mila percettori di reddito di cittadinanza, coloro che perderanno il sussidio difficilmente troveranno lavoro in 7-8 mesi”.

“Giuseppe Conte strumentalizza la disperazione della gente. Mi preoccupa perché sta riportando i grillini agli albori, con un atteggiamento incendiario, con toni irresponsabili, e gettando benzina sul fuoco. Qualche giorno fa abbiamo condannato le minacce di morte rivolte al presidente Meloni e alla sua bimba. Forse qualcuno dovrebbe riflettere, e cambiare registro”, sottolinea il governatore Occhiuto.

Occhiuto: “Meloni sta stupendo tutti, non fallirà”

“Il rapporto tra il mio partito e il governo non è cominciato con il piede giusto. Forse anche per questo, adesso, ogni volta che Forza Italia fa delle osservazioni, queste vengono ritenute polemiche”. Così Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, in un’intervista a “Libero”.

“Ma il presidente Meloni sta stupendo tutti per capacità e autorevolezza: governerà per cinque anni e non fallirà. Anche perché, se dovesse fallire, perderebbe Forza Italia, perderebbe il centrodestra e perderebbe l’Italia”, sottolinea il governatore Occhiuto.

Autonomia, Occhiuto: “Così non va, la riforma esclude diritti sociali e civili”

CATANZARO – “L’autonomia differenziata? Per come è ora questa è una riforma sbilanciata, che guarda troppo all’autonomia differenziata e poco ai diritti sociali e civili. Cioè pretende di attuare un principio (l’autonomia, ndr) che la Costituzione contiene come possibilità al suo articolo 116, e non altri (i diritti civili e sociali, ndr) che invece sono indicati come un dovere. E lo stesso, peraltro, riguarda la perequazione presente all’articolo 119. Per cui, il mio punto di vista è piuttosto semplice. Attuiamo prima ciò che è doveroso e poi, anche un’istante dopo, passiamo all’autonomia differenziata”. Cosi Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, in un’intervista a “Il Messaggero”.

“Riparto dalla Costituzione che ci dice come i diritti sociali e civili dei cittadini, che poi sono tradotti in risorse proprio attraverso i Lep, debbono essere garantiti su tutto il territorio. Solo che oggi e all’interno della riforma di cui stiamo discutendo sono finanziati attraverso il principio ingiusto della spesa storica. Cioè vengono storicizzate le disuguaglianze tra Nord e Sud. Faccio un esempio: ipotizziamo che la città di Crotone spenda solo 100mila euro all’anno per gli asili e Treviso un milione, anche se lo Stato l’anno successivo stanziasse più risorse ne sarebbero sempre destinate di più alla seconda“.

Ma quindi lei è a favore della riforma o no? “Ho un approccio un po’ diverso rispetto ai miei colleghi governatori del Sud. A me non piace l’idea di un Mezzogiorno che gioca sempre in difesa. Dobbiamo avere la capacità di rilanciarci e anche con l’autonomia differenziata potremmo ricavarne benefici. Io faccio sempre l’esempio dell’energia: in Calabria ne produciamo più di quanta ne consumiamo, eppure i calabresi pagano le bollette quanto gli altri italiani. Non è giusto. E ancora: io incontrerò a breve un gruppo industriale che vuole impiantare nella mia Regione un parco eolico off-shore grandissimo, se io potessi dire ai cittadini che quel parco abbasserebbe direttamente le loro bollette per me sarebbe molto più semplice. In altri termini, se prima dell’autonomia otteniamo il passaggio dei finanziamenti dalla spesa storica ai fabbisogni reali, le Regioni del Sud ci guadagnerebbero”.

Ci sono materie che escluderebbe? “Terrei fuori la scuola sicuramente, su una materia come la formazione dei saperi se si dovessero creare più sistemi scolastici si aumenterebbe il divario tra Nord e Sud. Mi permetta una precisazione però. Il ministro Calderoli è sì un uomo del Nord, ma è anche un uomo molto intelligente. Ha già capito che senza chiudere il capitolo Lep e fabbisogni questa riforma è difficile che vada avanti. Credo che già in legge di bilancio ci sarà l’istituzione di una cabina di regia che ha il compito proprio di accelerare il processo di passaggio al regime dei fabbisogni”, sottolinea il presidente Occhiuto.

Decreto Calabria in scadenza. Occhiuto “il Governo lo proroghi di 6 mesi”

CATANZARO – “Il prossimo 10 novembre scade il cosiddetto decreto Calabria.
Il governo proroghi questo provvedimento per 6 mesi, ci servono per completare il consolidamento della struttura manageriale della sanità che ho costruito in questi mesi e per continuare con le manovre che abbiamo avviato sulle risorse umane, sull’eliminazione del precariato, e con l’opera di ricostruzione della contabilità e del debito.
Abbiamo ancora bisogno di qualche mese per far partire a pieno regime Azienda Zero, ed avere così operativa la struttura di governance della sanità regionale.
Lo stesso tempo ci serve per chiarire lo scenario economico-finanziario nel quale si muoveranno le Asp e le Ao alla fine del commissariamento, e per farlo entro il 31 dicembre completeremo la circolarizzazione come previsto dalla legge e immediatamente nei mesi successivi ne analizzeremo gli esiti anche con il contributo di altre istituzioni come la Guarda di Finanza.
Vogliamo poter chiudere bene questo scrupoloso lavoro che rappresenterà il punto di partenza della nuova stagione della sanità calabrese”.

Lo afferma in una nota Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria.

Giorgia Meloni prima donna premier in Italia. Rimonta del M5S, primo partito al Sud

COSENZA – Il centrodestra, capeggiato da Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia, vince le elezioni politiche 2022 e si prepara a governare l’Italia. Complessivamente la coalizione composta da FdI, Lega, Fi e Noi moderati raggiunge il 44,5% dei voti, sette punti in più rispetto al 37,5% del 2018. Vince nella stragrande maggioranza dei collegi uninominali di Camera e Senato.

Il centrosinistra, composto da Pd, Alleanza Verdi Sinistra, +Europa, Impegno civico, si ferma al 26,2%. Sono pochi i collegi uninominali dove prevale il centrosinistra, anche in regioni come l’Emilia Romagna e la Toscana.

Il Movimento 5 Stelle, correndo da solo, ottiene il 15,2% dei voti e vince a sorpresa in oltre dieci collegi uninominali del sud, soprattutto nel napoletano, nel palermitano e a Foggia. Rispetto al 2018, quando ebbe il 32,2%, M5s cede il 17%. La lista Azione-Iv, non presente nel 2018, ottiene il 7,7%.

Affluenza al voto in Calabria 

Crolla di circa 13 punti, dal 63,74 al 50,74%, l’affluenza definitiva in Calabria alle elezioni per il rinnovo della Camera dei deputati.

Un dato che colloca la regione in fondo alla classifica – è ultima – della partecipazione al voto tra le regioni.

A livello provinciale, quella di Cosenza è la prima per affluenza con il 52,80% contro il 66,32% del 2018. Seguono le province di Catanzaro con il 51,82% (64,64%), Vibo Valentia con il 50,71% (65,47%), Reggio Calabria con il 48,74% (60,81%) mentre l’ultima è Crotone con appena il 45,96%

Lega :”Ius soli illegittimo nello statuto comunale di Cosenza, intervenga Segretario generale”

COSENZA –  “ Con riferimento alla proposta di inserire “lo jus soli” in sede di integrazione dello statuto comunale, svi è una triplice (almeno!) violazione di legge in quanto in Italia il concetto di cittadinanza è disciplinato dalla Legge n. 91 del 5 febbraio 1992, la quale, modificata ed integrata nel tempo, disciplina tanto i modi di acquisto (in capo agli individui) che di richiesta (da parte degli stranieri) della cittadinanza, per cui, in ragione del principio della gerarchia delle fonti, non è data la facoltà di derogare la legge con altro atto e/o norma di rango inferiore Lo afferma l’avvocato Pio De Micieli De Biasi dirigente cittadino della Lega di Cosenza. Trattandosi di cittadini extra Ue (si badi bene!), – dice l’esponente della Lega – la proposta comunale non tiene in alcun conto del necessario vincolo derivante dal regime di reciprocità rispetto agli ordinamenti degli stati esteri coinvolti; invero, in caso di “stranieri”, la principale norma italiana di riferimento è l’articolo 16 delle Disposizioni sulla legge in generale (le cosiddette “preleggi”), approvate con R.D. n. 262 del 16 marzo 1942, che dispone che “”Lo straniero è ammesso a godere dei diritti civili attribuiti al cittadino a condizione di reciprocità e salve le disposizioni contenuti in leggi speciali. Questa disposizione vale anche per le persone giuridiche straniere”.

Peraltro, la giurisprudenza stessa definisce il principio di reciprocità quale “condizione di efficacia della norma che attribuisce un diritto allo straniero”, specificando ulteriormente che la reciprocità rileva “non come fondamento del diritto, bensì come condizione di efficacia della suddetta norma” (Cass. SS.UU. Sent. 18 marzo 1999 n. 147); Invitiamo – continua l’avv. De Biasi – il segretario generale del comune a bloccare l’approvazione di una delibera consiliare palesemente illegittima che ci costringerebbe a rivolgerci all’autorità giudiziaria amministrativa con un aggravio di spese per la collettività. Su questo punto abbiamo impegnato il nostro capogruppo regionale, Simona Loizzo, ad assumere tutte le iniziative più opportune, così come la consulta cittadina del partito. Assurdo anche prefigurare l'opzione dei cittadini minori onorari, come se il consiglio comunale fosse una sede legislativa nazionale. Il nostro appello al segretario generale – conclude la nota – non è sul merito ma sulla sostanza :inserire atti illegittimi nello Statuto sarebbe un vulnus per la tradizione giuridica della città.

Ribaltone Catanzaro: Nicola Fiorita è il nuovo sindaco. Ad Acri confermato Capalbo, Politano vince a Paola

CATANZARO – Catanzaro cambia colore: dopo la lunga era targata Franco Abramo, e contro il pronostico condizionato dal primo turno, il nuovo sindaco eletto è Nicola Fiorita, candidato del centrosinistra (espressione dell’alleanza PD – Movimento 5 stelle, oltre che di alcune liste civiche). In suo favore si sono espressi 17.823 elettori, per 58,24% degli aventi diritto al voto.

53 anni, Fiorita – che al primo turno aveva riportato il 31,71% – insegna Diritto canonico ed ecclesiastico all’Università della Calabria. Ha battuto Valerio Donato, appoggiato dalla coalizione del centrodestra, 63 anni, ordinario di Diritto privato all’università Magna Graecia di Catanzaro ed avvocato patrocinante in Cassazione, che ha avuto 12.778 preferenze (41,76%). Al primo turno aveva ottenuto il 44,01%.

AD ACRI IL CAPALBO BIS

Operazioni di scrutinio un po’ più lente nel cosentino dove il turno di ballottaggio interessava le città di Acri e Paola.

Nel comune presilano si registra la riconferma di Pino Capalbo (candidato del centrosinistra, incluse i simboli del Pd, ArticoloUno, PSI e Azione) che, al netto del fisiologico calo dei votanti, ha ottenuto il 51,89% delle preferenze (5.185 voti). 49 anni, avvocato, Pino Capalbo è il primo sindaco rieletto per la seconda volta consecutiva nella storia di Acri. Recupera terreno rispetto alla forbice del primo turno, ma si ferma al 48,11% circa, lo sfidante natale Zanfini (appoggiato dall’area del centrodestra). Per lui 4.580 voti e numeri maggiormente lusinghieri nelle periferie.

Infine Paola premia il giovane Giovanni Politano che vince su Emira Ciodaro (3.543 preferenze su 3.271). Per lui il 52% dei voti degli aventi diritto.

 

 

Acri, Pino Capalbo sulla composizione del neo Consiglio comunale

ACRI (CS) – «Per chiarezza, e per evitare di offendere l’intelligenza dei cittadini acresi, ritengo doveroso delucidare che la composizione del Consiglio comunale si è cristallizzata al primo turno, con le percentuali per le liste desumibili dal sito del Ministero dell’Interno (liste Capalbo 51,64%; liste Zanfini 39,54%; liste Cofone 8,82%). Avendo le liste di Capalbo superato il 51,64%, le stesse costituiscono maggioranza della compagine consiliare con 9 seggi». Così Pino Capalbo, Primo cittadino uscente e nuovamente candidato sindaco di Acri  a poco più di una settimana dal turno di ballottaggio. Capalbo chiarisce quindi che «l’eventuale apparentamento tra le liste di Zanfini e quelle di Cofone non incide su questo dato ormai consolidato, ma sulla distribuzione degli otto seggi spettanti a Zanfini e Cofone con distribuzione degli stessi non tra sei ma otto liste; a perdere un Consigliere potrebbe essere una delle liste di Zanfini a vantaggio di quelle di Cofone, ma mai si potrà sovvertire l’esito delle urne÷.
Sempre sul prossimo confronto diretto con il candidato Natale Zanfini, Capalbo prosegue: «La legge prevede che – si legge nella nota pubblicata su Facebook – il Consiglio venga eletto al primo turno, per cui facendo la suddivisione secondo il metodo D’Hondt, attualmente si avrebbe questo risultato: 9 coalizione Capalbo (8 più il candidato sindaco); 7 coalizione Zanfini (6 più il candidato sindaco); 1 coalizione Cofone (candidato sindaco). Il legislatore ha previsto un “premio di maggioranza” alla coalizione vincente, se l’altra coalizione non ha superato il 50% al primo turno e se ha superato il 40% dei voti, cosa che solo Capalbo può ottenere in quanto ha superato il 40%: nessuna altra coalizione al primo turno ha superato il 50% tranne la sua».
«La coalizione di Zanfini – conclude – ha superato il 40% al primo turno, ma non può avere il “premio di maggioranza” perché la coalizione di Capalbo al primo turno ha superato il 50%.

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Elezioni amministrative nel cosentino: ecco i sindaci eletti. Acri e Paola al ballottaggio

COSENZA –  Rinnovo del consiglio comunale per 25 comuni della provincia di Cosenza. A Cellara è stato eletto Vincenzo Conte, mentre a Panettieri l’uscente SalvatoreParrotta così come A San Vincenzo La Costa dove sarà sindaco l’uscente Gregorio Iannotta. A Patropaola il sindaco vincente è Manuela Lobonio mentre a Saracena la vittoria va a Renzo Russo, a Trebisacce Alex Aurelio a San Sosti Vincenzo De Marco e a Plataci Giuseppe Stamati. Fagnano Castello vede a capo della nuova giunta Comunale Raffaele Giglio, a Longobucco Giovanni Pirillo e a Lungro Carmine Ferraro. A Luzzi primo cittadino Umberto Federico. 

Quorum non raggiunto a Carolei con un solo candidato sindaco (Francesco De Luca) e un’affluenza degli aventi diritti al voto che rimane ferma al 29,87% c

Ad Acri, dopo un iniziale testa a testa tra il sindaco uscente Pino Capalbo (di area centrosinistra) e Natale Zanfini, medico ed ex consigliere e assessore comunale supportato da sei liste civiche, si è materializzato comunque il ballottaggio. Situazione più complessa a Paola dove tra cinque candidati sono tre gli sfidanti rimasti a correre nella staffetta alla poltrona Emira Ciodaro, Roberto Perrotta e Giovanni Politano. Praia a Mare elegge sindaco Antonino De Lorenzo mentre San Lucido consegna la fascia tricolore a Cosimo De Tommaso, già sindaco prima del commissariamento del comune.

E ancora Belvedere Marittimo il sindaco è Vincenzo Cascino mentre a Belsito conquista la poltrona Elvira Cozza

Ad Amantea vince Vincenzo Pellegrino con quasi il 60% dei voti, mentre a Luzzi l’uscente Federico si colloca attorno al 48% sorpassato da Oscar Durante. A Longobucco Pirillo è il nuovo sindaco per una manciata di voti. Gli altri sindaci eletti, invece, sono a Carpanzano con Valerio Vigliaturo mentre a Castroreggio è stato eletto sindaco Alessandro Adduci con l’80,38 delle preferenze. A Lungro il nuovo sindaco è Carmine Ferraro con il 52,62% delle preferenze. Ad Aiello Calabro vince Luca Lepore con il 50,72% mentre a Mormanno è un vero plebiscito per Paolo Pappaterra che superal’80% delle preferenze. A Marzi il sindaco è Pietro Tucci con il 51,20% dei voti. Sul Tirreno cosentino il nuovo primo cittadino di Praia a Mare è Antonino De Lorenzo con oltre il 60% delle preferenze.

 

Ballottaggio Acri – Paola

Sindaco Acri: al ballottaggio: Pino Capalbo e Natale Zanfini
35 sezioni scrutinate su 35 Acri:

% CANDIDATO

PINO CAPALBO: 49,60 %
NATALE ZANFINI: 39,72 %

ANGELO GIOVANNI COFONE:  10,68 %

Paola: al ballottaggio: Emira Ciodaro e Giovanni Politano
17 sezioni scrutinate su 17 Paola

% CANDIDATO

EMIRA CIODARO:  27,55 %

GIOVANNI POLITANO: 25,71 %

ROBERTO PERROTTA: 25,16 %

ANDREA SIGNORELLI: 14,52 %
PAOLO ALAMPI: 7,06 %