A Cariati la magia lounge del Kamary ad arricchire l’appeal turistico della città

CARIATI (CS) – Si arricchisce l’appeal complessivo della cittadella fortificata di Cariati. Alla ristorazione tradizionale, alle botteghe di artigianato, al gelato più rinomato, alla diffusa rete di ricettività diffusa e di qualità dei B&B (una delle prime e più estese della Calabria), al patrimonio architettonico ed alla motilità sostenibile (riuscendosi a fare tutto a piedi nel centro storico, compreso scendere alle spiagge sotto le mura!), si aggiunge, adesso, anche l’atmosfera lounge e l’originale proposta di quello che si appresta a diventare un nuovo riferimento, non solo estivo, per i residenti e per l’ospite: il KAMARY GLAMOUR VILLE.

 Incastonato proprio sotto le mura quattrocentesche della cittadella medioevale di Cariati, il Risto Grill Pizza Lounge & Live Musicrappresenta la nuova scommessa imprenditoriale dei fratelli Catullo e Maria MAZZONE. Un progetto ed una sfida culturale, più che una semplice nuova apertura! Un’idea, con radici e visione, che ambisce a diventare, non solo simbolicamente, la nona torre sullo ionio del centro storico più prossimo, quasi contiguo, al mare che si conosca in Calabria.

 Del resto ci sono già tutti gli ingredienti che fanno del KAMARY un’intuizione geniale e che emoziona. Anzi tutto la storia. La grande Storia, quella che dalle incursioni saracene in poi lascia in eredità a Cariati un gioiello unico: le otto torri sullo ionio cinte da mura pressoché intatte. Con panorami mozzafiato al tramonto ed all’alba e con le sensazioni che solo il fascino del Tempo, misurato dal cirotano Luigi LILIO, sa offrire a chi sa e vuole riceverle. Ed è esattamente in questa cornice di ispirazioni e corrispondenze che apre il KAMARY, secondogenito di una fantasia creativa e di un impegno sul territorio che vanta già otto anni di innovazioni e successi con il più noto complesso balneare e DISCOTECA BAIA DE PUNTA, a Cirò Marina, riferimento estivo del litorale crotonese e cosentino. L’esperienza è quella: innovazione nella proposta di servizi turistici e attenzione, quasi maniacale, alle sensazioni uniche da condividere con l’ospite.

 Il KAMARY vuole essere, dal centro storico di Cariati, una scommessa sul food identitario di qualità e sull’atmosfera lounge, in un cocktail di storia e paesaggio da respirare e da vivere.

 Con i suoi oltre 60 posti a sedere e la sua terrazza mozzafiato sullo ionio, e con alle spalle l’imponente cinta muraria risalente a prima dell’anno 1000, il KAMARY GLAMOUR VILLE propone infatti all’ospite anzi tutto un’atmosfera unica, autentica, magica. Con musica d’ascolto per godere del paesaggio. Con un arredamento essenziale (sulla stessa scia del Baia de Punta) ed ispirato all’arte del riciclo. Con una buona selezione di vini calabresi e piatti della memoria preparati con passione dallo Chef ROSARIO, rigorosamente alla giornata, dopo il suo tradizionale tour tra le pescherie. Dall’aperitivo alla cena, dalla carne al pesce entrambi alla griglia, la proposta enogastronomica è autentica, degna di questo vero e proprio luogo dell’anima e quindi destinata ad emozionare.

Convegno Cimo-Asmd: “La responsabilità medica nella società che cambia”

CATANZARO – Sul tema “La responsabilità medica nella società che cambia”, si è svolto un importante convegno regionale organizzato dal sindacato dei medici-dirigenti aderenti alla Catanzaro, 14 giugno 2014 – Sul tema  Cimo-Asm”, si è svolto un importante convegno regionale organizzato dal sindacato dei medici-dirigenti aderenti alla Cimo-Asmd (Coordinamento Italiano Medici Ospedalieri – Associazione Sindacale Medici Dirigenti), per approfondire l’argomento alla luce delle novità introdotte dalla legge Balduzzi con la quale il legislatore ha inteso rivedere alcuni aspetti riguardanti la materia della colpa penale, al fine di snellire il contenzioso giudiziario. Le due sessioni di studio sono state precedute da alcuni interventi che hanno tracciato un quadro delle attuali procedure in materia di responsabilità medica e offerto spunti di riflessione sulle questioni da risolvere. 
Per il presidente Cimo-Asmd, Dott. Riccardo Cassi, il convegno ha dato l’opportunità di “porre sempre di più l’attenzione su un problema che ormai è esploso da anni e che adesso non è più sotto controllo”. “Sto parlando della responsabilità del medico – ha proseguito Cassi – noi abbiamo un sistema arcaico che non tiene conto dell’evoluzione della medicina, per cui a differenza di altri Paesi dove ci sono procedure più rapide e più semplici, questo sistema da noi soffre di ritardi cronici della magistratura per arrivare ad una definizione della questione, alla ricerca della colpa di qualcuno e per poter indennizzare il cittadino. In molti altri sistemi l’indennizzo al cittadino prescinde da una effettiva colpa riconosciuta, perché ci sono degli eventi, dei danni, che non sono eliminabili. Troppo spesso si ricorre al procedimento penale, quando si tratta di procedimenti civili, noi non vogliamo con questo escludere il medico da ogni controllo, però noi abbiamo troppe cause per comportamenti di malpractice che invece si riferiscono soltanto a situazioni che non sono configurabili come reati. Quindi andrebbe fatta veramente una riforma, sono anni che se ne parla, ci sono tanti disegni di legge fermi nel Parlamento. Viene calcolato in circa 14 miliardi il costo della medicina difensiva, cioè di quei comportamenti per i quali vengono chiesti più esami o non vengono fatte determinate procedure, che ovviamente non sono comportamenti corretti. D’altra parte se c’è un evento avverso, si avvia un procedimento e partono decine di avvisi di garanzia nei confronti di persone, di medici dei quali si sa già che non ci sarebbero responsabilità. Il medico si trova così sottoposto a procedimento che dura anche anni e che modifica il suo modo di approcciarsi al lavoro nei tempi successivi. Io conosco medici che dopo aver ricevuto un avviso di garanzia si sono rifiutati di entrare in sala operatoria o ci entrano con paure e timore, salta il rapporto medico paziente, quindi è tutto un sistema che va cambiato. Va cambiato anche il sistema assicurativo, tutte le maggiori compagnie italiane sono fuggite dal campo, ormai sono due o tre compagnie straniere, alcune serie, ma altre non affidabili, per cui c’è il rischio che, non solo il medico si troverà a pagare con il proprio patrimonio, ma soprattutto che il cittadino tarderà ad avere l’indennizzo. Il problema non è più rinviabile, dei ben sette disegni di legge alla Camera, si dovrebbe fare in tempi brevi un testo unico. Noi stiamo sensibilizzando i medici su quali condotte adottare, ben sapendo che non è tutta colpa del sistema, ma anche di situazioni comportamentali e c’è un’altra cosa che noi non riusciamo a fare decollare in Italia, ed è la così detta prevenzione del rischio. Ormai in tutti i paesi ci sono queste unità di prevenzione del rischio che fanno indagini sugli errori, perché la cosa principale è prevenirli, molte volte non è un errore di un singolo, deriva da procedure organizzative non corrette, da mancanza d’informazione, quante volte si legge dello scambio, o esami fatti male, o qualcuno che viene operato dalla parte sbagliata, questi sono eventi che verrebbero facilmente evitati se venissero analizzati perché avvengano correttamente e si attivassero procedure per sostituirli, ma  è chiaro che se io segnalo di avere sbagliato e questo mi comporta una denuncia, io cerco di non farlo. Quindi questo è un settore che va riformato, ma in maniera drastica, non per rendere il medico indenne dalla colpa, ma intanto per risarcire prima il cittadino, in un anno invece che in dieci, ristabilire un rapporto corretto tra cittadino e medico, ma anche perché la struttura sanitaria, nel suo insieme, faccia risparmiare soldi al servizio nazionale.
Il dottore Guido Quici,  vice presidente Cimo, ha dichiarato che “La responsabilità medica è un problema abbastanza vecchio è va risolto, anche perché in un periodo in cui si cercano risorse e non si trovano, per esempio abbattere i costi della medicina difensiva è molto importante, perché sono stimati in circa 12/14 miliardi di euro l’anno, è sono veramente tanti soldi, per fare questo bisogna cambiare radicalmente il concetto di colpa medica e risarcimenti adottando un sistema completamente diverso da quello di adesso. In alcuni paesi europei è la struttura che assicura il medico, questo sistema garantisce che il medico partecipi fattivamente ai così detti casi di risk management”. “E’ necessario – ha spiegato Quici – che il medico denunci tutte le cose che non funzionano e in cui può aver sbagliato, perché questo consenta di migliorare l’organizzazione e il servizio. E’ necessario che il medico denunci tutte le cose che non funzionano in cui può aver sbagliato, in cui le cose potevano andare male, perché questo consente di migliorare l’organizzazione e il servizio. Per fare questo ovviamente deve essere garantito dal punto di vista assicurativo, questo anche nell’interesse del paziente danneggiato, che è molto più tutelato con questo sistema, perché non dovendo ricorrere necessariamente al tribunale, i risarcimenti avvengono in maniera molto più rapida e sono erogati direttamente dall’ente in cui il medico lavora. Quello che sembrerebbe essere un costo a cario del pubblico, cioè il risarcimento del paziente danneggiato,  in realtà non è un costo, ma è un guadagno, perché in tal modo si consentirebbe di ridurre i costi per la medicina difensiva e per esami costosi e inutili prescritti nel timore che un magistrato chieda conto  di quello che è stato fatto. Con questo sistema ci guadagnerebbero più o meno tutti, ci guadagnerebbero i pazienti, ci guadagnerebbero i medici e ci guadagnerebbe anche il servizio sanitario nazionale”.
“La formazione per il medico ora è diventata un obbligo – ha affermato il dottore Alberto Catalano,  Presidente S.P.E.ME. (Societa’ per la Promozione dell’Educazione Medica) – infatti con l’istituzione della formazione continua in medicina, ogni medico deve acquisire nel corso dell’anno circa 50 credi formativi. E’ chiaro che se noi vediamo il discorso della formazione come un aspetto puramente formale e burocratico, allora perde molto di significato, invece dobbiamo vederlo come un momento importante di crescita culturale”. Ha dichiarato inoltre Catalano che “Dal punto di vista della responsabilità è necessario che il medico conosca bene questi problemi, perché purtroppo al giorno d’oggi la conflittualità e il contenzioso che si apre quotidianamente aumenta costantemente e lo vediamo anche attraverso la pubblicità in cui addirittura le persone vengono spinte ad aprire contenziosi contro i medici, allora è bene che il medico conosca bene i suoi compiti le sue responsabilità anche per evitare che poi si ricada nella medicina difensiva. La formazione, quindi, da una parte serve proprio a consentire un progresso scientifico dal punto di vista della competenza professionale, ecco perché gli anni scorsi la Cimo decise di costruire questa società scientifica di cui io sono il presidente in carica e ci ha messo nelle condizioni di offrire ai colleghi un servizio ulteriore che è quello proprio della formazione.  E’ importante che il medico sappia bene che la linee guida sono l’indicazione di un percorso, una forma di aiuto sicuramente, ma non devono rappresentare una gabbia entro cui muoversi o un’assicurazione contro le responsabilità, perché comunque la scelta rimane sempre in capo al medico, il codice deontologico dei medici è uno strumento superiore alle linee guida”.
All’incontro di Lamezia Terme è intervenuto il presidente del Consiglio regionale della Calabria Francesco Talarico che ha ringraziato gli organizzatori dell’evento perché “questi momenti d’incontro offrono un contributo per il confronto e il miglioramento professionale, che è fondamentale per affrontare le nuove sfide della professione del medico”. Talarico ha spiegato che “la Calabria è una regione che è stata commissariata fin dall’inizio della nostra legislatura, quindi dal primo giorno dell’insediamento nel 2010, e per questo sottoposti al Piano di rientro. E questo ha pesato molto sulla nostra autonomia, perché anche se le Regioni hanno la delega all’organizzazione sanitaria, noi non abbiamo avuto un’autonomia chiara e netta, ma condizionata e sottoposta al continuo confronto col Tavolo Massicci”. “La parola d’ordine dal primo giorno in cui siamo arrivati è stata risparmio e contenimento della spesa – ha proseguito Talarico – la spesa si aggirava intorno ai 250 milioni l’anno e per questo si accumulavano debiti. Questo trend è andato via via riducendosi e questa è la testimonianza dei grandi sacrifici che abbiamo fatto in questi anni”.
Il direttore generale dell’Asp di Catanzaro Dott. Gerardo Mancuso ha posto l’attenzione sul sistema di riorganizzazione sanitaria che si è attuato in Calabria. “Da tempo nei Paesi anglosassoni e solo da poco nel nostro Paese è stata imboccata la strada del pragmatismo, cioè una visione di assistenza sanitaria che viene disegnata attorno al cittadino e quindi di prossimità. Questo concetto di prossimità da noi non si è sviluppato adeguatamente, infatti abbiamo un sistema sanitario sovradimensionato, che è quello dell’assistenza ospedaliera e specialistica. Da qui la necessità di organizzazione il sistema sanitario, che sta avvenendo attraverso uno strumento straordinario, che è quello del Piano di rientro. Strumento, quest’ultimo, che è stato messo in campo esclusivamente per controllare la spesa e che si è rilevato poco funzionale rispetto alle esigenze vere, cioè quelle di migliorare l’assistenza sanitaria”. “Il piano di rientro – ha proseguito Mancuso – ha un unico obiettivo, quello di ridurre la spesa. Ma questa spesa fino a quanto possiamo ridurla? Se la riduzione è data dal blocco del turnover e dalla spesa farmaceutica, allora dal prossimo anno la Regione Calabria  aumenterà la spesa, perchè si sbloccherà il turnover e così come cambierà la spesa farmaceutica: nell’Asp di Catanzaro abbiamo ridotto la spesa farmaceutica del 20%, però nel prossimo futuro questa spesa dovrà aumentare”. Mancuso ha inoltre rilevato che alcuni economisti sostengono che il Piano di rientro “sarà strutturato non solo nelle 10 Regioni già soggette a questo controllo della spesa, ma anche nelle altre Regioni”. E questo perché “c’è un altro elemento che condiziona la spesa sanitaria: ed è la mobilità passiva. Ecco perché l’unico modo per cambiare strutturalmente la sanità è puntare su competenza e professionalità del medico. Molte strutture sanitarie emergono per la presenza dei medici e non per la presenza dell’organizzazione”. Il direttore generale dell’Asp ha poi parlato del blocco del turnover che sta provocando difficoltà in molte strutture. “La nostra Regione deve avere al più presto lo sblocco del turnover – ha affermato Mancuso –  altrimenti tutti gli ospedali andranno in default nel mese di luglio e agosto. Anche se questo strumento non è sufficiente a risolvere il problema: la Regione infatti deve decidere quanti ospedali mettere su e quanti mantenere. Da noi servono meno ospedali ma buoni, con un’organizzazione funzionale, anche perché non conviene a nessuno lavorare in un ospedale pericoloso sotto il profilo di mancanza di mezzi e di risorse umane”.  (Coordinamento Italiano Medici Ospedalieri – Associazione Sindacale Medici Dirigenti), per approfondire l’argomento alla luce delle novità introdotte dalla legge Balduzzi con la quale il legislatore ha inteso rivedere alcuni aspetti riguardanti la materia della colpa penale, al fine di snellire il contenzioso giudiziario. Le due sessioni di studio sono state precedute da alcuni interventi che hanno tracciato un quadro delle attuali procedure in materia di responsabilità medica e offerto spunti di riflessione sulle questioni da risolvere.
Per il presidente Cimo-Asmd, Dott. Riccardo Cassi, il convegno ha dato l’opportunità di “porre sempre di più l’attenzione su un problema che ormai è esploso da anni e che adesso non è più sotto controllo”. “Sto parlando della responsabilità del medico – ha proseguito Cassi – noi abbiamo un sistema arcaico che non tiene conto dell’evoluzione della medicina, per cui a differenza di altri Paesi dove ci sono procedure più rapide e più semplici, questo sistema da noi soffre di ritardi cronici della magistratura per arrivare ad una definizione della questione, alla ricerca della colpa di qualcuno e per poter indennizzare il cittadino. In molti altri sistemi l’indennizzo al cittadino prescinde da una effettiva colpa riconosciuta, perché ci sono degli eventi, dei danni, che non sono eliminabili. Troppo spesso si ricorre al procedimento penale, quando si tratta di procedimenti civili, noi non vogliamo con questo escludere il medico da ogni controllo, però noi abbiamo troppe cause per comportamenti di malpractice che invece si riferiscono soltanto a situazioni che non sono configurabili come reati. Quindi andrebbe fatta veramente una riforma, sono anni che se ne parla, ci sono tanti disegni di legge fermi nel Parlamento. Viene calcolato in circa 14 miliardi il costo della medicina difensiva, cioè di quei comportamenti per i quali vengono chiesti più esami o non vengono fatte determinate procedure, che ovviamente non sono comportamenti corretti. D’altra parte se c’è un evento avverso, si avvia un procedimento e partono decine di avvisi di garanzia nei confronti di persone, di medici dei quali si sa già che non ci sarebbero responsabilità. Il medico si trova così sottoposto a procedimento che dura anche anni e che modifica il suo modo di approcciarsi al lavoro nei tempi successivi. Io conosco medici che dopo aver ricevuto un avviso di garanzia si sono rifiutati di entrare in sala operatoria o ci entrano con paure e timore, salta il rapporto medico paziente, quindi è tutto un sistema che va cambiato. Va cambiato anche il sistema assicurativo, tutte le maggiori compagnie italiane sono fuggite dal campo, ormai sono due o tre compagnie straniere, alcune serie, ma altre non affidabili, per cui c’è il rischio che, non solo il medico si troverà a pagare con il proprio patrimonio, ma soprattutto che il cittadino tarderà ad avere l’indennizzo. Il problema non è più rinviabile, dei ben sette disegni di legge alla Camera, si dovrebbe fare in tempi brevi un testo unico. Noi stiamo sensibilizzando i medici su quali condotte adottare, ben sapendo che non è tutta colpa del sistema, ma anche di situazioni comportamentali e c’è un’altra cosa che noi non riusciamo a fare decollare in Italia, ed è la così detta prevenzione del rischio. Ormai in tutti i paesi ci sono queste unità di prevenzione del rischio che fanno indagini sugli errori, perché la cosa principale è prevenirli, molte volte non è un errore di un singolo, deriva da procedure organizzative non corrette, da mancanza d’informazione, quante volte si legge dello scambio, o esami fatti male, o qualcuno che viene operato dalla parte sbagliata, questi sono eventi che verrebbero facilmente evitati se venissero analizzati perché avvengano correttamente e si attivassero procedure per sostituirli, ma  è chiaro che se io segnalo di avere sbagliato e questo mi comporta una denuncia, io cerco di non farlo. Quindi questo è un settore che va riformato, ma in maniera drastica, non per rendere il medico indenne dalla colpa, ma intanto per risarcire prima il cittadino, in un anno invece che in dieci, ristabilire un rapporto corretto tra cittadino e medico, ma anche perché la struttura sanitaria, nel suo insieme, faccia risparmiare soldi al servizio nazionale.
Il dottore Guido Quici,  vice presidente Cimo, ha dichiarato che “La responsabilità medica è un problema abbastanza vecchio è va risolto, anche perché in un periodo in cui si cercano risorse e non si trovano, per esempio abbattere i costi della medicina difensiva è molto importante, perché sono stimati in circa 12/14 miliardi di euro l’anno, è sono veramente tanti soldi, per fare questo bisogna cambiare radicalmente il concetto di colpa medica e risarcimenti adottando un sistema completamente diverso da quello di adesso. In alcuni paesi europei è la struttura che assicura il medico, questo sistema garantisce che il medico partecipi fattivamente ai così detti casi di risk management”. “E’ necessario – ha spiegato Quici – che il medico denunci tutte le cose che non funzionano e in cui può aver sbagliato, perché questo consenta di migliorare l’organizzazione e il servizio. E’ necessario che il medico denunci tutte le cose che non funzionano in cui può aver sbagliato, in cui le cose potevano andare male, perché questo consente di migliorare l’organizzazione e il servizio. Per fare questo ovviamente deve essere garantito dal punto di vista assicurativo, questo anche nell’interesse del paziente danneggiato, che è molto più tutelato con questo sistema, perché non dovendo ricorrere necessariamente al tribunale, i risarcimenti avvengono in maniera molto più rapida e sono erogati direttamente dall’ente in cui il medico lavora. Quello che sembrerebbe essere un costo a cario del pubblico, cioè il risarcimento del paziente danneggiato,  in realtà non è un costo, ma è un guadagno, perché in tal modo si consentirebbe di ridurre i costi per la medicina difensiva e per esami costosi e inutili prescritti nel timore che un magistrato chieda conto  di quello che è stato fatto. Con questo sistema ci guadagnerebbero più o meno tutti, ci guadagnerebbero i pazienti, ci guadagnerebbero i medici e ci guadagnerebbe anche il servizio sanitario nazionale”.
“La formazione per il medico ora è diventata un obbligo – ha affermato il dottore Alberto Catalano,  Presidente S.P.E.ME. (Societa’ per la Promozione dell’Educazione Medica) – infatti con l’istituzione della formazione continua in medicina, ogni medico deve acquisire nel corso dell’anno circa 50 credi formativi. E’ chiaro che se noi vediamo il discorso della formazione come un aspetto puramente formale e burocratico, allora perde molto di significato, invece dobbiamo vederlo come un momento importante di crescita culturale”. Ha dichiarato inoltre Catalano che “Dal punto di vista della responsabilità è necessario che il medico conosca bene questi problemi, perché purtroppo al giorno d’oggi la conflittualità e il contenzioso che si apre quotidianamente aumenta costantemente e lo vediamo anche attraverso la pubblicità in cui addirittura le persone vengono spinte ad aprire contenziosi contro i medici, allora è bene che il medico conosca bene i suoi compiti le sue responsabilità anche per evitare che poi si ricada nella medicina difensiva. La formazione, quindi, da una parte serve proprio a consentire un progresso scientifico dal punto di vista della competenza professionale, ecco perché gli anni scorsi la Cimo decise di costruire questa società scientifica di cui io sono il presidente in carica e ci ha messo nelle condizioni di offrire ai colleghi un servizio ulteriore che è quello proprio della formazione.  E’ importante che il medico sappia bene che la linee guida sono l’indicazione di un percorso, una forma di aiuto sicuramente, ma non devono rappresentare una gabbia entro cui muoversi o un’assicurazione contro le responsabilità, perché comunque la scelta rimane sempre in capo al medico, il codice deontologico dei medici è uno strumento superiore alle linee guida”.
All’incontro di Lamezia Terme è intervenuto il presidente del Consiglio regionale della Calabria Francesco Talarico che ha ringraziato gli organizzatori dell’evento perché “questi momenti d’incontro offrono un contributo per il confronto e il miglioramento professionale, che è fondamentale per affrontare le nuove sfide della professione del medico”. Talarico ha spiegato che “la Calabria è una regione che è stata commissariata fin dall’inizio della nostra legislatura, quindi dal primo giorno dell’insediamento nel 2010, e per questo sottoposti al Piano di rientro. E questo ha pesato molto sulla nostra autonomia, perché anche se le Regioni hanno la delega all’organizzazione sanitaria, noi non abbiamo avuto un’autonomia chiara e netta, ma condizionata e sottoposta al continuo confronto col Tavolo Massicci”. “La parola d’ordine dal primo giorno in cui siamo arrivati è stata risparmio e contenimento della spesa – ha proseguito Talarico – la spesa si aggirava intorno ai 250 milioni l’anno e per questo si accumulavano debiti. Questo trend è andato via via riducendosi e questa è la testimonianza dei grandi sacrifici che abbiamo fatto in questi anni”.
Il direttore generale dell’Asp di Catanzaro Dott. Gerardo Mancuso ha posto l’attenzione sul sistema di riorganizzazione sanitaria che si è attuato in Calabria. “Da tempo nei Paesi anglosassoni e solo da poco nel nostro Paese è stata imboccata la strada del pragmatismo, cioè una visione di assistenza sanitaria che viene disegnata attorno al cittadino e quindi di prossimità. Questo concetto di prossimità da noi non si è sviluppato adeguatamente, infatti abbiamo un sistema sanitario sovradimensionato, che è quello dell’assistenza ospedaliera e specialistica. Da qui la necessità di organizzazione il sistema sanitario, che sta avvenendo attraverso uno strumento straordinario, che è quello del Piano di rientro. Strumento, quest’ultimo, che è stato messo in campo esclusivamente per controllare la spesa e che si è rilevato poco funzionale rispetto alle esigenze vere, cioè quelle di migliorare l’assistenza sanitaria”. “Il piano di rientro – ha proseguito Mancuso – ha un unico obiettivo, quello di ridurre la spesa. Ma questa spesa fino a quanto possiamo ridurla? Se la riduzione è data dal blocco del turnover e dalla spesa farmaceutica, allora dal prossimo anno la Regione Calabria  aumenterà la spesa, perchè si sbloccherà il turnover e così come cambierà la spesa farmaceutica: nell’Asp di Catanzaro abbiamo ridotto la spesa farmaceutica del 20%, però nel prossimo futuro questa spesa dovrà aumentare”. Mancuso ha inoltre rilevato che alcuni economisti sostengono che il Piano di rientro “sarà strutturato non solo nelle 10 Regioni già soggette a questo controllo della spesa, ma anche nelle altre Regioni”. E questo perché “c’è un altro elemento che condiziona la spesa sanitaria: ed è la mobilità passiva. Ecco perché l’unico modo per cambiare strutturalmente la sanità è puntare su competenza e professionalità del medico. Molte strutture sanitarie emergono per la presenza dei medici e non per la presenza dell’organizzazione”. Il direttore generale dell’Asp ha poi parlato del blocco del turnover che sta provocando difficoltà in molte strutture. “La nostra Regione deve avere al più presto lo sblocco del turnover – ha affermato Mancuso –  altrimenti tutti gli ospedali andranno in default nel mese di luglio e agosto. Anche se questo strumento non è sufficiente a risolvere il problema: la Regione infatti deve decidere quanti ospedali mettere su e quanti mantenere. Da noi servono meno ospedali ma buoni, con un’organizzazione funzionale, anche perché non conviene a nessuno lavorare in un ospedale pericoloso sotto il profilo di mancanza di mezzi e di risorse umane”.

Soppressione linea Lamezia T. – Catanzaro L., la rabbia del sindaco Gianni Speranza

LAMEZIA TERME (CZ) – Il sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza, dopo aver appreso della decisione compiuta dalla giunta regionale di cancellare i treni della fascia jonica e la linea ferroviaria Lamezia Terme-Catanzaro Lido, ha scritto alla Regione e al ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi.

“È veramente allucinante – ha detto il sindaco Speranza – quello che sta accadendo in Calabria. La Regione, con una delle ultime delibere adottate, ha soppresso i treni della fascia jonica e ha completamente eliminato il collegamento tra Lamezia Terme e Catanzaro Lido. Si tratta di collegamenti vitali per tutta la popolazione calabrese: cittadini, pendolari, lavoratori e turisti che ne hanno sempre usufruito per gli spostamenti nella regione. Una decisione gravissima e preoccupante che avrà inevitabilmente conseguenze negative, tra le quali l’isolamento di molti comuni che verranno tagliati fuori. Una scelta irragionevole compiuta oltretutto in un periodo dell’anno, la stagione estiva, importante per la mobilità dell’intera regione e che avrà sicuramente forti ripercussioni economiche. Colpire i trasporti è paradossale in una regione come la Calabria, un territorio vasto che ha enormi carenze infrastrutturali e trasporti spesso inadeguati rispetto ai bisogni della cittadinanza. I disagi, dopo quest’illogica operazione di spending review, realizzata per l’ennesima volta sulla pelle dei cittadini, saranno ancora maggiori anche perché il traffico si concentrerà su strade spesso malconce e precarie. Mi appello pertanto alla Regione Calabria che ha deliberato il taglio in questione e al ministro dei Trasporti affinché vengano subito presi seri provvedimenti di ripristino delle tratte e di una linea ferroviaria essenziale che congiunge Lamezia, centro nevralgico della regione, al capoluogo calabrese. Faremo di tutto, insieme agli altri sindaci calabresi, per contrastare questa scelta”.

Sbarchi dalla Siria: 288 migranti giunti a Reggio Calabria

REGGIO CALABRIA – Nella serata di ieri sono giunti nel porto di Reggio Calabria, a bordo di due motovedette della guardia costiera e di una della guardia di finanza, 288 migranti che hanno detto di venire dalla Siria, soccorsi al largo della costa calabrese. Tra i migranti ci sono 140 minori, alcuni dei quali in tenera età e 34 donne.

Le loro condizioni sono globalmente buone e sono stati trasferiti in una struttura per . Solo per un migrante cardiopatico, è stato necessario ricorrere al ricovero in ospedale a scopo precauzionale.

Assessore Caligiuri chiede al Ministero dell’Istruzione riunione in Calabria su investimenti e sicurezza edifici

CATANZARO – L’ Assessore Regionale alla Cultura della Regione Calabria Mario Caligiuri – informa una nota dell’ufficio stampa – ha chiesto alla competente Direzione del Ministero della Pubblica Istruzione di indire una riunione in Calabria per fine mese con i dirigenti scolastici della Regione per fare il punto sullo stato di attuazione degli investimenti regionali sulla sicurezza degli edifici e le dotazioni tecnologiche delle scuole. “E’ importante verificare a che punto si trovi l’attuazione – ha detto Caligiuri – dei consistenti investimenti che in questi ultimi anni non solo la Regione Calabria, utilizzando le risorse europee, ma anche il Ministero della Pubblica Istruzione, con i fondi nazionali, hanno indirizzato verso il miglioramento delle condizioni strutturali e didattiche delle scuole calabresi. Attraverso questi interventi sta gia’ progredendo, e lo sarà ancora di più nel prossimo futuro, la qualità dell’istruzione nella nostra regione”. La data dell’incontro e’ stata fissata per il 30 giugno alle ore 10.30 presso la Fondazione “Terina” di Lamezia Terme alla presenza dell’Assessore Mario Caligiuri, del Dirigente del Ministero della Pubblica Istruzione Anna Maria Leuzzi e del Direttore Generale Vicario dell’Ufficio Scolastico Regionale Giuseppe Mirarchi in rappresenta del Direttore Generale Regionale Marco Ugo Filisetti. I dirigenti scolastici interessati riceveranno un’apposita comunicazione con tutti i dettagli operativi.

Al Sant’Anna i complimenti dell’Isola

ISOLA CAPO RIZZUTO (KR) – Con un po’ di ritardo dovuto alla grande mole di lavoro di questo giorni per la costituzione del nuovo assetto societario, l’USD Isola Capo Rizzuto si congratula con la società U.S Sant’Anna per lo storico raggiungimento del campionato di Promozione. Una dirigenza formato da ex dirigenti dell’Isola Capo Rizzuto, che per l’ennesima volta hanno mostrato di saper fare calcio, in soli 7 anni hanno portato questo piccolo sodalizio della frazione di Isola Capo Rizzuto dalla Terza Categoria in Promozione. Onore soprattutto per la sportività mostrata nell’arco di tutto l’anno calcistico con la vittoria della Coppa Disciplina, premio straordinario non certamente facile da raggiungere. 

Nelle prossime settimane si partirà con la nuova stagione e comincerà dalla Coppa Italia, quasi certamente in questa competizione ci sarà lo straordinario derby tra Isola Capo Rizzuto e Sant’Anna, una partirà che sarà più che altro una rimpatriata tra vecchi e amici, certi di assistere ad una straordinaria giornata di Sport.  Complimenti estesi anche a Francesco Maiolo, storico capitano dell’Usd Isola Capo Rizzuto, già allenatore in campo nei tempi in cui giocava e ora mostra il suo valore in panchina.

La poesia dai vari idiomi di Daniel Cundari

COSENZA  – Il giovane scrittore e poeta Daniel Cundari ha presentato ieri, alla Feltrinelli, il libro dal titolo ‘Poesie contro me stesso’. Pubblicate da Rubettino Editore, le poesie di Cundari sono senza limiti, sia per quanto riguarda la lingua, sia per le espressioni. Il poeta originario di Cuti (Rogliano) , infatti, nelle sue poesie, utilizza vari idiomi tra cui il suo dialetto. “Ciò che conta e meraviglia è la lingua della poesia e non lo strumento” – spiega Cundari al suo pubblico. Con lui, a presentare l’opera, l’antropologo e scrittore, nonché docente all’Università della Calabria, Mauro Francesco Minervino, che ha illustrato agli spettatori il libro come un mezzo per predicare il presente e che, come fa il  teatro, mette in connessione tutte le potenze del poeta. Le poesie di Daniel Cundari, spiega Minervino, sono in grado di evocare l’interlocutore come se fosse un fantasma e di coinvolgerlo nel monologo. I testi si presentano con molto corpo, tanto da non aver bisogno di ulteriori critiche e spiegazioni; lasciano trasparire, come si intuisce dal titolo del libro, una sorta di sacrificio in cui lo scrittore si spende attraverso le parole, senza cadere mai nella stucchevolezza. In seguito, accompagnato in sottofondo musicale dal sax del maestro Flavio Nicotera, il giovane poeta ha dato inizio al poetry reading, dimostrando la sua grande capacità non solo nella scrittura ma anche nella recitazione. Grazie alla concentrazione di passione ed enfasi con cui ha interpretato le letture, Cundari è riuscito a coinvolgere il pubblico, passando rapidamente dalla lingua italiana e ispanica al dialetto roglianese, lasciando cogliere agli spettatori l’alternarsi delle espressioni di ironia e rabbia, suscitando in loro sorrisi e amarezza. A fine presentazione, il pubblico ha espresso riflessioni e posto domande al giovane poeta roglianese che ha accolto con grande umiltà i consensi ottenuti.

Gli auguri del sindaco Mario Occhiuto al maggiore Raffaele Giovinazzo, incaricato di far parte del “Grande progetto Pompei”

COSENZA – “Con grande gioia apprendo del nuovo incarico assegnato al maggiore Raffaele Giovinazzo”.
Il sindaco Mario Occhiuto esprime sentite congratulazioni al giovane comandante regionale dei carabinieri della Tutela del patrimonio culturale che a soli 47 anni farà parte del prestigioso ‘Grande progetto Pompei’, con lo scopo di realizzare i programmi di risanamento e conservazione del sito archeologico finanziati dall’Unione europea e dall’Unesco.
“E’ per la città di Cosenza e per tutta la Calabria un onore che il maggiore Giovinazzo abbia prestato servizio sul nostro territorio per ben 13 anni. Il suo impegno per la salvaguardia del patrimonio culturale, specie attraverso operazioni che hanno condotto al rinvenimento di preziose opere trafugate, ha contribuito a sviluppare un senso civico nei riguardi dei beni artistici da preservare come beni della collettività. A Raffaele Giovinazzo giungano i migliori auguri per la sua brillante carriera nell’Arma dei carabinieri”.

Indimidazione alla famiglia Guglielmo

STALETTI’ (CATANZARO) – Un ordigno è stato fatto esplodere nella notte ed ha distrutto l’ingresso del ristorante del Villaggio turistico Guglielmo a Copanello di Stalettì. La struttura è di proprietà della famiglia Guglielmo, il cui gruppo è molto noto nel mondo del caffè. Sul posto è giunto Daniele Rossi, presidente di Confindustria Catanzaro, e manager del gruppo Guglielmo. Sull’episodio indagano i carabinieri della compagnia di Soverato e del reparto operativo di Catanzaro.

Città dei Ragazzi: riprendono le attività estive

COSENZA – Da lunedì 16 giugno sarà attivo alla Città dei Ragazzi l’intrattenimento estivo 2014 (Summer edition 2014).
Il servizio è rivolto ai bambini e ai ragazzi dai quattro ai quattordici anni e presenta per questa edizione alcune importanti novità: anzitutto la possibilità, data alle famiglie, di scegliere due tipologie di orario: dalle 8,00 alle 14,00 oppure dalle 8,00 alle 17,00.
La struttura, infatti, sarà aperta ad orario continuato dalle 8,00 alle 17,00.
L’intrattenimento estivo funzionerà dal lunedì al venerdì.
Diverse sono le attività, diversificate per fasce d’età, messe a punto dalla Cooperativa Don Bosco, dalla Società Teca e dalla Cooperativa delle donne: dai laboratori musicali a quelli teatrali; dalle attività ludiche a quelle motorie; laboratori  di cinema e TV, giochi con la danza, laboratori ecosostenibili e di riciclo creativo. E, tra le novità, English for kids -laboratori ludici in lingua inglese, esperimenti di fisica e archeologia in 3D in collaborazione con l’Università della Calabria, giardinaggio (green attack), giochi multimediali, favole in realtà aumentata, tornei di scarabeo, paroliamo e ruzzle.
E’ ancora possibile iscriversi fino ad esaurimento posti, anche se sono già tante le richieste pervenute dai genitori dei ragazzi che fruiranno dell’intrattenimento estivo.
Per iscriversi è necessario presentare un documento di identità e, per usufruire delle riduzioni previste dal tariffario, l’attestazione Isee.
Per ulteriori informazioni, per scoprire le attività e i costi e per scaricare i modellini di iscrizione, visitare il sito www.cittadeiragazzi.net. Il numero telefonico della segreteria è 347.3943852.
Le iscrizioni potranno essere perfezionate  presso la segreteria (cubo bianco della Città dei Ragazzi)  dal lunedì al venerdì,  dalle 8,00 alle 17,00.