LEGA PRO/2: Hinterreggio, doppio Carbonaro

Week – end non dei più fortunati per il Gavorrano, la squadra della provincia di Grosseto dopo la brutta esperienza di volo, (A causa del forte vento, l’aeromobile ATR72 di Carpatair che operava il volo AZ1670 Pisa-Roma per conto di Alitalia, nelle ultime fasi di avvicinamento sull’aeroporto di Roma Fiumicino ha incontrato difficoltà nell’atterraggio che hanno provocato un’uscita di pista. A bordo del velivolo c’erano anche gli atleti del Gavorrano Calcio), deve concedere l’onore delle armi all’Hintereggio nello scontro per non retrocedere. Doppietta del neo attaccante bianco azzurro Carbonaro proveniente dal Catanzaro già a segno contro il Borgo a Buggiano. Mister Buso non convoca gli ultimi arrivi della sessione invernale di calciomercato. Troppo poco tempo a disposizione per far integrare i nuovi sei arrivati. Fuori dai convocati anche l’infortunato Fatticcioni, mentre tra i volti nuovi di gennaio ci sono Carraro e Viola che hanno già debuttato domenica scorsa. Modulo 3-4-1-2. Dopo il trionfo di Aprilia, mister Venuto si schiera con un 3-4-1-2 assente Lavrendi, menomato dall’influenza, in difesa ritorna Impagliazzo. Attacco con Khoris dietro le punte Carbonaro e Cruz. Il giovane difensore Messina acquistato proprio dai toscani l’ultimo giorno di mercato siede in panchina. Parte meglio l’Hinterreggio in avvio di gara e al 22’  si porta in vantaggio, su palla inattiva, Aliperta lancia lungo in avanti, Carbonaro raccoglie la respinta e da fuori area trova l’angolino giusto per battere Lanzano. Nel secondo tempo al 74 il raddoppio L’attaccante bianco azzurro riceve da Cruz e con un destro a girare indovina il palo lontano. Nel finale il Gavorrano su calcio piazzato, con Carraro centra la traversa. Espulsione per Angelino a causa di un doppio cartellino giallo. Adesso gli uomini del presidente Pellicanò salgono a quota 26 in classifica.

Classifica Lega Pro 2:Salernitana 50 Pontedera 42 Poggibonsi 38 L’Aquila 37 Teramo e Aprilia 35 Chieti 32 Martina Franca 31 Gavorrano 29 Arzanese 28 Vigor Lamezia 27 Borgo a Buggiano, Foligno e Hinterreggio 26 Melfi 22 Campobasso 19 Aversa Normanna 15 Fondi 12.

Prossimo incontro: 17/2/13 L’Aquila – Hinterreggio.

 

 

LEGA PRO/1^ Div, Catanzaro avanti con la Paganese

Girone B, 19^ Giornata

Catanzaro – Paganese  2 – 1

Marcatori: 36′ Fioretti su rig. (C), 76′ Girardi (P), 80′ Masini (C)

CATANZARO: Pisseri, Conti, Squillace, Ronaldo, Sirignano, Bacchetti, Fiore, Castiglila (83′ Derisio), Fioretti (77′ Catacchini), Masini (92′ Bugatti), Benedetti. A disposizione: Faraon Quadri, Sabatino, Carboni. All: D’Urso (Cozza è squalificato)

PAGANESE: Marruocco, Puglisi (70′ De Oliveira), Nunzella, Romondini, Fusco, Pepe, Ciarcià (61′ st Calvarese), Soligo, Girardi, Scarpa (78′ Pastore), Caturano. A disposizione: Robertiello, Franco, Lulli, Tortori. All: Grassadonia

Arbitro: Biondini di Venezia

Ammoniti: Ronaldo (C), Marrucco, Romondini, Soligo e Scarpa (P)

Note: Allo stadio “Ceravolo” presenti circa 3000 spettatori. Recuperi: 2′ pt, 5′ st

Match fondamentale per le Aquile che dopo un doppio ko consecutivo tornano al successo per provare a risollevarsi in classifica.

CRONACA – Dopo un avvio di studio fra le due formazioni, la prima occasione per il Catanzaro arriva al 15′ con un tiro di Ronaldo respinto corto da Marruocco, ma Masini da due passi non riesce a metterla dentro. Catanzaro più pungente degli avversari azzurrostellati salernitani: al 23′ punizione pericolosa per la squadra di casa ma Ronaldo manda sulla barriera. La rete che sblocca il risultato arriva poi al 36′ su calcio di rigore: trasforma Fioretti per il vantaggio della squadra di mister Cozza oggi in tribuna. Solo a finire del primo tempo si fa vedere la Paganese con un calcio di punizione di Scarpa che impegna non poco Pisseri.

La ripresa parte anch’essa nel segno delle aquile. Al 47′ tiro di Ronaldo alto sopra la difesa e più tardi occasione per Fiore bloccata dalla difesa ospite. La Paganese dopo una partita fin qui arrendevole si fa sotto alla mezz’ora. Al 72′ un calcio di punizione in attacco battuto da Oliveira e respinto da Marruocco di pugno che avvia il contropiede della Paganese. Caturano s’invola verso Pisseri con una prateria a disposizione ma una volta in area, senza alcuna pressione, calcia alto. Il pareggio per gli ospiti arriva però al 76′: calcio d’angolo di Calvarese, batti e ribatti in area e infine pallone sui piedi di Girardi che batte Pisseri. Ma all’80’ Masini riporta in vantaggio il Catanzaro per il 2 a 1 finale.

Importantissimo e meritato successo quello di oggi che permette alle aquile di conquistare un piccolo passo lontano dalla zona play out.

 

CLASSIFICA: Catanzaro 11° a 24 punti.

 

 

 

Facce da call center

 Il rumore del tanto temuto squillo telefonico mette ansia, non solo a chi sta dall’altra parte della cornetta che riceve la chiamata e si chiederà: “chissà chi mi starà cercando?” ma anche a chi del telefono ne fa il proprio strumento principale di lavoro. Gli operatori di call center, chiamati in senso dispregiativo telefonisti o centralinisti costituiscono in Italia la categoria più popolosa di lavoratori precari. Ma cos’è un call center? Un’isola felice per naufraghi in balia delle onde? Un’ancora di salvataggio per gente in cerca di lavoro? Un’incubatrice sociale? E’difficile dare una definizione univoca al termine. Nei centri chiamata esistono distinzioni di ruolo e di lavorazione. L’attività telefonica può essere svolta mediante due modalità principali: outbound e inbound (chiamate telefoniche verso o da parte di aziende, clienti, debitori). Nel primo caso fanno parte del settore: telemarketing-teleselling, ovvero contatti diretti di tipo commerciale volti alla vendita di un preciso prodotto e servizio. Fa parte del procedimento di tipo outbound anche l’attività di phone collection, meglio conosciuta come recupero crediti stragiudiziale, che prevede sollecito e riscossione di denaro per aziende che si occupano di utilities e banche. La modalità inbound, invece, conosciuta come customer service, è un servizio di assistenza al cliente in toto. E’ richiesta per questo tipo di mansione, formazione tecnica e di qualità a seconda del prodotto. Nel meccanico mondo dello “squilla la cornetta non solo Mondial casa ti aspetta” i veri protagonisti sono loro, uomini e donne-telefono, le cui storie e racconti di vita si intrecciano nella quotidianità di tutti i giorni. Come in teatro anche nei call center tanti attori vanno in scena, specchio di una società in crisi. Esistono tre tipologie di personaggi telefonici. Ci sono gli operatori definiti “Vanna Marchi”. Sono gli addetti alla vendita. Per telefono si vende qualunque cosa: offerte telefoniche, prodotti di cancelleria e per ufficio, creme di bellezza, libri, prodotti alimentari. Poi ci sono, “Gli antipatici a tutti i costi”, i responsabili di recupero credito che sbraitano pur di spillare qualche soldo. Ultima categoria, non meno importante quella dei risponditori automatici: gli operatori deputati all’assistenza al cliente. Il loro fare ripetitivo li fa somigliare a segreterie telefoniche o pappagalli. Nei call center trovi: padri e madri di famiglia in cerca di uno stipendio, plurilaureati alle prese con l’esperienza di passaggio, avvocati, assistenti sociali etc. Un espositore umano di personaggi in cerca d’autore. Tutti nel loro ruolo diverso, ma tutti omologati. Li trovi uno seduto accanto all’altro, stretti in piccole postazioni, piene di post-it per rinfrescare la memoria con i compiti del giorno. Accanto a loro: un dispositivo telefonico, una cuffia, un pc, fogli di script da recitare a memoria come se fossero litanie. Dure le leggi del call center per chi ci lavora. Pagamenti ad ore o provvigioni, statistiche quotidiane che stabiliscono record ed accendono rivalità, soglie di guadagno, percentuali, refresh, aggiornamenti, approfondimenti. Gli operatori di call center li riconosci anche dal perenne mal di testa, dai problemi di udito procurati dal rumore assordante dei fax e non solo, si pensi all’utilizzo costante delle cuffie, dal modo di rispondere al telefono con il cognome anche quando a chiamare è la propria madre. Modugno avrebbe detto: “Piange il telefono”. Ma è un dato di fatto, a  piangere è anche chi lo usa. Come nel film, Fuga dal call center diretto da Federico Rizzo, tutti giurano il giorno dopo di non voler tornare in quel posto, invece puntualmente il mattino seguente li ritrovi tutti lì a fare gruppo, a bere il solito caffè che equivale a quella pausa che spezza la meccanicità. Tutti attaccati a quel filo (del telefono, appunto) che rappresenta la speranza.                             

                                                                                                                                                                               Rossana Muraca

SERIE B / Crotone, vivace pareggio col Cittadella

24^ Giornata:

Cittadella – Crotone  2 – 2

Marcatori: 13′ Eramo (CR) 25 Crisetig (CR) 60′ Schiavon (CI) 95′ Coly (CI)

CITTADELLA (4-3-3)Cordaz; Ciancio, Sosa, Coly, Pellizzer; Baselli, Schiavon, Biraghi; Di Roberto, Di Carmine, Giannetti. A disposizione: Pierobon, Vitofrancesco, De Vito, Paolucci, Minesso, Di Nardo, Gorini. All. Foscarini

CROTONE (4-3-3): Caglioni; Del Prete, Vinetot, Abruzzese, Migliore; Maiello, Crisetig, Eramo; Gabionetta, Ciano, De Giorgio. A disposizione: Concetti, Correia, Checcucci, Del Prete, Matute, Ciano, Caetano. All. Drago.

Arbitro:  Michael Fabbri

Ammoniti: Coly, Ligi (CI), Gabionetta, VInetot (CR)

LA PARTITAIl Crotone di mister Drago, oggi in campo per la 24^ Giornata di serie B, trova a Cittadella un pareggio importante ma che sta stretto ai pitagorici, soprattutto per la prestazione offerta nel primo tempo.

La partita si apre in attacco per i rossoblu che al 6′ vanno vicini al gol con un cross pericoloso di Gabionetta che Eramo manda sul fondo di testa. Lo stesso Eramo non sbaglia però al 13′: il centrocampista crotonese approfitta di un erroraccio di Pellizzer che praticamente gli passa la palla e segna l’1 a 0 per il Crotone. Rossoblu poi subito vicini al raddoppio con un contropiede di Gabionetta fermato in tempo da Cordaz. Il raddoppio arriva però al 25′ con una rasoiata del nuovo acquisto Crisetig ed è 0-2 dal limite. Sette minuti dopo poi Cordaz fa un miracolo su Gabionetta  e evita il terzo gol ospite e al 43′ lo stesso portiere del Cittadella salva nuovamente, sul finire del primo tempo su un tiro potente di Crisetig. 

Stadio "Tombolato" di Cittadella

Dopo un vivace primo tempo, si apre una ripresa ancor più briosa.  Al 52′ ancora Crotone in avanti e miracolo di Cordaz su punizione di Ciano. Al 60′ arriva però il bellissimo gol su punizione per il Cittadella con Schiavon che accorcia le distanze: è 1 – 2. Ora il Cittadella ci crede e preme per il pareggio. Caglioni salva allora all’80’ su prima Vitofrancesco in corner, poi su Schiavon. Il Crotone cerca di resistere, di salvarsi come può: e cosi ancora Vientot salva sulla linea una conclusione di Basselli e poi all’85’ tiro di Minesso che cerca Di Roberto che però non ci arriva. Ma al 95′ arriva il temuto pareggio dei padroni di casa: Coly segna e ed evita all’ultimo minuto un’importante sconfitta per i suoi. 

Finisce cosi 2-2. Un punticino a testa quindi, che proietta il Crotone a quota 28 in attesa di ricevere il Grosseto, ma la posizione in classifica è sempre pericolosa.

 

CLASSIFICA: Crotone 15° a 26 punti

Prossimo turno: 25^ Giornata (9 Febbraio), Crotone – Grosseto.

 

 

Andreina Morrone

ECCELLENZA / La Paolana schianta l’Acri: 3 a 0 nell’anticipo

Anticipo 20^ Giornata 

Paolana – Acri  3 – 0

Marcatori: 36′ Alassanì, 11′ st Provenzano, 26′ st Domanico

PAOLANA: Peluso; Basile, Cavatorti, Bertini, Fabio, Gentile (44′ st Cinello), Perrelli, Provenzano, Domanico, Alassanì (8′ st Mazzei). A disposizione: De Cicco, Sarpa, Caruso, Patera, Mandarini. All: A. Andreoli

ACRI: Di Iuri; Mancino, Luzzi, Scarlato, Carbonaro; Sposato (23′ st V. Ferraro), Riolo, Levato, Ferraro G.,; Longo, Manfredi (14′ st Covello). A disposizione. Marchese, Piro, Lorelli, Ventre, Sesti.  All: M. Colle

Arbitro: Colacresi di Locri

Aassistenti: Gatto di Reggio Calabria, Esposito di Catanzaro

Ammoniti: Alassanì e Mazzei (P), Luzzi, Levato e Carbonaro (A)

Espulsi: Allontanato dalla panchina della Paolana Angelo Andreoli per proteste.

Note: 300 spettatori circa, una trentina di irriducibili tifosi calorosi giunti da Acri, che solo il tris degli avversari ha ammutolito a fine gara. Recuperi: 1′ pt, 5′ st.

Roboante debacle per l’Acri che a Paola, priva degli squalificati Fiore, Maio e Calomino, subisce il gioco e le ripartenze della squadra di Andreoli. Prestazione insufficiente di molti, scarsa condizione fisica di altri. Paolana bella e convincente.

CRONACA – Paolana – Acri,vista anche la posizione occupata in classifica da entrambe le formazioni, non può che essere un atteso anticipo per questo turno del campionato d’Eccellenza. Le squadre partono all’ attacco ma la fase offensiva dura solo pochi minuti perchè poi lascia spazio ad una lunga fase di studio a centrocampo. Pochi i tiri nello specchio della porta sia da una parte che dell’altra. Al 21′, dopo un intervento falloso su Longo, calcio di punizione di Riolo ma il tiro, debole, è facilmente parato da Barillaro. Un minuto dopo è invece Alassanì a farsi parare una debole conclusione da Di Iuri. Il pareggio tiene fino al 36′ quando il togolese Alassanì con un’azione magistrale si libera in dribbling di tre uomini (Mancino, Carbonaro e Scarlato) e batte Di Iuri sul secondo palo.

La ripresa poi è un monologo della Paolana, che pur dovendo fare a meno della punta Alassanì, fuori all’8′ per infortonio, impone il suo gioco e domina tutta la seconda parte dell’incontro. Troppo poca cosa la reazione dell’Acri: veramente degna di nota solo la belle ma sfortunata punizione di Longo al 2′ st: tiro preciso all’incrocio dei pali ma parato dal portiere avversario; un’azione simile vede come protagonista Riolo al 25′. Arriva cosi all’11’ il raddoppio della Paolana dell’ex Provenzano, che con un preciso pallonetto supera l’incolpevole Di Iuri. Sempre Provenzano segna al 17′ su punizione ma Colacresi annulla la rete per fuorigioco. Arriva poi al 26′ il 3 a 0 di Domanico su bel assist di Mazzei. 

E’ questo l’epilogo di una partita priva di occasioni nitide nel primo tempo, clamorosamente a senso unico nel secondo. Meritata sconfitta per gli uomini di mister Colle, nettamente inferiori a centrocampo, irriconoscibili in difesa e privi di idee in attacco. Le assenze di Maio e Fiore, seppur pesanti, non possono essere un alibi.  Fra gli appena sufficienti Levato e Longo, nonostante la condizione fisica non al top e le imprecisioni sotto rete (Riolo, Sposato e i centrali di difesa fra i più deludenti). Dall’altra parte Paolana, non sempre continua nei risultati, oggi dimostrata solida e intraprendente. Bravo Andreoli a plasmare oggi una squadra sempre più a sua immagine e somiglianza.

CLASSIFICA (aggiornata ad oggi): N. Gioiese 44, Rende 40, Roccella 35, Guardavalle 34, Acri 33, Soverato 31, Paolana 30, ….

Prossimo turno: Acri – Isola Capo Rizzuto, San Lucido – Paolana domenica 3 Febbraio.

Andreina Morrone

SERIE B: termina in parità l’anticipo tra Reggina e Verona

REGGINA  – HELLAS VERONA  1 – 1

Marcatori:24′ Cacia (HV), 73′ Comi (R)

REGGINA:  Baiocco; Adejo, Freddi, Di Bari; Antonazzo, Hetemaj (65′ Bombagi), Colucci (86′ Armellino), Barillà, Rizzato; Di Michele, Comi (82′ Fischnaller). A disp.: Facchin, Bergamelli, D’Alessandro, Campagnacci. Allenatore: Sig. Dionigi

HELLAS VERONA: Rafael; Cacciatore, Moras, Maietta, Agostini; Jorginho, Bacinovic (61′ Laner), Hallfredsson (88′ Cocco); Gomez (61′ Martinho), Cacia, Sgrigna. A disp.: Berardi, Ceccarelli, Rivas, Crespo. Allenatore: Sig. Mandorlini

Arbitro: Sig. Pinzani di Empoli (Ciancaleoni – Fiorito; Pasqua)
Ammoniti: Hetemaj, Freddi (R), Gomez, Bacinovic, Hallfredsson (HV)

 

Nell’edizione di 90° minuto dedicata alla Serie Bwin, oggi alle ore 18, sarà protagonista uno dei calciatori più rappresentativi del Club amaranto: Antonino Barillà. Intanto ieri sera nell’anticipo della 24.ma giornata del campionato di serie B la Reggina ha pareggiato uno a uno con il Verona. Pari alla fine giusto ma solo perché la Reggina non è riuscita a concretizzare le occasioni avute nella ripresa, una su tutte la traversa colpita al 52’ da Di Michele. Gara molto sentita soprattutto dai tifosi calabresi, che ancora ricordano quel doppio spareggio nel giugno 2001, che causò la retrocessione beffa in B degli amaranto. Due gli ex del match Cacia e Hallfredsson. Il primo con il dente avvelenato non essendosi lasciato nel migliore dei modi con la compagine calabrese nella stagione 2009-2010 disputa 27 partite e segna 4 gol. Il secondo dal 2007 al 2009 colleziona 34 presenze e una rete ad un certo Gigi Buffon. Nel settore ospiti una rappresentanza di circa duecento unità giunte da Verona. In tribuna ad assistere al match l’allenatore del Catanzaro Ciccio Cozza, insieme a lui un altro ex amaranto J. Vargas. Mandorlini, tornato in panchina dopo la squalifica, si schiera con un 4-3-3, dall’inizio Maietta e Jorginho e prima linea affidata al neo acquisto, ex Torino, Sgrigna a supporto del bomber Cacia. Dionigi risponde con un 3-5-2, assenti Ely e Lucioni per infortunio è Di Bari a completare il pacchetto arretrato, Antonazzo sulla corsia di destra rileva D’Alessandro, Hetemaj nel terzetto di centrocampo per bloccare Hallfredsson, davanti con Di Michele c’è Gianmario Comi. Inizio match a favore degli scaligeri che al terzo e all’ottavo fanno le prove generali del gol con due colpi di testa terminati di poco a lato. Gol che arriva al 25′ del primo tempo con Daniele Cacia, originario di Catanzaro, che incorna un cross di Agostini Si tratta del 15° centro personale che lo proietta al comando in solitario della classifica cannonieri. In chiusura di frazione è Rafael a negare il pari agli amaranto opponendosi da campione al tentativo di Di Michele. Il primo tempo si chiude 0 a 1. Una Reggina volitiva e niente più, Verona elastico e veloce che ha lottato raddoppiando su ogni palla. Nella ripresa i veneti calano ed esce la Reggina: Di Michele, al 52’, risolve una mischia con una conclusione violenta dal cuore dell’area avversaria ma Il pallone si schiaccia sulla traversa, a Rafael battuto, per poi uscire. Gli amaranto riescono a trovare il pareggio a un quarto d’ora dalla fine con Gianmario Comi bravo ad approfittare della dormita di Maietta. Da qui in avanti la gara diventa elettrizzante con la Reggina che deve recriminare per aver sprecato due contropiedi e un’azione di super Di Michele che dribla due difensori prima di essere anticipato in area. Il Verona resta un punto sotto il Livorno, secondo in classifica a 47 punti, mentre la Reggina raggiunge il quattordicesimo posto a quota 25, rosicchiando un punticino utilissimo in ottica salvezza.

Di Michele

Freddi

 

Prossimo incontro: 9/2/2013 Modena – Reggina

Il romanzo deve divertire, appassionare e fare arrabbiare, intervista a Claudio Dionesalvi

COSENZA – Qualche giorno fa è stata presentata l’ultima fatica letteraria di Claudio Dionesalvi “B.D.D. – Romanzo degli anni zero”, edito da Coessenza, uno spaccato di vite che stentano a campare pienamente perché costrette a fare i conti con la precarietà, soprattutto quella esistenziale, ma con ancora il sangue bollente che schizza nelle vene fatto di entusiasmo che si mescola all’indignazione che da loro l’audacia di affrontare le contraddizioni che minacciano speranze e possibilità. Una generazione che vince o che perde ma sempre a testa alta ammettendo i propri errori senza provare a nasconderli, che si sporca le mani nel fango per dissotterrare la verità perché non vuole essere più ingannata e non vuole ingannare.

Una generazione che rifiuta le convenzioni di questo tempo che portano alla dispersione dei sentimenti e alla loro incomunicabilità, che volta le spalle alla realtà per crearne una alternativa fatta di incontri, di contaminazioni e di scontri contro tutti gli apparati di subordinazione e di sottomissione, una realtà che sia sua e non quella che un qualsiasi sistema di potere gli obbliga a vivere.

Per te lo scrittore ha una responsabilità nei confronti del lettore oppure il suo ruolo è semplicemente quello di raccontare delle storie in grado di suscitare emozioni e reazioni?

Sì, ha una responsabilità. Perché non deve illuderlo, annoiarlo, deprimerlo, vomitargli addosso tutte le proprie frustrazioni, le ansie, i desideri di vendetta. Il romanzo è una cosa che deve servire a divertire, appassionare e fare arrabbiare sia chi lo scrive sia chi legge. Ma la vera responsabilità è nei confronti della storia narrata e delle esistenze che in essa si celano. Non si può scrivere una storia sul presente, senza viverla in prima persona, senza condividerla con chi quel presente lo vive”.

Nel momento in cui cominci a dare forma a una delle tue storie immagini una tipologia di lettori a cui rivolgerti?

No, al contrario, provo a misurarmi con la totalità dei potenziali lettori. Ho la fortuna e il privilegio di trascorrere la maggior parte della mia giornata con bambini: a scuola, a casa con mia figlia, per strada. È un vantaggio, perché quando si parla con i più piccoli, se non si è giocosi e affettuosi, ma soprattutto se non si impara a calibrare e restringere il proprio repertorio lessicale, quelli non ti capiscono. Per questo motivo, inseguo l’oralità, ed evito qualsiasi linguaggio specialistico. Non si tratta di banalizzare la scrittura, bensì di renderla accessibile a tutti. Che è un dovere, qualsiasi cosa si scriva o si racconti”.

Il tuo romanzo “B.D.D. – Romanzo degli anni zero” ci porta tra le pieghe di un momento storico all’interno del quale un gruppo di amici nel calvario del movimento continuo e senza bussola non riesce a riconoscersi, premettendo che è difficile sottrarsi agli stereotipi che ancora oggi intrappolano Cosenza, come si può trovare un punto di equilibrio tra l’attesa e la ricerca di aspettative future?

I protagonisti di B.D.D. sono cresciuti in una città diversa da quella odierna. Però non provano nostalgia verso il passato. È naturale che gli stili di vita cambino. Sai che noia se linguaggi, consumi, relazioni e interessi fossero sempre gli stessi! Inoltre, sono tipi che anche in età adolescenziale, e oltre, hanno elaborato un autonomo modus vivendi. Quindi in un certo senso sono abituati ad andare ‘contro la corrente che va controcorrente’. Quello che proprio non riescono ad accettare dello spazio-tempo in cui si ritrovano a vivere, è il diffuso senso di rassegnazione, la rottura dei legami umani, la subcultura della sottomissione al Potere. Non c’è un possibile punto d’equilibrio. Per la B.D.D., quindi anche per noialtri, l’unica alternativa alla condizione alienante in cui viviamo, è l’autonomia, la capacità di entrare in conflitto con il Male, costruendo, qui e ora, luoghi e momenti alternativi, pezzi di Altra società”.

I protagonisti del romanzo, tra realtà e illusione, vengono raccontati nella loro quotidianità e nell’ardua impresa di sciogliere il mistero di un “delitto” spinti dalla loro stessa natura a cercare la verità, credi che questa generazione confusa e dai confini vaghi abbia realmente voglia di conoscere tutta la verità, tutti gli errori e orrori del passato e soprattutto di superare tutti quei luoghi comuni e quelle ipocrisie che bloccano un reale rinnovamento?

Non so cosa abbia in mente oggi la generazione dai 18 ai 30 anni. So solo che noi, quando avevamo quell’età, ci divertivamo da matti. E che nonostante i nostri 40 anni, ‘ni scialamu’ anche oggi, pur tra mille difficoltà di andare avanti nella giornata quotidiana. Costruire reti sociali, alterità, sfuggire al neoliberismo, combatterlo attraversando i movimenti sociali che a tratti si originano spontaneamente, è divertente, meraviglioso. Dunque per stare meglio con se stessi e col resto del mondo, qualsiasi sia la propria condizione economica o esistenziale, basta essere ancora ribelli, non restare soli, consumare il meno possibile, studiare, vivere in armonia con la natura, fare l’amore e, come recitava venti anni fa uno slogan a noi caro, cercare di essere “vivi e diretti, allegri e combattivi”.

Lo stadio San Vito, il posto attorno al quale si sviluppa il romanzo, diventa il simbolo di una generazione che non si limita ad esistere e a piangersi addosso, perché hai scelto proprio lo stadio come simbolo emblematico della rivendicazione?

Perché per me è un luogo magico, il tempio dei cori, del gioco e dei colori. È lì che ho stretto legami con gli affetti più cari della mia vita, è lì che ho imparato ad amare la mia città, è lì che ho praticato per la prima volta il conflitto con i poteri costituiti, insieme a tanti ragazzi che, come me, lo rendevano un luogo di incontro tra le anime più variegate, uno spazio liberato dal dominio dello Stato, dalle sue divise, e da ogni forma di perbenismo. Gli stadi erano ben altro, rispetto al presente. Niente a che vedere con le aride arene funzionali al Dio Mercato, che sono diventati oggi. Eppure, ogni domenica, quando i Lupi giocano in casa, non riesco a resistere. Devo andare a occupare il mio posto. Perché ogni essere umano si lega indissolubilmente ai luoghi che gli hanno ispirato i momenti più cari e simbolici della sua esistenza”.

Gaia Santolla

Leonida Repaci, poeta, pittore e letterato calabrese dall’animo ribelle e bellicoso. Ideatore di premi e vincitore di onorificenze.

Nato a Palmi, in provincia di Reggio Calabria, il 5 aprile 1898, ultimo di dieci figli e presto orfano del padre, Leonida Repaci trascorse un’umile infanzia nella sua città fino al catastrofico sisma del 28 dicembre 1908 che devastò Messina, Reggio e le zone limitrofe. Il sisma distrusse anche l’abitazione della sua famiglia e Leonida fu allora mandato a Torino dal fratello Francesco, avvocato. Nel capoluogo piemontese il giovane Leonida poté proseguire per quattro anni gli studi interrotti ed iscriversi all’Università in giurisprudenza. Scoppiato il primo conflitto mondiale partì per il fronte divenendo ufficiale degli alpini. Per il coraggio e l’ardimento dimostrati sul Monte Grappa si conquistò una medaglia d’argento al valore militare. Entrato nei reparti d’assalto lanciafiamme a Malga Pez venne ferito. Nel dicembre 1918 con l’influenza “spagnola” perdette una giovane sorella e due fratelli, il primo capitano d’aviazione pluridecorato e il secondo importante esponente politico. Tornato a Palmi con la divisa di capitano, nel 1919 ripartì per Torino dove conseguì la laurea in Legge e l’anno seguente l’abilitazione alla professione che esercitò per un biennio. L’amore per la narrativa e la poesia lo portarono ancora ventenne a scrivere, trascurando così le discipline giuridiche. Repaci s’interessò contemporaneamente di politica e si iscrisse a Torino nel partito socialista partecipando al “Movimento Operaio” e collaborando ad “Ordine Nuovo” con Gramsci che in persona lo volle collaboratore e giornalista. Dopo la marcia su Roma si trasferisce a Milano e si schiera apertamente contro il regime fascista: nel 1924 è nella prima redazione de “L’Unità” dove tradusse il romanzo fantapolitico “Il tallone di ferro” di Jack London. Nell’agosto del 1925 Repaci viene arrestato a Palmi, durante la festa religiosa della Varia, insieme ad un gruppo di socialisti come presunto assassino di un personaggio fascista. Il processo servì al regime per scardinare la roccaforte rossa e abbattere uno degli scogli socialisti più forti in Calabria. Inaspettatamente Repaci venne assolto ma l’accaduto avvelenerà per sempre di diffidenze e sospetti i rapporti con i suoi concittadini essendo diffusa la voce riguardante influenze del partito fascista sulla sua assoluzione. I testimoni falsi di quel processo alla fine o confessarono o si suicidarono e Leonida venne assolto dopo sei mesi di carcere. In quello stesso anno, dopo aver portato in teatro il racconto “La madre incatenata”, inizia la prima parte de “La storia dei Rupe” che nel 1933 gli farà vincere il Premio Bagutta e, tra varie versioni, lo accompagnerà fino agli anni settanta. Nel 1927 perdette la madre. Nel 1929 inventa insieme a Carlo Salsa e Alberto Colantuoni il Premio Vareggio, di cui sarà presidente fino agli ultimi anni della sua vita. In tale circostanza conobbe e sposò pure Albertina Antonelli alla quale rimase fedele fino alla morte di lei avvenuta nel 1984. Il dopoguerra è per Repaci un periodo di infaticabile lavoro: collaborò alla “Gazzetta del popolo” e a “La Stampa”. Dopo il secondo conflitto mondiale divenne partigiano a Roma dove fondò con Renato Angiolillo “Il Tempo” dirigendolo per nove mesi prima di passare alla direzione del quotidiano “L’Epoca”, durato soltanto 14 mesi, inventa il Premio Fila delle Tre Arti e il Premio Sila e porta avanti con grande successo il Viareggio ancora oggi uno dei premi letterari più ambiti d’Italia. Organizzò infine con Mario Socrate e Franco Antonicelli il memorabile convegno Cultura e Resistenza, a Venezia. Nel 1948, dietro insistenza degli amici, Repaci decise di candidarsi senza venire eletto al Collegio Senatoriale di Palmi nella lista del Fronte Democratico Popolare. Nel 1950 fu membro del Consiglio mondiale della Pace. Nel 1956 vince il Premio Crotone con “Un riccone torna alla terra” e due anni dopo il Premio Villa San Giovanni con “La Storia dei fratelli Rupe”. A poco a poco si allontana dall’attività giornalistica per dedicarsi alla stesura definitiva della trilogia “Storia dei Rupe”, e il secondo volume, “Tra guerra e rivoluzione”, vince nel 1970 il Premio Sila. In quel periodo la sua naturale irrequietezza lo porta a darsi alla pittura con discreto successo sia di critica sia di pubblico, allestendo personali a Milano e a Roma. La morte lo coglie a Pietrasanta, Lucca, il 19 luglio 1985.

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SCI/ Unical tra le prime ai campionati nazionali

Primi nella classifica punteggio totale a squadre

Soddisfazione, orgoglio e … bottino decisamente pieno. Con tutto questo in tasca la delegazione di sci che ha rappresentato l’Unical ai XXIX CAMPIONATI NAZIONALI DI SCI “ANGELO PUPELLA” 2013 torna da San Martino di Castrozza (TN). Sotto la guida del maestro federale Fiorino Spizzirri e capitanati dal rettore Giovanni Latorre e dal tecnico Piero Marino, i componenti del team Unical hanno ben figurato in tutte le gare e le discipline del fondo e dello sci alpino, riscattando i 4 posti consecutivi delle ultime partecipazioni. Le frecce verdi si sono infatti piazzate al primo posto nel medagliere generale per Atenei: Cosenza – Rende ha infatti ottenuto il maggior punteggio totale a squadre, davanti a Padova e a Firenze (quarta Genova, quinto Camerino) e si è piazzata ai primi posti nel medagliere generale. Fra i piazzamenti conquistati grande soddisfazione per le doppietta del fondo maschile a tecnica classica nel master A1 (secondo Gabriele Clausi, terzo Francesco Ricca), nel master A2  (secondo Nicola Folino, terzo Dimitry Kvasov), e i primi posti di Roberto Pizzolotto (master A5) e Gaetano Guardasole (m. B6). 

Il podio del Master A1

Dopo le varie premiazioni, avvenute nella serata di ieri, il rettore Latorre ha ringraziato l’Anciu (Associazione Nazionale Circoli Universitari Italiani) per il suo impegno a favore di iniziative ed eventi come questo e per tutto quello che fa per le università che vivono un momento di crisi: “Forse proprio dalle università dovremmo partire per analizzare quello che sta avvenendo nel nostro Paese”.

Andreina Morrone