[#Anime] Tsukigakirei, la recensione

L’amore per l’animazione è veramente un sentimento strano.

A volte capita di credere che l’animazione non possa più sorprenderci, che probabilmente le emozioni provate con un determinato anime non siano più replicabili in futuro. Lasciatemi dire che non c’è niente di più sbagliato. In un certo senso l’anime di cui parlerò ne è la prova, sia per le emozioni che riesce a trasmettere, sia perché è un’opera che parla di come l’amore vero non smetta mai di sorprenderci emotivamente, proprio come riesce a fare l’animazione stessa.

Tsukigakirei (As the moon, so beautiful) è un anime originale in 12 episodi prodotto da studio Feel, con regia di Seiji Kishi, andato in onda tra il 6 aprile e il 29 giugno 2017 e disponibile su Crunchyroll.

Personalmente nutro sempre grosse aspettative nei confronti degli anime originali, ma non avrei mai creduto che l’opera in questione fosse una così gradita sorpresa.

 

LA TRAMA

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Akane Mizuno e Kotarō Azumi sono due quindicenni compagni di classe del terzo anno delle medie, il primo con la passione per la scrittura e le opere di Osamu Dazai, la seconda per l’atletica leggera. Dopo essersi incontrati in alcune occasioni, tra i due inizierà a nascere un interesse reciproco, una sorta di simbiosi che li aiuterà a crescere e maturare, proprio mentre si avvicina la fine delle medie.

 

IL COMMENTO

Tsukigakirei è un anime che parla della purezza del primo amore, un sentimento forte, semplice e non corrotto dalle delusioni che ci colpiscono nell’arco della vita. L’anime cerca di soffermarsi sulla forza che scaturisce dalla complicità, che riesce ad essere il motore del miglioramento personale dei nostri due protagonisti.

Grazie all’utilizzo di situazioni tipicamente adolescenziali, come la prima cotta o gli amori non corrisposti, lo sceneggiatore Yuuko Kakihara riesce a dipanare uno slice of life semplice ma dal forte impatto emotivo. Si potrebbe dire che l’opera non ha nulla di originale, ma il concetto di originalità è relativo all’obbiettivo di una serie. In questo caso abbiamo una serie che punta a far emozionare lo spettatore, riuscendoci in diverse occasioni. Si potrebbe quasi parlare di “originalità emotiva”.

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Durante la visione succede di immedesimarsi nelle varie situazioni proposte, che capitano a tutti nell’arco della vita e sono talmente forti da segnarci per sempre.

I rapporti tra i personaggi sono gestiti in modo sublime ed estremamente realistico, con i tipici dubbi di chi affronta l’amore per la prima volta, come il sentirsi imbarazzati tanto da non sapere come comportarsi. Il primo amore spinge la persona a dare tutto se stesso, senza preoccuparsi delle conseguenze o di rimanere delusi.

La vita insegna che il vero rimpianto è non averci provato.

I personaggi sono tutti caratterizzati molto bene, sia i protagonisti che i comprimari più importanti.

L’ultimo episodio della serie è un concentrato di emozioni. Personalmente non mi era mai successo di commuovermi dopo i titoli di coda, che in questo caso sono talmente belli da far sciogliere anche un cuore di pietra.

 

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COMPARTO TECNICO

Sul lato tecnico abbiamo qualche nota leggermente dolente, ma niente che possa inficiare la visione dell’anime. La regia è abbastanza buona, soprattutto nelle scene di dialogo tra i due protagonisti, sia nei campi stretti che in quelli lunghi, in cui la composizione della scena è molto ben curata e riesce ad esaltare emotivamente il tutto, grazie anche ad una buona cura nei fondali, in alcuni casi realizzati probabilmente partendo da vere e proprie fotografie post-prodotte. Animazioni non eccezionali, tranne per alcune scene di danza del nostro Kotarō, realizzate con la tecnica del rotoscopio, che consiste nel realizzare l’animazione riprendendo un attore in carne ed ossa e ricalcando la scena. I modelli umani in computer grafica sono veramente di bassissima qualità, cosa che si nota parecchio avvicinandosi allo schermo, nonostante vengano utilizzati solo per animare le persone per strada. Le musiche sono molto interessanti ma poco varie, nonostante diano una grossa mano per esaltare la scena.

IN CONCLUSIONE

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Tsuki Ga Kirei è un anime che ogni amante del genere romance dovrebbe vedere, ma che può garbare anche a chi non ama particolarmente questo tipo di serie.

Un’opera che dimostra ancora una volta come un anime originale, non legato ad un’opera esistente e quindi completamente libero, possa raggiungere dei livelli altissimi.

 

Antonio Vaccaro

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