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Salerno, duro affondo: «Guccione? Una iena politica»

COSENZA – «Mentre  Oliverio, con molto senso di responsabilità, ha chiamato il sindaco Mario Occhiuto, offrendo disponibilità  e collaborazione istituzionale, una frangia del PD  locale, con i morti ancora caldi, non ha resistito all’idea di convocare  una conferenza stampa sulla tragedia di Cosenza, dimenticando di essere le stesse persone in politica da trent’anni e di aver contribuito a demolire il centro storico». Lo afferma in una nota Carmelo Salerno, coordinatore cittadino di Forza Italia e consigliere comunale di Palazzo dei Bruzi. «Persone che non hanno  speso una parola sulle gravi responsabilità dell’Asp in materia di servizi psichiatrici. L’Asp gestita da loro uomini. A questi campioni del nulla, iene politiche, preferiamo il comportamento del presidente  Oliverio, collaborativo e prezioso. L’insensibilità da costoro dimostrata ci ha indotto a replicare sebbene in molti – compreso il coordinamento cittadino di FI – abbiano esortato al silenzio in rispetto di chi ha perso la vita».

Incendio a Cosenza, Guccione e Bruno Bossio: «Città vecchia vittima del degrado»

COSENZA – «Qualcuno ha detto che si tratta di una tragedia annunciata, ed io sono d’accordo. Le politiche portate avanti da questa amministrazione, inerenti il centro storico, hanno solo aumentato il degrado edilizio e sociale, marginalizzandolo». Lo ha detto Carlo Guccione consigliere comunale e leader della coalizione La grande Cosenza, nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato anche la parlamentare Enza Bruno Bossio, il capogruppo Pd a Palazzo dei Bruzi Damiano Covelli e Luigi Guglielmelli, segretario provinciale del Partito Democratico. «L’errore – ha aggiunto – è stato quello di non avviare interventi in direzione del recupero dell’inclusione sociale e della riqualificazione del centro storico. Abbiamo chiesto di avviare una discussione su proposte per rilanciare il centro storico attraverso politiche di inclusione, ma nulla è stato fatto. C’è bisogno di un’inversione delle politiche comunali a trecentosessanta gradi. Non possiamo continuare con la rimozione di questi problemi, nascondendo tutto sotto il tappeto e proponendo culturalmente un’opzione che fa gridare al successo prendendo in prestito un artista che ha vinto Sanremo, pagandolo lautamente con i soldi dei cosentini, e proponendolo gratuitamente nella piazza. Questo è solo un tentativo di rimozione e di nascondere le vere problematiche della città, perché non si ha la politica per affrontarle».

«Rispettare i morti – ha detto Enza Bruno Bossio – significa accertare responsabilità. Dobbiamo capire perché è successo, lo deve capire la magistratura, ma anche la politica, che deve farsene carico. C’è da chiedersi come mai nell’ammezzato di un palazzo così importante, inaugurato in pompa magna c’erano persone che vivevano in quelle condizioni. Bisogna che vi sia realmente una inversione di tendenza e gli investimenti pubblici devono andare nella direzione dell’inclusione sociale. Queste vittime siano da monito per provare a cambiare le cose».

Guccione scrive a Magorno: «Senza confronto il partito si sfalda»

REGGIO CALABRIA – Il consigliere regionale del Pd Carlo Guccione ha reso noto il testo di una lettera che ha scritto al segretario regionale del partito, Ernesto Magorno, ed al capogruppo in Consiglio regionale, Sebi Romeo. «Come ricorderete – scrive Guccione – nella riunione del Gruppo di qualche mese fa alla quale ha partecipato anche il segretario regionale del Pd, Ernesto Magorno, c’eravamo lasciati con l’impegno che il capogruppo Sebi Romeo, alla luce dei problemi politici e delle questioni sollevate durante la discussione, si sarebbe impegnato a riconvocare tutti, alla presenza del presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, per affrontare e sciogliere i nodi politici emersi durante l’incontro. Sono passati, inutilmente, molti mesi e di quella riunione non c’è traccia. Ma le questioni che riguardano le azioni del Governo regionale si sono ulteriormente aggravate e lo sfilacciamento del nostro lavoro istituzionale e dell’intera maggioranza sono evidenti, come testimoniano i lavori del Consiglio regionale e delle Commissioni consiliari dove arrivano provvedimenti legislativi rispetto ai quali la maggioranza stessa è divisa. Per non parlare del perenne conflitto istituzionale tra il Governo regionale e l’Ufficio del commissario per il Piano di rientro sanitario che dura da oltre tre anni senza soluzione, producendo un degrado del comparto della Sanità. Questa situazione di difficoltà e di mancato confronto politico, in vista delle scadenze del rinnovo dell’intero Ufficio di presidenza e delle Commissioni – afferma ancora il consigliere regionale – rischia, se affrontata in questo clima, di essere un ulteriore passaggio di divisione all’interno del gruppo del Pd e della maggioranza. Rimandare, sine die, il confronto tra noi può aprire anche processi di sfaldamento che certamente indebolirebbero ulteriormente il Pd e il governo regionale, visti anche i risultati pesanti e negativi delle elezioni amministrative degli ultimi due anni. In una recente intervista per un quotidiano calabrese, il responsabile nazionale del Pd per gli Enti Locali, Matteo Ricci, ha affermato, riferendosi al governo regionale: “A metà mandato è necessario fare un tagliando serio e rilanciare la nostra azione. Sono sicuro che insieme affronteremo con spirito costruttivo la nuova fase basata sul lavoro comune e sul rilancio della nostra azione amministrativa”. Ad oggi – conclude Guccione – tutto ciò non si è verificato. Al peggio non c’è mai fine se non si inverte la rotta. Altrimenti si rischia che la responsabilità di far sbattere la nostra nave sugli scogli ricada tutta sul Partito Democratico e sull’esperienza di governo regionale».

Guccione: «Sanità al collasso, assumete il personale»

«L’atteggiamento finora avuto dal governo regionale sulla vicenda della sanità calabrese è sembrato essere solo finalizzato a stare nei giochi di potere e non a salvaguardare la salute dei pazienti».
E’ quanto afferma Carlo Guccione, consigliere regionale del Partito democratico. «Adesso basta. La nostra Calabria – sostiene – è uscita dal turn over sanitario nel 2015. Con il decreto 87/2015 l’ufficio del commissario ha reso possibili, dopo tanti anni, le procedure per nuove assunzioni e l’avvio della stabilizzazione dei precari della sanità. Le diatribe sulla pubblicazione o meno del decreto 50/2017, che autorizzava diverse centinaia di assunzioni di Oss, medici e infermieri e la mancata pubblicazione sul Burc, hanno impedito che si potesse proseguire nell’opera attraverso la quale dare risposte, attraverso le nuove assunzioni, ai pronto soccorso, agli ospedali, alle Ao e alle Asp in termini di personale medico, infermieristico e paramedico. Alcune Aziende ospedaliere e sanitarie – continua Carlo Guccione – quali Crotone e Vibo, hanno comunque dato corso alle nuove assunzioni previste nel decreto 50/2017. E anche altre Ao e Asp hanno assunto medici e paramedici. La gravità e la necessità di porre fine a queste diatribe deriva dal numero dei pensionamenti del 2016: circa 600. E quelle in corso nel 2017 arriveranno alle 502 unità lavorative.
Se non si inverte la rotta, corriamo il rischio concreto che il sistema sanitario calabrese possa collassare per mancanza di personale.
Basta giochi di potere sulla sanità. Si proceda immediatamente con le assunzioni per assicurare il personale in grado si svolgere funzioni ospedaliere e territoriali. Si proceda immediatamente anche perché la Calabria ha una particolarità: è l’unica regione d’Italia che non è stata costretta a diminuire i posti letto per acuti. Anzi, devono aumentare di 700 unità per come previsto nel Decreto 64/2016 sulla riorganizzazione della rete ospedaliera e come recepito dai ministeri per della Salute e dell’Economia».

Guccione: «Cosenza in declino, condannata dal nuovo Piano Strutturale»

«Dal 2011 Cosenza perde abitanti, retrocedendo clamorosamente fino agli attuali 67mila. E’ l’unica città capoluogo di provincia in Calabria a non invertire la tendenza allo spopolamento. Crescono Catanzaro, Vibo Valentia, Reggio Calabria e Crotone. Cosenza continua con il segno meno. Primato negativo anche per la concentrazione giovanile. Così come negativo è l’indice del degrado edilizio. Sei anni di governo Occhiuto (2011-2016) hanno costretto Cosenza a una marginalizzazione confermata da tutti gli indicatori. Occhiuto non può evocare sempre il passato, da sei anni, ininterrottamente, governa a Palazzo dei Bruzi». E’ quanto afferma Carlo Guccione, coordinatore della Grande Cosenza, durante la conferenza stampa di stamane alla quale ha partecipato anche il capogruppo del Partito democratico in consiglio comunale, Damiano Covelli. «Il Psc mostra – sostiene Carlo Guccione – crepe e inadeguatezze ovunque. A cominciare dal suo arroccamento: non esce fuori dalle mura, non è proiettato nell’ottica dell’area urbana, della città unica. Pensare a uno strumento come il Psc che non tiene conto di realtà come Rende, Castrolibero e Montalto significa condannare Cosenza al declino culturale, sociale ed economico. Non si tratta di compiere semplici sommatorie di abitanti, ma di non avere più 4 politiche urbanistiche, dei trasporti, della cultura e 4 sistemi di raccolta dei rifiuti. Invece sarebbe opportuno valorizzare in maniera organica tutte le potenzialità e le risorse di quella che potrebbe diventare la città più importante del nord della Calabria, in grado di guardare alla Sibaritide e  verso Sud al Porto di Gioia Tauro. Con il Psc concepito da Occhiuto – sottolinea Carlo Guccione – Cosenza fa molti passi indietro. Uno strumento urbanistico senza forza e consistenza, rinchiuso in un vicolo cieco, dove sono previsti solo 652 abitanti in più per il centro storico nei prossimi anni, a fronte di consistenti volumi già esistenti e che offrirebbero un’offerta insediativa già superiore a quella stabilita dal Psc stesso. La traduzione è semplice: Occhiuto non crede nel recupero della città vecchia almeno per i prossimi 10 anni. Si tratta di un Psc – continua Carlo Guccione – interlocutorio e parziale, perché non prevede l’ubicazione del nuovo ospedale regionale dell’Annunziata, con 705 posti letto per un investimento complessivo di 245 milioni di euro. L’unica vera area dove costruire una infrastruttura di questo tipo sarebbe Vaglio Lise dove oggi Occhiuto prevede un parco del terziario (su sei ettari), uno commerciale (su 10 ettari), la nuova stazione delle autolinee (circa 7 ettari). Invece, costruendo il nuovo ospedale a Vaglio Lise, Via Popilia diventerà il nuovo centro direzionale di Cosenza. E’ un punto fondamentale che marca una differenza tra noi della Grande Cosenza e il sindaco Occhiuto. Il primo cittadino ignora volutamente via Popilia, noi pensiamo che sia necessaria un’azione forte in grado di contrastare il degrado urbanistico e sociale, determinando crescita e appetibilità del quartiere più popoloso di Cosenza. Non prevedere un’infrastruttura di questo tipo rende il Psc, di fatto, interlocutorio perché l’ubicazione cambia le direttrici di sviluppo dell’intera città e dell’area urbana. Abbiamo deciso – conclude – di istituire una task force di professionisti a disposizione dei cittadini desiderosi di correggere le impostazioni sbagliate del Psc e anche di valutare con grande trasparenza le previsioni degli strumenti urbanistici ed i possibili effetti».

Ex Legnochimica e discariche Sant’Agostino, Guccione: «Rischio emergenza ambientale»

RENDE (CS) – «Non va sottovalutato quello che sta accadendo nella città di Rende in queste ultime settimane. Si sono verificati una serie di incendi nell’area che comprende l’ex Legnochimica. Risultano preoccupanti anche i roghi che hanno interessato due vecchie discariche nell’area di Sant’Agostino. La prima discarica è stata realizzata negli anni Novanta e chiusa due anni dopo dall’ufficio del Commissario per l’Emergenza rifiuti. La seconda discarica è stata realizzata agli inizi del 2000 e chiusa nel 2003. Quello che preoccupa è che per la prima discarica sono stati effettuati solo lavori di semplice copertura, per la seconda non ci sono stati altri interventi. La Regione Calabria ha avviato le procedure per il piano di caratterizzazione delle discariche posizionate una accanto all’altra. Non è stato ancora previsto alcun tipo di intervento di bonifica ambientale per entrambi i siti. Anche oggi l’area di Sant’Agostino è stata interessata da un vasto incendio, generando ulteriore preoccupazione e allarme tra i cittadini. C’è il rischio che si possa configurare una vera e propria emergenza ambientale». E’ quanto sostiene Carlo Guccione, consigliere regionale del Partito Democratico.
«E’ necessario attivare tutte le procedure – afferma Carlo Guccione – per verificare se tali eventi che hanno interessato il vecchio sito industriale dell’ex Legnochimica e le due discariche di Sant’Agostino abbiamo prodotto un impatto negativo sull’ambiente e sulla salute dei cittadini. Inoltre, deve essere avviata la procedura per la messa in sicurezza e bonifica delle discariche di Sant’Agostino. Per quanto riguarda il sito industriale della ex Legnochimica occorre mettere in atto una adeguata bonifica per mitigare i rischi ambientali». «Non possiamo – termina Carlo Guccione – non rilevare che i roghi di Rende delle ultime settimane si sono verificati in un sito industriale e in un’area in cui sono presenti rifiuti. Forse sarà dovuto al caldo eccessivo di questo periodo?».

Degrado edilizio e sociale, presentazione del volume sulla città di Cassano

CASSANO ALLO IONIO (CS)- Si terrà il prossimo 30 giugno alle ore 10.30 nella saletta delle Terme Sibarite di Cassano allo Ionio la presentazione del Libro bianco sul degrado edilizio e sociale della città. All’incontro prenderanno parte Carlo Guccione, Consigliere Regionale Partito Democratico, Luigi Garofalo, Consigliere comunale Cassano All’Ionio gruppo “Cassano Democratica” e Michele Leone, Ingegnere e responsabile elaborazione dati.

Sanità, Guccione: «Dipartimento lasciato allo sbando»

REGGIO CALABRIA – «Nel comparto della sanità regionale calabrese assistiamo da oltre tre anni a una saga delle ipocrisie, tutta giocata sulla pelle e la salute dei cittadini. Questo balletto ipocrita tra governo regionale e governo nazionale sulla nomina del nuovo commissario straordinario per il Piano di Rientro sanitario  si trascina da oltre tre anni. Un balletto che si è protratto fino ad oggi nonostante sia stata modificata la legge per consentire ai governatori di ricoprire tale carica. Tre anni di conflitti tra l’Ufficio del Commissario e il presidente della giunta regionale pagati a caro prezzo dai calabresi in termini di qualità delle prestazioni sanitarie, col rischio di un allungamento ulteriore del piano di rientro». E’ quanto sostiene Carlo Guccione, consigliere regionale del Partito Democratico. «Ogni anno il dipartimento tutela della salute – afferma Carlo Guccione -è chiamato a gestire 3,5 miliardi di euro per la  funzionalità del settore. Però mancano 80 dipendenti e sono in servizio soltanto 41 unità lavorative. Il dipartimento salute non dispone del dirigente responsabile degli accreditamenti, della rete ospedaliera, del settore bilancio e prevenzione. E tra qualche giorno sarà anche libero quello degli affari generali. Inoltre, ho appreso proprio oggi – sottolinea Carlo Guccione – che il direttore generale del dipartimento tutela della salute e politiche sanitarie andrà in pensione e che è stato già pubblicato un avviso per la ricerca del sostituto. E’ evidente a tutti che un dipartimento organizzato in questo modo non può essere in grado di governare un settore così delicato. Perché, mi chiedo spesso, è stato lasciato e si vuole lasciare per così lungo tempo nella disorganizzazione un dipartimento essenziale per la Calabria?  Il conflitto istituzionale di questi anni tra ufficio del commissario e Regione Calabria è servito solo a coprire la mancanza da parte della giunta regionale di un progetto per la sanità calabrese. Ne è prova l’assenza di qualsiasi ipotesi di riorganizzazione del Dipartimento Tutela della Salute. I dati sono eloquenti. Situazione aggravata dal fatto che oggi qualcuno si è accorto che il direttore generale del Dipartimento, che ha un contratto di tre anni, sarà costretto ad andare in pensione per raggiunti limiti di età. Particolarmente grave è la situazione – precisa Carlo Guccione – del bilancio dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza. Quando si leggono i numeri del conto economico dell’Asp di Cosenza del 2016 inviato al Ministero, emerge un nuovo deficit di 47 milioni, superiore a quello del 2015 del 52%. Un deficit che non è dovuto a investimenti o aumento dei servizi sanitari, ma a maggiori spese, pur in presenza di una evidente contrazione delle prestazioni sanitarie erogate da parte dell’Asp ai cittadini della provincia di Cosenza. La situazione è diventata insostenibile – conclude Guccione – con il rischio che il Piano di Rientro venga ulteriormente prorogato».

Guccione su Tpl: «Bene revoca della delibera regionale sui trasporti minimi essenziali»

REGGIO CALABRIA – «Giorni fa avevo chiesto pubblicamente la revoca della delibera sulla “Determinazione del livello dei servizi minimi nell’ambito del Trasporto pubblico locale”. Una delibera che lascia a piedi i calabresi tagliando milioni di chilometri, isolando i territori, in particolare quelli in cui abitano i cittadini delle aree interne della nostra regione». E’ quanto afferma Carlo Guccione, consigliere regionale del Partito Democratico. «E proprio ieri – sottolinea l’esponente del Pd – ho appreso che la giunta regionale ha accolto la mia richiesta di revoca della delibera sui livelli minimi del Tpl. Una notizia che ho appreso durante un incontro organizzato dal Comune di Cerchiara e al quale ho partecipato insieme al sindaco di Cerchiara, al Vescovo di Cassano, all’assessore regionale all’Ambiente  Antonella Rizzo e al consigliere regionale Giuseppe Giudiceandrea. Lo stesso assessore regionale Rizzo ha manifestato pubblicamente l’intenzione della Regione di procedere alla revoca della delibera. Si pone fine così – sostiene Carlo Guccione – a un tentativo maldestro di non garantire i servizi minimi non solo in materia sanitaria ma anche per quanto riguarda il trasporto pubblico locale. Non si può criticare il commissario per l’attuazione del Piano di rientro quando taglia i servizi sanitari e poi comportarsi allo stesso modo nel settore della mobilità, con tagli che mettono in discussione un diritto costituzionale. Deve essere riconosciuto e tutelato il diritto inviolabile alla mobilità per tutti i cittadini. Adesso è il momento – precisa Carlo Guccione – di avanzare un percorso di coinvolgimento di tutti gli operatori del settore dei trasporti per mettere in campo una scelta politica precisa che eviti gli sprechi affinché si trovino le risorse necessarie per rilanciare il Tpl nella nostra regione. Il Trasporto pubblico locale non è da intendere soltanto come un diritto alla mobilità ma anche come motore dello sviluppo economico dei nostri territori. Avevo accolto con favore la legge varata nel 2015 sulla riforma del Trasporto pubblico locale. Una Riforma di sistema dopo 20 anni di immobilismo. Eppure, a distanza di due anni, quegli adempimenti previsti dall’articolo 13 che impongono un cronoprogramma preciso, sono stati fino ad oggi disattesi, rischiando di vanificare il processo di riforme previsto dalla stessa legge».

Taglio al trasporto pubblico locale, Guccione non ci sta

REGGIO CALABRIA – Le scelte adottate dalla giunta regionale in materia di trasporto pubblico locale, vanno nella direzione di un insopportabile taglio dei servizi, con il rischio di isolare i territori più periferici. E’ quanto sostiene in una nota, il consigliere regionale Carlo Guccione. «In altre regioni – puntualizza l’esponente del Partito Democratico – è stata compiuta una chiara scelta politica: sono state destinate ulteriori risorse che hanno permesso di allargare il servizio e, per le fasce più deboli, sono state previste esenzioni negli abbonamenti e finanche la gratuità in alcuni casi». Secondo Guccione è necessaria una riforma del settore del trasporto pubblico che vada nella direzione di consentire ai calabresi di muoversi liberamente, limitando sprechi simili a quello del progetto Infomobilità sottoscritto tra Regione Calabria e Unical nel 2011 con un investimento di svariati milioni di euro e mai effettivamente attuato.