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Arpacal: “il mare della Calabria è in salute, quelle strisce non sono inquinanti”

CATANZARO –  “Sono felicissimo – scrive il commissario strarodinario di Arpa Calabria Emilio Errigo – per la Calabria e soprattutto per il nostro caro presidente Roberto Occhiuto, sempre in prima linea in ogni dove a Mare e sul Territorio insieme a noi di Arpacal per combattere l’illegalità ambientale. A lui va la mia e la nostra profonda gratitudine e riconoscenza, per aver accolto favorevolmente tutte le richieste pervenute da Arpacal, consentendoci di acquisire sia nuovi mezzi operativi con tecnologie adeguate sia Risorse Umane ed economiche necessarie per continuare la nostra doverosa opera di servizio verso i cittadini e l’ambiente della Calabria”.

“In verità, riconoscendone il merito, in questi ultimi due anni, in Calabria, sono state approvate e pubblicate nel Bollettino Ufficiale nuove e importanti Leggi Regionali, Ordinanze Presidenziali, compresi gli atti di indirizzo e direttive provenienti dal Direttore Generale del Dipartimento Territorio e Tutela dell’Ambiente della Regione Calabria, Ing. Salvatore Siviglia. Tutti questi atti, legislativi e amministrativi, sono stati emanati a tutela, salvaguardia, valorizzazione e protezione dell’ambiente marino e terrestre, della biodiversità e gli ecosistemi, ancora integri, della nostra Regione”.

I dati delle analisi eseguite

Il commissario rende noto “per la trasparenza e l’onestà che si deve sempre riservare a quanti amano villeggiare e godere in pace le acque del mare di Calabria, i risultati di sintesi delle analisi eseguite, validate, firmate e sottoscritte, dai Biologi e Chimici dei tanti laboratori dei cinque Dipartimenti Provinciali di Arpacal.

Classificazione mare arpacal 2022

Trimestre Balneazione arpacal

Questi stessi esiti sono pubblicati tempestivamente e consultabili accedendo al portale web del Ministero della Salute www.portaleacque.salute.gov.it, dove, nell’apposita area di navigazione, sarà possibile visionare per ogni Comune gli indicatori di balneazione e le date dei campionamenti effettuati”.

Le criticità 

“Ad onore del vero, esistono realtà ambientali  – spiega Errigo – in alcuni Comuni costieri e montani, non perfettamente in linea con gli adempimenti di legge. Rimangono in Calabria ambiti territoriali non collettati alla rete comunale di raccolta dei reflui urbani, così come non mancano i Comuni nei quali le vasche di sollevamento risultano essere non perfettamente funzionanti. Grazie alla preziosa e importante cooperazione col Corpo della Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, alla collaborazione continua dell’Arma dei Carabinieri di tutti i Comandi Provinciali, Forestali per l’Ambiente, che assicurano una continua presenza ad ogni richiesta di intervento congiunto del personale militare dipendente dal Comando Regionale della Guardia di Finanza, dai cinque Comandi Provinciali e Reparto Operativo Aeronavale, Sezione Aerea e Stazione Navale del Corpo della Guardia di Finanza, si sta oggettivamente facendo molto”.

L’impegno di tutti, cittadini e sindaci 

“Sento però il dovere e la necessità di chiedere ancora con maggiore insistenza, un maggiore impegno ambientale da parte dei cittadini e dei sindaci di tutti i 404 Comuni della Calabria e della Polizia Locale.

Le ‘strisce’ in mare

“Relativamente alle strisce sgradevoli a vedersi – spiega il commissario Arpacal – di materiale vario galleggiante, che disturbano effettivamente molto i bagnanti e gli operatori turistici, devo assicurare quanti chiamano e chiedono l’intervento di Arpacal che, dai prelievi e dalle analisi puntualmente eseguite, risulta che il più delle volte sono costituite da fogliame, rami e tronchi, arbusti di siepi tagliateproduzione algale, mucillagine e filamenti di posidonia alla deriva; vegetali che, per loro stessa natura, non sono da considerare assolutamente inquinanti per le acque del mare della Calabria e di ogni regione costiera”.

Non mancano, con nostra grande amarezza, gli sversamenti abusivi in mare e nei fiumi di acque reflue civili e industriali, non consentiti, né autorizzati e trattati, così come non sono assenti l’accertamento di violazioni amministrative e denunce di rilevanza penale alla competente Autorità Giudiziaria. Aggiungo che, tutto è sempre migliorabile nelle attività lavorative, come nella vita, ma la verità non va né negata, men che meno alterata, sicuramente pronti a correggere, ove mai necessario, i propri eventuali errori di valutazione giuridico-ambientale, a beneficio della esclusiva verità”.

“Rimarranno nella mia mente e nel mio cuore, due realtà molto complesse e complicate, come lo sono quelle delle Città di Crotone e la Città Metropolitana di Reggio Calabria. Entrambe queste bellissime e a me care città – conclude il commissario Arpacal  necessitano senza alcun giustificato ritardo, di un’attenta, continua e particolare attenzione di Arpacal , sotto un duplice profilo: il primo di rigenerazione – riqualificazione e difesa paesaggistica costiera e il secondo, il più importante, per quanto mi compete, di protezione e tutela ambientale in generale. Vi assicuro e prometto tutto il mio e tutto il nostro massimo impegno, impiegando tutte le energie del personale di Arpacal  , per una Calabria sempre più bella, Green e Blue. Il tutto a totale beneficio della salute dei Cittadini, Calabresi e non, e dell’economia ambientale del territorio costiero, marittimo e montano.
L’ambiente è la vera grande incommensurabile ricchezza da proteggere e noi di Arpacal  , con costante impegno e dedizione, la proteggeremo con ogni forza per il bene della nostra Regione Calabria”.

Farmaci scaduti, cibi avariati e feci nelle stanze: sequestrata casa di riposo

REGGIO CALABRIA – Gravi condizioni igienico sanitarie in una struttura residenziale dove 31 anziani, di cui la maggior parte non autosufficienti, venivano gestiti da due operatori socio assistenziali. Alimenti scaduti e tenuti in cattivo stato di conservazione. Ma anche farmaci scaduti e furto di energia elettrica. Con queste motivazioni, a Gallico Marina, nella periferia nord di Reggio Calabria, i carabinieri del Nas hanno sequestrato la casa di riposo “Domus Aurea Santa Rita” ricavata all’interno del dismesso albergo “President”. La struttura era anche sprovvista delle autorizzazioni obbligatorie che erano state chieste al comune di Reggio Calabria nel 2020 ma che non risultano essere state concesse per mancanza di requisiti professionali e strutturali.

Il provvedimento è stato notificato a Mariangela Di Benedetto, la titolare dell’azienda che gestisce la struttura già oggetto di attività investigativa nel 2020 quando il rappresentante legale era il suo convivente che oggi risulta essere un dipendente amministrativo. In seguito a un’ispezione eseguita nei giorni scorsi, i Nas hanno ravvisato gli estremi per i reati di abbandono di persone incapaci e maltrattamenti contro i conviventi. Al momento della verifica, nella struttura c’erano una psicologa e due oss mentre un terzo è stato sorpreso a dormire. Oltre a uno sporco diffuso per carenze di pulizia, all’interno dei locali i carabinieri hanno trovato feci nelle stanze. In cucina sono stati trovati resti di cibo avanzato e 6 chili di carne congelata e uova in cattivo stato di conservazione.

Gli alimenti sono stati sequestrati così come 11 confezioni di insulina e 11 penne preriempite dello stesso medicinale scaduti. Grazie a una squadra di tecnici dell’Enel, infine, i carabinieri hanno accertato che non c’era alcun contratto attivo di fornitura di energia elettrica e che quest’ultima era stata alimentata con un allaccio abusivo diretto alla rete pubblico. Gli anziani sono stati affidati ai parenti o ad altre strutture a cura del personale del welfare del Comune. Il provvedimento di sequestro è stato convalidato dal procuratore Giovanni Bombardieri e dal sostituto Tommaso Pozzati, titolare dell’indagine.

Cosenza, maxi incendio al deposito AMACO: 4 bus carbonizzati e un ustionato

COSENZA – A Cosenza un incendio ha provocato il danneggiamento di diversi autobus all’interno del deposito cittadino dell’AMACO. Una persona ustionata è stata trasportata con l’ambulanza del 118 in ospedale. Si tratta di un dipendete addetto del deposito che stava lavorando su un bus alimentato a metano. L’incendio si è propagato ad altri quattro autobus degli otto parcheggiati nel piazzale. I mezzi erano in fase di dismissione. Operazioni ancora in corso per circoscrivere e domare le fiamme. Accertamenti in corso circa l’origine del rogo al momento l’ipotesi più a

ccreditata è quella accidentale.

Mare sporco, l’ira di Occhiuto: “colpa dei Comuni, non controllano gli scarichi abusivi” VIDEO

COSENZA – Puntualmente, ad inizio estate, in Calabria si torna a parlare dei soliti vecchi problemi come quello della maladepurazione. Con un video sui social, il presidente della Regione Roberto Occhiuto, punta il dito contro i Comuni e si dice molto arrabbiato perchè “non controllano gli scarichi abusivi”. Sono state numerose le segnalazioni, specie in queste settimane, di sporcizia in acqua, da parte dei cittadini sui social. Segnalazioni che sono pervenute anche  sul portale “Difendi l’ambiente” aperto per dare la possibilità ai calabresi di indicare ciò che non funziona nel mare e nell’ambiente.

Il presidente della Calabria lancia un appello: “Continuate a segnalarci scarichi anomali, situazioni di mare inquinato e/o sporco, incendi e anomalie che danneggiano il nostro territorio attraverso il portale Difendi l’ambiente:

Un altro blitz antidroga nel Cosentino: maxi sequestro di marijuana a Luzzi (VIDEO)

COSENZA – Nella giornata di ieri, personale della Polizia di Stato ha eseguito, nell’ambito dei servizi straordinari disposti dal Questore della Provincia di Cosenza e coordinati dalla locale Procura della Repubblica, diversi controlli in provincia, finalizzati al contrasto del traffico di sostanze stupefacenti.

Nel corso di detti servizi, personale della locale Squadra Mobile e del Commissariato di P.S. di Corigliano-Rossano hanno effettuato una perquisizione presso un  immobile sito in nel comune di Luzzi (CS), rinvenendo all’interno del fabbricato un impianto illegale per la coltivazione e la produzione di marijuana nonché copiosa sostanza stupefacente parte della quale già confezionata e pronta per essere commercializzata. All’interno dell’immobile, fra l’altro erano state realizzate delle serre sia per il primo impianto dei bulbi, che per la dimora delle piante di marijuana già attecchite. Nello specifico, gli operatori hanno proceduto al sequestro di decine di sacchi in plastica, contenenti sostanza stupefacente del tipo marijuana, per un peso complessivo di 235  Kg circa e nr. 6 sacchetti per sottovuoto, contenenti sostanza stupefacente del tipo marijuana per un peso complessivo di 15 Kg circa.

Oltre allo stupefacente è stato rinvenuto copioso materiale strumentale al ciclo di produzione, tra cui: alimentatori di corrente, riscaldatori, ventilatori, tritatori, lampade da serra, termostati, filtri di aspirazione, un articolato quadro elettrico composto da magneto termici, multiprese e temporizzatori, aspiratori, tubi di aerazione, tappetini per impianto di semi, oltre a centinaia di sacchi e vasi contenenti terriccio, decine di bidoni di fertilizzante liquido e dischi di torba. La struttura inoltre era fornita internamente anche di un impianto di videosorveglianza. si è appurato anche il furto di energia elettrica da parte dei soggetti che avevano realizzato l’impianto, i quali, attraverso azioni fraudolente, avevano limitato la registrazione dei reali consumi. Le attrezzature rinvenute, che nell’occasione sono state sequestrate, si stimano del valore di diverse decine di migliaia di euro, mentre la sostanza stupefacente, complessivamente, avrebbe fruttato nel mercato illecito, al dettaglio, oltre 500.000 euro.

Sono in corso gli approfondimenti da parte degli investigatori per identificare ed attribuire le responsabilità penali ai soggetti che avevano avviato la fiorente attività di coltivazione e produzione di stupefacente all’interno dell’immobile sequestrato.

Il sequestro di ieri segue quello di pochi giorni addietro operato a S. Sofia d’Epiro allorquando i poliziotti, nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura di Castrovillari hanno sequestrato un altro impianto per la produzione di marijuana, allestito con articolate attrezzature. In quella occasione i poliziotti hanno arrestato 4 persone rinvenendo 241 kg di marijuana già pronta per la commercializzazione.

 

 

Cosenza, ai domiciliari spacciava droga: blitz in casa di un 40enne

COSENZA – Nella mattinata di ieri, personale della Polizia di Stato, impiegato in specifici servizi ad ampio raggio disposti dal Questore di Cosenza e volti al contrasto di forme di illegalità e del fenomeno dello smercio di droga in città, ha tratto in arresto, per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, un quarantenne del posto, con precedenti di polizia.

Nel corso della perquisizione, eseguita con l’ausilio delle Unità cinofile della Questura di Vibo Valentia e del personale del Reparto Prevenzione Crimine di Cosenza, effettuata presso il domicilio dell’arrestato, è stata rinvenuta e sequestrata sostanza stupefacente che, ad esito delle analisi speditive effettuate da personale del locale Gabinetto di Polizia Scientifica, è risultata essere, Cocaina per un totale di grammi 141 e Marijuana per un totale di gr. 820. Nella circostanza è stato rinvenuto anche materiale per il confezionamento e per la pesatura.

Parte della droga, rinvenuta all’interno di un appartamento, non è sfuggita all’infallibile fiuto di Max, il cane poliziotto delle Unità Cinofile della Questura di Vibo Valentia, che ha segnalato la presenza della sostanza stupefacente in alcuni locali nella disponibilità dell’uomo, di pertinenza dell’abitazione.

L’uomo era già stato tratto in arresto lo scorso 29 marzo e posto agli arresti domiciliari presso quella stessa abitazione ove poi ha continuato nella propria attività illecita e presso cui gli uomini in divisa questa mattina hanno rinvenuto la droga. Pertanto, per il quarantenne si sono aperte le porte del carcere, associato alla locale Casa Circondariale su disposizione dell’A.G. procedente, dovrà rispondere di detenzione a fini di spaccio di sostanza stupefacente.

Il tutto si comunica nel rispetto dei diritti dell’indagato (da ritenersi presunto innocente in considerazione dell’attuale fase del procedimento fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile) al fine di garantire il diritto di cronaca.

La Calabria tra le prime regioni a sperimentare la “farmacia dei servizi”

CATANZARO – La Regione Calabria si conferma all’avanguardia per quanto riguarda i servizi erogati dalle farmacie a favore dei cittadini. Parte in Calabria la seconda fase della sperimentazione della Farmacia dei servizi.

Non appena varato il riparto delle risorse per questa seconda fase, la Regione Calabria, d’intesa con la Federfarma Regionale, si è attivata per sfruttare questa opportunità e valorizzare la presenza capillare delle farmacie sul territorio per mettere a disposizione della popolazione nuovi servizi di alta valenza sociale e sanitaria.

Nello specifico si tratta di prestazioni di telemedicina che, attraverso il collegamento a distanza con centri specialistici, consentono ai cittadini di ottenere in farmacia sia l’esame di spirometria sia elettrocardiogrammi, holter cardiaci e pressori, potenziando così notevolmente le attività di prevenzione sul fronte cardiovascolare.

Grazie al solerte impegno del Presidente Roberto Occhiuto e alla volontà fattiva della  dottoressa Scarpelli, la Regione effettua così un altro passaggio per riorganizzare il sistema sanitario calabrese garantendo cure e servizi rapidi ai cittadini calabresi.

“Si tratta di un risultato estremamente importante per i nostri concittadini – dichiarano Vincenzo Defilippo ed Alfonso Misasi, rispettivamente Presidente e Segretario di Federfarma Calabria – che consente di superare le difficoltà di ordine logistico dovute alla complessità orografica del territorio regionale, permettendo alla popolazione che vive nei piccoli centri, ma non solo, di ottenere prestazioni sanitarie salvavita nella farmacia sotto casa. Le farmacie calabresi, anche in questo caso, confermano il loro impegno e lo spirito di collaborazione con le Istituzioni per migliorare il livello di tutela della salute della popolazione”.

Cosenza: beccato in garage con oltre 25kg di hashish, marijuana, armi e munizioni

COSENZA – Nella giornata di ieri, personale della Polizia di Stato ha eseguito, nell’ambito dei servizi straordinari disposti dal Questore della Provincia di Cosenza e coordinati dalla locale Procura della Repubblica, diversi controlli in città, finalizzati al contrasto del traffico di sostanze stupefacenti.

Nel corso di detti servizi, una persona è stata arrestata dalla Squadra Mobile poiché trovata in possesso di sostanza stupefacente del tipo hashish, marijuana, di altro materiale strumentale all’attività di spaccio nonché di armi e munizioni, fra cui una pistola con matricola abrasa, illegalmente detenuti.

In particolare, nel centro della città bruzia, i poliziotti notavano un giovane, a bordo di un motociclo, che scendeva dal veicolo ed apriva la saracinesca di un garage. Il predetto, appena notata la presenza degli operatori di polizia che si stavano avvicinando, tentava di richiudere velocemente il garage, ma veniva bloccato dagli agenti.

Pertanto, in considerazione del comportamento dell’uomo, si procedeva a perquisizione all’interno del garage. Fatto accesso all’interno del locale, l’uomo spontaneamente consegnava un panetto di “hashish”. Gli operatori, di conseguenza, ispezionavano il punto dove il giovane aveva prelevato l’oggetto, rinvenendo un contenitore in plastica di colore bianco, con all’interno decine di “panetti”, del peso complessivo di oltre 16 Kg di hashish. Il prosieguo della perquisizione dentro il garage ha permesso di rinvenire altro hashish, per un peso complessivo pari a 7 kg, ed inoltre si rinveniva sostanza stupefacente del tipo marijuana per un peso complessivo pari a oltre 2 kg, un fucile semiautomatico, cal. 12, risultato provento di furto e corredato di munizionamento e una pistola semiautomatica, cal. 7,65, con matricola abrasa, e relativo caricatore contenente diverse cartucce.

La perquisizione presso l’abitazione dell’uomo permetteva di rinvenire un altro bilancino di precisione e materiale per il confezionamento dello stupefacente.

Espletate le formalità di rito, l’uomo è stato condotto presso la casa circondariale di Cosenza, su disposizione dell’A.G. procedente.

 

Scoperta una ‘centrale della droga’ nel Cosentino: sequestrati oltre 240kg di marijuana (VIDEO)

COSENZA – Verso la fine di giugno, personale del Commissariato di P.S. Corigliano-Rossano, in seguito ad attività info-investigativa, ha individuato un capannone nella zona industriale di Santa Sofia D’Epiro (CS), utilizzato per la coltivazione di sostanza stupefacente del tipo “marijuana”.

All’interno dello stesso è stata rinvenuta una vera e propria “centrale della droga” oltre che un’ingente quantità di sostanza stupefacente.

Veniva, quindi, immediatamente informata la Procura della Repubblica di Castrovillari che emetteva un decreto di ritardato sequestro per poter svolgere ulteriori indagini ed individuare le persone coinvolte.

Nello stesso tempo veniva disposto il monitoraggio costante dei luoghi in cui era in corso l’attività delittuosa, con appostamenti in tutto l’arco della giornata, che si protraevano  per quasi una settimana.  

A questo punto, considerata la complessità delle indagini, che prevedevano il coinvolgimento di numerosi poliziotti, le attività di appostamento venivano svolte con l’ausilio della Squadra Mobile di Cosenza.

Nella mattinata di ieri, alle prime luci dell’alba, il personale impiegato nel servizio di appostamento, notava un movimento “anomalo” di automezzi ( un’auto ed un furgone)  e l’arrivo di tre persone ( due donne di nazionalità cinese ed un italiano) . Il conducente del furgone,  si portava all’interno del capannone, e dopo circa mezz’ora lasciava repentinamente la zona.

Veniva immediatamente predisposto un servizio di pedinamento del furgone  che terminava, dopo circa 40 km,  nella zona industriale di Corigliano Rossano con il fermo dell’uomo e la sua identificazione.

 In quegli stessi frangenti, le due donne di nazionalità cinese, dopo avere richiuso il portone del capannone, erano pronte a lasciare la zona a bordo della loro auto.

A questo punto, si decideva di intervenire e le donne venivano bloccate prima che si potessero dare alla fuga.

Le attività della polizia giudiziaria venivano svolte, restando in continuo contatto con il Procuratore della Repubblica di Castrovillari, dott. Alessandro D’ALESSIO,  che seguiva personalmente queste fasi delle indagini.

Si procedeva, quindi,  ad una perquisizione del capannone, all’interno del quale veniva trovato anche il quarto indagato, un uomo cinese  che si era nascosto sotto alcuni materassi per sfuggire alla cattura.

In particolare all’interno del capannone vi erano vere e proprie “serre” adibite alla coltivazione e produzione di marijuana, complete di tubi di aspirazione, bidoni di fertilizzanti, materiale elettrico, pompe di aspirazione. Vi erano altresì termometri per il controllo costante della temperatura, lampade alogene ed altro, nonchè una macchina finalizzata alla triturazione del materiale erbaceo prodotto, per poterne favorire il confezionamento.

Inoltre, è stato accertato che il filtraggio dell’aria veniva controllato attraverso l’applicazione ed il ricambio di filtri a carbone attivo per il controllo degli odori sprigionati dalla lavorazione dello stupefacente.

Una vera e propria “organizzazione ingegneristica” ha permesso la produzione di numerosi cicli annuali e un giro d’affari milionario, considerato che il capannone era nella disponibilità di uno degli indagati già dal 2022.

Ultimata la perquisizione veniva rinvenuta e sequestra una ingente quantità di marijuana ( 241 kg) occultata all’interno di decine di sacchi di plastica. Sono stati sottoposti a sequestro gli automezzi utilizzati dagli indagati.

Le quattro persone coinvolte sono state tratte in arresto e, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria,  tradotte presso la Casa Circondariale di Castrovillari.

 

‘Ndrangheta, Sportello Antiracket Cosenza: “Denunciare senza timori, oggi è possibile farlo”

COSENZA – Ancora una maxioperazione della Dda di Catanzaro condotta dal Reparto Operativo Nucleo Investigativo – Comando Provinciale di Cosenza, dal personale delle Squadre Mobili di Cosenza e Catanzaro e dal Servizio Centrale Operativo di Roma. Ancora una volta ad essere colpita è la “zona più ricca della Calabria”, come l’ha definita il Procuratore di Catanzaro Gratteri, ovvero la provincia di Cosenza, con un’operazione che ha coinvolto 68 indagati e decapitato il clan Abbruzzese.
 
“Una zona particolarmente calda, come dimostrano i recenti atti intimidatori sul terzo megalotto della 106 o ai danni delle attività turistiche – ha commentato il responsabile dello sportello antiracket e antiusura di Cosenza Alessio Cassano, già presidente dell’Associazione Lucio Ferrami – Siamo grati a tutte le Forze dell’Ordine per il lavoro sinergico ed encomiabile sul territorio, che sta dando buoni frutti. Il nostro elogio anche alla Procura guidata dal magistrato Nicola Gratteri e ai giovani PM che lavorano al suo fianco ogni giorno. A loro va il nostro ringraziamento più sincero per i procedimenti seguiti, fin dalle prime fasi di indagine, di cui siamo testimoni in prima persona”.
 
Dal tirreno cosentino all’area urbana della città dei Bruzi, l’Associazione Lucio Ferrami fornisce sostegno agli imprenditori finiti nel mirino della ndrangheta in un territorio in cui la geografia criminale disegna una realtà economica piuttosto compromessa. Ogni giorno l’Associazione sostiene gli imprenditori vittime di racket e usura e si costituisce parte civile nei processi che li coinvolgono. Oggi, per supportare a 360° gradi coloro i quali sono oppressi dalle richieste criminali, gli sportelli territoriali antiracket di Cosenza, Lamezia Terme e Polistena offrono anche supporto professionale gratuito sul piano psicologico, legale e commerciale.
 
“Rinnoviamo l’invito a denunciare – è l’appello di Cassano – Attualmente è possibile farlo in sicurezza. Abbiamo a disposizione tutti gli strumenti normativi a tutela di imprenditori e commercianti oppressi. E poi ci sono le associazioni antiracket che offrono un valido e concreto aiuto. Esortiamo chi è sotto pressione a contattarci. Siamo in grado di affiancare anche chi ha già subito danneggiamenti, guidandolo gratuitamente verso l’accesso al fondo di solidarietà.  Resistere, non cedere ai ricatti, non allinearsi, non solo è possibile ma è anche necessario per liberare le nostre attività e la nostra città da questa piovra soffocante”.