Archivi tag: suicidio

Tenta il suicidio, salvato da due poliziotti

PALIZZI (CZ) – Un uomo di 32 anni che si era gettato in mare, completamente vestito, con l’intenzione di suicidarsi per motivi passionali, è stato salvato a nuoto da due agenti del Commissariato di Polizia di Condofuri. Il fatto è accaduto in località Capo Spartivento di Palizzi. I due poliziotti, intervenuti dopo una chiamata al 113, malgrado le avverse condizioni meteo e il mare in burrasca, si sono tuffati e, dopo diversi tentativi, sono riusciti ad afferrare l’uomo, che è stato portato a riva in uno stato di evidente ipotermia. Dopo i primi soccorsi da parte dei due agenti, l’uomo è stato affidato agli operatori del 118 che lo hanno condotto nell’ospedale di Locri, dove è stato ricoverato non in pericolo di vita. I due poliziotti hanno riportato traumi alle gambe e dolore al torace per ipotermia, con una prognosi per ciascuno di 15 giorni.

Giovanni Bonavita non ce l’ha fatta. Morto l’uomo che si era sparato in casa

COSENZA – E’ morto nella notte Giovanni Bonavita, l’uomo che ieri pomeriggio aveva tentato di suicidarsi, nella sua casa di Via Montessori a Settimo di Montalto, sparandosi un colpo di pistola al petto. Le sue condizioni erano apparse subito gravissime e l’uomo era stato trasportato con elisoccorso al pronto soccorso dell’Annunziata di Cosenza. Pare che all’origine del gesto ci sia uno stato depressivo in cui l’uomo era caduto dopo aver perso il lavoro.

Tragedia nel cosentino: uomo tenta il suicidio (VIDEO)

MONTALTO UFFUGO (Cs) – Tragedia a Settimo di Montalto Uffugo dove un uomo si è sparato un colpo di pistola al petto. Le sue condizioni sono gravissime ed è attualmente ricoverato al pronto soccorso dell’Annunziata di Cosenza dove è stato trasportato con elisoccorso. Pare che all’origine del gesto ci sia uno stato depressivo in cui l’uomo era caduto dopo aver perso il lavoro. Il drammatico episodio si è consumato in via Montessori.  Sul posto anche i carabinieri.  Secondo quanto si è appreso l’uomo lavorava per un’azienda di impianti telefonici ma era stato licenziato. Avrebbe compiuto l’insano gesto con una pistola calibro 7,65. Guarda il video

Commozione ai funerali della piccola Marianna. La madre non avrebbe tentato il suicidio

COSENZA – Si sono svolti in un clima di generale commozione i funerali della piccola Marianna Luberto, che sarebbe stata uccisa, soffocata con un cuscino, a soli sette mesi, dalla madre, poi fermata per omicidio volontario aggravato. Alla cerimonia funebre, che si è svolta nella chiesa di Santa Teresa, ha partecipato anche il vescovo di Cosenza-Bisignano, monsignor Francesco Nolè, che ha a lungo abbracciato il padre della piccola apparso distrutto dall’immane tragedia ma dignitoso nella sua sofferenza. Stretto tra familiari e colleghi, Francesco per tutta la cerimonia ha fissato quella bara così piccola ricoperta da tanti fiori bianchi. Una cerimonia composta, come il dolore delle famiglie Luberto e Leonetti. Poche ma sentite le parole del sacerdote Don Gino Luberto che ha officiato insieme al presule e che ha ricordato la piccola Marianna come “il fiore sbocciato dall’amore tra Francesco e Giovanna”. La liturgia ha sottolineato che il “Signore vuole che i bimbi vengano a lui”. Il parroco ha rivolto un invito al “perdono e alla speranza”. Un applauso ha salutato la piccola Marianna alla quale monsignor Nolè ha voluto portare un saluto reale è un sostegno concreto a tutta la famiglia.  Intanto si apprende che, a seguito degli esami effettuati sul sangue della madre della piccola, Giovanna Leonetti, non sarebbe stata riscontrata una quantità di farmaci tale da far pensare ad un tentativo di suicidio, come invece si era pensato nell’immediato, essendo stata trovata ai piedi della donna una confezione di barbiturici. Dunque, secondo la ricostruzione degli inquirenti, non avrebbe tentato il suicidio la biologa 37enne. Giovanna Leonetti, dopo essersi vista con il marito – da qualche giorno la donna abitava a casa di una zia a Donnici – nel loro appartamento al terzo piano di una palazzina in centro città si sarebbe recata al secondo piano in casa di un’altra zia che le aveva lasciato le chiavi e lì avrebbe – è questa l’accusa – soffocato la piccola Marianna Luberto con un cuscino e dopo essersi distesa sul letto ha chiamato il marito dicendogli di scendere. Francesco Luberto, giovane avvocato, appena entrato nell’appartamento – ha raccontato ai magistrati – si è recato nella stanza da letto e ha visto la bimba con un cuscino sul volto e la moglie distesa sul letto e accanto una confezione di barbiturici. Mamma e figlia sono state portate d’urgenza in ospedale, ma per la bimba non c’è stato nulla da fare. La biologa, che da ottobre soffre di depressione post partum ed è seguita da specialisti, è stata ricoverata. Dai primi risultati degli esami clinici, la dose di farmaci assunta escluderebbe un tentativo di suicidio. Ma tutto il quadro clinico della donna sarà sottoposto a ulteriori approfondimenti. Nella giornata di martedì 23 febbraio si svolgerà l’udienza di convalida del fermo e l’interrogatorio di garanzia della 37enne, difesa dall’avvocato Marcello Manna.

Tropea, sacerdote si sfracella al suolo. Suicidio o incidente?

TROPEA (VV) – Aveva chiesto ai fedeli di pregare per lui. Non era più lo stesso da qualche tempo a questa parte padre Aldo La Manna. Aveva l’espressione assorta e il viso scuro, come se qualche problema lo assillasse. Questo hanno riferito i fedeli dopo che il parroco dell’Annunziata, intorno alle 17,30 di oggi, si è sfracellato al suolo a Tropea, cadendo dalla rupe. Un volo di circa 30 metri. Il sacerdote è morto sul colpo, lasciando nello sgomento la comunità. Padre Aldo La Manna era originario di Cosenza. Sul posto sono intervenuti i carabinieri, il medico legale ed il magistrato di turno. Secondo quanto si è appreso, alcuni testimoni hanno riferito che Padre Aldo si sia allontanato nel corso di una funzione religiosa e che si sia gettato dalla rupe vicino all’ingresso del Convento. Religioso dell’ordine dei Frati minori del Convento della Modonna della Sanità, era parroco della Santissima Annunziata e punto di riferimento di tanti giovani che frequentano l’oratorio “Amico del Cuore” che egli stesso aveva contribuito a creare nei locali della casa canonica. Le indagini chiariranno se si sia trattato di un suicido o di un tragico incidente. La comunità è in lutto.

Omicidio-Suicidio a Reggio Calabria: Trovati i Cadaveri di due Coniugi

PATTUGLIA CARABINIERI CATANIAREGGIO CALABRIA – In un appartamento del centro di Reggio Calabria sono stati trovati i cadaveri di un uomo ed una donna di origini romene. A dare l’allarme i vicini di casa che, avvertito il cattivo odore proveniente dall’abitazione, hanno contattato le forze dell’ordine,

I carabinieri ipotizzano un possibile omicidio-suicidio che ha portato l’uomo di 64 anni, G.S., a strangolare la compagna di 47 anni, F.S., per poi impiccarsi subito dopo. La morte sembra risalire a qualche giorno fa e le cause del folle gesto sono da ricercare nella gelosia dell’uomo.

Suicidio a Catanzaro, Wanda Ferro: “confrontiamoci con le lacrime delle famiglie.”

wanda-ferroCATANZARO –  Di seguito un intervento di Wanda Ferro:

“L’ultimo suicidio accaduto nella nostra città (il terzo in poche settimane) impone, di là dalle singole circostanze, una riflessione di carattere generale. La nostra società è oramai diventata un luogo dove ciascuna ha difficoltà a trovare la giusta collocazione, dove i singoli soggetti sono a disagio, si sentono abbandonati a se stessi in una obbligata solitudine.  In una società dove prevalgono interessi e comportamenti individuali, gli interessi collettivi e quelli delle persone disagiate vengono troppo spesso trascurati, o meglio dimenticati o meglio ancora divengono invisibili là dove è più comodo per tutti fingere di non vedere. Le istituzioni e la classe dirigente vivono una dinamica tutta loro, spesso avulsa dal contesto sociale, con un costante e inesorabile rimpallo di responsabilità, generando una sorta di inefficacia collettiva nella quale le minoranze, che oggi sono diventate una vera e propria maggioranza, rappresentano un insieme variegato di soggetti dei quali pochi tendono a occuparsi.  Assistiamo a una rassegnazione collettiva, alla sospensione – o meglio – alla rinuncia di ogni aspettativa: un terreno pericolosamente franoso dove si incubano crescenti disagi e disuguaglianze.  In questo contesto la politica dovrebbe rappresentare una guida, assumere una funzione cardine nella società capace di orientare senza imposizione di comando riprendendo la funzione di promotore dell’interesse collettivo: l’alternativa è che prevalga la passiva accettazione dell’esistente che talvolta, anzi troppo spesso, conduce a gesti disperati chi si sente abbandonato alla propria solitudine. Una solitudine spesso forzata o imposta dalle circostanze della vita che riflette angosce e degenera in fenomeni sociali non più governabili. A un bambino che chiedeva cosa fosse la pace, Papa Francesco spiegò che la pace è lavorare perché tutti abbiano la soluzione ai problemi, ai bisogni che hanno nella loro terra, nella loro patria, nella loro famiglia, nella loro società e che «dove non c’è la giustizia, non c’è la pace». Credo che nessuno possa dare lezioni sulla sofferenza: tutti noi, però, dalle istituzioni alla politica alla classe dirigente, scendiamo dal piedistallo e confrontiamoci con le lacrime delle famiglie, sporchiamoci le mani e coltiviamo il dubbio.”

Giovane minaccia suicidio

LAMEZIA TERME (CZ) – Un ragazzo di 19 anni che voleva suicidarsi è stato salvato dai carabinieri di Lamezia Terme. Il giovane ha chiamato il 112 dicendo di volersi gettare da un ponte. L’operatore, intuendo il pericolo, ha provato a parlare con il ragazzo cercando di conquistarne la fiducia e facendosi sentire vicino ai suoi problemi personali.

Nel frattempo ha inviato un sms facendo intervenire la pattuglia. I militari sono così riusciti a bloccare il giovane mentre era ancora a telefono.

Se la vita fa rima con la morte, prevenire il suicidio si può

 

 

 

Emanuela Moscato con i figli Michelangelo (a sx) e Riccardo (a dx)

Una festa mancata. La passione per la musica. Il dolore e la condivisione. Dal 2011 il Miki Monte Dj Contest- Music for Life ricorda Michelangelo Montefusco e cerca di sensibilizzare e diffondere informazioni sul suicidio e sulla sua prevenzione. A distanza di qualche giorno dall’evento, facciamo il punto sull’edizione di quest’anno e apriamo una finestra su un tema tabù con Emanuela Moscato, mamma di Michelangelo e organizzatrice del contest.

 

Il vincitore di quest’anno è un francese, le richieste per partecipare sono arrivate anche da Puglia, Sicilia, Piemonte: l’orizzonte della terza edizione si è allargato?

I vincitori del Miki Monte dj contest di quest'anno

Certamente! Siamo partiti un po’ in sordina con l’edizione del 2011, appena sei mesi dopo che Miki ci aveva lasciati.  Era successo pochi giorni prima del suo 18° compleanno, quando era tutto pronto per la sua festa: vestito, sala ricevimenti, torta, addobbi, inviti…L’idea del dj contest parte dal suo amico Alex Lamberti, per celebrare quella festa che non c’è mai più stata e per ricordare Miki nel suo stile, come lui avrebbe fatto e voluto. Nel corso delle varie edizioni siamo cresciuti sempre di più, sia perché l’evento è stato condiviso tramite social network sul tutto il territorio nazionale e oltre, sia perché ha avuto sempre un’ampia partecipazione, ma soprattutto perché ha funzionato il passaparola sulla serietà e puntualità dell’organizzazione, gestita in larga misura da Francesco Bruno, e del concorso, oltre ai premi appetibili e, ovviamente, al tema a cui è legato.

Quest’anno la location è cambiata: dal beach club siamo passati alla piazza, perché il tema della Giornata Mondiale della Prevenzione del Suicidio è ‘stigma: un grande ostacolo per la prevenzione del suicidio’. Quindi, dovevamo gridare questa realtà, farci ascoltare da più persone e un luogo più piccolo e chiuso come un lido non era più sufficiente.

 

 

Appunto, l’evento rientra nelle attività della Giornata Mondiale della Prevenzione del Suicidio. Inoltre, ha avuto il supporto del progetto SOPROXI di Padova ed è stato organizzato in collaborazione con il Sevizio di Prevenzione del Suicidio dell’azienda ospedaliera Sant’Andrea di Roma. Di che realtà si tratta?

Parenti e amici di Miki in pole position alla Race for Life del 2011

La Giornata Mondiale di Prevenzione del Suicidio o World Suicide Prevention Day  (https://www.facebook.com/events/415169808532653/?fref=ts) è stata istituita ben 11 anni fa su proposta del Prof. Diego De Leo e ne sono cosponsor l’Associazione Internazionale per la Prevenzione del Suicidio (IASP http://www.iasp.info/wspd/) di cui il Professor Maurizio Pompili dell’ospedale Sant’Andrea di Roma è il rappresentante in Italia, e l’OMS -Organizzazione Mondiale della Sanità- (World Health Organization).

Il punto di partenza sono i dati sui tassi di suicidio. All’indirizzo http://www.prevenireilsuicidio.it/il_suicidio.htm, si legge: « L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) considera il suicidio come un problema complesso, non ascrivibile ad una sola causa o ad un motivo preciso. Sembra piuttosto derivare da una complessa interazione di fattori biologici, genetici, psicologici, sociali, culturali ed ambientali … nel 2000 circa un milione di individui ha perso la vita a causa del suicidio, mentre un numero di individui variabile da 10 a 20 volte più grande ha tentato il suicidio. Ciò  rappresenta in media una morte per suicidio ogni 40 secondi ed un tentativo di suicidio ogni 3 secondi. Questo ci porta a concludere che muoiono più persone a causa del suicidio che per i conflitti armati di tutto il mondo e per gli incidenti automobilistici. In tutte le nazioni, il suicidio è attualmente tra le prime tre cause di morte nella fascia di età 15-34 anni; nel recente passato il fenomeno predominava tra gli anziani, ma ai nostri giorni è più allarmante tra i giovani, sia in termini assoluti che relativi, in un terzo delle nazioni. Questo dato rappresenta una perdita di vite umane più alta rispetto alla perdita di vite causata da guerre ed omicidi ogni anno; tre volte la perdita di vite umane registrata nella tragedia dello Tsunami nel sud-est dell’Asia nel dicembre del 2004; inoltre, ogni giorno muoiono a causa del suicidio l’equivalente delle vittime causate dall’attacco alle torri gemelle di New York l’11 settembre del 2001… Ogni individuo può fare qualcosa per aiutare a ridurre il numero delle persone che considerano il suicidio come soluzione al loro dolore mentale».

Il suicidio, quindi, si può prevenire e ciascuno di noi può fare qualcosa già cominciando a sfatare miti e credenze comuni.

Inoltre, si stima che per ogni persona che si toglie la vita, ce ne sono altre 6, tra partenti e amici, a rischio di suicidio. Prevenzione è anche questo: i survivors (sopravvissuti al suicidio di un proprio caro) hanno la necessità di essere sostenuti nel percorso di elaborazione di un lutto che si differenzia dagli altri. Ci sono i  professionisti delle locali Aziende Sanitarie che svolgono egregiamente il loro lavoro, ma ci sono anche  vari centri specializzati in Italia: Palermo, Milano, nel Veneto, ecc. Soproxi  http://www.soproxi.it/  a Padova e Il Servizio di Prevenzione del Suicidio a Roma www.prevenireilsuicidio.it mi hanno sostenuta personalmente (anche via telefono o skype) nel mio percorso. Continuano a sostenermi nelle mie manifestazioni e, in particolare con il Prof. Maurizio Pompili e la sua equipe, si è instaurato un clima di solida e prospera collaborazione, sempre finalizzato alla sensibilizzazione e alla diffusione di informazioni.

 

I coniugi Arbore sono arrivati da Corato (Bari): genitori di un ragazzo che si è tolto la vita. Che tipo di rapporto si crea tra chi ha vissuto lo stesso dolore? Quanto è importante condividere il proprio dolore?

Come ho detto, i familiari delle persone che si sono tolte la vita sono a loro volta, a rischio di suicidio. Fare rete importante, proficuo, utile, commovente. Il lutto da suicidio è diverso dagli altri e solo il condividere lo stesso dolore e il confrontarsi con le stesse domande e le medesime problematiche è già un grande aiuto. Esiste anche la Giornata Mondiale dei Sopravvissuti, a novembre, e anche per quella data esistono numerose iniziative, in genere gruppi di Auto Mutuo Aiuto dove ci si incontra e ci si confronta, ci si abbraccia, si piange… ma non solo: a me successo di essere partita dalla condivisione del dolore e poi di avere instaurato rapporti di amicizia profonda e solida.

 

Il contest si propone di promuovere la vita e di sensibilizzare su un tema tabù, il suicidio. Quali sono state le reazioni?

Michelangelo alla consolle

In generale di suicidio si preferisce non parlare: c’è sempre quel non so che di pudore o di vergogna associato a questo argomento. Molti miei amici che hanno avuto lo stesso mio vissuto affermano che se perdi un figlio o un parente in questo modo, intorno a te c’è il vuoto: la gente non sa bene cosa dire, come esprimersi, se parlare o no. L’imbarazzo predomina e la famiglia finisce per rimanere sola. Tutto questo a me non è successo e io sono sempre pronta a portare la mia testimonianza su ciò ovunque vado: la mia famiglia, i miei amici, i miei compaesani e persino le istituzioni non mi hanno mai lasciata sola! Nessuno si è mai sognato di fare differenze tra mio figlio e gli altri giovani in relazione alle modalità della morte. Ad esempio, nel “Memorial dei Giovani Angeli” che si celebra a Paola, nel ricordo di tutti i ragazzi scomparsi prematuramente, la maggior parte a causa di incidenti stradali, mio figlio Miki è entrato di diritto senza che nessuno si fosse posto il problema di differenziare. Di questo io sono grata a tutti i calabresi che hanno dimostrato di essere culturalmente molto più avanti di altre realtà in Italia.

Le assicuro che c’è voluto molto coraggio, comunque, a mettere in bella mostra i banner della Giornata Mondiale di Prevenzione del Suicidio: sia sulla locandina dell’evento, sia nel video promo, sia ai piedi del palco e tutto intorno al gazebo del desk informativo. In genere un evento musicale di questo tipo è associato al volto noto di un ospite dell’ambito radiofonico/televisivo.

Cambiare gli atteggiamenti culturali richiede una consapevolezza scientifica delle tante forze che influenzano le norme comunitarie e lo sforzo congiunto di una vasta gamma di parti interessate per un prolungato periodo di tempo. Questa giornata deve ispirare le persone a lavorare con l’obiettivo di sviluppare nuovi metodi creativi per sradicare lo stigma. Piani locali o nazionali per la prevenzione del suicidio non raggiungeranno il loro pieno potenziale finché il problema dello stigma non sia stato efficacemente affrontato.

 

Le istituzioni hanno risposto?

Le istituzioni mi sono sempre state vicine nel mio dolore a cominciare dall’espressione di solidarietà e affetto al momento della perdita di mio figlio: mi riferisco al Comune di San Lucido, di Paola e alla Scuola tutta. Inoltre, sia la vecchia che la nuova amministrazione comunale, insieme ai rappresentanti della Provincia e della Regione, hanno appoggiato il mio progetto con il patrocinio morale e presenziando l’evento.

 

Michelangelo

Il contest ricorda suo figlio attraverso la sua passione: che cosa significa per lei?

E’ doloroso e bello allo stesso tempo. Doloroso perché Miki non c’è più. E’ bello perché mi avvicina a lui e mi dà modo, forse e in parte, di conoscerlo più nel profondo tramite quella che era la sua passione, la Musica. Un tipo di musica, a dire il vero, che non mi entusiasmava affatto, come credo che non incontri i gusti di una gran parte di persone della mia età. Tuttavia, il contatto con questi ragazzi nel periodo che precede il contest… rispondere alle domande, ascoltare i loro mixati, leggere e riflettere sulle loro debolezze ma anche sulle loro forze, apprendere le loro storie personali, emozionarsi con le loro emozioni, gioire per il risultato dei vincitori, esultare con loro, ricevere ringraziamenti e apprezzamenti in relazione all’esperienza appena vissuta… sono momenti impagabili di avvicinamento affettivo e gioia immensa. In  ciascuno di questi ragazzi c’è una parte di Miki e li sento tutti figli miei.

E’ bellissimo vedere le loro espressioni di solidarietà: il dj francese a cui erano state rubate le cuffie ha trovato subito un collega, Francesco Pullia, che non ha esitato a regalargli le sue. Vedere quanto può essere grande l’animo di un ragazzo che poteva essere mio figlio, pronto a sacrificarsi per gli altri e a dare un pezzo di sé, ti riempie il cuore di infinita commozione…

L’anno scorso a ciascuno ho regalato una piantina di aloe, figlia della pianta di aloe a cui Michelangelo teneva tanto, come simbolo di protezione e di cura dei mali dell’anima, perché il tema della Giornata Mondiale di Prevenzione del Suicidio era ‘la prevenzione del suicidio nel mondo: rafforzare i fattori protettivi e infondere speranza’…quest’anno, uno dei ragazzi, mi ha portato una piantina figlia della pianta che gli avevo dato: l’energia vitale di Miki continua ancora a circolare.

 

a cura di Rita Paonessa

Miki Monte Dj Contest : giornata mondiale prevenzione suicidio

 

SAN LUCIDO – Il 6 agosto si è svolto a San Lucido sulla Piazza Panoramica il dj contest, che ha assunto in questa terza edizione un importanza  molto più grande, sia perché ci sono state tante domande di partecipazione, sia perché le domande sono pervenute da varie zone della Calabria ma anche dalla Sicilia, dalla Puglia,dal Piemonte e dalla Francia, sia perché ha vinto un francese.Il dj contest rientra tra le categorie di attività suggerite dalla IASP ma nel mondo è l’unico dj contest fra tutti gli eventi  del World Suicide Prevention Day, ossia la Giornata  Mondiale di Prevenzione del Suicidio.La piazza era gremita di gente, i commenti sono stati tutti molto positivi.Lo spettacolo è stato bello, il filo conduttore era sempre la musica  in tutte le sue espressioni. La giuria era composta dall’80%  di tecnici più il presidente  della Pro Loco e un rappresentante della stampa. I premi erano prestigiosi e molto ambiti. Inoltre le esibizioni dei dj sono state curate nei minimi particolari, alle spalle di ciascuno  era proiettato  il proprio nome con effetti grafici in movimento. I dj finalisti erano tutti molto bravi.Il terzo classificato, Natale Brogno anche se giovanissimo ha entusiasmato tutti sia per la sua tecnica che per la sua presenza scenica. Alan Lecter di Scalea è  il secondo classificato che si è differenziato  dagli altri per l’ottima scelta musicale unita a un buon stile musicale, ed il primo è stato il  francese Thibault Brajon volato da Parigi apposta per il dj contest, ha impressionato pubblico e giuria con le sue capacità tecniche e creative distaccandosi dagli altri per il punteggio complessivo ottenuto. I calabro project  hanno aperto la parte del dj contest e, alla fine hanno presentato  per la prima volta la loro nuova canzone. Il sindaco di San Lucido dott. Roberto Pizzuti, come istituzione presente ha elogiato la manifestazione con molto orgoglio, rilanciando il messaggio di fondo così come ha fatto il Presidente della Pro Loco Bonaventura Veltri che ha augurato in bocca al lupo ai concorrenti.