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ModaMare Cetraro 2014: il fascino di “Capri”

Se vi state chiedendo cosa c’è di più attrattivo di un concerto o di un avvenimento di cronaca per l’italiano medio, ancor meglio se di origine calabrese, la risposta è: un evento dedicato alla moda.

Lo sanno bene gli organizzatori di ModaMare Cetraro 2014, la manifestazione ambientata nel porto di Cetraro, condotta da Francesco Occhiuzzi che anche quest’anno ha intrattenuto più di duemila persone per quasi tre ore di spettacolo lo scorso venerdì 22 agosto. Moda, musica, spettacolo e turismo in una serata ispirata a Capri, tempio di eleganza e raffinatezza, meta privilegiata per il jet set e fonte di ideazione per la nascita delle tendenze più stravaganti ed originali. Tra le mini collezioni che hanno sfilato in passerella, impossibile non cogliere i riferimenti allo stile di Jackie Kennedy, Brigitte Bardot, Audrey hepburn. Costumi a vita alta, pois, gonne a palloncino, fantasie floreali si alternano a vistosi cappelli di paglia e pantaloni dalla lunghezza accorciata. Lo stile anni’ 50 e la moda di quella che ancora oggi si annovera tra le isole con maggiore disponibilità economica e rigogliosità, impazza e affascina la Calabria insieme alle collezioni eccentriche e un po’ barocche di Gerardo Sacco che con molta umiltà si dichiara fiero delle sue origini e porta in scena i suoi gioielli più rappresentativi e di un giovane orafo la cui collezione, interamente realizzata con materiali di riciclo, in memoria di uno sfruttamento minorile che non deve più essere promosso, colpisce ed emoziona perché unisce all’amore per il frivolo l’importanza e il rispetto per i valori.

Ma non è stata la moda  l’unica protagonista della kermesse. Anzi, a dispetto del titolo, per molti versi, ne è stata meno protagonista di quanto non ci si aspettasse. Nel corso della serata sono stati consegnati numerosi premi (forse troppi), dal giornalismo al web, passando per la radio, che hanno voluto premiare l’impegno, la dedizione ma soprattutto la bravura di quanti, da bravi calabresi, pur con qualche difficoltà, ce l’hanno fatta. Ad interrompere, in alcuni casi fortunatamente, la lunga lista di premiazioni e riconoscimenti, tre momenti musicali molto differenti. Prima ad esibirsi Kelly Joice, che con la sua voce nera, calda e graffiante e il suo fisico mozzafiato, ha incantato la numerosa platea. A seguire la giovane Giorgia Mollo, frizzante ed energica a cui va riconosciuto un indubbio carisma. A chiudere la serata un’artista assai più complessa, Mariella Nava, ribattezzata in un qui pro quo del conduttore Marcella, le cui note nostalgiche e decisamente più impegnative, hanno fatto da colonna sonora verso l’uscita. Colpa del sonno? Per lei premio alla carriera e tanta emozione.

 

Ph: http://www.cetraroinrete.it/

Lia Giannini

 

 

XI edizione Magna Grecia Film Festival: Il cinema incanta Catanzaro

Catanzaro, 3 agosto 2014. Undici edizioni, una settimana di eventi e proiezioni cinematografiche che hanno accolto attori ed ospiti di grande fama e successo, più di 3000 presenze per le serate più avvincenti. Stiamo parlando del Magna Grecia Film Festival che la scorsa settimana ha reso “elegante e sobria (come ha tenuto a sottolineare il padrone di casa Gianvito Casadonte)” la città di Catanzaro. Lustro, spettacolo, mondanità. La Calabria dimostra ancora una volta di non essere seconda a nessun’altra città del territorio e di saper fare, quando vuole, le cose molto bene. Salvo poi perdersi in piccoli dettagli come l’accoglienza degli ospiti e la gestione delle presenze, popolari e non, che dovrebbe rappresentare la base  per eventi in grado di raggiungere un successo così rilevante in una regione nota ai più per le sue malefatte politiche e la capacità innata di rovinare le bellezze naturali.

Eppure, a dispetto del trattamento “opinabile” dei responsabili all’ accoglienza, il Magna Grecia Film Festival raggiunge e conquista il pubblico, dapprima, nelle serate aventi come ospiti Claudio Amendola ed Emis Killa, poi, nella serata finale dedicata alle premiazioni e ai ringraziamenti. Ad aprire lo spettacolo un emozionante contributo, diretto da Raffaele Verzillo, su Massimo Troisi in occasione del ventennale sulla sua morte che ha mostrato un immagine ben diversa di quella nota al grande pubblico, assai più malinconica e profonda. A seguire il ricordo di Giorgio Faletti e l’omaggio ad Audrey Hepburn, simbolo dell’undicesima edizione nonché ispirazione raffinata di questo festival ricco di carisma.

Conclusi i saluti di routine del sindaco Sergio Abramo, il simpatico Casadonte ha ringraziato tutti i partners istituzionali per il loro supporto e sostegno che in maniera sorprendente è stato più volte riconfermato anche durante la serata, e ha proseguito nella premiazione. Premio per la colonna d’oro per la miglior opera prima è andata a “Smetto quando voglio” di Sydney Sibilia, salito sul palco a ritirare il premio, insieme al produttore Mattero Rovere, consegnato dai giurati Alessandro Haber e Alessandro Genovesi. Gran Premio della giuria a “Il venditore di medicine” di Antonio Morabito, mentre Claudio Amendola ha vinto il riconoscimento come miglior regista per “La mossa del pinguino”. La Colonna d’oro “Luciana Papaleo” per la miglior attrice è stata attribuita a Miriam Karlkvist per la sua interpretazione in “Il sud è niente“; mentre il riconoscimento di miglior attore è andato a Giuseppe Battiston per “Zoran, il mio nipote scemo”. La Colonna d’oro per il miglior cast è stata consegnata dal vice-direttore di RaiUno, Ludovico Di Meo a due dei protagonisti de “La mossa del pinguino”, Edoardo Leo e Antonello Fassari. Miglior sceneggiatura a “La mafia uccide solo d’estate” di Pif. A Lando Buzzanca, invece, il Premio alla Carriera. Infine, Colonna d’oro per la musica a Cristiano De Andrè che ha concluso la serata con un apprezzato live acustico.

Un momento importante per la nostra Regione, uno dei pochi in grado di farci sentire sommariamente fieri e orgogliosi di essere calabresi. Uno di quei momenti che occorre imprimere nella mente come esempio da seguire e dietro i cui errori trovare spunto per fare di meglio. Merito di Casadonte certo e di tutti quei calabresi che non hanno paura di rischiare pur di assicurare, come disse il buon saggio Faletti durante la sua partecipazione al Festival, un futuro per tutti i giovani calabresi che meritano un posto speciale per continuare a coltivare i loro sogni.

Lia Giannini

 

Tendenza estate: Cosa porto in vacanza?

L’estate, nonostante le bizze metereologiche di queste ultime settimane, è ormai nel pieno delle sue attività. Anche quest’anno, seppur con qualche difficoltà, la maggior parte degli italiani si prepara alle vacanze scegliendo località balneari. Spiagge, mare, sole, relax e divertimento diventano un must da seguire dopo un anno di fatica e duro lavoro. E, alla scelta della meta, sussegue, soprattutto per le donne, quella più ardua: cosa mettere in valigia?

In preda alla confusione più totale ci ritroviamo a scegliere tra mille capi, più o meno glamour, che nel corso dei mesi ( o magari degli anni) abbiamo acquistato sognando di indossarli  nella spiaggia più cool o durante un party di tendenza. Spesso, finiamo così col portare molta roba destinata a rimanere in valigia visto che noi donne, neanche in vacanza, sappiamo rinunciare allo shopping.

Per prima cosa è importante focalizzare le intenzioni. Se abbiamo optato per una meta esotica, italiana o straniera che sia, la maggior parte del tempo la trascorreremo in spiaggia, in costume. Quest’anno la moda propone bikini dai colori intensi, a frange e in versione animalier, puntando soprattutto alle fasce, ultra comode per evitare segni imbarazzanti dell’abbronzatura, o modello trikini, perfetti per una serata in piscina o una festa in spiaggia. Tra i brand commerciali più noti una varietà di proposte punta al verde pavone, al blu oceano, alle fantasie floreali e per le più giovani al pizzo san gallo. E poiché lo stile, soprattutto in spiaggia, vive di libera interpretazione (purchè viga il buon gusto) altrettanto libero deve essere lo sfogo e la fantasia. 

E se per i costumi le regole da rispettare sono rigorosamente quelle del sentirsi a proprio agio adeguandosi alle forme del proprio corpo, per quanto riguarda l’outfit da giorno i limiti sono veramente pochi. Ciò che rende un look invidiabile, ricordate, non è l’elevatezza del costo o l’utilizzo della griffe, ma la capacità di indossare cose originali e allo stesso tempo economicamente accessibili. Per questo il consiglio della redazione di 8@30 style è quello di non rinunciare, almeno per questa estate 2014, a shorts, abiti lunghi da giorno fantasiosi e colorati da indossare con un sandalo capri o una sneakers, cappelli di paglia, possibilmente modello uomo, e occhiali da sole a specchio colorati, imprescindibili per la spiaggia e non solo.

E per la sera? Le vacanze al mare consentono ogni (o quasi) tipo di look. Elegante, pratico, easy, glamour, boy fit.  Sì agli abiti lunghi, abbinati a zeppe di ogni forma e colore, colorati, leggeri, eleganti e molto chic. Sì alle long skirt, ai pantaloni boy fit dal cavallo basso di qualsivoglia forma e tessuto e alle canotte larghe, svasate ed accecanti. Sì ai pantaloni pareo, floreali, pastello, in versione pois o zebra. Sì ai colori pastello, alle jumpsuit comode ma soprattutto fashion. Le vacanze non ci impongono nulla, non ci danno limite. L’unica regola da rispettare è la libertà.

Infine il tocco più importante, quello più amato dalle donne: le scarpe. Non vi rinunciamo neanche quando la strada da percorrere non ce lo consente, potremmo piangere per ore di fronte ad un tacco spezzato anche se ci siamo appena fratturate una caviglia, non riusciamo (soprattutto d’estate) a trattenerci anche quando non sappiamo più dove metterle. La bella stagione, si sa, solletica ulteriormente il nostro vizio proponendo modelli di ogni fattezza e colore. Noi vi consigliamo, soprattutto in vacanza, di non rinunciare a delle infradito gioiello, comode ma raffinate e a delle zeppe alte ma comunque comode. Per il resto, quest’anno segna il ritorno della espadrillas che costano poco, sono simpatiche e accessibili a tutti ma nulla vieta di sfoggiare tacchi alti tutta la vita. Del resto è sempre il gusto e lo stile della persona a fare la differenza.

Buone vacanze da 8@30 style!

Lia Giannini

 

Inquinamento Mar Tirreno: risponde il Comitato Mare Pulito di Paola

Nei giorni scorsi, date le numerose segnalazioni pervenute dai bagnanti dall’inizio dell’estate ad oggi, la nostra redazione si faceva portavoce della situazione incresciosa che riguarda la costa Tirrenica Calabrese. Ad oggi, apprendiamo ulteriori ed interessanti sviluppi dal Comitato Mare Pulito di Paola che ringraziamo per la disponibilità all’intervista, sperando che la battaglia intrapresa sia fonte di sviluppi positivi. Di seguito l’intervista integrale:

Da diversi giorni si evince un livello di inquinamento del mare Tirreno ed in particolare della zona di Paola, al di sopra delle righe. Diversi bagnanti hanno riscontrato nei giorni scorsi, la presenza di topi morti galleggianti in mare e diversi escrementi sulla spiaggia. Siete al corrente della situazione? Se sì come vi state muovendo, in concreto, per la gestione del problema?

Siamo purtroppo al corrente del problema, e come noi lo sono le istituzioni, che sembrano ignorarlo. Al mare, che rappresenta la nostra risorsa più bella, sono da troppo tempo riservate scarsa tutela e attenzione. Il Coordinamento Mare Pulito del Tirreno nasce dunque dall’esigenza dei cittadini di riqualificare tale bene comune. Il Coordinamento, nato lo scorso maggio, vanta l’adesione di numerose associazioni impegnate sul territorio e di singoli cittadini sensibili alle tematiche ambientali, che condividono l’insoddisfazione ed il bisogno di attivarsi per arginare il degrado in cui versano le nostre coste, degrado che riduce drasticamente le opportunità turistiche del nostro paese. Ad oggi il Coordinamento è composto dalle seguenti associazioni: WWF, Italia Nostra, VAS, ForumAmbientalista del Tirreno, Amici di San Nicola Arcella, Comitato Civico Natale De Grazia, Circolo Arci Piera Bruno, Auser Circolo di Paola, AC, Subacqua Diving Club, Comitato Differenziamoci, Comitato per le Bonifiche dei Terreni,Mari e Fiumi della Calabria. Lo scopo del comitato è quello di sensibilizzare i cittadini e di promuovere una nuova cultura ed una nuova politica ambientale attuabile attraverso economie sostenibili ed ecocompatibili, prefiggendo traguardi a breve e lungo termine da raggiungere con lavoro ed impegno costanti. In particolare, il Coordinamento ha avviato negli scorsi mesi un’attività di monitoraggio degli impianti di depurazione della costa Tirrenica Cosentina al fine di verificarne lo stato autorizzativo e del rispetto dei parametri previsti dalle leggi inerenti alle acque di scarico. Attraverso la richiesta di accesso all’informazione ambientale, regolamentata dal D. Lgs. 195 del 2005, il Coordinamento ha coinvolto 19 comuni: Paola, Diamante, Fuscaldo, Sangineto, Fiumefreddo, Falconara, Praia a Mare, Acquappesa, Belvedere, Bonifati, SantaMaria del Cedro, Scalea, Tortora, San Nicola Arcella, Belmonte, San Lucido, Longobardi, Amantea e Cetraro. Da rilevare, ancora una volta, è la totale indifferenza e la sostanziale reticenza delle amministrazioni locali nei confronti delle istanze dei cittadini: infatti, nonostante i termini previsti dalla normativa siano ampiamente scaduti, i comuni di San Lucido, Amantea, Scalea, Praia, Belvedere, Bonifati, Cetraro, Acquappesa, Tortora e SantaMaria del Cedro non hanno ancora ottemperato alla richiesta.

Qual è il motivo principale per cui sulla costa Tirrenica si rivela un simile inquinamento?

I fattori che concorrono all’inquinamento marino sono molteplici, oltre alla funzionalità dei depuratori è da rilevare la presenza di scarichi abusivi, responsabili in grande percentuale dell’inquinamento biologico, rilevabile attraverso la concentrazione spropositata di batteri fecali nelle acque costiere. Alcuni paesi sono addirittura interessati da inquinamento da metalli pesanti e agenti tossici. È il caso della città di Praia a Mare, nota oltre che per le meravigliose coste anche per la triste vicenda che vede protagonista la fabbrica tessile Marlane, ed oggi vittima di inquinamento da metalli pesanti dovuti alle centinaia di fusti contenenti rifiuti tossici che furono sotterrati negli anni ’70 nei terreni circostanti la fabbrica (che sorge a pochi passi dal mare). Nel litorale marino sono state rinvenute altissime concentrazioni di metalli pesanti, quali nichel, vanadio, cromo esavalente, cromo totale, mercurio, zinco, arsenico, piombo e policlorobifenili (Pcb). I paesi di Cetraro, Capo Spartivento e Melito Porto Salvo sono invece noti alla cronaca poiché al largo delle coste è avvenuto l’affondamento delle “navi dei veleni”. Nonostante siano trascorsi numerosi anni la vicenda appare ancora poco chiara e in tali zone non esiste un limite per attività pescherecce. Il dato da rilevare è che in Calabria, specie in alcuni paesi, il tasso di neoplasie è decisamente più alto rispetto alla media nazionale.

Nel rivolgervi e far presente il problema alle istituzioni, che risposte avete ricevuto?

L’esperienza del Coordinamento Mare Pulito del Tirreno è iniziata dal comune di Paola, le cui amministrazioni si sono mostrate sorde e non hanno in alcun modo dimostrato interesse al dialogo e alla collaborazione. Prima di ricevere i dati su citati inerenti allo stato autorizzativo degli impianti di depurazione sono trascorsi oltre due mesi dalla data di richiesta, un vero abuso se consideriamo che i tempi di adempimento alla richiesta sono regolati da norme ben precise, che prevedono un tempo di trenta giorni. Inoltre capita sovente che i nostri amministratori pubblicizzino coste meravigliose, tacendo i problemi che le affliggono, infatti dalla nostra indagine abbiamo scoperto che il depuratore della città di Paola non è autorizzato da vari anni, verità mai espressa pubblicamente dagli amministratori, che continuano a diffondere cattiva informazione sul nostro mare.

 Quali sono i prossimi provvedimenti che avete intenzione di attuare?

Il coordinamento continuerà ad occuparsi della problematica anche nei mesi invernali. Non appena avremo maggiori dati a riguardo dello stato depurativo della costa intendiamo confrontarci con gli amministratori costieri per affrontare concretamente la problematica.

E’ possibile rassicurare i bagnanti in modo concreto sul livello di balneazione previsto per questa stagione turistica?

I comuni sono in possesso dei dati relativi alla balneabilità della costa, dati rilevati a cura dell’agenzia ARPACAL. I cittadini possono accedere alle informazioni ambientali attraverso la richiesta di informazione ambientale su citata. Le acque di balneazione sono classificate come aventi qualità scarsa, sufficiente, buona o eccellente. I dati più recenti riguardanti il comune di Paola indicano due punti in cui le analisi hanno rilevato qualità delle acque scarsa.

Quali sono le località turistiche più inquinate?

Non abbiamo al momento informazioni sufficienti per rispondere in maniera esaustiva. Potremmo considerare dei buoni candidati i comuni non provvisti di impianti di depurazione autorizzati, come quello di Paola, le cui acque di scarico non sono sottoposte a regolari controlli che ne attestino l’idoneità.

Come è possibile che sullo stesso Tirreno ci siano delle condizioni così disparate da zona a zona? Come funziona realmente l’impianto di depurazione, che tipo di costi ha, da cosa dipende la sua attivazione e non attivazione?

Gli impianti di depurazione presenti sulla costa Tirrenica sono i più comuni, tutti i paesi infatti possiedono impianti di depurazione a fanghi attivi. Gli impianti sono dimensionati in relazione alla densità abitativa della zona. Le acque di scarico, che dovrebbero rispettare parametri precisi atti a garantire che tali acque siano compatibili con l’ambiente e che non procurino danni, vengono poi immesse sotto costa (torrenti, corsi d’acqua e valloni) entro due km dalla costa o attraverso condotta sottomarina direttamente in mare ad una distanza definita dalle norme relative agli scarichi.

L’attività da cui dipende la maggior parte dei costi è lo smaltimento dei fanghi, sostanze concentrate indesiderate, che vengono prelevati e smaltiti in appositi impianti, attività tracciabile attraverso certificazioni che ne attestino l’avvenuto smaltimento.

E’ recente la notizia relativa al ritrovamento di fanghi abbandonati in località Pantani presso il comune di Paola. Questo tipo di eventi rivelano che il problema è tutt’ altro che sotto controllo nella nostra regione, il danno ambientale è troppo spesso sottovalutato. In merito alla vicenda confidiamo negli organi competenti affinchè chi attenta all’ambiente e alla salute dei cittadini venga severamente punito.

E’ possibile fare una previsione sulla reale possibilità che il nostro mare torni ad essere quello di un tempo e sperare davvero  in un mare Pulito?

Il danno da inquinamento biologico è reversibile, sono necessarie politiche severe ed è essenziale che gli organi competenti vigilino e garantiscano che le attività riferite agli scarichi e alla depurazione avvengano nel pieno rispetto delle norme. Per questo ci auspichiamo di trovare un punto d’incontro che permetta la collaborazione con le istituzioni, assolutamente necessaria per affrontare il problema.

 

Lia Giannini

 

 

 

 

Calabria,Inquinamento Mar Tirreno: quando il depuratore non c’è, i topi ballano?

C’era una volta il mare pulito della Calabria. Prima che in esso trovassero ristoro i topi, che le spiagge assumessero le sembianze di una discarica e i soldi destinati alla depurazione delle nostre coste facessero una fine “non meglio identificata”. Quando ancora il Tirreno era il mare più invidiato e frequentato da nord a sud ma soprattutto quando passare una giornata al mare rilassava e non innervosiva. La stagione estiva, all’inizio della sua attività, appreso delle bandiere blu riconosciute all’altro lato della costa calabrese, quella Ionica, aveva dato vita alla speranza che quest’anno, finalmente, si sarebbe potuto sperare in un mare davvero da bere. E’ bastato recarsi qualche domenica al mare nelle zone di Paola e dintorni per fare la macabra scoperta: non solo la situazione non è cambiata ma pare addirittura peggiorata dal momento che, oltre al solito liquame, quest’anno a sguazzare tra le onde vi sarebbero anche i topolini. Indignati e disgustati da una costa che merita molto di più di questo, diversi bagnanti hanno segnalato il  loro disprezzo per una gestione che continua a danneggiare un territorio potenzialmente in grado di offrire tanto al turismo e all’economia. Nel tentativo di dare risposte concrete ad una cittadinanza che aspetta l’estate per poter godere ciò che di più bello il territorio calabrese può offrire, abbiamo richiesto un’intervista sia al responsabile di Legambiente, Francesco Falcone, sia al Comitato Mare Pulito di Paola.

Legambiente, l’unico del quale attualmente abbiamo risposte, ci ha spiegato che la loro battaglia quest’anno si è arrestata. Il motivo è molto chiaro: ogni anno, stessa spiaggia, stesso mare. E non è un’allegra canzoncina. Come è possibile rilevare dal dossier conservato sul sito Calabria.Legambiente.it. meno del 50% del carico inquinante è servito in modo adeguato e nella maggior parte dei casi l’impianto di depurazione viene gestito in maniera poco consona. Nella maggior parte dei casi, come si rileva dalle indagini effettuate tra il 2012 e il 2013, si verifica una cattiva gestione dei fanghi e di altre forme di inquinamento, gli impianti di depurazione non funzionano o sono gestiti in modo illecito, i soldi che la Regione stanzia (circa 38 milioni di euro) si dissolvono in tutt’altre attività. A nulla valgono le numerose segnalazioni che i cittadini del territorio, stanchi di ammalarsi a causa dell’inquinamento del mare, effettuano giornalmente al numero verde Sos Mare, centralino dell’Arpacal, l’unico organo deputato a stabilire eventuali divieti di balneazione. L’impressione è che si lotti troppo poco o peggio che si tratti di una lotta persa in partenza. Gli organi di stampa denunciano la situazione, i cittadini si lamentano, le cose non cambiano mai. La stagione si intensifica, gli impianti di depurazione che dovrebbero essere in grado di sopportare un carico maggiore, smettono di funzionare. E così, le spiagge più belle e ridenti, un tempo tanto agognate, assumono le sembianze di acque putride.

Il perché, in alcuni orari, il mare sembri diventare improvvisamente pulito o piuttosto si riveli trasparente da una conca all’altra, non è frutto di giochi di prestigio ma di semplici fattori naturali ( la struttura della costa, la temperatura dell’acqua, l’intensificazione della depurazione da parte della struttura alberghiera lì vicina). Spesso, anzi quasi sempre, il mare è sporco anche se non si vede ad occhio nudo. Situazione insostenibile per chi ama la propria terra e quel mare, così bello, a cui essa è stata conformata. Inammissibile il silenzio o peggio ancora la negazione che arriva da alcuni organi politici che rifiutano, come attestano i verbali pubblicati dal Comitato Mare Pulito, di fornire dati precisi in merito allo stato di attivazione e funzionamento dei depuratori e che addirittura negano l’esistenza di tanto inquinamento. In attesa di avere ulteriori sviluppi e disponibili ad eventuali nuove attestazioni di interesse all’argomento, una cosa vogliamo dire: la Calabria non chiede un mare da bere, per quello può utilizzare l’acqua ordinaria. Chiede rispetto. Per il territorio e per tutti coloro che, fieramente, ne sono gli abitanti.

 

Lia Giannini

“L’eleganza del cuore”: la sfida della solidarietà

Quando è il cuore a parlare si dice che il resto debba tacere. E questo è stato forse il motto che ha ispirato l’evento e la sua organizzazione ad opera di Anna Maria Coscarella, “L’eleganza nel cuore“, tenutosi presso il Cinema Aroldo Tieri, a Cosenza, nella serata di venerdì 27 giugno. Ad ispirarlo un progetto di solidarietà dalla causa molto nobile, che ha visto il ricavato, derivato dalla vendita dei biglietti, destinato all’Associazione Bambini Cardiopatici Mattia Facciolla, per l’acquisto di un nuovo elettrocardiografo. Durante la serata, condotta dall’ ex volto noto di Uomini e Donne (celebre trasmissione televisiva di Maria De Filippi) Gionatan Giannotti , che ha più volte dichiarato di non sentirsi all’altezza del compito, si sono susseguiti momenti dedicati alla moda, che hanno visto intervallarsi alcune creazioni di Vincenza Salvino (stilista e collaboratrice per 8@30 style), gli abiti di CrisAnt Vanity (Accademia della Moda) e dell’orafo Prandina. Tra gli ospiti, interessante e sorprendente, la voce di Romilda Cozzolino a cui hanno seguito le performance di CalabriaTango itinerante e Denise Ubbriaco.

La serata, complice tutta una serie di scelte tecniche non proprio felici e qualche disguido che ha messo in difficoltà gli organizzatori, non si è rivelata all’altezza delle aspettative. Pur riconoscendo plauso e dignità all’iniziativa, in particolar modo a quanti si sono offerti come sponsor senza ricavarne il benché minimo guadagno, ha mostrato alcune lacune nella parte tecnico/organizzativa, nella scelta delle luci che hanno lo scopo di esaltare un capo di moda, nell’affidabilità del conduttore che si è più volte dichiarato, con umiltà e simpatia, in evidente difficoltà. Tra le note positive  riconosciamo grande merito alla forza e alla solarità di Teresa Intrieri, presidente dell’associazione, che ha fatto di un dolore personale una fonte di energia e crescita, ai video  e alle immagini, accompagnate dalle malinconiche note di Giovanni Allevi, che hanno evidenziato a più riprese l’importanza della vita e più nello specifico di quella di un bambino.

Apprezzabile la scenografia e piacevoli, nel contesto, alcune delle capsule proposte da Vincenza Salvino che, come sempre, mette in gioco una buona dose di originalità e stravaganza che si mischia ad un tocco di colore e di gioco, ma anche quelle proposte dalle due stiliste, figlie dell’Accademia della Moda, che all”artigianalità degli abiti ispirati alla Calabria antica e moderna hanno aggiunto un tocco di femminilità.

Lia Giannini

Romanticismo e professionalità: gli ingredienti del successo di “Sposidea”

Se c’è una cosa che non manca agli eventi dell’agenzia Sim, guidata da Giada e Selene Falcone, è di sicuro la classe e l’eleganza. Forse non riscuoteranno, dato il tema e l’organizzazione di nicchia, l’interesse popolare in maniera totale ma di certo sanno farsi apprezzare da chi ha un minimo di buon gusto e sa riconoscere la cordialità e la precisione dietro eventi che oggi come oggi sono in mano a tutti ma non per tutti. Perché se è vero che una città come quella di Cosenza non è abituata alla professionalità nell’ organizzazione di questi ultimi, è vero, dall’ altra parte, che quei pochi che riescono a dare luce e lustro al territorio calabro meritano riconoscimenti e apprezzamenti.

Di cosa stiamo parlando? Dell’ultima interessante e raffinata mostra, interamente incentrata sul  mondo del wedding, tenuta il 7 e l’8 giugno nella storica location di Palazzo delle Clarisse. Un’occasione unica per chiunque volesse trovare degli spunti “fuori dal comune” per il giorno del proprio matrimonio. A partire dalla sala ricevimenti che ha ospitato l’evento, situata nel caratteristico centro storico di Amantea, ideale per una coppia di sposi amante della tradizione e del romanticismo che desideri dare al proprio matrimonio quel tocco di garbo e chic che non sovviene a tutti.  Costruito nel 1620, l’ex convento delle Clarisse, divenne palazzo nobiliare nel 1812 fino a trasformarsi, al seguito del restauro del 1988 in un hotel e un ristorante di eccellente qualità. Ideale per un matrimonio vissuto in intimità, “Le Clarisse” offre una vista sul mare unica e suggestiva che si estende dalla Sicilia al Golfo di Policastro. Tra il chiosco e la sala ristorante, una piccola Cappella destinata a far innamorare tutte le coppie.

E se la scelta di ambientare la mostra, abitualmente destinata alla cornice altrettanto sofisticata del teatro Rendano, complice il bel tempo estivo e la vista sul mare, si  è rivelata sicuramente vincente, altrettanto lo è stata l’organizzazione che ha provveduto a coccolare gli ospiti regalando loro professionalità e accoglienza ma soprattutto intrattenimento grazie alla presenza ormai consolidata e storica dei Sing Swing, oramai destinati ad allietare le serate dedicate all’evento, e alla simpaticissima Valentina Scrivano che ha introdotto e condotto la serata di domenica durante la quale tutti i presenti hanno potuto godere di una splendida sfilata di abiti da sposa e da ricevimento e di un ottimo aperitivo, organizzato per l’occasione sul terrazzo dell’hotel.

Attratti dalla scelta innovativa e originale, la partecipazione si è rivelata numerosa e attiva regalando la presenza, già anticipata, di due ospiti importanti come Gianvito Casadonte, premio cultura 2014 “Bronzi di Riace” e Rosa Martirano, jazzista d’espressione che ha dato un assaggio della sua bravura.

Cortesia, attenzione al dettaglio, disponibilità, charme e voglia di fare: queste le sensazioni trasmesse dallo staff dell’agenzia Sim ma anche da tutte le aziende e i professionisti  che hanno preso parte alla mostra dando la possibilità a tutti gli intervenuti di degustare, osservare e provare da vicino le loro potenzialità, a dimostrazione che la passione resta sempre l’ingrediente fondamentale di base per ogni successo.

 

Lia Giannini

7 e 8 giugno: Palazzo delle Clarisse ospita l’evento “Sposidea”

Tempo di mare, di bagni, di sole, di vacanze e di …matrimoni! L’estate, si sa, è la stagione preferita dagli sposi. Complice il caldo, le belle giornate e la possibilità di godere di location immerse nel verde e nella natura, pare che la maggior parte delle coppie non voglia rinunciare proprio alla bella stagione come sfondo al giorno più bello. Così, reduci dall’ultimo successo ottenuto grazia all’evento Sposiamoci, organizzato qualche mese fa nella regale cornice del Teatro Rendano, l’agenzia Sim, coordinata da Giada e Selene Falcone, punta ad ottenere il bis proponendo un nuovo evento “Sposidea” destinato ad offrire a tutti i fidanzati pronti a convolare a nozze spunti, idee ma soprattutto contatti per rendere il “loro” giorno perfetto.  Ad ospitare l’evento, all’insegna delle eleganza e della raffinatezza, nelle giornate del 7 e dell’8 giugno, Palazzo delle Clarisse, ad Amantea.

La mostra rimarrà aperta nella giornata di sabato 7  dalle 11.00 alle 20.00 consentendo a tutti coloro che vorranno concludere lietamente la serata di godere di un’esclusiva cena allietati dallo spettacolo del cantastorie Nando Brusco, mentre domenica 8 si susseguiranno workshop, sfilate, aperitivi ed esibizioni musicali fino alle 21.00.

Nel corso della sfilata di abiti da sposa, verrà consegnato il premio cultura 2014 “Bronzi di Riace” a Gianvito Casadonte, esperto di cinema per Rai 1, ideatore e direttore artistico del “Magna Graecia Film Festival calabria” di Catanzaro. Laureato in arti e scienze dello spettacolo, nel 2008 ha collaborato col fratello Alessandro Casadonte alla produzione del cortometraggio documentaristico Vicino al Colosseo…c’è Monti, diretto da Mario Monicelli. Viene Premiato come personalità Europea 2013 in Campidoglio in occasione della 43°giornata d’europa. E’ direttore Artistico del Premio fondazione Mimmo Rotella. Ulteriore premio anche a Rosa Martirano, oggi affermata cantante jazz, debutta sulle scene come cantante d’opera e canta con altri jazzisti importanti al World Trade Center di New York. Qualche anno dopo, prende parte a Lamezia Terme, per Rai due, all’ “Omaggio a Mia Martini.

L’ingresso all’evento è, come sempre, gratuito.

 

Lia Giannini

 

 

 

Raffaella Arena: tu chiamale se vuoi..emozioni

E’ un mestiere speciale quello del giornalista. Ti permette di vivere delle emozioni prima ancora degli altri che leggeranno, che vedranno. Proprio come davanti ad un obiettivo. Forse è questo uno dei motivi per cui, stavolta, la redazione di 8@30 style, per la sua nuova intervista, ha scelto Raffaella Arena, una delle venti fotografe più famose del mondo secondo il WPJA ( wedding photojournalist association), “almeno per quest’anno” come sottolinea lei.  Ansiosa, timida e anche un po’ impacciata, Raffaella è tutto il contrario di quello che chiunque potrebbe aspettarsi di incontrare. Ha quasi timore di quell’ obiettivo che maneggia con destrezza tutti i giorni, in uno dei momenti più belli ed emozionanti della vita, quello del matrimonio, forse perché sa, meglio di chiunque altro, i segreti che nasconde e le potenzialità che racchiude nel mettere a nudo un’emozione.

Così dopo un’iniziale momento di tensione e di imbarazzo (che sfocia spesso in una risata tutt’altro che rilassata), gli occhi di Raffaella iniziano a brillare mentre racconta il suo viaggio, “quello che non finisce mai, perché è ben lontano dall’avere la sua meta definita”. Ci svela della sua passione, nata dal padre, che ha cercato di far diventare una professione  in misura direttamente proporzionale alle potenzialità che la sua terra, dalla quale lei fa fatica ad immaginarsi lontana (“per via degli affetti”, dice, “di cui ho bisogno fortemente”) le ha potuto offrire e del suo percorso iniziato con qualche ritratto e poi esploso nella passione per il reportage.

Nata e vissuta in Calabria, nella città d’origine dove sei cresciuta e hai studiato. E’ una scelta volontaria o costretta quella di non allontanarti dalla tua realtà d’origine?

Non parlerei davvero di scelta, forse di più di destino. Non ho mai pensato a vivere fuori, mi è sempre bastato vivere qui, “accontentandomi” di ciò che il mio territorio poteva offrirmi. E’ anche per quello che ho scelto di diventare una fotografa di matrimoni, non perché ne fossi una particolare seguace bensì perché ho ritenuto che fosse il modo più utile per fare della mia passione una professione. Inoltre la scelta di non “emigrare” deriva anche dal mio carattere, dall’essere una persona fortemente legata ai suoi affetti e di sicuro non eccessivamente ambiziosa. A me bastava fare ciò che in quel momento ritenevo più giusto per me. Al di là dei grandi mezzi professionali di cui magari non disponevo al momento opportuno.

La scelta di fotografare prevalentemente matrimoni è frutto di una coincidenza fortuita legata al matrimonio di una cara amica. Non ha davvero nulla a che fare con il fatto che l’ambito dove riesci ad esprimerti meglio è proprio quello dei reportage e delle emozioni che nel matrimonio la fanno da padrone?

(Si imbarazza, ride e nel frattempo ci racconta come si sente a disagio ad essere fotografata mentre ci apre al suo mondo professionale). E’ iniziato tutto per caso, sì, ma come ho già detto la scelta della foto da matrimonio è legata realmente ad un’esigenza professionale anche se forse c’è dietro un’altra motivazione. Mi piace fotografare questo tipo di eventi perché in essi ritrovo me stessa, la gioia, la felicità, tutte emozioni positive senza la quale non riuscirei a vivere. Non potrei mai essere a mio agio nel dover fotografare cronaca  nera o stragi perché semplicemente non mi caratterizzano. E poi, diciamocelo, la verità è che io mi sento ancora all’inizio. Non sono arrivata ad essere ciò che realmente vorrei diventare.

Vedendo le foto dal tuo blog viene da chiedersi come nasca la scelta di focalizzarsi su un elemento o di privilegiare un tema rispetto ad un altro.

Ovviamente a muovere e dare spunto è innanzitutto la coppia e la loro storia. Il mio scopo è quello di far emergere l’ amore, avvicinandomi più possibile alla verità, alla nudità dell’emozione cercando sempre nuovi spunti. La storia che emerge, soprattutto nel reportage, è figlia in gran parte dei protagonisti che ho davanti.

Tra le prime venti nella classifica del concorso WPJA . Quanto orgoglio c’è dietro un risultato del genere?

L’orgoglio non è tanto su quello, molto di più sull’essere risultata al primo posto nella selezione iniziale delle foto. Ogni tre mesi circa, l’associazione induce un concorso interno assegnando delle categorie. I fotografi inviano un certo numero di foto nell’anno. C’è una prima scrematura, non di poco conto, che fa sì che le foto vengano giudicate da foto editor di fama internazionale ed è questa che mi rende molto più orgogliosa di quella generale. Riuscire a risultare al primo posto nel giudizio di queste figure così importanti è la vera soddisfazione per me.

Ultima domanda: che cosa ti guida nella realizzazione del tuo reportage?

Io tendo a seguire la coppia e il loro modo di esprimere quel sentimento. Se si tratta di una coppia molto introversa, privilegio dei momenti più intimi, meno plateali. Quello che mi interessa è “raccontare”. Quando riguardo una foto di reportage, io devo rileggere la storia. Quella storia. Il resto lo fa l’amore.

Prima di salutarla, quasi sull’uscio della porta, Raffaella ,molto più a suo agio che nell’intervista, ci svela ancora qualche segreto. Parliamo di come si faccia a raggiungere un obiettivo senza averne i mezzi ad hoc, di come sia cambiato il modo di fotografare grazie agli smartphone, di come in mezzo al mucchio oggi, per avere successo, occorra riuscire ad avere un’idea vincente. Ed è lì che appare chiaro il segreto del suo successo:crederci sempre senza mollare, senza pretendere, mettendoci anima e cuore.

 

Lia Giannini

 

Si ringrazia per le foto:

Raffaella Arena

-Oscar Mari

 

 

 

La bella e La bestia: un nuovo successo per la compagnia delle Alghe

Domenica sera.  Quattro maggio. Un piccolo teatro nel cuore di Cosenza, una compagnia amatoriale. Sei convinto di trovarti di fronte all’ennesimo fallimentare tentativo di riprodurre una delle più grandi fiabe di tutti i tempi in una piccola realtà teatrale, quando già all’affacciarti dell’uscio scopri una molteplicità di gente intenta a far la fila. E inizi a pensare che sarà un sold out. Allora ti convinci che è per la causa benefica, un ricavato destinato all’ Asmi Onlus di Cerisano per il mantenimento del mezzo speciale acquistato lo scorso gennaio in occasione di un altro sold out, di un altro successo: quello di Sister Act.  Fai in fretta a renderti conto di aver toppato.

Il successo è straordinario, gli attori professionali ed emozionanti, la fiaba ben costruita e riportata fedelmente sulla scena, indipendentemente dalla causa benefica che ne rappresenta solo un valore aggiunto. Maestosa la scenografia, sapientemente ricalcati sui modelli originali i costumi, opera dell’ Accademia New Style di Cosenza, fedeli i dialoghi e le scene che si rincorrono in emulazione al grande capolavoro di Walt Disney.I costumi sono stati realizzati dai ragazzi del corso di taglio, modellistica e stilismo dell’Accademia new style coordinati dalle docenti Putignano Mariarosaria, Micieli Lida e dalla direttrice Prof.sa Franca Trozzo. I giovani allievi, cimentandosi per circa sei mesi nella lavorazione artigianale dei costumi e dei complementi, hanno dimostrato abilità tutt’ altro che scontate.

La storia è nota. Belle, la più bella e colta del villaggio, è considerata da tutti una ragazza un po’ “strana” per colpa di quel padre un po’ matto che se ne va in giro tentando di affermare le sue strampalate invenzioni. Promessa sposa all’arrogante e sbruffone Gastone, una notte, per salvare suo padre perso nella foresta, si imbatte nel castello più bizzarro che esista. Lì viene accolta da un orologio parlante, un candelabro molto galante, una teiera e il suo bimbo-tazzina e tutta una serie di personaggi incantati. Con orrore scopre che il castello è abitato da una feroce Bestia, vittima in realtà di un incantesimo dovuto alla sua assoluta incapacità di amare. Con il tempo e non senza poche difficoltà, Belle e la Bestia si innamorano, lui si addolcisce diventando a poco a poco un umano ma entrambi devono lottare con Gastone e i suoi seguaci che una volta scoperta l’esistenza della Bestia, vogliono farla fuori. 

Dopo un’ estenuante lotta, all’appassire dell’ultimo petalo di rosa, La Bestia, forte dell’amore della sua Bella si trasforma per vivere felice insieme alla donna che ha finalmente imparato ad amare. Simona Ricchio ( Belle) e Andrea Cosentino ( Bestia) nel loro piccolo ne ripercorrono ogni momento. Difficile credere che dietro quei volti e quelle lacrime di commozione che sfiorano i visi di tutti ad ogni scroscio di applauso si nasconda “solo” una compagnia di dilettanti. E se nel grande capolavoro chi si ricorda maggiormente sono proprio i due protagonisti, nella Bella e la Bestia di Loredana Nucaro, la fanno da padrone i personaggi secondari con un simpaticissimo Lumìere che rivela una comicità rivisitata in chiave moderna in grado di far ridere ad ogni battuta o un’umilissima Ms Tockins interpretata dalla stessa regista che trasmette tutto il suo senso materno e la sua umiltà in un ruolo tutt’altro che ordinario. Plauso d’eccezione al piccolo “Chicco” e all’umile seguace di Gastone, dietro le cui azioni traspare una tenerezza infinita.

E allora, nell’attesa di rivederne presto uno spettacolo sempre più avvincente, ancora una volta, onore a questa compagnia amatoriale, come ha tenuto a definirla il suo direttore artistico, che punta nei suoi spettacoli all’unica cosa davvero importante per chi si adopera in questo mestiere: emozionare il cuore.

 

Lia Giannini