Archivi categoria: Cultura&Spettacolo

“Trio Syrinx” a Cosenza

Cosenza– Il Museo Civico dei Brettii e degli Enotri in occasione della manifestazione  “Note di Primavera” ospiterà il prossimo 20 aprile alle ore 18,00 il terzo concerto del Trio Syrinx. Il famoso terzetto di fiati rumeno è composto da Dorel Baicu flauto; Dorin Gliga oboe; Pavel Ionescu fagotto. Un concerto in un luogo storico e di cultura come il Museo cosentino significa attraversare interamente la nostra cultura e la nostra storia.

Tango, Piazzolla e musica argentina al “Rendano” il prossimo 19 maggio.

Cosenza-“Tango, Piazzolla e musica argentina”. E’ il titolo dell’atteso concerto del prossimo 19 maggio al Teatro “Rendano”, promosso dalla Agenzia di Arte, Musica e Spettacolo S.I.A.M.S.  di Maria Letizia Mayerà e patrocinato dall’Amministrazione comunale. Ne sarà protagonista il duo formato da Juan Lucas Aisemberg alla viola e da Hugo Aisemberg al pianoforte. Al concerto parteciperanno i ballerini Ciccio Aiello e Paola Perez, dell’Associazione “Calabriatango”. Nel programma dello spettacolo  figurano, però, oltre ai pezzi di Piazzolla, altri brani di compositori che appartengono di diritto alla storia della musica argentina contemporanea, come Carlos Guastavino, Ariel Ramirez, Alberto Ginastera e Saul Cosentino. La scelta del repertorio è frutto di un accurato lavoro di ricerca che spazia dal Tango come rappresentazione culturale della città di Buenos Aires,  all’espressione della musica classica argentina ispiratasi alla tradizione delle diverse regioni.  Il concerto sarà presentato ufficialmente sabato 20 aprile al Caffè Letterario, alle ore 17,00, nel corso di un incontro che vedrà la partecipazione di Maria Letizia Mayerà, direttore artistico della S.I.A.M.S., di Antonello Rossi, Presidente dell’Associazione Amici del Cuore di Paola cui sarà devoluto parte del ricavato della vendita dei biglietti, e del maestro di tango Ciccio Aiello, dell’Associazione “Calabriatango”. Tema dell’incontro di presentazione del concerto è “Il colore è il tasto, l’occhio il martelletto, l’anima è il pianoforte dalle molte corde”. Un connubio tra musica, pittura e sentimenti con riferimenti alla pittura di Kandiskij, alla musica di Skrjabin e alla poesia di Borges.

Convegno internazionale all’Unical in ricordo del campo di concentramento di Ferramonti

Cosenza– L’Università della Calabria dal 23 al 25 aprile  in collaborazione con il Museo di Ferramonti di Tarsia ricorda con un convegno di studi la drammatica esperienza del campo di concentramento cosentino. L’evento si collega al secondo incontro dei partecipanti al progetto ECOSMEG (European Cosmopolitanism and Sites of Memory through Generations). Il progetto ECOSMEG, che rientra nel programma Europe Citizens–‐Active Remembrance della Commissione UE–‐EACEA, vede come Università capofila l’Alma Mater Studiorum–‐Università di Bologna con le Università della Calabria e di Teramo in Italia, di Zagabria in Croazia e di Tirana in Albania.L’evento specifico, organizzato congiuntamente dall’università della Calabria con il sostegno dello SPI, CGIL Calabria, si svolge in collaborazione con la Rete Universitaria per il Giorno della Memoria, la Provincia di Cosenza,l’ufficio Scolastico Regionale per la Calabria, la Fondazione Italia–Israele per la Cultura e le Arti, la Società  Dante Alighieri–IParchi Letterari e la casa editrice Rubbettino in qualità di media partner. Diversi gli obiettivi delle giornate. Il più importante  consiste nel fare il punto sul piano storico, in forza di recenti contributi, di nuovi metodi di approccio e dell’incontro–‐confronto tra studiosi di esperienza acquisita e altri che invece che appartengono alle generazioni più giovani. Ferramonti dunque pensato nell’ottica di un bene culturale dell’umanità, in una prospettiva in grado di coinvolgere, anche grazie al progetto ECOSMEG, i paesi dell’area europea e quelli che a suo tempo costituirono il rifugio degli ex internati, dal Canada alle nazioni dell’America del Sud,dagli Stati Uniti a Israele.

 

 

 

 

 

L’Assessore Caligiuri ha presieduto una riunione del Comitato Regionale delle Minoranze Linguistiche

L’Assessore regionale alla Cultura Mario Caligiuri ha presieduto questo pomeriggio una riunione del Comitato Regionale delle Minoranze Linguistiche. Dopo le comunicazioni introduttive dell’Assessore – informa una nota dell’ufficio stampa della giunta regionale -, si e’ preso atto della costituzione notarile delle tre Fondazioni, le cui dotazioni finanziarie verranno materialmente erogate appena verranno approvati i bilanci dei precedenti Istituti da parte del Consiglio Regionale. E’ stata quindi esaminata la bozza di una nuova legge sulle minoranze, predisposta da un comitato ristretto, sono stati condivisi i contenuti principali e si e’ deciso un approfondimento per l’approvazione definitiva. Si e’ inoltre espressa l’intenzione di convocare una riunione operativa a San Demetrio Corone per una prima verifica della programmazione dei fondi europei sulle minoranze. Per quanto riguarda invece le trasmissioni televisive nelle lingue di minoranze, tale argomento verrà trattato nel corso della prossima seduta. Sulla candidatura Unesco delle minoranze linguistiche, e’ stato preso atto del bando emanato dalla Regione Calabria per preparare la documentazione necessaria per presentare la domanda al Ministero dei Beni Culturali. Sono intervenuti, tra gli altri, l’Assessore Provinciale Candido, il professore Altimari e i Sindaci Zavettieri, Casile, Rocchetti, Sciumbata e Tamburi. Quest’ultimo ha chiarito il disagio di alcuni Sindaci del Coremil sui finanziamenti regionali alle associazioni. L’Assessore Caligiuri ha assicurato la massima attenzione ed ha concluso evidenziando che “si sta lavorando alla nuova programmazione europea del settore. Il progetto “Pitagora Mundus” si sta aprendo anche ai giovani Albanesi. Inoltre, nel Salone del Libro di Torino, dove la Calabria e’ regione “ospite d’onore”, sara’ presentato il progetto di riconoscimento delle minoranze come patrimonio mondiale dell’Unesco, mentre si sta prevedendo un importante  convegno con gli occitani del Piemonte”.

La cosentina Giovanna Perna, star di “Ti lascio una canzone”, ospitata in commissione cultura

Cosenza – Idee chiarissime e approccio da professionista della canzone. Nessuno, a sentirla parlare, le darebbe gli undici anni della sua età anagrafica.
Giovanna Perna, cosentina di Serra Soprana, giovanissimo talento del programma televisivo di Raiuno “Ti lascio una canzone” e presenza ormai consolidata del cast della trasmissione condotta da Antonella Clerici, è stata ospite nel pomeriggio di oggi della Commissione cultura di Palazzo dei Bruzi , presieduta da Claudio Nigro, che ha dedicato la sua seduta alla valorizzazione di uno dei talenti emergenti della comunità cosentina.
Accompagnata dai genitori Francesco Perna e Cinzia Borrelli, Giovanna, per niente emozionata (d’altra parte la sua costante presenza sul piccolo schermo le ha trasmesso una incredibile sicurezza), ha raccontato dell’esperienza che, dall’età di 8 anni, le ha cambiato la vita, regalandole un sogno.
Le sue apparizioni televisive a “Ti lascio una canzone” sono lastricate di successi e soddisfazioni. Merito di una voce da consumata professionista, cresciuta alla scuola della cantante jazz Rosa Martirano, anche lei di Cosenza, che ha saputo forgiarla adeguatamente al punto che oggi nessun traguardo le è precluso.
Nella trasmissione della Clerici, Giovanna Perna è stata più volte in gara con diversi brani di Mina e protagonista di alcuni simpatici duetti con molti grandi della musica italiana come Gino Paoli, Massimo Ranieri, Orietta Berti, Riccardo Fogli, Gigliola Cinquetti, Riccardo Cocciante, Noemi, Patty Pravo, Arisa e con l’attrice Claudia Gerini.

Giovanna, mentre scorreva un video nel quale sono state raggruppate le sue partecipazioni a “Ti lascio una canzone” e ad altre trasmissioni targare RAI, ha confidato che la sua passione non ha subito battute d’arresto, che quella televisiva è stata “un’esperienza stupenda” e che soprattutto non trascura mai la scuola.

Nei suoi progetti c’è una nuova tournèe in America con un gruppo cosentino, i “Made in Italy” che si sta formando in questi giorni intorno al leader, il batterista Stefano Battaglia. Ma di questi giorni è anche un’altra buona notizia : la prima canzone scritta e musicata da Giovanna Perna, già depositata in SIAE con il titolo “Noi sulla terra”,  primo passo verso la pubblicazione del suo primo disco.

Concorso canoro “Giovani Voci 2013”

Torna l’appuntamento musicale tra i più attesi dell’estate. Dal 16 al 30 aprile sarà possibile effettuare l’iscrizione al Concorso Canoro “Giovani Voci 2013”, previsto, quest’anno, sabato 6 e domenica 7 luglio a Reggio Calabria, nella splendida cornice del Teatro Greco del Parco della Mondialità di Gallico. Alla nona edizione dell’evento musicale potranno partecipare bambini e ragazzi di età compresa tra i 6 ed i 18 anni, per la precisione nati esclusivamente tra il 1995 ed il 2006, i quali saranno successivamente suddivisi in due o più categorie definite dall’organizzazione.
Il Concorso Canoro “Giovani Voci”, manifestazione canora ormai consolidata che nel corso degli anni ha registrato la partecipazione di concorrenti provenienti anche da fuori Regione, è organizzato dall’Oratorio “Don Bosco” di Gallico, dal Movimento Giovanile Salesiano dello stesso Oratorio e dalla A.S.D. Polisportiva Giovanile Salesiana “Aurora Gallico”, con la disponibilità dei Padri Missionari Saveriani che gestiscono il Parco della Mondialità.
Quarantatre le voci in gara nel corso della scorsa edizione targata 2012, tra le quali si sono distinte quelle dei vincitori assoluti: Erica Costantino per la categoria junior, Arianna Trunfio per la categoria bambini, Marica Fortugno per la categoria ragazzi e Laura Lascala per la categoria giovani. A Martina Araniti e Maria Pia Zimbalatti è stato assegnato, invece, il premio del pubblico tramite il sistema “sms voto”, vera e propria novità della passata edizione.
Il regolamento del concorso ed il modulo di iscrizione dell’edizione 2013 sono disponibili sul sito ufficiale www.giovanivoci.it

Vertigine d’inchiostro: parole esistenziali

“La scrittura ha bussato alla mia porta ed io ho aperto”così Luisa Pecora, lo scorso 8 aprile, ha presentato il suo libro d’esordio, Vertigine d’inchiostro, presso il Terrazzo di Pellegrini Editore. In una serata suggestiva, accompagnata dalla musica dei Tocatango, sono stati recitati i versi della scrittrice, moglie e madre, così come lei stessa ama definirsi. Alla presentazione anche Alberico Guarnieri ha offerto il proprio contributo: “In Italia ci sono molti aspiranti poeti ma in questo libro c’è qualcosa di più. Si avverte leggendo una partenza di carattere lirico senza fronzoli di natura retorica, un elogio della parola che attraverso la sinossi fa trasparire l’esigenza di rivelarsi agli altri senza filtri. Dall’introspezione spietata nasce la Poesia” così il critico letterario ne esalta l’importanza. Un percorso poetico incanalato in sei sezioni di un racconto universale che appare fin da subito come un itinerario esistenziale tra le parole e nelle parole. Protagonista dei componimenti poetici è proprio lei, la parola: nuda, essenziale,  asciutta, che arriva alla meta, ovvero all’anima del lettore inglobata in una vertigine d’inchiostro. Luisa è fatta di parole confuse, invadenti, inadeguate che si accalcano nella sua mente, provocandole un capogiro letterario. “Scriverei ovunque, sui fazzoletti di carta, tra le pieghe della pelle, annoterei parole tra i miei respiri. Scrivo – ancora l’autrice – perché affronto me stessa ogni giorno. E le parole buttate giù, come un getto violento, ci permettono di trovare rifugio, consolazione, pace. Si può abusare delle parole ma esse hanno comunque una potenza non solo semantica, persino riabilitativa, salvifica e catartica”. Luisa Pecora sottolinea variamente l’importanza dello scrivere in rapporto alla sensibilità personale: “Per me le parole costruiscono un ponte invisibile che collega testa, cuore e bocca; scrivere mi educa, mi calma”. La poesia di Luisa, ricca di metafore, è prima di tutto ricerca di sé, coraggio. L’autrice nella seconda sezione di “Percorsi invisibili”, tra le più toccanti del racconto poetico, dà un ritratto di sé e del suo tormento. “Il mio cuore è inquieto, mai a riposo, mai soddisfatto, mai deciso o sicuro. Si è sempre in lotta con sé stessi. Ho vagato tra le fitte boscaglie d’orgoglio immersa in fanghiglie putride… ho ricercato l’essenza di me nel mondo” si legge nella stessa sezione. Guarnieri, nel commentare la terza sezione “Cronache di un amore”, sottolinea come la poetessa scava nel profondo e con eccessiva severità. L’amore è celebrato senza enfasi. Non c’è sentimentalismo di maniera. Si ama fino all’eccesso, si fantastica, si maschera e si svela un sentimento, si scappa e si ritorna. E’ un dare e un chiedere: “ti vorrei presente e partecipe in pieno in ogni stanza della mia esistenza” sono le parole della poetessa. L’amore è anche il consiglio di una madre al suo bimbo: “vivi da protagonista, non nasconderti mai, sii forte”. La poesia è dunque celebrata come vita. Come quotidianità che vive di empatia, di stati d’animo altrui; così Luisa Pecora parla del suo viaggio poetico dal sapore inconscio, che meglio evidenzia nella quinta sezione: “Notte di scheletri e diamanti”. Le sue poesie diventano motivo di analisi critica della società attuale fatta di inascoltati che vivono sotto lo stesso cielo in un mondo disordinato e confuso, attratto dalla materialità delle cose: “Hanno inventato il denaro per comprare anche i nostri sogni” sferza in queste righe. Il libro si conclude con l’ultima sezione racchiusa in unica pagina: “Nuovi Inizi”. Scelta suggestiva da parte dell’autrice, un buon auspicio per sé stessa e per i lettori. Qui “Il cuore muta forma, si rafforza, torna ad amare. Nel mio cuore c’è posto per tutti voi”.

                                                                                                                                                 Rossana Muraca

Un Raffinato “Trio Giocoso” al Lamezia Classica Festival

Elizabeth Ganter, Pavel Ionescu e Tatiana Levitina

LAMEZIA TERME (CZ) – Nell’intimità del teatro Umberto di Lamezia Terme, alle 19 di ieri, si è svolto il concerto del Trio Giocoso composto da Pavel Ionescu al Fagotto, Tatiana Levitina al Pianoforte e Elizabeth Ganter al Clarinetto. Uno dei tanti appuntamenti proposti dal Lamezia Classica Festival, la rassegna musicale organizzata dal Conservatorio di Musica Tchaikovsky di Nocera Terinese, con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale di Lamezia Terme, giunta quest’anno alla seconda edizione.

Nel corso della serata il trio ha eseguito le opere di Stamitz, Beethoven e Mendelssohn riuscendo a creare un forte contatto con il pubblico mediante la perfetta sintonia percepibile tra i musicisti.

Grazie al complesso intreccio ritmico e melodico dei fiati e alla tecnica raffinata del pianoforte, il trio ha mostrato durante tutto il corso del concerto una forte personalità artistica e creativa, guidando l’ascoltatore attraverso le opere dei grandi maestri del passato.

Al termine dello spettacolo i forti applausi del pubblico hanno richiamato i maestri sul palco per un doveroso bis.

Un’eccellente serata culturale che conferma l’indubbio valore della manifestazione Lamezia Classica Festival.

 

Miriam Caruso

Al Modernissimo in scena ”Una Domenica notte” di Giuseppe Marco Albano

COSENZA – Arriva finalmente a Cosenza “Una Domenica notte”, opera prima del giovane regista lucano Giuseppe Marco Albano, che dopo aver vinto il Nastro D’Argento nel 2011 con il cortometraggio “Stand by me”, si cimenta con una pellicola indipendente prodotta da Camarda Film, che prende il titolo da una canzone del noto cantautore cosentino Brunori Sas.

Un felice pastiche grottesco che racconta la storia di Antonio Colucci (interpretato da Antonio Andrisani), aspirante regista di film horror, che dopo il fiasco del primo lungometraggio (le cui traversie produttive relegano il film al solo mercato dell’home video tedesco) abbandona il sogno di fare cinema e mette su famiglia.

Il divorzio, la quotidianità e la mancanza di intraprendenza lo bloccano nella sua cittadina di provincia dove il miraggio della macchina da presa lentamente svanisce. Giunto ad una età  “di mezzo”, decide, come spesso accade, di fare un resoconto della propria vita. Cerca così, di trovare i fondi per girare una sceneggiatura a budget molto basso, approfittando di una storia incentrata su un solo personaggio e di location unica. Quello che scoprirà in questa ricerca è che l’orrore che lo circonda è molto più impressionante del film del terrore che vuole girare…

A presentare il film nella sua prima cosentina, fissata per il prossimo 18 aprile a partire dalle ore 20.30 al Supercinema Modernissimo, saranno il regista Marco Albano, il produttore Paolo Leone, Paride Leporace Presidente della Lucana Film Commission, e Dario Brunori, pluripremiato cantautore cosentino, che con la sua Brunori Sas non solo è presente con un cammeo nel film, ma firma la canzone che dà il titolo al lungometraggio, presente all’interno della splendida colonna sonora a cura di Populous.

Successo per la commedia in vernacolo lametino “L’amicu di sordi”

LAMEZIA TERME – I soldi prima di tutto. Questo il filo conduttore della commedia “L’amicu di sordi” andata in scena sabato e domenica scorsi al Politeama nell’ambito della seconda rassegna di teatro in vernacolo “Vacantiandu” promossa dall’associazione teatrale “I Vacantusi”. La commedia in due tempi è stata presentata dalla compagnia “Padre Giovanni Vercillo” di Lamezia Terme, liberamente ispirata da una delle ultime opere di Peppino de Filippo.
Protagonista della commedia è il bravissimo Raffaele Paonessa nei panni di Don Ciccio, l’avaro per eccellenza, che vive un attaccamento morboso al denaro che si riflette in un atteggiamento padronale nei confronti di tutto ciò che gli sta intorno, a partire dagli affetti familiari: la moglie Donna Rosa (Lidia Macrì), la figlia Mariuccia (Luisa Vaccaro), il fratello Vincenzo (Biagio Colacino), il veterinaio di fiducia (Gianluca Muraca) i due poveri servi Peppe e “Ngiannina” (Francesca Cataudo e Pino Persico). Tutti i componenti della famiglia sono praticamente assoggettati da Don Ciccio che, pur di risparmiare, li priva dell’acqua e del cibo, considerando le persone come delle cose. Tutto è in funzione dei soldi e quindi del risparmio.
L’avarizia è la protagonista assoluta della prima parte la commedia, mentre nella seconda tutti i piani egoistici di Don Ciccio svaniscono: fallisce il suo tentativo di imporre alla figlia Mariuccia il matrimonio di interesse con il nipote del Barone Milone (Fabrizio d’Andrea); morirà il suo amato gallo “Giacomino” che considerava molto più utile dei suoi familiari e infine fallisce anche il tentativo di vendere la moglie a Don Carlo (Pietro Mete) in cambio della sua vasta tenuta. Alla fine Mariuccia va via con Vittorio, i servi se ne vanno, la moglie indignata per essere stata barattata con una proprietà va via di casa: rimane lui da solo con il fratello Vincenzo, quel fratello che tante volte aveva maltrattato e che gli svela la ragione di quel triste epilogo: lui non aveva amici, era solo “amicu di sordi”. Alla resa dei conti, Don Ciccio sarà costretto a separarsi definitivamente dal suo unico amore, il denaro.
Nelle quasi tre ore di spettacolo, ricche di scene esilaranti, giochi di parole e doppi sensi, il pubblico si è divertito come non mai, applaudendo ai bravissimi interpreti: Francesca Cataudo (Ngiannina), Biagio Colacino (Don Vincenzo), Giovanni Paolo d’Ippolito (Vittorio), Fabrizio d’Andrea (Il Barone), Lidia Macrì (Donna Rosa), Pietro Mete (Don Carlo),  Gianluca Muraca (Il Dottore), Raffaele Paonessa (Don Ciccio), Pino Persico (Peppe), Luisa Vaccaro (Maria).
Il gruppo teatrale è intitolato a Padre Giovanni Vercillo, amico e maestro prematuramente scomparso.