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“Giulietta e Romeo” dramma sempre attuale

17 MARZ 2012 – In un mondo sempre frenetico, snervante, quasi privo di rapporti umani è sempre bello trovarsi insieme ad altre persone, giovani e meno giovani, per riflettere su quelli che dovrebbero essere i valori portanti della nostra società.
È proprio quello che si è cercato di fare ieri sera presso il cine-teatro “Garden” con l’ausilio del musical “Giulietta e Romeo live 3D”; spettacolo con cui si è riusciti a far confluire nella sala diverse generazioni mettendole in comunicazione tra di loro.

È stato, dunque, riproposto il dramma shakespeariano che, oltre a trattare l’amore voluto, desiderato, ma fortemente contrastato tra i due giovani protagonisti; ha permesso di mettere in scena tutte quelle passioni, come odio, amicizia, rancore e risentimento, che coronano la nostra vita e che, molo spesso, vengono date per scontate.
Il regista Claudio Insegno è rimasto fedele all’opera omonima di Shakespeare; le uniche concessioni riguardano la scenografia e i costumi.
Tutto il pubblico, infatti, munito rigorosamente di occhialini ha avuto la possibilità di assistere al primo musical con delle scenografie interamente in 3D raffiguranti una Verona stritolata in un limbo, in un tempo ibrido tra quello passato e quello attuale.
Le scenografie, nell’arco dello spettacolo, sono state alternate con video di tre guest stars della musica italiana e del mondo dello spettacolo; quali Vittorio Matteucci, Tosca e Pino Insegno; figure virtuali che hanno interagito e dialogato con gli artisti in carne e ossa.

I costumi sono stati realizzati in modo da essere più vicini alla nostra epoca; i corpi delle donne non sono stati nascosti, oscurati ma messi in evidenza con spacchi e ampie scollature per esaltarne la sensualità, mentre gli abiti maschili hanno dato un tocco di virilità.
Gli interpreti, 10 cantanti-attori tra cui Giorgio Adamo (Romeo) e Rita Pilato (Giulietta) più 16 ballerini-acrobati, hanno dimostrato dedizione e amore per la loro professione che li sta portando in giro per tutta l’Italia.
Carisma, caparbietà, professionalità ed indubbie qualità tecniche sono le parole chiave da dover utilizzare per descrivere la performance di questi ragazzi giovanissimi.
Le loro voci e i loro corpi soavi e armoniosi, accompagnati da una musica dolce ed orecchiabile, hanno creato nella sala un’atmosfera magica ed incantata; lo spettatore, infatti, è stato “investito” da pura e potente poesia che lo ha condotto fino alla catarsi.
Dal coinvolgimento passionale del pubblico si è dedotto che lo spettacolo è ampiamente riuscito dimostrando, tra l’altro, che non sempre tradizione ed innovazione si trovano agli antipodi.
Se si è capaci, un interessante spettacolo può essere realizzato anche grazie ad una commistione di generi.

Annabella Muraca

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Moda Movie per i giovani e con i giovani

16 MARZ 2012 – È passato un altro anno e ancora una volta si riapre l’ardua sfida di Moda Movie che, grazie al lungimirante Sante Orrico e al suo staff, si è da sempre affiancato ai giovani talenti della moda e del cinema permettendo loro di esprimere, in toto, estro e creatività.
Si tratta di un progetto che, nel corso degli anni, ha riscosso enorme successo grazie, soprattutto, ad un pubblico sempre attivo e presente.
Tutto ciò dimostra l’importanza di dare spazio ai giovani che, oggi, sono “nomadi”, “itineranti” sempre di più ai limiti della società.
Si è, dunque, giunti alla 16° edizione di Moda Movie con la seguente tematica: “Urban Lifestyle. La moda e le città”; due mondi che si sono sempre cercati e susseguiti fino a fondersi completamente.
I designer avranno modo di esprimere il loro talento confezionando abiti che andranno a dipingere i corpi di tutte le donne che vivono nelle metropoli; i registi, invece, attraverso i loro cortometraggi cercheranno di raccontare la città, di renderla “viva” narrando sensazioni, emozioni, stili comportamentali e architetture.
La selezione degli stilisti è già terminata; sono stati scelti 15 finalisti più 2 riserve; i primi dovranno realizzare due dei quattro capi proposti alla commissione rispettandoli fedelmente.
Gli abiti degli stilisti, negli anni precedenti, hanno calcato il palco del teatro “A. Rendano” quest’anno, invece, la serata finale, programmata per il 29 maggio, si svolgerà sul terrazzo coperto dell’“Holiday Inn” con lo scopo di adattare la location al tema innovativo e moderno dell’evento; ospite d’eccezione lo stilista di fama internazionale Tony Ward che delizierà gli spettatori con il defilé di una nota griffe.
Durante la serata finale saranno decretati gli stilisti vincitori che potranno usufruire di una borsa di studio e di stage presso affermate case di moda internazionali.

È ancora aperta, invece, la selezione per i giovani registi che potranno presentare i loro video entro e non oltre le 13,00 del 27 Aprile.
Per questi la serata finale si svolgerà il 28 maggio presso la “Multisala River Village” di Zumpano e il primo classificato riceverà una borsa di studio di 500 euro oltre alla possibilità di effettuare uno stage presso agenzie e case di produzione.
Ricordiamo, tra l’altro, che il concorso dei giovani registi è realizzato in collaborazione con l’Associazione Culturale Fata Morgana dell’Università della Calabria con la direzione artistica di Loredana Ciliberto, esercitatore didattico di cinema.
Tutto ciò sarà poi contornato da altri, ma non meno importanti, eventi; in primis il Mod’art open air che garantirà un’eccelsa visibilità agli abiti dei 15 finalisti esposti nelle vetrine più rappresentative dei negozi cosentini; un workshop, che si terrà presso la Casa delle Culture, gratuito e riservato ai registi, agli stilisti, a 18 studenti dell’Istituto Ipsia di Cosenza e a 15 studenti dell’Università della Calabria del corso di Laurea in Comunicazione e Dams; un convegno e due conferenze stampa una delle quali si terrà a Roma presso la Federazione Nazionale Moda.
Bisogna, dunque, fare un plauso e premiare la freschezza dei giovani, il loro talento, la spumeggiante ed incontenibile creatività; ringraziando coloro che ripongono fiducia in loro cedendo il proprio posto.

In bocca al lupo a tutti e che vinca il migliore.

Annabella Muraca

E come…. Eleganza

14 FEBB 2012 – “L’eleganza non è acqua”. I nostri proverbi colgono sempre nel segno e ancora una volta possiamo servirci di un detto retorico per descrivere una serata meravigliosa e piena di colpi di scena.
Questa è la lezione che ieri sera ci ha lasciato il corpo di ballo del Rostov State Opera Ballet che con eccelsa professionalità ha messo in scena “Il Lago dei Cigni” presso il cine-teatro Garden.
Il Rostov State Opera Ballet nasce nel 1999 periodo in cui viene istituita un’orchestra di 100 elementi, una compagnia d’opera, un coro e un centro di formazione per la danza.
Solo nell’anno successivo avviene la formazione del corpo di ballo inizialmente composto da 30 membri mentre oggi il numero degli artisti è salito ad oltre 60.
Il primo balletto messo in scena dalla compagnia è stato Giselle; attualmente il repertorio artistico include anche Lo Schiaccianoci, Il Bolero, Romeo e Giuletta, Le Corsaire, Notte di Valpurga e tanti altri.
A questi ultimi va affiancato anche “Il Lago dei Cigni” danzato su musiche di Piotr Ilich Chaikovskij, con coreografie di Elena Ivanova che, a parte piccole innovazioni, è rimasta fedele alla coreografia originale realizzata da Marius Petipa, ballerino e coreografo francese.
Questo balletto si inserisce nel filone del tardo romanticismo che si sviluppò soprattutto in Russia ed è evidente l’imponente influsso di Wagner e Schopenhauer visto che le tematiche trattate sono quelle dell’amore e della rinuncia.

Il Lago dei Cigni è stato messo in scena per la prima volta al Bolshoi di Mosca nel 1877 ma non ebbe molto successo, oggi, invece, è il balletto più apprezzato perché vi troviamo interpretazioni opposte; dalla delicatezza e leggiadria del cigno bianco alla potenza violenta e cruda del cigno nero.
Tra i solisti della Compagnia bisogna assolutamente annoverare Nelya Alimova e Andrey Ryabov, vincitori di numerosi concorsi internazionali, Oleg Korzenkov, Laura Ormigon e Oscar Torrado, solisti del Balletto Nazionale di Cuba e, infine, Natalya Somova vincitrice di molti premi internazionali e Viktor Dick.
Perfetti, è l’unico aggettivo che può descrivere i ballerini professionisti che ieri hanno calcato il palco del Garden; dotati di una tecnica impeccabile, di indubbie doti fisiche ed elevate capacità interpretative.
Grandi salti, pirouette, fouettè hanno estasiato gli spettatori per la durata di tutto lo spettacolo che è ben riuscito nonostante il palco ristretto e costrittivo.
A differenza de “La Bella Addormentata”, messa in scena qualche mese fa da un’altra compagnia, questa volta nella coreografia non ci sono stati cambiamenti nonostante lo spazio ridotto, i ballerini non hanno rinunciato all’esecuzione di virtuosismi, sono stati altamente professionali; i loro volti apparivano sereni, divertiti, rilassati come se la danza fosse la cosa più naturale del mondo, naturale come il respirare.

Intense le parti corali; musicali e coordinati i ballerini che hanno danzato all’unisono, sul palco si intravedevano tante persone che, però, danzavano come se fosse una sola.
Bellissimi i vestiti di scena, veli fluenti, piume, vestiti regali, pailletes e lustrini hanno illuminato l’intera sala.Intriganti e cervellotiche le coreografie; scambi, incroci, cerchi e triangoli hanno portato il pubblico, purtroppo scarno, in estasi.
Ancora una volta la danza con la sola forza del linguaggio del corpo è riuscita a toccare e a riscaldare, visto la neve incombente, l’animo degli spettatori.

Annabella Muraca

A volte ritornano…

29 GENN 2012 – A volte ritornano, è proprio il caso di dirlo, a volte non si resiste al richiamo della nostra amata e calorosa Calabria; terra d’arte, di cultura e di gente di cuore quest’ultima, proprio come le sirene ammaliatrici del poema omerico, riesce sempre a vincere e ad attirare dolcemente a sé visitatori ma anche ragazzi che, dopo essersi trasferiti in altre città per inseguire i propri sogni o per obblighi lavorativi, decidono sempre di ritornarvi.
E’ proprio ciò che è accaduto a Fabrizio Costa che, ormai romano di adozione, ha deciso di ritornare nella sua terra natia, nella sua Cosenza per presentare, dopo il grande debutto a Roma nel mese di novembre, “Glee” il musical interamente danzato e messo in scena ieri 28 Gennaio presso il Teatro dell’Acquario.
Fabrizio muove i suoi primi passi di danza presso la “Dance Studio” di Mirella Castriota e, in seguito, nel “Centro Internazionale di Danza” di Isabella Sisca; partecipa a trasmissioni televisive come “Ricomincio da due”, “Fantastico”, “Domenica In” e, dopo varie tournée e le nuove esperienze da insegnante in molte città italiane, nel 2003 approda all’A.S.D.  Leonardo di Roma.
Nel 2008, insieme al coreografo Davide Zimei, fonda la “Millennium DanceGroup” con il forte desiderio di mettere in circolo un repertorio prettamente “jazz” e “funky”.
La Millennium Dance, composta da 13 elementi, Giovanna Adinolfi, Valentina Casali, Valerio Cisaria, Roberta De Stephanis, Claudia Evangelisti, Giordana Faitella, Patrizio Marongiu, Beatrice Nano, Manuela Olmetti, Annamaria Paolillo, Maddalena Paolillo e gli stessi Davide Zimei e Fabrizio Costa, ha proposto il musical “Glee” tratto dall’omonima serie televisiva americana.
I ballerini hanno danzato su uno svariato repertorio musicale; dai Queen a Lady Gaga, da Rihanna ad Adele; passando per Michael Jackson, Maroon Five, Beatles e tanti altri.

Mentre i professionisti danzavano leggiadri e fluenti alle loro spalle scorrevano scorci di immagini tratte dal telefilm americano; solo negli ultimi due balletti sono stati proiettati dei video che ritraevano gli stessi ballerini; filmati amatoriali creati appositamente per far esplodere il phatos e per condurre il pubblico verso la catarsi.
Come nel telefilm anche nel musical sono state messe in luce alcune tematiche prettamente adolescenziali; l’amicizia, l’amore corrisposto e non, il bullismo e, infine, l’amore per lo stesso sesso messo in scena con un pax de deux (passo a due) danzato da due ragazzi.
Moderni e innovativi gli abiti di scena; magliette personalizzate, calze e maglie a rete, divise da college, scarpe da ginnastica e anche molti abbinamenti trasgressivi tra cui camicia, giacca, cravatta e boxer rigorosamente a fantasia.
Grinta, divertimento, energia, intrattenimento le parole chiave che descrivono in toto la performance a cui ieri sera hanno assistito moltissimi spettatori; i ballerini sono riusciti a raggiungere in pieno il loro intento, il pubblico era completamente esaltato, nella sala circolava un’aria frizzantina e si toccava con mano l’irrefrenabile voglia di salire sulla poltroncina e scatenarsi tutti insieme a ritmo di musica.

Tra i presenti anche Antonella Monaco e Stefano De Gaetano; insegnanti nella scuola di danza di Isabella Sisca che hanno seguito la crescita artistica di Fabrizio.Lo spettacolo si è chiuso con i ringraziamenti di quest’ultimo a Jennifer Hind, insegnate di modern-jazz che fino a poco tempo fa ha fatto parte della rosa dei maestri del “Centro Internazionale di Danza”; un ulteriore ed emozionante ringraziamento Fabrizio Costa ha voluto rivolgerlo ai suoi genitori, i suoi due più grandi fans.

Annabella Muraca

I balletti francesi: miscela di suoni e corpi

23 GENN 2012 – Il quarto appuntamento della stagione lirico-sinfonica del teatro “A. Rendano” è stato dedicato a “La Francia: i balletti francesi”, spettacolo svoltosi sabato 21 con replica domenica 22 gennaio.
Nel primo trentennio del secolo scorso la danza è stata completamente rivoluzionata e gli stessi balletti francesi hanno subito la possente influenza di Sergej Pavlovič Djagilev, coreografo e impresario teatrale russo, che nel 1909 fondò i  favolosi Ballets Russes sciolti nel 1929 in seguito alla morte dello stesso.
In questi giorni, dunque, due compagnie cosentine hanno calcato il palco del Rendano rendendo omaggio a quel periodo prolifero e meraviglio che ha reso la danza arte sublime e raffinata.
La Compagnia Balletti “A. Rendano” , composta da undici elementi: Greta De Marco, Ylenia Fasanella, Yleana Illuminato, Francesca Gatto, Maria Imbrogno, Rosa Eleonora Maletta, Astrid Mazza, Michela Pizzino, Claudia Rao, Roberta Rao e Giampiero Trimaldi, ha danzato “Parade” su musica di Erik Satie e il “Bolero” su musica di Maurice Ravel.
Il primo balletto, coreografato da Antonella Monaco e Stefano De Gaetano, propone un’ironica competizione tra un gruppo di danzatrici e un baldo giovane, il secondo balletto, invece, è stato realizzato da Grazia Galante; in quest’ultimo una ballerina simboleggia la melodia circondata dal corpo di ballo che, personificando il ritmo, aumenta a dismisura l’intensità dei propri gesti fino ad inghiottire la melodia stessa.

La Compagnia Balletti “Skanderberg” composta, invece, da dodici elementi Elena Chiappetta, Marco Coscarella, Francesco Coscarella, Maria Chiara d’Amico, Carmen Forte, Rosalia Guido, Gabriele Naccarato, Elena Nervino, Concetta Pecora, Alessia Perugini, Carolina Spina e Giulia Vecchione, ha danzato “Le Carnaval des Animaux” su musiche di Camille Saint-Saens e “Prélude à l’Après-Midi d’un Faune” di Claude Debussy, entrambi i balletti sono stati coreografati da Giuseppe Della Mollica.
La Compagnia “A. Rendano”, fondata nel 1981 da Isabella Sisca; ha seguito la crescita professionale di molti giovani talentuosi alcuni dei quali oggi calcano i teatri più prestigiosi d’Europa, ricordiamo, ad esempio, Andrea Volpintesta e Maria Francesca Garritano ballerini presso l’autorevole Scala di Milano, la compagnia “Skanderberg”, invece, è stata fondata dalla direttrice artistica Mirella Castriota nel 1985 annoverando numerose partecipazioni a trasmissioni televisive, festival e rassegne cinematografiche.

I ballerini di entrambe le compagnie hanno dimostrato talento oltre ad un coordinamento musicale; grazie alla loro freschezza sono riusciti a dare senso ad ogni singolo movimento, ad ogni passo, ad ogni infinitesimale respiro.
Quest’ultimi, dotati di indubbie qualità fisiche, hanno donato il proprio animo e la propria sensibilità artistica ad un pubblico, purtroppo, scarno ma molto coinvolto ed interessato.
Bellissimi i vestiti di scena; drappi e body intessuti di pailletes e perline hanno illuminato il palco creando effetti da “mille e una notte” grazie anche ai disegni di luce di Antonio Molinaro.

In questi due giorni, dunque, i ballerini professionisti hanno avuto il privilegio di danzare su musiche dal vivo, accompagnati dalla ormai nota Orchestra lirico-sinfonica del teatro “A. Rendano” diretta, anche questa volta, da un direttore ospite, Donato Silvio.
Grazie a questo spettacolo danzato, l’unico previsto per questa stagione lirico-sinfonica,  i giovani hanno avuto la possibilità di esprimere, con rispetto e dedizione, il proprio amore per l’arte e per i propri sogni.

Annabella Muraca

Contestazioni, Incursioni e Poesia

COSENZA – Pochi, decisamente troppo pochi gli eletti che hanno avuto la possibilità di assistere all’inaugurazione del quarantesimo anno accademico dell’Unical e soprattutto al conferimento della laurea honoris causa in Filologia Moderna all’inarrivabile Roberto Benigni.
Inarrivabile è la parola più esatta, se si considera la folta e immotivata schiera di agenti polizia che asserragliava l’accesso del teatro. Verrebbe quasi da dire severamente vietato l’ingresso ai cani e agli studenti, anche se qualche cucciolo, che è solito popolare il campus, ha avuto l’inconsapevole fortuna di gironzolare nello spiazzale circostante.
Questo non ha di certo intimorito alcuni studenti che armati di megafono e volantini non hanno perso l’occasione per esperimere il proprio dissenso per la mancata partecipazione all’evento, ma la disapprovazione ha assunto tonalità un po’ più accese quando l’oggetto della stessa passa da Roberto Benigni “solo per pochi” alla noncuranza dei vertici dell’università verso i problemi reali che continuano a tormentarla.
A movimentare ulteriormente la cerimonia sono state le Iene con l’incursione a sorpresa di Angelo Duro, il cantante senza pubblico, che dopo aver provato a fargli cantare una canzone ha tentato il tutto per tutto baciandolo in bocca.
Ad ogni modo Benigni diventa (dopo una prima laurea in Filosofia e una seconda in Lettere) per la terza volta dottore questa volta in Filologia Moderna per sottolineare la sua assoluta importanza nella divulgazione al grande pubblico della Divina Commedia nei teatri così come nelle piazze.
La sua Lectio Magistralis spazia in luoghi sfumati e cristallini, in tempi di oggi e di altre età, Dio, l’arte, la scienza, la politica, Dante, il libero arbitrio, la poesia, tutte argomentazioni legate l’un l’altra da un solo e unico filo conduttore che è la parola.
Piccola, invisile ma così onnipotente quasi divina nel placare la paura, nel rimuovere il dolore, nell’infondere gioia. E’ difficile non lasciarsi trasportare in questi suoi interminabili viaggi semantici così poetici e così ironici, del resto è l’umorismo il modo migliore per dimostrare che si fa sul serio e Benigni questo lo sa bene.
Il neo-dottore decide di terminare la sua lezione nel modo che gli è più congeniale, recitando il suo Dante, il canto trentatreesimo del Paradiso, quello della Vergine Maria, in un silenzio devoto e a tratti commosso si muove abile tra quei versi che continuano ad entusiasmarlo come se li recitasse per la prima volta.
Sarebbe bello che tutti quelli che lo hanno ascoltato ieri, nelle frenesie delle proprie quotidianità continuassero a ripetersi anche nei giorni successivi i versi con i quali Benigni c’ha salutato…“L’Amor che move il sole e l’altre stelle”, perché spesso ci possono salvare solo le parole.

Gaia Santolla

Tante sono le maschere che indossiamo nella vita…

11 GENN 2012 – Dopo una breve pausa dalla prosa dovuta alle vacanze natalizie e ai concerti appositamente realizzati per queste feste, ieri 10 Gennaio, il pubblico è ritornato a teatro ed è stato accolto dall’opera di Pirandello “Uno, nessuno e centomila”.
E’ il secondo titolo della stagione di prosa del teatro “A. Rendano”, curata dalla responsabile artistica Isabel Russinova che ha scelto di incentrare l’intera stagione sulla figura della donna.

Lo spettacolo è stato messo in scena dalla compagnia “Krypton” di Firenze diretta dal regista cosentino Giancarlo Cauteruccio, reduce dal grande successo ottenuto, con lo stesso spettacolo, al teatro “La Pergola” di Firenze.
Vitangelo Moscarda, protagonista del romanzo pirandelliano, è stato interpretato dall’ eccezionale Fulvio Cauteruccio che, alternando momenti di comicità a sprazzi di esaltazione e di incontrollata follia, è riuscito in pieno a materializzare lo stato d’animo del banchiere.
Quest’ultimo, dopo la completa dissoluzione della sua identità, inizia a compiere atti inusuali e insensati che lo fanno sprofondare sempre di più nel baratro della disperazione facendogli rischiare, tra l’altro, l’interdizione.
Moscarda, detto anche Gengè, entra in uno stato di crisi profonda dopo che Dida, sua moglie, gli fa notare un piccolo difetto che lo caratterizza: il naso storto, pendente leggermente verso destra.
E’ da questo momento che Moscarda inizia a fare i conti con se stesso e con tutte quelle voci che vivono dentro di lui, quest’ultime, nello spettacolo, sono state riprodotte dalle voci fuori campo di Irene Barbugli, Roberto Gioffré, Riccardo Naldini, Carlo Salvador e Tommaso Taddei.
Il protagonista è stato affiancato da due attrici: Laura Bandelloni, sua compagna a teatro e nella vita, che ha interpretato discretamente la moglie Dida; donna leggera e frivola, completamente assorbita dalla classica vita borghese fatta di paillettes e lustrini e da Monica Bauco nel ruolo dell’amante Anna Rosa.
La Bauco è stata magnifica nella sua interpretazione; sciolta, naturale, equilibrata e coinvolgente nonostante la complessità del suo personaggio e la posizione scomoda e costrittiva in cui ha recitato, era infatti immersa fino alla vita in un buco ricavato al centro di un letto.
Anna Rosa, alter ego di Vitalgelo Moscarda, è risultata essere molto simile al personaggio Winnie di “Giorni Felici” di Beckett, è proprio per questo che si è parlato di un “Pirandello in Beckett”.
Alla rappresentazione ha partecipato anche un’attrice speciale la “cagnetta da salotto” Bibì, una tenera cagnolina maculata.
La scenografia, firmata da Loris Giancola e resa un “non luogo” grazie ai giochi di luce di Claudio Signorini, è apparsa come un ambiente incorporeo e metafisico abitato da voci e oggetti mobili: delle sedie, uno specchio, dei woofer (altoparlanti) che hanno permesso la materializzazione delle voci off, un carrello che per tutto lo spettacolo ha trasportato Dida e, infine, il continuo girare su se stessa di Anna Rosa con lo scopo di simboleggiare la perenne circolarità del tempo.
Il teatro non era particolarmente gremito, ma a sopperire questa mancanza è stata, certamente, la cospicua partecipazione dei giovani molti dei quali, alla fine dello spettacolo, si sono avvicinati a Giancarlo Cauteruccio che questa sera replicherà  alle 20,30.

Rivelatrici di una visione sorprendente e non tradizionale del teatro di cui si fa portavoce il regista Cauteruccio sono le sue stesse parole che, nell’incontro pre spettacolo di ieri pomeriggio, hanno riempito la sala Quintieri del teatro Rendano, “E’ molto strano – ha affermato- che io abbia messo in scena Pirandello visto che per molto tempo è stato mio nemico. Pirandello arriva nelle mie corde anche grazie a Fulvio che porta con sé l’esperienza dell’attore”.

Annabella Muraca

Caro 2011 addio!

31 DIC 2011 – “Musiche da Film” è l’esclusivo concerto di fine anno svoltosi ieri sera, venerdì 30 dicembre, presso il teatro “A. Rendano”.
E’ così che Albino Taggeo, direttore artistico del teatro, ha deciso di salutare il vecchio anno per accogliere con tanta speranza e una miriade di buoni propositi l’anno che verrà.
Proprio lui, ieri sera, ha dato l’avvio allo spettacolo con parole veementi ed estremamente sentite: <<Ho deciso di intitolare l’incontro “Cinematografo che passione!” – ha affermato – perché le musiche dei film sono tutte dentro di noi. E’ un omaggio di cuore che vogliamo fare al cinema>>.
Per l’occasione, difatti, sono state scelte le colonne sonore più note, quelle che sono ancora vivide nell’immaginario collettivo e che con lo scorrere del tempo sono diventate parte integrante della nostra storia.

Il concerto è stato tenuto dall’Orchestra lirico-sinfonica del teatro Rendano che ha stupito tutti con un’estasiante performance; questa volta, però, il maestro Pelliccia, che ha diretto l’orchestra nel Nabucco, ha ceduto la “bacchetta” al direttore ospite Carmelo Caruso che, con il suo tocco leggiadro e quasi fatato, ha creato un’atmosfera magica e suggestiva.
Portentosa la vocalist Stefania Del Prete che ha sferrato una voce piena, potente ma, allo stesso tempo, delicata e suadente con l’innata qualità di riuscire a sfiorare le corde più profonde dell’animo umano.
Ogni scorcio musicale è stato accompagnato dalle immagini dei relativi film che fluivano dolcemente alle spalle degli orchestratori: Moon River di Henry Mancini tratto dal film “Colazione da Tiffany”, Close to you di Burt Bacharach dai film “Tutti pazzi per Mary” “Parenti, amici e tanti guai” e “Mirror Mask”, Il Grande botto di Alberto Giraldi e Paolo Rossi dal film omonimo, The way we were di Alan Bergman dal film “Come eravamo”, Giù la testa di Ennio Morricone tratto dall’omonimo film, Over the rainbow di Harold Arlen dal “Mago di Oz”, Goldfinger di John Barry da “Agente 007 – Missione Goldfinger”, C’era una volta in America di Ennio Morricone e, infine, La vita è bella di Nicola Piovani tratto dal film omonimo di Roberto Benigni.
La seconda parte della serata, invece, è stata completamente dedicata a Nino Rota; l’orchestra, composta da 49 elementi e tre ospiti: Luca Bruno e Cristina Gargiulo entrambi pianisti e Andrea Mandarino contrabassista, ha avuto l’arduo compito di far rivivere alcune delle colonne sonore che Rota stesso ha composto per film omonimi: La Strada, Il Gattopardo, Amarcord, Il Padrino, Romeo e Giulietta e, per concludere, 8 e mezzo.
L’evento ha riscosso enorme successo, il teatro era completamente gremito e gli applausi, fragorosi e strepitanti, hanno accompagnato l’orchestra nella sua seconda uscita pubblica dopo il fortunato Nabucco.
A grande richiesta, tra l’altro, è stato sollecitato il bis da parte del pubblico e il direttore d’orchestra, Carmelo Caruso, ha colto la palla al balzo decidendo di replicare con “La vita è bella”, decisione accolta con gioia da parte di tutti i presenti.

Alla serata sono intervenuti tra gli altri: Katia Gentile, vicesindaco al Comune di Cosenza; l’assessore regionale alle Infrastrutture e ai Lavori Pubblici Giuseppe Gentile; l’ex sindaco del Comune di Cosenza Salvatore Perugini e, infine, Giovanni Latorre Rettore dell’Università della Calabria.
Il concerto, in realtà, ha avuto anche uno scopo educativo; mostrare la tacita relazione che intercorre tra immagine filmica e colonna sonora, due elementi così diversi che però hanno un fine comune: emozionare, incuriosire e stupire lo spettatore.

Annabella Muraca

Le parole di Brunori

COSENZA – La rassegna culturale “Portobello e illusioni – Pensieri e Parole per un’Italia desta” è riuscita a bissare, grazie soprattutto alla entusiasta collaborazione tra le associazioni Sporco Impossibile, Picicca Produzioni e la Provincia di Cosenza, memore dello straordinario successo della scorsa edizione.
Una due giorni (27 e 28 dicembre) che vede l’alternarsi di musica d’autore, mostre e soliloqui teatrali, un imperdibile appuntamento culturale ma anche solidale, dal momento che la manifestazione si fa portavoce e sostenitore dell’operato del Comitato Unicef cosentino.
Indiscussa guest star della kermesse è Dario Brunori meglio conosciuto come Brunori Sas.
Non c’è molto da discutere, questo è senz’altro la sua annata migliore. Dopo aver conquistato molti con il suo primo lavoro Vol.1 nel 2009, a distanza di due anni precisi con l’album Vol.2 – Poveri Cristi può vantare di aver conquistato veramente tutti.
E’un cantautore neorealista per eccellenza, grande narratore di storie, le parole la sua unica e sola forza, ogni pezzo è frutto dell’armoniosa successione di accordi che solo una chitarra acustica può generare, ogni canzone sa di realmente vissuto, un vissuto popolare, spesso autobiografico, racconti di persone comuni che trovano nella rinuncia, la forza di ricercare sempre un riscatto che possa condurli verso una vita migliore.
Ieri martedì 27 Dicembre Brunori Sas è riuscito ancora una volta a riempire l’auditorium Guarasci del liceo classico cosentino Bernardino Telesio. A fargli da apripista sono stati un’eccentrica e giovanissima artista di nome Maria Antonietta e Antonio DiMartino musicista indie rock palermitano.
Fuori si gelava, c’erano meno di 2 gradi, eppure dentro l’auditorium sembrava quasi di essere su una spiaggia, magari quella della sua Guardia Piemontese, gli accendini in cielo, qualche bacio fugace sulla melodia di “Fra milioni di stelle”, ma è stato difficilissimo non saltare su dalla sedia quando, abbracciato alla sua fedelissima chitarra, Brunori ha fatto partire le prime note di “Rosa”.
Immancabili tra una poesia e un’altra i suoi esilaranti aneddoti familiari, che infondo sono un po’ anche nostri, forse proprio per questo ci fanno sorridere così tanto.
Brunori non ci delude mai, in giro per l’Italia continua a riscuotere tutte le volte un incredibile successo di pubblico e critica, e noi non possiamo che essere sempre più orgogliosi di sapere che una delle eccellenze cantautorali contemporanee sia proprio un nostro conterraneo.

Gaia Santolla

Apriamo le porte alla cultura

21 DIC 2011 – E’ stato inaugurato nei giorni scorsi il Museo delle Arti e dei Mestieri che ha trovato sede all’interno dello storico palazzo della Fondazione Carical, in Corso Telesio 17.Il palazzo in questione è stato acquisito dalla Provincia di Cosenza, impegnata da tempo nel recupero e nella rivalutazione degli edifici storici della città.
“Cosenza preziosa – Arti orafe cosentine in mostra” ha dato l’avvio a questo interessante progetto che combina innovazione e tradizione.
Le teche, allestite in egual modo per tutti i partecipanti al fine di garantire equità ed omogeneità, rimarranno esposte fino al 22 gennaio 2012; quest’ultime attualmente contengono manufatti orafi ma, di volta in volta, ospiteranno altri oggetti preziosi legati anche all’arte tessile, alla liuteria, alla ceramica e al legno.

Alla realizzazione dell’evento hanno anche contribuito alcuni enti tra cui: CNA, Casartigiani e Confartigianato.A tagliare il nastro di apertura è stato il Presidente della Provincia di Cosenza Mario Oliverio affiancato da altre presenze quali il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto e Giovanni Latorre Rettore dell’Università della Calabria; assente, invece, Mario Caligiuri assessore regionale alla Cultura e ai Beni Culturali.Sono 16 i maestri orafi della provincia di Cosenza che hanno deciso di usare il museo come vetrina per valorizzare i propri lavori e il proprio mestiere, molti dei quali tra l’altro, avevano già preso parte all’edizione precedente della mostra.
Quest’anno, oltre ad esaltare le opere degli orafi veterani, si è anche deciso di allestire all’interno del museo un piccolo spazio dedicato ai giovani emergenti, dando loro l’opportunità di esprimere le proprie abilità e il proprio estro.

Alcuni di questi giovani provengono direttamente dall’Accademia orafa di Acri, altri portano avanti il nome dell’azienda di famiglia altri ancora, invece, sono stati proposti e sostenuti dagli stessi orafi.All’interno del Museo delle Arti e dei Mestieri è stato anche concepito un piccolo laboratorio in cui, durante tutto il periodo dell’esposizione, alcuni orafi illustreranno le varie fasi di lavorazione di un gioiello.Nell’ultima settimana, invece, il laboratorio sarà tenuto dallo scultore Eduardo Bruno.

Per l’allestimento della mostra è stato essenziale il tocco raffinato ed elegante della signora Rosetta Scaravello che ha ben espresso il valore della mostra, “Sono sbalordita, ha affermato, c’è una produzione eccellente e mi piacerebbe che ciò varcasse i confini regionali”.
Opere uniche, magnifiche e maestose illuminano il palazzo della Carical, manufatti che tramite la loro bellezza palesano saperi e conoscenze che si sono tramandati da generazione in generazione trasformandosi poi in patrimonio culturale comune.

La mostra potrà essere visionata fino al 22 gennaio 2012, il museo pertanto rimarrà aperto tutti i giorni dalle 10,00 alle 13,00 e dalle 16,00 alle 19,00 tranne i giorni festivi del 24, 25, 26 dicembre 1 e 2 gennaio; l’ingresso è gratuito.

Annabella Muraca