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Caso Bergamini, Anselmo sicuro: «Fu ucciso, incidente stradale simulato»

ROMA – Dopo la riapertura delle indagini e la riesumazione della salma di Denis Bergamini, l’ex calciatore del Cosenza morto sotto un camion sulla Statale 106 Jonica nel novembre 1989, emergono particolari importanti dai nuovi esami autoptici effettuati sul corpo. Lo rivela l’avvocato Fabio Anselmo, legale della famiglia Bergamini, intervenendo alla trasmissione “La Storia Oscura” su Radio Cusano Campus. «Dopo la riesumazione – dice Anselmo – la salma di Denis ha già iniziato a parlarci, perché il corpo nonostante siano passati 28 anni è in buone condizioni. Abbiamo avuto conferme sul fatto che sicuramente non si trattò di un incidente o di un suicidio: Denis Bergamini fu ucciso e chi lo uccise simulò un incidente stradale. Gli accertamenti sul corpo proseguono e noi vigileremo attentamente sugli esami e staremo molto attenti sui successivi sviluppi, perché abbiamo capito che sull’omicidio di Denis si sono innescate logiche inquietanti. Aggiungo che dai primi accertamenti – sostiene il legale – emerge che solo una parte del corpo di Denis, il bacino, è devastata, il resto è integro: questo significa che il corpo è stato sormontato lentamente dal camion e poi è stata fatta evidentemente una manovra di leggera sterzata sopra il bacino e successivamente il camion è arretrato; ecco perché non si può assolutamente parlare di investimento. Riteniamo inoltre che quando è successo questo, Bergamini fosse già morto o comunque agonizzante. Mi sento quindi di poter dire che siamo vicini alla verità, anche perché oggi, finalmente, da parte della Procura di Castrovillari c’è la volontà di arrivare alla verità, una volontà che non c’è mai stata prima». (Foto Aska News).

Dramma in caserma, si suicida comandante stazione dei carabinieri

PIZZO CALABRO (VV) – Un maresciallo dei carabinieri, Paolo Fiorello, di 37 anni, comandante della stazione di Pizzo, si è ucciso sparandosi un colpo con la pistola di ordinanza alla testa nel suo ufficio in caserma. Sono stati i colleghi ad accorgersi dell’accaduto e a dare l’allarme. I soccorsi però si sono rivelati inutili. Il maresciallo Fiorello, celibe, figlio di un carabiniere, era originario di Calatafimi ed era da tempo alla guida della stazione carabinieri di Pizzo. La Procura della Repubblica di Vibo Valentia ha disposto l’autopsia sul corpo del sottufficiale. Negli ambienti della Procura si fa rilevare comunque che l’esame autoptico è un atto dovuto e che non ci sono dubbi sul fatto che il maresciallo si sia suicidato. Fiorello, secondo quanto si è appreso, era un carabiniere stimato e proposto più volte per encomi.

Agente penitenziario uccide la moglie con un colpo di pistola e poi si toglie la vita (FOTO)

MONTALTO UFFUGO (CS) – Omicidio suicidio a Montalto Scalo in Via Volta. Un agente penitenziario Giovanni Petrasso, 53 anni, ha sparato alla moglie Maria Grazia Russo di 48 anni. Illesa la figlia Alessia di diciotto anni presente in casa al momento dell’accaduto mentre non era in casa l’altro figlio Mario Francesco di 26 anni impiegato all’aeroporto di Pisa. Sul posto sono immediatamente giunti i carabinieri della stazione di Montalto, della Compagnia di Rende e del Nucleo Investigativo. Presente anche il personale del 118 che ha tentato di rianimare l’uomo. Secondo una prima ricostruzione il marito al culmine di una lite ha sparato contro la donna cinque colpi di pistola. L’omicidio si è consumato nel bagno dell’abitazione. Subito dopo l’uomo ha detto alla figlia di chiudersi in camera, quindi si è tolto la vita con un colpo alla tempia. Secondo quanto si è appreso le liti tra marito e moglie erano frequenti. Il movente sarebbe di tipo passionale. I soccorsi sono stati allertati proprio dalla figlia della coppia. La ragazza, maturanda al liceo scientifico Pitagora di Rende, avrebbe dovuto sostenere venerdì 30 giugno l’esame orale. Sono arrivati alcuni compagni di classe per sostenerla. AL piano inferiore dell’abitazione vive la madre di Giovanni Petrasso, insieme ad una sorella del Petrasso stesso ed al marito. L’agente era reduce da un congedo per malattia. Soffriva di stati d’ansia. Proprio ieri, dopo essere stato dichiarato idoneo al servizio, aveva recuperato la pistola d’ordinanza. L’arma utilizzata per consumare la tragedia.

 

 

 

Sedicenne cosentino istiga al “Blue Whale”, fermato dalla polizia postale

CATANZARO – «Sei entrata nel Blue Whale, adesso non puoi ritirati» e «l’ultima prova da superare è buttarti da un edificio alto». Sono le indicazioni date a una 16enne catanese da un coetaneo della provincia di Cosenza, identificato e denunciato dalla polizia postale di Catania per istigazione al suicidio. Le indagini erano state avviate dopo la denuncia di una ragazza sulla partecipazione di una sua amica alla pratica del ‘Blue Whale’. Dall’esame dello smartphone della 16enne la polizia postale ha trovato la chat che istigava la ragazza al suicidio, confermandole che era entrata nel Blue Whale e che il passo successivo era togliersi la vita. Al 16enne calabrese la polizia postale ha notificato la denuncia nei suoi confronti ha eseguito, su disposizione della Procura per i minorenni, una perquisizione e sequestrati dispositivi per accertare se ha effettuato altri ‘adescamenti’ del genere. Il 16enne ha ammesso contatti e partecipazione al Blue Whale’, dicendo di essere stato iniziato su Instagram.

Contrasti familiari, giovane di 25 anni si toglie la vita lanciandosi dal quinto piano

REGGIO CALABRIA – Una ragazza, studentessa universitaria, di 25 anni, si è tolta la vita a Reggio Calabria lanciandosi dal quinto piano di un’abitazione. La giovane, secondo quanto si è appreso, sarebbe imparentata con un esponente di primo piano di una delle cosche di ‘ndrangheta della città. Sul posto sono intervenuti i carabinieri per avviare gli accertamenti del caso. Alle origini del gesto ci sarebbero contrasti e incomprensioni di natura familiare.

Tenta il suicidio in mare, ventenne salvato da due agenti di Polizia

COSENZA – Agenti del Commissariato di Paola della Polizia di Stato hanno salvato un ventenne di nazionalità lettone domiciliato a Cetraro che ha tentato di uccidersi gettandosi in mare. L’allarme è scattato dopo una telefonata giunta alla sala operativa del Commissariato che segnalava la presenza di una persona in mare che manifestava intenzioni suicide. Gli agenti delle volanti, dopo averlo individuato hanno cercato di farlo desistere, ma il giovane, inveendo contro di loro si è allontanato ancora di più dalla riva. I poliziotti hanno quindi deciso di tuffarsi in mare e, coadiuvati da personale della Capitaneria di Porto di Cetraro, sono riusciti ad afferrare il giovane nonostante tentasse di divincolarsi ed ha riportarlo sulla battigia. Il giovane è stato poi portato in ospedale.

Processo Bozzo, la Procura ricorre in appello contro Citrigno

COSENZA – La Procura di Cosenza ha depositato l’appello alla Corte di Appello di Catanzaro contro la condanna a quattro mesi di reclusione inflitta, lo scorso 14 settembre, all’imprenditore cosentino Piero Citrigno imputato nel processo sulla morte del cronista, Alessandro Bozzo. L’imprenditore era accusato di violenza privata ai danni del giornalista. Il giudice De Vuono ha condannato Citrigno anche al pagamento delle spese processuali e al risarcimento dei danni nei confronti del padre del giornalista che si era costituito parte civile. Il pm Cerchiara aveva chiesto la condanna a 4 anni di carcere. Per il giudice, «il comportamento dell’imputato ha limitato la libertà di autodeterminazione di Bozzo. Infatti, l’accettazione da parte del giornalista delle condizioni contrattuali peggiorative regolanti il proprio rapporto lavorativo con la proprietà del giornale è stato il risultato di una situazione di costrizione determinata da tale condotta estrinsecata nel prospettare a Bozzo la necessità di dimettersi e di accettare le condizioni contrattuali peggiorative». Una pena che la Procura non ha condiviso, da qui la decisione di presentare appello. Nel provvedimento depositato dal procuratore aggiunto Manzini è stato evidenziato che la sentenza emessa «ha trascurato di esaminare puntualmente la capacità a delinquere dell’imputato. Tale oblio si è concretizzato nella mancata considerazione dei pur consistenti e allarmanti precedenti usurari, emergenti dal certificato del casellario giudiziario agli atti. Il giudice, inoltre, – scrive la Procura – ha omesso di considerare che la condotta realizzata è apparsa tutt’altro che occasionale collocandosi in un contesto di evidente attitudine dell’imputato a commettere delitti della medesima specie». Per i magistrati si tratta di un episodio caratterizzato «da grave intensità dell’elemento psicologico, trascurata dal giudicante insieme alla valutazione del pericolo cagionato dal comportamento del reo».

Cosenza, aspirante suicida salvato dalla polizia

COSENZA – Soltanto il tempestivo intervento di due pattuglie della squadra volante ha impedito che un giovane portasse a compimento l’intento di suicidarsi. Gli agenti sono intervenuti a Cosenza, in un’abitazione di Via Pasquale Rossi, trovando il ragazzo sospeso nel vuoto con la corda al collo. Immediatamente sono riusciti a tagliare la fune prima che sopraggiungesse la morte. Subito dopo è stata allertata una unità del 118 per i soccorsi.

Si getta nel vuoto da un viadotto dell’autostrada

PIZZO CALABRO (VV) – Ha tentato di farla finita lanciandosi nel vuoto dal viadotto autostradale situato tra gli svincoli di Pizzo e Sant’Onofrio. Si tratta di una donna di 41 anni. Sul posto, allertati da alcuni automobilisti di passaggio, involontari testimoni del tragico gesto, si sono rapidamente portati gli agenti della Polizia stradale della Sezione di Vibo Valentia, i Vigili del fuoco e i carabinieri di Pizzo Calabro. Le operazioni di recupero della donna hanno richiesto diverse ore di lavoro e l’impiego di un elicottero. E’ stata trovata ancora in vita ma purtroppo è morta poco dopo per le gravi ferite riportate.

Cosenza, si toglie la vita gettandosi nel vuoto

COSENZA – Ha scelto il ponte di Alarico, una delle porte di ingresso del centro storico, per togliersi la vita. Il dramma si è consumato a Cosenza poco dopo le ore 19. La donna, una cinquantenne, ha scavalcato il parapetto lanciandosi nel vuoto. Immediati ma inutili i soccorsi. Sul posto per i rilievi vigili del fuoco e polizia municipale. Secondo quanto si é appreso la vittima già in passato aveva tentato il suicidio.