Lamezia Terme: 21° Simposio Meridionale di Anestesia, Rianimazione e Terapia del Dolore

Dr.ssa Anna Maria Mancini

CATANZARO – Si svolgerà a Lamezia Terme, nel complesso monumentale “San Domenico”, la 21^ edizione del Simposio meridionale di Anestesia, Rianimazione e Terapia del Dolore, promosso dall’ AAROI-EMAC (Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani – Emergenza Area Critica) e organizzato dall’unità operativa Anestesia e Rianimazione dell’ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme, diretto dalla dr.ssa Anna Maria Mancini.

L’ evento, articolato in sette sessioni che si svolgeranno da giovedì 26 a sabato 28 settembre, torna a Lamezia dopo tredici anni e consentirà ai partecipanti di approfondire alcune tematiche inerenti l’attività svolta dagli anestesisti rianimatori, che svolgono un ruolo fondamentale nella salvezza fisica di tanti pazienti in fin di vita e nel proteggere i propri assistiti da sofferenze inutili.
Nel corso delle tre giornate di studio saranno messe a fuoco le diverse tecniche di intervento legate all’insufficienza respiratoria in rianimazione, con riferimento agli aspetti medico-legali nella pratica quotidiana. Altre sessioni saranno dedicate alla partoanalgesia, con un confronto delle esperienze di anestesisti, ginecologi e neonatologi e alla sepsi o setticemia, anche in conseguenza degli effetti su organi vitali. Il meeting scientifico si concluderà con una sessione concentrata sul tema del dolore e della sua corretta gestione terapeutica.
L’apertura dei lavori è prevista alle ore 16:00 di giovedì 26 settembre, con la registrazione dei partecipanti, cui seguirà, alle ore 17:00, nel Teatro “Umberto” di Lamezia Terme, la presentazione del Simposio e il saluto delle autorità presenti. E’ prevista, inoltre, l’esecuzione di alcuni brani di F. Chopin al piano forte del Maestro Pietro De Fazio.

Incassava la Pensione della Defunta Madre: Denunciata

COSENZA – Ha  continuato a percepire per otto anni l’indennità di invalidità civile intestata alla defunta madre, venuta a mancare nel 2005.

I Finanzieri di Scalea hanno scoperto la truffa e hanno denunciato la figlia dell’estinta con l’accusa di truffa continuata ai danni dello Stato per aver percepito illegittimamente circa 45 mila euro.

La figlia della signora deceduta ha tenuto all’oscuro l’Inps grazie ad una delega che le permetteva di riscuotere mensilmente la pensione, fatta  dalla madre prima della morte.

Ricordata in Commissione cultura la figura di Pietro Buffone

COSENZA – Il Comune di Cosenza potrebbe presto intitolare una strada o una piazza a Pietro Buffone, il deputato della Democrazia Cristiana, scomparso il 29 gennaio scorso nella sua Rogliano, all’età di 95 anni, in Parlamento dal 1953 al 1976, sottosegretario alla Difesa, con delega ai servizi segreti, in due governi consecutivi, guidati rispettivamente da Giulio Andreotti e Mariano Rumor.

L’impegno è stato ribadito in Commissione cultura, alla presenza del Sindaco Mario Occhiuto e del Presidente del Consiglio comunale Luca Morrone, durante la seduta nel corso della quale è stata ricordata la figura di Buffone, in occasione della presentazione a Palazzo dei Bruzi del libro del giornalista Ferdinando Perri, “Il deputato del popolo al servizio della gente di Calabria”, pubblicato di recente da “Editoriale Progetto 2000” e dedicato proprio al politico scomparso.

Nel corso della seduta, al giornalista e scrittore Ferdinando Perri, ideatore e conduttore di trasmissioni radiofoniche sulla storia delle istituzioni per la testata della RAI “Gr Parlamento”, la Commissione cultura di Palazzo dei Bruzi, presieduta dal consigliere comunale Claudio Nigro, ha assegnato un riconoscimento per la sua attività professionale e per l’impegno profuso, in moltissime pubblicazioni, sia come scrittore che come ricercatore.

Numerosi gli interventi che si sono succeduti: dallo stesso Presidente Nigro che ha introdotto l’incontro, al relatore della Commissione cultura Mimmo Frammartino, al Vice Presidente dell’organismo consiliare Maria Lucente. Presenti, tra gli altri, Mario Bozzo, Presidente della Fondazione Carical che ha sostenuto la pubblicazione del libro di Perri sull’on.Buffone e che ha per lo stesso volume scritto un contributo sulla figura dell’uomo politico dalla “solida cultura delle istituzioni”, l’on.Pierino Rende, ex parlamentare democristiano e il Direttore della sede RAI per la Calabria Demetrio Crucitti che ha lanciato la proposta di girare una docu-fiction che abbia come protagonista proprio Pietro Buffone, gli ex Assessori e consiglieri comunali di Cosenza Franco Pichierri e  Francesco Savastano. All’incontro ha partecipato anche una delegazione del Comune di Rogliano guidata dal Sindaco Pino Gallo, accompagnato dal Vicesindaco Giovanni Altomare.

Intervento conclusivo, quello del Sindaco Mario Occhiuto che dopo aver ricordato l’apprezzata attività giornalistica e di ricercatore di Ferdinando Perri, si è soffermato sulla figura dell’on.Pietro Buffone. “Nelle non molte occasioni in cui ci siamo visti ciò che traspariva maggiormente – ha detto Occhiuto – era, al di là della sua figura politica immensa,  la sua enorme carica umana grazie alla quale, negli anni del dopoguerra e della ricostruzione dell’Italia, che erano anni di speranza condivisa, riusciva a stabilire una vera e propria empatia con la gente. In Buffone ciò che colpiva – ha aggiunto il Sindaco Occhiuto – erano l’umiltà e la grande capacità di ascolto e  di immedesimazione nei bisogni dei cittadini. A questo si aggiunga la sua serenità quasi francescana e il suo essere sempre accogliente ed ospitale.”

Su questa lunghezza d’onda si era espresso anche il consigliere Mimmo Frammartino per il quale “Ferdinando Perri ha avuto il grande merito di aver messo in rilievo nel suo libro la passione politica di Buffone, una passione all’antica, palpabile nei suoi interventi in Parlamento quando, grazie a lui, la terra di Calabria ha avuto voce.”

Amara la constatazione finale di Frammartino: “pensare che oggi voci come la sua o di Giacomo Mancini o Francesco Principe non siano più al loro posto per dare dignità alla nostra regione alimenta non solo la nostalgia, ma è un po’ come dire che la classe politica oggi non ci rappresenta come loro hanno saputo fare.”

Per Maria Lucente, vice Presidente della Commissione cultura, che conobbe un po’ tardi Buffone, il parlamentare di Rogliano era “un politico sanguigno e soprattutto un politico  del fare, di quelli che oggi non esistono più”.

“Veramente un deputato del popolo” – ha sottolineato il Sindaco di Rogliano Pino Gallo che ha ricordato alcuni momenti di collaborazione con Buffone e le battaglie comuni condotte per l’Ospedale di Rogliano.

Prima di ricordare Pietro Buffone, il Presidente della Fondazione Carical Mario Bozzo ha riconosciuto a Ferdinando Perri, autore del libro “Il deputato del popolo”, il merito di aver contribuito a far conoscere, con tutte le sue pubblicazioni che raccontano la microstoria, punti inesplorati della storia della Calabria e non solo di Rogliano. “E’ dalla microstoria – ha detto Bozzo – che deve nascere una nuova storia della Calabria.”

Molteplici i ricordi di Bozzo sul politico e sull’uomo Pietro Buffone. “Quando si candidò a Sindaco di Cosenza – ha ricordato – ed ebbe una grande affermazione in termini di voti, disse in tutte le piazze che, in caso di elezione, avrebbe rinunciato all’indennità. Non aveva la laurea – ha aggiunto Bozzo – ma parlava e scriveva senza fare errori di grammatica. Era una figura politica di avanguardia nel panorama calabrese, con una tensione etica oggi smarrita.”

Un giudizio quest’ultimo ribadito anche dall’ex parlamentare democristiano Pierino Rende: “la figura di Pietro Buffone è di un’attualità sconvolgente. Trovo, senza esagerazioni – ha detto Rende – nelle parole del nuovo Papa Francesco, l’ispirazione di alcuni interventi di Buffone. Egli continuava a servire la democrazia rappresentativa. Oggi non c’è più un Parlamento, c’è solo un teatrino che ha i riflessi condizionati dalle televisioni”.

Quando è toccato a Ferdinando Perri prendere la parola, ha anzitutto ringraziato la Commissione cultura per l’invito che gli è stato rivolto, assegnandole poi il compito di non far morire le pubblicazioni locali, veicolandole nelle scuole. Ha quindi spiegato la genesi del libro dedicato all’On. Pietro Buffone che racchiude una copiosissima attività parlamentare e che occupa ben 130 pagine di titoli riferiti alle interpellanze ed interrogazioni presentate dal 1953 al 1976.

Perri ne ha ricordato le battaglie per la propria terra: a cominciare da quella, all’inizio degli anni sessanta, combattuta per l’istituzione dell’Università della Calabria che avrebbe dovuto dislocare in ogni capoluogo di provincia le diverse facoltà per un coinvolgimento di tutto il territorio regionale. “Per Buffone – ha detto Ferdinando Perri – la politica era esclusivamente servizio. Divideva la sua pensione di parlamentare con i bisognosi ed è stato colui che si è ritirato volontariamente dalla politica per permettere un ricambio generazionale, rifiutando incarichi prestigiosi come la Presidenza della Carical o dei Contributi Unificati. Rifiutò sdegnosamente anche l’auto blu.”

Quanti oggi si comporterebbero allo stesso modo?

La Storia dei Deportati Etiopi Confinati a Longobucco

Ras Immirù con dei bambini (1943)

Sbarco, conquista, occupazione, liberazione; furono questi i principali termini che campeggiarono sulle testate dei quotidiani italiani e internazionali nell’estate del 1943. Dalle dimissioni «di sua Eccellenza il cavaliere Benito Mussolini», il 25 luglio 1943, alla proclamazione dell’armistizio, l’8 settembre, da parte del nuovo capo del governo Pietro Badoglio, gli italiani vissero uno dei momenti più critici e tragici della loro recente storia unitaria. Quei momenti furono vissuti in maniera diversa e contrastante in correlazione alle posizioni ideologiche, politiche e culturali assunte durante il Ventennio.
Lo sbarco angloamericano in Calabria, il 3 settembre 1943, assunse un significato rilevante non solo per l’apertura del fronte bellico anche sul territorio peninsulare, ma anche per la liberazione del campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia e del paese-campo di Longobucco dove erano stati confinati dal 1937 un gruppo di deportati etiopi. La maggior parte dei sudditi etiopi confinati a Longobucco apparteneva alla classe dirigente etiopica di etnia amarica vicina all’imperatore deposto Hailè Sellassiè. Il maresciallo Rodolfo Graziani, viceré d’Etiopia, riteneva proprio questi esponenti della classe dirigente etiopica responsabili del grave attentato che lo coinvolse il 19 febbraio 1937 ferendolo gravemente. Tra il 1937 al 1939 furono deportati in vari centri italiani circa 500 sudditi etiopi accusati di destabilizzare il governo italiano nei territori dell’A.O.I.
Tra i deportati erano presenti nomi illustri della politica etiope come Habtè Micael Fassicà (ex ministro dei lavori pubblici), Ubiè Mangascià (ex ambasciatore a Roma), figli e parenti di esponenti di spicco del regime negussita. Dal 4 dicembre 1942 si aggiunse agli altri deportati ras Immirù Hailè Sellassiè, cugino dell’imperatore deposto, una personalità politica e militare che con la sua resistenza agli invasori italiani «turbò i sogni di Mussolini». Proprio ras Immirù con una lettera al generale Dwight David Eisenhower comandante del Governo militare alleato dei territori occupati (A.M.G.O.T.) segnalò la loro presenza a Longobucco.
Gli anni di confino per i deportati erano passati tra molti disagi e sofferenze, dovute sia al regime di isolamento, ma anche alle ristrettezze economiche e a causa del clima molto freddo che creò non pochi malanni agli etiopi. Questi, nonostante tutto, riuscirono a mitigare il regime di confino con la partecipazione a recite, lotterie o prendendo lezioni di musica, studiando la lingua italiana e coltivando anche qualche “storia di amore di confine”. Il già citato Mangascià da una di queste storie, ebbe anche un figlio (che negli anni Sessanta riconobbe come legittimo erede) appassionando con questa storia scrittori e giornalisti.

Anni Sessanta, Antonio Scigliano (secondo da destra) poi riconosciuto come figlio

Gli etiopi, grazie agli assegni elargiti dalle autorità italiane, seppure sostenevano «poco bastevoli» al loro sostentamento, erano gli unici in paese durante il periodo bellico a permettersi l’acquisto di merci in scatola, commissionare abiti e comprare giornali. I ruoli di comando e di governo che avevano ricoperto durante l’impero del Negus, ora da deportati, si rivelavano utili per chiedere aiuti e sussidi a ministri, gerarchi, a Pio XI e allo stesso Mussolini. La Santa Sede agì in maniera diretta per favorire un regime di confino meno duro attraverso una serie di pressioni esercitate dalla Segreteria di stato alle autorità italiane o dal superiore dell’istituto della Consolata di Torino mons. Gaudenzio Barlassina. Il 18 novembre 1942 il Sostituto alla segreteria di Stato vaticana, mons. Giovvanni Battista Montini (il futuro Paolo VI) interessava le autorità italiane a favore del figlio dell’ex ministro etiopico a Londra Martin.
Il deportato Haddis Alemayehou in un’intervista rilasciata l’11 dicembre 1943 al «The Ethiopian Heral», (l’intervista di Haddis Alemayehou è tratta da «The Ethiopian Heral» consultabile su http://www.campifascisti.it/scheda_campo.php?id_campo=46), quindi pochi mesi dopo la liberazione, dichiarerà: «Noi [etiopi] per esempio fummo lasciati nel sud Italia, in Calabria, in un paese chiamato Longobucco, che significa “Lungo buco”. Longobucco è circondato da catene di alture, in inverno c’è la neve accumulata fino a un metro, da novembre fino alla fine di maggio. Durante quel periodo il paese diventa triste e desolato, gli abitanti chiudono le loro case e scendono sulla costa. Ma noi, poveri diavoli, solo noi dovevamo stare lì, dovevamo sopportare quel freddo terribile. Oh! fu veramente terribile». Haddis Alemayehou sentenziava, nella stessa intervista, che la loro unica speranza per essere liberati risiedeva nella: «partecipazione dell’Italia alla guerra; poiché sapevamo che nello stato italiano c’erano due diverse tipologie di abitanti con due diversi modi di vivere e con idee diverse – i fascisti e i non fascisti. I primi opprimevano, disprezzavano e sfruttavano i secondi completamente. I secondi, sottomessi, oppressi e torturati dai primi, li odiavano considerandoli come colonizzatori e non come compatrioti. In breve, tra queste due classi c’era un’aria di ostilità e discordia percepibile da tutti». L’intervista terminava con un duro bilancio degli anni di deportazione in Italia: «dopo 7 anni di offese e umiliazioni, dopo 7 anni di patimenti fisici e morali, siamo liberi, grazie agli eserciti alleati che hanno rotto la spina dorsale di quel mostruoso bruto-fascismo, siamo liberi e abbiamo visto la terra etiope libera».

 

Giuseppe Ferraro

Presentazione gli “Altri scritti” di Jacques Lacan presso la Feltrinelli di Roma

ROMA- Lunedì 30 settembre ore 18.00 presso la libreria Feltrinelli di Viale Libia 186 sarà presentato il libro gli “Altri scritti” di Jacques Lacan- edizione Einaudi con il titolo “Perchè abbiamo ancora bisogno della psicoanalisi: gli Altri scritti di Jacques Lacan. Il Lacan che non ti aspetti”. Felice Cimatti intervista Antonio Di Ciaccia.
Gli Altri scritti raccolgono una serie di testi scritti di pugno da Lacan. Essi fanno seguito agli Scritti che furono pubblicati in Francia nel 1966 e decretarono la vera e propria entrata in scena di questo straordinario pensatore della Cosa psicoanalitica.
I testi qui raccolti da Jacques-Alain Miller continuano l’irradiazione di questo insegnamento. Negli Scritti l’accento era posto sul «come» funziona l’inconscio tramite il suo operatore, ossia il significante. Ed era sintetizzato nell’aforisma «l’inconscio è strutturato come un linguaggio». Negli Altri scritti l’accento si sposta sul nucleo che è il cuore pulsante dell’inconscio: il godimento. Si potrebbe sintetizzare questo nuovo punto di prospettiva in un aforisma mai pronunciato da Lacan: «l’inconscio è un apparato di godimento».
Godimento che, se è tale per l’inconscio, spesso non lo è per la persona che lo patisce nel sintomo. La quale tuttavia può ritrovarlo nelle diverse sfaccettature che fanno la gioia e la risorsa di quello che Lacan chiama il «parlessere».

L’edizione italiana è a cura di Antonio Di Ciaccia,Psicoanalista e Psicoterapeuta. Presidente dell’Istituto freudiano, curatore e traduttore delle edizioni italiane de I Seminari di Lacan per le case editrici Einaudi e Astrolabio. Curatore di Collane di psicoanalisi lacaniana per le Case Editrici Astrolabio, Borla e Quodlibet.
Per maggiori informazioni:

http://www.istitutofreudiano.it/perché-abbiamo-ancora-bisogno-della-psicoanalisi-gli-altri-scritti-di-jacques-lacan.html

Anas: dal 25 Settembre al 13 Ottobre Senso Unico Alternato sulla SS106 “Jonica”

CATANZARO – L’Anas comunica che da mercoledì 25 settembre a domenica 13 ottobre sulla strada statale 106 “Jonica” sarà istituito il senso unico alternato tra il km 195,580 e il km 195,740, tra Simeri Crichi e Sellia Marina,  in provincia di Catanzaro. Il provvedimento si rende necessario per consentire il ripristino dei giunti del viadotto Simeri.

All’approssimarsi delle aree di cantiere, i veicoli dovranno rispettare il limite di 30 km/h e il divieto di sorpasso.

L’Anas raccomanda agli automobilisti prudenza nella guida e ricorda che l`evoluzione della situazione del traffico in tempo reale è consultabile sul sito web http://www.stradeanas.it/traffico oppure su tutti gli smartphone e i tablet, grazie all’applicazione `VAI Anas Plus`, disponibile gratuitamente in “App store” e in “Play store”.

Gli utenti hanno poi a disposizione la web tv www.stradeanas.tv e il numero 841-148 ‘Pronto Anas’ per informazioni sull’intera rete Anas.

Tartaruga in Difficoltà Salvata dalla Guardia Costiera

CARIATI (CS) – I militari della Capitaneria di Porto di Corigliano Calabro hanno salvato una tartaruga Caretta Caretta, che non riusciva più ad immergersi, grazie alla segnalazione di un diportista che l’ha notata all’imboccatura del porto di Cariati.

La tartaruga è stata affidata al centro di recupero del Wwf di Policoro (Matera) e presto verrà trasferita nella clinica veterinaria dell’Università di Bari. L’esemplare ha il carapace di 85 centimetri e largo 50 e pesa 35 chili.

Le tartarughe, come tutti i rettili, hanno sangue freddo che le porta a prediligere le acque temperate. Respirano aria, essendo dotate di polmoni, ma sono in grado di fare apnee lunghissime; trascorrono la maggior parte della loro vita in mare profondo, tornando di tanto in tanto in superficie per respirare.

Al termine delle cure, che le consentiranno di riprendere le normali funzioni vitali, la Caretta caretta recuperata a Cariati potrà quindi riprendere il mare e tuffarsi nuovamente nelle acque blu dello Jonio cosentino.

Rende Calcio, tra oggi e domani il nome del nuovo allenatore: in pole position Paschetta e Giugno

Sono ore decisive per il Rende Calcio. Dopo il lungo vertice societario di questa notte è saltata la panchina di Stefano De Angelis, fatale per lui la sconfitta casalinga ai danni dell’Agropoli. Contro la squadra campana servivano i tre punti, punti che purtroppo non sono arrivati. Quella di ieri è stata una decisione sofferta per la società, che credeva ciecamente nel mister romano. Ma nel calcio contano i risultati e la concretezza. Il Rende si è trovato subito in difficoltà per l’imbatto inaspettato nella Serie D, ricordiamo infatti che i biancorossi sono stati ripescati all’ultimo minuto dall’eccellenza, ma anche per il mercato quasi nullo. Era stato lo stesso De Angelis ha dare l’allarme definendo la squadra biancorossa un cantiere aperto ancora in fase di assestamento. Il reparto più critico è la difesa che ha subito 13 gol in 4 partite. Troppi per una squadra che ha come obiettivo primario una salvezza tranquilla. E’ vero, il Rende nelle prime quattro giornate ha affrontato le squadre più forti del torneo, ma qualcosa in più si poteva fare, sopratutto per quanto riguarda la tattica e il bel gioco.

Nel frattempo è partito ufficialmente il toto allenatore: in pole position Giovanni Paschetta e Franco Giugno, i due conoscono perfettamente l’ambiente e questo potrebbe essere un punto a favore per la loro candidatura.  Si fanno anche i nomi di Tommaso Napoli e Fausto Silipo, ma i due sembrano essere fuori budget per la società di Via Fratelli Bandiera.

 

Gaspare Guzzo Foliaro

Il Rende calcio esonera De Angelis, possibile ritorno di Paschetta

La società e i tifosi credevano molto in lui, ma dopo 4 sconfitte consecutive, il Rende Calcio ha deciso di esonerare Stefano De Angelis. Una decisione sofferta, arrivata dopo un lungo e difficile vertice societario. De Angelis ha provato in tutti i modi a dare un’impronta tattica alla compagine rendese, senza riuscirci mai veramente. Giornata dopo giornata, il gap con le altre squadre è aumentato a dismisura, e il club di via Fratelli Bandiera è rimasto a zero punti , tre gol all’attivo e ben tredici reti subite. “Siamo un cantiere aperto” aveva dichiarato più volte il tecnico romano, cercando di far intervenire i dirigenti biancorossi sul mercato. Ora restano 4 sconfitte che pesano come un macigno e il derby di domenica, fuori casa, contro la Vibonese che sa tanto di partita decisiva.  Uno dei candidati alla guida dei biancorossi è Giovanni Paschetta, cresciuto nel Cosenza, dove ha militato per buona parte della sua carriera. Nel 2011 ha allenato il Rende, quando ancora era in eccellenza. Un possibile e gradito ritorno per uomo di esperienza, che potrebbe mettere in sesto la linea difensiva, zona del campo che conosce molto bene, per i suoi trascorsi da calciatore. Nelle prossime ore ci saranno ulteriori sviluppi sulla vicenda.

Gaspare Guzzo Foliaro