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Orlandino Greco (Op): «Per Locri e Gioia Tauro serve un’azione a tutela dei lavoratori»

LOCRI (RC) –  Orlandino Greco, sulla delicata situazione dei licenziamenti a Locri e Gioia Tauro.

«In questo particolare momento storico si può soltanto essere grati a quegli imprenditori che hanno il coraggio e la forza di investire in Italia e in particolare in regioni come la Calabria ma allo stesso tempo le istituzioni tutte sono chiamate a mobilitarsi per individuare ogni soluzione possibile per impedire che si perdano posti di lavoro.

Le ultime notizie che arrivano da Locri e Gioia Tauro raccontano l’ennesima fuga di aziende private verso altre zone in Italia e nel resto d’Europa e disegnano uno scenario per il quale non si trovano più parole per descrivere la gravità e la complessità della situazione in cui sono costretti a vivere interi territori e comunità e soprattutto non ammette più giustificazioni di sorta e silenzi imbarazzanti da parte di chi invece deve dare risposte e trovare soluzioni.

A tal proposito, nel ruolo che rivesto come consigliere regionale, ho inteso raccogliere l’appello lanciato in queste ultime ore dal Sindaco di Locri Giovanni Calabrese e mi farò portavoce con una mozione indirizzata al Presidente Oliverio di avviare un tavolo di concertazione per discutere della situazione delicata che vede coinvolti molti lavoratori.

È necessario impedire che a Locri e a Gioia Tauro oltre 500 persone perdano il posto di lavoro, come i 130 dipendenti della società di telemarketing Call & Call che intende spostarsi da Locri a Lecce e intervenire sui licenziamenti dei 377 lavoratori portuali di Gioia Tauro dalla Medcenter Container Terminal.

La realtà del Porto di Gioia Tauro è l’emblema dei molteplici paradossi di questa regione, una delle zone a più alto potenziale economico, che racchiude alte capacità di risorse e d’investimento, che ha da sempre offerto e prodotto grandi maestranze, invece di generare posti di lavoro li perde giorno per giorno.

E non basterà certo la ZES ad invertire, con un colpo di spugna, il declino del più importante porto calabrese, che rappresenta, senza giocare su frasi di comodo o metafore, la porta del Mediterraneo. Questo è, e sempre lo è stato, un dato di fatto reale e tangibile, che una classe politica inefficiente e incapace da una parte e giochi di potere dall’altra, dettati anche dall’alto in difesa dello sviluppo portuale di altre realtà italiane, ha impedito che si realizzasse, trasformando il Porto di Gioia Tauro in una delle più grandi opere infrastrutturali dell’intero Paese (la medesima malasorte che aleggia sul Porto dello Stretto).

            È arrivato il momento di scrivere un’altra storia anche per questa realtà, occorre far seguito alle enunciazioni, senza perdere altro tempo e risorse, anzitutto umane, è necessario nell’immediato investire sulle infrastrutture ferroviarie, sul gateway e sull’intermodalità rendendo polifunzionale l’area portuale, così che possa essere pronta a presentarsi al mercato globale e diventare un’area altamente produttiva, intercettando anche aziende internazionali in grado di garantire investimenti e creare lavoro e occupazione.

L’auspicio è che l’assessore regionale Francesco Russo, neo presidente dell’autorità portuale, intervenga quanto prima alla realizzazione tutto ciò e che la Regione si assume le proprie responsabilità, anche come interlocutore tra soggetti diversi.

 In una terra che ha disperato bisogno di lavoro è necessario ripartire dalle comunità territoriali, difendere ogni unità lavorativa e contemporaneamente supportare e sostenere le realtà imprenditoriali che quotidiane combattono, oltre che con la crisi in atto, contro burocrazia e tassazione che impediscono a questo Paese di emergere ed essere competitivo in Europa e nel mondo.»

Licenziamenti Urbi-Anbi Calabria: l’amarezza dei sindacati

Catanzaro – «I segretari delle organizzazioni sindacali di categoria territoriale e regionale Fai Cisl Flai Cgil Filbi Uil esprimono – in una nota congiunta – amarezza e delusione per i licenziamenti a cui ha proceduto l’Urbi-Anbi Calabria (Unione Regionale delle Bonifiche e delle Irrigazioni per la Calabria emanazione dell’Associazione Nazionale Bonifiche Irrigazioni), nonostante le organizzazioni sindacali avessero chiesto un incontro con Regione e Urbi per individuare tutte le possibili soluzioni atte ad evitare la perdita di posti di lavoro. Le Organizzazioni sindacali di Categoria avvieranno tutte le procedure a tutela dei lavoratori licenziati dalla struttura regionale Urbi-Anbi Calabria. E’ inaccettabile, ad avviso delle organizzazioni sindacali, l’atteggiamento degli amministratori dell’ente che non solo non hanno cercato soluzioni alternative perseguendo la strada del dialogo e della partecipazione, quanto neppure hanno convocato le organizzazioni sindacali di categoria per informarle preventivamente di ciò che stavano deliberando. Come organizzazioni sindacali valuteremo sotto tutti i profili le forme di gestione e programmazione che ha adottato l’Urbi Anbi Calabria negli ultimi anni. È evidente che da parte dei vertici dell’ente si chiedono continui sacrifici al personale, fino ad arrivare al licenziamento di due unità, mentre al contrario si registrano spese per organizzazioni di eventi di cui si potrebbe fare tranquillamente a meno. Vorremmo sapere se la spending review è stata adottata anche dagli amministratori, sacrificando spese inutili, o se i sacrifici economici vengono pretesi solo dall’anello più debole, ossia quello dei lavoratori, che finiscono per pagare anni di cattiva gestione. Chiediamo un intervento della Regione, perché vengano annullati i licenziamenti, e auspichiamo che tutte le istituzioni competenti approfondiscano e chiariscano quanto sta avvenendo all’interno dell’ente; così come, a seguito di segnalazione delle Organizzazioni sindacali di Categoria, ha già fatto sua eccellenza il Prefetto di Catanzaro che con una apposita nota ha chiesto, alla Presidenza della Giunta Regionale ed al Presidente dell’Urbi-Anbi Calabria, di fornire con sollecitudine dettagliate notizie sulla vicenda e chiedendo di adottare ogni utile iniziativa volta al mantenimento dei livelli occupazionali».

Regione, incontro tra l’assessore Barbalace e i rappresentanti di Anas, Autostrade e Kuwait Petroleum

palazzoregionecalabriaCATANZARO – L’assessore regionale alle attività produttive Carmela Barbalace, ha convocato i rappresentanti di Anas, Autostrade e Kuwait Petroleum, preoccupata per i licenziamenti di alcune unità lavorative da parte del gestore dell’area di rifornimento di Frascineto Est, sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria. Durante l’incontro, l’assessore Barbalace ha espresso perplessità sulla scelta operata dall’azienda motivando altresì la preoccupazione sull’effetto emulativo  che tale vicenda potrebbe avere sull’intera rete autostradale calabrese, aggravando ulteriormente l’emergenza occupazionale. «Mi opporrò, con ogni mezzo legittimo, affinchè in Calabria non venga perso un solo posto di lavoro”ed ha chiesto alle parti “di prodigarsi al ristoro di condizioni utili alla riassunzione immediata dei lavoratori. Sollecito l’Anas affinché proceda in tempi rapidi all’affidamento delle nuove concessioni, che è la condizione necessaria per l’ammodernamento delle aree di servizio su tutta la tratta autostradale della Calabria».Al termine della riunione, il capo area di Kuwait, Geusa, ha espresso la disponibilità dell’azienda, attraverso il gestore dell’impianto, a riassumere gli operai licenziati dopo un confronto autonomo tra le parti sulle modalità e contenuti di una eventuale partecipazione solidale dei lavoratori sugli accordi contrattuali in vigore.

Sequestrati 391 mila euro fondi eu. Denunciato un imprenditore crotonese

finanzaCROTONE – Il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Crotone ha sequestrato beni per 391 mila euro al legale rappresentante di una società che opera nel settore delle costruzioni. L’avvocato è stato denunciato per truffa ai danni del bilancio comunitario. Nel corso delle indagini è emerso che l’azienda non ha svolto corsi di formazione e ha licenziato i dipendenti, nonostante avesse beneficiato di fondi per incrementare l’occupazione.

Licenziati 131 lavoratori di Calabria It

CATANZARO – 131 lavoratori di Calabria It, azienda “in house” della Regione Calabria che opera nel settore della promozione imprenditoriale, sono stati licenziati.

Calabria It è da tempo in liquidazione ed i lavoratori sono da mesi senza stipendio nonostante una recente legge regionale avesse stabilito il trasferimento dei dipendenti alla finanziaria della Regione, Fincalabra, che detiene il 100% del capitale.

Le lettere di licenziamento sono datate 13 gennaio, ma soltanto stamane la gran parte dei destinatari le ha ricevute.

Secondo i dipendenti le lettere sarebbero state spedite in assenza del commissario liquidatore Attilio Funaro, che ne è il firmatario, poiché è assente per malattia da almeno 20 giorni, ma il timbro postale di spedizione reca la data del 18 marzo.

Dall’assessore Salerno gli Ex Lsu della scuola a rischio licenziamento

CATANZARO – Si è svolto a Catanzaro un incontro tra l’assessore Nazzareno Salerno, l’assessore all’Ambiente Gianluca Gallo, il responsabile Regionale di categoria dell’USB Domenico Motta, i lavoratori Ex Lsu Roberto Gabriele e Giuseppe Gaetani.

L’incontro si è reso necessario a seguito della grave situazione lavorativa in cui si sono venuti a trovare gli Ex Lsu. Si tratta di 1250 lavoratori che svolgono da 18 anni mansioni di pulizia e di bidellaggio, presso quasi la totalità delle Scuole della nostra Regione (11.500 su tutto il territorio nazionale). Molti di loro sono prossimi alla pensione, mentre la rimanenza ha un’età media di cinquant’anni. Precari a vita, sfruttati da ditte appaltatrici, quando a loro spettava di diritto l’assunzione nella Scuola fin dal 2001, epoca in cui avevano già maturato cinque anni di anzianità di servizio. Ma anziché essere assunti dal Miur vennero stornati alle dipendenze di grandi consorzi nazionali di cooperative.

Oggi c’è solo una certezza: dal primo marzo si troveranno inesorabilmente sul lastrico, scaricati come stracci vecchi, alcuni hanno già ricevuto il telegramma di licenziamento da parte della cooperativa di appartenenza, altri nella migliore delle ipotesi si vedranno dimezzare da 800 euro a 400 il già misero salario. L’attuale criticità è dovuta agli effetti della Spending Rewiev che ha indotto il MIUR a praticare tagli indiscriminati, assegnando alla Consip la gestione di questi appalti, ma soprattutto alle scelte politiche sbagliate di questi anni.

Al termine della riunione il delegato sindacale USB, Motta, ha consegnato all’assessore Salerno una mozione di cinque pagine, dove viene ampiamente descritta la reale situazione, con dimostrazione effettiva che si possono tagliare gli sprechi, eliminando l’intermediazione di manodopera e con la preghiera di farsi da tramite presso il Governo per bloccare questo scempio sociale.

 

Calabria it: 131 licenziamenti, richiesto intervento del Presidente Scopelliti

COSENZA – La decisione del Commissario liquidatore di licenziare i 131 dipendenti di “Calabria it” è personale e illegittima. Egli, con questo provvedimento viene meno all’accordo che prevedeva il superamento di “Calabria it” e l’assorbimento dei lavoratori in Fincalabria. Urgente e importante è la richiesta di un’intervento da parte del Presidente Regionale Scopelliti affinchè i licenziamenti vengano revocati e avvenga inoltre, l’ immediato pagamento delle mensilità arretrate.

Fisal CGIL Cosenza sui licenziamenti di Calabria It

131 dipendenti di ‘Calabria It”sono stati licenziati. E per Fisal CGIL di  Cosenza, questa decisione è personale e illegittima. Il commissario liquidatore, infatti, con questo provvedimento viene meno all’accordo che prevedeva il superamento di ‘Calabria It’ e il successivo assorbimento dei lavoratori in Finacalabria.

E’ per questo motivo che la Fisal CGIL di Cosenza chiede non solo un intervento urgente al presidente Giuseppe Scopelliti affinché vengano revocati i licenziamenti e venga dato seguito all’accordo raggiunto in precedenza; ma anche e soprattutto l’immediato pagamento delle mensilità arretrate.

Unical: scadono altri contratti senza possibilità di rinnovo. La denuncia della Uil

Cosenza – Mentre l’Ateneo è “distratto” dalla corsa al rettorato continuiamo a registrare il dramma della perdita del lavoro. La UIL, nella giornata del 4 luglio, ha ricevuto una ulteriore pressante richiesta di chiarimenti sul rinnovo dei contratti di CO.CO.CO.
Dopo il “licenziamento” di un tecnico dell’Area Informatica, altri quattro contrattisti, con compiti di assistenza amministrativa alle segreterie dei Corsi di Laurea dell’ex Facoltà di Scienze Politiche, si trovano nella condizione di fine rapporto, senza possibilità di rinnovo.
Il motivo è sempre lo stesso non ci sono risorse!

Il giorno prima, cioè il 3 luglio, però, sono stati pubblicati due bandi di concorso per il reclutamento di due unità di categoria C a Tempo Determinato.
A questo punto, come al solito, viene immediato porre alcune domande:

1)Il nuovo Consiglio di Amministrazione, garante della “complessiva gestione e organizzazione dei servizi, delle risorse strumentali e del personale tecnico-amministrativo dell’Ateneo”, a questo proposito, che indirizzo ha dato al Direttore Generale?

2)Perché non ci sono risorse per i CO.CO.CO. mentre per il Tempo Determinato è stato possibile reperirle? C’è forse una differenza? Non sono entrambe voci della stessa “natura” nel bilancio?

3)Basta una semplice richiesta del Direttore di Dipartimento per avere assegnato unità di personale anche se a Tempo Determinato?

4)In passato l’Amministrazione, sulla programmazione del fabbisogno del personale, ha tracciato la strada della partecipazione a pubblico concorso a Tempo Indeterminato per poter ottenere un contratto di lavoro, sia pure a T.D.. Perché si cambia?

La UIL ritiene che non sia possibile più navigare a vista, che sia necessario avviare una fase di riflessione e di programmazione, con l’obiettivo di tutelare il lavoro.
L’attivismo di questa Amministrazione (nomina di responsabili, delegati – cfr. il delegato commissario delle due Aree Informatica e Statistica – riorganizzazione di Aree e/o uffici ecc.) riteniamo sia inopportuno in una fase di passaggio di consegne; invece, l’ordinaria amministrazione sarebbe, oltre che richiesta dalla norma, opportuna.