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Cinquant’anni Unical, Rubbettino annuncia l’uscita di un libro su Moro e l’Intelligence

RENDE (CS) – Cinquant’anni fa veniva promulgata la legge che istitutiva l’Università della Calabria (n° 442  del 12 marzo 1968), che poi avviò le sue attività nel 1972. Il Presidente del Consiglio era Aldo Moro, lo statista democristiano del quale tra poco ricorreranno i 40 anni del suo rapimento e del suo assassinio. Ancora l’eco degli scontri di Valle Giulia non si era spento e i giovani italiani erano in rivolta. Aldo Moro era proteso verso la strategia dell’attenzione per rendere la società italiana più partecipata.

Aldo Moro e la Calabria

In tale contesto si colloca anche questa ricorrenza, che vide poi proprio il consigliere economico di Moro a Palazzo Chigi Beniamino Andreatta diventare il primo rettore dell’Univesità della Calabria che impostò come un campus americano, con una visione anche adesso modernissima. Com’è noto, Andreatta si dimise successivamente in polemica con la classe dirigente locale. Ma Aldo Moro aveva un evidente rapporto con la Calabria essendo la madre Fida Stinchi di Cosenza, dove aveva studiato e insegnato, all’Istituto “Lucrezia della Valle”. Al Presidente della DC l’Università  della Calabria ha dedicato il 13 maggio dello scorso anno un convegno  nell’aula “Caldora” dal titolo “Aldo Moro e l’intelligence. Il senso dello Stato e la responsabilità del potere”, nell’ambito degli approfondimenti scientifici dello studio dell’intelligence, per il quale l’ateneo calabrese è all’avanguardia.

Le specifiche del testo

Da questo convegno è nato poi un libro curato da Mario Caligiuri, uno dei più importanti studiosi di intelligence del nostro Paese.  Il libro ha lo stesso titolo del convegno e verrà presentato in anteprima il 9 maggio 2018 a Roma alla Camera dei Deputati. Il testo, che ha la prefazione di Paolo Gheda, contiene saggi di Andrea Ambrogetti, Francesco Maria Biscione, Vera Capperucci, Massimo Mastrogregori e Giacomo Pacini. Inoltre contiene delle trascrizioni da Virgilio Ilari e le testimonianze di Ciriaco De Mita e Luigi Zanda.

Si tratta della prima organica riflessione che affronta questo aspetto poco studiato della vita politica di Aldo Moro.  Infatti, Aldo Moro ha profondamente segnato la storia del nostro Paese. La sua figura però è schiacciata sulla tragica fine, lasciando in ombra la lunga azione politica. Negli anni della guerra fredda, Aldo Moro è sempre centrale nelle fasi che allargano la partecipazione politica, prima ai socialisti e poi ai comunisti. È Presidente del Consiglio in occasione il “Piano Solo” del 1964 e Ministro degli esteri durante la strategia della tensione. Profondo conoscitore dello strumento dell’intelligence, ne sa utilizzare le informazioni e sa dialogare con gli uomini che la praticano, come Giovanni De Lorenzo, Vito Miceli e Stefano Giovannone. Proprio a quest’ultimo scrive durante la sua prigionia. Aldo Moro dimostra che un uomo di Stato è anche un autentico uomo di intelligence, poiché sa riconoscere e utilizzare questo fondamentale strumento nell’interesse della Repubblica. Sotto il profilo dei rapporti con l’intelligence, la vicenda di Aldo Moro è ancora tutta da scrivere per sottrarla alle riscritture.

A curare questo volume che comincia a coprire un vuoto, è Mario Caligiuri, uno dei più importanti studiosi di intelligence nel nostro Paese. Proseguendo il suo impegno di ricerca durante il quale che ha già approfondito la figura di Francesco Cossiga, ampliando scientificamente lo sguardo sull’attività dei Servizi che rappresentano la “dimensione mancante della storia”. Un libro spiazzante che illumina sotto una nuova luce il ruolo insostituibile dell’intelligence e l’esperienza politica dello statista democristiano, confermandolo un faro della Repubblica. Una storia inedita che merita di essere raccontata e in un certo senso risarcita

Unical, convegno su Aldo Moro. Ex premier De Mita: «Rapito e ucciso da chi l’ha confessato»

RENDE (CS) – «Moro è stato rapito e ucciso da persone che l’hanno confessato». È l’introduzione dell’intervento di Ciriaco De Mita, segretario della DC e Presidente del Consiglio negli anni Ottanta, in occasione del convegno “Aldo Moro e l’Intelligence. Il senso dello Stato e le responsabilità del potere” che si tiene oggi all’Università della Calabria a Rende. La manifestazione è stata introdotta dal Rettore Gino Crisci ed è proseguita con la relazione di Mario Caligiuri, Direttore del Master in Intelligence dell’ateneo calabrese. Ricordando che Aldo Moro è stata una delle figure più significative della storia della Repubblica, De Mita ha ribadito che «la lettura vera della democrazia in Italia è una lettura di rara complessità e sulla tragica vicenda di Moro ci si è interrogati più sull’individuazione dei responsabili che sugli esiti per la democrazia italiana». La relazione dell’ex Premier è stata quindi preceduta da quella di Vera Carducci (Università Luisa), sugli anni della lunga segreteria Moro nella Dc, e seguita da quella del senatore della Repubblica Luigi Zanda, attuale capogruppo del PD in Senato, che ha relazionato sul rapporto fra Aldo Moro e Francesco Cossiga. Convegno Moro

Spunti interessanti sono emersi anche dall’intervento di Giacomo Pacini, dell’Istituto Storico grossetano sulla Resistenza e l’Italia contemporanea, che anche sulla base di materiale inedito, ha fornito un’accurata ricostruzione  del cosiddetto “Lodo Moro”. Ossia di quella sorta di patto di non belligeranza che prevedeva la salvaguardia dalla minaccia di attentati terroristici in cambio della liberazione dei militanti palestinesi arrestati sul suolo italiano, la tolleranza per i traffici di armi verso il Medio Oriente, nonchè un impegno a arrivare a un riconoscimento ufficiale da parte delle diplomazie europea dell’Olp come legittimo rappresentante del popolo palestinese.

I lavori del convegno sono tuttora in corso con la sessione pomeridiana, per concludersi alle 17,30 circa. In programma infatti sono gli interventi dello storico Andrea Ambrogetti sul rapporto fra Aldo Moro e il governo americano nella politica della solidarietà nazionale, di Francesco Maria Biscione sul Memoriale Moro, e di Virgilio Ilari (Università Cattolica di Milano) sui contatti fra lo statista democristiano e la CIA e le questioni internazionali dell’epoca storica in cui egli operò.

Le conclusini dell’evento sono affidate a Mario Caligiuri. Convegno Moro

Convegno Moro

Centro studi Intelligence, un convegno per ricordare Aldo Moro con De Mita e Zanda

RENDE – “Aldo Moro e l’intelligence. Il senso dello Stato e la responsabilità del potere”. É questo il tema della giornata di studi organizzata per sabato 13 maggio, dalle ore 9 alle 18, presso l’aula “Umberto Caldora” dell’Università della Calabria. L’evento, promosso dal Centro di Documentazione Scientifica sull’Intelligence dell’ateneo calabrese, si svolge nella settimana in cui ricorre il 39° anniversario dell’omicidio dello statista democristiano.

Mario Caligiuri, Direttore del Master in Intelligence e promotore dell’evento, ha dichiarato che «Aldo Moro è stato un protagonista della storia d’Italia e in quanto uomo di Stato conosceva bene il funzionamento e l’importanza dei servizi di Intelligence. Tutti sanno dell’interesse di Francesco Cossiga verso questo settore fondamentale dello Stato. Si conosce di meno che il maestro di Cossiga nell’intelligence era stato proprio Aldo Moro».  Inoltre, Caligiuri ricorda che si tratta solo di un primo approccio per cominciare ad affrontare un tema di grande rilevanza non solo per approfondire cruciali vicende politiche della Repubblica ma anche per contribuire a sviluppare in Italia gli intelligence studies dal punto di vista storico.

Dopo i saluti istituzionali del Rettore Gino Mirocle Crisci, del Direttore del Dipartimento di Lingue e Scienze dell’Educazione Roberto Guarasci e dei componenti del Comitato Scientifico del Master sull’Intelligence Alberto Ventura e Luciano Romito, è prevista l’introduzione di Mario Caligiuri, Coordinatore del Centro Studi sull’Intelligence dell’ateneo di Arcavacata. I lavori sono articolati in due sessioni. La prima verrà aperta dalla relazione di Ciriaco De Mita, Segretario nazionale della DC 1982-87 e Presidente del Consiglio dal 1988 al 1989, che parlerà di Aldo Moro uomo di Stato e di intelligence. Seguiranno poi le relazioni di Maria Luisa Lucia Sergio dell’Università di Roma Tre: Aldo Moro nella prima stagione repubblicana (1946-1958): concezione della democrazia e visione internazionale; di Vera Capperucci dell’Università LUISS “Guido Carli” di Roma: La segreteria Moro (1959-1964) e il caso Tambroni; e, in video conferenza, di Giacomo Pacini dell’Istituto Storico Grossetano della Resistenza e dell’Età Contemporanea: L”Italia e la politica mediterranea: il lodo Moro. Nel pomeriggio, alle 15 inizierà la seconda sessione che verrà aperta dalla relazione di Virgilio Ilari dell’Universita “Cattolica” di Milano: Moro e la CIA. Seguiranno gli interventi dello storico Andrea Ambrogetti: “Aldo Moro e gli americani nella politica della solidarietà nazionale”; e di Francesco Maria Biscione dell’Archivio “Flamigni”: Il Memoriale Moro. L’ultima relazione è affidata al Senatore e Presidente del Gruppo Parlamentare del PD Luigi Zanda Il rapporto tra Moro e Cossiga. Le conclusioni verranno svolte da Mario Caligiuri. Gli atti del convegno scientifico, arricchiti da altri contributi, verranno pubblicati nella collana del Centro di Documentazione Scientifica sull’Intelligence dell’Università della Calabria editi da Rubbettino.

Il convegno è stato promosso con la collaborazione della Fondazione “Italia Domani”, del Laboratorio di Fonetica e del Laboratorio sul Mediterraneo Islamico dell’Università della Calabria. I lavori verranno seguiti da Radio Radicale e in diretta streaming dal sito www.intelligencelab.org.

 

Unical, l’Associazione “Amici dell’Università della Calabria” ricorda Aldo Moro

ARCAVACATA DI RENDE (CS) – L’associazione Internazionale “Amici dell’Università della Calabria” ricorda l’Onorevole Aldo Moro nel centenario della sua nascita, sottolineando il suo impegno, da Presidente del Consiglio, per l’istituzione del primo Ateneo calabrese, con la legge 12 marzo 1968 n.442, legge allora firmata dallo stesso Moro, dal Presidente della Repubblica Saragat, oltre che dai Ministri Gui, Pieraccini,Colombo, Mancini, Pastore. Moro, rapito il 16 marzo 1978 dalle Brigate Rosse e ucciso il 9 maggio dello stesso anno, molto si impegnò per la fondazione dell’Università della Calabria, la quale avvenne dopo un lungo dibattito parlamentare, durato quasi un decennio: l’Unical fu, dunque, la prima Università istituita dalla Repubblica Italiana. La legge promossa da Moro prevedeva per la prima volta il carattere residenziale dell’Ateneo, ancora l’unico con un suo campus, e il numero programmato per dodicimila studenti, distribuiti in quattro facoltà: Scienze Economiche e Sociali, Ingegneria, Scienze Matematiche Fisiche e Naturali, Lettere e Filosofia. La legge era composta da diciotto articoli con le indicazioni relative all’avvio della fase gestionale, amministrativa e didattica dell’Ateneo, affidata a quattro Comitati Ordinatori delle Facoltà e a un Comitato Tecnico Amministrativo; altre indicazioni riguardavano la costituzione del Centro Residenziale, dotato delle necessarie attrezzature sportive, ricreative, associative e sanitarie e destinato ad accogliere per la durata dei corsi il personale insegnante e non insegnante in servizio presso l’Università nonché una quota non inferiore al 70 per cento degli studenti iscritti  ai corsi di laurea e di specializzazione. Per questa legge, Aldo Moro può essere considerato tra i padri fondatori dell’Unical: per tale ragione, ogni anno l’Associazione “Amici dell’Università della Calabria” si impegna a organizzare una celebrazione dell’istituzione dell’Ateneo, con il coinvolgimento di coloro che in questi anni, a partire dal 1976, hanno conseguito la laurea presso l’Università della Calabria, il cui numero va oltre le settantamila unità.

 

A Cassano si celebrano i 100 anni dalla nascita di Aldo Moro

CASSANO ALLO IONIO (CS) – Il centenario dalla nascita di Aldo Moro (23 settembre 1916) costituisce un’occasione per riconsiderare una personalità ricca e complessa, protagonista per oltre un trentennio della nostra vita nazionale, la cui immagine si è frantumata, e in parte dispersa, nella drammatiche vicende degli anni Settanta.

L’intento è quello di riprendere e riannodare le fila di un percorso interrotto enucleando quanto di quel cammino, che fu collettivo e coinvolse la nazione intera, le istituzioni, la cultura e la politica, che sia ancora dentro il nostro presente, in grado di suscitare tensioni e fermenti

Per commemorare l’evento su iniziativa del Nuovo CDU e del Movimento la Calabria che Vuoi, venerdì 23 settembre 2016, alle ore 18.00, presso l’Hotel Terme Sibarite di Cassano All’Ionio, si terrà una manifestazione a cui prenderanno parte:Mario Tassone, già deputato al parlamento; Franco Ambrogio, già parlamentare della Repubblica; Giuseppe Aloise, già deputato al parlamento; Dionisio Gallo, segretario regionale del Nuovo CDU; Gianluca Gallo, coordinatore del Movimento la Calabria che Vuoi. I lavori saranno coordinati dal giornalista Francesco Garofalo.

Omicidio Moro, Fioroni: «In via Fani c’era boss della ‘ndrangheta Nirta»

ROMA – «Grazie alla collaborazione del Ris dell’Arma dei Carabinieri, possiamo affermare con ragionevole certezza che il 16 marzo del 1978 in via Fani c’era anche l’esponente della ‘ndrangheta Antonio Nirta, nato a San Luca, in provincia di Reggio Calabria, l’8 luglio del ’46. Nipote del capo clan suo omonimo, morto a 96 anni nel 2015, di Antonio Nirta parlò per la prima volta il pentito della ‘ndrangheta Saverio Morabito, secondo cui Nirta, detto “due nasi” per la sua confidenza con la doppietta, sarebbe stato confidente del generale dei carabinieri Francesco Delfino e uno degli esecutori materiali del sequestro di Aldo Moro». E’ quanto rende noto il presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul caso Moro, Giuseppe Fioroni, aggiungendo che è in corso una perizia anche su un volto che appare nelle foto segnaletiche dell’epoca e che potrebbe essere quello di un killer legato alla criminalità organizzata, Antonio De Vuono. «Il comandante Luigi Ripani ha inviato in questi giorni – spiega Fioroni – l’esito degli accertamenti svolti su una foto di quel giorno, ritrovata nell’archivio de “Il Messaggero”, nella quale compariva, sul muretto di via Fani, una persona molto somigliante al boss Nirta. Comparando quella foto con una del boss, gli esperti sostengono che la statura, la comparazione dei piani dei volti e le caratteristiche singole del volto mostrano una analogia sufficiente per far dire, in termini tecnici, che c’è “assenza  di elementi di netta dissomiglianza”». Fioroni aggiunge che «è in corso una analoga perizia sul volto di un altro personaggio legato alla malavita e che comparve tra le foto segnaletiche dei possibili terroristi il giorno dopo il 16 marzo: si tratta di Antonio De Vuono, killer spietato, morto nel 1993 in un carcere italiano. Le informazioni che abbiamo fin qui acquisito – conclude – ci consentono di dire che la relazione di fine anno sulla nostra attività sarà di grande interesse per tutti coloro che chiedono di conoscere la verità del delitto di via Fani».

Commissione Moro: Nomina dell’ avvocato Raimondi

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La parlamentare Dorina BIanchi

La Commissione Moro ha nominato il noto avvocato Nunzio Raimondi, professionista serio nell’esercizio delle sue funzioni e stimato consulente giuridico-amministrativo per l’importante incarico ottenuto nella Commissione speciale d’inchiesta sull’omicidio Moro”. Ha condividere questa idea con i migliori auguri di un buon lavoro è stata Dorina Bianchi, che ha commentato, questa nomina dell’avvocato catanzarese, a consulente del Parlamento nella Commissione. “Sono certa che il contributo dell’avvocato Raimondi, sarà sostanziale per fare piena luce su una delle pagine più oscure degli anni della Repubblica Italiana.”

                                                                                                                                                      Lucia De Cicco