Archivi tag: arresto

Partecipò ad un omicidio nel 2000, arrestato trentaquattrenne

LAMEZIA TERME – Avrebbe guidato il motociclo utilizzato nell’agguato in cui venne ucciso Vincenzo Montilla il 9 agosto 2000 in località Bella a Lamezia Terme. Un uomo di 34 anni, con precedenti di polizia, del quale non è stato reso noto il nome, è stato arrestato dai carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale di Catanzaro e della Compagnia di Lamezia Terme. L’arresto è stato fatto in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Le indagini condotte dai carabinieri, dopo 16 anni, hanno fatto luce sul delitto e hanno individuato il trentaquattrenne che era assieme al killer di Montilla. Il sicario è stato ucciso a sua volta nel 2005.

Minaccia carabinieri con falce, arrestato cittadino indiano

ARDORE (RC) – Avrebbe avvicinato alcuni carabinieri impegnati in un posto di blocco minacciandoli, senza alcun motivo, con una falce. Un cittadino indiano Tirajm Singh, di 58 anni, senza fissa dimora, è stato arrestato ad Ardore per resistenza, violenza, minaccia e oltraggio a pubblico ufficiale e porto di armi o strumenti atti ad offendere. Successivamente l’uomo ha tentato anche, invano, di opporsi alla perquisizione personale spintonando ripetutamente i militari.

Coltivava canapa nel suo agrumeto, un arrestato

ROSSANO (CS) – E’ stato arrestato dai carabinieri a Rossano perché coltivava nel suo agrumeto piante di canapa indiana. Maurizio Otranto, di 36 anni, del luogo, è accusato di coltivazione a fine di spaccio di sostanze stupefacenti. L’arresto è stato eseguito, nel corso di uno specifico controllo, dai militari della Compagnia di Rossano con la collaborazione di quelli di Corigliano Calabro. Nella coltivazione, localizzata in località “Piragineti”, sono state trovate 233 piante della sostanza stupefacente ben curate ed irrigate, tanto da essere pronte per la raccolta e l’immissione nel mercato. Otranto è stato portato nel carcere di Castrovillari.

Arresto Fazzalari, ministro Orlando: «Grazie a magistrati e forze dell’ordine»

ROMA – «Grazie alla magistratura e alle forze dell’ordine oggi l’Italia assesta un duro colpo alla ‘ndrangheta»: così su twitter il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, sull’arresto del secondo latitante ricercato dopo Matteo Messina Denaro, Ernesto Fazzalari. Il Guardasigilli ha successivamente telefonato al procuratore di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho, per complimentarsi di persona con gli inquirenti e ringraziarli del lavoro svolto.

‘ndrangheta, Cafiero de Raho: «Arresto storico. Cittadini possono collaborare»

REGGIO CALABRIA – Un arresto “storico”. Così il procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho ha commentato la cattura del pericoloso latitante Ernesto Fazzalari, scovato a Molochio dai carabinieri. «Non è un caso che questo avvenga in un momento così felice di attività investigativa, portata avanti con tanti risultati», ha proseguito il magistrato assicurando che «lo Stato non guarda in faccia nessuno e ha sempre la forza di andare avanti». Con l’arresto di Fazzalari si può considerare chiusa la ricerca dei latitanti più pericolosi. Significativo, secondo Cafiero de Raho, che Fazzalari si trovasse solo insieme alla compagna nel casolare dove è stato catturato. «Non aveva guardaspalle, non c’erano persone attorno, nessuno. Perché? Perché si riteneva certamente protetto dal pericolo nel suo territorio. Riteneva che la cosca gli facesse arrivare un segnale di pericolo». E invece gli investigatori sono stati più bravi a non destare sospetti. «In passato ho detto – conclude il procuratore di Reggio Calabria – che comprendo la paura della gente nei territori dove la ‘ndrangheta controlla tutto però oggi la situazione è cambiata, abbiamo testimoni di giustizia che sono commercialisti e imprenditori, abbiamo fatto arresti eccellenti e non ci sono più latitanti importanti. Questo significa che non ci sono territori indenni dal controllo dello Stato. E’ questo l’elemento da sottolineare per riflettere sull’importanza di una collaborazione. Oggi i cittadini possono collaborare perché nello Stato hanno magistrati e appartenenti alle forze dell’ordine che sono dalla loro parte, pronti ad andare contro chiunque, anche a coloro che appartengono agli stessi organismi in cui noi stessi operiamo, perché noi non guardiamo in faccia nessuno, applichiamo la legge sempre e comunque».

Esce da carcere e viola obblighi, arrestato sorvegliato

SCALEA (CS) – Esce dal carcere per fine pena e tenta un’estorsione ai danni di un commerciante. Un sorvegliato speciale di 39 anni, è stato arrestato dai carabinieri della Compagnia di Scalea per violazione della misura con obbligo di soggiorno e denunciato per tentata estorsione. L’uomo, secondo quanto emerso dall’attività investigativa dei carabinieri, avrebbe tentato di farsi consegnare una somma di denaro ad un commerciante. Non avendo ottenuto i soldi l’uomo si sarebbe allontanato dall’esercizio promettendo ritorsioni nei confronti del proprietario. I militari dopo essere giunti all’identificazione del trentanovenne lo hanno rintracciato nella sua abitazione e condotto in carcere.

‘ndrangheta, arrestato a Roma esponente famiglia Strangio

ROMA – Nuovi guai per un 31enne, esponente della famiglia Strangio di San Luca (RC), tristemente conosciuta per i fatti di sangue legati alla terrificante faida che ha visto da una parte la famiglia Nirta-Strangio e dall’altra la cosca Pelle-Vottari. Dopo averlo già scoperto lo scorso 5 maggio a Roma, in violazione della Sorveglianza Speciale con obbligo di soggiorno nel Comune di San Luca, a cui è sottoposto, i Carabinieri della Stazione Roma San Basilio lo hanno nuovamente arrestato, nella tarda serata di ieri, dopo averlo scoperto a Roma nell’abitazione di una sua amica che abita a San Basilio, dove è arrivato senza godere di alcun tipo di permesso da parte delle Autorità. L’arrestato, che deve rispondere della violazione di obblighi e prescrizioni imposti dalla Sorveglianza Speciale, è stato trattenuto in caserma in attesa del rito direttissimo.

‘ndrangheta, estradato dalla Svizzera il boss Antonio Nucera

REGGIO CALABRIA – E’ stato estradato dalla Svizzera il boss Antonio Nucera, detto ‘Ntonaci, esponente di vertice della omonima cosca di Condofuri latitante dal 2013. Scortato da personale dello Scip della Criminalpol, 60 anni, Nucera era stato arrestato lo scorso 8 marzo, a Saas Grund (Canton Vallese) dalla Polizia Svizzera, poiché destinatario di ordinanza di custodia cautelare in carcere, estesa in campo internazionale, e condannato in primo grado, su indagine della Dda di Reggio Calabria, per associazione mafiosa, riciclaggio e reimpiego di beni di provenienza illecita. La sua presenza in Svizzera era stata riscontrata grazie ad attività investigative congiunte, della Polizia di Stato e degli organismi investigativi federali svizzeri, che hanno anche svelato le infiltrazioni della cosca di Condofuri in territorio elvetico. Dopo esser stato individuato, Antonio Nucera era stato arrestato grazie ad un operazione, condotta dagli organismi della Polizia Federale svizzera e da quella del Cantone Vallese, con la partecipazione di personale della Polizia italiana, in particolare investigatori delle Squadre Mobili di Verbania, Torino e del Servizio Centrale Operativo, coadiuvati dal Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia. Giunto a Fiumicino ed espletate le formalità dell’arresto sul territorio nazionale, Nucera è stato tradotto in carcere.

Bancarotta da otto milioni, arrestato un imprenditore

VILLA SAN GIOVANNI (RC) – La Guardia di Finanza di Villa san Giovanni, su richiesta della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, ha arrestato un imprenditore di Villa San Giovanni, con l’accusa di bancarotta fraudolenta relativa alla distrazione di circa 8 milioni di euro.

L’attività investigativa è iniziata nel 2014 dopo la dichiarazione di fallimento emessa con sentenza del Tribunale di Reggio Calabria, su delega della locale Procura della Repubblica che ha attenzionato la procedura concorsuale del fallimento della Società Cooperativa M.S.F., facente capo all’imprenditore. In particolare, le indagini si sono concentrate sul passivo accumulato dall’azienda e sulla distrazione di somme di denaro in danno dei creditori insinuatosi, a vantaggio del medesimo e di pochi altri soggetti.

I finanzieri hanno eseguito un’analisi economico-finanziaria dei rapporti commerciali intrattenuti dalla cooperativa. E’ stato possibile appurare come il legale rappresentante della società in fallimento, al fine di sottrarre disponibilità finanziarie alla procedura concorsuale, abbia distratto circa otto milioni di euro. Lo stesso, formalmente intestava ad altro soggetto, la titolarità di una nuova cooperativa, di fatto riconducibile al medesimo imprenditore.

L’attività investigativa è stata indirizzata sia a ricostruire il reale valore dei rapporti economici che l’effettiva situazione patrimoniale della società fallita. E’ emerso che il rappresentante legale della società “decotta” ha dolosamente posto in essere un’attività criminosa, attraverso il sistematico omesso pagamento delle imposte dovute a titolo di contributi previdenziali e fiscali, facendo, di fatto, pagare alla collettività la gestione dell’azienda e, mediante la falsificazione di atti sociali, distraeva fondi a vantaggio proprio e di alcuni creditori a svantaggio di tutti gli altri. Il Tribunale di Reggio Calabria ha quindi emesso un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti dell’imprenditore.

Spacciava cocaina nel centro storico. Arrestato da carabinieri

BELVEDERE MARITTIMO (CS) – I carabinieri di Belvedere Marittimo hanno arrestato un 25enne sorvegliato speciale. Il giovane sarebbe stato sorpreso in una strada del centro storico mentre cedeva due dosi di cocaina ad un ragazzo che era stato segnalato alla prefettura di Cosenza come assuntore di stupefacente. A seguito di perquisizione sarebbe stato rinvenuto anche del materiale per il confezionamento delle singole dosi. Il 25enne è stato sottoposto ai domiciliari.